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QUINTA SERIE

AVVERTENZA

Il presente volume abbraccia il periodo 16 maggio-31 agosto 1917, una fase quasi di stallo o di transizione della guerra mondiale. Sul piano diplomatico gli eventi salienti furono l'intervento della G!'ecia e poi della Romania a fianco dell'Intesa; il momento culminante ma presto delusivo della guerra sottomarina ad oltranza; il laboratorio pedezionamento degli accordi di S. Giovanni di Mariana, che misero un termine agli screzi con gli A:lleati, ma rimasero poi senza futuro; la partecipazione di Sonnino alla Conferenza di Parigi del 25-26 luglio e infine, in agosto, la pubblicazione della nota pontificia per la pace, verso la quale la p:vesa di posizione del ministro italiano fu determinante anche per quella degli Alleati.

I documenti pubblicati provengono dai seguenti fondi:

l) Archivio storico del ministero degli Affari Esteri:

a) Telegrammi di Gabinetto: in arrivo, registro n. 457, e in partenza, registro 460; telegrammi ordinari: in arrivo, registri 449, 450, 451, 452.

b) Serie politica esaminata nei pacchi riguardanti ri singoli paesi e le principali questioni internazionali.

c) Archivi delle Ambasciate a .Londra, Parigi e P<ietrogrado.

d) Raccolte particolari riguardanti: le conferenze internazionali; il conflitto europeo; la Santa Sede; la Turchia e ila questione dell'Asia minore.

e) Archivi gpeciali: archivio di Gabinetto; Cal'te del seg:vetario generale De Martino (casella n. 74); Carte personali dell'Ambasciatore a Londra, marchese Imperiali e Diario del medesimo; ca:vte del capo di Gabinetto conte Aldrovandi Marescotti.

2) Archivio centrale dello Stato:

Carte Boselli e Presidenza del Consiglio; Carte Sonnino; Carte Orlando (Guerra mondiale) e suo Carteggio.

3) Archivio Sonnino, Montespertoli.

documenti già editi, principalmente nelle seguenti pubblicazioni, sono indicati volta a volta:

-M. ToscANO, GU accordi di S. Giovanni di Mariana, Giuffré, Milano, 1936;

F. MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede. Dalla grande guerra alla Conciliazione. Aspetti politici e giuridici, Laterza, Bari, 1966;

S. SoNNINO, Scritti e discorsi extraparlamentari 1903-1920, vol. II, a cura di

F. Brown, Laterza, Bari, 1972;

S. SONNINO, Diario, 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1972;

S. SoNNINO, Carteggio 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1975.

Mi è gradito dovere, nel licenziare il volume, ringraziare il prof. Pietro Pastorelli dell'amichevole collaborazione prestatami nella consultazione dell'Archivio Sonnino, a Montespertoli; la dott. Maria Grazia Melchionni Biserni, assistente di Storia dei trattati nell'Università di Roma, che mi ha cortesemente assistito nelle ricerche all'Archivio centrale dello Stato; le dott. Emma Ghisalberti e Geraldina De Vinco Schirinzi della loro preziosa opera di collazione dei documenti, di correzione delle bozze e di compilazione degli indici e della tavola metodica.

ETTORE ANCHIERI


DOCUMENTI
1

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. s. N. Londra, 16 maggio 1917, ore ... (per. ore 18,40).

Esito lunghe difficili penose trattative sarebbe: Inghilterra destina altre

dieci navi al nostro servizio carbone con portata complessiva da dnquanlta a

sessanta tonnellate. Tali navi inizierebbero viaggio subito di gui!sa che nuovo

aUJmento rproduce immediato effetto. Tale risultato è molto iruferiore nostri biso

gni ma non a quella aspettativa che tenesse conito delle estreme difficoltà nelle

quali stessa Lnghilterra si trova. D'altra parte io mi ero proposto di non fare

alcun assegnamento su 'semplice promessa o speranza ma solo su assegnamento

determinato e certo. Fu per questo che io non ho voluto tenere ~conto né del

consenso dato pel carbone americano né della possibilità ,di trasporto dalla

Francia via terra. Tutte queste possibilità rimangono per quello che valgono, ma

io do importanza soltanto ai dieci piroscafi ottenuti. Ciò è poco ma meglio niente.

Avendo definito entro oggi ultime modalità, conto partire domani.

2

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1239/ S. N. Londra, 16 maggio 1917, ore 16,50 (per. ore 20,15).

Come ho telegrafato al presidente Consiglio per questione carbone si sono ottenute ~concessioni minori dei nostri bisogni ma considerevoli relativamente difficoltà.

Richiesto dai giornali io darei nostra agenzia una comunicazione di cui trasmetto parte essenziale :

« Colloqui avuti da ministro Orlando con autorevoli uomini inglesi hanno sempre più confermato coincidenza interessi ed identità vedute fra nazioni alleat<' Vennero esaminate alcune urgenti questioni relative alla economia collettiva della Intesa ed a tale questione fu data quella migliore soluzione che attuali circostanze rendevano pos,sibile. Minicstxo Orlando ha ancora una volta constatato con maggior soddisfazione che questioni interessanti Italia sono considerate da Governo inglese con spirito di perfetta solidarietà >.

Se hai obiezioni in proposito prego telegrafare sollecitamente nostro ambasciatore qui.

3

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. S. 718. Roma, 16 maggio 1917, ore 21.

(Meno Londra). Ministro Orlando mi ha telegrafato da Londra in data 14 corrente quanto segue: c Avuto oggi con Lloyd George... (come nel telegramma Gab. 1228. (1).

R. ambasciatore a Londra telegrafa in data 15 corrente quanto segue: c Lloyd George era ieri manifestamente... (come nel telegramma Gabi

netto 1230/225) :) (2).

(Per Londra). Telegramma di S. E. Orlando e di V. E. n. 225.

(Per tutti). Richiamando ripetutamente l'attenzione dei Governi inglese e francese sui pericoli che per la condotta ulteriore della guerra poteva presentare l'incerta situazione russa, ho sempre rilevata la necessità di invitare gli alti nostri Comandi militari ad avvisare a tempo agli eventuali ripari, ed alle modificazioni che una subitanea mancanza della pressione· russa sul nemico poteva rendere indispensabile nei prossimi piani di offensiva e difensiva.

Nell'invito invece che attualmente fa il premier inglese di ritrovarci prossimamente a Londra, lui, Ribot ed io, non si fa questione affatto di Comandi militari, senza i quali ogni nostra discussione o deliberazione sul tema resterebbero assolutamente vuote ed inefficaci poiché la questione è per quattro quinti di natura .strettamente militare. D'altra parte non è oggi possibile all'inizio della vigorosa offensiva ormai avviata sul Carso di chiedere al generale Cadorna rche 1si assenti per vari giorni dalle operazioni attive. Inoltre una riunione nosrtra in questi giorni a Londra, cui non intervenisse il rappresentante

russo potrebbe peggiorare la situazione a Pietrog:rado ISoilllevanido legittime proteste di quel Governo, già iiil!Permalito per la sua esclusione dal ritrovo di Saint Jean. Proporrei quindi di rinviare alquanto la riunione progettata ~richiamando intanto l'attenzione degli Stati Maggiori ,sul prospettato problema militare.

Nel frattempo può giovare la riunione alla conferenza per l'Asia Minore cui parteciperebbe l'inviato russo, per chiarire vari punti accessori anche nei riguardi russi (vedi mio telegramma di ieri n. 717 (3) e la conclusione dei lavori di tale conferenza gioverebbe sensibilmente a chiarire o rafforzare la situazione anche nei riguardi nostri interni e parlamentari.

La singolare interrogazione fatta da Lloyd George a S. E. Orlando riguardo alle nostre preferenze eventuali tra Dalmazia e Asia Minore, può essere indizio che egli non ha abbandonato J.'idea, già ac~cennata fugacemente a Saint Jean, di negoziare con 'l'Austria per una pace separata; il 'che implica il supposto di

farle concessioni deroganti alla convenzione di Londra, convenzione che contempla tanto ,la Dalmazia quanto l'Asia Minore. Ogni nostra concessione a questi riguardi, anche se condizionata, sarebbe pericolosissima.

È mia impressione che si tiene a farmi venire ora a Londra più per agitare tali delicati problemi mettendo nostro Governo in situazione difficile e imbarazzante, quasiché da lui solo dipendesse la continuazione della guerra, che non per esaminare i temi apertamente enunciati. È necessaria quindi molta prudenza nell'accogliere idea di prossime riunioni all'infuori della conferenza a quattro per l'Asia Minore.

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 976. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 990. (3) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 988.
4

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, A LONDRA

T. s. N. Roma, 16 maggio 1911.

Colleghi avviati Russia non hanno missione né vincolo Governo. Essi partirono come rappresentanti dei socialisti italiani e perciò decisione circa proseguimento o rinunzia viaggio in Russia non può dipendere che da loro.

A noi individualmente sembra che ulteriori notizie Pietrogrado dimostrerebbero possibilttà di una più utile ed efficace azione colà dei .nostri interventiJSti. Veggo come prevedevo •che ottenesti tutto possibile con incalzanti oppor

tune argomentazioni.

5

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 1715/155. Stoccolma, 16 maggio 1917, ore 17,15 (per. ore 1,30 del 17).

Questo console generale di Russia ha ricevuto istruzioni di rifiutare eventualmente vidimazione passaporto deputato Morgari per J.'entrata in Russia.

6

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1240/227. Londra, 16 maggio 1917, ore 10,43 (per. ore 3,25 del 17).

Da fonte ,di solito eccellente ebbi oggi seguenti informazioni delle quali non posso però garantire l'assoluta esattezza.

l) Dimissioni di Brusiloff e Gurko sarebbero dovute a concertata azione con Gutskoff per indurre i membri del Comitato ad assumere responsabilità del Govemo.

2) Inghilterra e Stati Uniti avrebbero dichiarato ,che non daranno più un 'Centesimo senza solide garanzie di serietà di propositi di ~continuare ila guerra in pieno accordo con Alleati.

3) Preoccupazione per notizia di una sorda agitaz,ione serpeggiante nelle provincie della Russia fra dero, ,contadini e nobiltà contro israeliti accUJSati di essere principale attivissimo strumento dei partiti rivoluzionari e pacifisti estremi nella lotta contro gli elementi moderati. Centri autorevoli israeliti di Parigi, Londra, New York avrebbero inviato parola d'ordine in senso moderato ed ammonitorio per tema di possibili massacri. Quest'ultima notizia se esatta potrebbe a mio avviso avere ~considerevole importanza in v1sta del fatto notorio che la rivoluzione russa è al pari di quella turca stata fomentata 'con grande energia ed abilità dalla !<unga tenace azione dei centri israelitici i quali finora simpatizzano non coi moderati ma con gli estremi allo s~copo di affrettare pace. Ciò è dimostrato pure dal linguaggio di questi principali organi radicali: (Daily News and Leader, Nation ecc.) tutti promotori di interessi israeliti.

7

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. s. N. Londra, 16 maggio 1917, ore 23,10 (per. ore 6 del 17).

Sono lieto aggiungere mio odierno telegramma che Governo inglese ha già comunicato nostra delegazione elenco nominativo dei primi sei piroscafi nuovamente assegnati al nostro commercio carbone ~con avvertenza che es,si partiranno in settimana.

8

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1725/376. Pietrogrado, 16 maggio 1917, ore 12 (per. ore 9,25 del 17).

Giornale Ranio Utro di Mosca ha pubblicato che in un'intervista con quel console d'Italia questi avrebbe detto: « per gli dleati è venuta a formarsi una situazione nella quale essi non possono permanere. Essi prendono sopra di loro tutti i colpi del nemico grazie alle complicazioni della Russia. Se ,cose continueranno così, gli Alleati saranno costretti a lasciar Russia abbandonata alle sue proprie sorti senza aspettare momento che Russia abbandoni propri alleati. Se ciò accadesse Russia sarebbe minacciata o di essere straziata dalla Germania

-o di ricevere un colpo in Oriente dal Giappone. Secondo trattato esistente concluso fra vecchio Governo e Giappone, si varrebbe quest'ultimo... (l) diritto di

colonizzare fino a Irkusk. Di questo... (l) Giappone si varrebbe largamente e se ne vale in questo momento. Per il Giappone non presenrta difficoltà alcuna l'occupare tutto ~o spazio COIIliPreso fra Wladivostock e gli Urali >. Giornale aggiunge: • Dall'impressione riportata da Scencoff dal suo viaggio in Giappone quest'ultimo si va febbrilmente preparando alla guerra. Tutte le fabbriche producono materiali di guerra per la difesa del paese •. Tre giornali di Pietrogrado hanno ieri riportato quanto precede, uno di essi col titolo... (1). Ho fatto smentire varie agenzie telegrafiche che R. console abbia dato tale intervista ed ho telegrafato a Gazz,urelli essere indisjpensabile categorica smellitita. Ricevo frattanto telegramma R. console del seguente tenore: • Per buona norma V. E. prevengola che intervista Ranio Utro di oggi n. 9199 è falsa ed ho già provveduto acciocché venga smentita d'accordo console giapponese colla seguente pubblicazione: « non ho mai concesso nessuna intervista ufficia[e 1col ;signor Scencoff col quale ebbi invece soventi private amichevoli conversazioni. Le idee da Scencoff a me attribuite non corrispondono a verità e se avemmo occasione di parlare insieme del Giappone avremo semplicemente riferito voci che corrono sulle labbra del gran pubblico escludendo in modo assoluto e fermo restando da parte mia qualsiasi apprezzamento quale rappresentante ufficiale dell'Italia. Per quanto concerne patti segreti fra i vari Governi alleati ciò eSIUJla dalle mie funzioni e non essendo in a1c:un modo a ,cognizione di essi non rpotrei ragionevolmente parlare in quel modo. Trattandosi 1di argomento tanto delicato se giornale me ne avesse interpellato ne avrebbe avuto formale smentita evitando pubblicazione di articoli che sarebbero... (l) ai comuni interessi degli Alleati ma solamente fanno il giuoco dei nostri nemici ». Ambasciatore d'Inghilterra mi ~scriveva non poter credere che R. console avesse detto quanto a lui veniva attribuito ma che egli aveva autorizzato stampa a dichiarare non esservi akun che di vero circa allegata esistenza trattato con Giappone e che Alleati non hanno mai neppure pensato a far intervenire per esercitare pressioni sulla Russia... (1). Ho rassicurato collega rispondendogli che R. console aveva già smentito intervista. Telegrafo a Gazzurelli quanto segue: • Prego inviarmi telegraficamente testo smentita quale fu pubblicata giornali e per posta testo intervista attribuitale da Scenkoff smentita da lei telegrafata è insufficientemente categorica. Non è poi ,superfluo le raccomandi massinlo riserbo di linguaggio anche nelle private conve11sazioni ~.

(l) -Gruppo indecifrato.
9

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1247/203. Pietrogrado, 16 maggio 1917, ore 12 (per. ore 12,05 del 17).

Principe Borghese sarebbe grato a V. E. se volesse comunicare al presidente del Consiglio telegramma ,che qui appresso riproduco insieme alle mie considerazioni in proposito:

« A complemento e chiarimento mio telegramma di ieri ~credo necessario aggiungere seguenti apprezzamenti peiisonali. Mentre confermo che a:s:sidua ben organizzata perseverante propaganda su basi indicate telegramma e relazione girmgerà certamente utile e a lunga scadenza molto probabilmente efficace a conquistaDci maggior ~considerazione e preparaDci migliore situazione per l'avvenire, non credo invece che possiamo ora ill1ude11ci di esercitare efficace azione per la guerra e per ,gli scopi nazionali che ci ostiniamo di peiiSeguire. Plur tenendo conto della notevole instabilità di questo spirito rpubblico esso è ogni giorno più orientato al1a pace, alle rinunzie, alla disgregazione. Nè il paese né l'esercito prevalentemente occupati dei problemi interni e profondamente disorganizzati sentono e vogliono la guerra; ila subiscono mal volentieri afirettando ~col desiderio l'occasione di terminarla ~comunque. Pressioni Alleati ~confermano questa democrazia ine~rta e diffidente nel 'convincimento essere Russia trascinata a continuare guerra non per il proprio interesse ma per quello degli Alleati.

In queste condizioni propaganda avente per fine nostri interessi e suoi scopi può riuscire solo sca11samente efficace e soverchia resistenza potrebbe in questi momenti essere persino dannosa ».

È certo ~che popolo russo, tutto inteso alla questione interna e assordato da propaganda pacifista, presta scarsa attenzione alla guerra ed alla attività degli Alleati. A me sembra però:

l) rche non dobbiamo scoraggiarci bensì proseguire [a contropropaganda senza impronta insi,stenza ma ponendo in evidenza il nostro buon esem;pio; 2) ~che dobbiamo aiutare Governo provvisorio nella rsua opera di edificazione per la guerra;

3) rche non dobbiamo rsepararci da quanto fanno in questo senso i nostri Alleati che pure trovansi di fronte ad eguali difficoltà e che ~cercano di trarre dalla situazione il partito che si può se non quello che si sperava. Osservo infine che Cla nostra propaganda non mira s011tanto ad indurre il popolo russo alla guerra ma altresì a far noti i nostri rscopi e i nostri sforzi per,ché si riconosca ~come essi meritano i compensi adeguati che rivendichiamo e :si prepari nell'opinione internazionale quel giusto apprezzamento dell'opera nostra che dovrà ag!evolare determinazioni in nostro favore del futuro congresso. Conviene pertanto sostenere ~con pazienza le avverse cil'costanze presenti e peDseverare neLla via intrapresa in attesa di migliori tempi senza illusioni ma senza scoraggiamento •.

Borghese condivide in sostanza tale parere ed io mi auguro che egli ci... (l) nel non facile lavoro irl valido concorso della sua capacità e del suo zelo patriottico.

(l) Gruppo indecifrato.

10

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 214/66. Pechino, 16 maggio 1917. In data 11 corrente dietro domanda dell'Incaricato d'Affari di Gran Bre

tagna questo Ministro di Francia, decano dei rappresentanti alleati, sottomise ai rappresentanti a Pechino delle Potenze in guerra colla Germania il seguente

progetto di dichiarazione di cui il Signor Alston era stato ufficiosamente caduto d'accordo col Signor Reinsch Ministro degli Stati Uniti d'America: «I rappresentanti a Pechino dei Governi in guerra colla Germania hanno l'onore di rinnovare a'l Governo cinese le assicurazioni al medesimo date a varie riprese a garanzia dell'indipendenza della Cina e dell'integrità del territorio cinese (si noti bene non si adopera la parola sovranità). Essi tengono neLle 'cìr·costanze attuali a ricordare ·che la ,politica delle Potenze in guerra colla Germania non tende affatto a cercare in Cina un vantaggio nuovo qualsiasi e che i iloro Governi sono disposti ad accogliere favorevolmente le domande del Governo cinese cui fosse possibile di dare soddisfazione •. I moventi di tale progetto la cui iniziativa era dovuta al rappresentante britannico meritano di esser segnalati.

Scopo apparente della dichiarazione in parola sarebbe quello di continuare le pressioni già più volte rinnovate presso il Governo cinese per indurlo alla dichiarazione di guerra. E fin qui nulla da notare.

Senonché il Signor A·lston a quattr'occhi e in ciò era d'accordo col Ministro di Francia, manifestò il suo obbiettivo di voler coocare un'occasione pro· pizia per indurre il rappresentante degli Stati Uniti a prender parte a1le riunioni dei rappresentanti alleati malgrado che sinora il Si~or Reinsch abbia affettato, ·com'era naturale di non essere rappresentante di Potenza alleata, bensi semplicemente, di Potenza in guerra ~contro la Germania e desiderosa di collaborare cogli alleati in uno 'SCOIPO comune. Oltre a ciò, il Si~nor A1ston, seguendo la politica già facente parte di tutto un programma di consolidamento del potere centrale in Cina, avrebbe voluto provocare una manifestazione di simpatia e di appoggio concorde degli alleati al riguardo del Presidente del Consiglio bersagliato dagli avversari e già sul punto di perdere il potere in <Circostanze da me segnalate nel mio rapporto in data 14 'corrente n. 210/64 (1).

A quanto mi viene riferito, e la cosa non sembra 1scevra di ogni verosimiglianza, il progetto di dkhiarazione riscuoterebbe l'approvazione del réliP!presentante americano non tanto per indurre 1la Cina alla dichiarrazione di .guerra

o per fortificare il Gabinetto Tuan, bensì per dare al popolo cinese ed a questi ambienti un nuovo pegno di simpatia ·che impegnasse maggiormente anche il Giappone insieme agli alleati a rispettare l'integrità territoriale e 'l'indipendenza di questa Repubblica.

È chiaro che un tale progetto era destinato ad incontrare più d'uno sco~io. Difatti il rappres.entante giaPIPonese, Barrone Hayashi, firmò ia drcolare colle sole due parole: • Will consider •, cioè: mi riservo di pensarci.

U mio collega di Francia Signor Conty ebbe meco al riguardo un franco e minuto scambio d'idee. Egli d'accordo con me non approva, pur non O'PIPOOendovisi, il movente del Signor Alston avente per scopo di fare una manifestazione troppo spic·cata a favore del Primo Ministro fino al punto d'incoraggiarlo di impomi ~colla forza al Parlamento. La cosa contrasterebbe in modo troppo stridente coi prindpii di liberalismo ora ·cosi rumorosamente ifn"O!PU~ati dagli alleati ed in questo non 'sarebbe approvata neppme dal r!ijppresentante americano. Si convenne quindi col .collega di Francia di restringerei in un atteg

giamento passivo al riguardo delil'appoggio personale verso il Primo Ministro e

di aspettare la decisione del rappresentaTIJte giapponese. iln ogni occasione, come

questa che ho voluto segnalare, :la politica nipponica si sforza di assumere una

parte rpreponderante e direttiva nella politica cinese degli alleati ad esclusione

di ogni iniziativa americana; hl. suCICesso della diplomazia giapponese nell'appa

renza è lungi dall'essere ~completo ogni qualvolta il diffidente Governo cinese

ha voce in ~capitolo, ma il suo prestigio non ne soffre in ~realtà: la srpinta giap

ponese non sarà facile a frenare.

Cosi continua ad acuirsi il dissidio e la mutua diffidenza fra Stati Uniti e

Giappone. L'attuale gabinetto Terauchi-Motono, a quanto risulterebbe da

varii indizi, sarebbe perciò assai allarmato in cuor rsuo dagli ultimi avveni

menti internazionali, cioè sopratutto: l) dall'instaurazione in Russia di un re

gime democratico poco simpatico all'ilmpero del Mikado e più facile ad accor

dal"si colla Gran Bretagna contrariamente alle speranze del Visconte Motono;

2) dall'entrata in guerra degli Stati Uniti che avrà il dOipjpio risultato di cre

scere :la potenza militare della grande Repubblica nord-americana e di rsrtringere

questa viemaggiormente aHa •Causa britannica.

Come risul:tati attuali d'i questi fattori che nuove cil"costanze impreviste potranno naturalmente modificare sostanzialmente, :si può notare una tendenza ndpponica di non forzare, per ora, troppo la mano in Cina e di dissimulare il più possibile i contrasti di rumori e d'interessi avve11si al riguardo della Gran Bretagna nonostante rla non rallentata propaganda panasiatica che tanto urta la suscettibilità inglese per le minacce all'Impero indiano.

È degna di nota la segreta soddisfazione, fra i componenti la Legazione britannica, nel vedere la •Crescente rivalità ed antipatia tra americani e giapponesi di cui gl'incidenti s~pra riferiti sono analoghi ad altri assai frequenti.

È superfluo aggiungere che nel caso in cui il progetto di dichiarazione di cui ho tenuto rparola qui rsopra venisse aJprprovato in massima da questi rappresentanti alleati, ~chiederò istruzioni a V. E. malgrado che esso non contenga se non generiche assicurazioni di integrità territoriale ed indipendenza già iscritte nei trattati vigenti colla Cina. La cosa avrebbe una portata morale impegnativa che, secondo me, esorbita la mia comrpetenza. In questo senso mi ~sono espresso coi miei colleghi.

(l) Gruppo indecifrato.

(l) Cfr. serie V, vol. VII, n. 984.

11

IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5739 G. Roma, 17 maggio 1917, ore 10,30.

Con sua lettera del 6 gennaio u. s. (l) S. E. il ministro Comandini si è qui rivolto per conoscere se questo Ministero avrebbe consentito che venissero distribuiti tra i nostri prigionieri di nazionalità czeca degli opuscoli di propaganda anti-austriaca.

Sentito in proposito S. E. il presidente del consiglio, che con suo foglio

19.4.6.3. del 31 (1) stesso mese dava il nulla osta, fu risposto al ministro Comandini in senso favorevole avvisando la commissione prigionieri che le pubblicazioni di propaganda pr.evio attenito esame, avrebbero potuto essere distribuite.

Ora dall'esame delle !pubbUcazioni stesse appare come la propaganda anziché soltanto czeca anti-austriaca assumerebbe l'aspetto di propaganda nazionale czeco-slovacca e, in alcuna parte, di carattere prettamente socialista.

Pertanto, mentre ho vietato la d~stribuzione tra gli .czechi di alcuni «memorandum , redatti in italiano e diretti dal partito socialista d'America all'. Internazionale "• gradirei, dato il predetto carattere nazionale che la propaganda assumerebbe conoscere, possibilmente con ,cortese sollecitudine, il parere dell'E. V. in proposito (2).

(l) Non pubblicata.

12

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. s. 720. Roma, 17 maggio 1917, ore 16.

Prego V. E. riferirmi confidenzialmente circa tendenze atteggiamento del nuovo ministro degli affari esteri russo e giudizio di V. E. sopra di lui.

13

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1252/116. Parigi, 17 maggio 1917, ore 17,25 (per. ore 20,33).

Ieri Cambon mi ha fatto dire di rimandare il colloquio a stamane perché

forse Ribot avrebbe voluto intervenire. Stamane Ribot si scusò perchè impedito

e intervennero Cambon e Margerie.

Cambon mi ha detto non aver avuto modo di farsi indicare da Ribot il

punto ad ovest di Mersina.

Si discusse lungamente e compresi Cambon avrebbe voluto indicare come futura frontiera Guenk Sou. Io parlai di stabilirla a circa 20 km. a ovest di Mersina e Cambon promise farmi una proposta concreta entro pochissimi giorni.

Sollecitai quanto era possibile. Ho sempre parlato di zona di occupazione italiana e non mi si fece alcuna obiezione nè i francesi parlarono mai di sfera d'influenza.

Se poi... (3) per caso la Russia ritarda una risposta o rifiuta di consentire all'accordo Asia Minore... (3) sembra che Cambon e Margerle consentirebbero

• Idem Idem con S.E. Scialoja -28-5-17 >,

formula assicurante Italia si troverebbe in tale eventualità rispetto ai due alleati in situazione identica a quella degli AJ.leati fra loro. Ma non vottebbero aggiungere che impegni sussisterebbero fra le tre potenze ugualmente. Ad ogni modo mi dissero doversi considerare ciò come loro personale opinione e si riservavano pensarvi e parlarne con Ribot ma conclusero ritenere di dò essere meglio parlare a Londra.

•In realtà ho im!M'essione ·che intendano tirare le cose in il.ungo benchè protestilllo il conti'ario ed io temo a~ettino che situazione in Grecia si decida per poter essere meno arrendevoli verso di noi. Solleciterò risposta che telegraferò (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Annotazioni marginali di De Martino: «Conforme istru?ioni del Ministro, parlato con S.E. Comandini e con ufficiale mandato dal colonnello Vacchelli. E' inteso che si permette e si favorisce propaganda anti-austriaca e propaganda nazionale ceko-slovacca -ma non propaganda socialista, né pubblicazioni con rivendicazioni adriatiche yugoslave. 24-V-17 ».

(3) Gruppi indecifrati.

14

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI

T. R. 652. Roma, 17 maggio 1917, ore 21.

Suo telegramma n. 60 (2).

Riassumo istruzioni inviate per posta circa missione musulmana costà.

l) Presentazione al Re nostri delegati e offerta doni;

2) Esame questioni ri~ardanti materie che V. S. non può controllare non potendo entrare Mecca. Aecertamento numero rprovenienza occU!Pazione condizione bisogni sudditi Mecca. Uguali notizie :per mezzo di persone provenienti dal luogo per Medina. Assicurare comunicazioni notizie riguardanti pellegrini che rimangono o ritardano ritorno da ·Luoghi santi.

3) Accertamento speciali bisogni pellegrini che vanno e che tornano. 4) Conseguimento valide garanzie per sicurezza pellegrinaggi ed efficace protezione in caso di •contestazioni. 5) Esame proposte relative acquisto od affitto Mecca locale per ricovero pellegrini italiani.

6) Studi sulla organizzazione servizi igiene e •sanitari.

7) Raccolta elementi e notizie interessanti commercio italiano in genere

e delle •colonie in ispecie.

8) Acquisto libri arabi e raccolte giornali opuscoli relativi recenti avvenimenti nonché indicazioni sui .Luoghi nei quali pellegrini devono prendere Ihram, sulle confraternite interessanti nostre colonie speciaLmente Senrussi e 'sulla esistenza ed attribuzione degli Scek-el-Turuk e giurisdizione loro propria.

Ministero delle Colonie non ha creduto designare un capo missione. Cia

scuna delegazione agisce per la colonia che rappresenta e in armonia ·colle altre

d'accordo ·con V. S.

Ciascuna delegazione potrà dire proprio discorso che dovrà essere previa

mente conosciuto da V. S.

lO

Cavalier Smirli parte con la missione ma è destinato a codesto ufficio. Medico musulmano potrà occuparsi anche questione ambulatorio italiano Gedda qualora V. S. nulla ha in ·contrario.

Circa rimpatrio colla missione pellegrini riuniti Hegiaz occorre per rispondere •Conoscere se si tratti pellegrini 'l"imasti o che vi andranno a qua[i colonie a~partengono e chi essi siano.

Circa comunicato .stampa mi riferi.sco mio telegramma n. 646 (1).

Discorsi che faranno membri missione dovranno essere riveduti dalla S. V. per evita'l"e abilmente accenni a questioni indole P<)litica che possono ·compromettere od impegnare azione nostra ed indirizzo dii essa nei riguaT'di interessi che ci preme tutelare.

Dovrà essere escluso ogni accenno califfato e califfo e qualsiasi altra questione che esorbiti limiti e scopi della missione.

Pregola annunziare ufficialmente codesto Governo invio missione con doni indicando scopo principale porsi in relazione con esso per protezione nostri sudditi musulmani che si recano pellegrinaggio luoghi santi.

(l) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 726 del 18 maggio. (2) -T. 1619/60 dell'B maggio, non pubblicato.
15

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1251/228. Londra, 17 maggio 1917, ore 21,35 (per. ore 1,45 del18).

Telegramma di V. E. n. 717 (2).

Oggi ho •Lungamente conferito ·con Cecil.

Circa il pun1to primo ha detto avrebbe subito ·telegrafato a Parigi e Pietrogrado per affrettare la ripresa della conferenza.

Sul punto secondo ha detto che non poteva pronunziarsi .senza aver sotto gli occhi il testo degli accordi franco-britannici in connessione con quelli con Russia. Gli pareva del resto prematuro discutere sopra un punto che non è ancora sorto, e non può sorgere prima che si ·conosca l'atteggiamento del Governo russo che potrebbe pure disinteressarsi di tutto e lasciare a Francia, Italia e Inghilterra piena libertà di concludere accordi dichiarandosi però per quanto lo concerne, non tenuto a •continuare 'la guerra per assicurare la ~realizzazione. Sui punti terzo e quarto ha preso nota delle disposizioni di V. E. favorevoli in massima alla ricer<:a della eventuale formula rper venire incontro ai russi, subordinatamente alla constatata necessità ed alla a•pplicazione indistinta a tutti gli Alleati. Ha osservato ignora·re ·completamente che .cosa pensi di tale nuova formula il Governo francese. Avendogli io chiesto se prevedeva difficoltà, ha risposto che •se Francia si oppone converrà pure si prepari a spiegarsi ad intendersi ·con Russia.

Sul punto quinto ha detto sembrargli preferibile non discutere separatamente i termini della formula ma di !asciarne invece l'esame e la definizione alla 'conferenza essendo prudente di non mettere il Governo russo, ~che potrebbe adombrarsene, in presenza di una formula già previamente concordata fra gli altri tre Alleati. Per quanto ·Concerne la Mesopotamia egli personalmente crede non sarebbe difficile all'Inghilterra di accontentare la Russia, in quanto trattandosi di regione abitata da Arabi, questo Governo secondo le sue tradizioni potrebbe benissimo costttuire in quelle regioni una specie di Stato arabo autonomo col solito corredo di un consigliere britannico ecc. Per quanto concerne la nostra zona pargli che in una regione abitata da turchi il prob[ema, rper quanto di soluzione non im,possibile, richiederà da parte nostra la mas1sima abilità. Faceva questa osservazione semplicemente per debito di « fairness ».

Sul punto settimo non ho mancato di attirare con la massima energia l'attenzione del ministro sulla assoluta necessità di affrettare la soluzione, facendo valere le giuste considerazioni accennate da V. E. (1).

(l) -T. 646 del 14 maggio, che non si pubblica. Il R. ministero delle Colonie non ha difficoltà a che sia data pubblicità viaggio missione mussulmana, purché ciò avvenga dopo suo arrivo Gedda. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 988.
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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1250/53. Corfù, 17 maggio 1917, ore 24 (per. ore 5,35 del 18).

Pachitch mi ha detto che il Governo serbo ha deciso nominare un suo agente presso il Governo di Venizelos. Scelta è caduta sul Signor Gavrilovich che .già trovasi Salonicco ·come rappreserutante serbo ipll'esso Essad. Sembra che cotns:erverà i due incarichi. Questa nomina fatta per ragioni di opportunità o per pressioni esterne non •costituisce affatto a mio avviso una prova che Pachi.tch abbia alterato il suo intimo convincimento circa artificiosità del movimento venizelisrta e il suo trascurabile contributo militare.

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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1253/55. Corfù, 18 maggio 1917, ore 10,30 (per. ore 13,30).

Giornale ufficioso 'serbo pubblicava avantieri nella sua parte non ufficiale che nel Berner Tagblatt del 2 maggio era scritto che, secondo la New York Tribune, Wilson avrebbe dichiarato che le aspirazioni slave sulla Dalmazia gli sembravano più giu:ste delle italiane e che Trieste, benché di carattere italiano, non rpotrà essere incorporata perché i dintorni sono esclusivamente slavi.

Benché mi sia seiiliPl'e astenuto dal richiamare !l'attenzione di Pacic su del1e sconvenienze pubblicate da ,giomali jugoslavi sia perché tali sia perché convinto che non a noi ne viene danno, .ptNe ho creduto dover fare cenno in modo confidenziale ed amichevole della rpubbHcazione fatta nel giornale ufficiale, dicendogli in tono scherzoso che io .gli parlavo solo nell'interesse della serietà ili quel foglio e perché ciò non si ripetesse. Pacic mi fece comprendere che provvederebbe (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi e Pietrogrado con t. gab. 725 del 18 maggio.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 653. Roma, 18 maggio 1917, ore 15.

Questo ambasciatore di Francia mi ha manifestato desiderio che i rappresentanti italiano ed inglese a Addis Abeba comunichino al Governo etiopico che il rifiuto d~ca la ·consegna dei fucili è avvenuto di comune accordo fra ile potenze. Ho risposto che non avevo difficoltà a dare tstruziOIIÙ in qruesto senso ma che avrei desiderato si restasse intesi che i tre rappresentanti si accordassero preventivamente fra loro ed agissero concordemente ed runitamente in ogni altra questione che si presentasse sia di somministrazioni sia di rifiuti .al Governo etiopico. Prego V. E. agire in conformità di quanto :precede.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 654. Roma, 18 maggio 1917, ore 15.

Seguito mio telegramma n. 641 (2).

Prego telegrafarmi pensiero di ·codesto Governo 'su quanto precede.

(l) -Ritrasmesso a Londra. Parigi, Pietrogrado, Washington, con t. gab. 731 del 19 maggio. (2) -Ritrasmette a Parigi, Londra, Pietrogrado e Washington il t. gab. 1685/91 del 12 maggio da Stoccolma, cfr. serie V, vol. VII, n. 958, con la seguente aggiunta: • Telegramma identico concordato tra suoi colleghi di Francia, Inghilterra e Stati Uniti e V. E. circa adesione socialista alla conferenza di Stoccolma non mi sembra opportuno, né ritengo consigliabile dar seguito ad un atteggiamento od azione in tal senso •·
20

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 728. Roma, 18 maggio 1917, ore 18.

Telegrammi di V. E. n. 376 (l) e Gab. 204 (2).

Ho fatto dichiarare a mezzo della Stefani che intervista attribuita a Gazzurelli è interamente priva di fondamento. Provvederò a sostituire Gazzurelli a. Mosca.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 724. Roma, 18 maggio 1917, ore 19..

Rodd mi ha comunicato il seguente pro-memoria: «La situazione creata dai sottomarini e la necessità di assicurare i bisogni della popolazione dvile degli Alleati hanno forzato il Governo inglese ad alcune decisioni che l'ambasciata d'Inghilterra è autorizzata a comunicare al ministro degli affari esteri per informazione esclusivamente sua personale. l) I bisogni della popolazione civile degH Alleati possono essere soddisfatti dal Governo di S. M. solamente se le forze a Salonicco sono ridotte a ciò che sarà sufficiente per tenere un campo trincerato che assicuri quel porto. 2) Modalità ·con le quali quella riduzione deve essere effettuata saranno stabilite in appresso, ma in ogni caso il Governo di S. M. sta prendendo accordi 'per ritirare due brigate di cavalleria ed una divisione di fanteria, a cominciare dal pr~mo giugno p.v. 3) La decisione di cui al paragrafo primo sarà di nuovo presa in esame se l'offerus:iva intra,presa dal generale Sarrail contro i bulgari si dimostrerà così favorevole da rendere realmente possibile alla fine di maggio che la Bulgaria venga a patti. 4) Istruzioni saranno inviate al generale Sarrai·l di cominciare al più presto possibile questa offensiva contro la Bulgaria. 5) Mentre gli Alleati devono garantire la sicurezza del corpo di occupazione di Salonicco essi devono anche assicurare il buon volere e l'amicizia della nazione greca. 6) Il Governo francese ritiene che il primo passo necessario allo scopo di prendere le garanzie per Ja buona condotta della Grecia è d'i controllare il raccolto in Tessaglia. Il Governo di S. M. è pronto ad accettare che una forza inglese non eccedente i 500 uomini pa11tecipi a questo scopo e se complicazioni sorgessero il Governo francese consente a non rivolgersi al Governo di S. M. per ulteriori atuti navali o militari all'infuori di questo •contingente di 500 uomini. Il Governo di S. M. non è in grado di aumentare le forze navali nel

distretto di Salonicco allo .scopo di stabilire una base navale a Volo. 7) Inoltre il Governo di S. M. consente a che gli Alleati annunzino al Governo ellenico la loro intenzione di levare il blooco purché essi possano senza impedimenti acquistare il raccolto della Tessaglia: questo raccolto sarà diviso proporzionatamente tra greci realisti e venizelisti e la distribuzione sarà fatta dalla commissione internazionale in Atene; posti militari di controllo saranno stabiliti dagli Alleati a Larissa, Volo e analoghi altri posti sulle strade e fer,rovie e nei porti della Tessaglia, rsecondo J.e necessità per assicural'ISIÌ. il controllo della disponibilità del raccolto. 8) Questi posti militari di controllo saranno stabiliti sotto il controllo del generale Sarrail, volente o nolente il Governo ellenico, ed il passaggio del grano al1a Grecia Tea\lista sarà concesso solamente dietro permesso firmato dalla commissione internazionale in Atene. 9) In vista della dichiarazione della conferenza di Roma, del 7 gennaio s~corso, le forze venizeliste non devono essere impiegate per i posti militari di controllo. Ma se in Tessaglia vi fosse un movimento spontaneo in favore di Venizelos, non sarà esclusa, dopo la costituzione di un regime venizelista, l'introduzione di truppe venizeliste per il manteniilllento dell'ordine. 10) Istruzioni saranno inviate dal Governo francese al generale Sarrail di 'stabilire· l'istituzione dei posti militari di controllo nel modo il più amichevole e pacifico che rSia possibile e di fare quanto è in SUO potere per evitare lotte civili. 11) Il Governo di S. M. ha riconosciuto ed il Governo francese lo comunicherà al generale Sarrail, la loro constatazione delJ.a sua [eale adesione all'impegno preso da lui di non fare alcuna azione militare ·contro \la Grecia senza i1 consenso dei Governi alleati. 12) Avendo preso in .considerazione il .fallimento della politica degli Alleati in Grecia e gli errori che ne sono nati, il Governo di

S. M. accetta il principio ~che, per ora, la condotta diplomatica in Grecia sarà fAtta da una sola potenza. Il Governo di S. M. consente ·che, ~n vista delle difficoltà di separare il predominio diplomatico dal militare, il rappresentante del Governo francese sarà riconosciuto in Atene definitivamente come l'intermediario della politica comune tra il Governo ellenico e gli Alleati. 13) Il Governo francese dal canto suo ha stabilito di richiamare l'attuale suo rappresentante in Atene che sarà rimpiazzato da un rappresentante di eccezionali qualifiche, b€ne accetto al Governo di S. M. Il Governo di S. M. stabilisce di richiamare anche il suo rappresentante che sarà rimpiazzato da un incaricato d'affari o da un ministro di rango inferiore. I Governi italiano e russo saranno invitati ad esaminare la questione di adottare una simile procedura. 14) I Governi inglese e francese stabiliscono di continuare la loro offensiva sulla fronte occidentale in armonia ai principi stabiliti dagli accordi tra il generale Sir W. Robertson ed il maresciallo di campo Sir Douglas Hai~ e i generali Pétain e Nivelle di devolvere al raggiungimento di questo scopo tutte le loro forzre •.

Ho risposto: l) Riguardo alla limitazione dell'impresa di Salonicco alla sola difesa di un campo trincerato, e al .ritiro delle truwe inglesi in rpal'te decisa senz'altro ed in parte ~subordinata per la sua non esecuzione all'effettua,mi di una eventua]i,tà più ·che illljprobabile, osservavo che il fatto ·che tali ·decisioni fossero state prese tra i nostri due aLleati senza alcun concerto •col Governo italiano non poteva non destare in noi una dolorosa sorpresa, ·trattandosi di una impresa militare a cui partecipavamo attivamente con un forte contingente (oggi circa 50.000) . .A!strazione fatta da ogni apprezzamento, oramai vano, sul merito delle prese decisioni, R. Governo si trovava costretto a fare ogni riserva sulle risoLuzioni che in dipendenza di esse egli dovrà prendere nei riguardi del contingente di truppe italiane attualmente distaocato in Macedonia. 2) Grecia e Tessaglia-Non rispondevano certo alle corrette nonne procedurali .in UtSO tra alleati né la decisione presa indipendentemente da ogni nostra consultazione o adesione, intorno alle nuove condizioni da imporre al Governo greco relativamente ai raccolti della Tessaglia subordinando ad esse levata del blocco, né quella sulla ammissione eventuale di autorità e truppe venizeliste in località finora rette dal Governo reale, contrariamente alle risoluzioni della conferenza di Roma, ed in dipendenza di condizioni iJ. cui verificarsi dipende esclusivamente dal buon volere del generale Sarrail, che già ha dato prova a Santos e a Cefalonia dei S~Uoi procedimenti poco corretti in materia. Né potevano non destare in noi una uguale sorpresa le massime concordate e proclamate senza alcuna preventiva intesa con gli Alleati intovno alla unicità della direzione diplomatica da affidarsi alla Franda per 'Conto dell'Italia in Atene, riguardo alla quale dovevo per ora riservare ogni giudizio

e decisione del R. Governo (1).

(l) -Cfr. n. 8. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 960.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1258/118. Parigi, 18 maggio 1917, ore 18,30 (per. ore 21,25).

Questo ambasciatore di Russia ha ricevuto giorni sono telegramma dal suo Governo, che, dopo molti elogi, gli fa capire sarà presto necessario privarsi della sua opera, dato il cambiamento di Governo. Oggi il Matin pubblica notizia di un accordo segreto ·che anni sono sarebbe stato concluso fra lo Czar e l'Imperatore di Germania. Izvolsky dice notizia in parte vera, ma Iriferita in modo inesatto e tale da screditare lo Czar, mentre a ilui ,consta buona fede deposto Sovrano per cui Izvolsky preso in... (2) da sentimenti devozione per il suo antico Sowano pubblicherà rettifka 'che egli prevede 1spiacerà a Pietrogrado e crede affretterà 'SUa partenza. Si i~nora successore.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1257/229. Londra, 18 maggio 1917, ore 22,54 (per. ore 4,15 del 19).

Seria, equilibrata discussione d'avantieri ai Comuni mi ha lasciato seguenti

impressioni :

l) Consenso grandissima maggioranza nella tesi propugna.ta da Cecil e seconda:ta da A,squith civca vera interpretazione da darsi alll.a formula antia:nnessionista dei rivoluzionari russi;

e;y Generale tendenza, da me ,sempre segnalata, in senso rcontrario alla disintegrazione dell'impero austro-ungarico;

:3) Aprprezzamenrt;i più sobrii ed adeguati della situazione presente e conseguente attenuazione delle « chauvinistes » d~~osizioni manifestate in passato, specie delle stolte pretese più volte da me denunziate d'ingerenza negli affari interni della Germania. Cedi mi diceva ieri che all'infuori del linguaggio sconnesso e scorretto del noto socialista Snowden, era rimasto in ,complesso soddisfatto dello spirito generale del dibattito. Il 'suo compito era assai delicato in quanto g'li incombeva di calmare in prima linea gli elementi 'rivoluzionari russi senza provocare ingiustificate recriminazioni da parte degli altri Alleati.

Da colloqui privati recentemente avuti con tre autorevoli personaggi appar,tenenti all'esercito, all'alta magistratura ed alla finanza ho raccolto le seguenti impressioni: da un lato l •, pessimiSIITio 'su 'situazione russa e scetticismo completo sull'assegnamento da farsi sul ~suo ulteriore contributo militare; 2•, alquanta disillusione per l'andamento de1le operazioni sul fronte occidentale sul ,successo più pronto delle quali si erano nutrite troppe rosee speranze; 3•, velate apprensioni per agitazioni operaie alle quali ,s'inclina ad attribuire sostrato politico, ciò ~che sarebbe confermato da,gli arresti oggi avvenuti di alcuni 1sobil[atori dl sciopeil'i; dall'altro 1•, assoluta fiducia nella efficacia della Amerka che di giorno in giorno è più ferma e decisa impegna11si a fondo per conseguimento comune scopo; 2•, migliori risultati misure contro sottomarini la cui letale attività della settimana scorsa è alquanto diminuita; 3•, positive informazioni su terribili perdite dei tedeschi.

Noto pure tendenze di faziose, esuberanti sentimentali manifestazioni di simpatia del grosso pubblico a favore del Belgio e anche più della Serbia.

(l) -Ed in SoNNINO, Diario, vol. III, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza 1972, pp. 129-133. (2) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1260/S. N. Parigi, 19 maggio 1917, ore 8,45 (per. ore 13,20).

Vidi ieri Ribot. Volle accompagnarmi Franklin Bouillon il quale rimase presente malgrado qualche complimento nel senso di allontanarsi che non fu raccolto da Ribot. Questi del resto fece chiamare pure il ministro Malvy. Dato il colloquio in quattro era naturale ~che io mi astenessi da qualunque allusione al[e questioni discusse ~con Lloyd George. Il colloquio non ebbe quindi carattere politico e si diffuse sui più svariati argomenti. A un certo punto sempre in via di chiac,chiera Ribot mi domandò se decidendosi l'Austria al ,sacrificio di Trieste l'Italia farebbe pace con l'Austria-Ungheria beninteso ,con accordo degli Alleati. Risposi nel medesimo tono 'che la questione non poteva essere nonché considerata neanche posta se non in rapporto a una situazione generale da valutare. Aggiunsi non ~credere Austria fare pace all'infuori della Germania. Discorso non ebbe ulteriore seguito e niente altro fuvvi da rilevare. Ieri sera fui a pranzo con Painlevé il quale fece due notevoli considerazioni: Primieramente che occorre sottoporre a revisione tutte le finalità diplomatiche militari illl vista delle mutate condizioni obiettive. Secondaxiamente si espresse con scarsa simpatia circa prosecuzione dell'impresa in Macedonia nel:la quale opinione fu seguito da tutti francesi presenti tra cui Pichon, Clémentel e Franklin Bouillon (1).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1264/232. Londra, 19 maggio 1917, ore 22,23 (per. ore 5,45 del 20).

S. E. Orlando essendo partito avantieri per l'Italia ho creduto inutile telegrafargli a Parigi il telegramma di V. E. 718 (2). Degli argomenti svolti nel medesimo conterei, salvo ordini 'contrari, va1ermi qua:ndo Lloyd George o Ceci! mi facessero qualche formale proposta. Nel colloquio di lunedì scorso il primo ministro insistette bensì caldamente su necessità assoluta di una urgente conferenza a Londra ma nullla precisò. Disse rpure esrplicitamente essere contrario a frettolose riunioni in una stazione ferroviaria. Suppongo del resto ~che eventuale invito formale perverrebbe secondo il solito a V. E. !Pel tramite di Rodd.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1261/231. Londra, 19 maggio 1917, ore 10,28 (per. ore 5,55 del 20).

Mio telegramma n. 228 (3).

Cecil convocatomi oggi mi disse quanto segue:

Giusta promessa data aveva telegrafato avanti ieri a Parigi e Pietrogrado

per invitare quei Governi a autorizzare i rispettivi rappresentanti a riprendere

subito la conferenza a quattro per Asia Minore. Da telegramma a1larmantis

simo oggi ricevuto da Buchanan ho tratta non impressione ma convinzione

assoluta ,che anche la semplice menzione di accordi per l'Asia Minore produr

rebbe oggi effetto disastroso e provocherebbe non solo un rifiuto ma anche una

energica protesta da parte del nuovo Governo russo, il quale, per il soprav

vento preso da elementi ,estremi rivoluzionarii, 1si prepara sembra ,soLlevare

delicatissima questione della revisione di tutti gli accordi conclusi dalla Russia

con i varii Alleati. Cecil ritiene che tali tendenze del nuovo Governo impongono

a Alleati massima prudenza e circospezione. Indire quindi la conferenza ovvero

procedere all'accordo unicamente fra Italia Francia e Inghilterra equivarrebbe

ferire gravemente suscettibilità Governo russo e fare il giuoco degli elementi

più accesi propugnanti pace separata, catastrofiche conseguenze della quale per tutta :l'aLleanza sono ·troppo evidenti. Per tali motivi [persuasosi ·che ~riunione conferenza sarebbe oggi un pericolosissimo fatale errore Cecil ha :telegrafato a Buchanan di sospendere comUIIlicazione pres,crirttagli. D'aLtra parte rendendosi pur ben conto delle esigenze dell'opinione pubblica italiana ministro si chiede se non fosse il caso di concretare una qualche formula generica nella quale senza menomamente urtare Russia si venisse ad affermare che fra Italia, Inghilterra .e Francia è stato raggiunto un accordo di massima per la questione della Asia Minore. Ceci! confida 'che V. E. tenendo presente l'estrema gravità della situazione e la necessità assoluta primaria d'impedire ad ogni ·costo pa•ce separata russa, consolidando presente Governo, sparito il quale Russia cadrebbe in piena anarchia, vorrà consentire nelle sue vedute e accogliere favorevolmente il suo suggedmento. In caso affermativo egli le sarebbe grato di redigere suddetta non facile formula mentre egli escogiterebbe dal canto suo un testo da sottoporle. Ceci! ha aggiunto essere •sua impressione, ·condivisa rpure da Thomas e da Buchanan •che tutti indistintamente i vari accordi già stipulati per l'Asia Minore finiranno per essere soggetti a revisione e ·che forse occorrerà pure manovrare con massima destrezza per dare a eventuali domande russe per revisione degli altri accordi, una risposta di natura a calmare le impazienti esigenze di quei governanti e guadagnar tempo tenendo presente che fino ad ora abbiamo da fare con un Governo prettamente rivoluzionario nel quale elementi moderati e ragionevoli hanno perduto per ora ogni autorità (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Washington con t. gab. 733 del 20 maggio. (2) -Cfr. n. 3. (3) -Cfr. n. 15.
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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB. s. RR. 1275/184. Jassy, 19 maggio 1917, ore 20,55 (per. ore 13,15 del 21).

Mi risulta confidenzialmente e prego mantenere segreto in proposito che, malgrado il linguaggio relativamente rassicurante tenuto da Bratiano al suo ritorno da Pietrogrado (mio telegramma Gabinetto n. 180) (2), questa Corte si preoccupa delle conseguenze della situazione in Russia e va prendendo le poche cautele che la triste situazione della Romania consente.

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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1329/182. Jassy, 19 maggio 1917, ore 20,55 (per. ore 14,40 del 26).

Bratiano non ha mancato di sollevare a Pietrogrado •la questione delle annessioni. Miliukoff gli ha dichiarato che se la Russia non voleva annettersi

4 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

nessun teiTitorio nemico, era libera di farlo ma che dò non le dà il diritto d'impedire agli Alleati di esigere l'esecuzione degli impegni con loro contratti dalla Russia stessa anche quando quèsti implicavano annessioni. Più importante mi sembra, specialmente dopo la ,crisi ministeriale russa, il coliLoquio avuto a tale riguardo d'a Bratiano con Kerensky. Bratiano posò la questione sul terreno dei plebisciti. Bratiano premise, consenziente il suo interlocutore, che non costituisce annessione nel senso di conquista territoriale l'unione alla mad:re ,patria d'un territorio abitato da popoli della stessa razza separati da esso per circostanze storiche e politiche indipendenti dalla loro volontà. Osservò poi essere pericoloso per la Russia rivoluzionaria ammettere il principio s:te,sso plebiscitario il quale apre adito alla dittatura ed all'istituzione di una sovranità personale e quindi ereditaria come fu dimostrato in Francia dal primo e dal secondo impero. Venendo quindi all'applicazione di questo princi~)io ai territori che la presente guerra pone in questione, Bratiano fece presente al suo interlocutore che tutto dipende dalle circostanze in cui il plebiscito deve svolgersi: così come si potrebbe ammettere con equità un pJebiscito i!n Dobrugia ove i bulgari hanno sterminato quasi tutta la popolazione romena ed hanno terrorizzato il resto? Ed in quanto ai territori attribuiti dai patti dell'Intesa ai ,singoli ,contraenti, il plebiscito non potrebbe essere ammissibile 1se non dopo che iJ tel'ritorio in questione fosse stato occupato dallo Stato interessato. È noto infatti quale valore si debba attribuire a simile manifestazione popolare quando 1'autor1tà vi è interessata e Bratiano citò ad esempio Nizza di cui egli ignora l'attuale sentimento ma che ,certamente ncl 1860 non aveva nessun desiderio di separarsi dal Piemonte e pure votò l'annessione alla Francia! Kerensky evitò sistematicamente

impegni nel senso suggeritogli da Bratiano limitandosi a qualche vaga approvazione sui punti più evidentemente incontestabili e di carattere più generico. Bratiano il quale considera Kerensky come l'uomo di maggior avvenire tra quelli che ha veduto in questo suo viaggio in Russia reputa che egli voglia conservare la propria libertà d'azione per non pregiudicare l'ascendente che egli ha di fronte ai partiti estremi. Osservò incidentalmente che ma,lgrado premure e ripetute insistenze Bratiano non riuscì ad essere ricevuto né dal presidente né da alcun altro membro del comitato degli operai e soldati.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 734 del 20 maggio, cfr. n. 30. (2) -T. gab. 1286/180 del 18 maggio, non pubblicato.
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L'ADDETTO MILITARE A PARIGI, DI BREGANZE, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

(ACS. Presidenza del Consiglio - Guerra mondiale)

R. RR. 120/89. Parigi, 19 maggio 1917.

Nei miei periodici rapporti sulle operaziom m corso ho trattato della crisi del Comando Supremo in Francia della quale è nota la 'soluzione.

Mi risulta oggi da persona degna di fede con la quale il Generale Nivelle ha ieri l'altro avuta occasione di sfogarsi nei riguardi del trattamento usatogli, che egli non ha fatto mistero che tanto dal Presidente della Repubblica che dal Presidente del Consiglio era stato pregato con insistenza nei giorni che precedettero la disposizione presa a suo riguardo di accampare un pretesto qualsiasi chiedendo di allontanarsi dall'esercito. Egli si rifiutò dichiarando che da vecchio soldato non poteva né darsi ammalato, né ·Cei'ICare pretesto alcuno contrario alla verità, come pure non poteva esimersi dal prestare l'opera sua alla Francia. Attendeva perciò un prrovve'dimento a suo riguardo.

Il suo fermo contegno produsse quelle discussioni in seno al Comitato di guerra sulle quali ho riferito.

Al mattino del 15 la sua posizione sembrò ,consolidata: nel pomeriggio venne invece deciso il suo allontanamento dal Comando in capo ed immediatamente comunicato alla stampa. Non si credette però allontanarlo dall'esercito.

Il principale nemico del Generale Nivelle è rstato l'Onorevole Painlevé a seguito della agitazione creatasi in tutta la Francia dopo i primi ,giorni dell'offensiva. La luce su questa agitazione comincia non pertanto a farsi strada, e forse ne vedremo quanto prima gli effetti 'COn la prossima riapertura della camera (22 corr.).

È interessante, quanto stupefacente, il rilevare che quella agitazione estesa all'interno del Paese trova la sua base nella leggerezza con la quale il Sottosegretario della Sanità Onorevole Godard annunciò le prime perdite. Come abbia fatto i calcoli non si sa: certo egli ed i suoi collaboratori inquirenti sulla fronte annunciarono che quella offensiva aveva causato nei primissimi giorni oltre 100.000 morti. Di aui il nomignolo affibbiato nel mondo parlamentare al Generale Nivelle di « mangiatore d'uomini».

Tutto ciò è falso. I morti sono stati da 15 a 16 mila: le perdite quelle che

segnalai sui 70 mila uomini circa.

La verità invece sembra essere che lo stesso Onorevole Painlevé precipitò nelle sue decisrioni a seguito delle inesatte informazioni dell'Onorevole Godard e suoi collaboratori ingannando lo stesso Consiglio della Guerra. Ma fattasi in seguito strada la verità gli stessi sostenitori del Generale Nivelle, più sereni o meno partigiani, poco poterono fare per salvarlo data la rimmenrsa agitazione già prodottasi nel Paese rsu false notizie prorpalate dai deputati alla quale si dovette dare una soddisfazione, a meno di non dichiarare tutta intera la verità che avrebbe provocata la caduta dell'Onorevole Painlevé, e con esso certamente del Mini,stero.

Di qui anche le pressioni fatte sul Generale Nivelle perché si ritirasse

scongiurandolo a ,salvare il Ministero. Egli non ha ,ceduto, e si dovette con

servarlo in servizio in sottordine. Contro di lui ha anche agito in concorso alla

sua ,credulità l'astio personale dell'Onorevole Painlevé per le frequenti e con

tinue rimostranze del Generalisrsimo rcontro l'ingerenza degH uomini politici e

della stampa, ma specie dei primi, nella condotta delle operazioni.

La crisi del Comando Supremo si dice oggi risolta col sacrificio del Generale Nivelle e col salvataggio dell'Onorevole Painlevé che è l'anima della combinazione politica al Governo. Si mormora però già di un richiamo al potere dell'Onorevole Briand a non lunga ~scadenza, ed appassionati saranno i prossimi dibattiti alla Camera ed al Senato, in comitato segreto assai probabilmente, sulla condotta delle operazioni.

Il Governo sarà ciò non ostante probabilmente salvo. Fa ,però grande impressione l'esser noto che il Presidente della Repubblica abbia detto al Generale Nivelle che riconosceva la giustezza della sua causa, ma che la costituzione lo ~rendeva impotente a salvarlo date le insistenze del Ministro responsabile. Voci varie mi hanno d'etto che lo stesso Signor Poincaré aveva minacciate giorni fa le sue dimissioni in consiglio di guerra. Però, altre voci più serie, mi avrebbero riferito che ciò avvenne allorché cadde l'Onorevole Briand. Potrebbe quindi eSIServi una confusione per parte di chi mi riportò la questione. È intanto sintomatica la campagna intrapresa in questi giorni dall'Onorevole Clemenceau contro l'Onorevole Painlevé: come pure si 1egge un malcontento fra le righe degli articoli di G. Hervé e di altri non del tutto ostili al Governo.

La crisi del Comando Supremo potrebbe, a mio modo di vedere, non essere ~che in apparenza risolta.

Il Generale Pétain ed il Generale Foch hanno dimostrato in passato e senza reticenza alcuna il loro animo ~poco benevolo alla irntramettenza degli uomini politici in particolare e della stampa in genere. Io non so se nella posizione alla quale oggi sono stati elevati sapranno dissimulare i loro sentimenti,

o quanto meno venire a transazioni. I loro caratteri, diritti e leali, non danno troppo affidamento di funambulismo. Di qui i miei dubbi sulla loro permanenza al Comando Supremo, con uno stato d'animo quale è quello dei deputati con la loro invadenza oggi affermatasi sulla fronte, e coLl'Onorevole Painlevé al Governo che è il più autentico loro riflesso, e che ha già data la bella prova di sé della quale riferisco.

E fosse solo questa per quanto già grave, che non saprei come qualificare quella fornita dalla sua recente intervista al Daily Express mediante la quale non esita a dichiarare quale è il piano adottato daHa Francia nella futura con

dotta delle operazioni. • Nos armées exerceront une pression continue sur les forces allemandes et porteront par intervalles des coups puissants et inattendus qui feront chanceler l'ennemi quelque fort qu'il puisse ètre ».

Queste parole nella bocca del Ministro della Guerra, mi ,sembrano più che inopportune, colpevoli, per quanto poco di nuovo dicano che non possa immaginai~si da amici e nemici. Gli imperi ~centrali sono in ogni modo avvertiti, e non trovo strano il domandarmi quanto a lungo il Generale Pétain ed il Generale Foch, persone integre, potranno resistere di fronte a tanta insipienza alla quale la stampa dà la più larga pubblicità in omaggio all'uomo che incarna l'esponente della politica attuale. Capisco però che non era facile censurare il Ministro.

30

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 734. Roma, 20 maggio 1917, ore 13,30.

(Meno Londra). R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue in data 19 maggio:

« Cecil... ecc. ecc. (come nel telegramma 1261/231) » (1).

Ho dsposto ad Imperiali quanto segue :

(Solo Londra). Telegramma di V. E. n. 231.

(Per tutti). Ritengo assai difficile concretare formula generica nella quale «senza menomame:nte urtare Russia si venisse ad affermare ~che in Italia Francia ed Inghilterra è stato raggiunto accordo di massima per la questione dell'Asia Minore». Rimango tuttavia in attesa del testo che Cecil intende sottoporre. Osservo che pxima cosa necessaria è fissare effettivamente per iscritto accordo di maSISima raggiunto. Per girare difficoltà 'che sorgerebbero dal fissarlo con la data attuale, si potrebbe fare nno ,scambio di pro-memoria con relativa cartina, rilevando che ciò non è che una riproduzione formale corrispondente agli accordi raggiunti a St. Jean de Maurienne.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1772!105. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 16,30 del 20).

Legge sulla coscrizione obbligatoria approvata ieri. Telegraferò particolari.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1266/148. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 16,30 del 20).

Wilson vincendo la primitiva riluttanza ha deciso di mandare prontamente truppe americane in Francia.

A questa determinazione ha contribuito il quadro della situazione prospettatogli dalla missione francese, che oltre al bisogno di uomini ha prodotto la necessità di risollevare 'coll.a presenza del soldato americano il morale delle truppe combattenti. All'obiezione che gli Stati Uniti non possiedono ancora un esercito, Joffre ha contrapposto che, purché vestiti e personalmente armati,

soldati americani opportunamente incorporati nelle varie unità combattenti

avrebbero ricevuto in pochi giorni l'istruzione e la preparazione necessarie. Sia per ciò sia per evitare che le truppe americane, se costituenti unità proprie, fossero prese specialmente di mira dal nemico si è convenuto che il contingente americano verrebbe incoDporato in ragione di un ufficiale e venticinque uomini a ciascuna compagnia e per affinità di lingua all'esercito inglese. Questo Governo si propone adesso di mandare a scaglioni un contingente di 500 mila uomini.

Siffatta risoluzione della quale sarebbe ingenuo che io rilevassi la portata nel campo politico militare, si ripercuote fatalmente in danno delle presenti nostre esigenze di tonnellaggio. Ammiragliato americano accaparra infatti misteriosamente per il trasporto delle truppe le migliori navi tedesche sequestrate sottraendone le disponibili allo Shipping Board; e in attesa che siano pronte questo Governo ha comprato e userà subito parte deUe navi austriache. Una nave frigorifera promessami tre giorni fa pel trasporto delle carni in Italia non ha potuto essermi più concessa perché l'Ammiragliato ne dispose improvvisamente per truppe americane in tevritorio francese. In queste condizioni circa le quali mantengo il segreto e agendo direttamente sull'Ammiragliato, che è arbitro della situazione, ho potuto ottenere la nave tedesca per carbone, la promessa di una seconda nave in maggio e l'impegno condizionale del quantitativo di tonnellaggio in giugno di cui al mio telegramma n. 103 (1).

Continuo ad adoperarmi senza tregua.

(l) Cfr. n. 26.

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L'AJI/IBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1257/120. Parigi, 20 maggio 1917, ore 15,15 (per. ore 19).

Telegramma di V. E. n. 724 (2).

Dato che la comunicazione di Rodd venne fatta a V. E. per sua personale informazione, non credo farne ce':no di mia iniziativa con auesto ministro degli affari esi.eri ma sarei. grato telegral'armi se cualora questo ministro degli affari esteri me ne parlasse potrei riferire la risposta da V. E. data a Rodd.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE 1272/107. Washington ... maggio 1917 (per. ore 20 del 20).

Telegramma di V. E. n. 654 (3).

Questione congresso sodalista Stoccolma non ancora risolta da questo Governo. Lansing mi ha chiesto tornare vederlo martedì r>er dirmi qualche cosa di più definito. Indipendentemente dal telegramma identico dei ministri italiano,

francese, inglese ed americano in Stoccolma che ieri era passato qui quasi inosservato, preoccupa questo Governo il fatto stesso del congresso e la questione sul concedere o meno passaporti ai socialisti americani che vogliono intervenirvi. Polk mi ha confidato egli vi sarebbe personalmente contrario e che segretario di Stato in un colloquio avuto stamane col capo-partito Hillquit non gli ha taciuto che se dal congresso scaturisse la pace separata voluta dalla Germania egli tornando in Amel'ica sarebbe considerato un traditore. Polk temeva d'altra p8["te ,che Francia avrebbe potuto difficilmente rifiutare passaporti ai propri socialisti dò che avrebbe trascinato Inghilterra a concederli egualmente. Egli mi faceva poi un pessimo ritratto del partito socialista americano COilliPOOto nella grande maggioranza di tedeschi e di ebrei russi « senza patria » gente tutta di nessuna arrendevolezza. Il problema preoccupa dunque seriamente questo Governo. Telegraferò martedì (1).

(l) -Non rinvenuto. (2) -Cfr. n. 21. (3) -Cfr. n. 19.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 736. Roma, 20 maggio 1917, ore 20,30.

Telegramma di V. E. n. 120 (2).

Qualora codesto ministro degli affari esteri glie ne parli può valersi argomenti da me comunicati a Rodd.

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IL MINISTRO DEI TRASPORTI MARITTIMI E FERROVIARI, ARLOTTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1273/149. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 21,45 del 20).

Mentre noto con piacere che H collega Orlando ha ottenuto maggiore assegnazione dieci stive per trasporto servizi continuativi osservo con rincrescimento che quanto egli ha cercato di fare perché fosse tolta l'01pposizione al trasporto diretto del carbone dall'Amel'ica in Italia viene pil'aticamente annullato dalla conferenza tenuta a Londra il 16 corrente con l'intervento dell'ammiraglio americano Sims e consenso nostro addetto navale nella quale pur riconoscendosi estremo nostro bisogno carbone si afferma nuovamente opportunità invio tonnellaggio americano con grr-ano Inghilterra ed ivi caricare carbone Italia con ritorno minerali ciò che praticamente allunga molto viag,gio e annulla sforzi di Orlando e lungo lavoro svolto da Cellere al quale mi ,sono associato per ottenere importazione diretta come rispondente alle estreme urgenti esigenze del momento. Prego caldamente chiamare attenzione Imperiali e Mayor su queste

decisioru mentre proseguiremo nostro tentativo qui. Importazione porto Gironda merita •considerazione ma si tratta sempre quantitativo meschino ·che non modifica situazione generale.

Prego comunicare presidente del consiglio, ministro Corsi, sottosegretario di Stato Ancona (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 737 che richiama il t. 654 di Sonnino del 18 maggio, cfr. n. 19. (2) -Cfr. n. 33.
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L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FEHRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1271/25. Tokio, 20 maggio 1917, ore 18,40 (per. ore 21,50).

Da accurate informazioni sulla condizione di cose risulta ·Che il.'entrata in guerra della Cina sia per un colpo di autorità di ... (2) sia in seguito esigua maggioranza .parlamentare, avrebbe conseguenze ·calamttose. Rivoluzione, guel'ra civile, disordini di ogni genere, 'potrebbe scatenare Cina recando imbarazzi icnvece di aiutare la causa degli Alleati. Giappone pronto, se inevitabile, a trarre speciali vantaggi dall'entrata in guerra deLla Cina non l'ha mai voluta né la vuole poiché non conviene all'egoistica polit.ica giapponese che il Governo cinese acquisti accertati titoli che gli permettano di contendere al Giappone l'agognata ·cessione di Sciantung e altre pretese nipponiche.

... (2) tenta di ripetere la politica dei colpi audaci del suo maestro Yuansci-kai e il Giappone machiavellicamente l'incoraggia in questa via pericolosa sperando che •condurrà all'eliminazione di uno dei pochi uomini oinesi capaci di governare.

Giappone vuole imporsi, benché non desiderato protettore usuraio della

Cina.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 6907. Roma, 20 maggio 1917, ore 23.

Mio telegramma 6679 del 15 corrente (3) circa proposte americane per

acquisti negli Stati Uniti.

Il barone Mayor, che, secondo indicavo nel telegramma suaccennato, ho interpellato al riguardo, mi risponde ora che la proposta in parola ·comunicata dal R. ambasciatore in Washington e sottoposta dal dipartimento americano del Tesoro all'approvazione dei Governi alleati •costituisce l'attuazione del progetto fonnulato dal Signor Hoover ed esteso a tutti i rifornimenti. Esso fu discusso a Londra dal detto Signor Hoover col Governo inglese e rappresenta appunto conclusione cui lo stesso Hoover pervenne dopo aver visto uomini e cose. Epperò il barone Mayor sarebbe di parere che la proposta americana fosse accettata.

(l) -Il telegramma fu spedito tramite l'ambasciata a Was!1ington. (2) -Gruppi indecifrati. (3) -Non pubblicato.
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IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 1777/63. Gedda, 20 maggio 1917, ore 19)5 (per. ore 4,10 del 21).

Re Hedjaz giunto ieri a Gedda ha avuto un lungo colloquio col signor Picot ex-console generale di Francia a Beiruth e commissario genera1e :francese per la Siria venuto appositamente dal Cairo, accompagnato dal signor Massign dell'agenzia diplomatica francese.

Al colloquio era presente l'Emiro Faisal arrivato con nave da guerra inglese da Iwegh. Da fonte sicura mi risulta ·che iJ signor Picot avrebbe cercato mediante ·concessioni di 'stabilire un accordo col Re dell'Hedjaz c[rca regolamento della questione indipendenza politica della Siria da parte della F.rancia. Re Hedjaz avrebbe dichiarato al Signor Picot ess·ere quesmone indipendenza di quelle provincie assolutamente ·connessa con quella degli a1tri (paesi arabi soggetti alla Turchia, ·e, come arabo e musulmano Re Hedjaz non saprebbe transigere su questo punto senza venire meno alla ,difesa degli interessi arabi in genere e di quelli musulmani in particolare, ritenendo unione dei paesi arabi soggetti alla Turchia sotto un solo scettro e col controllo gradito delle potenze alleate :s[a mezzo per garantire eguaglianza dei diritti politici e religiosi fra le popolazioni cristiane e musulmane arabe e per assicurare esistenza e incremento 'civile della nazione araba, giusto desiderio e51Presso dalle potenze alleate. Re Hedjaz av.rebbe in Uiltimo declinato ogni responsabilità per una diversa soluzione della questione della Siria. Il signor Picot è partito oggi pel Cairo. Prego comunicare quanto precede al ministero delle colonie (1).

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1270/212. Pietrogrado, 20 maggio 1917, ore 14,25 (per. ore 7,50 del 21).

19 maggio (2).

Buchanan crede che dato il momento non sia consigliabile la pubblicazione delle risposte degli Alleati alla nota lVIiliukoff. A titolo confidenziale egli mi ha detto di aver suggerito al suo Governo una aggiunta alla sua rilij)osta per porre in evidenza che gli accordi peT l'Asia Minore ,sono destinati ad arrestare le mire e81Jansioniste germaniche e ad evitare futuri conflitti. Se garanzie in quei! senso rpossaoo ottenersi sotto altra forma ma selll[lre in modo idoneo a salvaguardare la pace è questione che il Governo britannico riservasi d'esaminare quando lo consentano le condizioni militari e politiche.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e all'agenzia diplomatica al Cairo, con t. 667. (2) -In questo, e nei successivi casi analoghi, la data nel testo è quella della redazione del telegramma che viene inserito, invece, sotto la data di spedizione.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2448/580.

Londra, 20 maggio 1917.

Il Primo Ministro ha svoLto le sue .proposte di soluzione del problema irlan

dese dapprima .con lettera privata ai capi-parte !irlandesi, dappoi tn una 'lunga

dichiarazione dinanzi al Parlamento.

Esaminata nei suoi rpiù 'semplici termini, la lettera conteneva due proposte,

l'una subordinata all'altra. Essa era un invito ai .diversi rpa.rUti l) di accettare

l'Home Rule, ·con l'esclusione delle note sei ·contee dell'Ulster, l'inclusione delle

quali avrebbe potuto essere riesaminata dopo i primi cinque annri di vita del

Parlamento irlandese, ovvero 2) di accettare la riunione in Dublino d!'un'a,ppo

sita Assemblea Costituente per statuire uno schema definitivo di self-govern

ment dell'isola.

Conseguenza della proposta governativa era dunque l) che il Governo

avrebbe dovuto fare accettare il •suo piano di regolamento ai nazionaltsti, 2) ov

vero convertire ,gli unionisti ad aderire al piano alternativo. E potché la prima

via non aveva alcuna probabilità di successo, stante l'irreduttibilità dei naziona

listi a qualunque partizione dell'Irlanda, non restava che la seconda, cioè per

suadere l'Ulster a farsi rappresentare nella Convenzi010e di Dublino.

Ora, i fatti che si sono svolti nell'ultima settimana hanno dato :ragione a

questa ipotesi. Difatti, aUa lettera del Signor Lloyd George pervennero ·le se

guenti risposte :

Nazionalisti (Signor Redmond). Assoluta opposizione allo schema d'accordo sulla base della partizione, ma disposizione a raccomandare la proposta della Convenzione. Nazionalisti indipendenti (Signor W. Brien). Identica a quella del Signor Redmond.

Unionisti dell'Ulster (Sir J. Lonsdale, cui è passata la leadership del partito, dopo che Sir E. Carson è salito al potere). Accettazione di sottomettere la proposta concreta al Consiglio unionlista.

Unionisti del Sud (Lord Midleton). Non appoggio allo schema specifico, ma disposizione a rac•comandare il progetto di Convenzione.

Ciò stante, poiché tre dei quattro partiti irlandesi (e fra questi, notevole a rileva11si, anche quello degli unionisti del sud) avevano dichiarato di appo.ggiare l'indizione d'una Convenzione, al Signor L,loyd George non restava che svolgere, dopo naturalmente essersii assicurata se non già l'adesione, almeno la non opposizione di Sir E. Carson, questo solo schema di progetto davanti al Parlamento Imperiale. Il che infatti egli fece in un abile d~scorso che può così riassumersi: Il Governo propone l'indizione d'un'Assemblea Costituente. Questa non dovrà essere solamente politica, ma dovrà includere i rappresentanti dei corpi governativi locali, delle Chiese, delle Trade-Union:s, e degli interessi industriali e commerciali. Il suo presidente dovrà essere nominato dalla Corona. Lo scopo di essa dovrà essere quello di formare uno schema di self-government dell'isola. n Governo, da parte sua, è pronto, qualora sia raggiunto un accordo, ad accet

tare la responsabilità di fare tutti i passi necessari affinché il Parlamento possa dare effetti leg~slativi alle conclusioni della Convenzione, la quale però dovrà svolgere i 'suoi lavori a porte chiuse.

Al discorso del Primo Ministro seguirono le dichiarazioni dei diversi capipartito, le quali furono conformi a a_uelle già espresse nelle loro lettere private al Signor Lloyd George. Solamente, Sir E. Carson, alla fine del dibattito, volle modificare in certa guisa le recise affermazioni di Sir J. Lonsdale, affatto contrarie ad! ogni possibile inclusione dell'U:Lster, osservando, in modo generale, che, a suo credere, le proposte del Governo 'segnavano un importante progresso verso la riunione dell'isoJa, e però esse andavano 'considerate con ogni simpatia.

I deputati irlandesi si •sono recati, nella maggiore loro parte, nell'isola per consultare i propri elettori circa l'accoglimento da dar1Si alla proposta di Convenzione del Governo. A parte i nazionalisti, d•ei quali è ovvio l'interesse a partecipare all'Assemblea straordinaria di Dublino, si fanno varie ipoteSii circa l'atteggiamento definitivo degli unionisti del nord e del sud, e sovratutto dei Sinn-Feiners. Ai più sembra pe•rò ·che sia i primi che i secondi (e questi ultimi nella proporzione del 70 %) finiranno con l'aderire all'invito del Governo. Molte previsioni sono poi fatte circa la personalità che dovrà presiedere l'adunanza. Alcuni giornali es.cludono a priori l'ipotesi che un personaggio irlandese possa essere chiamato aH'alto ufficio, e ciò in ragione della sua eventuale parzialità verso taluno dei partiti nazionali; altri giornali invec2 sostengono che tale ufficio debba essere affidato ad un alto personaggio inglese, come allo Speaker od al Signor Balfour, e ciò a significare l'assoluto legame che dovrà esistere fra l'autonoma Irlanda e la madre-patria, ed altresì il desiderio del Governo che sia assicurata la più grande imparzialità di direzione dei dibattiti.

Anche altre ipotesi vengono fatte circa il numero dei membri della Costituente. Ma sru questo punto parmi esservi maggiore ·concoo:dia, nel senso cioè che

• -la più larga partecipazione » di cui il primo ministro fece parola nelle sue dichiarazioni, debba essere piuttosto in un metodo di elezione, per così dire, di secondo grado, che dii primo; il numero dei d'elegati dovendo essere ristretto, .e la carica dovendo possibilmente essere affidata ai vari e veri dirigenti l'opinione pubblica e la politica irlandese. - T. -GAB. 1276/121. Parigi, 21 maggio 1917, ore 13,40 (per. ore 15,40).
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

GAB. 1276/121. Parigi, 21 maggio 1917, ore 13,40 (per. ore 15,40).

Avendo ancora sollecitato una risposta drca punto a ovest Me1t1sdna Cambon mi rispose .che stanno Javorando ma che Ribot, oppresso dal lavoro, non ha potuto ancora stabilire quanldo esaminerà questione. Mi ha però promeSISo di parlarne in questi gio:rmi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 743.

Roma, 21 maggio 1917, ore 21.

Questo ministro di Svizzera mi esponeva tutte le preoccupazioni che si

nutrono in Svizzera a proposito delle dichiarate intenzioni degli Stati Uniti di

impedire le esportazioni per gli Stati neutrali che lascino esportare i loro

prodotti verso gli Imperi Centrali. Il Governo svizzero si rivolgeva al nostro

come a quello francese perché spiegassimo a Washington la situazione parti

colare in cui si trovava la Svizzera e le condizioni di restrizione cui già si era sottoposta mediante la S.S.S. (1). Ho risposto che all'oc,casione mi sarei volentieri prestato pel"ché non si spingessero dltre le cose, ma 'che non ritenevo che questa fOSISe nemmeno l'intenzione del Governo americano nei riguardi della Svizzera (2).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB, 744. Roma, 21 maggio 1917, ore 21.

Generale Cadorna mi ha scritto che nel momento presente e non soltanto allo scopo di prepararsi a fronteggiare la situazione che si prospetterebbe in caso che l'esercito russo venisse a mancare ai compiti proprì, con la conseguenza prevedibile che surlla nostra fronte possano rovesciarsi dalle 50 alle 60 divisioni nemiche, ma, tPer riparare a una nostra grave deficienza, giovel"ebbe interessare subito i Gabinetti militari francese e britannico a ,concorrere nel fornirci munizioni di medio e grosso calibro (o le materie prime oc,correnti alla loro fabbricazione) e artiglierie da campagna. Avremo ~con dò il mezzo di mettere in assai maggior valore le forze in uomini di 'cui disponiamo, e che appunto per defi,cienza di artiglieria -non siamo in grado di conV'enientemente sfruttare.

L'argomento è di vitale importanza per la situazione militare presente ed, a maggior ragione, per la eventualità temuta ~che all'azione deLl'esercito russo debbasi rinunciare, ed il generale Cadorna vi ha richiamato la mia attenzione pevché i Governi alleati possano essere informati della grandissima i~ortanza che, rper gli scopi ~comuni, potrebbe avere un loro ~concol1So. Dal canto suo egli agirà nello stesso senso con i capi di stato maggiore degli eserciti francese e britannico.

Prego V. E. adoperarsi in conformità di quanto precede "presso codesto Governo e telegrafarmi.

(l) Si tratta della Société Suisse de Surveillance Économique.

(2) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 133.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1280/123. Parigi, 21 maggio 1917, ore 23,15 (per. ore 0,13 del 22).

Mio telegramma n. 122 (1).

Credo non vi sia dubbio drca il viaggio di Briand in Svizzera ,giacché da

varie fonrti viene confermato e qualcuno mi assicura di averlo saputo da persona

sua intima. Mi si dice che Briand, già quando era presidente del consiglio,

cominciò a trattare rcon agenti austriaci a mezzo di Berthelot. Ora avrebbe avuto

appuntamento con Bernstorff e con Montlong. Se ciò fosse esatto egli sarebbe

probabilmente andato a GineV'ra.

46

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1788/298. Parigi, 21 maggio 1917, ore 23,45 (per. ore 4,40 del 22).

Telegramma di V. E. n. 650 (2).

Mi rsi d'ice sarebbe imminente I'liunione Stoccolma e Copenaghen personalità politiche polacche fra cui signor Ledinski pvesidente commissione affari Polonia e conte Rozwrowski direttore politico Consiglio di Stato Va11savia rper trattare specialmente questione esevcito .polacco, atteggiamento poliUco generale di fu'onte Germania per Posnania e di fronte Austria per Galizia, candidatura arciduca Carlo Stefano. Riunione avrebbe contatto con pevsonalità tedesche. Per quanto non possa assicurare esattezza notizia credo riferirla per eventuali indagini.

47

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1284/233. Londra, 21 maggio 1917, ore 22,20 (per. ore 10,45 del 22).

Telegramma di V. E. n. 733 (3).

Domanda accademica di Ribot mi pare anche più strana di quella di Lloyd George. Mentre di fatto il primo ministro accennava alla Dalmazia, il ministro francese si limita alla sola Trieste senza nemmeno parlare dell'Istria e delle isole. Ponendo a raffronto il discorso di Ribot e Painlevé col linguaggio di Lloyd George ed acoenni di Cecil (mio telegramma 225) ( 4) sorge naturale il

n. -24.

sospetto che predetti accenni possano essere :motivati non tanto dalla contemplazione, in oggi poco verosimile, di una pace separata austriaca, quanto dei rapporti di Tho:rnas e dd Buchanan che, preoccupati oggi per la situazione in Russia e desiderosi di evitare la catastrofe della pace separata russa, insistono presso i rispettivi Governi per familiarizzarli gradatamente con le imminenti prQPoste della revi,sione degli a·c.cordi, proposte ·che forse non si sentono abbastanza forti a scongiurare. È questa una semplice congettura che sottopongo a

V. E. :ma non posseggo elementi sufficienti a corroboirarla nell'ignoranza assoluta in cui sono tenuto da vari giorni della corrispondenza di Carlotti. Comunque :mi pare sia nostro essenziale interesse sorvegliare attentamente l'azione di Thomas che, per esseil'e eminente ed influente del Governo francese, potrebbe intavolare con i governanti l'U!Ssi conversazioni :rnaga·ri private ma non meno pericolose allo scopo di armonizzare le eventuali proposte di revisione con gli interessi francesi a ,scapito dei nostri. Su questo punto di primaria importanza gioverebbe forse, a mio remissivo parere, quakhe chiara e pirecisa spiegazione con gli Alleati ai quali non può, non deve sfuggire quale rivoltante ingiustizia costituirebbe una riduzione delle nostre rivendicazioni nazionali motivata dalla necessità di propiziarsi la potenza che per un verso o per l'altro è la causa principale della ritardata e forse compromessa trionfale vittoria.

NeSS!Uno si rende conto più di me della enorme delicatezza e difficoltà di trattare con un Governo anol'male e prettamente rivoluzionario, nonché della imprescindibile necessità di impedire ad ogni costo una pace separata russa, ma d'altra parte gli stessi discorsi di Ceci! e di Asquith ai Comuni ,sono venuti in buon punto a dimostrare la possibilità di conciliare le formule anti-annessioniste della Russia rivoluzionaria con la soddisfazione delle sacre nostre domande a tutela dei sommi interessi per i quali siamo volontariamente entrati in guerra (1).

(l) -T. gab. 1282/122, pari data, con cui Salvago Raggi aveva dato una prima notizia del viaggio di Briand in Svizzera. (2) -T. 650 del 16 maggio, non pubblicato. (3) -Ritrasmissione a Londra e Pietrogrado del telegramma di Orlando da Parigi, cfr. (4) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 990.
48

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1313/189. Jassy, 21 maggio 1917, ore 20,40 (per. ore 22,50 del 24).

Mi risulta in via del tutto confidenziale e prego mantenere il più stretto [riserbo] in proposito che a questa Corte si ventila il proposito d'inviare il principe ereditario in missione agli Stati Uniti. Scopo ufficiale della missione sarebbe quello di felicitare il presidente Wilson per l'entrata in azione dell'America e di assicurare alla Romania la benevolenza della Federazione presiedendo in pari tempo alla installazione della nuova legazione di Romania a Washington (mio telegramma 173) (2). Altro scopo sarebbe quello di far propaganda presso i Transilvani degli Stati (tra i quali... (3) vorl'ebbero che venisse reclutato un corpo speciale per la guerra europea) e di ottenere concorso finanziario dell'America. A

quest'ultimo proposito ricordo avermi Bratiano riferito di aver detto all'ambasciatore degli Stati Uniti a Pietrogrado in occasione del suo recente viaggio colà che dal momento •che l'America è pronta ad armare ~eper l'Europa essa potrebbe con ben minore dispendio fornire armamenti e fondi alila Romania prontamente. Con quello 'che agli Stati U111iti occorrerebbe per iiStruire equipaggiare e mandare 10 mila uomini, Romania ne equipaggerebbe 100 mila che sono, secondo Bratiano, già addestrati e mancano solo d'armamenti, equipaggiamenti, ecc. Francia promise che ne avrebbe telegrafato a Washington. Avverto per ogni buon fine che dell'eventuale viaggio del principe ereditario Gabinetto non si è ancora ... (1).

Rinnovo la preghiera di mantenerlo segreto.

(l) -Ritrasmesso a Parigi e Pietrogrado con t. gab. 748 del 23 maggio. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato.
49

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1397/205. Jassy, 21 maggio 1917, (2) ore 21,20 (per. ore 2,05 del 29).

Prego trasmettere alla sua alta destinazione il seguente telegramma fattomi rimettere in questo momento da S. M. il Re di Romania:

• A Sa Majesté le Roi.

La nouvelle du beau succès remporté par tes vaillantes troupes a été salué€ par moi et mon armée avec une vive joie. Je te prie d'agréer mes félicdtations chaleureuses et le salut fraterne! que mes sold!ats, au moment où i:lis briìlent d'impatience de reprendre l'offensive, envoient du fond de leur coeur à leurs braves frères d'armes sur il'Isonzo.

Nous saluons ce succès d'autant plus chaleureusement qu'il est un nouveau et précieux .gàge de la victoire qui couronnera nos effods communs.

Plein d'admiration pour la belle armée je te prie d'accepter en signe de fraternelle amitié la prernière classe de mon Ordre Militaire de Michel le Brave. .Mon armée ,sera fière que dorénavant ce signe de valeur militaire briill.e sur

la poitrine du Souverain de notre soeur ainée l'ltalie et du Roi soldat. Je te serre fraternellement la main -Ferdinand ».

50

IL MINISTRO DELLA MARINA, CORSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

N. 1753. Roma, 21 maggio 1917.

Mi .riferisco al telegramma del R. Ambasciatore a Washington comunicatomi in copia col dispaccio 6679 in data 15 corrente (3) del Ministero degli affari esteri, che ne ha dato notizia anche alla E. V. oltre che agli altri Mini

stri interessati, sollecitando una comune decisione nei riguardi di una Commissione da crearsi in Europa per centralizzare tutta la complessa materia in ordine di acquisti in America da parte dei Governi alleati.

A questo proposito, in armonia con le precedenti rpratiche fin qui trattate, venne, 'Come è noto, già concordato e disposto che per gli acquistlÌ in America i rispettivi delegati delle Ammini,Sftrazioni dello Stato facessero capo alla nostra Ambasciata a Washington, ove il Generale Tozzi, per incari·co conferitogli dal

R. Governo, coordina tutte le pratiche riferent1si ad acquisti in America.

Il Governo americano gradirebbe ora, come riferisce il nostro R. ambasciatore a Washington, fosse costituito un altro organo con residenza in Europa in permanente contatto con i Governi alleati allo scopo di vagliare e coordinare le richieste degli Alleati, e dare indirizzo costante al Governo federale in materia di approvvigionamenti in genere.

A me sembra che la ·creazione di questo .ruuovo ente direttivo [pOtrebbe portare rpregiudizio alla ,sollecitudine richiesta dalle pratiche riguardanti approvvigionamenti, le quali, come è noto, per impeLlenti necessità belliche rivestono in generale carattere di urgenza.

E pertanto sarei dell'avviso che a rendere p~ù semplice ed agile la procedura in tale materia, anziché creare un nuovo organo in Europa, meglio ·converrebbe costituirlo a Washington, mediante il concorso delle ambasciate, o meglio dei delegati agli acquisti presso le rispettive ambasciate, i quali con opportuno lavoro collettivo potrebbero megllio che qualsia,si altra Commissione in Europa corrispondere alì'intendimento manifestato dal Governo americano.

Tale mio avviso ho creduto doveroso prospettare per quelle decisioni che d'accordo con gli altri Ministri interessati l'E. V. ~crederà dì rprendere.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Sic nel registro dei telegrammi, ma dal numero di protocollo particolare la data Eembrerebbe essere 26 o 27 maggio. (3) -Non pubblicato.
51

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULDCGI

T. GAB. 745. Roma, 22 maggio 1917, ore 11.

(Solo Parigi). Telegrammi di V. E. n. 122 e 123 (1).

(Per tutti). R. ambasoiatore a Parigi telegrafa quanto segue:

l} Gabinetto n. 122; 2) Gabinetto n. 123.

(Meno Berna). Ho telegrafato al R. ministro a Berna quanto segue:

(Per tutti). Prego assumere rtiservatamente infol'IJDazioni e teleg:rafarmi

d'urgenza.

(l) Cfr. n. 45 e relativa nota.

52

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1289/154. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 18,50 del 22).

Il Brasile ha fatto comunicare a questo Governo essere pronto a violare la sua neutralità nella guerra fra gli Stati Uniti d'America e Germanda aprendo proprie risorse economiche e •Commerciali se Stati Uniti si fossero impegnati a loro volta ad assicurare al Brasile continuazione ... (l) ·e fornitura grano carbone ed altri articoli che esso importava prima dall'Europa. Wilson accettando oggi questa offerta ha ri~osto che in caso di ostilità da parte della Germania Stati Uniti starebbero a fianco del Brasile.

A quanto md è rSitato assicurato autorevolmente Governo brasiliano ha preso questa decisione sotto la pressione del Congresso 'che lo r51Pinge aUa ,guerra da scontarsi ormai a brevce IS•cadenza con la Germania.

53

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1287/178. Atene, 22 maggio 1917, ore 14 (per. ore 19,05).

Memorandum inglese che V. E. mi ha comunicato per il che debbo speciali ringraziamenti, è, a mio avviso, una ulteriore prova della incapacità finale dell'Inghilterra a resistere aNe !Pressioni della Francia. È questa una disgraziata tendenza che da oltre 15 anni mi è stata data di osservare a Londra, Sofia e qui e che per di più non si risolve a vantaggio d1ell'Ltalia.

Quando mi giunse il telegramma cui mi riferisco, stavo per scrivere a

V. E. •che tutti gli inddzi che mi è stato dato di raCICogliere qui mi inducevano a credere ad una resistenza da parte dell'Inghilterra e ·sorgere in essa del deliberato proposito di resistere seriamente alle pretese dehla Francia. Se fossi giunto a tempo scrivere questo, vedo che avrei errato. O~gi ·l'Inghilterra abbandona 1a Grecia alla FraJilJcia e con esempio ·credo und,co nellta 1storia del mondo, non contenta di avere accettato il dispotismo di Sarrail nel controllo militare della Grecia, vuole sottoporre il proprio rappresentante diplomatico agli ordini della Francia ossia del ;paese ,CUJi. sono dovuti tutti i nostri errori in Grecia. Ignoro quali sono per essere per me personalmente le coiliSeguenze di questa :singolare deliberazione, ma ho piena fiducia che V. E. non vorrà pormi in una situazione che oltre quattro anni di servizio qui ed una situazione personale che mi permetto di qualificare non comune, non mi ... (l) sopportare. Se .poi il mio richiamo si impone ·Cefltamente V. E. non vorrà dare ad esso un carattere di disgrazia che non ho in alcun modo meritato. In qual mod'o Francia

userà deLla ampia facoltà !asciatale dall'Inghilterra non so. Credo che la sua

impotenza non permetta fare nulla di buono nemmeno nel 1SUO ordine di idee

già poco buono per se messo; accrescerà disordine e ,confulsione ·e finirà per

distruggere questo diiSgraziato paese. Forse è questo il suo intento per domi

narvi da sovrana.

Quanto al divisato abbandono da parte dell'Inghilterra della spedizione

in Macedonia non è in mio potere prevedere le conseguenze militari. Moral

mente sarà un disastro e farà perdere in 0111ente alla nostra ·coalizione quel

pochissimo prestigio che ci restava. Del resto l'Inghilterra ebbe sempre in uggia

quella impresa e sempre a malincuore si battè contro i bulgari. Dalla memoria

di Rodd vedo poi che essa non ha abbandonato l'ubbia di una pace separata

colla Bulgaria.

Non ho .consigli da dare al Governo di Sua Maestà. Certamente in presenza

dell'ostinazione francese di non volere un am.ichevole componimento 'coUa Gre

cia realista e di IPI'oseguire nel paese la sua propaganda venizelista dovrebbe a

mio modo di vedere 'cessare da parte nostra ogni ritegno nel procedere a ulte

riori occupazioni militari.

(l) Gruppo indecifrato.

54

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1290/26. Madrid, 22 maggio 1917, ore 15,45 (per. ore 21,30).

Alcuni giornali annunziano prossima la sostituzione di questo ambasciatore di Francia con un uomo parlamentare. Benché non possiamo influenzare le decisioni del Governo francese, credo mio dovere informarla che quella misura sarebbe dannosissima alla causa dell'Intesa in Spagna perché signor Geoffrai ha nell'ambiente politico la miglior posizione che abbia avuto un ambasciatore di Francia e il suo richiamo avverrebbe propdo mentre la stampa germanofila lo accusa di aver presentato note troppo energiche circa sottomarini. Ex ministro amico Intesa mi disse ieri che quel richiamo costituisce un segnalato trionfo per l'ambasciata germanica. Per quanto ci riguarda noi perderemmo un sincero amico del nostro paese, che presta alla rappresentanza italiana la più leale collaborazione.

55

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2004/678. Parigi, 22 maggio 1917.

Col mio telegramma gabinetto n. 118 del 18 corrente (l) ho riferito della prossima partenza del Signor I1swolsky e della probabile rettifica che egli avreb

be mandato ai giornali per correggere alcune inesattezze pubblicate nel Matin a carico dell'ex Imperatore di Russia.

Qui accluso trasmetto il numero del Matin al quale alludevo (1).

Non vedendo in alcrun giornale di Parigi la rettifi.ca annuncliata, ne parlai ieri col Sigr!or Cambon ed egli mi d:sse che Questo ministero degli affari esteri, al quale il Signor Iswolsky aveva comunica.to la lettera che intendeva pubblicare, lo aveva sconsigliato.

Il Signor Cambon mi raccontò quindi diffUisamente il fatto al quale alludeva l'articolo del Matin. Pare che all'epoca della guerra contro i Boeri, l'Imperatore di Germania e l'Imperatore di Russia si incontrarono durante una crociera nei mari del nord e l'Imperatore di Germania avrebbe persuaso quello di Russia a firmare un'alleanza •Contro 'l'Inghilterra assicurandogli che la Francia era già d'accordo a tale riguardo con la Germania.

L'Imperatore di Russia firmò ma appena ritornato in Russia ne riferì al Signor Sturmer, allora Ministro, che dimostrò al suo Sovrano come fosse stato ingannato, giacché la Francia non era per nulla d'accordo ·con la Germania per un'azione comune contro l'Inghilterra. Il Governo francese ne fu allora informato e •contribuì a persuadere H Sovrano russo del suo errore.

Il trattato andò così in aria ed il Signor Sturmer deve averne pal"llato con il giornalista che ha fatto la comunicazione ai giornali.

Nel corso della conversazione però il Signor Cambon mi lasciò 'intendere che vi era qualcosa di vero nell'affermazione dell'Imperatore Guglielmo d'essere già d'ac1cordo con la Francia, giacché in realtà questo Governo era stato presentito dalla Germania ma pare non avesse voluto o potuto condurre i negoziati ad akuna pratica conclusione.

Dall'insieme del discorso col Signor Cambon mi parve capire essere assai probabile che questo Governo abbia sconsigliato il Signor Iswolsky dal rettificare il racconto del giornale perché dalla polemica che ne poteva derivare sarebbero probabilmente emerse circostanze poco gradlite al pubblico inglese.

(l) Cfr. n. 22.

56

1L MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 212/79. Stoccolma, 22 maggio 1917.

Riferendomi al mio telegramma n. 158 (1), ho l'onore di ·trasmettere qui unito a V. E. il testo francese del manifesto del comitato olandese-scandinavo relativo all'azione per la pace.

Tale documento è stato pubblicato nel numero odierno del giornale Social Demokraten.

ALLEGATO.

MANIFESTE DU COMITÉ HOLLANDO-SCANDINAVE (l)

Stoccolma, l 8 maggio 1917

Sous l'influence de la révolution russe et des immenses espoirs qu'eHe a fait naitre, la délégation hollandaise au sein du B. S. I. (2) a pris l'initiative de convoquer une conférence de toutes les sections de l'Internationale.

Une invitation a donc été adressée à tous ,les partis affiliés, et pour les pays belligérants, aux majorités comme aux minorités ainsi qu'aux nouveaux partis qui s'y sont constitués pendant la crise. Cette initiative a été accueillie avec sympathie dans de nombreux milieux.

EHe a été provoquée par les demandes répétées et pressantes qui ont été transmises au secrétariat de l'Internationale par de nombreux partis affiliés. Dès les débuts de la guerre, par les partis des Etat-Unis, d'Italie, de Suisse, de Bulgarie, de Portugal. Plus tard, par des groupes de Russie, de Grande-Bretagne et des colonies anglaises. Récemment encore et de nouveau, par les organisations socialistes de Danemark, des Pays-Bas, de Suède, de Norvège, d'Argentine, d'Uruguay et d'Espagne qui ont endossé une réso[ution favorable à la convocation du B. S. I., votée par la ,conférence socialiste des pays neutres à La Haye.

Cette initiative constitue une tentative sérieuse de rétablir l'Internationale socialiste comme un facteur de puissance ouvrière et de créer, par elle, les fondements d'une paix générale sur la base des principes traditionnels de nos congrès.

Les délégués des partis socialistes de Suède, de Norvège, et de Danemark ont adhéré à l'initiative de la délégation hollandaise. C'est ainsi qu'a été constitué le comité hollando-scandinave qui a invité et invite par la présente les partis affiliés ainsi que les minorités susdites de participer aux conférences qui, à partir du 15 mai, ont eu Ueu et auront lieu avec chacune des delégations.

Le but de ces conférences préliminaires est de préciser la situation des divers partis à l'égard de la crise mondiale et des solutions concrètes de la paix, de formuler, si possible, un programme commun, inspiré des conceptions socialistes, et enfin d'examiner la possibilité de réunir une conférence générale. Chacun des partis, participant à ,ces 'Conférences, pourra se réserver le droit d'ajourner sa décision définitive à l'égard de la conférence plénière jusqu'à la fin des conférences préliminaires.

Entretemps, à Pétrograde, le conseil des ouvriers et soldats a eu également l'idée de convoquer une conférence générale. Notre comité a salué avec joie cette initiative comme un signe nouveau des aspirations profondes de la classe ouvrière qui, de 'Plus en plus, se rend compte de la nécessité toujours croissante de mobiliser toutes les forces du prolétariat international contre l'impérialisme, pour donner enfin au monde une paix généraJle, durable et définitive. Le comité hollandoscandinave espère qu'il pourra ,s'entendre avec la délégation que le conseil des soldats et ouvriers compte envoyer à bref délai à Stockolm, à l'effet de renforcer le travail déjà commencé et d'aboutir à une action unique.

L'oeuvre que nous avons entreprise, a été entravée à ses débuts par des mesures prises par certaines autorités qui ont refusé des passerports à plusieurs délégués, désireux de se rendre à Stockholm. Cet acte est attentatoire à la liberté politique. C'est également un geste d'hostilité aux intérèts prolétariens. Le comité récuse d'avance toute influence qu'un gouvernement quelconque voudrait exercer sur la composition ou sur le programme des conférences projetées, et il proteste contre la pression que l'on pourrait tenter de faire sur la conférence, en accordant

des passeports aux groupes qui ont soutenu et en refusant des passeports à ceux qui auraient combattu la politique de leur gouvernement.

L'Internationale ne représente les intérets d'aucun des belligérants. Elle doit suivre sa propre route, servir ses propres buts qui ne sont autres que ceux de l'humanité, et, au moment décisif et à còté des puissances traditionnelles de l'ordre existant, jeter dans la baJlance toutes les forçes du prolétariat.

Le comité hollando-scandinave poursuivra sa tàche avec énergie et persévérance malgrés les difficultés qu'ii pourra rencontrer. C'est dans cette pensée qu'il s'est constitué a Stockholm comme un centre permanent de l'action du prolétariat en faveur d'une paix socialiste.

L'utilité des conférences avec les divers partis nous a d'ailleurs apparu dès l'origine de nos entrevues. Tous nous avons pu constater depuis plus de deux ans combien les haines se sont partout accumulées, et ·combien la suspicion menace de compromettre 1les meilleures intentions. Les oppositions et les malentendus ont créé des abìmes. Mais quand on veut examiner l'origine du mal, on découvre souvent qu'un échange de vues aurait pu dissiper le différend ou, tout au moins, l'atténuer largement.

L'lnternationale doit se retrouver! Pour atteindre ce but, nous faisons un appel pressant aux ouvriers et aux socialistes de tous les pays. Vive l'Internationale ouvrière et socialiste!

(l) Non si pubblica.

(l) -Il Manifesto è firmato per il partito socialista svedese da Branting, Moller e Soderberg, per il partito socialista danese da Stauning, per il partito socialista norvegese da Vidues, per il partito socialista olandese da Albarda, Troelstra e van Kol e dai segretariC.am. Huysmans e A. Engoere. (2) -Bureau Spcialiste International.
57

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1296/155. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 19,35 del 23).

Mio telegramma 107 (l) e telegramma di V. E. n. 732/33 (2).

Polk mi ha detto oggi che è stato deciso da questo Govemo di rifiutare senz'altro il passaporto ai socialisti americani che hanno chiesto di recarsi al convegno di Stoccolma. A questa decisione ha ~contribuito il convincimento ohe sarebbe ,stato ingenuo ·Subolldinare 1la ·concessione del paSJSaporto ad impegni di discussioni limitate che i socialisti non avrebbero matlltenuto 'e ·che era stato perciò giudicato preferibile eliminare addirittura ogni possibilità di manifestazioni e di intrighi esiziali alla causa degli alleati. Polk mi ha chiesto di considerare questa sua ·comunkazione come 'confidenziale (3).

58

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 679. Roma, 23 maggio 1917, ore 23.

Ho ricevuto dal ministro degli affari esteri di Russia seguente telegramma:

• En assumant le poste de ministre des affaires étrangères au Gouvernement provisoire russe reconstitué (4) je prie V. E. d'etre assuré de mon

• Le Gouvernement provisoire, qui vient d'etre réorganisé et renforcé par des représentants nouveaux de la démocratie révolutionnaire, déclare qu'il mettra en application

désir de collaborer intimement avec elle à la poursuite de la cause de la liberté et du droit à laquelle la nation italienne prend une si grande part. La démoc,ratie rus,se devenue maitresse de ses destinées a déclaré hautement que dans cette guerre elle n'a jamais été guidée par un esprit de conquete ou de convoitise. La démocratie russe estime que cette guerre est nécessaire et inévitable pour la défense de la liberté des nations: to~te autre interprétation anéantirait son enthousiasme et ne saurait etre acceptée par elle. Telle est aussi l'opinion du Gouvernernent provisoire. Nous comptons fermement que les armées russes reconstruites sur de nouveaux principes démocratiques et animées du grand souffle révolutionnaire rnarcheront prochainement vers l'accornplissernent de la tache qui leur incombe en commun avec leurs vaillants frères d'armes •

Ho risposto a Teretchenko nel modo seguente:

« Je remercie V. E. pour les paroles qu'elle a bien voulu m'adresser au moment d'assumer le poste de ministre des affaires etrangères du Gouvernement russe reconstitué. Je suis heureux de l'occasion qui m'est offerte d'entrer en relations offcielles avec vous.

La nation italienne a conquis son unité et son indépendance en force des princi.pes de liberté et de dtroit auxquels s'inspire la nouvelle Russie. Ces principes constituent le patrirnoine mora! de nos deux nations, et forment un gage

d'une manière décisive !es idées de Iiberté, égalité et fraternité qui ont été inscrites sur le drapeau de la grande révolution russe. Le Gouvernement provisoire s'est surtout ralliè sur !es bases fondamentales suivantes de son action future:

l) Dans le domaine de la politique extérieure, le Gouvernement provisoire repousse, d'accord avec le peuple tout entier, toute idée de paix séparée et se pose ouvertement pour but d'arriver au plus vite à une paix universelle qui n'impliquerait ni l'asservissement des autres peuples, ni Ieur privation de Ieur patrimoine national, ni l'occupation par la force de territoires étrangers, à une paix sans annexions et contributions. donnant aux nations la faculté de disposer Iibrement de Ieur sort. Purement convaincu que la chute du régime tzariste et la consolidation des principes démocratiques dans la politique

intérieure et extérieure de la Russie ont créé un nouveau facteur incitant les démocraties

alliées à tendre vers une paix durable et la fraternité des peuples, le Gouvernement provisoire prendra des mesures préparatoires pour mettre en harmonie !es vues de nos alliés

avec celles exprimées dans la note du Gouvernement provisoire en date du 27 mars l

9 avril année courante. 2) Persuadé que la défaite de la Russie et de ses Alliés serait non seulement une

source des plus grands maux pour les nations, mais reculerait en outre ou rendrait im

possible la conclusion d'une paix universelle sur la base susmentionnée, le Gouvernement provisoire croit fermement que I'armée révolutionnaire russe ne permettra pas que !es troupes allemandes écrasent nos alliés sur le frcmt occidental et se rabattent avec toute la force de Ieurs armes sur tous. La consolidation des principes de la démocratisation de I'armée, l'organisation et l'augmentation de sa force combative, tant pour !es opérations

défensives qu'offensives, constitueront la t<lche primordiale du Gouvernement provi~olre.

Se posant comme but l'application énergique du programme susmentionné, le Gou

vernement provisoire déclare catégoriquen1ent qu'un travail fécond de sa part n'est possi

ble qu'à la condition que la nation révolutionnaire toute entière lui témoigne une confiance complète et absolue et qu'il puisse exercer de fait la plénitude du pouvoir qui est si nécessaire à la consolidation des conquètes de la révolution et à Ieur développement futur.

En adressant à tous !es citoyens un appel énergique et instant de conserver l'unité du pouvoir qui est exercé par le Gouvernement provisoire, ce dernier déelare qu'il adoptera pour le salut de la patrie !es mesures !es plus énergiques contre toute tentative de contre-révolution, aus•.i bien que contre des actes d'anarchie, d'illégalité et de violence qui désor

ganisent le pays f't ~r~parent le terrain pour une contre-révolution. Le Gouvernement pr~)vi

soire a foi qu'il trouvera dans cette voie un appui énergique de la part de tous ceux à qui est chère la Iiberté de la Russie. Signé:

Ministre Président et Ministre de I'Intérieur Prince Lvoff. Ministre de la Guerre et de la Marine Kerensky. Ministre de la Justice Pereversew. Ministre des Affaires Etrangères Teréschenko. Ministre des Voies et Communications Nekrasow. Ministre du Commerce et de l'Industrie Konovalow. Ministre de I'Instruction Publique Manouilow. Ministre des Finances Chingarew. Ministre de l'Agricuiture Tchernoff. Ministre des Postes et Télégraphes Tseretelli. Ministre du Travail Scobelew. Ministre du Ravitaillement Péchéhonow. Procureur du Saint Synode Lvow. Controleur d'Etat Godnew.

sur de la confiance et de la cordialité de leurs relations avenir, qui, des maintenant, sont cimentées par la fraternité des armes dans la lutte mondiale pour la sauvegarde de la civiHsation en plein accord avec nos alliés. Nul esprit de conquete ou de domination n'a inspiré l'action de l'Italie, qui est entrée en guerre librement pour la cause sacrée de la délivrance des peuples opprimés et la sécurité de son indépendance. La victoire finale devra a:Ssurer au monde une ère de paix fondée sur la liberté et la justice.

Au moment où les armées italiennes soutiennent une lutte sanglante IJlOUr la cause commune, j'aime partager la confiance de V. E. dans la marche prochaine des vaillants soldats de la Russie libre •.

V. E. può comunkare testo della mia risposta a codesto Governo per sua notizia.

(l) -Cfr. n. 34. (2) -Ritrasmissione del n. 25. . (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 757 d~l 24 maggio. (4) -In data 20 aprile il Governo russo, al momento dell'assunzione, aveva fatto la seguente dichiarazione :
59

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. R. 680. Roma, 23 maggio 1917, ore 23.

Notizie giunte al ministero delle colonie recano che attualmente in Inghilterra si starebbe esaminando la questione del Califfato musulmano. Vi avrebbe ottenuto favore l'idea di determinare il territorio del nuovo califfato comprendendovi tutte le regioni conquistate dai primi quattro califfi, e cioè l'Arabia, la Palestina, la Siria, la Mesopotamia, l'Egitto, 'la Libia e parte della Tunisia. Al Governo francese sarebbe stato segnalato il problema che sarebbe ora oggetto di studio. Prego V. E. di voler assumere in proposito informazioni e riferirmi.

60

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1300/234. Londra, 23 maggio 1917, ore 15 (per. ore 0,55 del 24).

Ceci! mi leggeva ieri un telegramma spedito a Buchanan e ripetuto a Rodd per comunicazione a V. E. contenente la risposta inglese (l) ad una Nota russa

« I have the honour to acknowledge the receipt of your Note of the 3rd instant, in which you were good enough to enclose a copy of the Manifesto issued by the Russian Government on March 27th last, to make known their views on the objects of the present war.

His Majesty's Government welcome this Manifesto which will serve to defeat the attempts of the common enemy to sow discord between the Allies by propagating the fiction that free Russia intends to conclude a separate peace with the Coecltr".l Powers. The declarations of the Provisional Government, imbued as they are with the spirit of an enlightened democracy, clearly show that Russia, in her new-won freedom, will in no wise relax her glorious efforts to defend, in conjunction with her faithful allies, the cause of justice and hu:nanity, and that those efforts will be intensified by her fixed determination to drive the invader :from her soil.

His Majesty's Government note with deep satisfaction your assurance that the Provisional Government, while safeguarding the rights of Russia, will strictly respect their engagements towards her Allies. This added assurance of Russian loyalty and good faith confirms His Majesty's Government in their conviction that the war will be brought to a victorious issue, which will lay the foundations of a lasting peace, based on the triumph of right and freedom and secured by sure guarantees for the future».

del 3 corrente (che suppongo sarà stata diretta a V. E.) (l) circa proposta revisione di aecordi. Avendo Ceci! chiesto il mio parere gli dissi sembrarmi in generale 'che SIU questo oltremodo delicato e .sdr:ucciolo terreno convenga avventural1si ·con la massima cautela. Alleanza riposa su certi cardini fondamentali. A scuote11li anche menomamente si corre il rischio di far crollare tutto l'edificio. I<gnoravo il pensiero di V. E. ma, parlando liberamente non come ambasciatore ma come a11dente patriota italiano, non potevo dissimulare a me stesso né a lui quale disastrosa impressione produrrebbe sui miei .concittadini e quale terribile contrac,colpo eserciterebbe sul loro finora così mirabile ardore bellico, la prospettiva di una benché menoma riduzione della integrale realizzazione delle pattuite sacre rivendicazioni nazionali per effetto a,ppunto della Russda che sotto il vec.chio ed ora sotto il nuovo regime non ha mai potuto mantene!'e gli impegni militari assunti verso di noi e sui quali era stata sino dal principio impostata la nostra entrata in guerra e ci sta proprio ora esponendo a fronteggiare il nerbo principale e più efficiente delle forze austriache. Disse Cecil essere ciò inconteSitabile ma la situazione diverrebbe anche peggiore per tutti se la RUISSia per un. verso o per l'altro si .sconquassasse e pertanto nella ["ealità se non nel!la forma ci abbandonasse definitivamente. Egli fino a prova ~contraria indinerebbe a ritenere non molto probabile una tenace irriducibile insistenza russa .su revisione accordi fatti mentre invece prevede quasi ·certa quella di tutti gli accordi per la Turchia asiatica. Anche nella prima ipotesi poi la risposta br>itannica è redatta in modo da lasciare bene intendere tante condizioni che in ogni even

tualità lascerebbero praticamente inalterati accordi conclusi. In conclusione io dissi sembrarmi comunque che questa pericolosa revisione più presto si metterà in tacere meglio varrà nell'interesse della compagine alleata e della vigorosa prosecuzione della guerra fino alla vittoria (2).

(l) Si pubblica qui di seguito la risposta di Cecil a Nabokov in data 8 maggio:

61

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1298/124. Parigi, 23 maggio 1917, ore 20,40 (per. ore 0,55 del 24).

Ricevo dispaccio di V. E. n. 24, in data 18 maggio (3).

Trattandosi di iniziare ex-novo i negoziati circa un trattato lavoro del quale non si è an·cora parlato ~con questo Governo e siecome non v'è ancora il testo definitivo che Ricd propone nella sua memoria di redigere e che V. E. si riserva di mandarmi, non mi semibra si possa •senz'altro iniziare ora i negoziati.

Io ne accennerò ora con Bourgeois e mi sembra che converrebbe profittare della prossima venuta in Italia di un membro del Gabinetto francese, Clémentel, per dirgli il grande interesse ~che il R. Governo annette al nuovo trattato.

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. VII, n. 885. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 75S del !iA maggio, cfr. n. 71. (3) -Non rinvenuto.
62

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1295/125. Parigi, 23 maggio 1917, ore 20,40 (per. ore 0,55 del 24).

Telegramma di V. E. n. 744 (1).

Ho rimesso un pro-memoria nel senso indicatomi a questo ministro degli affari esteri che mi ha promesso di parlarne in comitato di guerra appena verrà analoga richiesta al ministro della guerra.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1299/235. Londra, 23 maggio 1917, ore 22,37 (per. ore 6,05 del 24).

Nel co11so del lungo colloquio di ieri chiesi a Cecil se gli assaggi austriaci per la pace separata dei quali mi aveva a suo tempo parlato Balfour avevano avuto ulteriore seguito e se vi erano indizi recenti di tendenza a rinnovarli. Rispose in modo molto preciso che quegli assaggi fatti prima da Slatim pascià e poi da Mensdorff erano morti in sul nascere nè a lui Tisultava menomamente di nuovi 1tentativi di riprenderli. Avendo io, senza citare J.a fonte, menzionato la notizia che dis'si riferitami qui di un viaggio di Briand in !svizzera, Cecil rizzò 'subito l'orecchio, mi ringraziò molto, ma dichiarò la cosa giungergli affatto nuova aggiungendo che avrebbe subito telegrafato a Parigi e a Bema per 'caute investigazioni. Ceci! si mostrava molto ,scettico sulla possibilità di pace separata austriaca, 'Persuaso come è, che quando pure l'Alustria desiderasse 1sul serio giungervi, mai Germania glielo permetterebbe. Ciò del resto venne provato dal fatto che noti assaggi austriaci avevano avuto luogo consenziente, se non pure istigante, la Germania. Poiché eravamo su questo tema, io accennai aUa costante tendenza di questa opinione pubblica in senso piuttosto simpatico per l'AustriaUngheria, ad alcune agitazioni segnalatemi da parte di eminenti pensonalità cattoliche ecc. Replicò il miniscro c>ssere fuori dubbio che opinione pubblica britannica ,considera l'Austria come « the less objectionable » tra i dlue maggiori nemici e che dal punto di v~sta militare staccare Austria dalla Germania presenterebbe incontestabilmente considerevoli vantaggi. Da quesrt:o però al parlare di simpatie inglesi per Austria pareva corresse molto divario. Comunque Governo britannico legato da suoi solenni impegni ,che ovviamente intende con massimo scrupolo rispettare, mai consentirebbe ad entrare in qualsiasi conversazione senza previo assenso ,ed accordo con i suoi AHeati. Su questo punto fondamentale disse riteneva superfluo l'insistere. Proseguendo, il ministro esprimeva l'avviso che allo stato attuale d'elle cose l'unica nazione che potrebbe forse

staccarsi dall'alleanza nemica è la Bulgaria. Tutto indica che i bulgari hanno abbastanza della guerra. Essi, quali ·che possano essere le megalomani aspirazioni del Re Ferdinando, sentono bene di non avere popolazione S'Ufficiente per occupare troppo vasti territori e non ignorano equipollenza che loro aspirazioni principali (Cavalla, parte della Dobrugia, zona contestata e linea Enos-Midia) possono senza difficoltà essere dall'Intesa soddisfatte, in caso di pace con neutralità, e magari anche allld)liate in caso di una entrata in guerra .contro i nostri nemici. Osservai questa previsione mi appariva in tinta di soverchdo ottimismo non fosse altro per ovvie considerazioni dell'aver sicurezza che Germania che non fa mai le cose a metà ... (l) a prendere adeguate precauzioni ad impedire eventuale defezione bulgara. Replicò Ceci! essere ciò vero ma poter pure darsi che la Germania trovisi fra non molto nella necessità di ritirare le sue tru:ppe in quelle regioni, nel qual caso non si poteva dire che cosa farebbero i bulgari abbandonati a loro stessi. Alla mia osservazione che radicali modificate direttive dell'esercito di Macedonia non mi parevano costituire un incentivo per i bulgari a mutare rotta, replicò Ceci!, che data la peculiare mentalità orientale poteva pure darsi che tali disposizioni producano effetti affatto contrari a quelli ragionevolmente prevedibiJi. Rifiorire delle solite speranze nella Bulgaria manifestamente risuLtanti dal J.inguaggio di Cecil riterrei sia dovuto a nuove agitazioni del noto deputato Buston, speciale sostenitore dei bulgari, il quale mi si afferma da buona fonte, si sarebbe fatto forte con Lloyd George di riuscire nell'intento. E speriamo pure di riescire sul serio a conseguire un successo che sarebbe il primo nella finora infausta politica bakanica dell'Intesa.

(1) Cfr. n. 44.

64

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1810/165. Stoccolma, 23 maggio 1917, ore 17,25 (per. ore 8,45 del 24).

Secondo informazioni avute, nella seduta della Dieta a Camere riunite d1 avantieri, questo mimstro degli affari esteri avrebbe fatto una molto dettagliata esposizione dei recenti avvenimenti di politica estera e specialmente del convegno dei ministri scandinavi e delle trattative coll'Inghilterra, producendo impressione favorevole sull'assemblea.

Nella susseguente discussione ·che si è estesa anche all'affondamento dei piroscafi svedesi per parte dei sottomarini tedeschi, hanno partecipato capo dei conservatori Trigger, quattro socialisti fra i quali Branting e l'ex ministro liberale Ade1sward. Gli uLtimi due hanno domandato rappresaglie contro la Germania.

Questo ministro degli affari esteri appoggiato dal capo dei conservatorf, ha risposto che rappresaglie erano arma pericolosa, e, con mossa abile ma alquanto sofisticata, ha accennato al cattivo risultato delle rappresaglie fatte da Hammarskjold contro l'Inghilterra per 'la questione dei pacchi postali.

(l) Gruppo indecifrato.

65

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. l 809/336. Londra, 23 maggio 1917, ore 22,37 (per. ore 1,10 del 25).

Telegramma di V. E. n. 641 (1).

Cecil mi diceva ieri che delicata questione intervento socialisti Stoccolma per la grande importanza che ha dal punto di vista della politica generale forma oggetto serio esame da parte Governo britannico 'che non è venuto ancora ad una conchl'sione. A lui personalmente nonché a qualche suo collega appare assai malagevole impedire intervento frazione ,socialisti pacifisti SiiJecialmente in vista fatto che Germania avrebbe consentito a che tutte le frazioni dei suoi socialisti siano rappresentate. In ogni caso però converrebbe, a suo parere, escludere alcuni deputati inglesi partigiani pace a qualunque costo e scegliere eventuali rappresentanze fra pacifisti più moderati.

66

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1315/191. Jassy, 23 maggio 1917, ore 14 (per. ore 5,35 del 25).

Bratiano mi ha confermato le notizie di cui al mio telegramma Gabinetto

n. 185 (2). Egli ha aggiunto che riconobbe verrà anche Vandervelde. Bratiano ha dimostrato per questa probabile visita una gioia non scevra di apprensioni. Egli dice infatti che tutto sarà per il meglio se Kerensky, Thomas e Vandervelde si limiteranno a trattare col Governo ma che un aggravamento della situazione interna romena è da temere se essi si porranno a contatto cogli elementi turbolenti che i moti di Russia ed il malcontento qui esistente hanno messo in evidenza e specialmente col partito del lavoro. Questo che, come risulta dal mio telegramma n. 179 (1). non rifugge dalla violenza pur di richiamare l'attenzione su di sé dichiara esplicitamente di volere un indirizzo di Governo e delle riforme più democratiche per mettere la Romania all'unisono colla Russia rivoluzionaria, il che s:ignifica che non esiterebbe a basarsi sullo straniero per dare la scalata al potere.

67

IL CONSOLE A TEGUCIGALPA, ALBERTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 60/2. Tegucigalpa, 23 maggio 1917.

Ho l'onore di informare la E. V. che, in data 17 del corrente questo Governo di Honduras ha, con decreto dello stesso giorno, annunziato la rottura delle sue

relazioni ruplomatiche con la Germania, motivandola con la guerra sottomarina a danno di neutri, dichiarando che « Honduras <::.derisce alla causa che difende il Governo degli Stati Uniti di America, nel conflitto in questione».

Aggiungo alla presente due numeri del giornale semi-ufficiale di questa capitale. Guatemala e Nicaragua hanno assunto lo stesso atteggiamento riguardo alla Germania, e mi assicura questo ministro del Salvador che anche Costa Rica e il Salvador, presto si dichiareranno solidali con le altre Repubbliche di Centro

Amwica.

(l) -Cfr. p. 13. nota 2. (2) -Non pubblicato.
68

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 754. Roma, 24 maggio 1917, ore 1.

Rodd mi ha comunicato il testo della risposta che il suo Governo intenderebbe fare oggi alla nota russa del 3 maggio:

(Solo Parigi). Il testo è del seguente tenore:

« Il Governo di Sua Maestà ricevette il 3 maggio per mezzo delJ'incaricato d'affari di Russia una nota del Governo russo contenente dichiarazioni sulla sua politica di guerra. Nel proclama al popolo russo, che è accluso nella nota, è detto che « la libera Rrussia non si propone di dominare altri popoli o di impossessarsi del loro patrimonio nazionale o di occupare con la forza territori stranieri». Il Governo britannico 'conviene sinceramente in questi propositi. Esso non intraprese questa guerra come una guerra di conquista e non la continilla per uno scopo siffatto. Il suo proposito fu all'inizio di difendere l'esistenza dei propri territori e di rafforzare il rispetto degli impeg:ni internazionali. A questi ,scopi si è aggiunto ora quello di liberare popolaziond soggette a tirannie straniere. Es1so perciò si comJpiace sinceramente che la libera Russia ha annunziata la sua intenzione di liberare la Polonia e non solo la Polonda dominata dall'antica autocrazia ru'ssa ma egualmente quella sottoposta alla dominazione degli Imperi tedeschi. La democrazia britannica augura alla Russia favorevole esito in questa impresa.

* (l) Non meno esso si compiace della liberazione di gran parte dell'Armenia dall'orribile mal Governo turco e nutre fiducia che l'intera Armenia 1sarà egualmente liberata dall'oppressione. Gli Arabi dell'Hedjaz si sono liberati coi loro propri sforzi mentre quellli della Mesopotamia devono la loro liberazione alle armi britanniche. Nessuno può desiderare che entrambi questi popoli siano di

« C'est avec une entière satisfaction que le Gouvernement de la République française a pris connaissance de la déclaration du Gouvernement provisoire en date du 27 mars-9 avril dernier que M. l'Ambassadeur de Russie a été chargé de lui communiquer.

Le Gouvernement de la République partage la pleine confiance qu'entretient le Gouvernement provisoire dans la restauration des forces politiques, économiques et militaires

nuovo assoggettati al dominio turco. Sarebbe quasi egualmente deplorevole che le popolazioni indigene delle colonie tedesche, le quali sono state occupate dalle forze britanniche fossero restituite al Governo tedesco con tutta la :sua arroganza militare e crudeltà. Né sarebbe facile spiegare le ragioni di ciò alla democrazia britannica in Australia e nel Sud-Africa.

Il Governo britannico non ha ambizioni territoriali in Efllropa ma esso riconosce le aspdrazioni dei suoi Alleati non all'ingrandimento ma alla sicurezza e alla restaurazione. Il martirio del Belgio, della Serbia e del Montenegro esige una riparazione. Gli invasori debbono esser cacciati dal suolo della Francia e del Montenegro. Le provincie che per sentimento e nazionalità appartengono ai nostri Alleati debbono essere restituite loro alla pace finale. *

Noi dobbiamo s~,rattflltto ricercal"e una tale ,sistemazione sia in Europa sia in Asia che assicuri la felicità e la soddisfazione dei popoli e che tolga ogni legittima 'causa di guerre future. In una parola il Governo britannico si unisce sinceramente ai suoi alleati russi nell'accettazione ed aPIProvazione dei principi esposti dal Presidente degli Stati Uniti d'America nel suo storico messaggio al Congresso americano.

Questi sono gli scopi per i quali i popoli britannici combattono. Questi sono i principi dai quali la loro politica di ,guerra è e sarà guidata. Il Governo britannico crede per vero che gli accordi che esso ha di tempo in tempo conc,lusi

du pays. Il ne doute pas que les mesures annoncées pour améliorer les conditions dans lesquelles le peuple russe entend poursuivre jusqu'à la victoire la guerre contre les adversaires qut, plus que jamais, menacent son patrimoine national. lui permettront de la chasser de son sol, de fonder définitivement sa liberté reconquise et de prendre ainsi sa part efficace de la lutte commune des Alliés. Ainsi seront rendus vains les efforts que ne cessent de renouveler nos ennemis pour semer la mésintelligence entre ceux-ci et pour accréditer les bruits les plus mensongers sur leurs décisions réciproques.

Le Gouvernement de la République française, toujours confiant dans les sentiments de son ancienne et fidèle alliée, est heureux de se sentir en pleine communauté d'idées avec le Gouvernement et le peuple russe, en ce qui concerne les principes dont n'a cessé de s'inspirer sa politique au cours du présent conflit.

La France ne songe à opprimer aucun peunle ni aucune nationalité, mème celle de ses ennemis d'aujourd'hui, mais elle ,entend que l'QIPpression qui a si longtemps pesé sur le monde soit détruite et que soient chi\tiés les auteurs des cr>mes oui demeurent pour nos ennemis la honte de cette guerre. Laissant à ses ennemis l'esprit de conquète et de convoitise dont ils s'inspirent dans la paix comme dans la guerre, la France ne prétendra jamais at,racher aucun territoire à ses légitimes possesseurs.

Repoussée dans les efforts qu'elle a faits pour maintenir la paix, forcée de répondre par les armes à la plus injuste des agressions, elle n'est entrée en guerre que pour défendre sa liberté et, son patrimoine et pour assurer désormais dans le monde le respect de l'indé'pendance des peuples.

De mème que la Russie a proclamé la restauration de la Pologne dans son entière indépendance, de mème la France salue-t-elle avec joie l'effort Que poursuivent sur différents points du monde les peuples encore engagés dans les liens d'une dépendance condamnée par l'histoire.

Que ce soit pour acquérir, pour recouvrer leur indépendance nationale, pour affirmer leurs droits au respect d'une ancienne civilisation, ou pour secouer cette tyrannie germaniquequi a pesé si lourdement sur les peuples moins avancés dans les voies du progrès, la France ne voit la fin de la guerre que par le triomphe du droit et de la justice.

Pour elle mème, elle entend que soient libérées et lui fassent retour ses fidèles et loyales provinces d'Alsace et de Lorraine qui lui ont été arrachées jadis par la violence. Avec les alliés elle combattra jusqu'à la victoire pour que leur soit assurée la restauration intégrale de leurs droits territoriaux et de leur indépendance politique et économique ainsi que les indemnités réparatrices pour tant de ravages inhumains et injustifiés et les garanties indispensables contre le retour des maux causés par les incessantes provocations de nos ennemis.

Le Gouvernement de la République demeure, comme le peuple russe, convaincu que c'est en s'inspirant de ces principes que la politique extérieure de la Russie atteindra les buts que se propose un peuple épris de justice et de liberté et qu'après la lutte victorieuse les Alliés pourront créer une paix solide et durable fondée sur le droit.

Le Gouvernement provisoire russe peut étre assuré que le Gouvernement français est désireux de s'entendre avec lui, non seulement sur les moyens de poursuivre la lutte, mais aussi sur ceux de la terminer en examinant et en fixant d'un commun accord les conditions dans lesquelles ils peuvent espérer atteindre un réglement fina! conforme aux idées qui président à leur conduite dans cette guerre.

coi suoi Alleati siano conformi a questi principi. Ma se il Governo russo lo desidera il Governo britannico è prontissimo con i suoi alleati ad esaminare e, se occorre, a rivedere tali accordi».

(Per tutti). Ho risrposto: l) che nel periodo che dice: « Quelle provincie che per sentimento e nazionalità appartengono ai nostri Alleati debbono essere loro restituite nella pace fiinale " avrei preferito che alla parola « restituite , (restored) si sostituis·se qualche altra espressione che •Si appHcasse rpiù chiaramente alle nostre regioni irredente e che vi si aggiungesse anche il concetto della necessaria garanzia e sicurezza della frontiera e dehla indipendenza.

In secondo luogo avrei consigliato di sopprimere gli ultimi due periodi della risposta, trovando inutile che si prenda una qualsiasi iniziativa di ripresa in esame delle convenzioni e dei patti già conchiusi in passato con la Russia, e più opportuno il lasciare a quel Governo tutto il rpeso dell'intavolare quell'argomento delicato (1).

(l) I periodi fra asterischi furono omessi nella risposta alla nota russa fatta da Buchanan in pari data. Si pubblica qui il testo della risposta francese, che reca la data del 26 maggio:

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IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5930 G. Roma, 24 maggio 1917, ore 12.

Per opportuna conoscenza di V. E. Le trasmetto copia della lettera 140 R. pers., in data lO corrente colla quale il Comando del XVI Corpo d'Armata (ex comando truppe Albania) rappresentava al Comando Supremo le sue osservazioni in merito alla lettera relativa alla " Propaganda Albanese " concretata da S. E. Scialoja e trasmessa a mezzo del mag.('iore Castaldi a quel comando.

ALLEGATO.

FERRERO A MORRONE

Zona di guerra, 10 maggio 1917.

L. rr. p. 140.

Il maggiore cavalier Castaldi, reduce oggi da una lunga permanenza a Roma, presso il Ministro Scialoja, mi ha recapitato con dispaccio 4 corrente N. 4960 G. di

S.E. il Ministro della Guerra copia di lettera del prefato ministro Scialoja circa propaganda albanese; lettera che è stata comunicata pure a codesto Supremo Comando.

Prego codesto Supremo Comando di consentirmi al riguardo la esposizione di talune considerazioni che ritengo doverose in questo momento:

l) non pare che l'affermazione circa l'insufficienza dei criteri politico-amministrativi adottati nei distretti del Calamas, nuovi occupati, sia fondata; poiché senza pregiudicare le questioni di speciale importanza e non risolvibili in regime di guerra, essi valgono ad assicurare l'ordine pubblico, a fare opera pacificatrice fra gli elementi greci e albanesi e a disciplinare le attività e le risorse locali col concorso diretto di consigli composti dei diversi elementi locali.

2) Così, non pare intieramente fondata l'affermazione che a Koritza i francesi abbiano rapidamente ol'dinato il paese in base a principi e metodi e con l'aiuto di uomini nettamente nazionalisti albanesi; in quanto i principi e metodi repubblicani non sono precisamente queHi di queste genti albanesi, tuttora socialmente ordinate con usanze medioevali; né con uomini nettamente nazionalisti albanesi sebbene abbiano attratto nella loro orbita il Temistocle Grmeni; poichè i francesi hanno allontanato altri fra i migliori elementi qual'è ad es. il Sali Butca e si sono alienate le simpatie dei più, acuendo il desiderio di un'occupazione italiana.

3) Sta di fatto invece che il governo austro-ungarico nei distretti settentrionali, dove ha sempre influito, cerca di intensificare l'ostilità delle popolazioni contro di noi.

Ma ad ogni modo, anche ammettendo fondate tutte le affermazioni della lettera in questione, non sembrano tutti logicamente adeguati i provvedimenti ivi suggeriti. Ed invero:

l) mentre gli enti amministrativi locali hanno già in sostanza la struttura ivi consigliata di persone del luogo aventi a lato commissari italiani, una più spiccata fisionomia albanese non potrebbe esser loro conferita ,se non accordando qualche maggiore autonomia ad un rappresentante di particolare valore ed influenza; quale era appunto il Mufid bey Libohova per Argirocastro -ma che in sostanza e pure ammettendo il valore e il prestigio personale dell'uomo -non fu accolto dal ministro degli esteri. E forse non è male sia stato così, perché anche senza di lui l'amministrazione assistita dal consiglio locale, procede regolarmente.

2) Le scuole rurali di recente costituzione sono perfettamente itala-albanesi; e in molti centri abi,tati dove non esiste ancora la nostra scuola si invoca il maestro soLdato itaLiano.

Nulla di più riuscito di queste scuole itala-albanesi, all'incremento delle quali si adoperano con passione anche gli enti locali. E' vero che fanno difetto in molte località i maestri albanesi. E perciò appunto si sta istituendo a Valona una scuola normale albanese, alla cui direzione ho preposto il nostro tenente prof. La Piana.

3) La bandiera nazionale albanese fu innalzata con solennità nei principali centri, accanto alla nostra, tranne che a Valona dove è inalberata soltanto la bandiera italiana.

4) La implicita conferma della volontà nostra di sostenere la indipendenza albanese quale fu affermata dal Ministro Sonnino ahla Camera dei Deputati nel dicembre 1915, non è invece assolutamente cosa ,che basti a favorire la nostra azione, poichè la parola non convince questa gente della sincerità delle nostre intenzioni. Il dubbio loro è corroborato dall'osservazione a tutti facile della discordia esistente fra le nazioni alleate facenti una opposta politica albanese; politica in contrasto in Grecia, in contrasto a Corfù; in cotrasto fra Koritza repubblicana alla moda francese e l'Albania occupata da noi, dove nessuna proc,lamazion~ fu fatta; contrasto patente fra le alleate, delle quali una, la Francia, ostenta accanto alla repubblichetta modello, l'aspirante Principe Essad che vive con la sua corte presso il comando delle Armate alleate d'Oriente e insieme ancora lo statista greco Venizelos sognante l'impero greco-albanese e il Governo serbo per il regno serbo-albanese; e l'altra l'Italia che pare si preoccupi essenzialmente della occupazione territoriale, per acquisto di pegni a future contrattazioni, senza palese insegna di risoluta volontà di non volere ammettere qui, se non la creazione di uno Stato indipendente, protetto dall'Italia, e amico dell'Italia; pretesa legittimata da ragioni etniche, storiche e da evidenti interessi militari e materiali giustificanti ampiamente una aperta e schietta politica albanese.

A prescindere dal fatto che la conferma esplicita riaffermata oralmente soltanto dal generale italiano dovrebbe pure bastare ad impegnare la parola del Governo nazionale, è però èerto che in mezzo a tante alternative di influenze, di occupazioni armate, con l'esempio volgarissimo e volgarmente noto di patti che valgono carta straccia, di discorsi altisonanti o a guisa di augure romano, nulla potrà qui servire meglio la nostra politica albanese se non la proclamazione ufficialmente ripetuta ed esplicita di quanto vogliamo; proclamazione esplicita la cui mancanza è precisamente lamentata da tutti i maggiorenti albanesi i quali guardano inquieti al futuro, balenanti fra la prepotenza austriaca, turca, greca e serba tutte eloquentemente palesi e il nostro timido silenzio che non assicura nessuno.

Ottima credo possa essere invece l'azione dell'istituendo comitato albanese a Roma, specialmente se non vorrà perturbare finché dura la guerra, l'azione del comando militare responsabile e se stabilirà con questo le sole relazioni possibili per il salutare tramite del Comando Supremo.

Ma, ripeto, nulla potrà valere ad avvicinare tutti gli albanesi a noi, all'infuori dell'evidenza di un accordo con gli Alleati tale, che non manifesti al paese occupato l'inquieta visione di contrasti di influenze e di futuri programmi; e fuorchè la proclamazione alta, solenne dell'indipendenza at1banese da Scutari alla Ciamuria, dall'altopiano macedone al mare; proclamazione fatta in propizia occasione, tra le bandiere italiana ed albanese, ad esempio, in occasione di eventuale occupazione ài Berat.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 133-134.

70

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 756. Roma, 24 maggio 1917, ore 13.

Telegramma di V. E. n. 124 (1).

È opportuno V. E. parli senz'altro del trattato di lavoro con codesto Governo che secondo mi assicurò Tittoni ne è già al ,corrente e che anzi mi risulterebbe convenirne nella maggior parte dei punti fondamentali.

71

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 755. Roma, 24 maggio 1917, ore 17.

(Per tutti). Mio telegramma n. 754 (2).

(Meno Londra). R. ambasciatore a Londra telegraia quanto segue:

« Gabinetto n. 234 -Ceci! mi leggeva ieri... (come nel telegramma Gabinetto n. 1300/234) • (3). Ho risposto ad Impeniali quanto segue: (Solo Londra). Telegramma di V. E. Gabinetto n. 234. (Per tutti). Approvo suo linguaggio. Nelle mie osservazioni a Rodd accen

nai a necessità includere in risposta a nota 3 maggio parole abbraccianti nostre

regioni provincie lirredente e predominio Adriatico. Non pa:clai di A:sia Minore per difficoltà di accennarvi oggi in risposta a Russia e perché nostra tesi ivi è di equilibrio e di uguaglianza con alleati. O tutti o nessuno.

Così nella mia risposta a Tereschenko accennai a nostre rivendicazioni nazionali e a 1siaurezza della nostra indipendenza. In tale risposta non potevo alludere ad altro, tanto più ·che frase ·:rMerivasi solo ai motivi e propositi per cui Italia entrò nella guerra.

Se non ho parlato più esplicito e preciso è stato per non m-eare maggiori imbarazzi al Governo russo, ma con ciò non intendo rinunciare a nessuna deJJ.e nostre aspirazioni e a tutto quanto già fu riconosciuto e ·concordato a nostro favore dagli Alleati come condizioni assolute del nostro concorso.

(l) -Cfr. n. 61. (2) -Cfr. n. 68. (3) -Cfr. n. 60.
72

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1310/237. Londra, 24 maggio 1917, ore 14,40 (per. ore 21,50).

Stamane feci colazione con Asquith e discorremmo a lungo di vari argomenti circa i quali ritengo OtPIPOrtuno ragguagliare V. E.:

l) Russia.

Non ha alcuna fiducia nella vitalità del nuovo Governo ed è seriamente preoc•cupato per la situazione interna della Russia civca la quale ritiene pericoloso avventurarsi in previsioni, nonché per il.'estrema deli<catezza neil.lo svolgimento delle relazioni tra la Russia ed Alleati. Deputati laburisti inglesi lasciano Pietrogrado in preda a turbamento e .sconforto non solo per la maSISima generale disorganizzazione militare e navale, amministrativa ecc., ma anche per lo scoppio di acri .sentimenti contro l'Inghilterra ·CIUl in base alle solite insinuazioni germaniche si fa risa!lire precipua responsabi:Utà prolungamento della guerra. l -~;:r:::..[

2) Congresso di Stoccolma.

Ritiene grave errore impedire l'intervento dei sociali<sti inglesi, italiani, francesi. Anche nelle frazioni pacifiste dei tre Paesi esiste dell'avversione •contro la preponderanza dell'imperialismo tedesco e si caldeggia bensl pace ma non pace separata e nel senso 1germanico. Se socialisti nostri sono assenti nessuno difenderà la ·causa degli Alleati in nostro favore e si farà soltanto hl giuoco dei nemici. Egli è pure contrario alla ~ceLta che qui si penserebbe di fare dei socialisti pacifisti moderati.

3) Revisione accordi. Approvò discorso di Lo11d Cecil ma volle aggiungere la difesa strategka cui Ceci! non aveva accennato come una delle cause giustificanti annessioni, avendo in vista specialmente interessi itaLiani ed allo scopo di bene consacrare questo

5 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

punto importante per impressionare non solo i Russi ma anche i suoi seguaci radicali estremi, inclini piuttosto che ad ... (l) alle sole annessioni basate sul principio di nazionalità.

4) Irlanda.

È scettico sul risultato della approvata convenzione di tutti i partiti irlandesi. Farà ogni sforzo per aiutare il Governo a risolvere il problema. Unica speranza di riuscita della convenzione ravvisa nella scelta del presidente. Sola personalità possedente molteplici requisiti necessari è lo Speaker il quale però, stanco e malandato in salute, non ha troppa voglia di accettare il delicatissimo compito e del resrto non pare che il Governo pensi finora ad affidarglielo.

73

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 7106. Roma, 24 maggio 1917, ore 22.

Pregiomi qui unita trasmettere in copia all'E. V. una nota verbale direttami da questa ambasiCiata di Francia in data 16 corrente relativa alla proposta del Governo francese di estendere a tutta l'Africa Orientale 1e norme contenute nell'art. 6 della Convenzione firmata il 13 dicembre 1906 dalla Francia, la Gran Bretagna e l'Italia per la repressione del contrabbando delle armi sulla costa della Somalia. Sarò grato all'E. V. se vorrà compiacersi esprimere il suo avviso in proposito.

ALLEGATO. BARRÈRE A SONNINO Nota Verbale

Roma, 16 maggio 1917.

L'attention du Gouvernement français a été appelée sur l'utilité qu'il y aurait à étendre à toute la région Est Africaine les effets de J.'art. 6 de la Convention passée le 13 décembre 1906 entre la France, la .Grande Bretagne et l'Italie pour réprimer la contrebande des armes sur la Còte des Somalis.

Aux termes de cet article, les trois Gouvernements s'engagent à se communiquer, chaque année, les Iistes des boutres autorisés à porter leur paviHon respectif. Cet échange se ferait facilement à Zanzibar par l'entremise du bureau international maritime. Il serait meme avantageux de fournir à ce bureau tous les renseigneJ ments lui permettant de tenir les listes à jour.

Par ce moyen on pourrait identifier rapidement les boutres naufragés ou jetés à la còte.

L'Ambassade de France a l'honneur de soumettre cette suggestion au Ministère Royal des Affaires Etrangères et lui serait reconnaissante e lui faire savoir l'accueil qu'il aura cru devoir lui réserver.

(l) Gruppo indecifrato.

74

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1312/29. Berna, 24 maggio 1917, ore 20)5 (per. ore 22,35).

Telegrammi di V. E. nn. 721/15 (l) e 745/17 (2).

Nulla mi è riuscito sapere di preciso sulla presunta missione ,che avrebbe qui aVl.l!to il conte D~ierre già tornato a Parigi dopo brevissimo soggiorno in !svizzera. A quanto mi risulta pur essendo apprezzato per alcuni SIUOi lavori di paleografia e di storia egli godrebbe a Parigi presso i circoli politici più competenti e influenti di una considerazione assai limitata. Il farsi credere investito di importanti e segrete missioni è una 1sua notoria debolezza, ma tutto induce ad escludere a pdori che all'oc,corrente il Governo francese avrebbe fatto ,cadere la sua 'scelta sul DailliPierre per un incarico d'indole così ,difficile e delicata. Quanto all'asserita venuta 'di Briand in !svizzera ho fatto ,subito qualche sommaria indagine senza ,poter ancora giungere ad alcun riSJUltato concreto. Ad ogni modo pare 'certo debba escludersi la sua venuta a Ginevra dove egli sarebbe stato troppo facilmente riconosciuto. L'ex presidente volendo avrebbe potuto incontrarsi in stretta segretezza col Montlong sia ad Annemasse sia alla villa affittata dal ·console austriaco a Gherbourg a ,cinque IIllinuti appena dalla frontiera francese. Prego intanto ripete:mni il nome della seconda personalità con cui Briand! si 'sarebbe presumibilmente incontrato essendo questo risultato indecifrabile. In linea generale posso soltanto aggiungere che da vari colloqui avuti in questi ultimi giorni coll'ambasciatore di Francia e con altra personalità francese che è in intimi rapporti con Berthelot ho tratto l'impressione che il Gabinetto di Parigi troverebbe per ora del tutto inntile prendere od accogliere l'iniziativa di comunicazioni ufficiali ... (3) a fondo coll'Austria legata a filo doppio colla Germania e materiallmente impossibilitata, anche se ne avesse Ila sincera volontà, a separare la sua causa da quella dell'IllliPero tedesco. Ciò non esclude che certe ·correnti francesi d'opinioni austrofile meritino di essere da noi attentamente sorvegliate. Mi riswlta pure che per indebolire e disgregare il blocco avversario il Gabinetto di Parigi favorirebbe invece, previ accordi cogli Alleati, dei tentativi presso Bulgaria e meglio ancora presso Turchia, tentativi ora resi più facili dalla rinunzia della Russia a Costantinopoli. Naturalmente per farli occorrerebbe tirare qualche linea d'inchiostro su certe frasi della nostra risposta a Wilson.

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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1303/28. Madrid, 24 maggio 1917, ore 18,50 (per. ore 1,25 del 25).

Persona spagnruola, degna di fede, mi ha assicurato in una 11ecente conversazione privata che Sua Santità avrebbe manifestato serie preoccupazioni per le

conseguenze ,che può avere per l'Italia la rivoluzione russa ,che potrebbe obbliga:r'Cii ad una pace separata con ,l'abbandono delle nostre aspirazioni. Sua Santità ne era assai dolente anche per la. ripercussione •che ciò avrebbe sulla situazione interna dell'Italia e perché in quel caso sarebbe probabile il ritorno al potere dell'ono11evole Giolitti che Sua Santità non desidererebbe. Avendo il mio interlocutore dato queste informazioni aLl'indomani del ritorno a Madrid del cardinale di Toledo è probabile che esse vengano da questo o altro prelato spagnuolo recatosi ultimamente ad limina.

So anche che il generale Lyautey, che passa per Madrid per tornare al Marocco, avrebbe parlato qui in conversazione confidenzialissima della ·stanchezza dell'Italia e della possibilità di una sua pace separata. Essendo il generale in rela~ione con i principi di Parma che furono recentemente in Italia e ·che egli vide ultimamente a Parigi è possibile che quelle notizie gli vengano da loro nel qual 'caso esse avrebbero la stessa origine del Vaticano. A tale proposito mi riferisco mio telegramma 16 aprile Gabinetto n. 13 (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 51. (3) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

.T. 1828/167. Stoccolma, 24 maggio 1917, ore 17,25 (per. ore 7 del 25).

Comitato olandese scandinavo ha pubblicato comunicato sulle conferenze avute 21 e 22 corrente colle delegazioni socialiste bulgare, le quali hanno avuto per argomento speciale questione balcanica. Delegazione bulgara si è espressa in favore unità nazionale di tutte le parti del popolo bu[garo ·che 'sola può dare vera stabilità alla penisola balcanica e permettere riavvicinamento dei ,popoli di essa; del ristabilimento del Belgio, Serbia, Romania, Montenegro; del principio dell'autonomia nazionale e diritto degli armeni, polacchi ecc.; di una soluzione soddisfacente della questione dell'Alsazia Lorena •sulla base di tale principio e della recente dichiarazione dei socialisti tedeschi; di una pace immediata per raggiunger•e la quale ·consiglia organizzazione di una azione energetica nei parlamenti di tutti gli Stati belligeranti; della riunione di una conferenza plenaria .socialista per la pace che dovrebbe poi eSisere garantita dalla democratizzazione di tutta l'Europa, dal disarmo, dalla istituzione di tribunali arbitrali e di una giuriSidizione internazionale la quale disponga anche di mezzi coattivi.

In una intervista un membro della delegazione bulgara (Sacharof) ha precisato che anche socialisti tedeschi sono d'accordo che la formula (la pace senza annessioni) va intesa nel senso che nessun territorio deve es,sere incorporato contro volontà popolazione specialmente se esso storicamente, etnicamente a;ppartiene ad altro paese; che pevciò Bulgaria reclama restituzione Dobrugia (SJPecialmente della parte presale colla pace di Bucarest) e della Macedonia; che

tale argomento potrebbe essere invocato dai socialisti francesi contro quelli tedeschi nella questione dell'Alsazia Lorena. Ha aggiunto che socialisti bulgari non fanno una condizione sine qua non della restituzione della valle del Timok che è stata molto serbificata negli ultimi 70 anni ma vorrebbero • un corridoio • che metta Bulgaria in ,contatto immediato ~coll'Austria-Ungheria fra Negotin e Grsova.

Secondo le ultime notizie sembra che i socialisti tedeschi della minoranza abbiano ancora difficoltà per partire dalla Germania.

(l) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1323/238. Londra, 24 maggio 1917, ore 22,45 (per. ore 7,40 del 25).

Il noto Supilo recatosi avantieri da un corriStPondente nostri giornali, persona seria, assennata e patriottkis:sima, ebbe con lui una conversazione di cinque ore nel corso della quale fece le seguenti dichiarazioni:

l) SU!Pilo si è mostrato preoc~cupato specialmente da due fatti: dallo sfacelo russo e dalla propaganda che le influenze occulte ma poderose fanno (a suo parere) in Francia, in Inghilterra ed in America per il mantenimento dell'integrità territoriale dell'Austria-Ungheria a guerra finita.

2) Signor Supilo ha fatto notare le circostanze sopraindicate volgonsi a danno del programma di liberazione ed unificazione dei popoli jugo-slavi, che egli teme vedere abbandonati dalle grandi potenze al momento della conclusione della pace. Il Supilo, nella sua qualità di patriota croato, teme soprattutto che la Croazia sia abbandonata alla magiarizzazione, come una conseguenza delle grandissime simpatie che Ungheria gode in alcune sfere inglesi e americane.

3) Il deputato Supilo, di fronte questa situazione, non vede che una sola soluzione e non ha ~che una speranza, quella di un accordo leale e ~completo fra gli jugo-slavi e l'Italia.

4) Accordo 1si dovrebbe fare :sulla base del riconoscimento pubblico da parte degli jugo-slavi delle regioni dell'Italia sull'Adriatico come sono 'state fissate dai trattati preliminari all'entrata dell'Italia in campagna; in ricambio il Governo italiano e opinione pubblica della penisola dovrebbero appoggiare con tutte le loro influenze il programma di liberazione, unificazione e federazione delle genti jugo-slave attenendone il distacco assoluto dall'Austria.

5) Il Supilo nota che all'Italia converrà sempre avere vicino, amico ed alleato, uno Stato jugo-,s[avo di 12 milioni di abitanti il CtUi sviluppo ed amaLgama richiederà diverse generazioni piuttoSito che uno Stato duaHsta o trialista quale sarebbe l'Austria dopo la guerra se ne venisse conservata l'integrità ~con oLtre 50 milioni d'i abitanti, una perfetta organizzazione statale e politica ,spalleggiata dalla Germania.

Al connazionale che mi riferiva quanto precede esprimendomi desiderio di Supilo di conferire meco, risposi 'che non potevo naturalmente pronunzJ.armj anche a titolo personale in materia cosi delkata e pertanto ritenevo prematuro un mio colloquio ~col deputato croato. Prego quindi V. E. ~compiacersi significare se Ella ritiene oprportuno che io veda S'IJIPiilO e ,comunque indicarmi termini della risposta da dargli o trasmettergli tenendo presente:

l) Convenienza o meno per i nostri diretti interessi di incoraggiare creazione grande .Jugo-slavia favorendo annessione della Croazia al nuovo Stato.

2) Probabilità che se mossa di Supilo è stata concertata con i suoi colleghi del comitato e ~con i loro protettori inglesi Steed e compagni l'accordo preconizzato potrebbe, con l'arresto dell'attiva propaganda anti-italiana in Inghilterra Francia ed America e nei centri slavofili russi, riescire vantaggioso per nostra causa.

3) Che d'altra parte il sentimento della grande maggioranza dell'opinione pubblica in Inghilterra tende per motivi di varia indole a sempre più cristaLlizzarsi, come ho più volte segnalato, in senso contrario allo smembramento totale dell'Impero austro-ungarico.

L'influenza occulta cui accenna SUJJilO sarebbe quella del Vaticano esercitata pel tramite dell'influenza del Cardinale Bourne... (l) che trova terreno fecondo nei centri pacifisti radicali e nelle sfere dell'alta aristocrazia.

Devo pure avvertire ad ogni buon fine V. E. che nel 'corso della conversa

zione col noto corrispondente ho ~sentito accennare ad run accordo 1segreto russo

italiano (del quale io ero affatto ignaro) circa la sorte della Oroazia.

Supilo ha pure lasciato... (l) alquanto malcontento e irritazione dei croati

contro i serbi.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1314/217. Pietrogrado, 24 maggio 1917, ore 15,51 (per. ore 11,25 del 25).

23 maggio.

Telegrammi di V.E. 641 (2) e 654 (3).

Questo Governo che trovasi in delicata posizione di fronte aLl'invito del

comitato olandese scandinavo alla conferenza di Stoccolma non ha preso alcuna

decisione circa propria partecipazione alla medesima. Secondo [a mia impres

sione esso propende però verso la teoria di Thoma:s giusta la quale pure senza

declinare invito, si dovrebbe porre condizione da rendervi impossibile intervento

sociaListi tedeschi.

Siccome sarà noto a V. E. il 27 corrente deve riunirni congresso socialisti francesi e dovrà in i()rimo luogo discutere questione del loro intervento a Stoccolma. È probabile decisione di quel congresso abbia a influire su quella che prenderà Governo provvisorio. A questo proposito mi consta che Thomas ha raccomandato al proprio· Gov&no di non impedire l'andata di L.onguet a Stoccolma per non creare, come suol dirsi, una vittima e non provocare reazione in seno al prossimo congresso.

(1) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. p. 13, nota 2. (3) -Cfr. n. 19.
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IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 296/87. Lisbona, 24 maggio 1917.

Riferimento miei telegrammi 30, 31, 32, 33 in data 20, 21, 22 e 24 corrente (1). Dopo quattro gior·ni di tumulti la città di Lisbona è rientrata nella calma. Il malessere, già da me in precedenti rapporti desc['itto, si è in questi ultimi tempi reso più acuto, poiché per la deficienza del carbone le grandi officine hanno dovuto licenziare i loro operai mentre che la mancanza di generi alimentari e specialmente dei cereali av;eva generato un. grande malcontento nelle <classi operaie. ! L~:r Nella notte dal 19 al 20 maggio nella capitale e nei dintorni furono sac-' cheggiati più di cento fra magazzini e panetterie. La truppa sopravvenuta non potè evitare il saccheggio, quantunque entrata in conflitto coi tumultuanti che subirono gravi perdite. Il ginrno 20 maggio, gli operai 'senza lavoro, e ;spedalmente queLli deH'arte muraria (poiché anche •le costrumooi sono sospese in gran parte per mancanza di ferro e di •cemento) avevano indetto un •comizio al Parco Edoardo VII. Le autorità commisero l'errore di non impedirlo a tempo, ·e fu necessario che la guardia repubblicana facesse uso delle armi, per scioglierlo. Ciò avvenne verso le ore 14. Immediatamente si notò una grande agitazione in tutta la città, e ;suHa piazza principale (Rocio) comparvero gruppi di facinorosi. Alle ore 20 e un quarto si sentirono le prime revolverate seguite dal rombo delle bombe. La truprpa dsrpose a fucilate ·e la guardia repubblicana caricò ripetutamente la folla. Per tutta la sera, fino dopo le due antimeridiane, vi furono scariche di fucileria, getti di bombe e revolverate. I morti in quella sera furono una quarantina. Vi furono molti feriti ma si potè procedere a pochi arresti. Il giorno seguente, 21 maggio, ed i.l giorno 22, i disordini più gravi si verificarono al Poço do Bispo, quartiere mercantile, dove furono assaltati i grandi depositi in riva al Tago. Migliaia di botti d'olio e di vino furono ,sfondate, e tonnellate di riso e di grano stupidamente versate nel fiume. Una sola ditta ha avuto per più di tre milioni di danno. La repressione fu violenta, e secondo le voci che corrono i morti di questi ultimi due giorni hanno superato il centinaio.

I feriti furono numerosissi:mi, e più di 500 saccheggiatori furono condotti prigionieri sulla nave da guerra.

È ,stato questo il momento in cui è sembrato ·che la ,situazione si aggravasse singolarmente, poiché, come ebbi l'onore di telegrafare a V.E., le guardie doganali ed i soldati addetti alla sussistenza militare avevano fatta causa comune coi facinorosi. Un drappello di finanzieri pervenne armato fin sul Rocfo, e scambiò scariche di fucileria colle guardie repubblicane. Per fortuna però l'esercito regolare e la marina mantennero un contegno disciplinato e freddo, e malgrado le sollecitazioni di alcuni agitatori, si rifiutarono di prendere parte alla sommossa, né in corpo, né isolatamente. E sotto questo rispetto il merito di avere evitato che l'attuale conflitto assumesse le proporzioni di una vera rivoluzione, si deve principalmente al Signor Leote Do Rego, comandante della squadra, il quale, valendosi del grande prestigio che esercita sulla massa dei marinai, ottenne che costoro restassero tranquilli sulle loro navi, malgrado la calda tentazione che essi avevano di venire a zuffa colle guardie repubblicane, loro nemici giurati, secondo le tradizioni rivoluzionarie portoghesi.

I tumulti sono finiti, perché i più violenti facinorosi sono morti o prigionieri, e perché la severa repressione ha impressionato i meno ostinati, ed ha tolto ogni carattere ,politico al movimento. È da tenere .conto ~che, come al solito, è stato detto che erano agenti de1l Re Manoel, che avevano agitato gli animi, ovvero che gli unionisti ed i sindacalisti, nemici dell'attuale Presidente del Consiglio, avessero fomentato i disordini. Ma queste voci hanno poco fondamento. I tumwlti sono ,scowiati perché il popolo aveva fame.

Lstruito dalla esperienza il Governo sta prendendo attivi provvedimenti per

rifornire ila dttà ~di cereali, e per distribuirli a prezzi equi.

Finora nessun reclamo è pervenuto a questa R. Legazione di RR. sudditi

che abbiano sofferto danni (1).

(l) Non pubblicati.

80

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1309/192. Jassy, ... maggio 1917 (per. ore 9,25 del 25).

Delegati di cui al mio telegramma Gabinetto 187 (2) sono venuti qui spe

cialmente allo scopo di distribuire doni alle truppe finlandesi della fronte ro

mena. Generale Tscherbatcheff che viaggiava nello stesso treno ha volUJto in

trattenere otto di essi che si sono recati da lui a tale 'scopo. Egli ha chiesto loro

di sostenere ~tra le truppe necessità della disc~plina e di una offensiva energka.

Sei di essi hanno promesso di farlo ed uno si è impegnato a non dire nulla né

pro né contro. Tutti hanno dichiarato che non si ingeriranno nella politica in

terna romena.

Generale Tscherbatcheff sembra deciso ricorrere a misure energiche per

ristabilire la disdplina: egli ha fatto deferire a1Ia ~corte marziale un ufficiale e

quattro soldati ~che hanno arrestato arbitrariamente un loro 'superiore. Rimane

ora da vedere come andrà a finire processo e quale contraccolpo avrà tra le

truppe russe.

(l) -Comunicato a Londra e Parigi il 10 giugno. . (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 766. Roma, 25 maggio 1917, ore 21.

R. console a Janina telegrafa quanto segue:

• -R. agenzia consolare... ecc. (come nel telegramma 90) • (1). R. -ministro ad Atene telegrafava in data 22 maggio che data la situazione greca a 1SUO modo di vedere cessava da parte nostra ogni ritegno nel procedere a ulteriori occupazioni militari. Ricordo anche telegramma in data 30 aprile del R. -console in Janina prospettante la necessità di occupare le regioni valacche di Zagori e del Pindo e la Ciamuria sino a Parga. Concordando con l'avviso surriferito del R. ministro ad Atene, ed anche in vista dell'azione francese a Santa Maura, richiamo su tutto quanto precede l'attenzione di V. E. osservando che dal punto di vista politico sarei favorevole ad estendere [a nostra occupazione specialmente per incorporarci i cutzo-valacchi del Pindo.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 767. Roma, 25 maggio 1917, ore 21.

Suo telegramma Gabinetto n. 123 (2).

Prego telegrafarmi se uno dei personaggi con cui Brdand dovrebbe incon

trarsi in Svizzera è Bernstorff o Mensdorff.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. GAB. 764. Roma, 25 maggio 1917, ore 22.

Giers mi comunicava quanto ,segue:

• Différentes organisations sionistes et des congrès israélites en Russie se sont adressées au Gouvernement russe en portant plainte contre les atrocités que commettent en ce moment les turques en Palestine en évacuant la population israélite devant la menace de l'invasion anglaise. Des plaintes semblables,

avec la demande d'intervenir par le canal des puissances neutres au profit des malheureux, ont été, parait-il, adressées aux Gouvernements alliés.

Le Gouvernement russe voudrait savoir si le Gouvernement royal consentirait à charger ses représentants à Madrid et à La Haye de se joindre aux représentants russes pour prier les Gouvernements d'Espagne et des Pays Bas d'exercer une action modératrice sur la Turquie. Selon l'avis du Gouvernement russe une telle démarche produirait le meilleur effet sur l'opinion publique en Russie et en Europe •.

Ho risposto ,che avrei volentieri date istruzioni in tale senso ai nostri rappresentanti a Madrid e all'Aja quando i nostri Alleati si ac,cordassero in ciò. Ritenevo giovevole alla causa generale degli Alleati e consentaneo agli scoplÌ di civiltà e di umanità da essi propugnati il patrocinare la difesa degli I:sraeliti

che patissero persecuzioni ed oppressioni così in Palestina come altrove (1).

(l) -T. gab. 1307/90 del 24 maggio, che non si pubblica: il console a Janina informa che i francesi sbarcano a Santa Maura. (2) -Cfr. n. 45.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 768. Roma, 25 maggio 1917, ore 23 .

. Ristic mi comunica la seguente nota telegrafatagli da Pasic (23 corrente) da Salonicco :

• Tout d'abord nous prions nos alliés de comprendre notre situation excessivement difficile ainsi que notre désir constant de satisfaire à nos devoirs que nous avons envers notre peuple et nos alliés et de nous excuser que nous leur adressons cette note en les priant de l'interpréter dans un sens amicai.

Nous avons appris-de :source privée-qu'à la conférence franco-anglaise à Paris il a été décidé de faire une tentative d'offensive sur le front de Salonique et si aucun résultat important n'y soit réalisé, réduive le ròle de l'armée de Salonique à la défense de Salonique lui meme et qu'une partie de cette armée soit employée à l'occupation de la Thessalie et une division anglaise avec la cavalerie cor:respondante ~retourne en Egypte.

Malgré toute la grande importance que cette communication pouvait avoir pour la tiì.che de l'al'lmée de Salonique, nous ne lui avons pas pu preter notre foi croyant qu'avec notre conduite, avec notre sincérité, avec notre fidélité et notre loyauté jusqu'à aujourd'hui nous avons acquis le droit à pleine confiance de la part de nos alliés, du moins en ce qui concerne les affaixes ballmniques, qui nous sont forcément mieux connues qu'aux autres, n'ayant pas à nous occuper des autres grands problèmes mondiaux.

Mais arrivant à Salonique nous avons eu l'occasion de voir que les informations privées étaient exactes et nos suppositions malfondées.

L'offensive essayée n'a point donné de grands résultats, et si nos Alliés désirent en connaitre la raison, ils devront demander des ex;pUcations aux différents Etats-Majors des armées alliées sur le front de Salonique.

L'Etat-Major de l'armée ,serbe a inforrné le Gouvernernent Royal de l'ordre du général Sarrail qu'une division serbe soit mise à sa disposition pour l'occupation de la Thessalie, ou que le front serbe actuel soit élargi de sort de prendre la piace d'une division française que le général Sarrail aurait destinée à l'occupation d'Epire. En meme temps on est avisé qu'une division anglatse avec la cavalerie corre,spondante a reçu l'ordre de se tenir prete à partir pour l'Egypte.

Cet affaiblissement injustifié de l'armée de Salonique qui est entrepris juste au moment d'une offensive manquée; après avoir été constaté que l'armée ennemie se trouve renforcée des nouvelles reserves et d'une artillerie plus pluissante, et quand il parait qu'elle rpuisse etre renforcée davantage gràce à l'imrpossibilité dans laquelle se trouve l'armée russo-roumaine d'entreprendre quoique cela [sic] soit au nord contre les bulgares, et enfin, cet affaiblissement décidé au moment où il n'est pas impossible que l'occupation de la Thessalie n'entraine des confiits avec des réservistes organisés, -ne manquera pas de faire décider l'Etat-Major bulgaro-allemand d'ex;ploiter cette situation favorable pour lui sur le front de Salonique.

Tenant ~compte de tout ce que nous venons d'ex;poser, convaincus d'une façon absolue que l'affaiblissement de l'armée de Salonique, l'ernploi de la division serbe sur les autres fronts auraient provoqué une dépression terrible sur le reste de notre armée si cruellement éprouvée, -nous nous voyons obligés. par la force des choses, d'attirer l'attention de nos alliés sur toutes les conséquences désastreuses qui se réaliseraient inévitablement si l'armée de Salonique s'affaiblit et si une partie de l'armée serbe soit forcée d'entrer en Thessalie ou d'élargir encore son front déjà trop long et trop faible.

Nous sommes obligés de déclarer que le Gouvernement Royal ne peut pas assumer la résponsabilité pour les ~conséquences désastreuses qui pouvaient s'en suivre, et nous prions nos Alliés de revenir sur leur décision et de faire ~entretenir l'armée de Salonique -quand ils ne sont pas en état de la renforcer au moins en nombre et en force qui ont été prévus par la conférence de Rome pendant toute la durée de ~cette situation difficile et pénible pour nous tous et jusqu'à ce que la situation interne de la Russie ne ~se consolide pom-qu'elle puisse, elle aussi, répondre à ses devoirs •.

Ho risposto ~che delle decisioni prese a Parigi tra Inghilterra e Francia non avevo avuto notizia alcuna fuorché a cose fatte e anche allora dalla sola parte inglese; che mi ero lamentato di ciò a Londra dichiarando che il R. Governo riservava le sue decisioni sull'argomento; che anche noi avremmo dovuto dolerci se una divisione francese si occupasse oggi della Tessaglia lasciando un vuoto al fianco delle nostre truppe in Macedonia; che pregavo Ristic di informarmi a suo tempo quale esito avrebbe avuto il passo di Pasic a Londra e a Parigi (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 134-135.

(l) Ed. in SoNNmo, Diario, III, cit., p. 135.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1319/242. Londra, 25 maggio 1917, ore 22,42 (per. ore 0,05 del 26).

• Reuter » annunziava avantieri la nomina di Izwolsky a Londra. La notizia prodl.llSSe generale sorpresa in quanto come è noto a V. E. quel d~plomatico per un motivo o per l'altro non gode di eccessive simpatie e non ha mai inspirato grande fiducia. Hardinge cui chiedevo ieri quale fondamento avesse la notizia, mi rispose che al Foreign Offi..ce nuLI.la se ne sapeva e aggiungeva pure che era da chiede~si se l'ispiratore dell'informazione non fosse stato lo stesso IzwoLsky. Cambon mi disse di ritenere la notizia poco verosimile e di aver constatato che tutte le persone a ·cui ne aveva parùato avevano fatto il viso 1ungo. Qui ha cagionato positivo generale rincrescimento la sospesa nomina di Sazonoff che, a differenza di Izwolsky, era considerato persona gratissima.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1317/239. Londra, 25 maggio 1917, ore 22,42 (per. ore 5 del 26).

Ho saputo da buona fonte che da parte di Lloyd George sono 1stati recentissimamente fatti assaggi per appurare 1se Asquith sarebbe disposto ad entrare nell'attuale Gabinetto. Certo è che i due pranzarono insieme, sere sono, in casa di comuni amici per la prima volta dopo la crisi. Asquith avrebbe dato risposta evasiva ed apparirebbe finora molto riluttante ad accettare. Se in principio, come avrei motivo di .credere, la notizia è esatta, l'offerta di Lloyd Geor,ge non mi sorprenderebbe. Malgrado le apparenze la posizione del Gabinetto, secondo quanto mi risulta da varie confidenze private, non è delle più solide. Le illUJSioni sulla sua efficienza cominciano a dissipa11si. I conservatori obbediscono ma nel fondo diffidano del primo ministro che dicono non si sa mai dove può arrivare data l'impetuosità delle sue mosse. I liberali ed i radicali .salvo una miniUscola frazione lo abominano addirittura, ne parlano apertamente in termini che a volte mettono in imbarazzo chi ascolta. Se l'autorità ed il senso patriottico di Asquith non li fermasse a quest'ora sarebbero già in rotta aperta. Tutti poi si risentono del contegno dittatoriale del primo ministro che nel Gabinetto di guerra spadroneggia. Dei coHaboratori principali Bonar Law è qualificato una onesta mediocrità. Ourzon un sel'rljplice pomposo per;sonaggio per quanto eccellente oratore. Mi1ner a presdndere dalla sua origine tedesca ha perduto molto prestigio dopo il suo ritorno dalla Russia e le errate conclusioni manifesrtate sulla situazione interna di quel paese. Henderson per quanto persona onesta ed intelligente non ha 1largo seguito in viSita pure delle divergenze esistenti nel suo partito. E così più o meno dei ministri minori salvo Balfour e Cecil. Malgrado queste

premesse non vi è per il momento almeno, salvo subitanei impreveduti eventi, alcun serio motivo di prevedere ·colil.asso del Gabinetto che, al pari del precedente potrebbe se mai ·cadere piuttosto per disgregazione i'llJtema •Che per voto della Camera presente, la quale vecchia, stanca, esautorata in il'ealtà abbaia più di quello che morde. Perd·colosa incognita rimane .tuttavia ,sempre la questione irlandese sulla favorevoJie soluzione deLJ.a quale previsioni generali non sono eccessivamente rosee.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. P. 1324/240. Londra, 25 maggio 1917, ore 22,40 (per. ore 5,45 del 26).

Dedizione britannica alle esigenze francesi avvenuta a Parigi in occasione dell'ultima gita di Lloyd George è un esempio tipico dell'impulsività del primo ministro e del profitto che ne sanno cavare i ministri francesi. Cecil, a quanto mi si assicura, tentò di frenare ile ·concessioni del ·capo 1specie per quanJto concerne ila rappresentanza dipllomatica, ma Lloyd Geol'!ge passò oltre e del resto Cecil stesso, ministro interinale, dominato per giunta da preoccupazioni d'ordine strettamente parlamentare, non aveva l'autorità e neanche l'energia sufficienti per opporre :seria resistenza. Il Gabinetto di guerra ha !POi ratificato 1come al solito, spinte o sponte, gli impegni presi dal primo ministro. L'impressione destata dall'inaspettata remissività di Lll.oyd George in alti drcoli governativi e soprattutto a·l Foreign. Office non avrebbe potuto essere peggiore. I sommessi mormorii e le critiche abbondano e sono aspri. Da due pe~sonaggi l'uno civile e l'altro militare ho raccolto giudizi specialmente severi. • Questa, mi fu detto fra l'altro, non è una politica da uomini di Stato ma da pazzi o da fanciulli •. Come V. E. vorrà riconoscere i fatti hanno sostanzialmente giustificato le previsioni sottopostele con mio telegramma Gabinetto n. 159 (1). Nel corso del ·colloquio di avantieri Cecil él!Ccennava ad entrare in S(piegazioni in relazione al colloquio di V. E. con Rodd. Io lo interruppi dicendo che non avendo ricevuto ordine d'intrattenel'llo al rigual"do, preferivo non adden

trarmi in proibite discussioni civca un argomento •sul quale ero .sicuro che non ci saremmo trovati d'accordo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1318/241. Londra, 25 maggio 1917, ore 22,42 (per. ore 5,45 del 26 ).

Oggi fui a colazione con Robertson e JelLicoe. Entrambi mi hanno alla lettera colmato di rallegramenti in termini cordialissimi •entusiastici pel generale Cadoma e per 1e gloriose nostre truppe. Robertson ha detto che i fatti hanno lar

gamente giustificato le sue previsioni e la sua fiducia in nostTii ulteriori suc-cessi dovuti all'abilità dei comandanti e al valore delle truppe. Ho colto l'occasione per insistere sulla necessità d'accontentare presto il desiderio del generale Cadorna da me, in conformità del telegramma di V. E. Gabinetto n. 744 (1), immediatamente comunicato con apposito pro-memoria a Cecil e a Lloyd Geor:ge. Robertson mi rispose che la questione si stava esaminando. Per quanto riguarda lui egli è perfettamente disposto a concedere ampiamente le munizioni per artiglieria, compatibilmente alla capacità dei trasporti ferroviari francesi. Artiglieria da campagna come generale Cadorna già sa il Governo britannico non è in grado fornire, possono invece benissimo darne i francesi che hanno abbondanza di cannoni da 75. Egli non mancherà di insistere a tale scopo presso il generale Foch. Robertson era molto pessimista sulla risurrezione dell'esercito russo e sugli affidamenti che è prudente fare su futura sua attività combattiva. Si è aspramente !agnato per la situazione molto difficile in cui interrotta azione russa in Turchia con disimpegno di rilevanti nuclei tul'chi ha lasciato in Mesopotamia e Palestina l'esercito inglese inceppando così il risultato di promettenti operazioni. Su Sarrail poi e su mancanza di qualsiasi serio piano di azione contro i bulgari ma per contro su pervicacia prendersela con monarchia greca ho udito le solite

recriminazioni.

(l) Cfr. serie V, vol. VII, n. 669.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1341/211. Pietrogrado, 25 maggio 1917, 10re 14 (per. ore 2,40 del 27).

19 maggio.

Avantieri è partito Paléologue lasciando la direzione dell'ambasciata al Signor Doulcet, incaricato d'affari. Sono partiti con lui anche i tre socialisti francesi Cachin, Lafond e Montet ed i tre laburisti inglesi Thorne, Sanders a O'Grady. Passeranno per il Mare del Nord a bordo di una nave da guerra in·· glese. Doveva partire anche Sazonof, ma stante le dimissioni di Miliukoff so· pravvenute il giorno ,prima, la sua partenza fu soSlpesa.

90

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1866/417. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 14 (per. ore 13,15 del 27).

Tereschenko, nuovo ministro degli affari esteri ha 36 anni e non ha un passato politico ma si distinse nelle amministrazioni provinciali ove sedette, sempre coi liberali e rese servizi come economista e finanziere. È figlio di un

contadino della Piccola Russia che all'epoca della liberazione dei servi fu emancipato e si arricchi con fortunate speculazioni fondiarie. Patrimonio del ministro è valutato a non meno di una quarantina di milioni di rubli. È oratore facile, efficace, anche in francese, come ebbe a dimostrarlo nelle sedute della nostra missione commerciale cui prese parte quale membro del comitato di ricevimenti, In quella occasione egli ebbe ad esprimersi nel modo più sililiPatico ven:o l'Italia, sullo sviluppo delle sue industrie, per la necessità del riavvicinamento economico italo-l"IU:Siso. In fatto di politica interna egli è uno degli elementi più moderati del Governo, ma abbastanza popolare grazie ai contatti che sa mantenere colle masse. In politica estera, è da ritenersi darà :prova di tendenze temperate, ma rimane a vedere quale sarà ila misura delle facoltà che ad esso verrà lasciata. A differenza del suo predecessore non ha che si sa,ppia un programma determinato a lunga scadenza. Nel suo ultimo discorso del 4 maggio, in presenza del Governo provvisorio e comitato del consiglio operai, dimostrò e sostenne calorosamente necessità di procedere d'accordo con gli Alleati. Mio collega inglese ed anche Thomas si mostrano soddisfatti della .sua nomina e ritengono 'ci convenga aiutarlo nelle sue prime mosse (1).

(l) Cfr. n. 44.

91

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1344/222. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 23,40 (per. ore 19,08 del 27).

Questo ministro degli affari esteri mi ha detto non avere alcuna obiezione di principio a che la 'conferenza a quattro venga ripresa a Londra. Egli crede opportuno che vi assista non g,ià l'incaricato d'affari ma il nuovo ambasciatore, la cui nomina sarà decisa :lira brevi giorni e che raggiungerà immediatamente il suo posto.

Mi risulta che il Governo provvisorio insiste presso Scidlowsky (già deputato alla Duma di parte ottobrista e uno dei capi del blocco liberale) perché accetti l'ambasciata di Londra ma che finora egli la declina, per motivi d'ordine privato. Buchanan mi ha detto essere corsa voce a Londra che Izwolsky vi sarebbe destinato, il che non ha ombra di fondamento.

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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1354/199. Jassy, 25 maggio 1917, ore 13,30 (per. ore 12,30 del 28).

Circa le due divisioni serbe di Odessa mi viene riferito che esse si compongono di slovacchi e bosniaci dell'Austria-Ungheria per la maggior parte reclutati a forza nei campi d'internamento. Ufficiali sono parte serbi e in parte austro

ungarici e consta che tra gli uni e gli altri non regnerebbe buon sangue. Diserzioni accennatemi da questo incaricato d'affari di Serbia e di cui al mio telegramma Gabinetto segreto n. 173 (l) mi vengono confermate ma non sarebbero da attribuirsi solo alle condizioni interne della Russia bensì specialmente al malcontento degli elementi austro-ungarici, ufficiali e soldati. Disertori che sono numerosissimi si impiegano nelle campagne prossime ad Odessa ove, come è noto, mano d'opera scarseggia.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 701 del 28 maggio.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1880/419. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 15 (per. ore 13,05 del 28).

20 maggio.

Ai rappresentanti stampa russa presentatigli da Thomas, Vandervelde ha dichiarato essere venuto Russia sollecitare aiuto popolo russo favore Belgio oppresso. Circa pace egli a,ssociasi formula Wilson di nna .pace senza annessioni in base diritto popoli regolare proprie sorti. Belgio non ha mai contato sopra contribuzioni ma ha diritto indennità come lo stesso cancelliere germanico lo ammette. Non pretende alcun aumento territoriale ma esige piena restituzione sua indipendenza. Ogni usurpazione di territorio contro volontà dei suoi abitanti è non solo delitto ma errore. Ma che devesi dire dell'Alsazia Lorena, dell'Armenia, delle provincie italiane irredente? Distaccarle non è annetterle ma disannetterle. È vero che popoli hanno diritto alla scelta delle proprie sorti, ma dò è possibile soltanto se anche gli altri paesi adotteranno un regime democratico simile a quello francese e russo. Fintanto che Kaiser e imperialismo germanico non saranno abbattuti indipendenza piccoli popoli vicini sarà fantaSIIlla. Solo quando verrà soppressa idea reazione europea incarnata in Germania e Austria libertà nazionalità sarà garantita; fino a quel momento non gioveranno né fraternizzazione né agitazione dei socialisti imperialisti germanici. Vandervelde notifica poi che socialisti belgi hanno avuto ordine categorico di non partecipare a nessuna riunione o conferenza ,cui prenderanno parte socialisti imperialisti germanici e specialmente alla conferenza Stoccolma. Conclude dicendo non deve permettersi che truppe germaniche dal fronte orientale vengano gettate impunemente sul fronte occidentale perché vi portino colpo decisivo ai belgi ed agli altri alleati. Vandervelde si è espresso in termini analoghi in seno comitato esecutivo nel consiglio degli operai e soldati.

(l) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1355/215. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 14 (per. ore 14,20 del 28).

22 maggio.

Il nuovo Governo provvisorio è accolto con favore dall'opinione pubblica. Anche la stampa operai e gli organi dei massimalisti plaudono all'entrata dei socialisti nel Governo. Il mio collega d'Inghilterra e Thomas si mostrano fiduciosi nell'opera sua ed in particolare di Kerensky la cui !POsizione esce dal rimpasto ,consolidata.

I primi passi del nuovo ministro della guerra e marina sono certamente di ottimo augurio, ,come V. E. lo avrà rilevato dalle varie sue allocuzioni ed ordini del giorno, e i suoi propositi non potrebbero essere migliori. Egli mi ha detto ievi sera che intendeva recarsi quanto prima al fronte e intra:prendervi una vigorosa propaganda di edificazione e preparazione dell'eserdto all'azione. Non si nascondeva la difficoltà di riparare sollecitamente gli effetti del malinteso pel quale molti soldati hanno creduto ad una imminente ,cessazione delle ostilità ma contava sul buon senso e sugli impulsi generosi del soldato russo. Egli contava altresì sull'esempio degli alleati e a questo riguardo mi esprimeva la 1sua vivissima soddisfazione e le sue calorose felicitazioni per l'azione brillante intrapresa dal valoroso esercito italiano. Conta~a !PUre ,sul valido concorso delle democrazie alleate e si rallegrava del prossimo arrivo da me ,comunicatogli dei rappresentanti della democrazia italiana.

Conviene riconoscere 'che Kerensky ispira fiducia e che il fargliene ,credito ed aiutarlo è quanto ci rimane di meglio da fare. Ogni previsione :però deve essere riservata per qualche tempo sull'esito deLla sua azione che frattanto dovrà seguirsi col maggiore interesse.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1366/218. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 14 (per. ore 19,40 del 28).

24 maggio.

Ministro Vandervelde, col quale come con Thomas, non dubito che rappresentanti della nostra democrazia stabiliranno cordiale affiatamento, mi ha comunicato, a titolo confidenzialissimo, un rapporto segreto sulla situazione in Russia da lui diretto a De Beyens. Lo riproduco qui appresso con preghiera di farne l'uso più riservato.

« Mon cher collègue,

Nous avons quitté Le Hàvre au moment où les socialistes... (l) d'Autriche et d'A1lemagne faisaient des puissants efforts pour amener 'les socialistes russes à se rencontrer avec eux dans une conférence internationale, et on :Pouvait craindre qu'en Russie meme la faction extrémiste du • Sovietsco • auratt renversé le Gouvernement provisoire ou aurait exer,cé sur lui une pression suffisante pour le contraindre à une paix séparée. Dès notre arrivée à Pétrograde ou meme à Stockolm nous avons pu nous convaincre l) que les extrémistes, du meme Lénine, ne 'représentent dans le ~comité des ouvriers et soldats qu'une très faible minorité (150 voix environ sur 2500). 2) Que l'influence des partisans d'une paix à tout prix tend à décroitre et que mème parmi les extrémistes personne ou presque personne ne soutient que la Russie doit conclure une paix séparée: par contre des éléments nombreux 1se rprononceraient en favetllr d'une conférence socialiste internationale avec les allemands, ,s'efforceraient d'y entrainer les socialistes des pays alliés et croyent, ou croyaient encore, qu'une paix immédiate est possible avec les effets que Scheidemann et ses amis ont suggérés au comité des ouvriers et soldats par l'intermédiaire du socialiste danois Borgbierg: • l'évacuation de la France et de la Belgique, l'indépendance de la Pologne russe, la reconstitution de la Serbie avec un accès à la mer, l'attribution de la Macédoine à la Bulgarie et l'internationalisation des détroits etc"·

D'autre part il n'est malheureusement pas douteux que le mora! de l'armée soit très bas, que la production des usines de guerre ait enormément diminué, que la discipline 'soit profondément atteinte et que la fraternisation d:ans les tranchées ait momentanément enlevé aux armées russes, surtout au front nord leur capacité d'offensive.

On attribue généralement cette situation à l'action dissolvante de la propagande dite « Kienthaliste ». Il serait, à mon avis, plus exact de dire que si les idées • Kienthalistes • ont eu et ont encore beaucoup de prise sur le comité des ouvriers et soldats, c'est parce qu'elles répondaient à un état d',esprit preéxistant. Elles fournissaient en effet le prétexte à l'espérance d'en finir à des troupes lasses de trois ans de guerre et faiblement conscientes de la grandeur du but à atteindre. Quoi qu'il en soit une chose parait certaine, c'est que depuis une semaine surtout la sitruation tend à s'améliorer. Nous avons noté à cet égard le témoignage concordant des membres du Gouvernement, du corps diplomatique et sans exception de tous ce qui connaissent le milieu et qui sont à mème de l'observer clairement.

Il apparait e.n effet: l) que l'entrée des leaders du Sovietsco dans le Gouvernement provisoire aura une influence sur l'unité et l'efficacité de l'action gouvernementale en supprimant en mème temps le dualisme qui créait de continuels conflits.

2) Que la nomination de Kerensky comme ministre de la guerre a été favorablement accueillie par tous les milieux. On attend beaucoup de son énergie. Il a la confiance qu'il lui suffit. On le considère plut6t comme 'le ~centre de gravité du Gouvernement.

3) Que dans iles autres milieux socialisrt;es se 1produit nn revirement qui s'accentue de jour en jour contre le pacifisme à tout prix et la défense purement passive des résultats acquis par la révolution.

On commeilce à se rendre compte notamment que Scheidemann n'est pas le Gouvernement Impérial et que les pourparlers pacifistes n'ont d'autre résultat que de démoraliser l'armée et de permettre aux allemands d'envoyer un plus grand nombre de divisions sur le front occidental. Il reste à savoir si et dans quelle mesure ces notions sur les devoirs de leur présent pénétreront dans les... (l) profondes de l'armée.

En ce qui concerne spécialement la Belgique les sympathies qui de toute part se manifestent pour notre pays ont largement df1passé notre attente. Meme dans les milieux pacifistes on a déclaré qu'une paix qui ne rétablira pas l'indépendance de la Belgique serait une... (l) moralement. Nous avons interrogé d'autre part les membres principaux du Gouvernement et notamment le président du conseil des ministres, le ministre de l'intérieur, le ministre de la guerre sur le sens qu'il convient de donner,' en ce qui concerne la Belgique, à la formu1e contenue dans le manifeste du Gouvernement • paix sans contributions ni annexions fondée sur les droits des peuples à disposer d'eux memes •.

ToUIS sans exceprtion nous ont déclaré que cette formule écartait simplement les contributions imposées aux vaincus par les vainqueurs à titre de penalité et les annexions' de territoires ,contre la volonté des habitants. Mais ils nous ont déclaré que la Belgique a droit à une réparation intégrale du dommage qui lui a été causé et que d'autre part la formule • pas d'annexions • n'impliquait nullement le retour au statu qua ante beHum; restituer l'Alsace-Lorraine à la France ou soustraire l'Arménie à la domination turque ~ce ne serait pas les annexer mais les desannexer.

Il reste à savoir si ces idées qui paraissaient etre celles de tous les membres du Gouvernement 1Sont dès à présent partagées par la grande majorité de la « sovieltsco ». Tout ce que nous pouvons di:re pour le moment c'est que de jour en jour en ce milieu assez i:nstable une évolution dans un sens favorable se manifeste: on semble moins pressé de réunir une conférence internationale on donne aux formules que l'on n'abandonne pas une interprétation plus large, on subit maintenant l'influence de la propagande active que se fait tant à Pétrograde qu'en province contre Ja paix immédiate, sans ~conditions ou à des ,conditions inacceptables.

Bref, dans l'ensemble j'estime que la situation est loin d'etre satisfaisan

te... (l) les symptomes favorabl,es se multiplient et permettent d'espérer. Sur

l'invitation du général Alexeieff nous allons partir pour le front et entreprendre

une véritable campagne de propagande qui dans le point de vue du généralissi

me devrait se prolonger jusqu'à l'offensive en préparation. On semble compter

beaucoup pour l'efficacité de cette propagande sur l'ardeur des sympathies que

la Belgique plus que la France inspire sur les soldats russes.

Dans le meme ordre d'idées nous allons écrire une brochure « Sauvez la

Belgique » que nous demandent les aviateurs russes et qui sera répandue dans les

armées russes à des centaines de milliers d'exemplaires •.

(l) Gruppo indecifrato.

(l) Gruppo indecifrato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1878/418. Pietrogrado, 25 maggio 1917, ore 14 (per. ore 21,35 del 28).

20 maggio.

In intervista ai rappresentanti stampa Terescenko ha dichiarato quanto

segue:

«Sono lieto constatare che tutti i partiti del campo democratico sono con

trari ad una pace separata. Poiché questione degli accordi cogli Alleati agita

pubblica opinione ritengo mio dovere esporre mio punto di vlista a questo pro

posito. Democrazia russa teme ,che legata da vecchi accordi dovrà <servire ~

appetiti di conquista di altre nazioni ed esige quindi immediata pubblicazione

di detti accol'dci. Ma democrazia russa deve comprendere che tale immediata

pubblicazione equivarrebbe a rottura cogli Alleati all'isolamento Russia '<!IÌÒ che

la condurrebbe alle porte di una pace separata. Popolo russo rifiutasi a tal

passo non solo per dovere d'onore ma .pevché :capisce che :guerra internazio

nale deve termina11si con pace internazionale».

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R.R. P. 2639. Comando Supremo, 25 maggio 1917.

Sono noti alla E. V. i ripetuti e gravi motivi di lagnanza da parte nostra verso il generale SarraH, comandante in capo dell'esercito alleato di Oriente, e più volte mi è oc,corso di rivolgere invito alla E. V. di voler segnalare al Governo della Repubblica come l'azione di comando del generale Sarrail ritornasse di danno al comune interesse degli Alleati. Da mia :parte non ho mancato di rappresentare all'alto comando francese tutto quello che man mano mi risultava in proposito, non tacendo che la situazione creatasi attorno al generale non favoriva certo la :comunione degli intenti, e degli sforzi, dei contingenti alleati in Ma~cedonia. Ma, come è di pubblica ragione, il generale Sarrail gode, in Francia, di una particolare posizione che trae le sue origini, as:sai :più che dai meriti militari, da ragioni parlamentari e politiche; epperciò la sua dipendenza dalle autorità militari gerarchiche è soltanto relativa, perché appoggi potenti assicurano al generale Sarrail una quasi intangibilità.

Di recente altri motivi di malcontento si sono aggiunti ai precedenti: il 10 maggio il comando in capo dell'esercito di Macedonia aveva fissato per le otto del mattino l'attacco delle posizioni dei « Pitons • (la destra della nostra 35• divisione doveva attaccare il • Piton briìlé •, una divisione francese contigua doveva attaccare il «Piton rocheux »); senonché alle 7,30 il Comando francese diede ordine improvvisamente di sospendere l'attacco. Si tentò con tutti i mezzi,

ed immediatamente, di avvertire i reparti; ma data la strettezza del tempo, un nostro battaglione non poté ricevere il contror,dine, e -avendo mosso all'assalto -raggiunse con grande slancio le trincee nemiche, dove-mancando l'appoggio di un attacco contemporaneo francese -fu sopraffatto. Il generale Pennella, comandante la 35" divisione fece vive rimostranze al generale Sarrail per il ritardo nella comunicazione dell'ordine che è stato unica e deplorevole causa delle perdite dolorose subite. Alle truppe francesi invece l'ordine del rinvio dell'attacco era stato sollecitamente trasmesso qualche ora prima.

Pochi giorni fa il generale Sarrail pretendeva che la nostra divisione, che già ha la difesa di un fronte di 12 km assumesse la difesa di altri 2 km sulla propria destra per disimpegnare una divisione coloniale francese 'che pare fosse intendimento del generale Sarrail di inviare in Grecia.

Giustamente il generale Pennella dichiarò al generale Sarrail di non poter estendere nemmeno di un metro la fronte attuale; ed io ho dovuto rappresentare al generale Foch le rimostranze formulate dal nostro generale. Il generale Foch mi ha fatto rispondere (in data 21 correilfl;e) che era :S!Piacente di non potere dare ordini tassativi al generale Sarrail causa la distanza che non permette esatto apprezzamento della situazione, ma che gli avrebbe telegrafato trovando buone le ragioni rappresentate dal generale Pennella, ed intanto assicurava che sono stati dati ordini perché si desi:slta da ogni offensiva in Macedonia.

Ieri l'altro mi è pervenuto il telegramma annesso in ,copia (n. 1143) del tenente colonnello Vitale, nostro addetto militare presso il comando dell'esercito alleato d'Oriente, nel quale sono esaminate ,le ragioni dell'insuccesso della tentata offensiva generale in Macedonia; e fra le principali è appunto la deficienza dimostrata dal comandante in capo. Il tenente colonnello Vitale, ufficiale di Stato Maggiore di alto valore e che merita molta fiducia, conclude col parere che, a giudizio anche degli altri comandi alleati, nel momento attuale sia necessario cercare di ottenere la sostituzione del generale Sarrail.

A tale giudizio io mi associo pienamente, e pregiomi rappresentarlo alla E. V. perché se -come merita -il Governo britannico dovesse fare qualche passo in tal senso non manchi l'appoggio favorevole del R. Governo; appoggio che potrebbe aver valore dec~sivo quando fosse accompagnato dalla minaccia di ritirare dalla Macedonia i nostri contingenti.

Comunicazione analoga faccio, per conoscenza, alle LL. EE. il presidente del consiglio dei ministri e il ministro della guerra.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1025l 124. Atene, 25 maggio 1917.

Il signor Zaimis sino dai primi giorni dal suo ritorno al potere si è posto all'opera di sedare, nei limiti del possibile, le ire dell'Intesa contro la Grecia adottando di propria iniziativa la misura dell'allontanamento da Atene, ed invio

In ecceTIJtriche guarnigioni, di sette ufficiali più specialmente, a quanto pare, com~ promessi nell'organizzazione di quelle bande della Tessaglia, attorno a cui il Generale Cauboue aveva fatto tanto chiasso nella sua corrispondenza col signor L,ambros. Senonché tale misura non sembra aver sortito il desiderato effetto di placare la Francia, in quanto che si udì subito la stampa venizelista alzare la voce prodamando che la misura era inadeguata, ·che colpiva figure secondarie e non il principale colpevole ossia il Dusman1s:, che finalmente la maggior parte degli ufficiali sfrattati erano rimas,ti ad Atene o vi avevano tosto fatto ritorno. Pel Dusmanis il signor Zaimis non tardò a provvedere in qualche modo destinandolo alla guarnigione di Naupilia; ma nemmeno questo bastò, perché la stampa medesima prese occasione dal fatto che Zaimis credette opportuno di dare alcune !';I}iegazioni s:uJla srua condotta ad una cosidetta presidenza delle associazioni e dei sindacati di Atene e del Pireo, per accusare il presidente del consiglio di patteg~ giare con organismi politici dipendenti dal cosidetto governo occulto, e di mostrare inopportuna remissività ed anche debolezza fino dal principio del suo governo. In sostanza il Zaimis si è addossato un compito assolutamente irrealizzabile che è quello di volere contentare gli incontentabili, e certo con le sue proprie forze egli non riuscirà mai a cambiare la situazione. Ad un momento dato si è potuto credere che un mutamento di direttive si stesse producendo a Parigi ed a Londra rispetto agli affari della Grecia. Venne dapprima la dichiarazione di Bonar Law alla Camera dei Comuni, che il momento non pareva opportuno per introdurre importanti mutazioni costituzionali in Grecia. Fu poi commentatis1simo il riassunto dato dai giornali locali di un articolo di Hervé nel giornale francese La Victoire nel quale, con una franchezza alla quale veramente non si era abituati, viene dichiarato altamente ·che l'esercito di Sarrail non correva più nessun pericolo, e ·che se Venizelos voleva fare la rivoluzione in Grecia non aveva che da farla coi propri mezzi; ma che gli Alleati non dovevano distrarre dal fronte macedone un solo uomo per simili intenti, essendo oramai urgente lo attaccare vigorosamente i germano-bulgari che ci fronteggiano neLla Macedonia.

Dalla comunicazione che V. E. ha voluto farmi col suo telegramma di ga~ binetto n. 724 (l) risulterebbe ormai chiaro che la soluzione della posizione incerta in cui, dopo il convegno di St. Jean de Maurienne, era rimasta la questione greca, sia nel senso di un abbandono completo della Grecia da parte dell'Inghilterra nelle mani della Francia. Nel mio telegramma di gabinetto

n. 178 (2) ho avuto l'onore di esporre il mio modo di pensare sulle decisioni concretate da Francia e da Inghilterra a nostra insaputa; e nell'ulteriore tele~ gramma di gabinetto n. 179 (3) riferii intorno alle preoccupazioni di Zaimis, assai giustificate a mio avviso, per l'ipotesi dell'abbandono da parte nostra del fronte macedone. QueSita ipotesi traS;parita qui dalle indiscrezioni della stampa francese, ha dato ~uogo ad una grande polemica di stampa di ·CUi ho riassunto i tratti principali nei miei telegrammi n. 210 (4) e n. 214 (5). Il punto di vista di Zaimis che la Francia non sia in sostanza capace di far gran che contro la

Grecia e che più striLlano i francesi più sia segno ·che 1si sentono impotenti, è generalmente condiviso dalla rpnlbblica opinione, la quale quindi si mantiene relativamente calma. D'altra !parte si asserisce dai più che grazie alle armi ed alle munizioni abilmente nascoste in tutto il paese, non sarà impossibile alla Grecia realista di resistere ad una invasione franco-venizelista, ove .que.sta si realizzasse, per mezzo di una campagna di guerriglia per la quale si potrebbero armare quaranta o ·cinquantamila epistrati. Se questi propositi di resistenza siano veri o se invece la Grecia nel suo •comiplesso si adatterà anche a quest'ultima evoluzione della gran ·crisi attraversata, io non saprei dire ora con certezza. Certo il malumore aumenta ed i francesi fanno tutto il possibile per ciò, aiutati dalla stampa venizelista •Che non ha nessuna moderazione nell'accusare il partito avversàrio di ogni specie dii tradimento. Per verità mi sembra ·che siano i venizelisti che tradiscono la patria preparando allegramente la dominazione straniera.

In questi giorni vi è •stato senza dubbio un tnasprimento della 'situazione dal punto di vista del rifornimento del paese. Da ormai due settimane non vi è più regolare distribuzione di farina, ed anche per gli altri generi alimentari, in parte per le fatali conseguenze di un blocco che dura oramai da sei mesi, in parte per errori amministrativi di distribuzione che hanno permesso il formarsi di uno svergognato bagarinaggio, le condizioni alimentari del paese sono gravi al momento presente, e non offrono molta .speranza di un effettivo e duraturo miglioramento. A parte però qualche insignificante rissa, il popolo greco sembra costante nel suo proposito di tutto sopportare pur di non dare appiglio a nuove ~ppressioni da parte dell'Intesa col lasciarsi andare a disordini e a dimostrazioni. Il ministro di Francia mi confessava giorni or sono ·che ·come mezzo di ,sollevamento del popolo il blocco era completamente mancato e che minacciando quell'arma di volgersi contro di noi, conveniva oramai cessare di 1servirsene. Preziosa •Confessione in bocca de·l rappresentante di un ,paese che su quella misura così severa per sé stessa e pel modo con cui fu messa in esecuzione, aveva fondato tutta 1a speranza della rapida realizzazione dei propri intenti i)Olitici. Ma a tale riconoscimento della reale condizione dei :fatti, non vediamo per ora rispondere adeguate misure pratiche per togliere di mezzo i lamentati inconvenienti.

Il controllo militare tutto concentrato nelle mani dei generali francesi Cauboue e Maas, a cagione sia della situazione da noi loro :fatta sia della poca capacità e attività dei delegati delle altre Potenze, è oramai rientrato nell'ombra non avendo più :fatti importanti da ·compiere; ma continua imperterrito la propria opera d'ostruzionismo, creando piccoli incidenti, :facendo e rifacendo verifiche e specchi sinottici, adempiendo in sostanza la missione affidatagli dal generale Sarrail di non giungere mai al punto in cui si debba per forza confessare che la questione militare dei :famosi pericoli pel di dietro dell'esercito di Sarrail, è definitivamente conchiusa.

In sostanza, nella lunga crisi traversata, ·siamo di nuovo in un periodo di attesa. La prossima azione francese, se si verificherà, ci porterà probabilmente non di un passo avanti ma di un passo indietro.

(l) -Cfr. n. 21. (2) -Cfr. n. 53. (3) -Non pubblicato. (4) -T. 1821/210 del 24 maggio, non pubblicato. (5) -T. 1834/214 del 25 maggio, non pubblicato.
99

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1322/150. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 5,10 del 26).

Mio telegramma gabinetto n. 155 (1).

Segretario di Stato mi ha detto che Balfour (il quale è partito soltanto stasera) lo ha assicurato stamane che Inghilterra vieterebbe la partec1pazione dei suoi socialisti al ·congresso a Stoccolma. Segretario di Stato mi si mostrava convinto ·Che Francia agirebbe ugualmente (2).

100

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1328/160. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 19,20 del 26).

Durante pranzo da lui offerto stasera alla missione straordinaria segretario di Stato ha brindato al Re ed alla vittoria armi italiane. Gli ha risposto principe Udine. Successo nostre truppe è salutato qui da ognuno con manifestazioni di grande compiacimento.

101

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1334/128. Parigi, 26 maggio 1917, ore 18,05 (per. ore 22).

Telegramma di V. E. n. 767 (3). Mio telegramma 123 accennavo a Bernstorff (4). Briand ritornato. Secondo ulteriori notizie Briand avrebbe conferito con

emissari austriaci e ottomani. Si dice ·Che questo Governo avrebbe fiducia nella riuscita di queste trattative e le dimissioni di Tisza sarebbero con esse collegate. Naturalmente non posso assicurare il fondamento di queste affermazioni. Intanto apprendo che il maggiore Stefanic ha confidato al colonnello Brancaccio che non verrà più a Roma perché pregatone insistentemente a varie riprese da Ribot, Cambon, Margerie che lo fanno partire per America. Stefanich ha detto che Governo francese, convinto d'aver trqppo promesso all'Italia circa l'Adriatico, favorisce ora apertamente gli Jugo-slavi lavora a indurre Czechi a far causa comune con questi. Perciò cerca di impedire le relazioni fra gli Czechi e l'Italia. Secondo Stefanich gli Czechi esiterebbero, ma date le promesse che fa loro il Governo francese, non oserebbero di mandare Stefanich in Italia (5).

12) Ritrasmf>sso a Londra e P3~igi, con t. gab. 773/435 del 27 maggio.
(l) -Cfr. n. 57. (3) -Cfr. n. 82. (4) -Cfr. n. 45. (5) -Ritrasmesso a Londra e a Pietrogrado con t. gab. 781 del 27 maggio.
102

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1930. Addis Abeba, 26 maggio 1917.

Da quanrto mi risrulta domanda britannica per il Tzana comprende esclusivamente la autorizzazione per la esecuzione lavori atti a rialzare livello acque Tzana durante stagione estiva onde regolare corso Nilo azzurro in guisa rendere possibile irrigazione di una data regione del Sudan. Il Governo sudanese... (l) a sua volta al Governo etiopico una somma annua rilevante a titolo compenso. Opposizione Governo etiopico abituale invincibile sua resistenza a qualsiasi iniziativa europea dipende dal fatto ·che con suddetti lavori verrebbe <sommersa una parte del litorale del Tzana attualmente adibita a pastorizia. Trattative vennero sospese colla partenza del colonnello Pearson che non ha nascosto suo disappunto né credo ·che possano essere riprese [per ora a meno che il Gove11no etiopico sia disposto a cedere alla domanda del Governo inglese.

103

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1335/129. Parigi, 26 maggio 1917, ore 22,25 (per. ore 1,50 del 27).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 752 (2).

A questo ministero dicono non esservi per ora istruzioni per il richiamo dell'ambasciatore a Madrid.

Si ritiene ·che vari uomini politici vennero interpellati per sapere se accetterebbero l'ambasciata di Pietrogrado. Fallito questo tentativo pare pensino di inviare diplomatico di carriera. D'altra parte si dice che Painlevé insista per nomina di Thomas ad alto commissario come Tardieu a Washington. Queste insistenze <si spiegano per il desiderio del Painlevé di tener lontano un rivale pericoloso.

104

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1336/130. Parigi, 26 maggio 1917, ore 22,55 (per. ore 1,50 del 27).

Telegramma di V. E. n. 754 (3).

Cambon mi dice che nota francese in risposta alla nota di Miliukoff è già stata mandata a Thomas per essere rimessa ma che il testo è stato comunicato a V. E. da Barrère. Come ella avrà notato si parla di Alsazia-Lorena soltanto.

Cambon volle dimostrarmi che una frase precedente sulle terre che storicamente non appartengono agli Imperi centrali, allude al Trentino. Gli feci osservare come l'allusione non fosse molto ·chiara e ·che giacché voleva spiegarmela poteva non dimenticare Trieste. Al che Cambon annuì e mi ·confermò che V. E. ne era già al corrente, quasi per far ·COII1iPrendere ,superflua ogiili osservazione ulteriore a cose già fatte e di ·cui R. Governo era già stato tenuto al corrente.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmissione a Parigi del n. 54. (3) -Cfr. n. 68 e relativa nota.
105

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1333/133. Parigi, 26 maggio 1917, ore 22,55 (per. ore 1,50 del 27).

Telegramma di V. E. n. 654 (1).

Cambon da molti giorni mi aveva promesso di farmi conoscere ,le decisioni del Governo francese circa l'intervento dei socialisti al congresso di Stoccolma e solo oggi mi ha assicurato che essendo contrario all'andata dei socialisti d'ogni partito a Stoccolma il Governo francese avrebbe rifiutato il passaporto (2).

106

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1338/2650. Comando Supremo, 26 maggio 1917, ore 23,50 (per. ore 2,20 del 27).

Generale Marro telegrafa da Corfù in data del 25 sera che Governo serbo è a conoscenza della decisione del generale Sarrail di ritirarsi nel campo trincerato di Salonicco. Se l'informazione corrisponde al vero deve richiamare tutta la nostra attenzione perché modificherebbe profondamente l'attuale situazione militare nel senso che lascerebbe scoperto il fianco destro della nostra occupazione in Albania e permetterebbe agli Imperi centrali di portare un grosso attacco in forze contro Valona. Interessa perciò in sommo grado accertarsi subito della verità dell'informazione per provvedere in tempo a richiamare i nostri contingenti dalla Macedonia e a spostarli a Valona per la via di Koritza. Ricordo che invio nostra divisione prima, e successivamente il rinforzo di una brigata vennero concessi allo scopo di concorrere all'offensiva degli Alleati dalla Macedonia. In caso di ripiegamento di forze del generale SarraH entro il campo trincerato di ·salonicco le nosrtre forze sarebbero certamente esuberanti alle necessità della difesa del campo di Salonicco. In ogni modo la loro permanenza alla dipendenza del comando in capo dell'esercito d'Oriente è contraria al concetto del loro invio. Indispensabile invece loro raccolta Valona per difesa nostro possesso, ma ritiro nostre truppe dalla Macedonia dovrebbe avvenire al più presto e sollecitamente finché strada Koritza verso Santi Quaranta è al sicuro; perché

quando il nemico avesse sentore della ritirata delle truppe di Sarrail verso il campo di Salonicco le minacce per interruzione strade diverrebbero subito gravissime e il non semplice movimenrt;o della nostra divisione rper ripiegare sull'Albania sarebbe pericolosamente compromesso. Inutile 'che io aggiunga che il ritiro delle nostre truppe per via di mare è assolutamente da escludere per le minacce dei sommergibili nemici non solo, ma per il tempo che richiederebbero gli imbarchi e i movimenti marittimi e per la nostra deficienza di trasporti marittimi. Pertanto urge •che il R. Govemo abbia informazioni precise dai Governi alleati circa intendimenti del comando in capo dell'esercito d'Oriente per provvedere senza ritardo e con fermezza nel modo sopra detto che è, a mio giudizio, l'unico consigliabile per i nostri interessi. Riferendomi al telegramma

n. 766 Gab. di V. E. (l) informo che un'estensione dell'occupazione nostra nelle regioni di Zagori, Pindo e Ciamuria non sarebbe assolutamente possibile se richiedesse l'invio di aare forze dall'Italia, forze che in questo momento sono qui preziose e ·che non debbo disperdere; perciò prima di rispondere al telegramma di Gab. n. 766 richiedo l'avviso del generale Ferrero {2).

(l) -Cfr. n. 19. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 786 del 28 maggio.
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IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 1857/64. Gedda, 26 maggio 1917, ore 16,23 (per. ore 5,10 del 27).

Risposta al telegramma n. 682 (3).

Da nuove indagini fatte mi risulta che Inghilterra e Francia trattano, cadauna separatamente, col Re Hedjaz assestamento indipendenza politica arabi dell'Irak e della Siria. Promessa Inghilterra di riconoscere Re Hedjaz quale primo principe dell'Arabia e di prendere in •esame la questione egemonia araba in seguito ai risultati della guerra, sarebbe stata fatta allo scopo di rettificare im

pressione prodotta da proclama generale Maude, in cui Re Hedjaz è considerato al pari altri principi arabi ed a conferma dell'accordo segreto ·che Re Hedjaz pretende aver avuto sin da principio guerra con Inghilterra cil'ca ,soluzione soddisfacente questione indipendenza politica dell'Irak dal punto ·di vista arabo.

Per la Siria la Francia avrebb€ offerto al Re Hedjaz concessione territoriale interna, riservandosi occ~azione 'solo litorale di quella provincia.

Di fronte riserva Re Hedjaz, di cui al mio telegramma n. 62 (4), la Francia, su proposta dell'Inghilterra, avrebbe annuito usare al Re Hedjaz per la Siria stesso trattamento convenuto con l'Inghilterra per l'Irak nei riguardi egemonia araba purché egli intensificasse Ja rivolta dei beduini della Siria contro i turchi.

I colonnelli Wilson e Brémont mantengono assoluto riserbo.

(l) -Cfr. n. 81. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. 779 del 28 maggio. (3) -T. 682 del 24 maggio, non pubblicato. (4) -Non rinvenuto.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1330/243. Londra, 26 maggio 1917, ore 10,36 (per. ore 7 del 27).

Oggi ho dato lettura a Cecil del telegramma di V. E. responsivo a quello del ministro degli affari esteri russo (telegramma di V. E. Gab. n. 679) (1). Cecil ha trovato la redazione 1perfetta. Ho creduto ad ogni buon fine dargli comunicazione pure dell'altro telegramma di Gab. n. 705 (2) particolarmente insistendo sulla chiusa del medesimo. Cecil ha detto che appena ricevuto il telegramma di Rodd aveva telegrafato a Buchanan di trovare il modo d'inserire la modificazione ,suggerita da Rodd in seguito alle osservazioni di V. E. allo scopo di precisare meglio le nostre rivendicazioni. Sperava che il suo telegramma sarebbe giunto in tempo. Non aveva però potuto omettere 'l'ultima parte della comunicazione a nome del Governo britannico perché il Governo russo, ~che su quel punto insiste in modo [In'ec~puo, se ne avrebbe avuto sicuramente a male. Mi è parso ~capire che Cecil si P'roponeva di telegrafare pure a Rodd al ~riguardo. Sulla questione della ,revisione degli accordi Cecil era oggi assai meno fiducioso ed assai più preoccupato di mer,coledi scovso. Recentissime notizie gli fanno temere ~che il Governo russo voglia insistere. Finora non ha sentito accennare aHe rivendicazioni nostre, è ~stato però informato di una forte corrente prevalente in senso ~contrario a qualsiasi annessione delle colonie tedesche conquistate dagli inglesi. Queste disposizioni russe concludeva il ministro lasciano purtroppo prevedere una spinosa delicatissima discussione.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1339/244. Londra, 26 maggio 1917, ore 22,36 (per. ore 7 del 27).

Mio telegramma Gabinetto ... (3).

Cecil mi ha comunicato oggi per l'eventuale appcrovazione di V. E. la nota focrmula qui él!PIPresso rwcrodotta in testuale traduzione, drca la quale Buchanan ha consultato pucre Thomas:

« I tre Governi dopo ac~curato esame e discussione sono giunti ad un accordo provvisocrio («provisional ») circa l'entità (extent) dei locro interessi in Asia Minore. Quanto ai metodi pecr tutelare tali interessi in modo che assicuri un uguale tcrattamento a tutte le parti interessate, procedono le discussioni che non possono essere concluse senza piena consultazione col nostro alleato russo.

Ho osservato : l) mi sembrava desiderabile omettere l'aggettivo • provisional • che nella traduzione italiana (temporaneo o provvisorio) ,si presterebbe a false interpretazioni non corrtspondenti all'esatta situazione, in quanto, salvo l'assenso del Governo russo, l'accordo per quanto ,conceme i ·tre Governi va considerato come definitivo: 2) che pel medesimo ordine di idee avrei soppresso pure le parole «le discussioni procedono ancora • le quali mi sembravano inutili. Queste osservazioni erano beninteso mie personali giacché in quei punti nonché sru tutto il resto della formula io dovevo naturalmente riservare giudizio ed istruzioni di V. E. Ha poi aggiunto che l'ufficio competente sta preparando il testo del noto memorandum da scambiare. Gli ho ricordato occorreva in modo assoluto escludere l'inaccettabile condizione circa gli citeriori sforzi militari. Dopo un amichevole accenno alla tenacia delle mie insistenze il ministro ha ripetuto che dov;eva consultare il Gabinetto di guerra osservando tuttavia che non vedeva come :si potesse modificare comunicazione ufficiale già fatta a V. E. da Rodd. Ho per colllto mio replicato 'che tale difficoltà era fadle a superare, bastava introdurre nel promemoria un altro paragrafo per constatare che, in seguito alle obiezioni del R. GoVIerno, tale condiz·ione era stata ritirata (1).

(l) -Cfr. n. 58, che però non è di gabinetto. (2) -T. gab. 705 ritrasmette a Londra il t. gab. 1211/195 da Pietrogrado dell'8 maggio, che non si pubblica: operazioni inglesi in Mesopotamia arrestate al punto in cui si trovano e limitate al consolidamento. (3) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1345/221. Pietrogrado, 26 maggio 1917, ore 23,40 (per. ore 23,30 del 27).

Buchanan ha oggi consegnato a Terescenko il nuovo testo deJ.la risposta del suo Governo alla nota di Miliukoff, testo di cui V. E. avrà già conoscenza. Ministro gli ha espresso il desiderio che detta risposta contenga anche una menzione del principio di libera scelta delle proprie sorti da parte della popolazione e a quanto ho motivo di credere Buchanan ha telegrafato a Londra in senso favorevole a tale desiderio.

111

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1357/224. Pietrogrado, 26 maggio 1917, ore 21,23 (per. ore 21,20 del 28).

Neratoff mi ha detto che stante le modificazioni che Terescenko ha chiesto vengano introdotte nella risposta inglese (mio telegramma di Gabinetto

n. 221) (l) questa veniva frattanto considerata come non consegnata ufficialmente Le tre note non verranno eventualmente pubblicate che insieme.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, li, cit., pp. 234-235.

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RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 26 maggio 1917.

Nell'agosto dello scorso anno l'onorevole Tovini presentò una sua interpellanza al ministro delle colonie riguardante l'accordo itala-britannico per il Giuba firmato da V. E. e da Sir Rennell Rodd il 24 dicembre 1915.

S. E. Colosimo ne diede notizia a V. E. per la parte che riguarda il ministero degli esteri • con preghiera di sue comunicazioni •.

Fu risposto che per il seguito da dare a tale interpellanza questo ministero si rimetteva a quanto avrebbe deciso quello delle colonie, essendosi passate direttamente tra esso e l'Ambasciata britannica le trattative che condussero alla stipulazione dell'accordo internazionale.

Il ministro delle colonie chiese allora il parere di V. E. su due punti: l) se l'accordo avesse avuto bisogno di ratifica; 2) se l'accordo dovesse esser,e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Somalia italiana.

Sentito anche il parere dell'ufficio del Contenzioso, fu risposto: l) che non si credeva necessaria la ratifica dell'accordo, ma che l'accordo stesso avrebbe dovuto essere dichiarato esecutivo da un decreto luogotenenziale; 2) che trattandosi di disposizioni ,che interessano l'ordinamento amministrativo deLla Colonia, l'accordo avrebbe dovuto essere pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Somalia italiana.

Seguito poi uno scambio di memorie tra questo e il ministero delle Colonie circa l'opportunità o meno di sentire il Consiglio Coloniale e sopravvenuta la pubblicazione dell'accordo nel Bollettino per iniziativa del Governo della Somalia italiana senza attendere le istruzioni ministeriali, non resterebbe ora che presentare l'accordo al Parlamento e S. E. Colosimo lascia in [proposito ogni determinazione a V. E. che lo :firrrnò.

Giacché l'accordo rimonta ormai a un anno e mezzo fa, in considerazione dell'interpellanza Tovini che ad esso si riferisce, e poiché lo Statuto non prescrive la presentazione di convenzioni del genere al Pa11lamento che quando il Governo del Re lo ritiene opportuno, l'Ufficio propone di sopra,ssedere per ora alla presentazione stessa, rimandandola -se del caso -a quando l'accordo sarà completato dalle convenzioni secondarie che esso comporta.

Se V. E. è di eguale parere se ne informerà il ministero della Colonie (2).

(l) -Cfr. n. 110. (2) -Annotazione marginale di pugno di Sonnino: • Mi pare consigliabile presentare l'accordo al Parlamento •·
113

IL CONSOLE GENERALE A MANAGUA, CAMPARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 111. Managua, 26 maggio 1917.

Ho l'onore di rimettere a V. E. un esemplare della Gaceta giornale ufficiale, n. 111 del 25 maggio u.p. in cui è pubblicato il Decreto del 19 del coil"rente che sospende le relazioni diplomàtiche fra questa Repubblica e l'Impero germanico, e autorizza il potere esecutivo per concedere al Governo degli Stati Uniti l'uso dei porti, acque territoriali e vie di comunicazione nonché altre facilitazioni che siano necessarie durante il presente conflitto.

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IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'EGEO, CROCE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 1812. Rodi, 26 maggio 1917.

Come è certamente noto a codesto Ministero, la protezione esercitata dalla Francia sulla Missione Francescana di Rodi, come sugli altri istituti religiosi in Oriente, fa obbligo al Prefetto Apostolico della Missione di celebrare annualmente alcune messe consolari ,solenni in onore del Governo francese. Fra le messe consolari obbligatorie a Rodi vi è quella del giorno di Pasqua ed in essa il Prelato officiante deve tributare speciali onori al rappresentante della Repubblica, con un determinato cerimoniale, comprendente incensi, inchini ecc. ecc.

A questa messa solenne non può evidentemente assistere il Tenente Generale Governatore del Dodecanneso; perché, essendo essa esclusivamente in onore del Governo francese, egli si verrebbe a trovare in condizioni di infer·iorità rispetto ad un semplice vice-console accreditato presso il Comando. È appunto per questo motivo che tanto S. E. il Generale Ameglio come gli altri Governatori italiani dell'Egeo evitarono sempre di trovarsi in chiesa contemporaneamente al vice-console di Francia.

Nel giorno di Pasqua di quest'anno, sembrandomi opportuno che il Comando del Corpo d'occupazione dell'Egeo rendesse omaggio alla religione dello Stato e ai sentimenti religiosi della gran maggioranza dei nostri militari, ordinai che alla consueta messa ordinaria della domenica (che si celebra, per conto del Comando, ad uso dei militari) intervenisse un reparto di truppa con bandiera e fanfara; e vi intervenni io stesso con una lunga rappresentanza di ufficiali e funzionari del Corpo d'occupazione.

n servizio religioso si svolse precisamente come negli altri giorni festivi, cioè in forma molto semplice. Però il Padre Apostolico, che officiava, venne ad ossequiarmi al mio ingresso in chiesa, presentandomi l'acqua benedetta, e disse un breve discorso di saluto alla bandiera d'Italia. La funzione, che, pur senza grande apparato, riuscì molto solenne, produsse nella colonia italiana di Rodi la migliore impressione.

Sembra però che al nuovo vice-console di Francia a Rodi, Signor Giorgio Terver, non sia piaciuta la solennità di questa cerimonia italiana; 'e mi risulta che egli ha perciò vivamente biasimato il Prefetto Apostolico, osservando che l'eccessiva pompa data alla nostra funzione aveva sminuito il valore della messa consolare francese celebrata lo stesso giorno -ma ad altra ora nella stessa chiesa. Mi risulta anche che in questa circostanza il Signor Terver ha mosso rimostranze allo stesso prelato per la sua opera non sufficientemente ligia agli interessi della Francia e troppo simpatizzante per il nostro Paese; ed ha poi in modo speciale lamentato che nel locale collegio delle Suore di Gemona troppo sensibile si manifesti l'influenza del Governo ,italiano.

Il Prefetto Apostolico -che è il padre Ignazio Beaufeys, non suddito francese, ma suddito belga -poté facilmente ribattere l'appunto fattogli a proposito della messa di Pasqua, esponendo le stesse ragioni che io ho sopra indicate, per le quali fu necessario che la messa militare italiana fosse indipendente da quella consolare francese, e facendo inoltre osservare che la solennità speciale della funzione italiana rappresentò un omaggio del Corpo d'occupazione dell'Egeo alla Chiesa cattolica, omaggio del quale la Francia, protettrice dei cattolici in queste regioni, non può certamente dolersi. Disse poi che la protezione esercitata dalla Francia sulla Missione Francescana non fa a lui altro obbligo all'influori di quello di innalzare la bandiera nei giorni festivi e nelle feste nazionali della Repubblica, e di celebrare determinate Messe e Te Deu:m; che per ogni altra funzione del culto egli si considera indipendente; che la Missione ha ricevuto molti benefizi da S. E. il Generale Ameglio e dai suoi successori, e che perciò ha obblighi di deferenza verso il Governo italiano.

In quanto poi riguarda l'influenza italiana che, secondo il vice-console di Francia, sarebbe troppo sensibile nelle scuole delle Suore, il Prefetto Apostolico notò come il Governo francese dia a quelLe religiose un sussidio assolutamente insufficiente; che invece tanto S. E. il Generale Ameglio quanto i suoi successori le beneficarono largamente; che ad ogni modo l'insegnamento della lingua italiana nel collegio delle Suore risale al 1875 e cioè a data molto anteriore all'occupazione italiana.

In realtà, questo Comando non esercita, né ha mai esercitato nessuna influenza palese né sulla chiesa né sulle Suore cattoliche di Rodi: anzi, tenendo conto della posizione ufficiale che ha la Francia rispetto alle popolazioni cattoliche in Oriente, ha sempre evitato con cura qualsiasi atto che potesse sembrare meno riguardoso verso l'autorità del Governo francese e di chi lo rappresenta in questa città. Ma non può evidentemente non accogliere con compiacimento le numerose manifestazioni di simpatia all'Italia che gli sono pervenute da molte parti e quindi neppure quelle che gli pervengono dall'elemento cattolico locale.

Quanto sopra ho creduto doveroso di rappresentare a codesto Ministero, non

certo per sollevare ora la grave questione dei cattolici nel Dodecanneso: que

stione che -a quanto mi risulta -sarebbe già stata posta verso il 1910 quando furono svolte trattative per passare la missione cattolica di Rodi sotto il protettorato italiano, e che evidentemente dovrà essere nuovamente sollevata, e risolta, a tempo opportuno. Ma tutto questo ho creduto necessario di far conoscere a codesto Ministero perché so, in via confidenziale, che sull'argomento il vice-console di Francia ha già inviato un rapporto al suo Governo, chiedendo che, a mezzo della • Propaganda Fide •, si facciano pratiche intese ad ordinare al Padre Apostolico di Rodi di seguire un indirizzo più conforme agli interessi francesi. E mi permetto di osservare che, per evidenti ragioni di prestigio, sarebbe opportuno impedire che à questo Prefetto Apostolico venissero fatte rimostranze per il suo modo di comportarsi verso il nostro Governo e verso il nostro Paese.

Aggiungo infine, per opportuna notizia di codesto Ministero, che certamente il vice-console di Francia non ha agito di sua iniziativa. Il Signor Terver, che è giunto da poco tempo a Rodi, si dimostra persona cortese, equilibrata, aliena dall'intrigo, deferente verso il Comando, simpatizzante per l'Italia. Ma egli non conosce ancora l'ambiente locale, anzi non conosce neppure in genere l'ambiente del Levante, ove egli non fu mai prima d'ora. E perciò non vi ha dubbio che egli fu spinto ad agire da persone del luogo a noi ostili, e probabilmente anche da qualche fanatico frate francese della stessa Missione Francescana.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 782. Roma, 27 maggio 1917, ore 21.

Telegramma S. V. Gab. n. 29 (1).

Briand si sarebbe· incontrato con Bernstorff.

116

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 783. Roma, 27 maggio 1917, ore 22.

Mio telegramma n. 677 (2) e telegramma per posta n. 4965 (3). Ho pregato Bernabei di appurare se la Francia è consenziente nella promessa che Inghilterra avrebbe fatto al Re Hedgiaz di riconoscerlo quale primo

6 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

principe dell'Arabia e di prendere in benevolo esame questione egemonia araba in seguito ai risultati della guerra. Bemabei risponde quanto segue:

• In nuove indagini fatte ... ecc. (come nel telegramma n. 1857/64) • (1). Prego domandare chiarimenti a codesto Governo su quaDJto precede.

(l) -Cfr. n. 74. (2) -T. 677 del 23 maggio spedito al Cairo, che non si pubblica: R. nave Calabria già partita per Cairo. R. ministero Colonie non crede poter modificare disposizioni per missione musulmana Hedjaz. (3) -Non rinvenuto.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 785. Roma, 27 maggio 1917, ore 22.

Rispondo al foglio di V. E. n. 2639 in data 25 maggio (2). Condivido pienamente giudizio di V. E. sopra il genera·le Sarrail, e presentandosene l'occasione non ho mancato di manifestare la mia opinione ai Governi francese ed inglese. Ma per le stesse ragioni d'ordine politico inlterno, che son note a V. E., non è stato possibile né credo probabile una sua sostituzione. La questione personale ckca comando dell'armata in Macedonia appare però oggi sorpassata dalla situazione qual'è delineata nel telegramma di V. E. n. 2650 (3) cui rispondo con mio foglio di oggi.

118

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 1388/207. Jassy, 27 maggio 1917, ore 13 (per. ore 12,05 del 30).

In relazione al mio telegramma Gabinetto n. 205 (4) mi permetto far presente che se il nostro Augusto Sowano 'credesse nella sua risposta di far 'cenno all'esercito romeno ristaurato in modo davvero inatteso (come risulta dalle truppe della seconda armata e da quelle di riserva che hanno figurato alla rivista della festa nazionale del 23 corrente) dopo tante sofferenze e all'azione personale d'el Re Ferdinando in senso Hberale, ciò sarebbe oltremodo grato a Sua Maestà. Nelle artltuali circostanze dolorosissime per la Romania e per la sua dinastia Sovrano e popolo sono oltremodo sensibili alle attenzioni che vengono loro usate. Di ciò si è ben reso conto il Governo francese come risulta dal mio telegramma 178 (5).

Nel caso in ·cui piacesse a S. M. il Re onorare in questa ed in altre occasioni il Re di Romania con una dìstinzione italiana mi LSia lecito sottoporre che una onorificenza militare riescirebbe particolarmente accetta e ciò anche in relazione al mio telegramma Gabinetto 147 (6).

(l) -Cfr. n. 107. (2) -Cfr. n. 97. (3) -Cfr. n. 106. (4) -Cfr. n. 49. (5) -Non pubblicato. (6) -T. gab. 147 del 29 aprile, non pubblicato: il re di Romania non ha apprezzato la· decorazione conferitagli dal re d'Inghilterra.
119

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. CIFRATO 465/116. Tokio, 27 maggio 1917.

Nel mio rapporto n. 464/115 (l) dì pari data ho avuto l'onore dì accludere la lista degli undici ufficiali giapponesi componenti la missione militare che il Governo giapponese invierà in Francia ed in Italia.

Richiamando il contenuto del rapporto confidenziale dell'8 febbraio u.s.

n. 135/36 (l) e per l'esperienza che oltre quattro [anni] dì soggiorno in Giappone mi danno in questa delicata materia è mio dovere vivamente raccomandare alle autorità militari del Regno mostrare agli U(fficiali giapponesi il meno possibile della nostra organizzazione militare e navale escludendoli in ogni modo dalla conoscenza dei nostri segreti.

Chi in buona fede considerasse gli ufficiali giapponesi come amici o come alleati commetterebbe delitto vivamente lesa patria, non solo ma non bisogna dimenticare che le norme dell'onore nipponico sono tanto opposte alle [nostre] da ammettere ciò che da noi :costituirebbe indegnità ~r un soldato e gentiluomo. Il vecchio codice d'onore del Samurai sempre in esistenza, permette di dare la propria parola all'amico e al nemico per tradirli.

Rispettando le ragi011i politiche ~che possono consigliare a:l R. Governo una linea di condotta più o meno amabile verso il Giappone, è però mio dovere far conoscere all'Alto Comando e agli ufficiali del nostro paese il trattamel!llto che gli ufficiali giapponesi hanno fatto subire ai prigionieri di guerra originari dell'... (2) e delle terre italiane, trattamento che ha culminato giorni or sono nel tentato suicidio di uno di quegli infelici.

A proposito di questi prigionieri di guerra V. E. stessa esprimeva nel telegramma n. 615 del 6 corrente (l) le sue meraviglie per le condizioni tutt'altro che amichevoli sotto le quali H Governo giapponese ha consentito a restituirli, dopo mie lunghe e continue insistenze di mesi e mesi. Il mio rapporto confi~ denziale del 7 aprile n. 302/82 (l) ha. del resto lumeggiato a V. E., in tutta la loro crudezza, quelle condizioni.

Poiché me se ne porge occasione un altro fatto debbo far (pl"esente ~che rivela il pensiero giapponese a nostro riguardo, fatto che prego comunicare al Ministero della Marina.

Allorché il Ministero della Marina chiese al Governo giapponese la ufficialità di due cacciatorpediniere in cantieri navali privati locali per conto della Maestà imperiale, (vedere ... (2) del 15 apvile 1917) questo Governo, giuocando

sull'equivoco rispose alla mia domanda che i due cacciatorpediniere si stavano costruendo per il Governo francese, mentre la verità era che oltre quei due il cantiere navale Kawasaki e il cantiere della Mitsubishi pronti costruiti hanno due cacciatorpediniere tipo per conto del Governo giapponese.

Edotto di questo, ricevendo la risposta ufficiale gi~pponese, io osservai ,che precisamente di quest'ultime due il R. Governo domandava possibilmente la cessione, ma questo vice ministro degli affari esteri invece di avere il coraggio di un franco rifiuto, tornò a negarmi l'esistenza delle cacciatorpediniere tipo Momo e non nascose il suo malumore dicendomi « che io non poteva essere meglio informato del Governo imperiale circa le costruzioni dei cantieri navali giapponesi,.

l 13 prigionieri di guerra irredel!llti delle cui pene mi sono dovuto occupare, per tanto tempo, quando fra poche settimane, come spero, saranno in Italia, edificheranno coi loro racconti i superiori e i camerati circa le torture morali cui lì hanno sottoposti i sedicenti nostri alleati.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 787. Roma, 28 maggio 1917, ore 18.

Rodd mi accennava oggi sommariamente ad una proposta telegrafatagli da Londra intorno alla quale supponeva che avessi già avuto notizia da Barrère. Si tratterebbe di un progettato incontro del Re Giorgio e del Presidente Poincaré con Sua Maestà il Re, da tenersi in qualche punto della Tiviera prossimo alla nostra frontiera.

Ho risposto che Barrère non me ne aveva fatto parola, che si trattava di questione assai delicata, ma che ritenevo mio dovere manifestargli 'subito la mia ~ima impressione. Supponevo che la mossa fosse di origine francese. In politica primeggia la questione dell'opportunità e il momento attuale parevami poco opportuno per un simile incontro.

In Inghilterra il Governo si mostrava fortemente preoccupato dallo stato d'animo russo riguardo agli intenti degli Alleati, temendo perfino una pace separata. Orbene, l'incontro progettato desterebbe maggiori sospetti in Russia e darebbe motivo a nuove insinuazioni e sobillazioni tedesche e rivoluzionarie a Pietrogrado per far credere ,che i tre Alleati si oppongano alle mire della democrazia russa pei loro esclusivi interessi. Accuserebbero gli in~lesi e noi di non preoccuparci che degli interessi dinastici. Tutto ciò accentuerebbe la divergenza tra i russi e i loro alleati in Europa.

Anche nei riguardi degli Stati Uniti d'America non mi pareva che oggi questa nostra riunione a tre fosse politicamente opportuna. In fondo tutto questo mirava specialmente al sacrifizio del Re Costantino, ,che pareva il primario obiettivo della diplomazia francese.

Ora il fare intervenire in ciò i nostri Sovrani anche se soltanto in apparenza e pel grosso pubblico, sembravami equivalente al menomarli e in certo modo avvilirli.

Se il sacrificio del Re Costantino si doveva compiere per contentare le brame parigine, si facesse senza farne ricascare in alcun modo l'odiosità sui nostri Sovrani; e se non si doveva compiere, era meglio evitare che l'ira dei rivoluzionari e dei democratid idrofobi si rivolgesse contro di essi, attribuendo loro la <responsabilità del salvataggio. Quale altro programma o scopo poteva avere oggi il progettato incontro? Forse quello di tornare a discutere sui vari accordi già conclusi in passato o in corso di esame? Non vedevo il vantaggio di mescolarvi i Sovrani; n~ mi pareva che fosse opportuno l'intavolare oggi tali discussioni tra gli stessi Governi. Per quanto riguardava l'Italia non ritenevo che ci fosse da mutare nulla agli accordi generali .già presi nella convenzione di Londra -personalmente vi sarei contrario; e riguardo all'Asia Minore basterebbe oggi una semplice conferenza di ambasciatori per risolvere quanto potesse occorrere.

Rodd mi disse di aspettare prima di dare alcun seguito alla proposta (1).

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IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 1882/66. Gedda, 28 maggio 1917, ore 12,05 (per. ore 21,05).

Faccio seguito al mio telegramma n. 64 (2). Persona bene informata mi. ha confidato che l'accordo segreto fra Inghilterra e Re Hedjaz circa Irak comprenderebbe ancora ricostituzione antica sovranità araba casa Hascemita su quella provincia che verrebbe proclamata indipendente dopo guerra ,sotto protettorato inglese eguale a quello esercitato dall'Inghilterra in Egitto. La Francia non sarebbe aliena dall'agire analogamente per la Siria. Si crede altrettanto farebbero gli Stati Uniti d'America ove assumessero protettorato della Palestina. Frattanto Inghilterra avrebbe aumentato appannaggio Re Hedjaz da 125.000 a

200.000 lire sterline al mese perché intensificasse rivolta beduini dell'Arabia contro turchi (3).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 796. Roma, 28 maggio 1917, ore 21,30 (4).

(Meno Londra). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Londra quanto segue: (Per tutti). Prego V.E. telegrafarmi il suo pensiero circa la possibilità di ottenere che indipendentemente dalla formula di cui al mio telegramma nu

• Rodd mi avverte che nella proposta telegrafatagli relativa ad un incontro tra sovrani e Poincaré è corso un errore. Invece che di località prossima alla frontiera itala-francese, si trattava del fronte francese. Aggiunge che, " non avendo il suo collega francese parlato dell'argomento ", egli mi prega di far conto che egli non ne abbia parlato nemmeno •.

mero 794 (l) che si approvi costà fra V.E. l'ambasciatore di Francia ed il ministro degli affari esteri britannico una dichiarazione nel senso seguente:

c Qualora l'accordo non sia rraggiunto con la Russia prima dell'inizio eventuale di trattative con la Turchia, o qualora la Russia faccia defezione, le intese concluse tra i tre alleati awanno pieno vigore per quanto ili riguarda reciprocamelllte ::..

(l) Ed. in SoNNINo, Diario, III, cit., pp. 135-137. In data 29 maggio Sonnino scrisse il seguente appunto:

(2) -Cfr. n. 107. (3) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 711 del 29 maggio. (4) -Sic, ma il t. gab. 794, cui si fa riferimento nel testo, risulta trasmesso alle ore 22.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. 704. Roma, 28 maggio 1917, ore 22.

Barrère mi comunicava poi che l'accordo angJo-spagn.uolo relativo allo scambio di varie merci, fimlato a Londra da Cortina sotto il ministero Romanones era poi stato disdetto da Garcia Prieto, per qualllto :riguardasse gli alleati in genere, e specialmelllte per gli articoli interessalllti la Francia e l'Inghilterra. Il Governo francese rilevava la convenienza di mettersi d'accordo tra gli Alleati sui mezzi di pressione da esercitarsi nell'interesse comune sulla Spagna, valendosi ciascuno dei mezzi speciali a sua disposizione, ossia l'Inghilterra del carbone, la Francia dei fosfati, l'Italia della canapa e dello zolfo. Ciò diceva nei riguardi dei negoziati in 'corso tra Italia e Spagna, e perché si desse istruzioni al

R. rappresentante a Madrid perché non separasse la sua azione da quelle dei colleghi alleati. Ho risposto che non ricordavo lì per lì a che punto fossero giunti i nostri

negoziati. Consentivo in genere ad un mUJtuo appoggio. Prego V.E. tener presente tale colloquio per quanto è possibile fare (2).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 794. Roma, 28 maggio 1917, ore 22.

(Meno Londra). R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

c Cecil mi ha comunicato... (come nel telegramma Gabinetto n. 1339/ 244) > (3). Ho ri~osto ad Imperiali quanto segue: (Solo Londra). Telegramma di V. E. Gab. 244. (Per tutti). Approvo osservazioni di V. E. su formula proposta. Propongo

sopprimere parola c rprovisional ::.. Alla espressione «Asia Minore::. sostituirei quella di • Turchia asiatica • non potendosi comprendere Mesopotamia, Siria, ecc., nell'Asia Minore.

Formrulerei secondo periodo come segue:

« Quanto ai metodi per tutelare t~ interessi in modo che assiCUil'i un uguale trattamento a tutte le parti interessate, essi debbono fare argomento di ·consultazione col nostro alleato russo:..

Come risulta dai miei telegrammi 635 (l) e 658 (2) R. Governo esclude in modo assoluto dalle note memorandum da scambiare qualunque accenno condizionale a ulteriori sforzi militari (3).

(l) -Cfr. n. 124. (2) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 137-138. (3) -Cfr. n. 109.
125

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 791. Roma, 28 maggio 1917, ore 23.

Ho riferito stamane a Barrère aver saputo da Londra e anche da una nota di protesta comunicatami dal ministro serbo dei propositi concordati tra i Governi inglese e :fu.'ancese riguardo al ritiro di tru~ inglesi dalla Macedonia, aJ1 J>!"Ogetto di restringere tutta la spedizione contro la Bulgaria alla sola difesa di un campo trincerato a Salonicco, e alla presa di possesso dei raccolti della Tessaglia come condizione per la levata del blocco verso la Grecia. Mi lamentavo che di tutto questo non mi si fosse dato a tempo alcuna notizia dal Governo francese.

Il R. Governo doveva fare le più ampie riserve di libertà di azione riguardo al corpo di truppe regie ogg.i distaccate in Macedonia, che il Comando Supremo dichiarava non potere neNe nuove condizioni aniliUilziate lasciare laggiù.

Barrère mi disse avere notizia moLto incerta sugli annunziati !Pl"Ogetti e che avrebbe chiesto al più presto precise informazioni (4).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 792. Roma, 28 maggio 1917, ore 23.

Ho insistito presso Barrère sulla opportunità di meglio definire i negoziati tra noi ed il Governo francese sulla frontiera da concordarsi tra le zone rispettive ad ovest di Mersina. Non conveniva rimettere alla conferenza di Londra

tali questioni di dettaglio e riferentisi alle sole due parti direttamente interessate; e ciò per non complicare e prolungare le riunioni a quattro, data la delicatezza delle trattative con la Russia. Il Governo russo si mostrava disposto ad intervenire alla riunione a Londra appena avesse nominato ivi il suo nuovo ambasciatore. Intanto era meglio sbarazzare tra noi il terreno di tutte le questioni minori (1).

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 851. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 880.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 236.

(4) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 138.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 797. Roma, 28 maggio 1917, ore 23.

Barrère mi comunicava stamane il testo della nuova risposta che il suo Governo intendeva fare alla nota del Governo provvisorio russo (Miliukoff) del 9 aprile. Essa differiva in alcuni punti dalla prima risposta data. Ho rtsposto rilevando in primo luogo che, mentre il Governo inglese mi aveva dato notizia di una risposta da darsi al telegramma russo del tre maggio, ora invece 'Si trattava di rispondere alla prima nota del nove aprile. A parte ciò e venendo alla redaz;ione del testo, avrei preferito ,che là dove 1si ac,cennava alle aspirazioni della Francia ,riguardo alle 'condizioni della ventura pace si fosse pure adoperata qualche espreSisione ,che abbracciasse anche le aspirazioni degli alleati, cioè le nostre. Inoltre trovavo, per le ragioni stesse che avevo accennato a Rodd riguardo al progetto del nuovo testo inglese (vedi mio tel. Gab. 754 (2), che ,si farebbe bene a sopprimere tutto l'ultimo periodo, perché superfluo da un lato e non opportuno dall'altro, in quanto poteva in qualche modo 1suonare come un invito ad una revisione dei patti ed accordi già concordati tra gli Alleati: invito di cui conveniva lasciare tutto il peso al Gov,erno russo, e ciò tanto più in quanto era assai dubbio ,che quel Governo se ne sarebbe faciLmente addossata mai la iniziativa. Bar:rère non seppe precisarmi se il nuovo testo fosse o no ,stato già presentato a Pietrogrado. Avrebbe comunicato al suo Governo le mie osservazioni (3).

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 138-139. (2) -Cfr. n. 68. (3) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 137.
128

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1360/181. Atene, 28 maggio 1917, ore 15,30 (per. ore 2 del 29).

Sono informato da buona fonte che il Governo britannico ha fatto dichiarare da Granville al signor Venizelos che esso non considera possibile introdurre ora cambiamenti costituzionali in Grecia, visto •Che risulta chiaro che la maggioranza del popolo è tuttora fedele al Re. In generale Elliott mi assicura che la deliberazione del suo Governo, comunicata a V. E. da Rodd, non debbasi interpretare nel 1senso che Inghilter·ra voglia lasciare mano libera alla Francia in Grecia. Ho detto al mio collega •che spero ·che così sarà ma che era difficile dedurlo dalla lettura del memorandum (1).

129

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1385/227. Pietrogrado, 28 maggio 1917, ore 21,51 (per. ore 16,05 del 30).

Telegramma di V. E. n. 768 (2).

Questo Governo ha ricevuto ieri da Pachieh comuntcazione analoga. Punto di vista russo è •che situazione sul fronte romeno rende desiderabile non si diminuiscano forze alleate in Macedonia. Quanto all'occupazione della Tessaglia essa sarebbe arnmrlSISibile soltanto se fosse necessaria per il rifornimento in cereali dell'esercito alleato, nel qual •Caso però l'occupazione dovrà avere luogo internazionalmente. Ne~ratoff mi ha detto avere ieri stesso telegrafato in questo oonso a Parigi e a Londlra.

130

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1411/211. Jassy, 28 maggio 1917, ore 21,15 (per. ore 18,30 del 31).

Mi viene riferito da fonte attendibile quanto segue: Il signor Voinesco, ispettore della polizia romena, posto dal Governo romeno a disposizione dell'autorità militare •russa, presso la quale è distaccato, ha detto che giorni sono

si sarebbe presentato al generale Stopine, comandante della 9" armata russa, il generale austro-ungarico Bauer il quale avrebbe dichiarato di essere venuto a discutere le condizioni della pace. Il generale russo avrebbe [risposto] di non avere istruzioni a tale riguardo e gli avrebbe chiesto come avesse fatto a giungere fino a lui. G€nerale austro-ungarico avrebbe re,plkato di aver semplicemente attraversato le linee russe venendo dalla fronte austro-tedesca. H generale russo gli avrebbe allo~a detto che il meglio ~che egli poteva fare per lui era di lasdarlo tornare indietro per la via per la quale era venuto senza trattenerlo prigioniero. Il generale austro-ungarico avendo chiesto di essere scortato il generale russo avrebbe rifiutato dicendogli che ,come era venuto senza ,scorta ~così se ne poteva andare nello stesso modo. Generale Bauer si saiTebbe avviato infatti ver'SO le linee austro-tede,sche ma al momento di uscire da quelle russe sarebbe stato fatto ~segno a vari ~colpi di fuoco da parte dei russi e visto ~cadere. Aocorrsi i russi sul luogo non sarebbe stato più ritrovato. Voinesco ritiene che foose stato nascosto o portato via dai complici che egli aveva nelle file russe. Voinesco dice inoltre che giungono nelle file russe agenti tedeschi e giomali in lingua russa stampati in Germania; questi giornali sarebbero assai ricercati e letti dai soldati russi con maggior interesse che non quelli stampati in Russia. Affinché dalla qualità diella persona che l'ha data ci S'i possa render conto del valore di queste informazioni aggiungo ~che Voinesco è molto apprezzato dai ìiUSSÌ e dal

l'ufficio internazionale degli Alleati e che è rivale di Panaitesco e secondo Bratiana l'ispiratore della ~campagna contro il direttore general~e pubblica sicurezza (mio telegramma Gabinetto n. 193) (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 801. (2) -Cfr. n. 84.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 569/144. Madrid, 28 maggio 1917.

II meeting organizzato dai comitati dei partiti di sinistra è stato tenuto ieri nella grande arena dei to;ri di Madrid. Nello stesso luogo aveva avuto luogo alcune settimane or sono il meeting maurista che in causa del nuovo atteggiamento ass,unto dal capo dell'estrema destra era l'isultato una vera Tassegna di forze germanofile; di conseguenza la tendenza opposta ha voluto affermarsi nello stesso luogo e con uno sfoggio di forze anche maggiore. Da questo punto di vista il successo fu completo il numero degli intervenuti avendo superato di gran lunga, quasi del doppio, quello del meeting maurista; vero è ~che molte persone erano state fatte venire dalle provincie. Parlarono gli uomini principali

delle sinistre estreme, Unamuno, Simarro, Castrovido, Lerroux, Melquiades Alvarez; il partito liberale che costituisce la sinistra schiettamente dinastica era

bensì irapp.resentato nell'uditodo ma non fra gli oratori. Fu votata una deliberazione della quale accludo il testo (l) e che afferma non convenire alla Spagna una politica d'isolamento, es,sere necessari un avvicinamento alle potenze occidentali e la rottura con la Germania. Rottura, s'intende, diplomatica, nessun oratore avendo invocato la guerra. Nella enorme as,semblea l'ordine fu mantenuto in maniera soddisfacente, meno qualche interruzione che occasionò diverbi tra vicini, tutto trascorse tranquillamente. Casi più seri si produssero all'uscita dove gli intesofili uscendo dal meeting s'incontrarono in vari gruppi germanofili, vi furono colluttazioni, l'intervento della polizia insolitamente energico condusse a qualche collisione, si contano una trentina di feriti, nessuno però grave e l'oirdine fu prontamente ristabilito. Il Governo aveva del resto proibito una contromanifestazione che i germanofili preparavano nelle vie alla fine del meeting, e gli incidenti sopra accennati dimostrarono quanto fos,se stato saggio quel divieto.

Gli ocr.-ganizzatori del meeting si dichiararono assai .soddisfatti ma se la ;rassegna delle Imo forze è riuscita imponente è per lo meno dubbio che queste siano state saggiamente impiegate. Il meeting che doveva segnare al Governo, nella mente dei suoi promotori, un indirizzo di polittca estera, è riuscito in fatto una manifestazione di politica interna in senso schiettamente repubblicano, ciò per causa degli orrato;ri i quali dimostrarono una volta di più ·Che sotto le fobie e le filie internazionali che dividono ora la Spagna, si nascondono soprattutto diverse tendenze di politica interna. Non si risparmiarono attaochi al Re e all'esercito, lo stesso Melqufades Alvarez, capo dei riformisti i quali da poco tempo hanno fatto adesione alla monarchia, Sii lasciò trascinare a dichiarazioni nelle quali si può, volendo, ravv:iiSare una abiura della sua recente conversione. Ciò non giova alla causa degli Alleati, ed uno dei membri del Governo mi dkeva non senza ragione stamani che gli oratori del meeting non avrebbero potuto far meglio se fossero stati pagati dall'ambasciata di Germania.

Due infatti sono le maggiori armi di propaganda dei germanofili spagnuoli; essi affermano d'essere i rappresentanti del principio di ordine, essi si dicono i soli schietti difensori della neutralità. Con la seconda affermazione essi ottengono larghe adesioni nelle masse popolari e nello stesso partito operaio organizzato: con la prima essi attraggono a sé la gente timida numerosissima, che paventa per la Spagna il ritorno all'era delle rivoluzioni. E come la stampa e i governi alleati non hanno provveduto sufficientemente a privarli della prima di quelle armi proclamando con tutta l'abbondanza voluta che nessuno degli Alleati chiese mai alla Spagna di entrare in guerra, così ieri i partiti d'estrema sinistra hanno rafforzato la seconda convertendo la questione internazionale in una piattaforma di politica antidinastica e confondendo la causa della Intesa con quella della rivoluzione. Ciò non deve destar soverchia meraviglia in un paese dove il regime parlamentare è stato falsato in modo da far dipendere la vita dei mini~teri, come si è visto nell'ultima crisi, dal beneplacito della Corona, onde questa ne rimane troppo spesso scoperta; ma comunque sia credo che la giornata di ieri abbia nociuto più che giovato alla causa dell'Intesa in Spagna.

(l) Non pubblicato.

(l) Non si pubblica.

132

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1387/135. Cairo, 29 maggio 1917, ore 15,55 (per. ore 18,30).

Telegramma di V. E. n. 5584 (1). Idris Luxor non ha precisato l'ammontare del ·compenso che io salvo ordini in rcontrario di V. E. ritengo più opportuno non chiede,rgli. Entità equo compenso a mio cremissivo parere dovrebbe essere determinata in base importanza servizi di Idris ed ai risultati ottenuti nonché all'interesse che annettiamo di tenerlo legato per ogni possibile evenienza. Su questa ultima convenienza non ocedo vi sia dubbio. Quanto al valore della sua opera, benché manchi di molti elementi di giudizio, pure dalle affermazioni

dell'alto commissario britannico mi consterebbe che essa ha dato risultati insperati nelle attuali ·condizioni. Partendo da questa premessa V. E. giudicherà se non .sia il caso di trattare con Idris per un compenso, ·Che sia compreso nei limiti proposti dal commendator Serra nel suo rapporto segveto rimesso personalmente a V. E. il 22 settembre 1915 relativo alla liberazione dei prigionieri di Giarabub. Qualora V. E. credeSise incaricanmi della liquidazione pregherei fissarmi dfra masrsima e dirmi in pari tempo se sia autorizzato a tacitare aniche avvocati I'smail e Castagnoli ove mi sia possibile farlo con una somma non troppo elevata.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1370/134. Parigi, 29 maggio 1917, ore 17,10 (per. ore 19,10).

Situazione sembra qui peggiorare notevolmente. Socialisti tendono ad unirsi tutti concordi per ·cons·iderare la possibilità di una prossima pace. Gli scioperi aumentano e assumono una certa importanza. Le recenti discussioni sulla marina hanno prodotto un notevole malumore contro il ministro della marina che, pare probabile, dovrà dimettersi.

Alla Camera civcola la voce della scoperta a Pietrogrado di una lettera compromettente di Poincaré e ciò accredita l'opinione di una prossima crisi presidenziale a cui già accennavo nel mio telegramma n. 114 (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 954.
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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1379/60. Corfù, 29 maggio 1917, ore 20,10 (per. ore 21,35).

Pachich e gli altri ministr.i sono partiti da Salonicco e attesi qui domani sera. Constami progetto trasferimento Niausta abbandonato. Ho ragione di credere tuttavia ·che Governo ,serbo in vista inconvenienti dell'isolamento in cui trovasi in Corfù ~studierà un'altra 'soluzione sd.a in Macedonia sia in Europa (sic) . '

135

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 803. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Barrère mi riferiva che il Presidente della Repubblica francese invitava

S. M. il Re incontrarsi con lui e col Re d'Inghilter:ra al fronte froncese; e che sperava che l'incontro potesse avvenire in periodo rproSISimo. Ho r:isposto che riconoscevo ·che per se stesso era utile, per molti versi, che un tale incontro avventsse un giorno o l'altro, ma ·che mi permettevo, malgrado la delicatezza della questione e profittando della nostra ormai lunga 'conoscenza redproca, di manifestargli francamente la mia impressione ·che il momento attuale per effettuare tale idea non fosse dei meglio scelti e dei ;più opportuni. Gli ho quindi esposto sostanzialmente gli stessi motivi che già avevo spiegati a Rodd (mio tel. Gab. 787 (l) cioè l) l'effetto che avrebbe tale riunione a tre fatta in Russia che era già tanto sull'occhio riguardo agli intenti degli Alleati; il fatto stesso dell'attuale situazione incerta dell'ambasciatore Isvolsky a Parigi rendeva anche più difficile il riparare; 2) in grado inferiore l'effetto che la riunione a tre av!febbe prodotto negli Stati Uniti; 3) l'incertezza della situazione del Re Costantino in Grecia, e la convenienza di non associare in alcun modo nella mente del :pubblico l'esito ·che avrebbe avuto tale situazione, sia in un senso sia nell'altro, •con le per,sone dei Sovrani alleati. Concludevo che prima di comunkare al Sovrano l'invito o di investire della questione il Consiglio dei Ministri mi pareva opportuno ~che fosse richiamata l'attenzione del P:residente e

del Governo francese su queste considerazioni riferentisi tutte alla scelta del momento per effettuare un progetto per se stesso degno di approvazione. Barrrère mi disse che aVIrebbe riferito subito a Parigi le mie osservazioni e mi avrebbe fatto ,sapere qualche cosa in proposito (2).

(l) Cfr. n. 120.

(2) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 140-141.

136

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 804. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Fascicolo della New Europe del 26 apdle scorso contiene articoli che sostanzialmente affermano che il popolo italiano dissente da ~coloro che vogliono la :supremazia nell'Adriatico, ~che la politica del Governo rispetto la Grecia e l'Adriatico è frutto dì manovre germaniche, che l'Italia ha compiuto un ricatto negoziando il suo intervento a fianco degli Alleati. Queste pubblicazioni suscitano polemiche e proteste. Comitato centrale pro-Adriatico richiede intervento codesta ambasciata. Prego V. E. cogliere occasione per far notare a codesto Governo quanto precede informando che, anche in seguito a domanda di questa ambasciata inglese, furono già ripetutamente date istruzioni alla nostra censura di impedire pubblicazioni in Italia tendenti a creare malintesi nella opinione pubblica riguardo le relazioni italo-inglesi.

137

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. s. 805. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Mio telegramma n. 779 (1). (Solo Londra). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue: (Per tutti). Generale Cadorna mi comunica seguente telegramma del ge

nerale Pennella in data 27 maggio da Salonic:co:

• Giorno 23 generale Sarrail tentò indurmi ardito prolungamento fronte mezzo generale Grassetty comandante armata francese Oriente. Tenni fermo mio punto di vista autorevolmente appoggiato da V. E. soggiungendo che generale Foch condividendo identico parere avrebbe telegrafato generale Sarrail. Quest'oggi comunicava aggiornamento provvedimento. Frattanto mi consta che saranno tolte dalla fronte italiana alcune... (2) batterie... (2) altre sulla destra e sulla sinistra che avrebbero dovuto concorrere alla difesa della nostra frontiera.

Ciò mentre sarebbe stato indispensabile rafforzare altre batterie nostra fronte giusta mia richiesta. Protesterò per simile grave fatto che potrebbe compromettere situazione nostra unitamente situazione generale. Artiglierie tolte pare dovranno concorrere costituzione corpo che generale Sarrail intende inviare Tessaglia indebolendo oltre misura fronte macedone; anche qui ne conseguirà situazione

non priva gravi pericoli. Ripeto mio profondo convincimento essere necessario

sostituire generale Sarrail il quale colla sua inqualificabile leggerezza tende a

compromettere una situazione già grave. Questo parere è unanimemente qui

condiviso. Il momento sembrerebbe ben scelto per la sostituzione •.

Generale Cadorna 'Soggiunge quanto segue:

• La posizione del generale Sarrail a capo delle forze alleate in Macedonia si rende insostenibile, e l'ulteriore sua permanenza a quel comando può dare luogo a gravi pericoli per noi e per gli altri Alleati. Confermo quindi la necessità che ~con l'aZJione diplomatka venga indotto il Governo :francese a ricltiamare il generale Sarrail sostituendolo nel comando.

Prego V. E. agilre in conformità di quanto precede e telegra:fanni. (Solo Londra). Quanto precede per norma di az,ione concomitante di V. E.

(l) -Ritrasmissione a Parigi e Londra del n. 106; con richiesta di assumere informazionj precise su inten~ion\ di quei Governi circa armata Oriente. (2) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. s. 806. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Ho r1cevuto il foglio di V. E. n. 2675 in data di ieri (1). Dal mio foglio

n. 8 del 27 corrente (l) che le sarà successivamente pervenuto V. E. avrà rilevato che ho già ~comunicato ai Governi di Parigi e di Londra la necessità in cui V. E. si trova di ripd.egare le nostre forze di Salonioco su Valona ove si attuasse il piano franco-inglese ultimamente progettato per l'armata della Macedonia. Data tale comunicazione non ho :Cil'eduto d [potremmo valere allo SCOIPO di ottenere il richiamo del generale Sarrail, della minaccia del ritiro di tutto il nostro ,contingente dia Salonicco, pel'ché dò ci avrebbe posto nell'imbarazzo di doverlo mvece mantenere 'colà ,se d fosse ~stata data soddiiSfazione circa il richiamo del generale Sarrail. Ho però comunicato a Parigi e Londra le grav,i informazioni pervenute a V. E. dal generale Pennella invitandoli a conformare la loro concorde azione alla v1chiesta di V. E.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. R. 807. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Con nota 4 aprile scorso questa legazione di Svizzera ha richiesto sia iniziato procedimento contro Livio Bini imputato di furto 'con effrazione al consolato d'Austria a Zurigo compiuto nella notte dal 25 al 26 febbraio scorso.

La legazione svizzera si riserva trasmettere gli atti d'istruzione, ma essi non ci :sono ancora pervenuti. Si domandava inoltre far 1rtcercare Giovanni Gianini e Remigio Franzioni complici.

Non abbiamo ancora risposto alla nota svizzera e i ministeri competenti stanno studiando un modo di USicire dalla delicata situazione senza dar aPiPiglio a incidenti che :potrebbero anche avere gravi conseguenze internazionali.

Prego intanto V. E. di volere, se pos,sibile, •cautamente indagare fino a che punto codetsto Governo ha in animo di insistere nella delicata faccenda. Gradirò ad ogni modo conoscere suo parere in (proposito.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, E AL CONSOLE GENERALE A CORFU', MILAZZO,

T. GAB. 808. Roma, 29 maggio 1917, ore 22.

Giers mi comunicava che Pasic si era lamentato a Pietrogrado che le truppe serbe fossffi'o state invitate da Sarrail ad occupare la TeSisaglia. Avendo il comando serlbo rimostrato contro di ciò, Sarrail gli avrebbe intimato che altrimenti avrebbffi'o dovuto riprendere subito la posizione sul fronte. Teresenko suggeriva d1e sd dovess•e eseguire l'operazione in Tessa.glia da un COO'!pO misto, a •cui prendeStsero parte distaocamenti di tutte le varie truppe alleate.

Ho riS]posto che per parte mia ero contrario a quest'idea. Ho nal"l"ato sommariamente a Giers dei nuovi propositi manifestati dal Governo inglese riguardo tanto all'iiJ1presa di Salonicco, quanto alla :presa di possesso dei (["accolti in Tessaglia come ·condizione per la levata del blocco, e alla unicità dell'azione diplomatica degli Alleati in Atene; e inoltre delle proteste di Pasic relativamente alla situazione in cui si sarebbe trovato l'esercito serbo. n R. Governo aveva fatte le sue più ampie :riserve su quanto potesse ii"iguardarlo in tutto ciò, e il .comando SU[>remo aveva formulate le :sue proteste. Attendevo in proposito maggiori particolari e precisioni da Parigi e Londra. Intanto non potevo che ripetere i più vivi lamenti per quanto riguardava l'azione del gen&ale Sarrail (1).

Ho risposto che di tutto ciò non avevo nessuna notizia e che mi sorprendeva molto, tanto più che i giudizi comunicatimi dall'ambasciatore Carlotti erano molto favorevoli perla persona di Teresenko e che i suoi apprezzamenti in genere sulle cose russe erano ottimisti anzichenò •·

(l) In SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 139-140, il resoconto del colloquio con Giers continua cosi: • Giers mi ha poi comunicato confidenzialmente alcuni rilievi fatti da Teresenko su una tal quale nervosità dimostrata dal R. ambasciatore a Pietrogrado. Già con Miliukov egli si era lamentato vivamente, chiedendo quasi sconfessioni e riparazioni perché in un avviso di ordine privato di comizi operai si era parlato degli Alleati enumerando gli altri e non menzionando l'Italia. A Teresenko, annunziandogli i recenti successi italiani, aveva, nominando gli austriaci, aggiunto le parole: « que vous aimez tant •. Alle rimostranze del ministro russo, aveva risposto soggiungendo parergli che si conducessero con gli austriaci delle trattative separate. Protestando nuovamente Teresenko che con ciò offendeva non solo lui ma tutto il Governo di cui faceva parte, Carlotti avrebbe dichiarato di essersi male espresso e si sarebbe scusato. Teresenko deplorava questa eccessiva nervosità di Carlotti, che poteva nuocere alla completa e necessaria cordialità delle relazioni tra i due paesi.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1374/245. Londra, 29 maggio 1917, ore 22,34 (per. ore 3,05 del 30).

Tele~amma dà V. E. n. 284 (1).

Cecil mi ha detto d'i non potermi dare una risposta senza inteiiPellare lo Stato Maggioii'e. Ha osseii'vato, ~con riserva di verifica, 'che per quanto risultava a lui l'entità del contingente da noi offerto sor:passerebbe di molto quella del contingente firancese ~che a quanto ricordava è assai limitato. Ha poi ripetuto quanto mi aveva fin da principio detto Hardinge e cioè che le autorità miUtari ,sono in massima assai ,contrarie alla .partecipazione di contingenti combattenti di eserciti amicissimi (sic) come i nostri ad operazioni compiute da truppe in rp;reponderanza britanniche e ciò 'soprattutto nell'intento di evitare fra i comandi :Jlrizioni p,iù o meno inevitabili.

Io gli ho ripetuto la solita mia osservazione ossia la necessità comunque della parità assoluta fra noi ed i francesi.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1369/246. Londra, 29 maggio 1917, ore 22,34 (per. ore 4 del 30).

Mio telegramma n. 244 (2).

Cecil mi ha detto che la comunicazione responsiva britannica al Governo russo è stata fatta con la modificazione :suggerita da Rodd giusta il desiderio di V. E. Ultimo rperi.odo, ha Jripetuto, non si poteva sopprimere senza venire meno allo scopo 'Stesso della comunicazione che era quello di assecondare insdstentemente, volenterosamente il Governo russo.

La comunicazione pare abbia fatto buona impressione su quel ministro degli affari esteri il quale si sarebbe dichiarato d'accordo. Cecil è sempre preoccupato della Jnsistenza colla quale si continua a parlare a Pietrogrado della restituzione delle colonie germaniche. A suo parere, per quanto !t'iguarda il Gove!t'llo britann~co gran parte di quelle ,colonie si potrebbero a rigore !t'estitui.re se non occorresse tener ,conto delle suscettibilità del Gove!t'llo del Suld-Mrica il quale come lo ha solennemente proclamato qui il generale Seuta di restituzione di colonie da esso conquistate non intende assolutamente sent~e patrlare. La questione, concludeva Cecil, è delicata e lo preoccupa (3).

(l) -Numerazione dell'ambasciata. (2) -Cfr. n. 109. (3) -Ritrasmess(} a Parigi e Pietrogrado con t. gab. 811 del 30 maggio.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1367/249. Londra, 29 maggio 1917, ore 22,34 (per. ore 4,40 del 30).

In via affatto privata mi fu oggi confidato che Henderson membro del

Gabinetto di guerra è stato inviato a Pietrogrado in missione straordinaria che

dovrebbe dUII'are varie settimane.

Nel flrattempo Buchanan verrebbe qui in ,congedo. Sarebbe questa un'altra

decisione imposta da Lloyd George contrariamente all'avviso del ministro affari

esteri. Lloyd George nella smania di novità e per voler imitare la Francia

non ha tenuto ,conto che se Paléologue era inviso al nuovo Governo e Thomas

è una pe11sonalità di primo ordine Buchanan è persona grata e possiede di

tutti i molteplici e vari affari in corso una competenza ed esperienza d!i cui

manca assolutamente Henderson, H quale oltre a non godere qui autorità e

prestigio paragonabili a quelli di Thomas in Francia non 1sa una parola di

francese.

Altra versione è che primo ministro abbia voluto inviare Henderson a Pietrogrado per eliminado dal Gabinetto di gue:r:ra dove lo ha già riiiJ{Piazzato con Barnes pure laburista attualmente ministro delle pensioni.

Foreign Office avrebbe messo ·come condizione il ritorno di Buchanan non

appena espletata la missione straordinaria. Prego V. E. •considerare queste dn!for

mazioni come strettamente pe11sonali.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RH. 1368/250. Londra, 29 maggio 1917, ore 22,34 (per. ore 5,10 del 30).

Di •sua iniziativa Cecil mi ha dato oggi una notizia di ·cui ero già infoil"ffiato, della venuta a Londra di Ribot. Riservandosi appena possibile di inviarLe pel tramite dii Rodd una esauriente comunicazione sugli argomenti discussi nella conferenza franco-britannica, Cecil mi ha detto desiderava ,che V. E. fosse intanto informata senza ritardo ·che i due Governi ,conformemente alla decisione presa a Parigi (telegramma di V. E. Gabinetto n. 724) (l) hanno deciso di richiamare da Atene i rispettivi ministri per i motivi già noti. Elliot a suo tempo, non immediatamente, partirà probabilmente in congedo illimitato e legazione d'Inghilterra verrà affidata ad un incaricato d'affari. Governo francese invierà

ad Atene Jonnart con titolo di commissario straordinario ·e con l'incarico di trattare a nome dei due Governi gli affari politici coi quali Sarrail nulla avrà più da vedere. Circa atteggiamento verso la Grecia ,saranno applicate le conclusioni ~concordate a Moriana.

Jonnart ha accompagnato Ribot. Su Cecil ha prodotto la migliore impressione. Lo si considera persona indipendente, imparziale, serena, meritevole di

fiducia.

Cecil avendo accennato alla speranza ,che il R. Governo giudichi possibile di prendere provvedimenti analoghi circa la rappresentanza di Sua Maestà in Grecia, ho risposto sull'argomento non ritenevo naturalmente il caso di esprimere qualsiasi avviso.

(l) Cfr. n. 21.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1376/248. Londra, 29 maggio 1917, ore 22,34 (per. ore 6 del 30).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 781 (l) e mio telegramma... (2).

Cedi mi ha detto oggi che informazioni giunte da Parigi e da Berna esdudono concordemente la gita di Briand in !svizzera. Il ministro osservava che quand'anche a Parigi si ignoravano i movimenti di Briand, gli pareva... (2) che la sua presenza in !svizzera passasse inosservata. Cecil ha aggiunto che di questi tempi circolano e non è da ,sorprendersi notizie d'ogni .genere molte delle quali riescono poi destituite di fondamento. Da altra buona sorgente mi è stato riferito che la pace separata con l'Austria è stata da un pezzo ac,carezzata da Briand il quale durante la sua permanenza al Governo si dedicò con grande alacrità ma riescì solo a • bruciarsi le dita •. Sarà interessante conoscere il risultato delle investigazioni di Paulucci.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1402/223. Pietrogrado, 29 maggio 1917, ore 16 (per. ore 14,40 del 30).

26 maggio. Telegramma di V. E. n. 748 (3).

Missione propostasi da Thomas venendo in Russia era ed è di indurre i socialisti russi alla ripresa dell'offensiva. Entrata dei socialisti nel Governo da lui molto caldeggiata, sebbene indipendentemente dalla sua azione, ha avuto realmente per effetto una certa resipiscenza del Sovietsco e del suo comitato esecutivo i quali hanno sebbene tardi compreso che lo sfasciamento dell'esercito verso cui procedeva a grandi passi avrebbe fatto il giuoco dell'anarchia e della

reazione e ·che in definitiva il paese rimanendo alla mercé della Germania avrebbe perduto la libertà e l'indipendenza. Il Sovietsco però neLl'ammettere la riedificazione dell'esercito, la difesa attiva ed anche l'offensiva, ha chiesto ed ottenuto dal Governo provvisorio l'introduzione nel suo programma della nota formula senza annessioni né contribuzioni nonché le misure preparatorie per mettere in armonia gli accordi cogli Alleati con la nota dichiarazione loro diretta dal Governo. Il Sovietsco infatti, pur confermando di non volere la pace separata e dichiarandosi pronto a riattivare le funzioni dell'esercito, insiste nel suo pensiero dominante che è arrivare alla pace il più sollecitamente che sia possibile e di eliminare tutto quanto possa rltardarla come... (1) (secondo la sua ipotesi) lo spirito degli accordi con gU Alleati. A queste esigenze è credibile che Thomas per favorire compromesso di cui spera ardua ripresa guerra, abbia fatto qualche concessione a nome del socialismo francese ed abbia anche raccomandato al suo Governo di tener conto in una certa misura delle istanze del Sovietsco.

Quanto agli effetti positivi della resipiscenza del Sovietsco e dei propositi del Governo rispetto ana guerra ogni previsione deve essere riservata. Alexeieff spera poter intraprendere l'offensiva in Romania tra il 20 ed il 30 e sul fronte di B:mssiloff tra il 15 ed il 20 giugno nuovo stile. E.gli la condiziona però, e con ragione, allo stato morale degli eserdti poiché basterebbe che qualche unità rifiutasse di avanzare per rendere problematica l'avanzata delle altre. La propaganda che fa il Governo per la guerra e le mtsure che esso prende per la disciplina sono :praticate ·con tatto ed energia ma la campagna contro la guerra della stampa massimalista ·e più ancora le disposizioni passive delle masse militari non consentono finora apprezzamenti ottimisti sui risultati dell'azione governativa. Poiché però la Russia procede per salti grazie alla ,straordinaria mobilità delle sue masse non si può escludere che le previsioni di Alexeieff si possano realizzare. Ma perché quell'eventuale offensiva sia di lunga durata occorrerà che la sua preparazione sia adeguata. Anche su di essa esistono legittimi dubbi stante la grave riduzione nella produzione industriale, le difficoltà dei trasporti ferroviari, la deficienza dei foraggi e quindi dei trasporti a rtrazione animale. Natural:mente se in Luogo di poche settimane la Russia avesse dinanzi a sé alcuni mesi rper prepararsi l'offensiva, non pochi dei miei dubbi dileguerebbero. Ma date le sue condizioni ·climatiche non si potrà fare assegnamento sQPra operazioni militari importanti da parte sua •che fra la fine di maggio e la seconda metà di settembre nostro stile.

(l) -Ritrn•missione a Londra e Pietrogrado del n. 101. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Ritrasmissione a Parigi e Pietrogrado del n. 47.
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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. u. 1423/216. Jassy, 29 maggio 1917, ore 13,20 (per. ore 17,35 del 31 ).

Oggi Bratiano mi ha detto di essere stato informato che il Governo russo sta facendo passi per ottenere revisione dei trattati di alleanza, allo scopo di sopprimere od almeno ridurre le annessioni e indennità. Egli crede sapere che

l'Inghilte11ra non awebbe risposto di no a questa apertura. Bratiano mi ha chiesto di telegrafare a tale rdguardo in suo nome a V. E. Egli ritiene che Italia e Romania abbiano interessi identici in tale questione e non domanda di meglio che secondare quella qualunque azione che il R. Governo intendesse intraprendere. Domanda quindi quali sdano le vedute del R. Governo al riguardo, promettendo il più ,stretto segreto e lusingandosi di aver provato coi fatti che si ,può conta,re sulla sua discrezione. L'Italia a suo avviso ha in questo momento sugli alleati, ad eccezione della Russia, mezzi di pressione tali da rendere il suo intervento decisivo. Parlando con Pokrowsky, Bratiano disse in tono scherzoso che sperava bene non si dovessero pol1l"e· di nuovo in questione i confini assegnati alla Romania dopo lunga dtscussione ed in vista dei quali la Romania ha fatto sacrifici innumerevoli e versato torrenti di sangue. Pokrowsky rispose con generiche asskmazioni, ma Bratiano nel tene,rne :parola .con me ha ~

vato che non si può fare assegnamento sull'attuale ministro di Russia giacché la :Sua situazione presso il proprio Governo è ora tale che non è forse lontano il momento in cui gli si dovrà ce!l'care una ~casa di campagna in Moldavia come si è fatto per il generale Mossoloff, il quale non ha osato rientrare in patria. Bratiano mi ha detto poi che i serbi hanno ripreso ardimento ed intraprendono nei pae,si neutri ed alleati una campagna contro le a51Pirazioni italiane e romene. Egli ha consigliato loro di non pensistere nella campagna contro la Romania sulla questione del Banato penché si esporrebbero al pericolo di ,privarsi dell'appogwio romeno nelle numerose questioni in cui i loro interessi sono in conflitto ·cogli interessi bulgari; ma i suoi consigli non ,sembra abbiano ottenuto aLcun 'risultato. Prego V. E. farmi ~sapere ~che riSIPo:Sta io debbo dare a Bratiano ed in generale darmi le sue istruzioni circa il linguaggio da tenere intorno ai rap,porti italo-,romeni. Mi permetto, in ragione della gravità del momento, di far presente che non •sarebbe ddfficile ottenere che la •politica romena si confol'masse a quella italiana se d.ò fosse conforme nostri interessi (1).

(l) Gruppo indecifrato.

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IL MINISTRO A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 470/118. Tokio, 29 maggio 1917.

Come effetto dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, dell'attitudine ostile alla Germania di alcune Repubbliche sud amer-icane ed anche in seguito alla ritirata tedesca sul fronte anglo-francese, la quale ha alquanto indebolito il

prestigio che avevano fino allora goduto le armi germaniche su questi suoi ammiratori ntpponici, 'si era notevolmente accentuata nell'opinione ;pubblica giapponese, alcuni giorni or sono, un'orientazione ;più favorevole agli Alleati. Lo stesso Governo sembrava ostentare un'attitudine più franca ed attiva, come lo hanno dimostrato le disposizioni per la censura postale e telegrafica e quelle dell'« Enemy's Act •, sulle quali ebbi recentemente ad intrattenere l'E. V. Anche quella cura e segretezza con cui questo dicastero della Marina circondava timorosamente la spedizione di alcune cacciatorpediniere nel Mediterraneo per cooperare ~cogli Alleati alla polizia di quei mari, ,contro le insidie dei sottomarini, non sembrarono più necessarie, dacché i comunicati ufficiali, dopo tre mesi, annunciavano • finalmente • la presenza della bandiera giapponese in quelle piaghe. In ogni misura presa da questa autorità contro le potenze centrali sembrava pertanto meno notevole quel senso abituale di peritanza e di preoccupazione, quasi che i doveri di nazione alleata e gH obblighi di una legittima difesa dovessero offendere quel non indifferente nucleo di scienziati. e militari ~che, educati in Germania, hanno ad essa votato la loro ammirazione cieca, incondizionata e mal contenuta. Perfino nella ~stampa il tono generale era più favorevole alla causa comune e meno s[ avvertivano quelle discordanze talora audaci, talora velate ed insidiose, di una campagna abilmente condotta da questi elementi pro-tede's'chi, alimentata probabilmente pure con fondi segreti da Berlino. In altre parole la causa degli Alleati poteva dirsi in questi ultimi giorni • al !rialzo • in questa opinione pubblica, che uomini di governo, parlamentari e pubblicisti contribuiscono ogni giorno di più ad illuminare e guidare.

L'arresto, o quello che agli occhi della folla è sembrato un arresto, dell'offensiva anglo-francese, ha portato una pausa anche in questo movimento favorevole agli Alleati. Ma delle condizioni dell'Europa si hanno qui idee molto confuse, e la mobilità nota del sentimento nipponico spiega queste fluttuazioni, suscettibili di mutamenti d'ora in ora.

(l) Ritrasmesso a Lnndra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 852 del 3 giugno con la seguente aggiunta: Ho rispost0 al barone Fo.sciotti quanto segue: «Non risultami che Governo russo abbia fin qui fatto alcun passo ufficiale presso Alleati per revisione degli accordi passati. Se ne è parlato molto a Pietrogrado, ma ritengo che il ministro esteri russo lasci dire per non scontentare elementi estremi, ma senza intenzione di prendere su di sé responsabilità dell'iniziativa di una revisione che per prima cosa dovrebbe revocare nettamente concessioni fatte da Alleati riguardo Costantinopoli. R. Governo non può favorire alcuna revisione degli accordi intervenuti in passato con gli Alleati che costituivano le condizioni a cui 8ottopose la sua entrata in guerra -trovandosi in ciò in identiche condizioni con la Romania. Tali accordi riguardano il compimento delle nostre leg;ttime aspirazioni nazionali, cioè la liberazione dei fratelli oppressi e le necessarie garanzie di sicurezza della nostra indipendenza •.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1380/136. Parigi, ... maggio 1917, ore 21,05 (per. ore 4,45 del 30).

Telegrammi di V. E. 779 (l) e 791 (2).

Ribot es,sendo stato assente ieri e non ritornando prima di stasera ho parlato con Cambon. Questi mi ha dichiarato che non era stato deciso di ritirare le truppe nel campo trincerato di Salonicco ma semplicemente era stato previsto il caso che ciò potesse apparire necessario e ~che per tale eventualità il

generale Sarrail avrebbe dovuto riferirne facendo proposta concreta. In concluSiione Cambon dioeva notizia per ora insussistente a quanto gli risultava, ma 'certo almeno pr'ematura. Dalle ,sue parole mi parve ch'egli volesse più che altro attenuave 1'~1Siione ~che ~comprendeva dovesse fa:vci la notizia avuta dell'intesa 'col1Sa a nostra insaputa e sebbene il 24 corrente egli mi dicesse, secondo risulta dal mio telegramma 127 (1), non esservi nessuna modificazione nel programma degli Alleati a Salonicco.

Gli ho detto che a noi importava urgentemente essere informati dell'eventuale deci.Siione di Sarrail pevché le nostre trup,pe, attualmente sotto gli ordini suoi, non potevano rimanere nel ~campo trincerato di Salonioco ma sarebbero state necessarie per difendere Valona e 'che esse, non potendo ritornare per mare causa i somrne;rgibili e 'Causa la scarsità dei trasporti dovevano poter percorrere la via di Santi Quaranta ed era quindi necessario ~che rpartilssero pll'ima d1e la detta via diventi impratkabile. Cambon r1peté notizia per lo meno prematura e quindi non essere ancora il caso dii pensare a ritirata ora. Osservai che diminuzione truppe del fronte per loro invio verso il sud faceva credere che eventuali deciSiioni Sarrail potrebbero essere anche 'sollecitate se non già in via dri eseguiJrsi. Cambon promise di parlare stas,era o domattina con Ribot e informarmi.

(l) -Ritrasmissione a Londra e a Parigi del n. 106. (2) -Cfr. n. 125.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 719. Roma, 30 maggio 1917, ore 15.

Rodd mi comuni,cava una nota presentata il 17 maggio da Cam~bon al Foreign Office, ehe riferiva le istruzioni date a De Coppet a Add!is Abeba riguardo al rifiuto da darsi al Governo abissino pei 16 mila fucili. La nota poi soggiungeva :

• De plus, si le gouvernement abyssin ~lui présentait ultérieurement d'autres demandes du meme genre, M. De Coppet est chargé de répondre que ces demandes doivent etre examinées par les trois gouvernements alliés, et, par conséquent, etre adressées en meme temps aux ministres de France, d'Angleterre et d'Italie. Ceux-ci pourront aussi adresser une réponse concertée au gouvernement abyssin •.

Ho rtsrposto a Rodd che le istruzioni a Colli di unirsi al min1stro francese nel rifiuto dei fucili erano 'State telegrafate a 'suo teJJliPo; e che rper parte mia accettavo pienamente quanto si proponeva per l'avvenire nella nota Cambon (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 142.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 809. Roma, 30 maggio 1917, ore 17.

Telegramma di V. S. Gabinetto n. 205 (1). Prego la S. V. di rimettere a S. M. il Re Ferdinando di Romania la seguente risposta di S. M. il Re:

• Je Te sUJis très reconnaissant des félicitation:s si cordiales que Tu as bien voulu m'exrprimer à l'oc,casion des succès remportés par l'Armée italienne, et je Te remercie chaleureusement rpour la haute distinction que Tu as bien voulu m'annoncer en me conférant la p:remière classe de Ton ordre militaire de Mkhel le Brave.

Le salut que les so}dats de Roumanie envoient à leurs fu'ères d'armes d'Italie ira droit au coeur de la Nation toute entière, en évoquant les .glorieuses origines ·communes de notre race.

Tandis que l'Armée italienne .poursuit une lutte sanglante contre notre ennerrni. commun, je forme les voeux les plus sincères pour les suocès de l'Amlée roumaine.

La victoire finale assurera au monde une rpaix durable, basée sur le droit et la liberté et donnera à nos peuples la juste réco!lll[Jense de tant de valeur et de tant de s:acdfi·ces en leur assurant l'accomplissement de leurs aspirations nationales.

Je Te serre fraternellement la main •.

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IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1410/101. Cristiania, 30 maggio 1917, ore 0,40 (per. ore 17,20).

Miei telegrammi 76, 78, 85, 87 e rapporto relativo (2).

Questo ministro di Francia ha comunicato oggi agli altri due colleghi alleati ed a me un telegramma crei suo Governo con cui gli è stato trasmesso il testo del messaggio diretto dai quattro rappresentanti dell'Intesa a StoccoLma ai Governi rispettivi on:de si provochino da parte degli Stati Uniti misure restrittive delle esportazioni in Svezia per rendere più eff1cace il blocco economico contro la Gevmania. Ministro Ribot ha allo stesso tempo im!Partito istruzioni a questo ministro di Francia di consultare in proposito questi suoi colleghi e di fargli 'conoscere d'urgenza se da parte nostra aderivamo alla proposta per quanto concerne la Norvegia e eventualmente suggerirne altre.

Ci siamo subito riuniti presso il ministro d'Inghtlterra il quale dal canto suo aveva anche ricevuto analoga comunkazione da Londra. Dopo avere attentamente esaminati e discussi i vari punti della questione abbiamo fissato di pieno accordo il modo di vedere seguente: essere di assoluta necessità ;rendere il blocco della Germania rigoroso, efficace. Ciò si può 'Conseguire solamente mediante l'opera degli Stati Uniti che occorre fare agire indipendentemente e con eneil'gia.

Essere ,condizione ,primaria e ~mprescindibile che tale azione sia es&Citata in ispecie nei riguardi della Svezia e della Norvegia in base ai princtpi d'uguaglianza e di uniformità assoluta.

In quanto all'a:SIPetto 1pratico dell'iniziativa da provocare gli Stati Uniti d'America dovrebbero interdire l'eSIPortazione di ogni specie di mei!Jce amertcana ai paes~ vkini della Germania accordando tuttavia delle licenze in cambio di certi impegni specifici e netti da parte dei loro Governi rispettivi. Impegni di cui al numero uno del progetto dei ministri dell'Intesa a Stoccolma converrebbe fossero sostituiti coll'obbligo dell'arresto totale e :completo di ogni esportazione in Germania.

Pienamente d'accordo circa le condizioni di cui ai numeri 2 e 3 rilevando che riguavdo la Norvegia la questione del transito è già regolata soddisfacentemente in ,senso analogo mentre rimane ancora insoluta quella del tonnellaggio che converrebbe pote:r definire al più presto. Sebbene, come ho sua,ccennato, l'azione Stati Uniti dovrebbe essere condotta in gwsa da non implkare reSIPOnsabilità degli Alleati, è opjportuno rprevedere l'eventualità ,che questi paesi neutrali !per il'appresaglia mdnacd.no divieto dii ogni propria esportazione agli Stati dell'Intesa. Per ovviare all'attuazione di tale minaccia e pil'emesso ~che quelli privati dei rifornimenti amerkani non sarebbero in grado ,di sussistere gli Stati Uniti dovrebbero riseil'Vai'si il diritto di accordare licenze nella misUJra del :reale fabbisogno interno a cia:scun paese che oltre a non esportare in Germania non introduca alcuna alterazione negli accordi economid e nel commerdo esistente fra esso e gli Alleati.

(l) -Cfr. n. 49. (2) -Non pubblicati.
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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1384/10683. Zona guerra, 30 maggio 1917, ore 14,50 (per. ore 18,35).

RispondO teleg~ramma V. E. 798/56 (1). Informo aver autorizzato generale Ferrero ad occupare Ciamuria e regioni Zagori, Pindo.

(l) Ritrasmissione a Cadorna del t. gab. 1347/161 da Corfù, cfr. p. 108, nota 2.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 821. Roma, 30 maggio 1917, ore /22.

Mio telegramma Gabinetto n. 794 (1).

(Meno Londra). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti). A Rodd che mi comunicava il testo della nota formula suggerita da Ceci!, ho J"~posto leggendogli le varianti da me già proposte all'E. V. e sulle quali attendevo ancora di sapere l'Qpinione di codesto Govemo, Rodd

riteneva che all'espressione Turchia asiatica da me suggerita convenisse sostituire quella di • Prossimo Oriente • (NeaJ" East). .Ac1cetto la sostituzione.

155

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 822. Roma, 30 maggio 1917, ore 22.

Mio tel. Gab. 790 (2).

Generale Marro ha tele~afato quanto segue al Comando Supremo:

• Da comunicazione telegrafica fatta al ministro Sforza da S. E. Sonnino risulta che nel convegno di S. Giovanni di Moriana venne stabilito che non saranno mutate a Corfù le attuali autorità della Grecia. Benchè il generale Baumann continui a dichiarare che, al pari di me, si opporrà a qualu:nque artificiosa agitazione di una audlace minoranza venizelista, avente per isco[po di sostituire a Corfù rappresentanti delle autorità della Grecia, tuttavia egli mi assicura di non aver avuto ~comuntcazione alcuna della decisione presa al convegno di S. Giovaqni •.

(Per Londra). Nel comunicare quanto precede al R. ambasciatore a Parigi ho aggiunto:

(Per tutti). Prego V. E. ricordare a Ribot gli impegni al riguardo presi nella conferenza di Roma ed ottenere siano date istruzioni in conseguenza al generale Baumann.

(l) -Cfr. n. 124. (2) -Ritrasmette a Londra, Parigi e Pietrogrado il t. gab. 1347/161 da Corfù, che non si pubblica: isola di S. Maura occupata dai francesi, che vi hanno installato un Governo franco-venizelista.
156

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 823. Roma, 30 maggio 1917, ore 22.

Rodd mi ha comunicato essere ,stato a tempo per ottenere ~che nella risposta ingle.se alla nota Miljukov del 3 maggio si tenesse conto della mia prima osservazione riguardo alla parola • restored • cui è stata sostituita quella di

• united •. Inoltre, dietro un'osservazione di Teresenko, si sarebbe mutata nello stesso periodo la parola • 'sentimento • in quella di • 1simrpatia •. Sicché ora il periodo suonerebbe ~così: • Le province che :per simpatia o nazionalità ap:partengono ai nostri Alleati debbono essere unite a loro alla pace finale • (1).

157

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1395/254. Londra, 30 maggio 1917, ore 9,40

Mio telegramma Gabinetto n. 250 (2). (per. ore 1,35 del 31).

Cecil mi raccomandò di pregare V. E. di voler considerare come strettamente personale e segreta la informazione da lui datami ieri ,circa Jonnart. Oggi ho poi in via privata saputo ·che fra le decisioni rpil"ese nella conferenza franco-britannica di avantieri, e delle quali Rodd darà ·Comunicazione a V. E., vi è anche la forzata abdicazione del Re di Grecia nelle ,condizioni concretate a Moriana. AutorevoUss.imo personaggio cui ,chiedevo oggi se erasi preveduto ed esaminato il contegno da prendersi qualora Re di Grecia, appoggiato dalle sue fedeli truppe, rifiutasse di sottomettersi, ovvero qualora i principi reali rifiutassero 'suc,cessione, mi ha risposto testualmente: • quello che s:i sta facendo in Grecia ed altrove non è più dÌJllomazia ma dilettantismo che non prrevede né provvede •. Personaggio mi ha detto pure che nella da lui deploratissima... (3) circa unicità diplomatica ad Atene l'unico •conforto è la scelta dli Jonnart uomo retto, fermo • pulitissimo » indlLpendente che .saprà tenerr testa a Sarrail.

158

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1392/6. Parigi, 30 maggio 1917, ore 22 (per. ore 1,35 del 31).

Re Nicola mi ha incaricato d!i comunicare a V. E. ·che i principali dirigenti del movimento jugo-slavo Hinkovic, Trumbic, Radic e Supilo sarebbero disposti

ad abbandonare la causa ,sel'ba e a venire indi~ettamente per mezzo suo a un accordo ·Con l'Italia.

Occorreìrebbero però i fondi necessari per indennizzarli del 'sussidio serbo che ora ricevono e al quale dovrebbero rinunziare. Re Nicola apera ·che il Governo italiano voglia entrare in quest'ordine di idee affidando per maggior garanzia il maneggio dei fondi a persona fin d'ora di propria fiducia.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 141-142. (2) -Cfr. n. 144. (3) -Gruppo indecifrato.
159

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1391/5. Parigi, 30 maggio 1917, ore 22 (per. ore 2,20 del 31).

Secondo notizie giunte dal Montenegro la popolazione sarebbe minacciata di perire in massa per fame.

In questi giorni la campagna si riversa nei villaggi in vana ricerca di nutrimento. Austriaci avrebbero dichiarato non poter fare nulla per alleviare tale situazione. Re e Governo montenegrino hanno pertanto insistito presso di me perchè ancora una volta •comunichi a V. E. loro appello ai ,sentimenti di umanità del R. Governo affinchè consenta con le dovute garanzie all'invio di qualche socco:rso alla popolazione Montenegro. Uguale domanda è stata rivolta agli altri Governi alleati.

160

IL MINISTRO A STOCCOLMA. TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1917/178. Stoccolma, 30 maggio 1917, ore 18,50 (per. ore 9,20 del 31).

Comunicato del comitato olandese scandinavo sulle conferenze avute 25 e 26 corrente colla delegazione socialistà austriaca-tedesca cui si aggiunsero un socialista polaoco galiziano tre boemi e due della Bosnia Erzegovina. Delegazione ritiene che causa della guerra sia Ì1lliperialismo a •CUi questioni nazionali servirono di pretesto. Nazionalità sono così frammiste nell'Europa centrale ed

orientale che una delimitazione è impossibile e IP•rovocherebbe nuovi conflitti. Si avrebbe frastagliamento di piccoli Stati senza consistenza politica né economica e smembramento degli Stati attualmente esistenti e servirebbe solo disegni imperialisti di altri Stati che non troverebbero più ostacolo sul loro cammino. Delegazione è quindi favorevole alle autonomie nazionali e dichiara: l) desiderare pace senza annessioni; 2) considerare tutti i Governi responsabili della guerra, ritenere superfluo accertare singole responsabilità affrettando invece pace generale senza indennità, essere contraria all'anneSisione del Belgio, favorevole all'indipendenza della Serbia che mediante unione col Montenegro

otterrebbe accesso al mare e ad un accordo tra vari Stati balcanici per realizzare la formula "Balcani ai popoli balcanici"; 3) voler appoggiare aspirazioni verso autonomia nell'interno della monarchia austro-ungarica dei popoli jugoslavi di essa, compresa Bosnia; 4) desiderare indipendenza della Finlandia e della Polonia russa completa autonomia in Austria e Germania dei polacchi di Galizia e Prussia nonchè dei Ruteni soluzione definitiva della questione polacca potendosi poi ottenere mediante accordo tra Imperi centrali e Polonia russa divenuta indipendente; 5) come risposta alla pretesa che guerra attuale deve liberare piccole nazionalità dell'Austria rileva che monarchia austriaca ha sempre protetto conservazione delle piccole nazionalità; 6) ·considera neceSISaX!io rivedere diritto marittimo di .guerrra ritornando ai ptrincipi del trattato di Parigi del 1856. Delegazione si manifestò inoltre favorevole alla limitazione degli armamenti diretta verso disarmo completo con sole milizie nazionali difensive ed alla riunione di una confeil'enza plenaria soC'ialista a cui 'i partiti di tutti i paesi dovrebbero partecipare. Delegati c:zJechi, polacchi e bosniaci riservaronsi preci:sare loro dicchiaraziond. dopo aver conferito con alwi gruppi delle loro nazionalità con cui debbono chiarire problemi speciali (1).

161

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1407/230. Pietrogrado, 30 maggio 1917, ore 21,15 (per. ore 6,15 dell' 1 giugno).

Sino ad oggi risposero alla nota Miliukoff, Francia, Inghilterra, America, Romania, Belgio. Neratoff mi ha detto ·che la rislposta più vaga e di più dubbio effetto sui ·SociaUsti è quella della Francia, ma che si possono prevedere obiezioni anche per ri~posta inglese e fol1se anche per le altre ma in minor gr~o. Quanto alla loro pubblicazione Neratoff arede che il Governo attenderà il momento psicologico più opportuno. Suppongo si voi!Tà attendere il r.itorno di Kerenski dal :Eronte ed avere le sue impressioni ed il suo consiglio.

162

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI 'ESTERI, SONNINO

R. 232/68. Pechino, 30 maggio 1917.

Lo stato di confusione politica descritto nel mio rapporto n. 210/64 in data del 14 corrente (2) sembra aver ricevuto una soluzione provvisoria relativamente 'soddisfacente in quanto 'che la medesima ha calmato fino ad un c·erto

punto gli spiriti rivoluzionarii di varie provincie. Il presidente della Repubblica con decreto la cui costituzionalità è tuttora discussa licenziò il presidente del consiglio in data 25 corrente.

A quanto pare l'ex-presidente del consiglio Tuan-Hsi-Hui si è separato in termini amichevoli col capo de1lo stato e in modo da non ~escludere una .ma non lontana ricomrparsa al potere, tanto più che trattarsi di un personaggio avente forti aderenze nel partito militare e in varie provincie, nonchè presso le Potenze alleate.

A ricomporre un ministero è stato designato ed approvato dal Parlamento Li-King-Hsi, noto per la sua intima amicizia coll'ex-presidente Yuan-shi-kai e per le non poche amkizie in seno allo stesso partito militare. Questo personaggio rappresenterebbe dunque un elemento di transazione fra i varii partiti politici.

Senonchè tutti gli ~scogli politici non sarebbero tuttora evitati. Difatti da un lato il partito dlei Kuomingtang, ossia dei giovani repubblicani nemici del Tuan, sospettano già il nuovo presidente del consiglio di essere troppo legato agli elementi militari ed anti parlamentari; da un altro lato varii governatori di provinoie ed amid del Tuan si agitano, protestano, minacciano movimenti 3eparat1sti o rivoluzionarii collo scopo evidente di ottenere una larga ;parte nella distribuzione dei posti governativi. Anche su questo punto sembra probabile qualche transazione zoppa e provvisoria, quali se ne vedono spesso in Cina.

Non appena venisse formato il nuovo ministero sri aspetta che venga nuovamente dsollevata la • vexata quaestio » della dichiarazione di guerra agl'Imperi centrali, la quale, questa volta, non dovrebbe logicamente, se la logica esistesrse in Cina, sollevare serie difficoltà. Ad ogni modo, vi è questo di guadagnato nei riguardi delle Potenze dell'Intesa e specialmente nei nostri interessi, cioè, che è venuta a decadere, i;pso facto, col ritiro di Tuan, la pr(Yposta del Governo britannico di fare più larghe concessioni al Governo cinese allo scopo di consolidave la situazione dell'ex-presidente del consiglio, progetto che ha formato oggetto del telegramma di V. E. n. 634 del 13 corrente (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 727 dell'l giugno. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 984.
163

IL SOTTOSEGRETARIO PARLAMENTARE AGLI ESTERI BRITANNICO, CECIL, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. CONFIDENZIALE W. 10612/17. Londra, 30 maggio 1917.

With reference to the report which you mentioned to me on the 22nd instant, that M. Briand had lately gone to Switzerland for the pUlipose of discuss!ing the poss:ibiility of peace with Austria-Hungary, I have now learned from His Majesty's Ministe,r at Bern.e that the French Embarssy at that capitai, to whom he mentioned the rumour without disclosing its source, told him that

they did not know that M. Briand had arrived in Berne, and that they md not in any case believe that His Excellency would go to Switzerland for the purpose suggested.

Sir H. Rumbold adds that a similar report regarding M. de Margerie WaJS circulated some months ago in Switzerland.

P. S. -I have since heard that the French Mini:ster is autholrized formally to deny the rumoUTS.

(l) Cfr. serie V, vol. VII, n. 967.

164

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1404/10788. Zona guerra, 31 maggio 1917, ore 13,10 (per. ore 16).

Comunico seguente telegramma inviato dall'addetto militare Francia, giorno 30 corrente, ore 22,20:

• 98. R. Generale Foch mi ha J)['egato comunicare ~che recatosi Londra con ministro fu deciso ritiro di due brigate di cavalleria e una divisione inglese da Salonicco, ma che fu pure convenuto che in avvenire inglesi più niente potranno togliere senza preventivo accordo tra Alleati. Sagunto •.

165

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1405/188. Zona guerra, 31 maggio 1917, ore 15,50 (per. ore 18,30).

Mentre sono in corso provvedimenti per l'occupazione Ciamuria, Zagori e Pindo che potrà essere compiuta verso la metà di giugno, è mia intenzione fare la nota proclamazione dell'indipendenza dell'Albania per·n territorio nord, confine Londra, il giorno tre del prossimo mese di giugno.

Prego dirmi se ,con la formula indipendenza sotto la PTOtezione dell'Italia debba tuttora escluclJe11si Valona intendendola occupazione permanente militare italiana e questione adriatica o essere compresa unità albanese IPOkhè ~otettorato include nostra tutela e difesa intera Albania.

Ciò perchè nel primo caso farei proclamazione .Argiroca:stro. Nel secondo .:!aso a Valona. Sottopongo il testo del p['oclama eventuali varianti o approvazione:

• A tutte le popolazioni al:banes:i delle terre compll"eeSe fra l'alt01piano macedone e il mare Adriatico :flra Glreclia e Montenegro.

Oggi tre giugno 1917, fausta ricorrenza libertà statutarie italiane, noi ecc. ace. per ordine del Governo del Re Vittorio Emanuele III, 'IJ["oclamiamo fieri ed esultanti l'unità ed inclipendenza politica di tutta l'Albania sotto l'egida e la protezione del Regno d'Italia.

Per questo atto, Albanesi, 'che vi ,chiama ad indipendenza voi potrete ammiaistrare le vostre ,prQprietà, le vostre rendite, il frutto del vostro lavoro a beneficio vostro. Awete pubbliche istituzioni, tribunali, scuole rette da .cittadini albanesi sotto pratici funzionari italiani.

Albanesi, dovunque siate, liberi già nelle terre vostre, o esuli pel mondo o ancora soggetti a dominazioni straniere tutte larghe di promesse ma dii fatto violente, inumane, spogliatrici; voi che avete affinità di stirpe, ricordi di sorti più liete in rapporto ~coi nostri antichi romani e veneziani, voi che sapete 1a comunanza di interessi italo-albanes:i su mare che ci sejpara e ~ai unisce fi1peochiando nostri monti, voi ·che ammirate nei soldati d'Italia le virtù ·cittadine, l'amore di giustizia, il ri~petto alle usanze, ~costumi e fedi religiose vostre, voi che ne ammirate l'operos!ità, che ne apprezzate l'opera pacificatrice e che ne 'sapete il valore, la gloria di armi, unitevi quanti siete uomini di buona volontà dii fede nei destini della patria vostra, sorella minore e cara della grande Italia. Tutti accorrete a fianco nostro all'ombra dei glorios[ vess!illi itala-albanesi per giurare fede eterna al dogma patriottico ,che in nome d'Italia proclamo: Vliva l'Albania indipendente ·con l'amicizia e la protezione dell'Italia •.

Stante la ristrettezza di tempo pregherei V. E. davmi cortese sollecito riscontro.

166

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 829. Roma, 31 maggio 1917, ore 22.

Barrère mi ha comunicato che nell'ultima vJJsita di Ribot a Londira, &a stato concertato tra lui e Lloyd George quanto segue:

l. La presa di possesso del raccolto della Tessaglia.

2. -Essendo il re Costantino uscito pel primo dalla costituzione, si era deciso, non avendo più fiducia in lui, di chiedergli di abdicare, per ricondurre l'unità del Governo greco. Se il re non consentisse a abdicare si restringerebbe il blocco, e si occuperebbe Corinto per impedire ogni passaggio delle truppe regie dal Peloponneso. Si rispetterebbe la forma costituzionale monarchica, scegliendo tra gli eredi al trono. 3. -Si manderà a Atene un commissario generale nella persona del signor Jonnart.

Bal'II'ère iSiperava nel mio assenso a tutto ciò.

Ho risposto che la mia impressione era di penosa ~;e pel merito e per la forma. Nel merito tutto oiò non era affatto conforme a quanto Si era detto a Saint Jean de Maurienne. Là Ribot aveva mostrato di temere d~sordini

e massacri di venizelisti in Atene, e resistenza del Governo regio alle richieste fattegli 1per la s1curezza dell'esercito alleato. In tali eventualità egli aveva dichiarato che si sarebbe dovuto passare oltre, fino a esigere l'abdicazione del re. Nessuno diei funesti avvenimenti ,presagiti si era ~ealizzato; nessun disordine era avvenuto. Lam~os aveva 'ceduto il posto a Zaimis che si mostrava dleferentissimo agli Alleati e a tutte le loro esigenze; le truppe e le armi regie erano state tutte 'ritrrate nella Morea. Data questa situazione si sMebbe dovuto dagli Alleati togliere il blocco; e invece si era mantenuto, cagionando crudeli sofferenze alla !POiPOlazione; e in opposizione a tutto quello che tsi era detto a Saint Jean de Maurlienne 1Sii erano insediati a forza i venizelisti a Xantos, a Cefalonia, e a Santa Ma~a. A Saint Jean de Maurienne, nel SU[pposto di un'a:bdilcazione del re Costantino, R:ibot aveva assicurato ·che si sarebbe r~ettata la costituzione !P'er la suocesSiione del figlio; e ora invece si parlava dii una scelta da

farsi per parte degli Alleati del successore.

Quanto poi alla 1proced~a usata per prendere tutte queste nuove risoluzioni, non potevo che lamenta,l1mene; non essendo stato né avvertito né consultato in precedenza. Ho pure ripetute a Bal"!rffioe tutte le nostre giuste lagnanze riguardo alla condotta ,generale del 'comandante Sarrail a 1riguardo delle nostre truppe in Macedonia. Su tutto questo avrei diovuto riferire al presidente del consiglio e ai colleghi; e comunque dovevo fare intanto per conto del R. Governo le più ampie riserve (1).

167

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. u. 19.3.21. Roma, 3). maggio 1917.

Comunko in 'copia all'E. V., per notizia, l'acclusa lettera da me diretta ai ministri della guerra, della marina, dell'industria, dell'agricoltura, dei trasporti e delle finanze per regolare il servizio delle forniture e degli acquisti negli Stati Uniti d'America.

La prego di volerla portare a conoscenza del R. ambasciatore a Washington che, giusta i desideri del Governo federale, fa da intermediario fra le autorità italiane e quelle americane (2).

ALLEGATO.

Roma, .•. maggio 1917.

BOSELLI A MORRONE, CORSI, DE NAVA, RAINERI, ARLOTTA E MEDA

I provvedimenti che il Governo federale nord-americano sta adottando per unificare gli acquisti negli Stati Uniti, eliminando la concorrenza fra i Governi alleati, e la procedura ch'esso desidera venga seguita nel comunicargli le do

7 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

mande di tali acquisti impongono che anche nel Regno si addivenga ad una unificazione degli organi che possono richiedere gli acquisti stessi. Occorre, quindi, che un solo ufficio raccolga tutte le richieste di forniture ed acquisti, qualunque ne sia l'oggetto, ed abbia il mandato di trasmetterle al Governo americano.

Per ovvie considerazioni l'organo accentratore non può essere se non il Tesoro, tanto più che esso dovrà sempre intervenire, per tutte le amministrazioni, perché vengano prestate le garanzie o somministrati i fondi in corresponsione dei contratti.

Prego, perciò, l'E. V. di volere impartire, assicurandomene, tassative disposizioni ai vari uffici e servizi dipendenti affinchè facciano avere al Tesoro -munite, ove sia necessario, della dichiarazione d'impegno da parte del capo ragioniere -tutte le richieste di forniture o compere, per qualsiasi oggetto, da effettuarsi negli Stati Uniti. Sarà cura del Tesoro di fare avere telegraficamente tali richieste al Governo federale prendendone nota agli effetti finanziarii. Occorrerà quindi evitare di trasmettere ordini direttamente in America per evitare perdite di tempo, giacchè essi non avrebbero esecuzione.

Ove l'opportunità o la necessità se ne presenti, il Tesoro avrà facoltà di convocare presso di sè, sia isolatamente, sia in uno speciale comitato, i rappresentanti delle varie amministrazioni interessate, per avere chiarimenti sulle domande o per coordinarne l'inoltro al Governo americano. Sarà quindi bene che, per ogni caso, l'E. V. mi indichi sin d'ora coloro ai quali il Tesoro potrebbe rivolgersi.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 142-144. (2) -Una lettera analoga fu inviata in pari data al ministro del tesoro, Carcano.
168

IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA, RAINERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 85/R. Roma, 31 maggio 1917.

Ho attentamente esaminato i telegrammi di V.E. n. 6299, 6467, 6679, 7184 e 7259.

Il problema della costituzione di un'unica delegazione economica italiana negli Stati Uniti d'America, può considerarsi praticamente avviato a soluzione. Resta ora a determinare quali sarebbero i poteri e le funzioni della detta delegazione: ciò che implica il problema dei rapporti con la delegazione ed i comitati già costituiti a Londra.

Limitandomi a trattare degli argomenti che più conosco e che toccano i servizi di questo Ministero, osservo che già in Londra funzionano comitati che provvedono all'approvvigionamento comune tra gli Alleati, del grano ed altri cereali per la alimentazione umana, dell'avena, della carne congelata. Questi comitati raccolgono i fabbisogni degli alleati, li sottopongono a revisione, e li riducono, acquistano la merce e provvedono al tonnellaggio.

Che questi comitati funzionino perfettamente, sarebbe esagerazione affermare. Praticamente è il Governo inglese che in via definitiva decide e dispone: avviene quindi che esso abbia tendenza a preferire i suoi fabbisogni; dopo risente più fortemente la pressione della vicina Francia, che ospita l'esercito britannico; ultimi veniamo noi, che dobbiamo insistere sempre vivamente per vedere soddisfatte le nostre richieste e che siamo ridotti ad essere approvvigionati alla giornata. Inoltre è evidente la tendenza del Governo inglese a preferire le ditte britanniche: e ciò danneggia i nostri specifici interessi commerciali.

Ciò malgrado io credo che, almeno per ora, non ci convenga secondare nessuna novità sostanziale. Anzitutto la vera grave e crescente mancanza è quella del tonnellaggio. Ed oggi, e per qualche tempo ancora, (pur se le costruzioni navali americane facessero grandi e reali progressi e se la marina britannica continuasse a seguire perdi;!;e non compensate) sarà sempre la Gran Bretagna in condizione di darci il maggior aiuto.

Inoltre io penso che la delegazione centrale degli Alleati (quella cioè che dovrà raccogliere e controllare i fabbisogni e dovrà anche venire ad imporre misure simultanee di effettivo razionamento) dovrà avere sede in Europa.

E fra Parigi e Londra, mi sembra preferibile quest'ultima città, poiché prevedibilmente noi continueremo sempre a trovarci in cortese, ma viva, concorrenza coi francesi, essendo Italia e Francia i due Paesi che hanno maggiore sproporzione fra bisogni e disponibilità.

Se queste mie premesse sono esatte, penso che si dovrebbe, almeno per ora, non distruggere nulla, senza prima aver saldamente costruito. Gli americani potrebbero intanto partecipare alla delegazione di Londra ed ai comitati internazionali esistenti (compreso quello del tonnellaggio). Avrebbero così modo di studiare da vicino quella delegazione; potrebbero rendersi un esatto conto delle riforme opportune ed utili, anche se radicali; e dopo ne potremo tutti discutere con piena cognizione di causa.

Comunico copia del presente telegramma a S.E. il Presidente del Consiglio.

169

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1406/141. Parigi, 31 maggio 1917, ore 21,50 (per. ore 1,15 dell' 1 giugno).

Ribot al quale ho riferito quanto V. E. mi telegrafava col suo tel. Gab. 822 (l) mi ha promesso informerebbe subito generale Baumann degli impegni presi di non istallare a Corfù autorità venizeHste.

170

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1418/143. Parigi, 31 maggio 1917, ore 21,50 (per. ore 1,15 dell' 1 giugno).

Ribot mi ha detto di aver già telegrafato a Ba1rrère di informare V. E. delle conclusioni idell'abbo<X:amento :lira lui e Lloyd Geo11ge a Londra. Sarebbe stato dedso di domandare l'abdilcazione di Re Costantino in favore di uno dei figli,

di imposses-sars~ del raccolto della Tessaglia senza permettere che i venizelisti seguano le truppe francesi.

Soltanto dol[)o di ciò si tratterebbe della diminuzione del 'contin.gente in Macedonia qualora come Ribot sembra sperare la Grecia si dimostrerà favorevole all'Intesa dopo l'abdicazione del Re.

Mi limitai a rispondere ·che a me personalmente pareva improbabile che le misure progettate potessero conciliarci le simpatie della Grecia ma che Barrère dovendo informarla delle intenzioni del Governo francese, V. E. avrebbe fatto •certamente conoscere il suo modo di vedere.

(l) Cfr. n. 155.

171

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1413/62. Corfù, 31 maggio 1917, ore 23 (per. ore 1,30 dell' 1 giugno).

Pachich tornato da Salonicco mi ha confermato già l'iniziato movimento

francese verso la Tessaglia. Non ha ancora ricevuto da Londra e da Parigi ri

sposta alla sua nota ma il solo risultato che di fronte all'iniziato movimento

egli mostra sperame è ,che operazioni in Tessaglia .possano essere eseguite stor

nando dal .fronte meno forze delle i!)reviste e servendosi in gran parte di truppe

venizeliste. Pachkh mi esiJ.)resse vivo compiacimtmto e riconoscenza del Governo

serbo per l'attitudine assunta da V. E. in questa questione.

Pachich vede con molto pessimismo la situazione che sta per crearsi al

fronte macedone. Non 'solo egli è preoccupato di una eventuale offensiva del

nemi.co ma anche di un possibile indebolirsi del morale dell'esercito serbo.

172

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1465/221. Jassy, 31 maggio 1917, ore 20,45 (per. ore 14,50 del 5 giugno).

Mio telegramma Gabinetto segreto n. 216 (1).

Bll"atiano mi ha detto di av& [parlato nei termini ,più energici con Thomas

a proposito del pa:sso russo per la rinunzia delle annessioni fissate dal trattato

di alleanza od almeno per la loro riduzione e di averlo trovato benissimo di

sposto. Bratiano ha telegrafato nello stesso senso a Londra ed a Parigi. Egli

dice che mentre per noi si tratta specialmente della questione di Smirne, per la Romania si tratta del Banato e di altre regioni non abitate esclusivamente da romeni. Credo anzi che egli abbia timore anche per la Dobrugia.

Secondo Bratiano più ,che ottenere dal Governo russo una dtchiarazione esplicita od un qualsiasi altro impegno formale in favore dlella realizzazione delle aspirazioni territoriali garantite dal trattato di alleanza (il che attualmente metterebbe il Gove,rno provvisorio in difficile 'situazione di fronte ai partiti avanzati russi) si tratterebbe di non lasdarsi 1mporre fin da ora delle riduzioni rinviando ogni discussione in proposito a guerra finita.

(l) Cfr. n. 147.

173

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2156/732. Parigi, 31 maggio 1917.

Il direttore dell'ufficio di spionaggio a questo Ministero della Guerra, parlando ieri con un suo amico, antico compagno di scuola, diceva essergli pervenuta giorni sono la notizia del viaggio di Briand in Svizzera ed aver quindi disposto un servizio di informazioni dal quale sarebbe risultato che l'ex Presidente del Consiglio 'sarebbe andato in una sua proprietà in Normandia, di dove si sarebbe as1sentato, ma, pare, per recarsi nel Morvan e non in Svizze!l."a.

Lo stesso funzionario non escludeva che al Minllitero degli E1steri mac,chinassero qualcosa a :proposito di negoziati coll'Austria e soggiungeva che allo Stato Maggiore se ne era ,preoocupati.

Aggiungeva poi che i rapporti di agenti francesi in Svizzera segnalavano continue relazioni del Principe di Btilow con parlamentari e uomini di Governo italiani. I rapporti degli agenti francesi in Italia si dimostrerebbero pessimisti sui sentimenti del pubblico italiano verso l'Intesa e segnalerebbero una tendenza del Governo e dell'opinione pubblica ad isolarsi dagli Alleati.

D'altra parte un funzionario elevato del Mini,stero degli E1steri parlava del Signor Ribot ieri sera con vari amici, mostrando diffidenza ve>rso l'opera sua. La vanagloria di mettere il nome suo alla pace, il desiderio di aver il vanto di aver fatto cessare questa 'calamitosa guerra potrebbero indurlo a chissà quali conceStSioni non solo all'interno, ma anche in ,cose di ,poliUca estera. Quel funzionario prevedeva viva lotta in Parlamento cont,ro il Ribot. Debbo avvertire però ,che il funzionario in questione è molto legato col Signor lliiand.

Pare infine 'che il Mini,stro Thomas arriverà (pl"esto per organizzare il viaggio dei socialisti a Stoccolma. Egli non tornerà più in Russia anche ,perché è necessaria la sua pTesenza al suo Ministero ove chi lo sostituisce è esautorato.

Come già riferii, il Consiglio dei Ministri di domani dovrà decidere se accordare o no i pa1ssa1)orti ai 'SOcialisti per recarsi al Congresso di Stoccolma. Sembra possa prevalere l'opinione di coloro che pr~penderebbero per concederlo onde ottenere di 'Sostituire in quel Congresso un blocco d'opposizione al gruppo tedesco e contendere a quest'ultimo influenza sui Russi.

D'altra parte ho <l\PIPI"eso che i social1sti Moutet e Cachin, testè giunti da Pietrogrado, avrebbero riferito d!i essere stati aocolti molto :fu-eddamente dai loro colleghi :rUtSSi, li quali awebbero subito signifkato loro recisamente che non intende,vano su:bli.re pressioni di sorta e volevano condurre la rivoluzione come 'areclevano meglio.

Della possibilità di una ~cdsi ,presidenziale si ~l'aria assai, anche rper smentirne la probabilità, ma ,se ne PM"la. Vi ha chi accenna a:d una successione Ribot, e con questa aSjpiJraz:ione dell'attuale Presidente del Consiglio si spiega la sua attitudine venso i 'social1sti che intenderebbe amica11Si; vi ha d'altra rparte chi parla della rposs~bile immediata successione di Deschanel.

Oredo che difficile sia far previsioni, giacché ,se i malcontenti sono molti, molti sono gli ambiziosi, e la paura che ognuno ha dei suoi concorrenti potrà forse evitare una ·cr1si, che tutti del resto temono rpe11ché non si sa fino a qual punto ,potrebbe scuotere il paese.

174

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E A CORFU', SFORZA

T. GAB. uu. 831. Roma, l giugno 1917, ore 14,30.

(Solo Generale Ferrero). Telegramma di V. E. n. 188 (1).

Approvo che la proclamazione venga fatta il 3 corrente in Argirocastro. Approvo testo proclama di V.E. telegrafatomi salvo ritocchi. A maggiore chiarezza riproduco qui intero testo quale dovrà essere pubblicato. Prego V.E. avvertirmi telegraficamente appena avvenuta pubblicazione.

(Per gli altri). Comunico per preventiva riservata notizia di V. E., (V. S.) testo di un proclama che sarà pubblicato 3 giugno in Argirocastro:

(Per tutti). • A tutte le popolazioni albanesi.

Oggi 3 giugno 1917 fausta ricorrenza della libertà statutaria italiana, noi ecc. ecc., per ordine del Governo del Re Vittorio Emanuele III, proclamiamo solennemente l'unità e l'indipendenza di tutta l'Albania sotto l'egida e la protezione del Regno d'Italia.

Per questo atto, Albanesi, avrete libere istituzioni, milizie, tribunali, scuole rette da cittadini albanesi; potrete amministrare le vostre proprietà, il frutto del vostro lavoro a beneficio vostro e per il benessere sempre maggiore del vostro paese.

Albanesi, dovunque siate, o già liberi nelle vostre terre, o esuli pel mondo

o ancora soggetti a dominazioni straniere larghe di promesse ma di fatto violente e predatrici; voi che d'antichissima e nobile stirpe avete memorie e tradizioni secolari che vi ricongiungono alla civiltà romana e veneziana; voi che sapete la comunanza degli interessi italo-albanesi sul mare che ci separa e ad un tempo ci congiunge; unitevi tutti quanti siete uomini di buona volontà e di fede nei destini della vostra patria dUetta; tutti accorrete all'ombra dei vessilli italiani e albanesi per giurare fede perenne a quanto viene oggi proclamato in nome del Governo italiano, per una Albania indipendente, con l'amicizia e la protezione dell'Italia •.

(l) Cfr. n. 165.

175

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1422/63. Corfù, l giugno 1917, ore 8,30 (per. ore 14,35).

Pachitch mi ha comunicato che il Governo serbo ha abbandonato il progetto di trasferimento a Niausta. Per una diversa soluzione del problema della sua sede il Governo serbo attenderà ora di vedere quale situazione si stia creando sul fronte macedone.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1428/144. Parigi, l giugno 1917, ore 18,30 (per. ore 21,15).

Cambon che ho nuovamente sollecitato stamane per frontiera a ovest di Mersina ricordandogli che egli mi aveva promesso ne avremmo parlato martedì scorso, mi ha detto aver avuto incarico mandarmi piccolo appunto che potrà servire di base alla nostra conversazione. Mi ha detto come militari non sono perfettamente d'accordo per quanto si desidera noi, ma che potremmo poi a voce intenderei perché sua proposta non è definitiva. Non credo riceverò l'appunto

. promesso perché mi sembra probabile cerchino prendere tempo per servirsi di questa discussione come un mezzo per spingerei acconsentire loro progetto in Grecia. Ad ogni modo aspetto l'appunto e appena ricevuto andrò a discutere insistendo sulla linea del Sangiaccato come frontiera della zona di occupazione italiana (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 845 del 3 giugno.

177

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 842. Roma, l giugno 1917, ore 22.

(Meno p,ietrogrado). R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• Sino ad oggi... ecc. (come nel telegramma Gabinetto n. 1407/230) • (1). Ho risposto a Carlotti quanto segue: (Solo Pietrogrado). Telegramma di V. E. n. 230. (Per tutti). Avverto ad ogni buon fine che alla nota Miliukoff del 3 mag

gio ho risposto il 10 seguente con la seguente mia lettera a questo ambasciatore di Russia :

• -J'ai reçu la note du 20 avril/3 mai 1917 (n. 766) par laquelle V.E. a bien voulu me communiquer le manifeste que le Gouvernement provisoive russe a promulgué le 27 mars dernier aux citoyens, dans lequel il a exposé les vues du Gouvernement de la Russie libre sur les buts de la guerre actuelle. Vous avez bien voulu, par la meme note, me communiquer les considérations dont M. -le ministre des affaires étrangères de Russie vous a chargé d'accompagner le dit document.

C'est avec la plus y,ive satisfaction que le Gouvernement royal d'Italie a pris connaissance des déclarations du Gouvernement russe, qui offrent une nouvelle preuve de la volonté inébranlable qui anime la glorieuse Nation russe de mener la guerre mondiale jusqu'à la victoire décisive.

Le Gouvernement royal a pris note également que la Russie est décidée à intensifier ses efforts pour la libération du territoire de la patrie et que le Gouvernement provisoire, tout en sauvegardant les droits acquis de la Russie, restera strictement respectueux des engagements assumés vis-à-vis de ses Alliés.

Ces déclarations ne manqueront pas de déjouer la tentative qui a été poursuivie par nos ennemis communs de jeter le doute sur les intentions de la Russie. L'accord le plus sincère et le plus ferme avec ses Alliés offrira à la Russie libre une garantie précieuse pour son développement avenir. Seulement à cette condition la Russie, de parfait accord avec les nations libres et démocratiques du monde, qui sont ses Alliés, rejoindra le but de créer une base stable pour une paix durable qui assurera à l'humanité une ère de justice et de liberté.

L'Italie, dont la constitution nationale est inspirée aux principes démocratiques, salue avec joie la manifestation dont le Gouvernement russe vous a chargé de me faire part, et exprime par mon entremise la ferme confiance dans la vietoire finale contre nos ennemis communs ».

Se V.E. ha qualche osservazione da fare in merito al testo che precede in relazione alla situazione attuale in Russia, pregola telegrafarmi.

(l) Cfr. n. 161.

178

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 844. Roma, l giugno 1917, ore 22,20.

Mio telegramma Gabinetto n. 787 (1).

Rodd mi ha comunicato che il comitato di g~rra insiste nella convenienza dell'incontro dei tre capi di Stato in Francia e ciò in considerazione della gravità della situazione russa.

Ho risposto ripetendo quanto avevo detto a Barrère (mio telegramma

n. 803) (2) e che avrei atteso prima di dare alcun seguito ufficiale alla cosa, la risposta da Parigi, poiché di là proveniva l'invito.

Personalmente mi dichiaravo contrario al progettato incontro, trovandolo tanto più sconsigliabile oggi in ragione della delicatezza attuale della situazione russa, poiché avrebbe aumentato le difficoltà di quel Governo.

L'annunzio poi fattomi pure da Barrère (mio telegramma n. 829) (3) e confermatomi oggi stesso da Rodd della risoluzione presa di imporre l'abdicazione prossima del Re Costantino, mi rendeva sempre più persuaso dell'assoluta inopportunità del momento scelto per la solennità dell'incontro dei Sovrani. Naturalmente se la Francia persisteva nell'invito l'avrei comunicato a Sua Maestà e ne avrei riferito al Consiglio dei Ministri, ma senza nascondere il mio parere contrario ( 4).

179

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 843. Roma, l giugno 1917, ore 23.

Rodd mi comunica le risoluzioni concordate tra Lloyd George e Ribot nell'ultima visita di questo a Londra, relativamente alle misure da prendersi in Grecia, e cioè:

l) Presa di possesso dei raccolti in Tessaglia con formazione di commissioni di controllo pel reparto.

2) Nomina del commissario generale Jonnart che sovrasterebbe anche a Sarrail.

3) Le potenze garanti della Grecia trovando che Re Costantino aveva per primo violato la costituzione e seguitava a governare in contrasto coi dettami della stessa, gli avrebbero intimato di abdicare. Non si accennava chi sa

rebbe il successore. Se egli resisteva si sarebbe reso più rigoroso il blocco, e il generale Sarrail dovrebbe occupare Corinto con forze.

Ho risposto ripetendo sostanzialmente le stesse osservazioni già fatte a Barrère (mio telegramma 829) (l) e rinnovando per conto del R. Governo le maggiori riserve.

Alla mia domanda riguardante l'impresa di Salonicco (mio telegramma 724) (2) Rodd mi assicurò che all'infuori del ritiro già risoluto di una divisione inglese fanteria e di due brigate cavalleria, non si sarebbe fatto altro ritiro di truppa inglese prima della metà di luglio e non senza nuove consultazioni tra i Governi (3).

(l) -Cfr. n. 120. (2) -Cfr. n. 135. (3) -Cfr. n. 166. (4) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 144-145.
180

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1425/145. Parigi, l giugno 1917, ore 22,30 (per. ore 2,20 del 2).

Facendo seguito alla mia conversazione di ieri sera con Ribot, sono ritornato stamane con Cambon sulla questione di Sarrail accennando alla cifra delle truppe francesi ritirate secondo H telegramma di V. E. n. 826 (4), sostituendole con greche deWarcipelago che in base ai precedenti possiamo sapere quanto resisterebbero ad un'offensiva nemica, e feci notare i pericoli che ne possono derivare anche per le truppe italiane.

Cambon promise riferire e parlarmi poi a lungo della questione greca e delle altre. In seguito a questa conversazione e a quella di ieri con Ribot, credo mio dovere ripetere a V.E. che io ho sempre più l'impressione che questo ministero degli affari esteri considera il nostro reclamo contro Sarrail, le nostre osservazioni contro loro progetto in Grecia e le nostre richieste circa l'Asia Minore come lagnanze quasi abituali e che noi facciamo senza nemmeno un preciso desiderio di essere ascoltati e che sia convinto che con qualche buona parola e pur di andare senz'altro innanzi per la sua strada ottenga quello che vuole senza che noi insistiamo realmente.

Questo ministero degli affari esteri mi sembra profittare della premura con cui venne trattata la questione discussa a San Giovanni e della conseguente imprecisione dell'accordo per fingere d'ignorare come il consenso di V.E. alla soluzione greca sia stato concesso per la questione dell'Asia Minore: si tira in lungo per attenuare il ricordo dei vari particolari.

Mi permetto quindi d'osservare come sarebbe forse conveniente V.E. volesse esaminare ancora se sarà il caso di precisare bene per tutte queste questioni quanto vogliamo e quanto non vogliamo limitando a ciò le nostre osservazioni ma in modo da ottenere quel minimo che realmente vogliamo.

(l) -Cfr. n. 166. (2) -Cfr. n. 21. (3) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 144. (4) -Non pubblicato. Si tratta della ritrasmissione a Londra e Parigi del t. gab. 1394!184 del 30 maggio, da Atene.
181

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1437/257. Londra, l giugno 1917, ore 22,28 (per. ore 5,25 del 2).

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 804 (1).

Appena comparsi noti articoli non mancai di formulare acri lagnanze ed invocare provvedimenti. Alle deplorazioni sincere manifestatemi si accoppiò la promessa di premuroso intervento spiegato però con mezzi persuasivi. Misure drastiche non sono possibili. Come V.E. sa questa censura si esercita soltanto contro la pubblicazione delle notizie militari e politiche non giudicate opportune, ma non osa attaccarsi agli articoli editoriali. La semplice interdizione della spedizione all'estero di un numero della Nation (mio rapporto n. 392) (2) contenente articolo veramente perfido contro il Comando Supremo britannico, scatenò nel parlamento e nella stampa una tempesta durata due settimane. Dopo le mie lagnanze il linguaggio della N ew Europe si è modificato e la medesima rivista ha nel suo ultimo numero pubblicato un articolo molto sensato che spedisco (3). Comunque ho rinnovato avantieri calde ·istanze, e mi fu promesso si sarebbe nuovamente insistito presso direttori. Giova sperare che potenti influenze adoperate riesciranno a tenere a freno quegli irragionevoli signori uno dei quali mi fu qualificato di • Poisonous Ass •. Ciò premesso mi importa di rilevare:

l) che occorre non esagerare l'importanza ed influenza della nota rivista sùlla grande massa dell'opinione pubblica inglese;

2) che la collaborazione annunziata di vari pubblicisti italiani fra i quali due deputati fornisce plausibilmente motivo per respingere le accuse di deliberata ostilità contro il nostro paese;

3) che la sua propaganda violenta a favore degli jugoslavi non deve al postutto aver dato gli sperati risultati se Supilo ha creduto necessarie le note aperture di cui al mio telegramma Gabinetto n. 238 (4);

4) finalmente che per combattere così violentemente l'Austria e le pericolose tendenze radicali e liberali favoreggianti la pace separata con eventuale riduzione delle nostre esigenze, rivista finisce nel fondo per difendere causa nostra, mentre le sue eccezioni e restrizioni circa la Dalmazia non potrebbero certamente prevalere a suo tempo sul Governo ed impedirgli di fare onore aHa sua firma il giorno in cui una completa trionfale vittoria ci permettesse di imporrè la pace con le integrali condizioni pattuite. A mio remissivo parere, basato su sette anni di esperienza, occorre ad occuparsi utilmente delle manifestazioni di questa stampa, tatto, delicatezza di mano e discernimento e serenità di giudizio, e soprattutto calma e misura di linguaggio. Coloro i quali, per quanto in buona fede, con notizie o apprezzamenti esagerati intransigenti unilaterali e ap

passionati e sistematici si adoperano da qui ad aizzare in momenti così delicati l'opinione pubblica italiana contro l'Inghilterra col presentare insolute isolate opinioni, altrettanto peccaminose e biasimevoli, di alcuni ingLesi come espressione della grande opinione pubblica britannica, errano e rendono, a mio avviso, e pel presente e soprattutto pel futuro, un cattivo servizio al nostro paese, al quale la cordiale e sempre più intima amicizia con l'Inghilterra può riuscire di grande giovamento a frenare le invadenze e controbilanciare la perniciosa influenza della Francia. Che questo paese in massa sia nostro amico, che apprezzi il valore della nostra amicizia e desideri lealmente di cattivarsela sembrami dimostrato ad abbondanza dalle unanimi dimostrazioni di entusiastico compiacimento qui provocato dai recenti successi gloriosi delle nostre truppe. I dovuti elogi al nostro paese nella stampa, i rallegramenti offerti a me e ad ogni altro connazionale in questi ultimi giorni mi sono giunti tanto più graditi in quanto in essi si scorge chiaramente non soltanto la naturale gioia per il successo di un alleato quanto il p1acere di poterli tributare all'Italia, ed il sentimento generale di ammirazione e soprattutto di • rispetto • dal quale essi sono inspirati.

Del resto il pericolo vero che non giova dissimulare per l'integra realizzazione delle nostre rivendicazioni nazionali in Dalmazia, non viene dall'agitazione dei Jugo-Slavi della New Europe, ma può piuttosto venire dall'eventuale prevalere qui ed altrove della tesi radicale socialista pacifista infocolata ora dalla rivoluzione russa e dalla incognita americana. Siffatto pericolo, a mia impressione, potrebbe diventare realmente serio il giorno in cui le ulteriori vicende della guerra inducessero la Germania ad offrire condizioni generalmente accettabili ovvero che l'Austria si decidesse, ciò che fortunatamente per ora non appare probabile, ad abbandonare la Germania, facendo a favore nostro sacrifici solo relativi. Su questa seconda eventualità in recente conversazione a proposito di un articolo del Manchester Guardian, io mi espressi molto chiaramente con Cecil. Gli dissi di fatto che se per disgrazia, a favorire la separazione dell'Austria dalla Germania, gli Alleati pensassero a condurci a pace separata con qualsiasi detrimento dell'integrità delle nostre rivendicazioni, si produrrebbe subito in Italia una travolgente corrente di opinione pubblica in favore di una pace immediata con la Germania, corrente contro la quale non credevo che nlcun Governo potesse resistere. In tal caso nulla verrebbero praticamente a guadagnare gli Alleati costretti (malgrado l'eliminazione dell'Austria) a continuare la guerra contro il nemico principale, ufficialmente neutrale, ma nel fondo amaramente ostile (sic).

Cecil avendo amichevolmente osservato che il mio linguaggio era piuttosto

•·strong • gli risposi che parlando per conto mio e giudicando dai patriottici sentimenti miei quelli dei miei connazionali, preferivo esprimermi, come è mio costume, con quella massima franchezza cui credo mi diano diritto tutti i miei incessanti sforzi per avvincere i nostri due paesi in legami sempre più stretti e cordiali al presente e pel futuro. Cecil rispose che, per quanto al pari di me ritenesse oggi poco probabile una pace separata austriaca della quale del resto non si potrebbero contestare i vantaggi per tutti, era superfluo ripetermi che nessun passo sarebbe dato da questo Governo senza previ accordi e previo consenso non solo dell'Italia ma anche della Romania.

(l) -Cfr. n. 136. (2) -Non rinvenuto. (3) -Non si pubblica. (4) -Cfr. n. 77.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. ss. 1434/259. Londra, 2 giugno 1917, ore 15 (per. ore 19,20).

Telegramma di V.E. n. 787 (1).

Hardinge, il quale malgrado momentanei incomodi, asprezze, è uomo rettissimo e di grande buon senso, mi confidava ieri nel massimo segreto avere egli verbalmente e per iscritto manifestato parere pienamente conforme a quello di V. E. circa l'assoluta inopportunità dell'incontro in questi momenti dei nostri due Sovrani con Poincaré. Purtroppo di tale suo parere ·i ... (2) del comitato di guerra non hanno tenuto conto. Hardinge mi fece leggere telegramma responsivo nel quale si insiste sulla proposta e si suggerisce che l'incontro sia tenuto segreto. Tale ultimo suggerimento mi appare assurdo, poco riguardoso per i Sovrani e comunque di non pratica realizzazione, date le indiscrezioni consuetudinarie francesi e data la possibilità che l'incontro sia desiderato dai francesi per rialzare forse il vacillante prestigio del presidente. A mio subordinato parere le obiezioni di V.E. sono di piena convenienza e sotto ogni aspetto mille volte giustificate. Non vi è alcun vantaggio e vi sono invece seri inconvenienti a questi chiari di luna a mescolare le· persone dei Sovrani a decisioni di ministri responsabili, su gravissime questioni suscettibili nei vari paesi di d.iverse interpretazioni e di critiche in un senso o nell'altro. Occorre d'altra parte tener presente che Lloyd George, secondo avrei motivo di ritenerlo in base pure al suo linguaggio con S.E. Orlando, annette speciale importanza alla riunione di una conferenza dei ministri responsabili. Un rifiuto nostro di parteciparvi potrebbe avere per conseguenza di irritarlo, di intensificare l'ascendente che i ministri francesi, specie Painlevé, vanno prendendo su di ·lui e cementare ancora di più la per noi perniciosa intimità franco-britannica con possibilità di nuove intese contrarie alle nostre vedute ed ai nostri interessi.

Sono pertanto a chiedermi, e mi permetto rispettosamente su ciò attirare attenzione benevola di V. E., se non converrebbe adottare una via mediana, rinviando cioè a miglior epoca incontro dei Sovrani in vista pure del fatto che

S. M. il Re non vorrebbe ora allontanarsi anche momentaneamente dalle sue truppe alla vigilia della ripresa della nostra azione offensiva, consentendo invece alla semplice riunione dei ministri, previa intesa sul programma degli argomenti da discutere. Ritengo in questa circostanza assoluto imprescindibile mio dovere insistere ancora una volta sulla grandissima importanza, direi quasi necessità, che la conferenza sia comunque preceduta da una visita quasi immediata di V. E. a Londra, pei suoi colloqui con Lloyd George e con questi ministri all'infuori di qualsiasi partecipazione francese. Tale visita, come ho potuto ancora avantieri constatare, per un discreto accenno fattomi con molto tatto da Cecil, è molto desiderata. Essa produrrebbe inoltre ottima impressione sull'opinione pubblica in Inghilterra e in Italia ed in complesso potrebbe fare molto bene. Ottima

(2} Gruppo indecifrato.

giustificazione della medesima sarebbe la restituzione delle visite a Roma di Asquith e Lloyd George.

V. E. vorrà, confido, scusare la mia forse indiscreta insistenza in considerazione dell'alto motivo patriottico che la determina.

(l) Cfr. n. 120.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1435/189. Atene, 2 giugno 1917, ore 14,20 (per. ore 21,15).

Zaimis mi ha detto che se i francesi occupano la Tessaglia egli si dimetterà. Egli ha fatto il possibile per giungere ad una conciliazione coll'Intesa, ma davanti all'evidente ostilità di questa imposta da Venizelos considera oramai che il suo compito sia reso vano e non gli resti che andarsene lasciando le cose al loro destino. Non credo che l'occupazione della Tessaglia possa andare liscia. Gli animi sono eccitati, l'Intesa e soprattutto la Francia fa ogni sforzo per mettere la Grecia in mano dei venizelisti e finirà col riuscirvi.

Egli lavora e lavorerà ancora (egli mi ha detto seguendo i miei consigli) per una conciliazione coi venizelisti ma la Francia non vuole nemmeno questo e pone ostacoli insormontabili.

Il generale Cauboue ha indirizzato a Zaimis una nuova lettera redatta in termini piuttosto violenti nella quale si occupa di ogni genere di questioni interne della Grecia non aventi alcun rapporto col controllo militare e parla pomposamente della politica dell'Intesa come se fosse (parole testuali) l'ambasciatore di essa. (Noto che di queste lettere tanto io che il colonnello Muricchio abbiamo avuto conoscenza dai giornali e secondo il solito non abbiamo potuto leggerne il testo).

Pel raccolto della Tessaglia il Governo ellenico ha fatto la proposta per un'equa ripartizione ma da giorni e giorni si aspetta invano risposta da Parigi e Londra e questo ritardo (secondo Zaimis) a scopo di lasciare aperta la possibilità di creare un pretesto per l'invasione della Tessaglia da parte delle truppe francesi venizeliste.

In presenza della minaccia di un'occupazione di Janina, Prevesa, da parte francese-venizelista, Zaimis mi ha vivamente consigliato di farvi un'occupazione italiana.

Visto questo consiglio del capo del Governo ellenico e vista la nuova situazione creata dai nostri Alleati, io debbo espressamente ritirare tutte le riserve che feci nel mio Gab. n. 120 (l) e che V. E. mostrò di accettare nel telegramma di V. E. Gab. n. 456 (2) ed affermare che se la politica generale e la situazione militare lo permettono, quelle occupazioni da parte nostra si impongono oramai.

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 588. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 608.
184

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. U. 849. Roma, 2 giugno 1917, ore 22.

Sono giunte qui alla Stefani riproduzioni delle parole di Ribot nel discorso di ieri che lasciano incerta la portata della promessa fatta di comunicare alla Camera tutti i documenti senza eccezione concernenti la Russia e la guerra; portata che verrebbe molto allargata dalle interpretazioni della dichia::-azione ministeriale per parte di codesta stampa.

Non posso fino a prova contraria credere ad un proposito di codesto Governo di violare il segreto cui si è formalmente impegnato per quanto riguarda almeno la convenzione di Londra, ed altri accordi nostri. Prego V. E. di informarmi con precisione quale fu la portata delle dichiarazioni fatte; ed eventualmente di presentar al più presto quando le sembri il caso rimostranze energiche al riguardo facendo risaltare le deplorevoli conseguenze che risulterebbero da una violazione della fede internazionale (1).

185

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 852. Roma, 2 giugno 1917, ore 22.

(Per tutti meno Jassy). R. ministro a Jassy telegrafa quanto segue:

• Oggi Bratiano... (come nel telegramma Gabinetto n. 1423/216 •) (2).

Ho risposto al barone Fasciotti quanto segue:

(Per Jassy). Telegramma di V. S. Gab. segreto n. 216.

(Per tutti). Non risultami che Governo russo abbia fin qui fatto alcun passo ufficiale presso Alleati per revisione degli accordi passati. Se ne è parlato molto a Pietrogrado, ma ritengo che ministro esteri russo lasci dire per non scontentare elementi estremi ma senza intenzione prendere su di sé responsabilità dell'iniziativa di una revisione che per prima cosa dovrebbe revocare nettamente concessioni fatte da Alleati riguardo Costantinopoli. R. Governo non può favorire alcuna revisione degli accordi intervenuti in passato con gli Alleati che costituivano le condizioni a cui sottopose la sua entrata in guerra -trovandosi in ciò in identiche condizioni con la Romania. Tali accordi riguardano il compimento delle nostre legittime aspirazioni nazionali, cioè la liberazione dei fratelli oppr,essi e le necessarie garanzie di sicurezza della nostra indipen

denza (3).

(l) -Ed. in SONNINO, Carteggio 1916-1922, vol. II, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza 1975, pp. 237-238. (2) -Cfr. n. 147. (3) -Ed. in Konst., I, 341, in ToscANO, S. Giovanni di Moriana, p. 323 ed in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 238-239.
186

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1439/262. Londra, 2 giugno 1917, ore 21,58 (per. ore 1,55 del 3).

Mio telegramma n. 248 (1).

Cecil mi ha scr.itto privatamente per informarmi che il ministro d'Inghilterra a Berna ha confermato quel telegramma escludente il fondamento della notizia del viaggio di Briand in !svizzera e i suoi... (2) con emissari austriaci.

187

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1444/190. Atene, 2 giugno 1917, ore 20,30 (per. ore 6,10 del 3).

A proposito della lettera indirizzata da Cauboue a Zaimis di cui al mio telegramma n. 190 (3), generale Philips ha di nuovo stamane sollevata la questione se Cauboue fosse autorizzato a corrispondere col Governo greco senza consultare prima i colleghi alleati, Cauboue ha risposto affermativamente dichiarando di assumere piena ed intera responsabilità della cosa.

Philips esponendo poi a Cauboue la sua opinione che oggi Grecia non sia più in condizione di recare danno all'·esercito d'Oriente ha osservato che il metodo francese apparisce oggi ingiustificato anzi dannoso nel senso che eccita il popolo greco alla reazione. Cauboue si è dichiarato di parere contrario affermando che il vero provocatore del popolo è lo stesso Governo greco che si serve delle comunicazioni riservatissime del controllo militare per falsare i telegrammi senza numero e sollevare polemiche nei giornali.

Quanto precede per conoscenza a V. E. e per farle vedere a che punto siano giunte le cose. Al colonnello Muricchio furono date istruzioni di tenersi nella massima riserva dopo l'incidente di cui al mio telegramma n. 141 Gabinetto (4) al quale non ho avuto risposta da V. E.

Evidentemente io debbo fare del tutto per evitare incidenti non sapendo se V. E. intenda rilevarli o recarvi rimedio (5).

188

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1447/98. Stoccolma, 2 giugno 1917, ore 18 (per. ore 10,30 del 3).

Branting mi ha detto che mentre i socialisti austriaci gli hanno fatto pessima impressione perché sembrano veri e propri strumenti non solo del loro

Governo ma anche del pangermanismo, quelli ungheresi si sono mostrati animati da tutt'altro spirito. Pure facendo più ampie riserve per la Transilvania che considerano indispensabile per l'Ungheria per ragioni geografiche o storiche ed anche per la presenza di un forte elemento magiaro in tutte le parti di essa, i socialisti ungheresi riconoscerebbero la necessità di dare alla Croazia una costituzione soddisfacente e non sarebbero nemmeno avversi ad una trasformazione della monarchia austro-ungarica in senso federalista. In conversazioni confidenziali essi si sarebbero anche espressi con vivacità contro le pretese tedesche di predominio sull'Austria-Ungheria. Branting mi ha detto che nei primi giorni della prossima settimana giungeranno qua i socialisti tedeschi della maggioranza e che Haase gli ha telegrafato che quelli della minoranza ... (l) passaporti ma non potranno essere qui prima del 9 corrente. Egli si propone di condurre le cose in modo che le conversazioni socialisti della maggioranza non terminino prima dell'arrivo di quelli della minoranza. Gli ho osservato che il comitato olandese senza motivi apparenti av,eva annunziato che non riceverebbe socialisti tedeschi della maggioranza se non dopo quelli della minoranza e che la modificazione di tale programma non poteva se non confermare prevenzione che il comitato (malgrado le ottime intenzioni di alcune persone come lui) subisse le influenze provenienti dagli Imperi centrali (2).

(l) -Cfr. n. 145. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Numerazione errata; si tratta con ogni probabilità del t. pubblicato al n. 183. (4) -T. gab. 995/141 del 18 aprile da Atene, che non si pubblica: ricostituzione di bande in Epiro. (5) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 862/497 del 5 giugno.
189

IL MINISTRO DEI TRASPORTI MARITTIMI E FERROVIARI, ARLOTTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1451/167. Washington, 2 giugno 1917 (per. ore 21,05 del 3).

La missione accompagnata dall'ambasciatore ha avuto avantieri una lunga conferenza coi membri più influenti del Governo degli Stati Uniti ai quali consegnammo una dettagliata memoria relativa ai nostri bisogni urgenti e futuri di tonnellaggio specialmente per il trasporto del carbone. Come sempre si mostrarono deferentissimi verso il nostro paese e desiderosi sinceramente di accontentarci ma in conclusione sono nel più grande imbarazzo perché il loro tonnellaggio attuale è molto scarso e le nuove costruzioni navali richiedono parecchi mesi di tempo per raggiungere una quantità considerevole. Tuttavia ci promisero di studiare sollecitamente il modo di venirci in aiuto ed è sperabile che qualche risultato si ottenga benché non uguagli i nostri grandi bisogni. Da parte nostra nulla lasciamo intentato per conseguire i migliori risultati possibili. Oggi abbiamo conferito col deputato Tardieu capo di questa missione francese ed ho potuto persuadermi che le loro difficoltà non sono minori delle nostre nei riguardi del tonnellaggio. Pregoti informare Boselli, Orlando, Ancona (3).

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Ritrasmesso a Londra. Parigi e Pietrogrado con t. gab. 858 del 4 giugno. (3) -II telegramma fu trasmesso tramite l'ambasciata a Washington.
190

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1558/234. Jassy, 2 giugno 1917, ore 20 (per. ore 15,45 del 12).

Diamandy ha chiesto di essere richiamato da Pietrogrado osservando che in seguito alla partenza di colà degli ambasciatori dell'Intesa la sua presenza in Russia non era più opportuna. Faccio presente però che fin dalla caduta dell'antico regime Diamandy aveva domandato il suo trasferimento per ragioni di salute. Prego mantenere segreto su quanto precede.

191

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1441/2270. Italia, 3 giugno 1917, ore 7,40 (per. ore 9,20).

Comunicale seguente telegramma del tenente colonnello Vitale da Salonicco in data 2 giugno :

• Sarrail ha detto ieri a giornalista suo intimo aver ricevuto nulla osta definitivo da Governo francese e da Governo inglese per operazioni in Tessaglia purché lo consideri necessario per ragioni militari. Intenderebbe iniziarle lunedì 4 corrente •.

192

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S.P. 853. Roma, 3 giugno 1917, ore 18.

Decifri Ella stessa.

Telegramma di V. E. n. 259 (1).

Non posso che ripetere quanto le telegrafavo nella chiusa del mio telegramma Gabinetto n. 718 del 16 maggio (2).

Non fo carico a V. E. di esprimere sempre chiaramente a me la sua personale opinione, anzi gliene sono grato, ma debbo richiamare la sua attenzione sul danno che può derivare dal fatto di comunicare le sue impressioni sulla convenienza dell'opera o della non opera mia ad ogni ministro o uomo politico che capiti a Londra (3).

(l) -Cfr. n. 182. (2) -Cfr. n. 3.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., p, 239.

193

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1453/223. Zona di Guerra (Albania), 3 giugno 1917, ore 17 (per. ore 19).

Ho fatto ora in nome del Re d'Italia la proclamazione dell'indipendenza dell'Albania sotto l'egida, l'amicizia e la protezione dell'Italia. Grande il concorso. Schietto entusiasmo tradotto in calde espressioni patriottiche, viva gratitudine, acclamazioni a S. M. Vittorio Emanuele III, e all'Italia. Stessa ora proclamazione fatta in tutti presidi italiani. Comunicato semplicemente a Valona e Corfù. Sparsi esemplari da aviatori nei paesi d'oltre Vojussa. Opinione generale eco funzione interpretata con sacro fuoco ovunque avvicinerà gran parte dell'Albania anche per la propaganda raccomandata e promessa da tutti i musulmani ,ed ortodossi albanesi.

Comunicato al Comando Supremo. Comunicato primo aiutante campo S. M. il Re.

194

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1449/146. Parigi, 3 giugno 1917, ore 15,25 (per. ore 21,30).

Telegramma di V. E. n. 849 (1).

Documenti alla cui pubblicazione accennò Ribot nella seduta del primo giugno concernono a quanto formalmente mi assicura Margerie esclusivamente Francia Russia e si riferiscono all'alleanza franco-russa e a patti antecedenti la guerra. Trattative corrono al riguardo tra Parigi e Pietrogrado. Margerie esclude che si possa trattare la pubblicazione di documenti cosi interessanti ad altri alleati senza precedente intesa con essi (2).

195

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1450/147. Parigi, 3 giugno 1917, ore 20,40 (per. ore 23,45).

Telegrammi di V. E. Gabinetto nn. 779 (3), 791 (4), 822 (5).

Ho avuto oggi una lunga conversazione con Painlevé che, essendo stato evidentemente avvertito da Ribot dell'argomento di cui volevo parlargli, era preparato a rispondermi.

Egli mi ascoltò attentamente e poi mi disse che contro Sarrail esiste una certa prevenzione causata da voci sparse sul suo conto dai suoi nemici francesi. Riandando su tutto quello che è accaduto in Macedonia cercò di giustificare Sarrail e concluse dicendo che dopo le lagnanze del Governo italiano nello scorso anno Sarrail andò da'l generale P.etitti cercando di spiegargli la sua condotta, ma Petitti si mostrò meravigliato delle lagnanze del Governo italiano e assicurò Sarrail di tutta la sua simpatia. Dopo lagnanze inglesi Painlevé parlò con Lloyd George che convenne le lagnanze eccessive e ancora recentemente dimostrò la sua fiducia nella capacità militare di Sarrail. Giorni or sono principe Alessandro di Serbia fece grandi... (l) di Sarrail e pregò di non togliere il valente generale che trovava possedere tutte le qualità per la difficile missione affidatagli. Painlevé cordialissimo durante la lunga conversazione assicurava fare il più gran caso di quanto aveva inteso e mi pregava di riparlare direttamente con lui appena che avessi altre cose al riguardo. Risultava evidente la conclusione che Sarrail non verrà richiamato. Credo che se si vuole insistere sull'argomento per dimostrare la poca fiducia dei comandanti delle forze riunite a Salonicco bisognerebbe assicurarsi che anche gli inglesi facciano comunicazioni analoghe (2).

(l) -Cfr. n. 184. (2) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 859/494 del 5 giugno. (3) -Non si pubblica: è la ritrasmissione a Londra e Parigi del t. 2650 di Cadorna. (4) -Cfr. n. 125. (5) -Cfr. n. 155.
196

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1965/151. Madrid, 3 giugno 1917, ore 16,10 (per. ore 1,15 del 4).

Ieri vi è stata seria minaccia crisi ministeriale totale, scongiurata ultima ora soprattutto perché sarebbe impossibile formare oggi altro ministero liberale, e conservatori non vogliono ora prendere potere. Ne fu causa agitazione ufficiali fanteria, oggetto del telegramma n. 149 (3).

Generale Alfan, capitano generale Barcellona aveva punito arresti fortezza promotori di ... (l) difesa, il Governo lo richiamò e successore credette togliere arresti senza sciogliere associazione.

Così si fece anche in altre città.

Indisciplina ufficiali e debolezza Gov,erno sono sintomi tanto più gravi chè molti dei favoritismi di cui quelli si dolgono, sono dovuti all'intervento personale del Sovrano contro il quale si dirige così in gran parte malumore ufficialità

fanteria (4).

Il) Gruppo indecifrato.

(2) -Ritrasmesso a Londra e a Pietrogrado con t. gab. 861 del 5 giugn0 con la seguente aggiunta: • Tenendo presenti miei telegrammi gab. nn. 779, 791. 822 e dispacci del 29 e del 31 maggio, prego sondare attuali intenzioni del Governo britannico circa generale Sarrail per comunicazioni al Governo francese analoghe alle nostre circa il suo reclamo •. (3) -Non pubblicato. (4) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 741 del 4 giugno.
197

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1462/233. Pietrogrado, 3 giugno 1917, ore 14,10 (per. ore 14 del 5).

Buchanan mi ha detto che probabilmente approfitterà della presenza in Russia del ministro Henderson per l'ecarsi in congedo in Inghilterra. È mia impressione ch'egli intenda allontanarsi definitivamente. Ho motivo di credere che alla missione di Henderson si attribuisca ·molta importanza in quanto, oltre alla questione della guerra, trattasi di salvaguardal'e per quanto è possibile gli ingenti interessi industriali e in tal caso [sic] dell'Inghilterra in questo paese minacciato dalla crisi sociale.

198

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1494/228. Jassy, 3 giugno 1917, ore 14,20 (per. ore 12,25 del 6).

A richiesta di questo presidente del consiglio prego telegrafarmi se nulla si oppone alla pubblicazione del telegramma reale di cui telegramma di V. E.

n. 809 (l) ritenendosi che esso farebbe qui ottima impressione.

199

IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

N. 2204. Roma, 3 giugno 1917.

Assicuro l'E. V. che ho impartito disposizioni agli uffici di questo Ministero perché nelle forniture e negli acquisti da effettuarsi negli Stati Uniti di America si attengano a quanto è indicato nel·la lettera 31 maggio u.s. n. 19.3.21 della

E. V. (2).

200

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1454/148. Parigi, 4 giugno 1917, ore 12,45 (per. ore .16,40).

Un noto deputato radicale-socialista mi ha detto ieri sera che nel comitato segreto, la Camera ha ottenuto dopo violenta discussione: l) Comunicazione

delle istruzioni a Doumergue quando andò in Russia nello scorso gennaio nelle quali erano indicati gli scopi di guerra e cioè frontiera Reno e Asia. 2) Comunicazione dell'accordo firmato a tale proposito nel febbraio da Paléologue e ministro degli affari esteri russo. Impressione prodotta da lettura di questi documenti su tutto il partito radicale socialista sarebbe stata grandissima e nella seduta odierna Governo sarà obbligato ad enunciare i suoi attuali scopi di guerra, altrimenti sarà reso noto al pubblico il programma del Governo del gennaio che è tacciato di essere imperialista. Si aggiunge che Thomas, malgrado fosse ministro nel gennaio, ignorava le istruzioni a Doumergue e l'accordo del febbraio e li apprese soltanto in Russia. Altro deputato radicale socialista assai influente teneva analogo discorso con persona che me lo ha riferito. È però da tener presente che tale racconto circa comitato segreto viene da socialisti di opinioni assai avanzate benché durante questa guerra abbiano fino ad ora appoggiato il Governo. Un deputato amico di Briand riferendomi sommariamente la discussione del comitato segreto conveniva che attitudine di tutti i partiti socialisti è stata

• pessima •; malgrado le dichiarazioni fatte venerdì da Ribot moLti deputati credono ancora esistano in Russia lettere firmate da Poincaré precedentemente all'agosto 1914 tendenti a spingere la Russia alla guerra e si seguita a parlare di prossima crisi presidenziale. Impressione che risente l'opinione pubblica da tutto ciò non è certamente buona. D'altra parte scioperi sembrano calmati. Autorità militare ha sospeso licenze per Parigi ai militari del fronte (1).

(l) -Cfr. n. 151. (2) -Cfr. n. 167, allegato.
201

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 860. Roma, 4 giugno 1917, ore 21,30.

Questo ministro di Grecia si è mostrato molto preoccupato dell'effetto che farà in Gvecia la solenne proclamazione dell'indipendenza dell'Albania sotto la protezione dell'Italia. Tanto più fatta ad Argirocastro essa viene ad applicarsi all'Epiro settentrionale ciò solleverà una forte agitazione contro Re Costantino e suo Governo. Ho risposto che dopo la proclamazione analoga del gennaio fatta dall'Austria era rnilitarmente necessario di non lasciare alienare ingiustamente le simpatie delle popolazioni albanesi; e non poteva opportunamente farsi a Valona l'occupazione permanente della quale per parte dell'Italia è ormai divenuta essenziale per la nostra sicurezza nell'Adriatico. Quanto ai confini precisi della futura Albania essi saranno stabiliti dall'Europa nel trattato che metterà fine alla guerra presente. Quanto precede per norma di linguaggio di V. E. (2).

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Pietrogrado, con t. gab. 864 del 5 giugno. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 146.
202

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S.P. 1456/s. N. Londra, 4 giugno 1917, ore 22,30 (per. ore 4 del 5).

Ai ministri Carcano, Scialoja e Orlando che ... (l) informati di tutte le questioni in corso e che avevano dalle esplicite dichiarazioni di questo ministro britannico potuto constatare quanto fosse desiderata la visita di V. E. io credetti lecito anzi doveroso manifestar loro tutte le mie subordinate vedute caldamente pregandoli appoggiarle presso V. E. Ai vari deputati che mi tempestavano di domande sulle relazioni inglesi ecc. io misi in evidenza per semplice omaggio alla verità quanto preziosa influenza avessero in sommo grado esercitato in momenti delicati nella soluzione di interessantissime nostre questioni il prestigio, l'autorità, il rispetto e la fiducia che l'alta personalità di V. E. ispira al Governo ed all'opinione pubblica britannica e qtJiali positivi vantaggi da queste fortunate circostanze ha tratto e può trarre il nostro paese. Oserei persino sperare che il mio linguaggio possa forse aver contribuito a dissipare qualche falsa ed erronea impressione. Non mi sono mai permesso manifestare in merito all'opera provvida ed illuminata di V. E. apprezzamenti che oltre a contravvenire ai principi disciplinari da me in 36 anni di carriera sempre religiosamente rispettati ·e che sarebbero in stridente contrasto coi sentimenti di profonda ammirazione e cordialissima devozione, che come ella sa, io da molti anni professo per lei indipendentemente dalle nostre relazioni gerarchiche. È questo un punto essenziale che mi importa precipuamente di chiarire e circa il quale sarei desolato se V. E. avesse ricevuto inesatte impressioni. Io non posso in coscienza modificare sull'opportunità e sui vantaggi di una sua visita le rispettose remissive considerazioni che ho creduto doveroso sottoporre direttamente e farle raccomandare dai suoi colleghi. In ossequio però al desiderio suo che per me è un ordine è superfluo aggiungere che mi asterrò d'ora in poi su questi e su altri argomenti dal manifestare mie impressioni e vedute in eventuali futuri colloqui con ministri e uomini politici nostri.

203

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1457/192. Atene, 4 giugno 1917, ore 20 (per. ore 6,25 del 5).

Jonnart è aspettato oggi o domani. Elliot e Guillemin hanno ricevuto istruzioni di mettersi a sua disposizione per istradarlo negli affari. Ministro di Francia

è autorizzato dopo qualche giorno dall'arrivo di Jonnart di recarsi m congedo. Elliot sembra resterà ancora qualche tempo qui. Egli mi ha letto un telegramma del suo Governo in cui si dice che in seguito a proteste italiane contro forzata abdicazione del Re, devesi suggerire a Jonnart di limitarsi a chiedere al Re di allontanarsi da Atene per la durata della guerra affidando veggenza ad uno dei principi. Sarei grato a V. E. se ella volesse darmi qualche direttiva circa attitudine che dovrò prendere verso Jonnart sia per ciò che concerne cerimoniale (visita, precedenza) sia quanto affari politici se mi arriverà doverne discutere con lui (1).

(l) Gruppo indecifrato.

204

IL SOTTOSEGRETARIO PER LE ARMI E MUNIZIONI, DALLOLIO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE

N. 3110. Roma, 4 giugno 1917.

Ho l'onore di accusare ricevuta alla E. V. del dispaccio 2204 (2) del 3 corrente avente per oggetto • Forniture ed acquisti da farsi negli Stati Uniti d'America •.

Naturalmente ho dato subito le disposizioni necessarie perché l'ordine ricevuto dalla E. V. sia eseguito prontamente ed assolutamente.

Reputo però doveroso rappresentare alla E. V. che per la durata della guerra essendo stato istituito il posto di Sottosegretario di Stato per le armi e munizioni, mi sembra evidente che tutto quanto si riflette ai rifornimenti delle armi e munizioni avrebbe dovuto solo ad esso fare capo. Tale il concetto e l'intenzione del R.D. 9 luglio 1915.

Circa i rifornimenti delle armi e delle munizioni il Sottosegretario di Stato per le armi e le munizioni ha dei doveri speciali date le attuali circostanze più che eccezionali, e come potrebbe d'ora innanzi vegliare con gran cura affinché i suoi inferiori immediati adempiano diligentemente e coscienziosamente i loro doveri, quando colla nuova prescrizione viene a cessare la dipendenza diretta del generale Tozzi per l'esecuzione delle commesse da questo sottosegretariato?

Il Tesoro può esaminare le richieste di forniture dal lato economico, ma ciò non risponde alle esigenze dei combattenti, né di quelli che in armi vegliano e chiedono -e insistentemente chiedono -armi e munizioni.

Ritardi ne avverranno certamente, facilmente ·equivoci perché in tal modo vengono ad essere sottratti dagli organi naturali e competenti compiti che non potranno mai essere eseguiti così completamente e rapidamente come da chi ne ha la vera ed assoluta responsabilità.

(l} Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e alla legazione ad Atene con t. gab. 866 del 5 giugno con la seguente ag~iunta: Ho risposto a Bosdari quanto segue « Dai miei recenti telegrammi V. S. può rilevare le riserve che abbiamo fatte circa le decisioni franco-inglesi per la Grecia. Intendiamo mantenere tali riserve e quindi non ci associamo ad eventuali Passi contro il Re Costantino e l'attuale Governo greco, che non riteniamo giustificati. Rapporti di V. S. con Jonnart dovranno essere improntati personalmente alla maggiore cortesia e regolati per quanto riguarda cerimoniale dal titolo col quale egli sarà riconosciuto dal Governo greco •.

Nel momento in cui a fronte del Comando Supremo questo sottosegretariato assume impegni per la difesa del Paese, i più difficili, i più laboriosi, mentre imperverseranno tante e gravi crisi, se ne rende più difficile anzi più problematica la sua azione.

Mi onoro perciò pregare vivamente la E. V. a volere compiacersi di rappresentare al Presidente del Consiglio dei ministri nel1a sua qualità di presidente del comitato superiore per i rUornimenti delle armi e de1Le munizioni quanto ho avuto l'onore di esporre, perché si viene così ad atrofizzare la collaborazione organizzata delle forze che costituiscono la potenzialità del sottosegretariato.

E seguendo la via ora tracciata non è più possibile rispondere pronti alle domande recentemente fatte dal Comando Supremo.

(2) Cfr. n. 199.

205

IL SOTTOSEGRETARIO PARLAMENTARE AGLI ESTERI BRITANNICO, CECIL, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

N. CONFIDENZIALE W. 109723/17. Londra, 4 giugno 1917.

I have the honour to inform Your Excellency that the Russian Chargé d'Affaires communicated to me on the 31st ultimo a note setting forth the views of the Russian Minister for Foreign Affairs regarding the declaration on the subject of the Asia Minor agreements, which it is proposed should be made in the Italian Parliament.

Monsieur Tereschenko expressed the fear lest such a declaration on the part of the Italian Government would create an undesirable agitation in Russia and cause unrest in social-democratic circles and heated discussions on the question of annexation. On the other hand, if it were announced that an agreement had been reached between Great Britain, Italy and France without Russia having been consulted, it would create a feeling of resentment against the attitude adopted by the Allies towards Russia. Monsieur Tereschenko concluded by expressing the opinion that if this question is raised at the present moment the task which the Russian Government have set before themselves, namely the re-establishment of discipline and preparation for an offensive, would be greatly impeded, and His Excellency expressed the hope that these considerations might receive the fullest attention.

I informed Monsieur Nabokoff in reply that the Governments of the Allies were prepared to accept the amendments made by Monsieur Tereschenko to the formula proposed by me, and I suggested that he should consult his Government further on the subject. In the meantime, I promised that His Majesty's Government would take no further action in the matter (1).

(l) Cfr. il t. del ministro Teresenko all'incaricato d'affari russo a Londr2., 6 maggio 1917, in Aujteilung der Asiatischen Tilrkei, doc. n. 317.

206

IL CARDINALE-SEGRETARIO DI STATO, GASPARRI, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI (1).

L. P. Vaticano, 4 giugno 1917.

Facendo seguito al mio foglio n. 29226, del 5 aprile scorso, mi do premura di portare a conoscenza di V. S. Illustrissima che, avendo nuovamente sollecitato, pel tramite di Mons. Nunzio Apostolico di Vienna, la conclusione dell'accordo circa i bombardamenti aerei, anche affine di scongiurare fatti come quello recente del bombardamento delle adiacenze di Castellammare Adriatico, operato dagli Austriaci, ho ricevuto dal sullodato Rappresentante Pontificio la seguente comunicazione: « Questo signor Ministro degli Esteri mi ha significato che le Autorità militari, cui era stata deferita la decisione ultima della cosa, tenuto conto della situazione al fronte, si sono dichiarate assolutamente contrarie al progettato accordo. Ho fatto insistenze, lasciando sperare che forse si sarebbe potuto ottenere l'immunità della città di Trieste, ma inutilmente. Il Ministro degli Esteri è quindi dolente che non si possa assecondare il nobile desiderio del Santo Padre. Il ritardo di questa risposta dipende dalla menzionata Autorità militare ».

Com'Ella può ben comprendere, la Santa Sede è vivamente dispiacente che le pratiche intraprese con tanto impegno non abbiano ottenuto l'esito sperato. Essa però non depone il proposito di adoperarsi con tutti i mezzi che sono in suo potere allo scopo di scongiurare i deplorati bombardamenti aerei, e contribuire almeno a raggiungere qualche parziale accordo al riguardo.

207

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1468/6. Parigi, 5 giugno 1917, ore 13,06 (per. ore 18,50).

Governo montenegrino ha presentato ieri al Re dimissioni in seguito a conoscenza del telegramma inviato a sua insaputa a S. M. il Re nostro Sovrano 24 mag~io per felicitarlo della vittoria armi italiane. Ministro degli affari esteri e presidente del consiglio mi hanno dichiarato che termini della seconda parte del telegramma che potevano essere interpretati come desiderio che l'Italia occupasse la Dalmazia rendevano insostenibile, la loro posizione di fronte ai jugoslavi tutti. Mie pressioni per farli recedere dal proposito sono fino ad ora rimaste infruttuose. Pubblicazione nel Temps di ieri del telegramma

e delle dimissioni prima che queste fossero comunicate al Re porta a sospettare che passo fosse premeditato da qualche tempo e probabilmente preparato da Ilic l'elemento più dubbio del Gabinetto.

(l) Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e S. Sede dalla Grande Guerra alla Conciliazione, Bari, 1966, p. 335.

208

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, Al MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 867. Roma, 5 giugno 1917, ore 22.

Mio tel. n. 860 (1).

Credo opportuno aggiungere alcuni chiarimenti circa le ragioni che hanno indotto ad emanare il proclama circa Albania. La situazione militare dell'Intesa in Macedonia secondo le ultime decisioni che hanno dovuto tener conto della scarsità del tonnellaggio per rifornire l'armata d'Oriente tende ad indebolirsi. Gli inglesi hanno ritirato o stanno ritirando talune loro unità ed è stata prospettata l'eventualità di ridursi al campo trincerato di Salonicco. In queste condizioni il nostro comando ha dovuto preoccuparsi della situazione militare che sarebbe derivata al nostro corpo d'occupazione in Albania costretto a contare sulle proprie sole forze nel caso molto probabile di una avanzata del nemico. In questo senso si è proceduto e si sta procedendo a talune ulteriori occupazioni che migliorano la nostra linea strategica mentre corrispondono ai vivi desideri delle popolazioni a noi chiaramente espressi. Per mettere poi in pieno valore le nostre forze intorno a Valona era necessario accaparrarci le simpatie delle popolazioni locali per non averle ostili in caso di una offensiva nemica contro di noi, mentre potrebbe esserci molto utile in tale eventualità, la loro simpatia ed un loro concorso forse anche militare. Al proclama ed alla sua forma ci autorizzava la situazione speciale riconosciuta all'Italia in Albania dai patti intervenuti con gli Alleati; e ad un atto del genere noi dovevamo pO'liticamente affrettarci per non sembrare di restare tagliati fuori sia per gli atti compiuti dai francesi specie a Koriza, sia per ribattere il proclama lanciato dagli austriaci nel quale non si parlava di indipendenza né di integrità, ma di amministrazione austriaca capace di portare rimedi ai passati mali e di preparare una futura amministrazione albanese quale istradamento all'autonomia sotto la protezione austriaca. Nel nostro proclama ci siamo astenuti dal determinare i confini della futura Albania, lasciando questo compito al trattato generale con cui terminerà la presente guerra. Confido che V. E. tenendo presente gli elementi che qui le fornisco per sua esclusiva notizia (atteggiamento francese) e valendosi di quello che può giovare di fare conoscere a codesto Governo dissiperà qualsiasi equivoco che potesse sorgere nell'interpretazione del nostro atto (2).

(l) -Cfr. n. 201. (2) -Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 239-241.
209

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 869. Roma, 5 giugno 1917, ore 22.

Mio telegramma n. 851 (1).

Barrère mi riferiva che Ribot rendendosi ragione dei motivi da me esposti per sconsigliare in questo momento la progettata riunione di capi di stato in Francia, non insisteva nella proposta, riservandosi di ripresentarla a tempo più opportuno (2).

210

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 870. Roma, 5 giugno 1917, ore 22.

Rodd mi accennava che il suo Governo per ristabilire un perfetto accordo tra noi sull'azione degli alleati in Grecia sarebbe disposto ad accogliere un partito medio relativamente Re Costantino, ossia di chiedere la sua partenza e lontananza per tutta la durata della guerra, affidando la reggenza ad uno dei figli. Non era possibile non considerare ormai il Re Costantino come un nemico personale dell'Intesa. Ho risposto che per parte mia ero alieno dal discutere nuovo modus vivendi e mezzi termini, quando si lasciava in realtà tutta la situazione tale da dover riprodurre gli stessi risultati. Lasciando Sarrail a capo della spedizione mirlitare, col partito preso di portare a qualunque costo Venizelos al Governo per fare entrare la Grecia officialmente in guerra, malgrado la manifesta volontà della popolazione di restarne fuori, si manteneva una situazione falsa e che contraddiceva a mio modo di vedere ai più elevati interessi morali dell'Intesa, la quale si prendeva tutta la responsabilità di violentare la volontà

di un piccolo Stato dopo averlo ridotto all'impotenza. Per parte mia preferivo che l'Italia non facendo parte delle potenze garanti della costituzione greca restasse semplicemente estranea a tutto questo pur astenendosi da pubbliche proteste o aperte scissioni (3).

(l) -T. gab. 851 del 2 giugno, non pubblicato: Sonnino riteneva praticamente impossibile tenere segreto l'incontro dei capi di Stato al fronte francese. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 147. (3) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 145-146.
211

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 871. Roma, 5 giugno 1917, ore 22.

Giers mi comunicava aver Terescenko telegrafato a Parigi e Londra deprecando ogni ulteriore ritiro di truppe da Salonicco o restringimento di fronte in Macedonia per effetto della avanzata in Tessaglia e dimostrando le conseguenze dannose che potrebbero derivarne. Ho risposto le ultime assicurazioni inglesi erano che non sarebbero certamente state fatte altre riduzioni del contingente prima del 15 luglio e anche per allora ogni decisione doveva essere preceduta da una nuova consultazione tra gli alleati. Quanto al nostro contingente il Comando Supremo dichiarava impossibile tenerlo in Macedonia quando si fosse ridotta l'impresa alla difesa di un campo trincerato a Salonicco, aprendo un varco all'avanzata del nemico. In tale eventualità si sarebbero dovute ritirare le nostre truppe verso l'Albania e Valona. Essendo tutto rimasto sospeso dietro le ultime dichiarazioni inglesi, non si prendeva per ora alcuna risoluzione definitiva.

212

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRÀ, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 868. Roma, 5 giugno 1917, ore 23.

Barrère mi assicurava, per incarico di Ribot, che non vi era nel Governo francese nessun proposito o desiderio di riduzione delle forze della spedizione di Macedonia. Mi confermava che il Governo inglese si era pure impegnato a non ritirare altre truppe senza previo concerto generale con gli alleati. Ai primi di luglio sarebbe stato bene ritrovarsi tra Governi e capi militari per esaminare varie questioni interessanti la situazione generale; e che intanto Ribot confidava che dalle varie parti non si sarebbe presa nessuna decisione che alterasse i concerti tra noi presi in passato (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 146-147.

213

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1479/264. Londra, 5 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 1,30 del 6).

Telegramma di V.E. n. 796 (1).

Se V.E. lo desidera io potrei tastare il terreno. A mio subordinato parere l'interesse nostro immediato è di ottenere il più presto possibile la consegna dei pro-memoria dai quali deve risultare chiaramente il riconoscimento da parte del Governo britannico e di quello francese della zona da noi reclamata in Anatolia. Ad affrettare tale promemoria mi sto attivamente adoperando presso il Foreign Office.

Formulando nuove proposte destinate per lo meno a sollevare ulteriori discussioni, temo che ritarderemmo il conseguimento del fine principale e più urgente. Ottenuti i due promemoria e regolata così la questione con la Francia e l'Inghilterra riterrei prudente sospendere pel momento ogni conversazione colla Russia. Ignoro quali informazioni V.E. possegga sulle disposizioni di quel Governo. Impressione mia da qui tenderebbe a farmi temere un rifiuto che complicherebbe la situazione e pregiudicherebbe i nostri interessi. Delle due l'una: o la Russia fa defezione ed allora sorgerà una situazione affatto diversa la quale, per quanto è dato prevedere, renderebbe anche più difficile la pratica esecuzione degil.i accordi conclusi con la Francia e l'Inghilterra, o la Russia resta fedele ed in tal caso tutto parmi consigli di guadagnar tempo e non sollevare la questione degli accordi per la spartizione della Turchia in attesa si stabilisca quivi un vero Governo che sappia quello che vuole e col qua'le si possa discutere seriamente. Da tutto l'insieme del linguaggio di Cecil mi pare si possa facilmente dedurre l'estrema riluttanza di questo Governo a qualsiasi dichiarazione di natura a provocare obiezioni russe, né parmi a noi convenga impostare la questione del concorso russo in un momento in cui tutto lascerebbe prevedere una tenace opposizione.

Attenderò quindi ulteriori ordini di V.E. prima di parlare qui della suggerita dichiarazione.

214

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1469/151. Parigi, 5 giugno 1917, ore 23,50 (per. ore 3,10 del 6).

Faccio seguito al mio telegramma Gabinetto n. 148 (2).

Cambon mi ha detto che documenti di cui è stata data comunicazione al comitato segreto sono:

l) copia consegnata a Doumergue per sua notizia di un dispaccio diretto all'ambasciatore di Francia a Londra;

2) nota scambiata fra l'ambasciatore di Francia a Pietrogrado e quel ministro degli affari esteri circa frontiera orientale francese.

Mi si assicura che non si è fatto cenno all'Asia Minore né ad altro eccetto frontiera francese.

(l) -Cfr. n. 122. (2) -Cfr. n. 200.
215

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1471/195. Atene, 5 giugno 1917, ore 14 (per. ore 3,10 del 6).

A quanto mi ha detto ministro di Russia Governo serbo irritato e preoccupato del contegno del generale Sarrail da cui deriva pericolo totale distruzione degli oramai magri avanzi dell'esercito serbo, starebbe trattando una resa all'austro-ungarico. Lascio al mio collega responsabilità di questa gravissima notizia (1).

216

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1474/265. Londra, 5 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 3,10 del 6).

Giusta confidenzialissime mie informazioni EHiot starebbe attivamente lavorando per impedire l'abdicazione del Re di Grecia, preparando il terreno per una rìconciliazione tra Sua Maestà e Venizelos da verificarsi eventualmente dopo l'arrivo di Jonnart e sotto gli auspici di lui.

217

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1475/266. Londra, 5 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 3,10 del 6).

Congresso di Leeds cui parteciparono tutte le frazioni socialiste pacifiste ha provocato acri recriminazioni contro le decisioni adottate fra le quali quella

dell'istituzione di un comitato di operai e soldati, analogo a quello russo. Per quanto i congressisti rappresentino un'esigua minoranza della classe operaia in maggioranza contraria alla pace, l'avvenimento non può tuttavia passare e non passa inosservato. Preminente atteggiamento assunto dal deputato Ramsay Mac Donald mette in imbarazzo il Governo al quale i conservatori e i labouristi fautori della guerra rimproverano la concessione del passaporto per Stoccolma. Mi dicono che la questione avrà un seguito alla Camera che si riapre oggi.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e alla legazione a Corfù, con t. gab. 878 del 6 giugno.

218

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1477/268. Londra, 5 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 3,10 del 6 ).

Telegramma di V.E. n. 768 (1).

Alla nota serba, secondo mi diceva oggi Graham, non fu data risposta scritta. Si è dichiarato al ministro di Serbia che trattandosi d~ operazioni militari poste sotto la direzione suprema del generale Sarrail conveniva rivolgersi precipuamente a Parigi.

219

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1481/66. Corfù, 5 giugno 1917, ore 20,40 (per. ore 3,10 del 6).

Pachitch mi ha detto essere deciso il richiamo di Ristich che sarebbe posto a disposizione. Mi ha pregato di chiedere gradimento per Spalaicovich ora ministro a Pietrogrado.

Questi fu prima ministro a Sofia e come tale fece l'alleanza colla Bulgaria; prima ancora fu aggiunto al ministero degli affari esteri a Belgrado. Credo che da Vienna si rifiutò una volta il gradimento per lui e forse perché sua moglie è bosniaca.

Patriota ardente fu sempre nemico dell'Austria.

Suo principale interessamento fu per la Bosnia su cui ha pubblicato anche dei libri. Ignoro però quale contegno egli abbia assunto a Pietrogrado dopo il sorgere della propaganda jugo-slava. È personalmente stimato, rettissimo.

Pachitch sarebbe riconoscente della risposta più sollecita possibile.

(l) Cfr. n. 84.

220

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1478/269. Londra, 5 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 4,30 del 6).

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 861 (1).

Annunziati dispacci di V.E. 29 e 31 maggio (2) non mi sono ancora giunti. Giusta ordini di cui suo telegramma 779 (3), intrattenni subito Cecil nel senso prescrittomi. Egli mi disse che trattandosi di questione militare sulla quale era affatto incompetente e che doveva essere sottoposta al Gabinetto di guerra era indispensabile consegnargli promemoria che io rimisi l'indomani con l'annotazione: • Urgente e segreto •.

Similmente pal'lai con Hardinge del richiamo di Sarrail giusta le istruzioni del telegramma di V.E. Gabinetto n. 805 (4) ed a sua insistente preghiera gli consegnai un altro memorandum in via privata come semplice ricordo della conversazione. Non avendo potuto vede!'e Cecil venerdì rinnovai ad Hardinge la preghiera per una pronta risposta sulle due questioni che egli mi rispose erano tuttora oggetto di esame da parte del Gabinetto di guerra. Domani insisterò nuovamente presso Cecil.

221

IL SENATORE MAYOR DES PLANCHES (5) AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1483/690. Londra, 5 giugno 1917, ore 18,10 (per. ore 6,15 del 6).

Lettere di importanti membri della missione inglese a Washington di cui Attolico ha avuto riservate comunicazioni, rivelano in esse un notevole malumore anzi un risentimento a nostro riguardo per il fatto che la missione nostra anziché tenersi in contatto e procedere d'accordo con loro e coi francesi se ne tiene discosta e agisce separatamente. Agisce anzi contrariamente agli accordi presi fra gli Alleati poiché cerca noleggiave navj all'infuori del comitato. Nè appare che abbia discusso con loro la questione unificazione controllo traffico ferroviario. Inoltre sembriamo volerei affidare agli Stati Uniti e non più all'Inghilterra il che ci fa considerare discontenti e egoisti mentre la direzione dei nostri interessi al Governo degli Stati Uniti quale si afferma avvenga, viene qualificata come mancanza di dignità. Spiegherò in altro momento i fatti che legittimano cotali aspri giudizi. Non posso supporre che il R. Governo voglia mutare la sua politica di fiduciosa intesa con l'Inghilterra. I nostri delegati devono dunque anche a Washington [avorare a rafforzare i legami qua stretti. Ora dalle lettere suddette e da altri indizi risulta che ciò non solo non fanno ma

8 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

che al contrario si comportino senza dubbio inconsapevolmente in modo disgiungere e scindere invece unire. In una parola i nostri delegati sembrano colà lavorare contro Londra. Ora io ritengo che ciò è nefasto e se tale è pure il concetto di V. E. la pregherei di dare ai nostri delegati, all'ambasciatore stesso, un avvertimento il quale avrebbe tanta maggiore efficacia in quanto non paresse da questa delegazione suggerito nel senso che essendo a Washington delegati inglesi e delegati francesi e fra i primi l'Anderson ed il Royden che ci è amico, si accostino loro, con loro si affiatino e cerchino di dissipare ed attutire le diffidenze a cui finora avessero dato luogo.

(l) -Ritrasmette il t. gab. 1450/147 da Parigi, cfr. n. 195. (2) -Non pubblicati. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 137. (5) -Mayor era incaricato dei negoziati economico-finanziarii con la Gran Bretagna.
222

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1487/234. Pietrogrado, 5 giugno 1917, ore 14 (per. ore 10,45 del 6).

Neratov mi ha detto che risposte americana ed inglese relative agli scopi di guerra sebbene già consegnate a Terescenko sono tuttora sotto esame dei rispettivi Governi in vista di modificazioni da introdursi e che ritiene sarà così anche della risposta francese.

Avendo espresso l'opinione personale che nonostante qualsivoglia modificazione le risposte degli Alleati non soddisferanno il Sovietsco e che non vedevo motivo di affrettarsi a rimettere risposte, Neratov mi ha detto che, per suo eonto, il ministero degli affari esteri non le sollecita.

223

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2002/474. Pietrogrado, 5 giugno 1917, ore 14 (per. ore 14,05 del 6).

2 giugno.

Ad alcuni giornalisti Henderson qui giunto ieri ha dichiarato essere venuto libera Russia per esprimerle simpatia Governo e democrazia inglese e per prestare sua collaborazione al Governo provvisorio che forse crederà opportuno valersi della sua esperienza per la soluzione attuali problemi commerciali e industriali. Parlando della conferenza socialista di Stoccolma egli ha detto che Inghilterra darà passaporti tanto ai rappresentanti della maggioranza quanto a quelli della minoranza socialista ma che delegati inglesi si fermeranno a Stoccolma soltanto per trattare coi socialisti scandinavi e olandesi organizzatori di quella conferenza senza prender parte alla assemblea generale.

Da Stoccolma verranno a Pietrogrado per trattare coi socialisti russi e prenderanno parte alla conferenza organizzata da questi ultimi a condizione che qualora non si potesse raggiungere completo accordo ogni partito possa serbare libertà d'azione e diritto di far conoscere al mondo intero propria opinione mediante speciale manifesto. Henderson ha espresso sua soddisfazione per situazione militare sui fronti inglese, francese e italiano e speranza che esercito russo intraprenda al più presto avanzata unico mezzo per conseguire pace. Circa divisa • pace senza annessioni nè contribuzioni sulla base della libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli •, ha dichiarato non aver nulla da aggiungere, essendo essa già stata accettata dai socialisti inglesi francesi belgi fin dal 1915. Giornali socialisti non recano notizie sull'arrivo di Henderson.

224

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2006/481. Pietrogrado, 5 giugno 1917, ore 14 (per. ore 14,20 del 6).

3 giugno.

In un telegramma diretto a Tcheize socialisti francesi Moutet e Cachin dicono partito socialista francese ha accolto unanimemente invito partecipare alla conferenza convocata dai socialisti russi per discutere condizioni pace.

Socialisti francesi condividono pensiero compagni russi circa necessità porre termine guerra imperialista ristabilire Internazionale e difendere diritti dei popoli sulla base della libertà sociale ed esprimono in pari tempo voto che Russia darà concorso sue armi per il raggiungimento dei giusti ideali.

225

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2005/480. Pietrogrado, 5 giugno 1917, ore 14 (per. ore 14,50 del 6).

3 giugno.

In una visita a Kiew al comitato esecutivo delle organizzazioni riunite, Kerensky ha detto poter assicurare che fraternizzazione col nemico al fronte come fenomeno collettivo, non ha affatto luogo. Ha dichiarato che non è possibile in tempo di guerra pensare alla formazione di truppe regionali e che non si potrà convocare Costituente prima del novembre dovendo popolazione rurale accudire 'lavori agricoli.

226

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1514/221. Jassy, 5 giugno 1917, ore 20,45 (per. ore 9,35 dell' 8).

Mi risulta confidenzialmente che questo Governo ha avuto notizia da Parigi che il presidente Wilson si proporrebbe di fare una dichiarazione con cui riconosce il diritto all'Italia su Trento e Trieste, della Francia sull'Alsazia-Lorena, della Serbia sui territori abitati dai serbi e del Belgio ad una equa indennità, ma senza far cenno delle aspirazioni nazionali romene.

Governo romeno è molto preoccupato da tale omissione.

227

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2039/s. N.

Ho potuto avere conoscenza dell'ultimo rapporto inviato al dipartimento politico dal ministro della Confederazione a Pietrogrado.

Il Signor Odier descrive la situazione sotto i colori più foschi e le sue pagine sono ispirate al più nero pessimismo. Egli espone ciò che ha visto coi propri occhi e ciò che gli hanno riferito persone degnissime di fede sull'anarchia che regna oggi in quel disgraziato paese. Il ministro elvetico, che è persona calma ed equilibrata, e nemica di ogni esagerazione, non si perita di scrivere essere fallaci quelle speranze che l'Intesa potesse avere nell'aiuto della grande alleata. c L'esercito russo • -sono le sue parole • non esiste più •. Se fu facile distruggerlo in pochi giorni, accorreranno mesi ed anni per ricostituirlo. L'Odier dopo aver descritto le gesta brigantesche delle milizie che sulle ferrovie e sui piroscafi svaligiano i viaggiatori e si impadroniscono del loro bagaglio, cita il caso caratteristico di una delle più importanti officine, dove sono impiegati forti capitali svizzeri, al cui direttore fu imposto da una banda di soldati una taglia di un milione di rubli, sotto la minaccia di far saltare l'intera fabbrica, se la somma non fosse pagata. Il direttore, dopo aver parlamentato colla deputazione dei soldati, riuscì a far allontanare la banda, sborsando però duecento cinquanta mila rubli.

228

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 22213. Roma, 5 giugno 1917.

Mi pregio trascrivere all'E.V. per Sua opportuna conoscenza un rapporto in data del 21 maggio, pervenutomi dalla Svizzera da informatore degno di fede, concernente un insolito movimento di personaggi turchi in Svizzera.

• È stato segnalato un movimento insolito di personaggi ottomani tra la Svizzera e la Turchia.

Molte sono naturalmente le voci e varii i pareri per il movimento suddetto.

Si dice che si tratta delle solite manovre di scandaglio, per una pace separata della Turchia con l'Intesa. Altra voce dice che la Turchia avrebbe inviato in Svizzera dei personaggi per intendersi con la sola Russia riguardo alla neutralizzazione degli Str,etti e per la sistemazione definitiva del confine turco-russo in Asia Minore, in previsione di una pace separata tra la Russia e gli Imperi centrali. Si dice infine che tutto questo movimento non sia altro che una falsa manovra turca per indurre gli Imperi centrali a venire in aiuto, finanziariamente, della Turchia.

Mi sono rivolto a delle persone degne di fede per cercare di chiarire le suddette voci ed ho saputo quanto segue:

È vero che da qualche tempo l'Inghilterra è corteggiata dai turchi. Vari personaggi turchi, e fra questi anche Raoud effendi, cognato di Talaat Pascià e attuale vice console ottomano in Ginevra, avrebbero cercato di entrare in reilazione con gli Inglesi, ma questi hanno fatto, per ora, orecchi di mercante, dichiarando che le forze militari ottomane sono così trascurabili, che non vale più la pena di entrare in trattative con la Turchia.

In realtà mi risulta che questo disinteressamento inglese è momentaneo e che qualora i turchi insistessero ed avessero scopi seri e sinceri, l'Inghilterra sarebbe disposta ad entrare in trattative con la Turchia.

Fra i personaggi ottomani giunti in Svizzera, vanno notati: Zeki Pascià, generale di divisione, Raouf Pascià sottosegretario alla Marina e Rifaat bey presidente del Senato ottomano. Tutti tre sono in Ginevra dove è atteso fra due

o tre giorni anche Enver bey già comandante del Goeben e addetto navale a Trieste.

Per la presenza a Ginevra del Raouf Pascià e dell'Enver bey, e per le misteriose mosse del primo che si dice si sia già abboccato con personaggi russi, si fa appunto la congettura di trattative fra turchi e russi per la neutralizzazione degli Stretti ».

229

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1473/67. Corfù, 6 giugno 1917, ore 0,10 (per. ore 3,10).

Ho veduto Pachitch e il segretario generale dopo che è stata qui pubblicata la notizia della proclamazione dell'indipendenza dell'Albania, e dopo che lo stesso bollettino serbo della stampa ha riprodotto il testo del proclama di Ferrero. Ma nè Pachitch nè il segretario generale avendo toccato meco la questione io non vi feci cenno.

A Corfù la notizia è stata accolta con perfetta indifferenza, quantunque il fatto che la proclamazione è avvenuta ad Argirocastro abbia qui persuaso che Corfù, anche se rimanga greca, cesserà dall'essere contigua a territorio del regno ellenico.

230

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1486/9. Parigi, ..... giugno 1917, ore 23,50 (per. ore 3,10 del 6).

Ho veduto oggi il Re che mi ha detto che aveva ricevuto ieri sera una lettera di Ilic ministro delle finanze che dava le dimissioni motivandole oltre che per i termini del telegramma al nostro Sovrano anche per ripugnanza di Sua Maestà a trattare unione con Serbia sulla base del memorandum Radowitz. In questa lettera egli proponeva anche al Re di abdicare in favore della dinastia serba. Il Re non conosceva ancora le decisioni del presidente del consiglio dei ministri e del ministro affari esteri. Avendoli fatti chiamare, in mia presenza, si dichiararono solidali con Ilic fatta eccezione per la questione dinastica.

Feci loro osservare la gravità del loro passo specialmente se le dimissioni fossero motivate dal telegramma di felicitazioni del Re per una vittoria dei cui risultati gli Alleati tutti solidamente beneficavano e la responsabilità che assumevano compiendo un atto che poteva interpretarsi come ostile verso noi di fronte al nemico. Essi, pur mantenendo le dimissioni, promisero che avrebbero fatto passi necessari per escludere telegramma reale da motivi della loro risoluzione.

Il Re è moHo abbattuto per questo nuovo e grave colpo sopravvenutogli. Egli ritiene che rimanendo in Francia la propaganda e il danaro serbo gli toglieranno tutti i suoi uomini più devoti.

Gli ho consigliato di offrire la presidenza del consiglio a Popovitch console generale del Montenegro a Roma, attualmente di passaggio per Parigi.

231

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1496/10. Parigi, 6 giugno 1917, ore 13,45 (per. ore 18,15).

Da informazioni particolari sono indotto a ritenere che il Re Nicola considerando che restando a Parigi non potrebbe più sostenere la pressione serba per farlo abdicare secondata come è da ambienti politici ed opinione pubblica francese e temendo perfino un attentato, medita partire improvvisamente per l'Italia con la famiglia senza prevenire il R. Governo per evitare eventuale risposta negativa. Data la mutevolezza del Re questa decisione non dovrebbe considerarsi definitiva ma molto probabile.

232

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 881. Roma, 6 giugno 1917, ore 21.

Onorevole Colonna di Cesarò ha presentato una interrogazione ai ministri affari esteri e colonie sull'assenza di contingenti francesi ed italiani nelle operazioni in Arabia compiute dagli inglesi. Circa partecipazione in Arabia di un nostro contingente di rappresentanza non ho avuto che risposta preliminare di Balfour di cui tel. di V. E. Gab. n. 92 (1). Prego farmi conoscere risposta definitiva Governo inglese.

233

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 882. Roma, 6 giugno 1917, ore 22.

(Solo Parigi). R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: • Se V. E. lo desidera ... ecc. (come nel telegramma 1479/264) • (2).

Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Solo Londra). Telegramma di V. E. n. 264.

(Per tutti). V. E. sa quale importanza io annetta ad ottenere sollecitamente una definizione formale degli accordi intervenuti per l'Asia Minore. La avverto che tale definizione mi è indispensabile prima dell'apertura della Camera italiana fissata per il 14 corrente. V. E. dovrà fare quindi ogni sforzo per giungere ad una conclusione innanzi a quella data. Lascio giudice V. E. sull'opportunità di tastare il terreno per quanto io prospettavo col mio telegramma n. 796 (3). Se ella giudica suoi passi in questo senso capaci di ritardare la conclusione dell'accordo formale è chiaro che occorre sospenderli perché quello che innanzi tutto è necessario raggiungere è il riconoscimento formale dei nostri accordi per l'Asia Minore.

(Per Parigi). Prego V. E. agire costà in modo da facilitare azione di Imperiali.

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 380. (2) -Cfr. n. 213. (3) -Cfr. n. 122.
234

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1489/32. Berna, 6 giugno 1917, ore 18 (per. ore 1,15 del 7).

Come prevedevo terminando il mio tel. di Gab. 29 (l) scambi di idee per pace separata con Turchia sembrano già in corso. Professol'e Haguenin dirigente qui la • Maison de presse • francese e carteggiante direttamente con Quai d'Orsay ha inviato già al signor Hermite, secondo ha ammesso con persona di fiducia mia, proposte l'ecategli personalmente da congiunti di Talaat bey. Questi avrebbe ottenuto pieni poteri dal comitato Giovani Turchi per trattare con Intesa su basi seguenti: l) Riconoscimento integrità territoriale Turchia accordando però sfera d'influenza russa in Armenia, a Inghilterra in Mesopotamia e Francia in Siria, a Italia in taluni settori Asia Minore e relativa autonomia a popolazioni indigene di tali regioni; 2) Abolizione completa capitolazioni; 3) Apertura degli Stretti; 4) Anticipazioni finanziarie al Governo ottomano. Consta d'altra parte alla medesima persona di fiducia mia che conversazioni sarebbero assai meglio avviate a conclusione fra il senatore ottomano Bustani e delegati del Governo russo provvisorio dei quali non mi è stato possibile finora conoscere i nomi. Tale fatto risulta confermato anche da allarme diffuso fra siriani ed arabi qui rifugiati ed ormai compromessi coll'Intesa. È opinione di Haguenin che Governo italiano ritenuto come il russo più disinteressato nella spartizione della Turchia potrebbe eventualmente prendere iniziativa a riguardo con prospettiva di utili risultati. Naturalmente attendo in proposito indicazioni da V.E. Haguenin ha dovuto poi riconoscere che il visconte Dampierre oggetto miei telegrammi Gab. n. 7 (2) e n. 29 al quale non si annette importanza, aveva effettivamente qualche vago incarico da Margerie per tenersi in contatto con ambienti polacchi cattolici (3).

235

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1491/270. Londra, 6 giugno 1917, ore 22,06 (per. ore 6,15 del 7).

Ieri sera ricevei da Cecil la seguente comunicazione confidenziale:

• Incaricato d'affari russo mi ha comunicato in data 31 ultimo, una nota esponente le vedute del suo ministro degli 'esteri circa la contemplata dichiarazione al parlamento italiano relativa agli accordi per l'Asia Minore.

Il ministro degli affavi esteri teme che siffatta dichiarazione del Governo italiano abbia a creare non desiderabili agitazioni in Russia e provocare nei circoli democratici socialisti fermento ed accanite discussioni sulla questione dell'annessione. D'altra parte l'annunzio che un accordo venne raggiunto fra la Gran Bretagna, l'Italia e la Francia senza previa consultazione con la Russia creerebbe risentimento contro il contegno degli Alleati verso la Russia. Il ministro degli affari esteri concludeva esprimendo il parere che il sollevare la questione al momento presente verrebbe a compromettere seriamente il compito cui si è accinto Governo russo di ristabilire cioè la disciplina e di prepararsi ad una offensiva. E su queste considerazioni attirava la massima attenzione. Ho informato l'incaricato d'affari che i Governi alleati erano disposti ad accettare gli emendamenti suggeriti da Terescenko alla formula da me proposta e gli ho suggerito di consultare nuovamente il suo Governo sull'argomento. Nel frattempo ho promesso che il Governo di Sua Maestà non procederebbe oltre nella questione •.

Nel colloquio odierno ho detto a Ceci! che avrei riferito a V.E. sua comunicazione ed in attesa degli apprezzamenti e delle osservazioni di V.E. mi astenevo dal pronunziarmi in merito. In tesi generale ed a titolo personale osservavo soltanto che pur riconoscendo la convenienza di imbarazzare il meno possibile Governo russo mi sembrava che lo spingere in ogni circostanza questa acquiescenza oltre certi limiti potrebbe a lungo andare provocare non lievi inconvenienti. Ministro degli affari esteri russo ed Alleati potrebbero anzi dovrebbero rendersi conto che anche in Italia esiste un parlamento, il quale in un momento come il presente in cui il paese sta eroicamente sopportando l'immane lotta aggravata per giunta dall'inazione russa, ha ogni diritto di aspettare dal Governo spiegazioni esaurienti circa la protezione dei vitali interessi nazionali.

Ceci! ha detto avere anche lui pregato Nabokoff di comunicare a Pietrogrado le osservazioni sostanzialmente analoghe e non ebbe ancora risposta. Ha poi aggiunto avere del resto ricevuto dai telegrammi di Rodd l'impressione che

V.E. -non annette speciale importanza alla formula nota bastandole di poter annunziare semplicemente al parlamento che l'accordo venne raggiunto. Replicai V.E. -non avermi manifestato tali vedute. L'essenziale comunque è di addivenire al più presto alla constatazione dell'accordo mediante la consegna del noto pro-memoria prima della imminente riapertura del parlamento.

-Ceci! ha detto il pro-memoria essere quasi pronto. Trattasi di un documento ricapitolativo delle intese raggiunte a Mariana e delle successive comunicazioni, al quale sarebbe allegata la nota cartina.

Se V.E. avrà osservazioni da fare o modificazioni da introdurre se ne potrà discutere. Ho insistito a mia volta per l'urgenza ,e ad ogni buon fine ed a scanso di equivoci ho ripetuto che il R. Governo non accetta in modo assoluto alcuno scambio di idee implicante ulteriori sforzi militari. Di che egli ha detto essere già bene edotto senza però darmi alcuna assicurazione.

(l) -Cfr. n. 74. (2) -Non pubblicato. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 886 del 7 giugno.
236

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1490/226. Jassy, 6 giugno 1917, ore 21,30 (per. ore 8,25 del 7).

Mio telegramma Gabinetto n. 221 (1).

In una conversazione confidenziale avuta con una persona di mia fiducia Bratiano si è mostrato preoccupato del contegno del Governo francese circa le aspirazioni territoriali romene. Egli si lamenta che mentre la censura francese è inesorabile a tutti gli articoli ispirati dai serbi e contrarì alle aspirazioni italiane, Herbette abbia potuto pubblicare sul Temps un articolo in cui si contestano diritti della Romania sul Torontal. Di ciò Bratiano si è lamentato con Thomas.

Il Governo romeno è pure impressionato dal linguaggio di un giornale russo appartenente ad un partito che ha due suoi membri nel Gabinetto favorevoli alle pretese serbe contro l'Italia e la Romania.

237

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2020/488. Pietrogrado, 6 giugno 1917, ore 17 (per. ore 14 del 7).

5 giugno.

Comitato del Soviet ha redatto testo invito ai socialisti del mondo pel congresso Stoccolma da riunirsi 8 luglio. Vi è detto che " scopo principale congresso deve essere intesa fra i rappresentanti proletariato socialista circa liquidazione della politica dell'unità nazionale, propugnata dai Governi imperialisti e classi che si oppongono alla lotta pacifista, come pure circa i mezzi e la via per condurre questa lotta •.

Alla fine dell'invito il comitato del Soviet esprime convinzione che i partecipanti si assumeranno impegno di realizzare tutte le decisioni prese dal congresso. Constami che nei concetti del redattore dell'invito gli intervenuti al congresso dovrebbero poi agire presso i rispettivi Governi con tutti i modi, « non esclusa come ultima ratio l'opera rivoluzionaria • per indurii ad accettare le condizioni di pace sbbilite al congresso. Thomas, Vandervelde e Henderson mi hanno detto non accettare punto di vista svolto nell'invito suddetto: l) perché non credono si possa aderire al congresso senza ne sia stato previamente concertato programma e 2) perché « politica dell'unità nazionale » non può qualificarsi di imperialismo.

Henderson mi ha detto stamane che non credeva testo invito suddetto fosse definitivo e mostrò credere che comitato del Soviet lo avrebbe modificato.

(l) Cfr. n. 226.

238

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1581/232. Jassy, 6 giugno 1917, ore 20,50 (per. ore 0,35 del 14).

Telegramma di V.E. n. 852 (1).

Mi sono espresso con Bratiano in conformità delle istruzioni di V.E. Bratiano ringrazia V. E. ed è lieto di constatare ancora una volta l'identità d'aspirazioni e d'interessi tra l'Italia e la Romania. Egli tuttavia afferma di avere notizia da fonte sicura dei passi fatti dal Governo russo per la revisione degli accordi territoriali dell'Intesa e della risposta data dall'Inghilterra e riportata nel mio telegramma di Gabinetto n. 216 (2).

Egli non vuole con questo dire che l'Inghilterra sia effettivamente disposta ad esporsi alle conseguenze che la sua acquiescenza alle pretese russe avrebbe, ma crede suo dovere ed interesse comune dell'Italia e della Romania segnalare al R. Governo e i passi del Governo russo e la risposta non negativa che avrebbe dato Governo britannico. Prego V.E. mantenere segreto su quanto precede.

239

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R.R. 1449/286. Bulkeley, 6 giugno 1917.

Ho l'onore di confermare il mio telegramma in data del 19 maggio decorso

n. 128 (3) col quale ebbi occasione di annunziare a V. E. il felice sbarco del nostro contingente a Porto Said.

Lascio al R. Addetto militare il compito di riferire dettagliatamente in proposito. Mi limiterò, da parte mia, a constatare l'ottima impressione prodotta dalle nostre truppe la cui perfetta tenuta, l'ordine e la disciplina si sono imposte alla generale ammirazione ed hanno dato motivo a lusinghieri confronti con il distaccamento francese che le aveva da poco tempo precedute in quella città. Di tale ammirazione si è reso interprete l'Alto Commissario nel colloquio con il Comandante Maggiore De Agostino, da me presentatogli, al quale manifestò il suo vivo compiacimento di poter salutare in Egitto una rappresentanza del nostro valoroso esercito.

A parte i sentimenti di simpatia e di estimazione -che so essere sinceri di Sir Reginald Wingate per il nostro Paese, non vi ha dubbio che la partecipazione dell'Italia alla campagna di Palestina, sia pure mediante un esiguo contingente di truppe, è stata accolta qui con vera soddisfazione. Essa ha dato alle progettate operazioni un carattere, per cosi dire, internazionale preferito dagli Inglesi ad una azione a due dopo che non era loro riuscito di fare a meno della cooperazione francese.

È vero però che col mutamento avvenuto nella situazione m1litare, le preoccupazioni poLitiche rispetto alla Soria sono passate in secondo ordine e quindi diminuito è il significato della nostra cooperazione. Gli insuccessi di Gaza, dovuti -pare più ad errori del Comando britannico che al valore del nemico, hanno permesso ai germano-turchi di concentrare nuove truppe e sbarrare la strada all'invasione della Palestina che rimane purtroppo ancora la • terra promessa • per gli eserciti alleati.

(l) -Cfr. n. 185. (2) -Cfr. n. 147. (3) -Non pubblicato.
240

IL MINISTRO DELLA MARINA, CORSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

N. 1981. Roma, 6 giugno 1917.

Risposta al foglio 19.3.21 del 31 maggio u.s. (1).

Assicuro l'E. V. di avere impartito ai dipendenti uffici opportuni ordini in armonia alle nuove norme emanate per gli acquisti in America, secondo le comunicazioni pervenutemi col sopra ricordato foglio di codesta On. Presidenza.

Qui appresso sono elencate le persone da convocarsi, se necessario, presso il dicastero del Tesoro e alle quali lo stesso dicastero potrà, occorrendo, rivolgersi per chiarimenti:

Direttore Generale Artiglieria ed Armamenti, per acquisti di propria competenza. Direttore Generale Costruzioni Navali, per acquisti di propria competenza. Ispettore Genio Militare per la Marina, per acquisti di propria competenza. Direttore Generale Servizi Amministrativi, per questioni di carattere amministrativo.

241

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 884. Roma, 7 giugno 1917, ore 17,30.

Tel. V. E. gab. 263 (2).

Autorizzo parlare in nome del R. Governo. Ministro della marina osserva che nostre richieste per invio in Adriatico di esploratori e siluranti inglesi non sortirono alcun esito, che promessa invio modesto numero di cacciatorpedinieri inglesi non venne mantenuta, che momento attuale in cui marina inglese è stata rinforzata di 26 unità tra americane e giapponesi sembra particolarmente adatto per ottenere concorso navi sottili inglesi tanto più prezioso quanto più sollecito. Addetto navale potrà fornire a V. E. ogni necessario elemento tecnico.

(l) -Cfr. n. 167. (2) -T. gab. 1455/263 del 4 giugno, non pubblicato: Imperiali chiede di pote'!" parlare per « incarico del R. Governo •.
242

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 889. Roma, 7 giugno 1917, ore 18.

(Meno Londra). R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: c Ieri sera... ecc. (come nel telegramma 1491/270) • (1).

Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Solo Londra). Telegramma di V. E. n. 270.

(Per tutti). Io non J.ntendo fare alla Camera alcuna dichiarazione che possa mettere in imbarazzo il Governo russo di cui ammetto le difficoltà, ma mi preme sommamente avere la constatazione formale dell'accordo italo-franco-britannico di cùi nel mio telegramma di ieri Gabinetto n. 882 (2).

Attendo di conoscere al più presto da V. E. il promemoria preparato da Cecil circa il quale mi riservo di ·esporre mie eventuali osservazioni.

243

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANO

T. GAB. RR. 891. Roma, 7 giugno 1917, ore 20,30.

Telegramma S. V. Gab. 10 (3).

In via del tutto confidenziale avverto S. V. che venuta in Italia del Re del Montenegro è considerata come non desiderabile.

244

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 890. Roma, 7 giugno 1917, ore 21.

(Meno Cadorna). Generale Cadorna mi scrive quanto segue in data 5 giugno:

• -Le notizie pervenutemi in questi giorni dal generale P·ennella circa i movimenti di truppe alleate dalla Macedonia verso la Tessaglia, notizie che trovano piena conferma nei telegrammi diplomatici comunicatimi, mi inducono a prospettare a V. -E. il mio punto di vista riguardo al contingente italiano in Macedonia. Il presi

dente del Consiglio dei ministri francese preannunzia per il l o luglio una conferenza interalleata per discutere la questione di Salonicco; ma qualunque siano le decisioni future, sta il fatto che il ritiro da quella fronte di cospicui effettivi francesi, inglesi e russi e la loro sostituzione con truppe venizeliste di assai dubbia efficienza e che non sono considerate nelle convenzioni militari sugli obblighi interalleati in Macedonia, indeboliscono gravemente l'armata di Oriente esponendola ad un sicuro insuccesso in caso di offensiva tedesco-bulgara. Si viene così a determinare una situazione del tutto diversa da quella sotto la cui influenza fu discusso, e non senza difficoltà consentito il nostro intervento, in Macedonia. Si trattava allora di dare all'armata d'Oriente la necessaria consistenza per resistere ad una offensiva nemica in forze, di mantenerla in grado di operare offensivamente, quando una situazione strategica particolarmente favorevole lo avesse consigliato, e in ogni caso di tenere immobilizzate le maggiori forze possibili dell'avversario. Ora tutti questi scopi vengono ad essere allontanati e frustrati dalle sottrazioni di forze che l'Inghilterra ha già eseguito e che la Francia progetta di perseguire fini dei quali V. E. è giudice, ma che sono nei riguardi militari disformi da quelli iniziali e di base al nostro concorso. Queste sottrazioni di forze o indurranno l'avversario a pronunziare una offensiva contro l'armata d'Oriente o quanto meno gli consentiranno di eseguire larghi prelevamenti di forze da quello scacchiere a rinforzo di altri fronti. Entrambe le eventualità sono per noi di sicuro danno ma la prima lo è in particolar modo. Io debbo infatti considerare fin da ora la possibilità che sotto la pressione delle forze nemiche fra breve s'imponga per l'armata d'Oriente, depauperata e indebolita anche a causa del depresso morale dell'esercito serbo, il ripiegamento dentro la cinta del campo trincerato di Salonicco. Tale ripiegamento non potrà non avere gravi ripercussioni per il nostro corpo d'occupazione d'Albania che, oltre a risultare con la propria destra isolata ed esposta, attirerà quasi certamente su di sé parte delle forze nemiche rese libere dall'arretramento del fronte alleato in Macedonia. Dall'insieme delle considerazioni esposte scaturisce il nostro incontestabile diritto nonché l'assoluta necessità militare del ritiro del contingente italiano dall'armata d'Oriente che lasciato invece in Macedonia costituirebbe, nella situazione che, all'infuori di ogni decisione, vi si va maturando, uno sterile diversivo ed una dannosa sottrazione di forze alla causa comune •.

Ho risposto a Cadorna qaanto segue: (Solo Cadorna). Dispaccio V. E. n. 2774 del 3 giugno. (Per tutti). Viste le formali assicurazioni datemi da Barrère e Rodd per

ordine loro Governi (vedi miei tel. nn. 868 (l) e 870 (2)) che nessun nuovo cambiamento farassi Macedonia senza preventivi concerti e viste risposte date dal R. Governo, prego d'intesa con presidente del consiglio, V. E. di soprassedere a qualunque movimento di ritiro del nostro contingente laggiù. Non è desiderabile che situazione armata d'Oriente si modifichi oggi per opera nostra. Intanto comunicherò a Parigi e Londra situazione nostra delicata e giusti lamenti di V. E. Prego V. E. seguitare a concertarsi con i comandi militari alleati circa la situazione dell'armata d'Oriente.

(l) -Cfr. n. 235. (2) -Cfr. n. 233. (3) -Cfr. n. 231. (l) -Cfr. n. 212. (2) -Cfr. n. 210.
245

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1503/271. Londra, 7 giugno 1917, ore 5 (per. ore 22,40).

Dopo un breve preambolo per attirare la mia attenzione su serietà dell'argomento Cecil accennò di sua iniziativa alla proclamata indipendenza dell'Albania che qualificò una decisione molto grave da questo Governo appresa non senza sorpr·esa. Non avevo ancora ricevuto il telegramma di V. E. Gab.

n. -867 (l) giuntomi solo alle ore 20. Risposi quindi non vedevo alcun motivo di sorpresa e ciò in base agli argomenti di cui al telegramma di V. E. Gab. n. -860 (2). Replicò Cecil che le sue osservazioni non contemplavano la sostanza ma la forma del provvedimento da noi preso, senza che gli Alleati ne avessero avuto il benché menomo sentore. La notizia aveva cagionato sorpresa tanto più sgradita in vista dell'insistenza delle lagnanze di V. E. contro l'azione isolata degli Alleati in recenti circostanze, lagnanze che egli dichiarava affatto ingiuStificate. Il silenzio assoluto da noi serbato su tale importantissima decisione prestavasi ad essere interpretato come un atto di grave scortesia. Interruppi a questo punto Cecil dicendo con grande calma che non potevo accettare questa espressione che preferivo non raccogliere. Rilevavo solo le lagnanze di V. -E. cui Cecil aveva alluso essere più che giustificate. Senza voler ricordare le intese per l'Asia Minore, avvenute a nostra insaputa, mi bastava accennare alle recentissime decisioni franco-britanniche circa la Grecia e Salonicco. Ciò fu recisamente contestato da Ceci_l il quale sulle conversazioni di Moriana, sulle susseguenti decisioni di Parigi, sui motivi per i quali non ·era stato chiamato a parteciparvi Salvago entrò in minute spiegazioni adducendo circostanze di fatto in cui parrebbe troppo lungo addentrarsi e che saranno probabilmente già state riferite a V. E. da Rodd. Quanto all'Asia Minore disse trattarsi ormai di cosa passata di cui non era manifestato ripetutamente il suo rincrescimento e dimostrato il suo desiderio di darci soddisfazione.

Cecil menzionò poi la risposta di V. E. alle aperture conciliative fattele da Rodd circa la Grec.ia (telegramma di V. E. Gab. n.... (3) le quali, disse, avevano per iscopo di invocare l'illuminata e qui tanto apprezzata collaborazione di V. E. per trovare una via di uscita in questa intricatissima questione greca mediante una soluzione atta a dimostrare la perfetta concordia dei Governi alleati non solo al pubblico in generale ma anche e soprattutto agli astuti greci che finora si sono abilmente destreggiati giovandosi dei dissensi e dell'azione individuale e discorde dei ministri ad Atene, motivo questo precipuo che aveva non senza profondo rincrescimento indotto il Governo britannico a proporre nell'interesse comune limitatamente ai soli affari interessanti la alleanza che la rappresentanza collettiva in Grecia venga affidata a Jonnart, persona del resto degnissima e meritevole di ogni fiducia. Aggiungeva il Governo britannico non sa più che

cosa fare per dimostrare la sua profonda considerazione per prominenza di V. E. e l'alto conto in cui tiene i suoi suggerimenti e la massima fiducia riposta nel suo senso politico. I suoi colleghi e lui stesso non hanno nemmeno reiteratamente nascosto quanto onorati e compiacenti si sarebbero considerati di entrare in contatto prsonale con V. E. e raccogliere in cordiali scambi di vedute apprezzate di V. E. sulle varie materie di comune interesse. A cementare e rendere veramente proficua un'alleanza come la nostra abbracciante tante e sì complesse questioni parergli indispensabile procedere su di una base equa di • give and take •. Ciascuna potenza adattandosi di tanto irn tanto ad accettare nel comune interesse le soluzioni conciliative anche se esse non rispondono a capello alle proprie vedute. Osservai su questo punto ritenevo avessimo date ampie e ripetute prove di condiscendenza della quale non sempre era stato tenuto debito conto; di che non si mostrò punto persuaso ministro. Il quale entrando nel vivo della questione greca disse che non poteva sfuggire all'alta sagacia di

V. E. la imperiosa necessità di porre fine ad una situazione assurda, quale è quella di una Grecia divisa in due parti e sottoposta a due Governi. Sulla lealtà e veridicità del Re Costantino e dei suoi fedeli satelliti checché si affermi in contrario non è possibile oramai nutrire le menome illusioni.

Questo Governo possiede le prove schiaccianti che gli permettono di considerare Sua Maestà un ardente e militante partigiano della Germania ed un potenziale nemico degli Alleati.

Proprio la vigilia Rodd gli aveva segnalato ferma convinzione in tal senso acquistata da due americani stati recentissimamente ricevuti dal Re. Cosi non era possibile andare avanti senza gravissimi inconvenienti. Una decisione s'imponeva ed il Governo britannico dopo aver suggerito per spirito conciliante il semplice allontanamento del Re durante la guerra, ancora una volta rivolgeva a V. E. calda preghiera di riesaminare il suo atteggiamento e di aiutarlo, magari con ulteriori opportuni suggerimenti, a raggiungere il suo essenziale disinteressato intento di risolvere la questione greca in modo da evitare anche la parvenza di divergenze che in questo momento specialmente non potrebbero non riescire dannose alla causa generale. Cecil contestò recisamente che il Governo britannico avesse intenzione di forzare la Grecia ad entrare in guerra contro la sua volontà, affermò grandissima maggioranza popolazione essere contraria alla politica del Re, e in quanto al generale Sarrail, oggetto di insistenti mie recriminazioni giustificate da gravi ragioni non solo politiche ma anche militari, disse testualmente • noi siamo perfettamente " alive " circa la opportunità del suo richiamo. E per il momento non posso dire di più •.

Alle calde insistenze finali di Cecil perché io facessi valere presso V. E. il punto di vista britannico, risposi che V. E. avendo già chiaramente manifestata la sua opinione io non potevo permettermi di entrare in discussioni. Mi sarei quindi per naturale deferenza verso di lui limitato a riferire nel modo più fedele possibile la conversazione. Ciò che faccio (1).

(l) -Cfr. n. 208. (2) -Cfr. n. 201. (3) -Manca.

(1) Ritrasmesso a Parigi, Pietrogrado e alla legazione ad Atene con t. gab. 914 del 10 giugno.

246

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 7726. Roma, 7 giugno 1917, ore 23.

Mio telegramma 7259 del 28 maggio (l) circa proposte americane per acquisti negli Stati Uniti. Il barone Mayor mi telegrafa quanto segue:

• Sono pregato di mettere in avvertenza il R. Governo circa una proposta che gli verrà fatta dagli Stati Uniti e la cui prima parte soltanto è accoglibile così come viene esposta. Si vuole creare a Washington un comitato americano

o nominare un commissario americano che faccia, per conto di tutti gli Alleati, acquisti in America di ciò che altri paesi prossimiori non forniscono o forniscono in quantità insufficiente.

Il concetto sin qui risponde alle direttive invalse. Detto comitato o commissario sarebbe in comunicazione con un comitato interalleati da crearsi in Europa a Parigi o Londra il quale avrebbe poteri estesissimi. E qui si obbietta che, tale nuovo ente sarebbe superfetatorio e farebbe doppio uso e complicherebbe essendovi già sovrabbondanza di comitati ed il compito a cui dovrebbe adempiere potendo essere assolto sia dalla " Cir " se si tratta di tutti gli acquisti, sia dal comitato interalleati dei metalli o dalla conferenza interalleati dei rifornimenti entrambi regolarmente funzionanti se si tratta soltanto di rifornimenti militari ».

Analoga comunicazione faccio ai colleghi della Guerra, della Marina, del Tesoro, del Commercio, dell'Agrricoltura e dei Trasporti, e informo il barone Mayor di quanto comunicava il R. ambasciatore in Washington con telegramma da me trasmesso a V. E. col succitato mio n. 7259.

247

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1499/272. Londra, 7 giugno 1917, ore 22 (per. ore 4,30 dell' 8).

Recatomi oggi da Cecil ho creduto opportuno parlargli circa l'Albania nel senso prescrittomi dal telegramma di V. E. Gabinetto n. 867 (2), spiegandogli che esso mi era pervenuto ieri ·sera. Cecil ha ascoltato attentamente, mi ha ringraziato ma ha ripetuto sostanzialmente i rilievi fatti ieri circa la procedura, lasciando intendere che sulla sostanza, in base alle disposizioni del trat

tato vi sarà da discutere. Ha aggiunto aver ricevuto amare lagnanze dai Governi francese, russo e serbo i quali ritenevano decisione essere stata da noi presa in seguito a tacita intesa col Goverro britannico. Egli ha replicato dichiarando aver appreso notizia soltanto dai giornali.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Cfr. n. 208.
248

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1498/275. Londra, 7 giugno 1917, ore 22 (per. ore 5,15 dell' 8).

Riferendomi all'avviso preliminare datomi ieri (mio telegramma n. 271) (l) Cecil mi ha oggi pregato d'informare in via strettamente confidenziale che il Governo britannico ha presentato a Parigi formale domanda pel richiamo Sarrail. Tale decisione, ha aggiunto, è stata precipuamente motivata in considerazione del desiderio manifestato dal Governo di Sua Maestà.

249

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1501/277. Londra, 7 giugno 1917, ore 22 (per. ore 5,15 dell' 8).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 882 (2).

Cecil mi disse noto promemoria non potrà esser sottoposto approvazione definitiva del Gabinetto guerra prima di lunedì prossimo stante assenza del capo di Stato Maggiore partito per la Francia. Egli comunque spera potermelo inviare anche prima per guadagnar tempo. Mi ha però avvertito in merito alla nota condizione degli sforzi militari da noi respinti che soltanto il Gabinetto guerra che lo aveva introdotto è competente a pronunziarsi in seguito alla relazione che egli sarà per fare lunedì. Ha poi ripetuto che il promemoria con la cartina annessa costituisce una semplice enunciazione ricapitolativa delle successive intese le quali del resto gli pare risultino già esplicitamente dal processo verbale di S. Giovanni nonché dalla formale comunicazione data a V. E. da Rodd dell'adesione del Governo britannico. Cecil mi ha poi chiesto... (3) analoghi erano stati fatti presso il Governo francese. Ho risposto che a Parigi il R. ambasciatore sta ora regolando con il Governo francese la questione del punto di confine ad ovest di Mersina.

(l) -Cfr. n. 245. (2) -Cfr. n. 233. (3) -Gruppo indecifrato.
250

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1504/197. Atene, 7 giugno 1917, ore 21,20 (per. ore 5,15 dell' 8).

Jonnart giunto avantieri riparte stasera per Salonicco dove si tratterrà quattro giorni ,e quindi ritornerà ad Atene. Agenzia ufficiosa radio pubblica seguente comunicato:

• Una cacciatorpediniera francese nella quale si trovava il signor Jonnart ha traversato il canale di Corinto recandosi a Salonicco dove Jonnart tratterà col generale Sarrail un certo numero di questioni interessanti l'armata d'Oriente. È possibile che al suo ritorno si f,ermi ad Atene •.

Elliot mi ha detto avergli Jonnart esposto il programma integrale di cui al suo telegramma Gab. 829 (1). Avendogli Elliot suggerito l'attenuazione di cui al mio telegramma Gab. n. 192 (2) e a quello di V. E. n. 870 (3) Jonn;art ha risposto essere questa una nuova istruzione che occorre gli pervenga dal suo Governo. Jonnart non ha credenziali pel Governo ellenico e tanto meno pel Re Costantino cosicché nei miei rapporti di cerimoniale con lui non mi sarà possibile attenermi al criterio che V. E. mi ha indicato nel suo telegramma 866 (4). Non potendo però nell'interesse del servizio esimermi dal conoscere questo inviato francese procurerò a mezzo di uno dei miei colleghi prima della loro partenza di incontrarlo come a caso.

251

IL SENATORE MAYOR DES PLANCHES, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. P. 2026/663. Londra, 7 giugno 1917, ore 4,50 (per. ore 5,50 dell' 8).

Il Gabinetto di guerra ha nominato commissario generale agli Stati Uniti lord Northcliffe che è già salpato a quella volta. Questa nomina, dopo quella di Tardieu mostra che anche a Washington le commissioni saranno in una certa indipendenza dalle ambasciate. Non sappiamo su chi si porterà la scelta del R. Governo quando seguirà l'esempio dei due Alleati. Come di qui si veggono le cose, il nome dell'onorevole Nitti sembrerebbe meritare speciale considerazione.

(l) -Cfr. n. 166. (2) -Cfr. n. 203. (3) -Cfr. n. 210. (4) -Non pubblicato.
252

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2030/493. Pietrogrado, 7 giugno 1917, ore 20,40 (per. ore 13,40 dell' 8).

6 giugno. Mio telegramma 488 (1). In lettera aperta diretta al consiglio operai e soldati, Thomas Henderson e Vandervelde dicono, a proposito suo invito del 3 corrente per congresso Stoccolma, che essi avevano accettato formula • pace senza annessioni né contribuzioni • purché intendesse esclusi i territori la cui popolazione reclama liberazione e purché esclusa parimenti rifusione danni causati dalla invasione. Firmatari dichiarano aver consentito partecipare congresso internazionale so1tanto qualora condizioni pace fossero state previamente esaminate, allo scopo impedire false interpretazioni di esse, eludere manovre nemico e allontanare dalla conferenza frazioni socialiste che non consentono cooperare disfatta imperialismo. Soltanto quando socialisti g~ermanici dichiareranno di romperla per sempre coll'imperialismo aggressivo del Kaiser sarà possibile discutere con essi. Firmatari si dichiarano pienamente concordi col consiglio operai e soldati sulla necessità di addivenire a completa rottura colle classi che legano scopi della guerra all'imperialismo, ma dichiaransi anche persuasi che unione nazionale contro imperialismo è in ogni paese dovere sacro di tutti cui non può sottrarsi proletariato senza mettere al più grave rischio interessi democrazia.

253

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2031/494. Pietrogrado, 7 giugno 1917, ore 20,45 (per. ore 14 dell' 8).

6 giugno.

In una seduta plenaria del consiglio operai e soldati tenutasi al teatro

Maria, Kerensky acclamatissimo ha detto suo punto di vista circa pace e di affrettarla [sic] per mezzo organizzazione di tutto il paese e dell'esercito. Russia deve creare esercito avente capacità guerresca affinché sue dichiarazioni abbiano autorità. Circa questione avanzata, Kerensky ha dichiarato appartenere essa al campo della strategia militare e non potere egli occuparsene. Accennando agli attacchi mossigli da alcuni fogli di parte estrema, egli disse che coloro che cercano menomare autorità Governo e democrazia fanno il giuoco dei reazionari, tagliano il ramo della libertà sul quale siedono. Disse aver riportato ottima impressione generale dalla sua visita al fronte ma non poter tuttavia chiudere occhi su alcuni fatti dolorosi che reclamano pronto rimedio. Parlando della formula • pace senza annessioni né contribuzioni » dichiarò dover democrazia rivoluzionaria rivolgersi per l'applicazione di essa alla Germania la quale occupa territorio russo e non alla Russia che non ha nulla da restituire.

(l) Cfr. n. 237.

254

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2041/491. Pietrogrado, 7 giugno 1917, ore 20,45 (per. ore 21,20 dell' 8).

Trattando della conferenza socialista internazionale proposta dai socialisti russi, l'organo del consiglio operai e soldati scrive che sarebbe inutile convocazione conferenza di socialisti diplomatici, poiché questi verrebbero ad un mero rifacimento della carta di Europa. Fintanto che essi non abbandoneranno principi nazionalistici, non verranno a risultati pratici e scaveranno ancor più profondamente divergenze che separano socialisti di tutti i paesi.

255

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2092/14 Parigi, 7 (l) giugno 1917, ore 24 (per. ore 4,45 del 13).

Re Nicola ha formato H nuovo Gabinetto con Popovitch, console del Montenegro a Roma, Presidenza del Consiglio ed Esteri, Nico Haiducovic Interno e Guerra, Milo Vouiovitch Finanze, Velko Milicovich Giustizia e Istruzione.

Stamane nuovi ministri hanno prestato giuramento e firmato programma politico col quale assumono Governo allo scopo di evitare, se possibile, che una eventuale loro defezione possa impostarsi nuovamente sulla stessa questione unione immediata con Serbia.

Nessuno dei nuovi ministri, eccetto Popovitch, ha precedenti politici ma mi sono descritti come persone abbastanza fidate.

256

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1560/235. Jassy, 7 giugno 1917, ore 20 (per. ore 13,15 dell' 11).

Telegramma di V. E. n. 5918 (2).

Ho rimesso personalmente stamane al Re Ferdinando il telegramma reale. Sua Maestà è stata commossa fino alle lagrime dalle distinzioni accordate a lui ed al principe ereditario e dai termini con cui il nostro Augusto Sovrano ha

parlato dell'esercito romeno. Re Ferdinando mi ha detto ·che S. M. il Re aveva sempre dato prova della sua amicizia per lui per la sua famiglia per il popolo e per l'esercito romeno e che a tale amicizia egli era sensibilissimo. Sua Maestà si è riservata di rispondere al telegramma di S. M. il Re e mi ha incaricato di farmi fin da ora interprete della vivissima riconoscenza sua e del principe Carlo.

(l) -S'ic nel registro dei telegrammi in arrivo ma questo t. è evidentemente posteriore a quello edito al n. 267. (2) -Non pubblicato.
257

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

D. 22689/178. Roma, 7 giugno 1917.

Nel prendere atto delle cortesi comunicazioni fattemi con Nota del 31 maggio u.s. (1), circa le istruzioni impartite ai dicasteri interessati per accentrare in quello del Tesoro tutte le richieste per forniture o compere negli Stati Uniti, mi reco a premura di informare l'E. V. che ho già di ciò telegraficamente avvertito il R. ambasciatore a Washington.

258

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2046/132. Washington, ... giugno 1917 (per. ore 11 dell' 8).

Martin Franklin dirige a V. E. da Santo Antonio Texas seguente telegramma: • Cambiagio ritiene che se non presentassi credenziali mia situazione Messico sarebbe insostenibile. D'altra parte credenziali datemi da V. E. con riserva sono indirizzate Presidente della Repubblica e a Washington mi è stato osservato che la loro presentazione implica in qualche modo riconoscimento ufficiale Carranza. In tali condizioni prego telegrafarmi d'urgenza altre modificate con accenno Governo di fatto dichiarando intanto Governo messicano che sono in attesa credenziali •. Dal canto mio debbo confermare a V. E. non soltanto che Governi Stati Uniti, Inghilterra e Francia non hanno proceduto al riconoscimento Carranza, ma che si astengono deliberatamente dal farlo per dimostrare disposizioni protesta contro nota clausola e della nuova costituzione lesiva diritti stranieri.

In queste condizioni nostro riconoscimento attraverso presentazione cre

denziali appare inopportuno tanto nella sostanza quanto per le interpretazioni

che solleciterebbe. Parrebbe quindi doversi preferire sistema dilatorio accredi

tando intanto Martin Franklin presso ministro degli affari esteri.

(l) Cfr. n. 167.

259

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 893. Roma, 8 giugno 1917, ore 13.

Giers informava che i,l ministro degli esteri Terescenko ha telegrafato (3 corrente) a Londra e Parigi insistendo sulla necessità di non ritirare truppe dalla Macedonia né indebolire in alcun modo quella offensiva contro il nemico comune. Egli assicurava che l'offensiva generale russa sarà ripresa in periodo molto prossimo.

Un indebolimento delle truppe alleate in Macedonia nuocerebbe moralmente e renderebbe più facile al nemico di ritirare truppe da quella fronte per trasportarle contro i russi. Terescenko trova per lo meno intempestiva ogni impresa in Grecia diretta a cambiarvi il regime politico e operarvi un colpo di stato (1). Essa può provocare ivi una guerra civile ed essere cagione di indebolimento per gli Alleati.

(Solo Comando Supremo). Quanto sopra sta a conferma di quanto telegrafato a V. E. (vedi mio telegramma Gabinetto n. 890) (2) sulla necessità di soprassedere a qualunque movimento di ritiro delle nostre truppe macedoni.

260

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1517/278. Londra, 8 giugno 1917, ore 3,20 (per. ore 19,40).

Mio telegramma n. 336 (3). Governo è molto imbarazzato per questione passaporti ai noti socialisti, stante vivacissima agitazione in senso contrario di alcune importanti federazioni operaie. Curzon mi confidava ieri sera in via privata che gabinetto di guerra aveva deciso di ritornare sulla primitiva decisione, e negare passaporti. Henderson però previamente consultato ha risposto che se si nega passaporto a Ramsay Mac Donald, a lui non resterebbe che fare i bagagli e tornarsene in Inghilterra.

Questione deve essere nuovamente esaminata stamane dal gabinetto di guerra.

12) Cfr. n. 244.
(l) -Ed. in SoNNINO. Diario, Ili, cit., p. 148. (3) -Cfr. n. 65.
261

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1507/2804. Comando Supremo, 8 giugno 1917, ore 22,30 (per. ore 23).

In considerazione a quanto V. E. esponemi con telegramma 890/65 (l) soprassiedo pel momento al mio proposito di ritirare le truppe dalla Macedonia. Però informo V. E. che ordino al generale Pennella che verificandosi una delle seguenti ipotesi egli deve senz'altro ripiegare colle truppe della 35• divisione su Santi Quaranta: Prima ipotesi -Ripiegamento dell'armata d'Oriente verso la linea del campo trincerato di Salonicco. -Seconda ipotesi -L'ulteriore sottrazione di forze alleate dalla fronte macedone sia pure mediante la sostituzione con truppe greche sì da compromettere, a giudizio del generale Pennella, la solidità della fronte.

Il generale Pennella deve dare preavviso di tale mio ordine al generale Sarrail e prendere le necessarie predisposizioni per la sua eventuale ritirata in tempo utile.

262

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1516/12. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 1 del 9).

Nella sua visita di ieri al Re Nicola l'incaricato di affari di Serbia gli ha chiesto se il Montenegro intendeva protestare per la dichiarazione da noi fatta dell'indipendenza Albania sotto la protezione Italia. Avendo Sua Maestà chiesto quali sono intenzioni della Serbia al riguardo Popovich gli ha detto che suo Governo meditava una protesta ma avrebbe voluto farla d'accordo con il Montenegro. Gli ha risposto non riteneva opportuno associarsi ad un tale passo. Sua Maestà però mi ha fatto osservare che non può rompere definitivamente con serbi e jugoslavi senza conoscere definitive intenzioni Italia per la restaurazione del Montenegro e il possesso di Scutari e mi ha pregato porre nettamente questione a V. E. Il re ritiene che al punto in cui sono le cose e data la sua situazione sempre più minata dai serbi egli per regolare sua politica debba conoscere con precisione i propositi dell'Italia riguardo suo paese.

(l) Cfr. n. 244.

263

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1512/154. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 1,30 del 9).

Stamane ho ripetuto a Cambon quanto sia preoccupante per noi la situazione militare in Macedonia in seguito ad eventuale prossimo ritiro truppe nel campo trincerato di Salonicco e in seguito diminuzione contingenti inglese e francese, queste misure che succedono immediatamente a un tentativo di offensiva non riuscito, e quindi coincidono con indiretto successo nemico che ci troverebbe in non buona condizione. Gli dissi come di ciò avevo parlato con Ribot e Painlevé ma che non pareva si fossero resi conto di tutta l'importanza che la cosa aveva per noi. Cambon promise riparlarne ed io conclusi, come mia osservazione personale, che il punto essenziale mi sembra fosse permanenza

o meno Sarrail al comando delle truppe Macedonia (1).

264

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1506/195. Atene, 8 giugno 1917, ore 14 (per. ore 2,10 del 9).

Zaimis mi ha detto confidenzialmente che dopo il passaggio di Jonnart, ossia ieri, egli ebbe una lunga visita del ministro di Francia il quale gli dette le più ampie assicurazioni intorno allo spirito amichevole onde era inspirata la missione del commissar,io francese. Il ministro di Francia affermò fra l'altro che fra qualche giorno il Governo greco avrebbe ricevuto risposta del tutto soddisfacente circa il raccolto della Tessaglia. Zaimis mi ha chiesto che cosa dovesse pensare di tutto ciò. Senza entrare in troppi particolari ho spiegato a Zaimis che l'Italia aveva dovuto disinteressarsi dell'azione che Jonnart stava per svolgere giacché i motivi addotti dai nostri Alleati per quell'azione non erano riusciti a convincere il R. Governo di potervisi ragionevolmente unire.

A ciò Zaimis mi chiese con un certo spavento se ciò significasse che R. Governo lasciasse la Grecia nelle mani della Francia, cessando ad un tratto quell'opera moderatrice che aveva prodotto tanti vantaggi e che era stata qui così altamente apprezzata.

Ho risposto che non vi era motivo di supporre che la voce dell'Italia dovesse quindi innanzi restare muta o inascoltata, che al certo il R. Governo avrebbe continuato nei consigli dell'Intesa ad adoperarsi per ristabiJ.ire l'unità e l'indipendenza della Grecia.

t. -gab. 890, cfr. 244.

Zaimis non mi accennò per nulla alla nostra proclamazione dell'indipendenza dell'Albania, quindi reputai opportuno rimandare ad altra occasione la esposizione dei motivi che ci condussero a quell'atto (telegramma V. E. 867) (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado, con t. gab. 907 del 10 giugno che richiama il
265

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1513/155. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 2,10 del 9 ).

Ancora stamane ho ricordato a Cambon la promessa che va facendomi da molto tempo di comunicarmi una risposta circa il confine Mersina che se forse non completamente di nostra soddisfazione potrà però servire di base per discussioni. Cambon mi ha detto che ogni giorno insiste con Margerie perché rediga il promemoria promesso e concluse che se domani non potrà averlo mi esporrà verbalmente loro punto di vista e potremo discutere. Sono convinto che non è ancora domani che ciò accadrà, ma seguiterò ad insistere.

266

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1508/13. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 2,30 del 9 ).

Il Governo inglese ha nominato sir Graham consigliere dell'ambasciata inglese a Parigi, incaricato d'affari presso il Re del Montenegro al posto di Granville che, partito molti mesi or sono per Salonicco, non era stato finora sostituito.

267

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1509/11. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,40 (per. ore 2,31 del 9).

Il presidente del consiglio ed il ministro degli affari esteri montene.grini hanno fatto pervenire ieri al Re le loro dimissioni. Contrariamente alla promessa hanno menzionato fra i motivi il telegramma di Sua Maestà al nostro Sovrano del 24 maggio.

Il Re ritiene di poter costituire il nuovo Gabinetto ma crede pure che sarà l'ultimo. L'incaricato d'affari di Serbia lo ha esortato a compiere il gesto atteso per l'unione della Serbia al JVIontenegro. Il Re gli ha risposto non poter prendere alcuna risoluzione senza consultare la volontà del paese.

(l) Cfr. n. 208.

268

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1511/153. Parigi, 8 giugno 1917, ore 22,40 (per ore 3,21 del 9).

Dopo la proclamazione dell'indipendenza dell'Albania ho visto due volte Cambon che non me ne ha parlato. La stampa francese ha accolto con non sempre ben celata contrarietà il nostro proclama. Influenza jugo-slava notevole nelle redazioni di questi giornali. La preoccupazione sulla situazione interna fa sì che il pubblico si è meno interessato alla nostra decisione per l'Albania.

269

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1518/279. Londra, 8 giugno 1917, ore 21,50 (per. me 4,45 del 9).

Misu mi riferiva stamane che uno dei redattori capi del Manchester Guardian si è recentemente adoperato a dimostrare a questo ministro di Serbia i vantaggi pratici che deriverebbero alla causa nazionale serba dalla costituzione di un grande Stato serbo, incorporato in condizioni analoghe a quelle dell'Ungheria in una monarchia austro-ungarica a base federale. Ministro ha risposto evasivamente dicendo questione eccedeva sua competenza, Governo serbo dover regolare sue aspirazioni in base direttive politica generale grandi potenze alleate ecc. Queste aperture del giornale radicale mi sembrano un nuovo indizio di quel sordo lavorio che in senso austrofilo si va svolgendo, come già ho ripetuto a V.E., tra radicali ed anche in alcuni circoli liberali moderati. Times di ieri ha pubblicato sull'argomento una lettera di Steed di cui invio il testo con rapporto. Egli mi narrava avantieri di aver rintracciato l'origine di questo lavorio che risalirebbe ad intrighi di alti banchieri israeliti francesi facenti capo a Cailleaux e secondariamente a nome di gesuiti, i quali agirebbero per proprio conto e con direttive non perfettamente consone a quelle del Papa. Sua Santità vorrebbe sab;are bensì la monarchia austriaca ma subordlnatamente ad una equa soddisfazione delle nostre rivendicazioni nazionali. Secondo notizie di Steed il

generale dei gesuiti avrebbe recentemente partecipato in casa del vescovo di Coira ad un convegno in cui si sarebbero esaminate possibilità di indurre l'Austria a separarsi dalla Germania ed a concludere la pace con Alleati, eventualità questa ritenuta impossibile da Steed il quale vede in tutto questo armeggio la mano recondita della Germania.

270

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2051/496. Pietrogrado, 8 giugno 1917, ore 19,15 (per. ore 13,35 del 9).

7 giugno.

Rietch scrive che proclamazione indipendenza Albania da parte Italia è giunta inaspettata nei circoli diplomatici alleati. Terescenko ha avuto a questo proposito consulto cogli ambasciatori di Francia e Inghilterra e si sono discussi punti che dovranno essere sviluppati a Roma dai rappresentanti Russia Francia Inghilterra. Birsgevia Viedomosti dice che proclamazione indipendenza Albania è stata suggerita al comando italiano da ragioni d'indole puramente militare. Per porre termine alla propaganda austriaca Italia ha dovuto ricorrere ad atto politico che attirasse albanesi nell'orbita della Intesa tanto più che situazione esercito di Macedonia che trovasi strettamente legato alle truppe operanti in Albania ispira nuovamente apprensioni. Giornale ufficiale parimenti scrive che ragioni di carattere prettamente militare hanno dettato proclamazione indipendenza Albania. In questi ultimi tempi situazione truppe italiane in Albania in seguito agitazione austriaca fra quelle tribù ha suscitato allarme e costretto comando italiano proclamare d'urgenza e senza previe trattative cogli Alleati indipendenza Albania sotto protezione Italia.

271

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2053/498. Pietrogrado, 8 giugno 1917, ore 13,10 (per. ore 14,10 del 9).

7 giugno.

Soviet ha discusso trasferimento dell'ex Imperatore colla sua famiglia da Tzaskoie-Selo alla fortezza di Pietro e Paolo oppure a Kronstadt, oppure in Siberia. Seduta si svolse in modo da non chiarire propositi del Soviet. La maggior parte dei presenti non ha votato. Coloro che votarono si pronunziarono in favore trasferimento a Kronstadt.

272

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1520/9841. Zona di Guerra (Albania), 8 giugno 1917, ore 20,40 (per. ore 21,35 del 9).

Informo V.E. che oggi, alle ore 18, due nostri squadroni di cavalleria Lucca occuparono Janina, che fu sgombrata dalle truppe greche senza incidenti.

273

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2062/497. Pietrogrado, 8 giugno 1917 (per. ore 13,15 del 10).

7 giugno.

Dielo Naroda scrive che all'appello della democrazia rivoluzionaria russa al mondo intero per una pace senza annessioni nè contribuzioni, sulla base della libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli, gli Alleati hanno dato in fatto seguenti tre caratteristiche risposte: l) Parlamento francese ha votato con grandissima maggioranza fiducia al Governo il quale ha rifiutato passaporti ai delegati francesi alla conferenza di Stoccolma. Questa risposta è chiara, ma non è del popolo francese bensì della borghesia governante. 2) Thomas, Henderson, Vandervelde hanno dichiarato al Soviet meravigliarsi dell'appello del Soviet per convocazione conferenza Stoccolma. Per combinazione le dichiarazioni dei tre ministri concordano con quelle del Parlamento francese poiché essi pure desiderano non annessioni ma disannessioni, non contribuzioni ma rifusioni dei danni.

Da voi vorremmo sapere come essi considerano le sorti dell'Irlanda, di Algeri, del Siam ecc., e quale è il pensiero di Thomas circa il diritto di Algeri di disporre delle proprie sorti? 3) Risposta dell'Italia è tanto mirabile nella sua chiarezza che basta riprodurre senza commenti il comunicato Stefani, a proposito del proclama del generale Ferrero alla nazione albanese. Gli albanesi sono già a posto. Albania già inghiottita, ma si intende che questa non è una annessione ma una liberazione, una riunione di territorio o come altro vorranno chiamarla gli squali dell'imperialismo.

Di queste risposte noi lasciamo giudicare le democrazie occidentali poiché costituiscono una sfida ad esse lanciata.

274

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 613/154. Madrid, 8 giugno 1917.

Invio all'E.V. in allegato il testo del memoriale presentato dalla • Junta de defensa » di Barcellona al nuovo Capitano Generale di Catalogna, generale Marina, al suo arrivo in quella capitale (1). Da quel documento l'E.V. potrà farsi una idea esatta della gravità del male che travaglia in questo momento l'esercito spagnolo ed anche del singolare concetto che gli ufficiali hanno della disciplina militare. Il memoriale è stato pubblicato nei giornali di Madrid del 5 e non l'ho allegato al mio rapporto sullo stesso argomento datato di quel giorno, perché mi pareva impossibile che q_uel documento non venisse smentito o retti

ficato; ciò non è avvenuto e il testo pubblicato viene dunque ammesso come autentico dalle autorità militari, nè vi è più dubbio che l'ufficialità di Barcellona ha presentato al proprio capo un vero e proprio ultimatum dandogli 12 ore per rispondere. Come l'E.V. sa la capitolazione del comando fu completa; gli ufficiali arrestati furono liberati e la « junta » di Barcellona come altre esistenti nel Regno non furono disciolte il che equivale al loro tacito riconoscimento. Da informazioni attinte a buona fonte mi risulta che del l'esto il generale Marina non aveva libertà di scelta; egli non poteva contare sopra nessuno dei corpi della guarnigione di Barcellona, nemmeno, pare, sulla gendarmeria, e gli ufficiali di fanteria gli avrebbero dichiarato che se i loro compagni non fossero stati liberati avrebbero provveduto a liberarli essi con i loro uomini. D'altra parte si afferma che l'ordine di mettere in libertà gli ufficiali arrestati sia partito dal Re stesso il che toglieva al vecchio generale la possibilità di resistere. II grave incidente di Barcellona è quindi composto ed è per il momento rimosso il pericolo di maggiori conflitti, ma ciò fu ottenuto a scapito della situazione generale che si è venuta invece aggravando. Lungi dal disciogliersi le • juntas • delle altre armi e delle altre guarnigioni, avvantaggiandosi del tacito riconoscimento ottenuto, si rafforzano si completano e si estendono, e, cosa anche più grave, hanno la simpatia del pubblico perché purtroppo si riconosce anche dagli spiriti più calmi che se la forma dell'agitazione è irregolare ed antimilitare, i lamenti che la promossero sono fondati e che le illegalità e i favoritismi denunziati esistono realmente. Il movimento va poi estendendosi anche all'infuori delle sfere militari, e già si annuncia la costituzione a Valladolid d'un sindacato di magistrati, mentre si minacciano numerosi scioperi, e lo stesso Impm·cial, giornale non certo di tendenze radicali, segnala oggi i pericoli che per l'avvenire della Spagna racchiudono i latifondi della grandezza in causa dei quali mentre vaste estensioni del più fertile territorio spagnuolo son lasciate quasi incolte per l'allevamento dei tori e per la caccia, la Spagna non produce grano sufficiente per la sua popolazione. Il mio collega di Portogallo buon conoscitore della materia mi diceva ieri che eravamo già in piena rivoluzione. Il giudizio è prematuro, ancora non si può parlare di rivoluzione, bensì di un malcontento generale assai esteso e diffuso nelle varie classi, e che le conseguenze economiche della guerra, pur d'altronde così favorevoli alla Spagna, tendono ad accrescere. La neutralità ha infatti permesso alla Spagna di guadagnare assai come lo prova la sua valuta che è ora la più cara del mondo, ma se entrarono in paese i milioni a centinaia essi andarono quasi tutti ad arricchire maggiormente i ricchi, cioè un numero ristretto di persone, e a rendere ancora più stridente il contrasto tra l'opulenza delle classi superiori da un lato e dall'altro la povertà della piccola borghesia e l'indigenza del popolo soprattutto nelle campagne. Un paese in tali condizioni è maturo per gravi convulsioni interne che possono esser provocate da un momento all'altro anche da lievi incidenti. Gli avvenimenti di Barcellona e la ripercussione che essi hanno avuto nel resto della penisola vennero poi a provare la debolezza dei due principali sostegni sui quali poggia il presente ordine di cose e che fin qui si reputavano saldissimi, cioè la popolarità personale del Re e la fedeltà dell'esercito alla dinastia. Il malcontento dell'ufficialità si appunta soprattutto contro il Re cui si fa risalire l'origine e la respon

sabilità dei lamentati e purtroppo innegabili favoritismi che turbano la carriera degli ufficiali già di per se stessa lentissima per l'ingombro dei quadri. A questo punto di vista è da notare che nel memoriale degli ufficiali i doveri dell'esercito verso il capo dello Stato e il nome stesso del Sovrano sono passati interamente sotto silenzio. L'esempio di una classe potente come quella degli ufficiali in Spagna può essere contagiosissimo e se non interviene Prontamente una sagace e forte azione di governo a eliminare le cause di malcontento, anche le altre classi sociali che si trovano in gran disagio daranno ai loro gravami la stessa tendenza antidinastica, ed 1:1n regime che pur ebbe per molti anni l'apparenza della solidità ma non prese mai salde radici nel cuore delle masse, potrà crollare all'improvviso alla prima scossa che gli Tenga da una complicazione interna o da un fatto internazionale. Perciò mi confermo nel pensiero che ho altre volte espresso a V.E. che errerebbe nella guerra attuale quel gruppo di belligeranti che si proponesse realmente di fare entrare la Spagna nel conflitto per assicurarsene il concorso militare. Nessun governo spagnolo potrebbe infatti far superare alle istituzioni senza gravissimi pericoli la crisi interna che la divisione degli animi e le condiz~oni politiche ed economiche del paese provocherebbero al momento dell'entrata in campagna e il nuovo strumento di guerra si spezzerebbe prontamente riuscendo più di peso che d'aiuto al gruppo belligerante che l'avesse posto in azione.

(l) Non pubblicato.

275

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, E AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. 902. Roma, 9 giugno 1917, ore 13.

(Per Romano). Telegramma di V.S. n. 12 (1).

(Solo Parigi). Telegramma n. 12 di Romano Avezzana.

CMeno Romano e Parigi). Romano Avezzana telegrafa quanto segue: • Nella sua visita ieri ecc. ecc. (come nel telegramma n. 12) •. (Meno Corfù). Ho telegrafato a Sforza quanto segue: (Per tutti). Prego adoperarsi perché Governo serbo non dia seguito al divisa

mento suaccennato di una protesta per il nostro proclama dell'indipendenza albanese, protesta assolutamente fuori luogo perché non risulta esso abbia protestato per il proclama austriaco del gennaio scorso.

(Meno Romano). Ho telegrafato al barone Romano Avezzana quanto segue:

(Per tutti). Propositi del R. Governo circa la restaurazione del Montenegro sono noti e non sono mutati. Re Nicola può tener presente altresì che proposito dell'Italia è che Montenegro esca da questa guerra aumentato territorialmente per essere maggiormente vitale e che R. Governo agirà conseguentemente presso gli altri Governi al momento della pace.

(l) Cfr. n. 262.

276

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 912. Roma, 9 giugno 1917, ore 21.

A Barrère, che accennava a qualche dubbio che la dichiarazione di indipendenza dell'Albania potesse da alcuno considerarsi come mirante a derogare in qualche parte agli accordi di Londra del 1915, ho risposto chiarendo che il fermo intendimento del Governo era di attenersi strettamente in tutto a quell'accordo. Ogni questione quindi di frontiera dello Stato indipendente sarebbe rilasciata alla sola decisione delle potenze firmatarie della futura pace. I motivi che avevano determinato il R. Governo a scegliere questo momento per fare la dichiarazione erano d'ordine militare, per assicurarci una nuova difesa nostra ed insieme un'arma contro il nemico mediante i cordiali appoggi della popolazione. Le stesse cose ho dette successivamente a Rodd Cl).

277

IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2061/78. Gedda, 9 giugno 1917, ore 11,30 (per. ore 21,45).

Gab. n. 883 (2). Missione militare francese Hedjaz è rappresentata attualmente dal colonnello Brémond con un capitano, due tenenti, un ufficiale interprete ed un medico militare esercente ambulatorio in questa città. Oltre stessi soldati musulmani del consolato essa ha a sua disposizione distaccamento marinai francesi con due lancie a vapore per servizi porto e due navi trasporto militarizzate per comunicazioni Suez e costa Hedjaz. Contingente francese sbarcato Habigh circa 100 soldati con alcuni ufficiali musulmani appartenenti battaglioni rimasti Suez è stato ultimamente trasferito in parte Jambò ed in parte Kewegh. In queste due località esistono ospedali da campo diretti da medici militari francesi. Alla Mecca risiede un capitano algerino in qualità agente di affari Francia. Tra costa e ferrovia Hedjaz opera sezione aviatori francesi. Secondo mie informazioni riservate scopo iniziale missione era quello di accordo con lo sceriffo per istruire truppe arabe ed inquadrarle con altre francesi ed inglesi musulmane onde rafforzare guerra araba contro i turchi e liberare Medina. Questo progetto rispondente direttive politiche musulmane Francia e favorevole interessi quadruplice Intesa sembra sia fallito non si sa se per mancanza accordo con lo sceriffo od opposizione dell'Inghilterra. Ad ogni modo opera missione militare francese Hedjaz è stata finora di limitata importanza in confronto con quella inglese.

Colonnello Brémond mi ha confidato ultimamente che data situazione presente delle cose desiderava assumere qualche comando in Palestina.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 149. (2) -T. gab. 883, del 6 giugno, non pubblicato: Sonnino chiede informazioni sul contingente francese nell'Hedjaz.
278

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1525/68. Corfù, 9 giugno 1917, ore 11,45 (per. ore 21,55).

Principe reggente, con cui ebbi ieri sera lunga conversazione, mi disse temeva non solo che a Parigi e a Londra non si tornerebbe sulle decisioni prese, ma che la conferenza indetta per il primo luglio fisserebbe probabilmente una riduzione di truppe anche maggiore. Secondo Sua Altezza Reale, Robertson nutre tuttora verso la spedizione di Salonicco la stessa sfiducia di Kitchener; Sarrail poi mai aveva avuto intenzione di avanzare; Sua Altezza Reale assicura che il solo scopo del generale francese fu sempre quello di fare la guerra alla corona di Costantino.

Chiesi al principe se un eventuale ritorno al campo trincerato non potesse influire gravemente sul morale dell'esercito serbo; Sua Altezza Reale non lo escluse, ma mostrò sperare che, anche se si dovesse abbandonare la linea attuale, si potrebbe tenere con effettivi ridotti una linea intermedia. Principe reggente mi parlò colla più alta considerazione delle nostre truppe in Macedonia deplorando che i difetti dell'organizzazione generale dell'armata d'Oriente non abbiano permesso di ottenere dal nostro splendido corpo tutti i risultati di cui sarebbe capace. Nel corso della conversazione· Sua Altezza Reale ripetè a più riprese che malgrado tutto non occorreva scoraggiarsi: il che tuttavia è indizio che un principio di scoraggiamento vi può oggi essere fra i serbi.

279

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1526/69. Corfù, 9 giugno 1917, ore 15,30 (per. ore 22).

Ieri in una conversazione col principe reggente e poi con Pachitch toccai del nostro proclama Albania in correlazione alla situazione fronte macedone indicando gli argomenti appropriati per questo Governo di cui al telegramma di V.E. n. 867 (1). Nè Sua Altezza Reale nè Pachitch rilevarono meco la questione. Credo tuttavia sapere che Pachitch si è intrattenuto coi miei colleghi della nostra iniziativa che naturalmente non può essere piaciuta al Gov,erno serbo il quale non ha mai cessato sperare che di una Albania riconosciuta non vitale si addivenga ad una spartizione fra gli Stati vicini.

9 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) Cfr. n. 208.

280

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 767. Roma, 9 giugno 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 132 (1).

Accogliendo suggerimento V.E. pregola confermare telegraficamente a Martin Franklin istruzioni già dategli di presentare per ora al ministro esteri Messico unicamente mia lettera di cui è munito.

281

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1529/235. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 21,50 (per. ore 23,25).

7 giugno.

Salvo quanto telegrafai in chiaro null'altro pubblica questa stampa circa nostra proclamazione indipendenza Albania. Impressione sul pubblico non è stata considerevole sua attenzione essendo richiamata verso questioni interne. Ministro degli affari esteri non mi ha nascosto in termini però quanto mai riguardosi ed amabili una certa sorpresa per il fatto che Italia non avesse prevenuto Alleati del suo proposito emanare quell'atto. Neratoff aggiunse che non sarebbe stato certo difficile accordarsi previamente a tale riguardo. Risposi che proclamazione indipendenza Albania era urgentemente reclamata dalla situazione militare e dalla sempre più intensa propaganda austriaca che vi era pericolo in mora e che per quanto sapessimo favorevoli disposizioni degli Alleati non potevamo però sperare nelle circostanze presenti in una sollecita conclusione di trattative a questo proposito mentre questione era già risolta da tempo nella coscienza del pubblico internazionale ed in primo luogo della popolazione albanese che anelava ad un ordinato e stabile regime di libertà e sicurezza dopo tante sofferenze. L'Italia non poteva indugiare più oltre a soddisfare voti di quelle popolazioni, ad arginare propaganda austriaca, ad opporsi a che Albania divenisse strumento di perturbazione e dominazione balcanica nelle mani del germanesimo.

Ministro mi è sembrato persuaso ma osservò che una questione interessante anche altri Stati deve comunque formare oggetto di conversazioni fra loro e accennò all'intenzione di incaricare Giers di intrattenerne V.E. Se avessimo trattato previamente con Russia circa nostra proclamazione non avremmo fatto che imbarazzare questo Governo senza arrivare ad una conclusione. Non l'ho detto esplicitamente ma a ciò alludevo con parole nelle • circostanze presenti » (1).

(l) -Cfr. n. 258. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 917 dell'll giugno.
282

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2065/504. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 14,10 del 10).

8 giugno.

Labriola ha parlato ieri sera davanti ad una numeros1ss1ma riunione al teatro • Maria • per propaganda prestito della libertà. Altri oratori furono socialisti Skoboleff ministro del lavoro, cadetto Scingarieff, ministro delle finanze, Rodiceff membro comitato esecutivo parlamentare ed altri.

Labriola fu molto applaudito e ripetute acclamazioni furono rivolte agli ospiti italiani ed all'Italia.

283

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1532/236. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 14,25 del 10).

8 giugno.

Oggi Henderson e Thomas furono a colazione da me· coi nostri deputati. Dal linguaggio sebbene riservato di Henderson mi è sembrato rilevare un certo mutamento nelle sue vedute e disposizioni verso la conferenza di Stoccolma di iniziativa russa. Mentre nella lettera da lui firmata unitamente a Thomas e Vandervelde (mio tel. 493) (l) sollevava obiezioni all'invito del Soviet a quella riunione, egli si mostra ora assai più condiscendente e favorevole all'intervento inglese in seno ad essa. Ciò è tanto più notevole in quanto egli rappresenta ora, siccome mi ha detto, esclusivamente il Governo britannico e non il partito socialista le cui tre frazioni hanno già nominato i loro rappresentanti destinati a compiere prossimamente una missione in Russia a nome del partito stesso. Principio di evoluzione che in lui ravviso mi sembra significativo (2).

284

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2064/502. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 14,25 del 10).

8 giugno. Novaia Gisnia scrive che imperialismo Alleati lasciando da parte ogni gioco diplomatico è passato ad atti decisivi quali il voto della Camera francese e la

proclamazione da parte del Governo italiano dell'indipendenza dell'Albania sotto la protezione dell'Italia. Sono queste sfide gettate non soltanto alla democrazia russa ma anche alle democrazie di tutti i paesi alleati. Noi facciamo appello a queste ultime perché si schierino apertamente contro i propri Governi. Tuttavia bisogna confessare che la stessa democrazia russa rimane legata all'imperialismo degli Alleati per mezzo del suo attuale Governo che mantiene in vigore trattati conclusi dallo Czar e continua la guerra.

(l) -Cfr. n. 252. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Stoccolma, con t. gab. 927 dell'H giugno.
285

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2066/501. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 14,45 del 10).

8 giugno.

Vecernia Vremja scrive che un diplomatico bene informato ha dichiarato proclamazione indipendenza Albania sotto protezione dell'Italia devesi corisiderare piuttosto come misura militare che come atto politico. Per Italia è questa una misura contro propaganda austriaca fra le tribù albanesi costituente serio pericolo per il loro corpo di spedizione. Oltre di ciò vi sono prove di relazioni tra greci e austriaci attraverso Albania.

S'intende che proclamazione indipendenza Albania non può dar luogo a malintesi tra Alleati tra i quali esiste pieno accordo e unità d'azione.

Novoje Vremja scrive che proclamazione indipendenza Albania da parte Italia è avvenuta senza previo avviso agli Alleati a cagione carattere urgenza che essa rivestiva e perché fatta sotto egida della protezione non [del] protettorato dell'Italia. Primo nucleo di truppe albanesi è già formato ed ha reso importanti servizi nelle ultime operazioni balcaniche.

286

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1542/238. Pietrogrado, 9 giugno 1917, ore 17,10 (per. ore 16,10 dell' 11).

Mio telegramma n. 508 (1). La pubblicazione delle risposte francese e inglese fu decisa notte scorsa da Thomas ed Henderson in seguito ad un colloquio avuto nel pomeriggio col co

mitato del Soviet. I due ministri si convinsero non poter indugic.re più oltre la pubblicazione della loro conversazione col Soviet dovendosi assolutamente uscire dall'equivoco e loro situazione dovendo essere chiarita.

Terescenko, il quale secondo comunicazione di Giers ha facoltà di pubblicare la risposta del Governo italiano o di astenersene come meglio lo creda, si atterrà a quest'ultimo partito in considerazione delle differenze di forma esistenti fra detta risposta e quelle della Francia, Inghilterra ed America. Analogamente si asterrà dal pubblicare la risposta degli altri Alleati.

A mio remissivo parere nostra risposta potrà essere rifatta per avvicinarsi maggiormente a quelle dell'Inghilterra e Francia.

(l) Cfr. n. 310.

287

IL MINISTRO A JASSY, FASCJOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1620/238. Jassy, 9 giugno 1917, ore 21,40 (per. ore del 17 ).

La situazione politica è qui sempre rr;olto incerta. Il malcontento contro Bratiano determinato dagli avvenimenti verificatisi dopo che la Romania è entrata in guerra ed aggravatosi a causa della composizione del Gabinetto non è diminuito in seguito alla presentazione al Parlamento dei progetti di legge per le riforme agrarie e politiche. In fondo tutta la classe dirigente è contraria all'espropriazione dei latifondi la quale lede i suoi tradizionali sentimenti d'attaccamento alla terra e non potendosi opporre in modo palese al principio stesso della riforma agraria fa ricadere il proprio malcontento sul Governo che ha presentato il relativo progetto di legge. Ma un nuovo elemento di disordine è venuto ad aggiungersi agli altri: gli uomini politici che sono più ostili al Gabinetto Bratiano hanno tentato valersi pei loro fini dell'esercito ed hanno fatto a tale scopo assaggi presso i generali Averesco e Pressan nonché uresso altri capi militari meno importanti. È da deplorarsi che il comandante della seconda armata non abbia trovato nel proprio patriottismo e nel sentimento del dovere la forza necessaria per respingere completamente questi subdoli tentativi. Amo credere che egli non vi abbia prestato scientemente tutto l'appoggio derivantegli dal prestigio e dall'autorità di cui meritamente gode nell'esercito. È tuttavia da deplorarsi che ufficiali i quali gli stanno vicino si intromettano nelle lotte di partito introducendo così un nuovo elemento di disordine in una situazione già di per se stessa grave. A tutto ciò è venuto ad aggiungersi una numerosa lista di promozioni negli alti gradi dell'esercito :!lirmata in ques~i giorni dal Re di Romania e che minaccia di provocare le dimissioni del ministro della guerra.

288

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2285/773. Parigi, 9 giugno 1917.

In risposta al dispaccio a margine citato (1), e nell'attesa di poter dare maggiori notizie sulle persone nominate nella lettera del R. Console di Ginevra, ho l'onore di comunicare alla E.V. che, da informazioni già raccolte, mi risulta che alla fine dello scorso aprile, una missione composta di membri dell'Istituto di Francia fece un giro, a scopo di propaganda, in !svizzera. Ne facevano parte,

fra altri, Imbart de la Tour della Accademia delle Scienze morali e politiche ed il visconte de Guischen, che ha appartenuto, nel tempo, all'Ambasciata di Francia a Vienna. Questi due signori, i quali paiono ferventi partigiani delle buone relazioni franco-austriache, ebbero frequenti colloqui con agenti austriaci, colloqui che essi legittimarono con la ragione di assumere informazioni.

Dopo questa visita se ne ebbe un'altra del giornalista Sauerwein, direttore della politica estera nel Matin e noto per la sua intimità col Presidente Briand, il quale si recò, nel maggio, in viaggio di nozze in Svizzera. A Berna ebbe numerosi colloqui con i Polacchi austrofili ed inoltre col noto Svatovski. In seguito a questi colloqui fu udito ripetere che era facile intendersi con l'Austria. La stessa affermazione è stata da lui fatta al suo ritorno a Parigi, e sembra che qualche accenno in proposito è apparso sul Matin.

Fra il 20 ed il 25 aprile ebbero effettivamente luogo a Berna ed a Ginevra

delle conferenze fra banchieri austriaci, francesi e svizzeri. Sembra siano state

dirette dal conosciutissimo finanziere austriaco J. Rosemberg, quello che preparò

l'operazione di borsa col re di Montenegro all'inizio della guerra. Rosemberg

era ancora a Ginevra il 22 maggio scorso. Il gruppo finanziere sembra essere il

più pericoloso in riguardo alle trattative franco-austriache; questo gruppo non

è costituito da ora, ma ho avuto sintomi della sua esistenza fin dal 1916, -con

vaghe indicazioni di sue influenze su uomini di governo francesi.

Devo infine richiamare l'att<:mzione sul sindacato Caillaux il quale ha filiali

in piena attività nelle seguenti località svizzere: Basilea, Berna, Ginevra, Lo

sauna, Lucerna, Montreux, Neuchatel, Schaffouse, Zlirich, Porrentruy, Fribourg.

289

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1523/11550. Italia, 10 giugno 1917, ore 0,50 (per. ore 2).

Si comunica seguente telegramma in data 9 corrente:

• Comando Supremo Segreteria Capo -9692 -Movimento per occupazione Ciamuria e regioni Zagori Pindo procede come prestabilito. Parga già occupata con 25 carabinieri senza incidenti. Generale Ferrera •.

(l) Risposta al dispaccio di gabinetto n. 23 del l maggio 1917, non pubblicato.

290

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 924. Roma, 10 giugno 1917, ore 13.

Rodd mi riferiva confidenzialmente che il suo Governo rispondendo a Terescenko aveva esposto le seguenti considerazioni: Il Governo inglese ritiene che nessuna operazione militare deve essere intrapresa in Grecia senza che essa sia assolutamente necessaria e che, se è possibile, deve attenersi una soluzione pacifica. È sua opinione che il controllo del grano della Tessaglia può essere assicurato con poco o nulla di spostamento di forze se questo viene debitamente regolato. Il Governo inglese inoltre desidera di indurre il Re Costantino ad allontanarsi dalla Grecia sino alla fine della guerra lasciando come reggente uno dei suoi figli. La Grecia alla fine della guerra deciderebbe ogni questione concernente il futuro suo Governo. Allo scopo di assicurare questo risultato il Governo inglese ritiene necessaria l'unità di azione degli alleati, non solamente delle potenze garanti ma anche dell'Italia. Non vi saranno in ogni caso altri ritiri di truppe da Salonicco prima del 15 luglio, prima della quale data avrà luogo una ulteriore discussione della questione. E qui Rodd mi ripeteva in modo generico alcuni lamenti già accennati da Cecil a Imperiali, sulla poca nostra premura di conformare anche in apparenza la nostra azione con quella degli alleati a proposito della Grecia. Ho risposto che era stato sempre ed era mio desiderio di contemperare per quanto possibile le esigenze della nostra politica con queUe degli alleati, di cercare di procedere di piena intesa non solo sostanzialmente ma anche apparentemente in tutte le questioni. Nel campo della Grecia non era stato possibile ottenere la perfetta unità di vedute, ma avevo lasciato in genere libera l'azione agli alleati come potenze garanti senza che la divergenza tra noi apparisse pubblicamente. Avevo giusto motivo di lamenti in ciò che gli alleati erano usciti più di una volta dalle linee su cui era stata raggiunta una intesa a S. Giovanni di Moriana: ad esempio per la occupazione delle isole per parte dei venizelisti; la continuazione indefinita del blocco malgrado la remissività di Zaimis, ecc. Si erano, sì, messe innanzi successivamente dal Governo inglese alcune proposte di mezzi termini come quella di chiedere anziché l'abdicazione del Re Costantino la partenza di lui dalla Grecia durante la guerra con la reggenza di uno dei figli e ora sentivo proporre che si soprassedesse ad ogni ulteriore avanzata di truppe alleate nella Grecia regia insieme con richiesta di un trasloco del generale Sarrail; ma tutto questo era messo innanzi in via d'ipotesi e di speranza conciliativa senza nemmeno alcuna seria probabilità di aver su questi punti l'adesione della Francia che già procedeva alle vie di fatto e alle spedizioni di truppe in Grecia.

(Meno Atene). Avevo anche ragione di lamento nel contegno dilatorio tenuto costantemente dal Governo inglese come da quello francese riguardo alle giuste nostre richieste per l'Asia Minore e al riconoscimento formale del nostro diritto, fondato anche sugli accordi del 1915, di ristabilire un'uguaglianza di trattamento ed un equilibrio dei rispettivi interessi nel caso eventuale di uno smembramento più o meno completo dell'Impero ottomano.

(Per tutti). Ad ogni modo, mettendo da parte ogni recriminazione, mi dicevo pronto ad accogliere con le migliori disposizioni di animo, ogni proposta che tendesse a ristabilire in apparenza oltreché in sostanza il più perfetto accordo tra noi e i nostri Alleati. Ero prontissimo a mettere da banda ogni sentimento di puntiglio e di amor proprio personale, non quelli però di amor proprio e di dignità nazionale, le offese ai quali si scontavano sempre alla lunga in fatto di alleanze e di cooperazione (1).

291

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2073/162. Madrid, 10 giugno 1917, ore 11,45 (per. ore 18,45).

Ministero dimissionario. Crisi è determinata dalle difficoltà create dalle leghe tra ufficiali che incoraggiati dal tacito riconoscimento loro accordato si mostrano molto esigenti. Soluzione crisi ancora incerta. Situazione assai confusa.

292

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 921. Roma, 10 giugno 1917, ore 21.

Ricevo notizia circa occupazione Parga. Situazione politica sconsiglia oggi ulteriore allargamento della nostra occupazione nel fronte meridionale. Prego telegrafarmi gli esatti limiti entro cui il Comando Albania aveva in animo di estendere le sue occupazioni.

293

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

r. GAB. 923. Roma, 10 giugno 1917, ore 21.

Giers mi riferiva che aveva fatto impressione a Pietrogrado che senza un preventivo concerto con gli Alleati si fosse proclamato un protettorato dell'Italia sull'Albania essendo questa una questione che toccava gli interessi non solo greci "' serbi ma di tutta la Balcania.

Ho risposto che evidentemente ci era stato un malinteso essendosi scambiata la parola di protezione nel senso ordinario con quella diplomaticamente tecnica di protettorato, espressione che non comparisce nella nostra dichiarazione. n fermo proposito nostro era di stare nei termini della convenzione di Londra. Le nostre aspirazioni nei riguardi dell'Albania all'infuori di Valona e del territorio necessario per la sua difesa, erano di carattere puramente negativo cioè di esclusione dell'ingerenza di ogni terza potenza e si riassumevano tutte in quanto era convenuto nella convenzione di Londra ossia nella rappresentanza all'estero dello Stato albanese. Quanto ai confini dello Stato albanese indipendente essi sarebbero fissati dalle potenze nel futuro trattato di pace generale. I motivi che ci avevano determinato a fare ora la dichiarazione di indipendenza erano puramente di.ordine militare visto la situazione che si stava purtroppo facendo in Macedonia all'infuori di ogni nostra azione (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 149-151.

294

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 922. Roma, 10 giugno 1917, ore 22.

Giers mi riferiva confidenzialmente di un secondo memorandum di Terescenko a Londra e Parigi (vedi mio telegramma Gabinetto n. 893) (2) in cui insisteva sulla intempestività di qualunque avanzata di truppe alleate in Grecia che potesse ivi provocare agitazioni, che non potevano non nuocere gravemente all'offensiva in Macedonia e quindi per contraccolpo anche sulla prossima offensiva russa sul fronte meridionale.

Terescenko faceva rilevare la delicata situazione della Russia, come potenza garante della Grecia, di fronte alle risoluzioni prese senza alcuna intesa con lei, dai suoi alleati, alle quali si dava esecuzione senza aspettare nemmeno un suo consenso. Queste risoluzioni avevano creata una crisi nel Governo serbo; e avevano spinto l'Italia per ragioni di tutela del suo contingente militare in Macedonia a prendere importanti decisioni per l'Albania. Egli esprimeva il desiderio e la speranza che i due alleati avrebbero soprasseduto a spingere le cose più oltre in Grecia (3).

295

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1549/241. Pietrogrado, 10 giugno 1917, ore 21 (per. ore 0,40 dell' 11).

Neratoff ha riconosciuto meco che il nostro proclama per l'Albania non ha molto commosso questa opinione pubblica ma ha soggiunto che il Governo russo

non poteva nascondere una certa sorpresa per quell'atto di cui non aveva ricevuto previa notizia. Egli aveva chiesto a Londra e Parigi quali fossero i punti di vista di quei Governi in proposito ma non aveva ricevuto ancora risposta (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 151-152.

(2) Cfr. n. 259.

(3) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 151.

296

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1540/9983. Zona di Guerra, 10 giugno 1917, ore 23,50 (per. ore 2,15 dell'11).

In armonia alle direttive di V. E. in occasione della proclamazione dell'indipendenza albanese, è stata permessa l'esposizione della bandiera albanese accanto a quella italiana nel territorio d'occupazione eccetto in Valona. Ora il prefetto di Valona mi ha fatto rispettosamente sapere che l'esposizione in Valona della bandiera albanese accanto a quella italiana è vivamente desiderata dai valonesi pei quali sarebbe cagione di unanime gioia e toglierebbe ai pochi malevoli ragione di compromettere il buon effetto prodotto sull'animo degli albanesi dall'avvenuta proclamazione. Rappresento quanto precede a V. E. per sua decisione, significando che nessun inconveniente pel Governo militare deriverebbe dall'esaudimento del suddetto desiderio.

297

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1537/200. Atene, l0 giugno 1917, ore 23 (per. ore 8,45 dell' 11 ).

Jonnart ha detto stasera a Zaimis che le misure da prendersi saranno le seguenti: l) Rinforzo dei posti di sorveglianza sul canale di Corinto;

2) Invio... (2) posti della Tessaglia pel controllo del raccolto;

3) Non si toccherà la dinastia né la costituzione; si attendono istruzioni per ciò che concerne la persona del Re, la questione essendo ancora sospesa;

4) Amnistia totale dei venizelisti;

5) Allontanamento delle persone politiche compromesse (Dusmani, Gunaris, ecc.): tutto ciò è stato detto non sotto forma di ultimatum, ma di conversazione, che sarà ripresa domani mattina. Jonnart ha però prevenuto Zaimis che

una eventuale [resistenza] sarà inutile perché in caso di bisogno si impiegherà la flotta e le truppe occupando vari punti. Si potrà anche bombardare la città.

Re Costantino, facendo conoscere quanto precede, mi ha fatto pregare vi· vamente di interessare V. E. affinché intervenga ancora una volta per evitare le anzidette misure. Ho risposto al messo del Re che avrei trasmesso a V. E. questo desiderio, ma che le decisioni prese dal R. Governo di astenersi com· pletamente nella presente fase dell'azione politica dei nostri Alleati rendono difficile ogni nostro intervento.

Ritelegraferò domani dopo il secondo colloquio Zaimis-Jonnart.

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 935 del 13 giugno. (2) -G!"uppo indecifrato.
298

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2080/511. Pietrogrado, 10 giugno 1917, ore 10,21 (per. ore 4,10 del 12).

Quasi tutti giornali pubblicano nota americana circa scopi guerra. Nessun

commento, né se ne avranno sino a martedl; i giornali non usciranno che

posdomani.

Invio per radiotelegramma risposte francese e inglese.

Giornali socialisti avanzati le denunziano come nuova prova dell'imperia·

lismo dei Governi occidentali, stampa minorista domanda formula più concreta,

organi borghesi trovano che propositi degli Alleati possono conciliarsi con prin·

cipi democrazia russa.

In complesso impressioni del pubblico sono favorevoli e se pubblicazione di

quel documento non produrrà molto effetto, non mancherà però di dimostrare

buona volontà degli Alleati a migliorare loro contatto con gli elementi socialisti

di questo Governo.

Ancora oggi miglior partito per gli Alleati è favorire unione e forze Go·

verno provvisorio, cui fallimento aprirebbe porte all'ignoto.

299

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

R. 3530. Berna, 10 giugno 1917.

Il 9 e 10 di questo mese ebbe luogo a Berna il congresso del partito socia

lista svizzero.

Esso iniziò i suoi lavori nel pomeriggio del 9, sotto la Presidenza di Kloti

e con l'intervento di trecento delegati.

Il congresso inviò al comitato degli operai e soldati russi un indirizzo di

simpatia e di felicitazione per l'andamento vittorioso della rivoluzione. Votò

poi una deliberazione esprimente le simpatie del partito socialista svizzero verso i compagni della Chaux de Fonds e l'augurio che il consiglio nazionale non accorderà l'estradizione del Graber durante la sessione.

Nella seduta del giorno 10 il congresso si occupò, pr,ima d'ogni altro, del contegno da tenersi dai socialisti svizzeri di fronte alle decisioni della conferenza di Kienthal e dell'adesione ad un eventuale invito del • Bureau socialiste lnternational "·

Circa il primo argomento il congresso si dichiarò d'accordo con le decisioni chiare e precise della seconda conferenza di Kienthal e solidale con gli internazionalisti di t'.1tti i paesi che cercano, mediante la rivoluzione, di metter fine alla guerra e di condurre ad una pace socialista.

In merito al secondo gl'intervenuti decisero di accogliere l'invito del B.S.I. per la conferenza sulla pace solamente nel caso che la terza conferenza di Zimmerwald stabilisse di prendervi parte.

I tre quarti della seduta furono però consacrati alla discussione della questione della difesa nazionale. La commissione, che era stata incaricata di riferire su tale questione, non riuscì a mettersi d'accordo. La maggioranza presentò una relazione ripudiante la difesa nazionale ed esortante il gruppo socialista dell'AssembLea federale a votare contro i crediti militari. In favore di essa parlò il Naine. La minoranza sostenne invece la necessità della difesa nazionale ed il diritto della Svizzera di fare una guerra difensiva. Appoggiarono strenuamente tale tesi il Muller, il Brustlein ed il Greulich.

I gruppi di San Gallo. Lucerna e Soletta proposero di rimandare ogni decisione in proposito a fine guerra, ma la loro sospensiva fu respinta a grande maggioranza.

Venuti ai voti la p1·oposta ripudiante la difesa nazionale ne riportò ben 222, mentre quella a favore ne raccolse soli 72.

L'assembìea approvò poi con 188 voti contro 96 una proposta addizionale, nella quale il partito socialista svizzero si dichiara pronto a rinunziare d'accordo coi socialisti degli altri paesi alla difesa della patria borghese ed a prender parte alla lotta per la pace e l'unione dei popoli sul terreno democratico.

Il congresso terminò alle 17,30 del 10 corrente, dopo un discorso d'occasione del Presidente e l'esecuzione dell'Internazionale.

La prevalenza del principio antimilitarista e antinazionale nelle decisioni del partito socialista svizzero ha provocato commenti abbastanza aspri nella stampa radico-libera!e.

Non è però la prima volta che il partito socialista svizzero si occupa della questione della difesa nazionale.

Dodici anni or sono ci fu in seno all'assemblea federale una lotta vivace provocata dalla discussione del nuovo progetto di riorganizzazione della difesa militare. Il gruppo socialista si scisse in tale occasione in due correnti, una assolutamente contraria a qualsiasi riforma militare e l'altra che ammetteva il principio della difesa nazionale e la necessità di renderla più forte ed efficace.

Per due volte nelle successive elezioni generali del consiglio nazionale, i :rappresentanti della prima corrente restarono soccombenti e furono sconfessati dal corpo elettorale perfino in quei distretti dove i socialisti avevano una buonissima posizione di lotta. Invece i rappresentanti della seconda corrente furono sempre rieletti.

Nelle elezioni del 1911 e del 1914 non si fece più nessuna distinzione fra rappresentanti delle due correnti e questa scissione sembrò definitivamente scomparsa.

Sulla evoluzione verificatasi in questi ultimi tempi in seno alla maggioranza del partito socialista svizzero hanno influito varie cause e principalmente le seguenti:

l) Il non aV!er saputo il oonffiglio :11ederale ,afliermarsi in una quantità di questioni provocate dall'inframmettenza militare. 2) La tendenza delle alte sfere militari d'introdurre nell'esercito svizzero metodi ed ordinamenti tedeschi. 3) Il malcontento provocato dai modi ruvidi, antidemocratici e spesso ingiuriosi degli ufficiali verso la truppa. 4) L'infiltramento fra le file dei socialisti svizzeri di compagni tedeschi desiderosi, più che altro, di salvare la Germania dalla • débàcle· •. 5) La speranza provocata dalla rivoluzione russa nei socialisti dei vari paesi di poter imporre ai rispettivi Governi il loro programma.

Il partito socialista svizzero ha sempre subìto l'influenza di quello tedesco. Esso è ora divenuto lo strumento incosciente del Governo germanico, il quale se ne serve abilmente per mantenere il caos in Russia e attentare alla forza di resistenza della Francia e dell'Italia. Una prova abbastanza chiara la si ha nella concessione fatta dal Governo tedesco ai socialisti svizzeri di lasciar liberamente attraversare il suolo germanico per recarsi in Russia persino a disertori tedeschi.

Sarà quindi bene di ostacolare il più possibile i contatti fra i nostri socialisti e quelli svizzeri.

300

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1541/71. Corfù, 11 giugno 1917, ore 10,20 (per. ore 14,50).

Telegramma di V. E. n. 902 (1).

Ho parlato subito con Pachitch. Gli ho annunziata anche l'occupazione di Janina mostrandogli che si tratta di una serie di atti inspirati principalmente a necessità militari e dicendo che avevo ragione di credere che egli preparava una protesta per il nostro proclama ma che io speravo ch'egli rifletterebbe prima se il vantaggio che pensava di poter trarre da tale passo compenserebbe la sorpresa che arrecherebbe fòrse da noi una opposizione formale di un alleato ad una azione italiana strettamente connessa ai bisogni della nostra difesa.

Pachitch mi dichiarò nettamente che la nota era pronta e che la stimava necessaria; svolse a lungo le ragioni che fanno dell'Albania una questione essen

ziale per la Serbia; negò che il proclama austriaco avesse la precisione e la portata del nostro e concluse essere dolente di vedersi costretto a tale passo. Del suo lungo dire credo opportuno riferire testualmente a V. E. la frase seguente: • Noi siamo separati dal mondo; può darsi che il solo modo d'andare al mare, finisca per trovarsi per noi sul territorio albanese ed ecco che l'Albania già inventata contro la Serbia è di nuovo restaurata da una grande potenza •. Ripetei a Pachitch tenesse presente che il proclama Ferrera taceva volutamente i confini dell'Albania e dando alla lunga conversazione un carattere personale e generale ad un tempo gli chiesi se egli credeva che sarebbe la sua protesta quella che nelle eventualità da lui accennate assicurerebbe alla Serbia lo sbocco al mare traverso l'Albania; gli accentuai la gravità di quello che credevo sarebbe il primo caso nell'Intesa di una protesta formale di un alleato contro un altro e gli chiesi nell'interesse della Serbia di non voler fare constatare in Italia che contro il nostro atto in niente diretto verso la Serbia è questa che protesta. Continuando nel tono confidenziale gli dissi che in Serbia si giudicava della mentalità politica italiana dalla serba donde errori di apprezzamento e di condotta che finiranno per creare in Italia invadente diffidenza che altrimenti non sarebbe mai esistita. A sua volta Pachitch deplorò d'avere sperato invano che io fossi stato qui nominato coll'incarico di [avere uno] scambio d'idee sul modo d'intendeve (al che replicai che ogni scambio d'idee sarebbe inutile senza la vittoria); ma finì per mostrarsi scosso dal lato della questione da me presentatagli; mi disse che avrebbe meditato di nuovo e che sarebbe stato lieto se potrebbe

trovare un modo per formulare qualche riserva (non disse più protesta) senza perciò mostrare di opporsi all'azione italiana. Non credo di errare pensando che il passo serbo di cui spero ora sarà cambiato il tenore naturalmente fu consigliato e desiderato anche dal di fuori (1).

(l) Cfr. n. 275.

301

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 7909. Roma, 11 giugno 1917, ore 23.

Miei telegrammi 6679, 7189, 7259 (2) circa organizzazione acquisti negli Stati Uniti.

Sulla questione il collega dell'Agricoltura mi faceva pervenire la sua risposta con telegramma 31 maggio del quale m'informava aver inviato copia a V. E. Ora egli mi chiede quali istruzioni siano state date alJa R. ambasciata in Washington circa i limiti dell'azione nostra in America in rapporto agli impegni già assunti con la Gran Bretagna.

Tali istruzioni non sono ancora state date poiché mancano le risposte di varii colleghi interessati mentre quelle della Guerra, pure pervenuta in copia a V. E., e dell'Agricoltura, non sono del tutto concordanti.

Data l'importanza della materia e l'urgenza di definire chiaramente quale debba essere la nostra linea di condotta onde poter dare precise direttive a Londra ed a Washington, parmi potrebbe essere opportuna una riunione dei colleghi interessati presso V. E. della quale, ove Ella condividesse tale mio avviso, la pregherei di voler prendere l'iniziativa.

Di questa mia comunicazione a V. E. do notizia ai colleghi della Guerra, della Marina, del Tesoro, del Commercio, dell'Agricoltura e dei Trasporti.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 243-245.

(2) Non pubblicati.

302

IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 6892 G. Roma, 11 giugno 1917.

Con riferimento alla lettera di V. E. n. 19.3.21 del 31 maggio u.s. (l) trasmetto copia del promemoria ricevuto al riguardo da S. E. il sottosegretario di Stato per le Armi e Munizioni (2) soggiungendo che non mi è possibile disconoscere la effettiva portata dei gravi inconvenienti segnalati.

303

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1551/158. Parigi, 11 giugno 1917, ore 23,40 (per. ore 3,35 del12).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 744 (3).

Cambon mi ha rimesso oggi un appunto in risposta alla mia nota 23 maggio. Ministero armi e munizioni osserva che la questione potrebbe essere utilmente decisa da una conferenza fra Alleati e quando la situazione della Russia sarà chia11ita. Intanto per permettere alla conferenza di pronunziarsi sarebbe desiderabile che il generale Cadorna facesse conoscere precisi dettagli sulle' necessità delle sue artiglierie e per quale data.

304

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1552/157.

Stamane chiesi a Cambon cosa volesse fare in Grecia. Egli mi rispose che per ora erano decisi ad assicurarsi il raccolto della Tessaglia occupando Larissa e Volo. Circa il Re mi disse che agirebbero d'accordo le tre potenze protettrici.

Nel corso della conversazione convenne di dubbi e difficoltà da parte della Russia ma che oramai sembrano superate. Riconobbe pure le difficoltà da parte dell'Inghilterra benché • Lloyd George sia cosi poco monarchico • da far prevedere molte insistenze e si interruppe per confidarmi che il Re già aveva fatto far passi per assicurarsi una buona pensione, il che indicava la possibilità di una soluzione facile. Egli concluse che lasciava a Jonnart di trattare le cose nel modo migliore possibile poiché aveva fiducia nel suo tatto e moderazione.

(l) -Cfr. n. 167. (2) -Cfr. n. 204. (3) -Cfr. n. 44.
305

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1554/156. Parigi, 11 giugno 1917, ore 23,44 (per. ore 3,35 del12).

Stamane Cambon mi accennava all'Albania in forma privata gli sembrava noi avessimo dimenticato l'accordo di Londra. Non mancai di dirgli che R. Governo aveva applicato in questa circostanza l'accordo di Londra come sempre aveva fatto e come sempre aveva pregato gli Alleati di fare e svolsi le altre considerazioni di cui al telegramma di V. E. Gabinetto n. 867 (1). Cambon mi fece osservare che a Londra era stato stabilito fosse riconosciuta in una parte dell'Albania l'esistenza d'interessi serbi e greci: al che risposi che infatti nel nostro proclama non era fatta la determinazione dei confini espressamente perché sia possibilmente tenuto conto in avvenive della riserva fatta a Londra per la Grecia e la Serbia. Conclusi come in seguito al nostro proclama Albania si avviava alla sistemazione stabilita a Londra. Unica cosa contraria all'accordo di Londra era la repubblica di Koritza creata dalla Francia. Cambon mi interruppe dicendo che non era stata la Francia ma un ufficiale francese e io osservai che la Francia era al corrente· da parecchi mesi di quanto aveva fatto quell'ufficiale e siccome non l'aveva disapprovato malgrado le nostre lagnanze e le promesse fatte era autorizzato a credere ch'egli avesse agito in conformità degli ordini ricevuti. Cambon mi assicurò che l'ufficiale sarà richiamato e sconfessato. Ritornando sull'argomento dell'Albania chiesi se si era convinti che noi,

come sempre, avevamo agito in piena conformità dell'accordo di Londra.

Cambon si limitò a rispondere che era stato lieto di quanto gli dicevo che ne

prendeva nota con piacere e poi aggiunse scherzando che se gli stessi schiarì

menti avessimo dato alla vigilia di pubblicare il proclama, avrei evitato dubbi

e preoccupazioni. Risposi sullo stesso tono che avevo sempre avuto troppa opi

nione di lui per prevedere che una linea di condotta così chiara avesse bisogno

di schiarimenti.

{l) Cfr. n. 208.

306

IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2083/79. Gedda, 11 giugno 1917, ore 4,10 (per. ore 5 del 12).

Notizia di cui tratta il telegramma di V. E. 715 (l) è qui sconosciuta. Califa dei musulmani è tuttora Sultano Resciad. Mondo musulmano attende esito guerra per confermare sua fiducia Califa Costantinopoli o nominarne un altro. In questo caso maggioranza appunto cadrà sul Re Hedjaz purché egli potesse aggiungere al possesso dei luoghi santi quello liberò indipendente dei paesi arabi soggetti alla Turchia ed avere forza e prestigio per difesa interessi islamismo. Perciò Governo Mecca è in serie trattative con Francia ed Inghilterra per definire sistemazione indipendenza politica penisola arabica Siria e Irak dal ... (2) arabo. Francia ed Inghilterra hanno promesso dare risposta dopo il pellegrinaggio. Progetto ricostituzione Regno e Califfato Hascemita non comprende affatto rivendicazione nazionalità popolazioni di lingua araba Egitto, Libia, Tunisia: gli altri paesi musulmani considerati come stranieri e solamente deferenti autorità suprema Califa secondo diritto statale religioso musulmano. In tale condizione teoria inglese di non intervento se è giusta nel campo religioso musulmano è discutibile in quello politico in cui sembra sia imperniata questione trasferimento Califfato Arabia strettamente connesso con quella riguardante sistemazione indipendenza politica e riconoscimento nazionalità araba. A noi forse converrebbe, pure lasciando sudditi musulmani liberi scegliere il loro Califfo, prendere sin da ora posizione netta e solidale nelle trattative in corso tra Inghilterra, Francia e Governo arabo circa costituendo regno e califfato Hascemita per ottenere al momento opportuno quelle maggiori concessioni economiche in Arabia e garanzie morali per tranquillità e pacificazione nostre colonie musulmane.

307

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 282. Londra, 11 giugno 1917, ore 9,55 (per. ore 7,10 del 12).

Oggi ho veduto il mio amico lord Granard tornato avantieri da Salonicco. Egli non finiva dallo esprimere la sua profonda ammirazione per splendide nostre truppe, perfette sotto ogni aspetto nonché per i loro comandanti Petitti e Pennella. Granard è gratissimo per le cortesie di ogni genere cui fu fatto segno durante il suo viaggio di ritorno attraverso l'Albania. Mi esprimeva compiacimento per le cordialissime relazioni tra le nostre autorità e truppe e quelle britanniche mentre per contro mi confidava essere rimasto colpito e persino

vern~ e col popolo russo per quanto concerne i principi che hanno sempre ispirato la sua politica nel corso del presente conflitto. La Francia non pensa ad opprimere nessun popolo e nemmeno le nazionalità dei suoi odierni nemici; ma vuole soltanto che sia distrutta l'oppressione che ha pesato sì lungamente sul mondo e siano castigate le autorità responsabili di questa guerra criminosa. Come la Russia ha proclamato la restaurazione della Polonia indipendente, così la Francia saluta con gioia gli sforzi che su diversi punti del mondo compiono i popoli ancora soggiogati da una legge che la storia condanna. La Francia non vede la fine della guerra che nel trionfo del diritto e della giustizia, nella vittoria che determini la liberazione della sua fedele Alsazia-Lorena. Essa combatterà a fianco degli Alleati sino alla v,ittoria, per la restaurazione integrale dei loro diritti territoriali, per la loro indipendenza politica ed economica, come pure per la riparazione di tanta inumana devastazione e la garanzia contro il ritorno dei mali presenti.

In un secondo comunicato del:l'ambasciata francese è detto che il Governo della Repubblica ritiene suo dovere di comunicare al Governo l'ordine del giorno della Camera francese del 23 maggio, nel quale il Governo russo vedrà l'espressione della politica francese sol,ennemente confermata dalla rappresentanza popolare. Il Parlamento francese, che è l'espressione della sovranità del popolo francese, saluta la democrazia russa e tutte 1e altre democrazie. La Francia confermando unanimemente la protesta del 1871 fatta all'Assemblea nazionale dai rappresentanti dell'Alsazia Lorena contro l'annessione alla Germania, dichiara di aspettare dalla guerra insieme alla liberazione dei territori invasi la restituzione dell'Alsazia Lorena e giusta riparazione dei danni sofferti. Rigettando ogni idea di conquista ritiene che gli sforzi uniti degli esenciti francesi ed alleati, abbattuto il militarismo germanico, otterranno solide garanzie di pace e indipendenza pei grandi e pei piccoli popoli.

(l) -T. 715 del 30 maggio 1917, non pubblicato: questioni relative alla costituzione del nuovo Califfato. (2) -Gruppo indecifrato.
308

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1553/281. Londra, 11 giugno 1917, ore 21,55 (per. ore 8,45 del 12).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 886 (1).

Steed, che incontrai oggi, mi ha confermato notizie di maneggi turchi in !svizzera nei quali sarebbero mischiati francesi Steeg e Villers della nota banca • Paris et Pays-Bas •. Steed aggiungeva risultargli che Morgenthau, antico ambasciatore Stati Uniti a Costantinopoli, sarebbe per recarsi in !svizzera via Spagna allo stesso scopo. Queste informazioni confermerebbero quelle da me riferite sull'azione spiegata dai comitati israeliti. Personaggio dell'Alta Banca israelita mi diceva però ieri ritenere inverosimile alcuna novità in Turchia fino a quando non sarà in un modo o nell'altro scomparso Enver pascià col quale a differenza di Talaat bey non vi è assolutamente modo d'intendersi.

309

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2087/509. Pietrogrado, 11 giugno 1917, ore 19,30 (per. ore 9,35 del 12).

9 giugno.

Giornali pubblicano un radio telegramma di Hindenburg al Soviet di Pietrogrado nel quale è detto che comandante germanico del fronte orientale quando seppe che generale russo Dragomiroff dichiarò essere pronto accogliere proposte condizioni tedesche senza far da parte sua alcuna proposta, scrisse una lettera a Dragomiroff proponendogli di nominare delegati per trattare. Delegati tedeschi furono nominati e autorizzati indicare via perché azioni di guerra fra Germania e Russia cessassero senza che questa ultima si staccasse dai suoi alleati. Dragomiroff firmò ricevuta della lettera ma non diede risposta. Russia, che non ha avuto conoscenza di queste lettere, deve sapere che Germania e suoi alleati, per mezzo loro comandante del fronte orientale, si sono

dichiarati pronti ad accogliere favorevolmente desideri espressi dai soldati russi di terminare spargimento di sangue. Tale disposizione perdura e ne è prova che dalla Pasqua in poi nessuna azione ostile contro Russia è stata intrapresa dalle potenze centrali. Queste sono disposte concludere pace onorevole per ambo le parti. Nostra lettera aveva anche per scopo proporre tregua. Russia inviò messi per conoscere nostre condizioni ma rinunziò pubblicarle fintantoché resterà legata dai trattati conclusi dal vecchio regime i quali hanno per iscopo distruzione Germania e i suoi Alleati. Potenze Intesa spargono voce che potenze centrali possono difendere fronte occidentale e sud-occidentale sgU:arnendo fronte orientale. Questa è menzogna: più volte abbiamo tenuto testa con successo a tutti i generali su tutti i fronti difendendo ed estendendo territori occupati in Volinia, Romania, Isonzo, Somme. Se potenze centrali dovranno continuare guerra sopportando sempre maggiori sacrifici scopi guerra

diverranno inevitabilmente sempre più eminenti. Soviet ha risposto ad Hindenburg con radio telegramma dichiarante che rivoluzione russa non si lascerà adescare da questa proposta di uno stato ambiguo di guerra e di tregua. Russia rivoluzionaria agisce apertamente e non seguirà mai politica di falsità perfida cara agli antichi zar. Quando essa è obbligata a combattere combatte e quando vuole metter le armi in fascio lo fa al cospetto del mondo intero.

(l) Non pubblicato; ritrasmette a Londra, Parigi e Pietrogrado il t. gab. 1489/32 da Berna, cfr. n. 234.

310

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2086/508. Pietrogrado, 11 giugno 1917, ore 11,30 (per. ore 12 del 12).

9 giugno.

Giornali pubblicano nota ambasciata inglese e francese che qui l'iiassumo:

l) Nota inglese. Il Governo britannico è concorde nel proposito espresso

dal Governo provvisorio russo di non volere imporre la propria signoria su

altri popoli, né di togliere ad essi i loro beni nazionali. Unico scopo dell'Inghil

terra nel cominciare la guerra e nel continuarla è di dif,endere la propria esi

stenza e di obbligare il nemico a rispettare gli obblighi internazionali. A que

sti scopi si è poi aggiunto quello di liberare le nazioni oppresse da straniero

dominio. Per questo la democrazia inglese si rallegra dell'intenzione della demo

crazia della Russia di liberare non soltanto la Polonia russa ma anche quella

germanica. Noi dobbiamo stabilire un ordine di cose che garantisca ai popoli

la felicità e tolga ogni possibilità di futura guerra. Il Governo britannico si

unisce alla Russia nell'accogliere i principi contenuti nel messaggio del presi

dente Wilson al Congresso americano. Il Governo britannico ritiene che in linea

generale gli accordi successivamente conclusi dagli Alleati corrispondono ai

principi suddetti; ma, se il Governo russo lo desidera, esso e i suoi alleati sono

pienamente disposti ad esaminare e, se necessario a rivedere questi accordi.

Ecco un sunto della nota francese alla Russia:

Il Governo della Repubblica francese è sempre fiducioso nei sentimenti

della sua fedele alleata e lieto di sentirsi in piena comunanza di idee col Govern~ e col popolo russo per quanto concerne i principi che hanno sempre ispirato la sua politica nel corso del presente conflitto. La Francia non pensa ad opprimere nessun popolo e nemmeno le nazionalità dei suoi odierni nemici; ma vuole soltanto che sia distrutta l'oppressione che ha pesato sì lungamente sul mondo e siano castigate le autorità responsabili di questa guerra criminosa. Come la Russia ha proclamato la restaurazione della Polonia indipendente, così la Francia saluta con gioia gli sforzi che su diversi punti del mondo compiono i popoli ancora soggiogati da una legge che la storia condanna. La Francia non vede la fine della guerra che nel trionfo del diritto e della giustizia, nella vittoria che determini la liberazione della sua fedele Alsazia-Lorena. Essa combatterà a fianco degli Alleati sino alla v,ittoria, per la restaurazione integrale dei loro diritti territoriali, per la loro indipendenza politica ed economica, come pure per la riparazione di tanta inumana devastazione e la garanzia contro il ritorno dei mali presenti.

In un secondo comunicato del:l'ambasciata francese è detto che il Governo della Repubblica ritiene suo dovere di comunicare al Governo l'ordine del giorno della Camera francese del 23 maggio, nel quale il Governo russo vedrà l'espressione della politica francese sol,ennemente confermata dalla rappresentanza popolare. Il Parlamento francese, che è l'espressione della sovranità del popolo francese, saluta la democrazia russa e tutte 1e altre democrazie. La Francia confermando unanimemente la protesta del 1871 fatta all'Assemblea nazionale dai rappresentanti dell'Alsazia Lorena contro l'annessione alla Germania, dichiara di aspettare dalla guerra insieme alla liberazione dei territori invasi la restituzione dell'Alsazia Lorena e giusta riparazione dei danni sofferti. Rigettando ogni idea di conquista ritiene che gli sforzi uniti degli esenciti francesi ed alleati, abbattuto il militarismo germanico, otterranno solide garanzie di pace e indipendenza pei grandi e pei piccoli popoli.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1575/243. Pietrogrado, 11 giugno 1917, ore 21,10 (per. ore 15,45 del 13).

Telegramma di V. E. n. 867 (1).

Non ho mancato di esporre al ministro degli a~ri e51teri ragioni che hanno indotto R. Governo proclama per Albania. Terescenko che seguì con molta attenzione gli argomenti da me svolti in proposito sulla traccia delle istruzioni di V. E. ha mostrato apprezzare particolarmente quelli di carattere militare ed ha concluso esprimendo la fiducia che non sarà difficile intendersi definitivamente con V. E. quando, dopo risolta attuale crisi ministeriale italiana, egli la intratterrà circa l'interpretazione che il R. Governo dà all'atto in que

stione. A quanto ho potuto comprendere egli vorrebbe che l'atto non potesse apparire una deroga agli accordi di Londra. Quanto all'impressione prodotta nei circoli del Soviet dal nostro proclama ho fatto notare al mio interlocutore come essa sia stata di poco momento e non abbia . . . (l) al Governo provvisorio. Egli non ha insistito ed ha soltanto ripetuto un accenno al mancato previo avviso in proposito. Egli ha poi m~co pienamente convenuto non doversi dare appiglio di sorta ai nemici per insinuare l'esist,enza di screzi fra gli Al1eati ed ha aggiunto non dubitare che tutto verrà regolato sotto l'ispirazione della mutua fiducia e benevolenza che presi,ede ai loro rapporti (2).

(l) Cfr. n. 208.

312

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1579/201. Atene, 11 giugno 1917, ore 12,30 (per. ore 4,25 del 14).

In questo momento Zaimis viene a dirmi che Jonnart gli ha rimesso una nota con cui a nome delle potenze protettrici chiede l'immediata abdicazione di Re Costantino con designazione da farsi, da Sua Maestà, del suo erede. Ultimatum scade domani a mezzogiorno. La nota è accompagnata da un memorand~m in cui si dice che il principe ereditario non offre le garanzie volute dalle potenze garanti e che quindi occorre nominare un altro principe. Re Costantino avrà assicurato un appannaggio di mezzo milione.

Il commissario non tollererà disordini ,e interverrà militarmente per sedarli.

313

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1583/203. Atene, 11 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 10,10 del 14).

Zaimis ha detto che il ministro d'Inghilterra ha consigliato al Re di sottomettersi. Il Re ha chiesto di essere trasportato all'estero su battello inglese, non volendo viaggiare sotto bandiera francese. Elliot ha promesso ciò. Il Re ha chiesto anche se il suo allontanamento avrebbe potuto prendere forma di partenza provvisoria con reggenza ad uno dei principi Elliot ha risposto che i termini dell'ultimatum erano chiari e che non c'era che da accettarli o rifiutarli. Il prefetto di polizia ha garantito che le colonie e le legazioni, tranne forse quelle di Francia e d'Inghilterra, erano sicure. Per le due menzionate egli si sente di assicurarne la protezione. In seguito a ciò in riunione odierna

t. -gab. 952 del 14 giugno.

dei rappresentanti delle potenze, compresi i neutri, si è deciso di restare !n città. Per conto mio ho detto che, data la nostra numerosa colonia, non mi era possibile prendere misure adeguate di sicurezza e che quindi avrei dichiarato a Jonnart che lo consideravo personalmente responsabile di ogni danno che dalla sua precipitazione sarebbe potuto derivare a sudditi italiani.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e alle legazioni ad Atene e a Corfù, con
314

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 291/77. Lisbona, 11 giugno 1917.

È non poco difficile descrivere la situazione politica in Portogallo poiché è impossibile conoscere le vere direttive del Signor Sidonio Paes.

Da principio si era creduto che egli avesse una gran simpatia per i monarchici i conservatori ed i cattolici e qualcuno credeva che la rivoluzione del dicembre scorso poteva condurre alla restaurazione. Invece il Signor Sidonio Paes dopo di essersi servito di questi elementi per farsi proclamare Presidente della Repubblica mediante le più ferme dichiarazioni di fedeltà ai principi repubblicani ha tolto ogni dubbio al riguardo.

Il Signor Sidonio Paes si caratterizza in modo speciale per la tendenza ad accentrare tutto in sé. Egli ha cominciato col ridurre i poteri dei Ministri i quali si intitolano ora soltanto Segretari di Stati, non possono unirsi né deliberare che sotto la sua Presidenza e non saranno autorizzati ad intervenire nel Parlamento. Essi sono degli alti funzionari apolitici, di ordine schiettamente burocratico.

Quanto al Parlamento, il quale come già ho avuto l'onore di esporre alla

E. V. è stato eletto colla astensione di tutti i partiti repubblicani esso non è stato convocato né si parla di convocarlo. Quello che è strano è che l'opinione pubblica poco si preoccupa di questa mancanza di garanzia costituzionale.

Non vi è dubbio che nelle condizioni in cui si trova il Portogallo l'unica salvezza è la permanenza al potere di un uomo energico ed onesto, che spezzi tutte le camorre e le consorterie e che con regime di ferro e di fuoco cauterizzi le piaghe di questo povero paese. Ma in questa opera di risanamento se la iniziativa, la direzione deve essere uniqa, assoluta pure se si vuole, non è possibile però che una sola persona possa sopperire a tutto. Il Signor Paes non tollera intorno a sé nessun uomo di valore, appena qualcuno dei suoi collaboratori si pone un poco in vista e mostra della iniz~ativa egli è immediatamente dimesso.

Le conseguenze che derivano da questa tendenza sono diverse e prima di tutto se continuano così le cose nessun partito politico o vecchio o nuovo potrà seguire il signor Paes. Difatti è già avvenuto che il partito unionista dal quale egli è uscito lo ha abbandonato ed ancora più gli stessi suoi compagni di rivoluzione lo hanno abbandonato, di sorta che soltanto l'attuale Ministro del Lavoro viene dalla rivoluzione.

Questo sistema ha ancora un altro inconveniente ed è quello gravissimo di esporre la persona del Presidente poiché è ,evidente ed è giusto che qualunque cosa succede la colpa o la lode va al Presidente della Repubblica.

Intanto i tre partiti repubblicani non hanno disarmato ed anzi danno prova di grande attività. Ogni giorno si scoprono nuovi complotti e si sorprendono depositi di armi e munizioni; nella settimana scorsa per non andare più in là, vennero arrestate 260 persone appartenenti a tutte le classi ed un po' a tutti i partiti. Di qua e di là poi fioriscono scioperi senza nessuna ragione apparente; siamo stati due giorni senza ferrovie, le tabaccherie sono chiuse perché gli operai della fabbrica governativa sono in isciopero da tre mesi, nè si sa chi fornisce loro i mezzi di resistenza. Ora si aspetta lo sciopero dei trams e quello di tutti gli operai delle costruzioni. D'altra parte però non sarà tanto facile rovesciare il Signor Paes e la nuova Repubblica. Egli ha dalla sua tutta la guarnigione di Lisbona rinforzata, ben comandata e largamente pagata. Egli ha domato quasi annichilita la marina deportando tutti i • cabecillas • del corpo degli equipaggi, e da questo lato nulla vi è da temere.

L'unica cosa che può preoccupare sarebbe una ribellione delle truppe di provincia che dovrebbero marciare sulla capitale, ma si tratterebbe di una forma nuova di cui finora non vi sono precedenti notevoli negli annali rivoluzionari del Portogallo.

315

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, E AL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO

T. GAB. 932. Roma, 12 giugno 1917, ore 13.

(Solo Cadorna). In relazione al telegramma di V. E. n. 11694 (l) informo che data l'urgenza ho telegrafato direttamente al generale Ferrero quanto segue: (Per tutti). Informo V. E. che devonsi escludere assolutamente occupazioni Prevesa ed altre località al sud di Parga.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1566/159. Parigi, 12 giugno 1917, ore 14,50 (per. ore 20,05).

Mio telegramma n. 155 (2).

Finalmente ieri sera Cambon mi ha rimesso la nota circa la frontiera ovest di Mersina che invio per posta odierna in copia (3). La nota riassumendo le precedenti non tenendo conto alcuno del primo pro-memoria italiano e tacendo

le proposte fatte da Lloyd George a S. Giovanni di stabilire la frontiera a Mersina ma in modo città restasse alla Francia, propone la frontiera a Capo Cavaliere (vedi carta francese da me spedita). Nota aggiunge che gli interessi italiani riconosciuti dall'Inghilterra sono indicati nell'accordo del 19 maggio 1915 che all'articolo 2 limitava la regione nella quale l'Italia poteva costruire ferrovie ad Alaya cioè cento chilometri all'est di Adalia. Anni or sono ho inteso dire che la Sublime Porta aveva accordato diritto esclusivo di alcune concessioni fino a Mersina ma non avendo i documenti citati mi astengo dal rimettere una nota e mi limiterò a rispondere a voce facendo rilevare che Ribot a S. Giovanni aveva dapprima accettato la proposta di Lloyd George e solo al momento di compilare il verbale aveva voluto indicare vagamente un punto a ovest di Mersina desiderando intorno a quella città un poco di hinterland. Ciò non implicava una zona di circa 110 chilometri. Farò notare sempre verbalmente come contrariamente a quanto è detto nella nota non rimarrebbe all'Italia che l'inospitale rada di Cavaliere mentre la sola rada ove forse potrebbero ripararsi le navi è Seleucia.

Attendo nota che prego V.E. inviarmi con altri argomenti basati su dati che non posseggo.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 265. (3) -Cfr. n. 326 (allegato II).
317

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 939. Roma, 12 giugno 1917, ore 20,30.

Miinchener Nachrichten ha telegramma da Stoccolma in data l" corrente secondo il quale giornali di Pietrogrado Djen e Wolja hanno pubblicato il contenuto del trattato fra l'Italia e Intesa del 1915.

Prego telegrafarmi se esatto ed eventualmente particolari.

318

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1588/205. Atene, 12 giugno 1917, ore 20,30 (per. ore 0,35 del13).

Ecco la risposta di Zaimis all'ultimatum di Jonnart. Mi è stata data da Jonnart a mezzo di Elliot:

Monsieur le haut Commissaire, la France, la Grande Bretagne et la Russie ayant réclamé par votre note d'aujourd'hui l'abdication de Sa Majesté le Roi Constantin et la désignation de son successeur, le soussigné Président du Conseil des Ministves, Ministre des Affaires Etrangères, a l'honneur de porter à la connaissance de V.E. que Sa Majesté le Roi, soucieux, comme toujours, du seu1 intérét de la Grèce, a décidé de quitter avec le Prince Royal le pays et désigne pour son successeur son fils le Prince Alexandre.

319

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1564/286. Londra, 12 giugno 1917, ore 21,35 (per. ore 6,45 del 13).

Mio telegramma n. 277 (1).

Dopo le rinnovate insistenze fatte ..... (2) e sabato chiesi ieri nuovamente quando mi sarebbe rimesso noto promemoria. Mi è stato risposto che non si è potuto inviarlo perché il capo di Stato Maggiore non lo aveva ancora restituito. Dovevo vedere oggi Cecil ma apprendo in questo momento che Balfour ha poi ripreso oggi la direzione del Foreign Office e non potrà ricevermi prima di domani al più presto accorrendogli il tempo necessario per mettersi al corrente degli affari in corso.

320

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1561/288. Londra, 12 giugno 1917, ore 21,35 (per. ore 8,20 del 13).

Al Foreign Office erano oggi molto contenti per le notizie di Grecia e specialmente pel fatto che l'abdicazione del Re Costantino in favore del secondogenito principe Alessandro è avvenuta nella massima tranquillità.

321

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2093/514. Pietrogrado, 12 giugno 1917, ore 10,50 (per. ore 10,10 del 13).

10 giugno.

Commentando risposta francese ed inglese di cui al mio telegramma 508 (3), Dielo Naroda scrive che scopi guerra di quei Governi non lasciano· ormai p m dubbi ed è diventato superfluo informarsi degli scopi degli Imperi centrali. È chiaro che pressione democrazia sui Governi occidentali non è ancora sufficiente; dobbiamo quindi prendere delle decisioni contando soltanto sulle forze della rivoluzione russa.

N ovaia Gisni dice che popolo russo deve spezzare rete di menzogne colla quale imperialismo internazionale cerca di avvolgere rivoluzione russa. Soltanto insurrezione di tutto il mondo civile e lotta ad oltranza contro imperialismo può salvare Europa dal terrore e dalla vergogna di cui è minacciata dal prolungarsi della guerra. Rabosi Gazeta scrive che bisogna prendere in parola quelle parti delle note inglese e francese che lasciano intravvedere intenzione di riesaminare le trattative. Bisogna condurre i Governi alla revisione accordi poiché Russia non può combattere sulle basi date dagli Alleati. Dien dice che democrazia russa travasi di fronte necessità di dare il suo vero significato alla formula

• pace senza annessioni nè contribuzioni » in base alla libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli e proporre concrete condizioni di pace.

Birgevia Viedomosti scrive che potenze occidentali lottano contro tutte le forze germaniche e non deporranno le armi se non quando avranno scosso coalizione germanica. Noi restiamo loro alleati, dobbiamo combattere al loro fianco e cosi soltanto potrà trionfare nostra politica estera diretta ottenere pace sollecita, dignitosa, giusta, democratica.

(l) -Cfr. n. 249. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n. 310.
322

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1572/174. Washington, 12 giugno 1917 (per. ore 12,50 del 13).

Telegramma di V.E. Gab. 831 (l) e seguenti.

Lansing col quale ho avuto occasione di conferire tre volte in questi ultimi giorni non mi ha fatto cenno alcuno del nostro proclama in Albania nè della occupazione di Janina. Ho stimato perciò astenermi di parlargliene io stesso tanto più che l'argomento non ha provocato almeno per ora discussioni di sorta neanche nella stampa. Mi riserbo però valermi delle indicazioni di V.E. qualora se ne manifesti l'opportunità (2).

323

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2101/515. Pietrogrado, 12 giugno 1917, ore 13,45 (per. ore 13,45 del 13).

11 giugno.

Il 14 corrente si riuniranno a Pietrogrado i rappresentanti dei Soviet di tutta la Russia. Scopo precipuo della convocazione (la cui iniziativa è partita dal Soviet di Mosca) è di costituire un grande consiglio degli operai e soldati che

(l') Cfr. n. 174.

sovrasti a tutti gli altri e mantenga unità della loro azione. Esso risiederebbe a Pietrogrado, ove attuale Soviet sarebbe conservato ma passerebbe al rango dei Soviet provinciali. Nelle sfere moderate governative si considera con ottimismo creazione del grande Soviet ché gli elementi delle provincie più temperate di fatto della capitale gli conferiranno i mezzi di sostenere il Governo che oggi fanno difetto al Soviet di Pietrogrado spesso intimidito dai russi massimalisti e dal pronunciamento di Lenin. Ritengo vi sia del fondato in questa previsione, ma ogni riserva deve essere fatta circa misure del miglioramento che si attende.

(2) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 948 del 13 giugno che richiama il t. gab. 831 dell'l giugno.

324

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1574/244. Pietrogrado, 12 giugno 1917, ore 19,40 (per. ore 13,50 del 13).

11 giugno. Telegramma di V.E. n. 902 (1).

Ho motivo di credere che Governo serbo abbia bensì domandato a Pietrogrado, Londra, Parigi, quale atteggiamento sarebbero per prendere quei Gabinetti di fronte al nostro proclama per Albania, ma non aver punto manifestato l'intenzione di prendere l'iniziativa di una protesta per tale nostro passo (2).

325

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1599/204. Atene, 12 giugno 1917, ore 15,15 (per. ore 8,25 del 15).

Avendo Zaimis acoettato la visita del primo alto commissario delle potenze garanti Jonnart, consono alle istruzioni di V.E., recatomi io pure a bordo

• Justice », dove egli tuttora alloggia dopo suo ritorno da Salonicco, per visitarlo. Nostro colloquio è stato lungo e cordiale. Egli mi ha detto che se, come tutto lascia sperare, Re Costantino avrebbe abdicato e la sua partenza avrebbe avuto luogo senza inconvenienti egli si sarebbe adoperato pel ristabilimento dell'unità della Grecia. Il Governo provvisorio a Salonicco sarebbe stato abolito; nel più breve tempo possibile si sarebbero fatte elezioni la cui libertà sarebbe stata con ogni più efficace mezzo garantita. Per fare tutto ciò occorre la permanenza al potere di Zaimis unico uomo capace di tanto. Il ritorno di v~enizelos al potere era prematuro e non avrebbe potuto avere luogo, che se il

popolo in libera consultazione Io avesse richiamato. La costituzione di una repubblica greca era del tutto aliena dalle idee della Francia giacchè Inghilterra ed Italia vi erano assolutamente contrarie e soprattutto perché la Grecia non era preparata a tale esperienza.

Per tutte queste opere Jonnart sperava e chiedeva mio concorso ben sapendo, egli mi ha detto, che la mia voce era qui ascoltata. Frattanto mi chiedeva fare pressione su Zaimis perché consentisse a restare al potere.

Avendo Jonnart nel suo colloquio accennato ai motivi che avevano condotto le potenze protettrici all'attuale passo, gli ho detto senza reticenze che quei motivi non erano considerati come valevoli dall'Italia; che tutta la linea di condotta delle potenze protettrici in Grecia era stata da noi biasimata e che solo con viva riluttanza e per non distruggere l'apparenza dell'accordo e della solidarietà era stata da noi in parte seguita. Che in questa ultima fase il distacco era completo. Era quindi meglio non ragionare del passato intorno a cui non potevamo trovarci d'accordo. Piano che egli mi esponeva per l'avvenire mi sembra per altro ottimo e consono del tutto alle idee del R. Governo e quindi credo poter prendere la responsabilità di accordargli la chiestami collaborazione.

Dopo questo colloquio con Jonnart mi sono recato da Zaimis e gli esposi i motivi che consigliano la sua permanenza al potere. Lo trovai disposto a rimanere e gli offersi ogni mio appoggio per ricondurre, dopo accettato l'ultimatum, l'ordine e la concordia in questo travagliato paese.

(l) -Cfr. n. 275. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Corfù con t. gab. 949 del 13 giugno.
326

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO

I. P. Parigi, 12 giugno 191 7.

Come ho accennato nel mio rapporto col quale trasmettevo la nota di Cambon (1), io credo che -fissati i due punti estremi entro i quali sarà fissato il punto dove passerà la frontiera -ci converrebbe ritardarne la discussione ad un momento più propizio.

Ma forse il Ministro non sarà di questo avviso e penso accluderti alcuni appunti che siccome non sono che ricordi della conversazione di St. Jean de Maurienne ti può far comodo avere sott'occhio per la redazione della nota. (Se questa redazione vuoi tirare in lungo qualche giorno, sarà meglio perché il momento non è opportuno).

Ho abborracciato questi appunti in fretta perché parte il corriere. Tu vedi se vi è qualcosa che ti serva.

Se fossi venuto -come speravo -in Italia ne avremmo potuto parlare assteme, ma siccome non vedo nell'avvenire prossimo la mia venuta -ti scriverò ancora ciò che mi può venire in mente.

ALLEGATO I

APPUNTI DI SALVAGO RAGGI

Nella nota francese sembra siansi dimenticati i precedenti della questione e perciò pare necessario ricordarli.

Quando i Governi inglese, francese e russo riconobbero che l'Italia avrebbe dovuto essere consultata sulle conversazioni per negoziare la spartizione dell'Asia Minore, invitarono l'Italia a presentare le sue proposte.

Il Governo italiano fece rimettere le sue precise domande: queste costituiscono i « desiderata dell'Italia • di cui si parla a pag. 6 della nota. Fra queste domande precise e la frontiera al capo Anamour poteva parlarsi di • equa transazione • (pag. 6) non fra la domanda al fiume Sarkan da me appena accennata come proposta che avrei appoggiata.

Infatti a St. Jean de Maurienne Lloyd George propose la frontiera • a Mersina in modo che Mersina restasse alla Francia • questa era una transazione fra i

• desiderata • italiani e il Capo Anamour.

Non è ora il caso di ritransigere sulla transazione. Sonnino ha accettato la frontiera a Mersina proposta da Lloyd George, Ribot pure l'ha accettata. Solo al momento di redigere il verbale Ribot volle sostituire alla frase • presso Mersina in modo che la città resti alla Francia • la frase « all'ovest di Mersina • perchè disse si riserbava di • trovare su una buona carta un punto all'ovest di Mersina che costituisse una buona frontiera -senza che la città e il porto fossero soffocati dalla frontiera •. Ciò non poteva implicare di trasportare la frontiera a 120 Km. ad ovest di Mersina.

Certo allora non avrebbe potuto esser accettata una simile proposta e non sarebbe stata fatta se quella Conferenza fosse stata meno precipitosa. Nemmeno pochi giorni dopo quella proposta avrebbe potuto esser fatta ed è tentata ora perchè calcolano che l'impressione di quanto si è detto in quella conferenza sia stata cancellata dalla memoria.

La nota del Ministero Affari Esteri indica gli scali di Selinti e Kalandran come ceduti all'Italia. Mentre -essendo essi all'ovest del Capo Anamour -erano già fuori della zona assegnatasi dalla Francia quando trattava di nascosto dell'Italia.

Se un solo porto resta alla Francia -Seleucia -questo ha a 120 Km. Mersina e poi ad altri 100 Km. Yumurtalik e poco dopo Alessandretta, veri porti, mentre l'Italia non ha in tutta la sua zona che un solo porto Smirne (a 1000 Km.)".

ALLEGATO Il

CAMBON A SALVAGO RAGGI

Parigi, 10 giugno 1917.

Dans un entretien du 17 Mai dernier avec M. J. Cambon et M. de Margerie, rélatif au point de la còte méridionale de l'Asie Mineure, face à l'ile de Chypre où devrait etre fixée la limite des zones française et italienne en cas de partage de l'Asie Mineure, le Marquis Salvago Raggi a suggéré que ce point fut placé à l'embouchure du Sarkan-Sou, limite administrative, ou plutòt un peu plus à l'est, à celle du Arbach Tehai à environ 25 kilomètres à l'ouest de Mersina.

Il a été convenu que le Ministère des Affaires étrangères examinerait cette suggestion et formulerait éventuellement à san tour une proposition.

L'étude poursuivie depuis lors a about au résultat suivant:

La fixation de la limite sur la mer entre les deux zones française et italienne dépend de considérations de fait et de considérations de droit. Les considérations de fait sant:

l) les stipulations des accords antérieurs intervenus, sur le partage éventuel de l'Asie Mineure, entre la France, la Grande Bretagne et la Russie;

Ces accords, tout en réservant la part de l'Italie dans la regwn avoisinante la province d'Adalia, ont fixé au Cap Anamour, le point d'aboutissement sur la mer, de la zone française à l'ouest de Mersina.

2) l'intéret pour la France et l'Italie, si la première consentait à reporter plus à l'est le point frontière d'Anamour qui lui était primitivement acquis, à ce que la future frontière fùt placée à un point assurant la pleine indépendance politique, militaire et économique de la ville et de la région de Mersina.

Les considérations de droi t so n t:

l) le texte de l'art. 9 de l'accord du 25 avril 1915, ainsi conçu:

• L'Italie ... devra ... obtenir une part équitable dans la région méditerranéenne avoisinante la province de Adalia où elle a déjà acquis des droits et des intérets qui ont fait l'objet d'une convention italo-britannique.

2) les stipulations de la conférence de St. Jean de Maurienne au cours de laquelle la question ayant été discutée et la France ayant, par égard pour l'Italie, consent( à faire une concession sur la limite du Cap Anamour, il fut entendu que la limite franco-italienne devrait etre ultérieurement fixée à un point « à l'ouest de Mersina •.

L'accord du 25 avril 1915 stipule:

a) que l'Italie possède dans la province d'Adalia des droits et des intérets reconnus par l'Angleterre; b) que l'Italie dans le partage éventuel de l'Asie Mineure, obtiendra une part équitable dans la région avoisinante la dite province d'Adalia.

Qu'est-ce que la province d'Adalia?

Quels so n t les droits et intéréts de l'Italie déjà reconnus par l'Angleterre et sur quelle région portent-ils? Où commence la région avoisinante la dite province? La province d'Adalia est le sandjak de Tekké (sandjak du vilayet de Koniah)

qui a Adalia pour chef-lieu. La limite de ce sandjak de Adalia tombe dans la mer un peu à l'est de la localité de Alaya. C'est là que cornmence • la région avoisinante la province d'Adalia •.

Quant aux droits et intérets de l'Italie, qui ont été invoqués pour justifier l'in

corporation à la zone italienne de la région còtière jusqu'à 25 kilomètres à l'ouest

de Mersina, quels sont-ils et sur quelle région portent-ils?

(Il est à remarquer tout d'abord que, dans la négociation anglo-italienne du

commencement de 1914, les avantages consentis par les Anglais aux Italiens avaient

pour contre-partie l'évacuation du Dodécanèse par l'Italie).

Quant à ces • droits et intérèts • ils consistent, d'après l'accord Nogara du

19 mai 1914, dans la construction de certaines lignes de chemin de fer devant

relier la région de Adalia à la ligne Smyrne-Ai'din.

Par cet accord (art. 2) le Syndicat (Società Commerciale industriale e finan

ziaria) s'interdisait de construire, sans la permission de la Compagnie anglaise

Smyrne Ai'din aucun chemin de fer à l'est de Istavros et jusqu'à la limite extre

me de Alaya (art. 1). Or Istavros n'est qu'à 15 kilomètres au plus et Alaya à une

centaine de kilomètres à l'est de Adalia. C'était là la limite est des droits et

intéréts de l'Italie. Ces droits et intéréts ne peuvent donc étre invoqués pour

réclamer un point frontière situé à plus de 250 kilomètres plus à l'est.

L'accord anglo-italien ne concerne donc pas • la région avoisinante la province

d'Adalia • et • les droits et intérets de l'Italie • s'appliquent non à cette région,

mais à la seule province (sandjak) d'Adalia.

La question de la limite sur mer des zones doit étre résolue sur la seule base

d'une transaction équitable entre la limite primitive d'Anamour et les desiderata

de l'Italie.

Il y a environ 200 kilomètres entre Mersina et le Cap Anamour. L'Italie de

mande que la France lui en rétrocède 175 environ.

La France propose de fixer le point limite à la moitié environ de la distance, c'est à dire au Cap Cavaliere, situé un peu à l'ouest de la baie dite • Agna-Liman » située au sud de la localité de Selefké (Séleucie).

C'est à cet endroit, formant limite naturelle, que la chaine du Taurus cilicien forme la partie la plus saillante. Elle coupe le sandjak de Itch-Il (sandjak ouest du vilayet d'Adana) de façon que les deux tiers (cazas de Gulnar, d'Anamour, d'Ermének et de Mouth) en demeureraient acquis à l'Italie, constituant ainsi, comme il est prévu, la • région avoisinante la province d'Adalia •, l'autre tiers (Caza de Sélefké) constituant la région voisine de la province (sandjak) d'Adana, acquise à la France.

Tandis que le caza de Sélefké n'a qu'un seui port Tach Oudja on trouve dans le caza de Gulnar attribué à l'Italie: a) une rade sure à Kilindria; b) un havre commode à Soouk Sou (ancienne Cersinoe);

c) l'échelle de Tchorak-Anamour fréquentée par des vapeurs dont le mouvement annuel était, suivant des statistiques déjà anc1ennes, de 55 navires, et par 300 voiliers, donnant un tonnage de 32.000 tonnes qui n'a pu que s'augementer depuis lors;

d) les deux échelles de Selinti (Selinoute) et de Kalandran, aujourd'hui moins fréquentées.

En abandonnant la partie du sandjak de Itch-11 (Sélefké) située à l'ouest du Cap Cavaliere, la France laisse à l'Italie 4 cazas sur 5, 285 villages sur 321, 86.738 habitants sur 105.280 et 139.000 hectares de foréts sur 221.000.

Le Ministère des Affaires étrangères estime donc que sa proposition de fixer le point frontière sur la mer entre les zones française et italienne d'Asie Mineure au Cap Cavaliere constitue une transaction convenable et avantageuse pour l'Italie entre les points de vue différents des deux Gouvernements.

(l) Il rapporto non è pubblicato; la nota è qui annessa.

327

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 940. Roma, 13 giugno 1917, ore 13.

Questo ambasciatore di Francia mi ha riferito che in occasione della nostra occupazione di Kipurgis in Tessaglia un plotone di cavalleria italiana proveniente da Janina tentò di impedire ad un distaccamento di Spahis di avanzare. Non vi sarebbe però stato conflitto. Prego procurarmi ogni possibile particolare su quanto precede.

La nuova situazione creatasi in Grecia con l'abdicazione del Re Costantino rende possibili conflitti con le truppe greche che obbedendo agli ordini del ces· sato Governo si ritiravano innanzi a noi. I disegni francesi di occupazioni in Grecia rendono altresì possibili conflitti in occasioni corrispondenti a quella che si disegnò a Kipurgis. Debbo perciò ancor più insistere sulla precisa esecuzione delle disposizioni contenute nei miei telegrammi 921 (l) e 932 (2) che escludono la occupazione di Prevesa e di altve località al sud di Parga. Approvo perciò i limtii indicati dal generale Ferrera nel telegramma comunicatomi da

V.E. col suo n. 11774 (1), ma osservo che in tale telegramma non sono indicati i limiti della nostra occupazione fra la Ciamuria e il Pindo (dal Kalamas a Mecoviticos). Data la nuova situazione occorre astenersi da qualsiasi ulteriore occupazione al sud di Janina.

(l) -Cfr. n. 292. (2) -Cfr. n. 315.
328

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, E AL CONSOLE A JANINA, NUVOLARI

T. GAB. 944. Roma, 13 giugno 1917, ore 20.

(Meno Janina). Ho telegrafato al R. consolato a Janina quanto segue:

(Per tutti). Questo Ambasciatore di Russia mi riferiva che al momento della occupazione di Janina notabili albanesi di quella città si sono diretti ai locali consoli di Russia e di Inghilterra richiedendoli di consiglio circa l'atteggiamento da tenersi e chiedendo se non fosse il caso di domandare una occupazione internazionale invece dell'occupazione italiana. I consoli di Russia e di Inghilterra avrebbero tranquillizzato gli albanesi suddetti consigliandoli ad attendere fiduciosi il corso degli avvenimenti. Il Signor Giers mi ha chiesto altresì se i consoli alleati in Janina sarebbero stati autorizzati a telegrafare in cifra ad Atene.

Ho risposto che la decisione interessava prevalentemente l'autorità militare di occupazione. Comunico a V.S. per sua notizia che io sarei interamente favorevole alla concessione in parola.

329

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 951. Roma, 13 giugno 1917, ore 20.

Giers mi riferiva che Terescenko, invitato da Buchanan ad appoggiare a Parigi i passi dell'ambasciatore inglese chiedenti l'allontanamento di Sarrail dal supremo comando a Salonicco, avesse risposto consentendo a che l'incaricato d'affari russo a Parigi si associasse a tale richiesta, ritenendo egli che Sarrail avesse dimostrato di non avere le qualità volute per quell'alto comando, e si fosse occupato della propria politica personale più che delle necessità militari della situazione (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p, 153.
330

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 947. Roma, 13 giugno 1917, ore 21.

Giers mi riferiva confidenzialmente dietro telegramma da Atene che Jonnart aveva mandato lunedì (11) mattina a Zaimis l'ultimatum chiedendo l'abdicazione del Re Costantino, che avrebbe potuto designare il suo successore. Si dava 24 ore di tempo, scadenti a mezzogiorno di ieri, passate le quali si sarebbe adoperata la forza. In -una promemoria allegato si esponeva che il Diadoco (l) per essersi pure mostrato poco rispettoso della costituzione non avrebbe potuto, se indicato come successore, soddisfare le esigenze della situazione non presentando personalmente le necessarie garanzie (2).

331

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 950. Roma, 13 giugno 1917, ore 21.

Barrère mi informa che ieri mattina alle 9 Zaimis aveva inviato a Jonnart la risposta del Re Costantino il quale abdicava a favore del suo secondogenito Alessandro. Egli chiedeva di poter partire insieme col Diadoco sopra una nave inglese recandosi in Svizzera attraverso l'Italia. Barrère chiedeva il mio pensiero a questo ultimo riguardo. Ho risposto esprimendo incidentalmente qualche sorpr,esa che le potenze garanti della costituzione potessero invitare il sovrano in carica a designare il suo successore, contrariamente ai dettami della costituzione stessa. Dovevo supporre che fosse il Diadoco che avesse dichiarato di non voler accettare e che quindi per Le regole normali la successione fosse deferita al secondo erede per ordine naturale. Ad ogni modo mi rallegravo che tutto fin qui fosse proceduto senza disordini, e senza intervento di truppe. Quanto al viaggio del Re non avremmo potuto che facilitargli il chiesto passaggio pel regno, a lui e alla sua famiglia. Non avevo ricevuto nè ieri nè oggi alcun telegramma da Bosdari. Mi ripugnava di credere che gli Alleati avessero messo alcun impedimento alle libere comunicazioni sue con la Consulta. Pregavo Barrère di accertarsene (3).

10 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) -Il principe Giorgio, erede al trono. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p, 153. (3) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 153-154.
332

IL MINISTRO A BANGKOK, MANACORDA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2111/7. Bangkok, 13 giugno 1917, ore 16,50 (per. ore 6 del 14).

Telegramma di V.E. n. 5817 (1).

Apprendo da fonte autorevole che per influenze personali questo Governo avrebbe deciso rottura Germania Austria Ungheria.

Preparazione misure relative richiede tempo e perciò questo Governo desidera mantenere il segreto e prego V.E. compiacersi tenere quanto precede riservato.

In tale condizione di cose sarebbe a desiderarsi assai ritorno Siam tutti funzionari italiani per facilitare sostituzione temporanea di circa 35 funzionari germanici con funzionari alleati.

Situazione essendo cambiata cadono obiezioni ritorno anticipato Cambiaso Catena perché come specialisti potranno essere utilizzati ferrovia del Nord attualmente in mano della Germania.

333

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1582/244. Atene, 13 giugno 1917, ore 19 (per. ore 8,10 del 14).

Mio telegramma n. 240 (1).

Le navi greche • Sfacteria •, • Beirut •, • Spetza •, recando a bordo Re Costantino e seguito, giungeranno (salvo ordini contrari che occorrerebbe far pe!'Venire a dette navi per radiotelegramma) a Villa San Giovanni venerdì sera

o sabato mattina. Occorrerebbe far ,trovare in coincidenza con esse un treno specia'le per raccogliere Re Costantino e seguitare alla frontiera svizzera.

334

IL CAPO DELLA DIVISIONE STATO MAGGIORE DEL MINISTEHO DELLA GUERRA, VACCHELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 7048 G. Roma, 13 giugno 1917.

Dal comandante della Tenenza dei CC. RR. di Domodossola vengono comunicate le seguenti informazioni attinte diligentemente nel Canton Ticino e che si trasmettono al seguito di analoghe precedenti informazioni.

l) Si fanno da parte di persone tedesche attive incette di cartoline e lettere provenienti da nostri soldati alla fronte e si vanno assumendo informazioni presso le famiglie residenti in Svizzera che hanno parenti o figli a combattere sulla fronte nostra.

I documenti raccolti vengono in massa spediti in Germania. Il 6 andante dalla polizia svizzera ne furono sequestrate diverse ad una signora tedesca che le spediva al proprio marito in Germania sotto la scusa che egli ne fosse appassionato raccoglitore. 2) Si è scoperto che agenti tedeschi residenti in Italia hanno escogitato un nuovo mezzo di comunicare notizie avvaLendosi di cartoline dentellate e che messe poi in confronto con susseguenti cartoline formerebbero un alfabeto convenzionale. Dette cartoline spedite ad intervalli di giorni, hanno la loro superficie frasi di saluti e di nessuna importanza.

La censura italiana potrebbe accertare.

3) A Lugano esistono ora due Consolati, uno austriaco ,ed uno germanico. Entrambi rilasciano esoneri temporanei trimestrali e mensili a persone validissime di cui hanno bisogno per lo spionaggio.

Quando poi la polizia svizzera comincia ad avere sospetti su esoneri temporanei trimestrali e mensili, che sembrano ingiustificati, allora i Consolati rilasciano attestati di riforma definita e le persone restano a compiere le loro mansioni.

4) Nel Canton Ticino si comincia ad essere allarmati dalla continua affluenza di tedeschi.

A Locarno se ne contano oltre 300 ed a Lugano 500. Essi sono in buona parte disertori, ed acquistano stabili e terreni a qualunque prezzo e costruiscono ville e case. A Locarno poi vi sono circa 100 disertori e renitenti italiani.

5) A Lugano esiste una società di controspionaggio che però può fare ben poco, perché l'elemento italiano è subito sospettato e pedinato, mentre il tedesco è lasciato libero.

Ciò perchè la polizia dell'Arma (la quale si sostituisce a quella locale) è nel suo Comando notoriamente tedescofila.

La nostra Domenica del Corriere se nelle illustrazioni ha qualche cosa che riguarda i tedeschi e possa offendere i loro sensi delicati, non viene esposta nelle vetrine delle edicole. Un tedesco arrestato per spionaggio viene al più tardi dopo due giorni rilasciato a piede libero, e così anche la polizia locale è ostacolata e teme compromettersi. Ultimamente però venne destinato alla gendarmeria un tenente grigionese molto attivo e si spera che i sistemi muteranno.

6) Negozianti italiani a Basilea, Zurigo e Lucerna si vantano di ricevere come prima abbondantemente le merci dall'Italia che rispediscono poi agli Imperi centrali. Certe ditte fanno spedire a vari privati, massime esercenti forti quantità di generi grassi di cocco, olio ecc. contro assegno. Esse pagano gli assegni ed il trasporto, ed accentrata così la merce la spediscono agli Impel"li centrali.

Da pochi giorni però si nota una forte reazione e dal Gran Consiglio uscirà quanto prima una legge, proibente l'accaparramento di qualsiasi genere di merce alimentare o altro, annullando i contratti già stipulati. I prodotti poi del Canton Ticino non potranno più uscire. La proibizione si estenderà ai pacchi postali contenenti materie di alimentazione.

(l) Non pubblicato.

335

MEMOEANDUM DELL'ADDETTO NAVALE A LONDRA, REY DI VILLAREY, PER L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

Londra, 13 giugno 1917.

Nella Conferenza navale interalleati che ebbe luogo a Londra il 23 e 24 gennaio u.s., l'Ammiragliato domandò di poter richiamal'e le quattro navi da battaglia tipo Queen che erano aggregate, fin dal principio della guerra, alle forze navali italiane. Il Ministro della Marina consentì, ma fece presente l'urgente necessità che il contributo navale inglese non venisse diminuito col ritiro puro e semplice delle navi da battaglia, ma che queste fossero sostituite con un adeguato numero di incrociatori leggeri e siluranti. L'Ammiragliato rispose che non poteva al momento disporre né di incrociatori leggeri né di siluranti ma che avrebbe fatto ogni sforzo • to reinforce the first allied squadron by a convenient number of light cruisers and destroyers, when available •.

Da allora in poi sono successi i fatti seguenti:

l) La flotta britannica è stata rinforzata nel Medi,terraneo e nella Manica da circa 26 cacciatorpediniere di altri governi alleati (18 americani e 8 giapponesi).

Il) Nell'azione avvenuta il 15 maggio le forze leggere austriache che avevano attaccata la linea dei drifters nel Canale di Otranto, affondandone 14, poterono sottrarsi alla distruzione completa da parte delle forze leggere italainglesi, grazi,e alla superiore velocità.

L'azione dimostrò palesemente che non avevamo un numero sufficiente di cacciatorpediniere per pattugliare la linea dei drifters per proteggerla dai raids nemici. Dimostrò anche che gli incrociatori del tipo Dortmouth e Bristol (tipo cioè degli incrociatori leggeri inglesi che sono aggregati alle nostre forze navali) sono troppo lenti in rispetto degli incrociatori leggeri nemici.

Oltre della deficienza effettiva di velocità oraria (circa 5 miglia) devesi tener conto del fatto che il nemico ha la scelta del momento dell'attacco mentre le nostre forze non muovono dalle loro basi che quando l'attacco è già iniziato.

III) Perciò sia in una nota verbale del 25 marzo del Capo di Stato Maggiore della Marina (da me consegnata a suo tempo), sia in una lettera privata dello stesso Capo di Stato Maggiore al Primo Lord Navale, (pure da me consegnata pochi giorni fa) si rivolse viva preghiera perché alle forze navali inglesi in Adriatico fossero aggiunti due o tre incrociatori leggeri del tipo Concorde.

Nè la nota verbale, nè la lettera privata, hanno finora avuto risposta.

IV) L'Ammiragliato chiese in data 30 maggio, che la linea dei drifters fosse da noi pattugliata con adeguato numero di cacciatorpediniere e digpose intanto che la linea dei drifters stessa fosse ritirata in porto durante la notte, venendone così grandemente diminuita l'efficienza.

L'Ammiragliato aggiungeva che tale provvedimento non avrebbe potuto essere revocato che quando la linea fosse efficacemente pattugliata da cacciatorpediniere.

Il Capo di Stato Maggiore ammiraglio Revel, con telegramma del primo giugno rispose che era impossibile stabilire il pattugliamento a protezione dei drifters a causa della mancanza di cacciatorpedinieDe.

In conclusione non vi è alcun segno per ora che l'Ammiragliato intenda migliorare la qualità (incrociatori leggeri) e la quantità (cacciatorpediniere) delle forze navali leggere aggregate alle forze navali italiane in Adriatico. Le 4 grandi navi da battaglia furono ritirate con nostro consenso è vero, ma formavano cospicua parte del contributo navale che all'inizio della nostra guerra la Gran Bretagna aveva trovato giusto e necessario concederci.

Ritirate le grandi navi perché non adatte alla modernissima guerra navale, e perché la Gran Bretagna aveva bisogno degli equipaggi per armare appunto navi leggere, la parte di contributo così a noi sottratta avrebbe dovuto essere al più presto sostituita con le forze legg,ere adatte per qualità e quantità. Invece è successo che i contributi navali apportati da allora da due potenze navali importanti come gli Stati Uniii e il Giappone, sono andati a totale beneficio dell'alleato navalmente più forte.

Vero è che l'Ammiragliato abbietta che tali contributi vanno anche a beneficio nostro poiché i cacciatorpediniere giapponesi operano nel Mediterraneo e quelli americani (poiché contrastano l'azione dei sommergibili all'entrata della Manica) proteggono il naviglio mercantile in generale e il traffico carboniero così importante per noi.

Di tali contributi però risentiamo il beneficio in modo molto indiretto e non giovano alla nostra azione navale in Adriatico.

Le ragioni militari sono certamente di primo ordine, ma ve ne sono altre morali, (il cui valore certo sfugge agli Inglesi) che rendono imperativo che la :vlarina Italiana non continui ad avere solamente che mezz,i su.ccessi.

La Marina Italiana uscirebbe cioè moralmente diminuita dalla guerra se, nella prevedibile totale assenza di grandi azioni navali tra le forze principali, non riuscisse prima della sua conclusione a distruggere le sole forze navali del nemico che escono di quando in quando a cimentarsi con noi, e cioè i suoi incrociatori leggeri e le sue siluranti.

Nè minor danno morale sarebbe causato dalla constatazione che non riusciamo in misura ragionevole a contenere le uscite e i ritorni dei sommergibili che infestano il Mediterraneo e hanno per base Cattaro.

Sarebbe quindi opportuno chiedere al Capo del Governo britannico:

l) che vengano inviati in Adriatico almeno due o tre incrociatori leggeri di tipo modernissimo (tipo Aretusa o Calliope);

2) che venga aggregato alle forze leggere a difesa del Canale d'Otranto un certo numero di cacciatorpediniere possibilmente non inferiore ad otto unità (1).

(l) Il memorandum fu inviato al Foreign Office il 18 giugno 1917 con la seguente aggiunta: « With special reference to the recent reinforcements received by the Allied Fleets from the American and Japanese Governments, the Royal Italian Government would like to point out that, in the case of further reinforcements being received from Japan or the U.S.A., these should be directed to proceed t o reinforce the Allied Squadron in the lower Adriatic •.

336

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. uu. 956. Roma, 14 giugno 1917, ore 22.

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 238 (1).

Le trasmetto qui appresso uno schema della nostra risposta modificata per agevolarne costà pubblicazione.

V.E. è autorizzata a comunicarlo ufficialmente a codesto ministro degli affari esteri, rimettendolo poi uffioialmente a mio nome quando esso sia stato accolto coll'intesa che una volta consegnato esso dovrà essere senz'altro pubblicato. Avverto [che] è sorta una notevole agitazione nella stampa italiana di fronte alla pubblicazione delle note francese ed inglese senza una corrispondente pubblicazione della nota italiana. Segue il testo integrale.

• J'ai reçu la note du 20 avril/3 mai 1917 (n. 766) par laquelle V.E. a bien voulu me communiquer le manifeste que le Gouvernement provisoire russe a promulgué le 27 mars dernier aux citoyens, dans lequel il a exposé les vues du Gouvernement de la Russie libre sur les buts de la guerre actuelle.

C'est avec la plus vive satisfaction que le Gouvernement Royal d'Italie a pris connaissance des déclarations du Gouvernement russe, qui offrent une nouvelle preuve de la volonté inébranlable qui anime la glorieuse nation russe de mener la guerre mondiale jusqu'à la victoire décisive.

Le Gouvernement Royal a pris note également que la Russie est décidée à intensifier ses efforts pour la libération du territoire de la patrie et la restauration de la Pologne dans son unité et son indépendance.

Ces déclarations ne manqueront pas de déjouer la tentative qui a été poursuivie par nos ennemis communs de jeter le doute sur les intentions de la Russie. L'accord le plus sincère et le plus ferme avec ses alliés offrira à la Russie libre une garantie précieuse pour son développement avenir. A cette condition la Russie, de parfait accord avec les nations libres et démocratiques du monde, qui sont ses alliés, rejoindra le but de créer une base stable pour une paix durable qui assurera à l'humanité une ère de justice et de liberté.

De son còté l'Italie est entrée en guerre librement, pour le triomphe des principes sacrés de la délivrance des peuples opprimés et la sécurité de son indépendance. Tout esprit de conquéte ou de domination est exclu de sa politique.

L'Italie, dont la constitution nationale est inspirée aux principes démocratiques, salue avec joie la manifestation dont le Gouvernement russe vous a chargé de me faire part, et exprime par mon entremise la ferme confiance dans la victoire finale contre nos ennemis communs ».

(l) Cfr. n. 286.

337

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 790. Roma, 14 giugno 1917, ore 22.

Telegramma di V.S. n. 52 (1). Ministero Colonie ritiene poco sincera dichiarazione Ras Tafari essere per lui pericoloso favorire entrata Caffa missione Consolata che lo esporrebbe accusa atteggiarsi cattolico visti suoi ottimi rapporti con Jarosseau e favori da lui accordati cappuccini francesi Harrar. Ministero Colonie ritiene causa opposizioni a nostra missione debba ricercarsi in missione francese che ha influenzato Ras Tafari affermando preteso proprio diritto prefettura apostolica Caffa. Ministero Colonie assicura Propaganda Fide intende mantenere fermo decreto assegnante Caffa a missione italiana tanto più che Jarousseau ha scritto Propaganda che non solleverà più obiezioni imbarazzi. Prego V.S. telegrafarmi esito eventuali nuovi passi verso Ras Tafari visto che ostacolo Jarousseau da ritenersi rimosso e questione per parte Propaganda risoluta.

338

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1587/293. Londra, 14 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 2,15 del 15).

Parlamento e paese senza distinzione di partito hanno accolto la notizia dell'abdicazione del Re Costantino con manifestazione unanime di compiacimento. Dal principio della guerra poche decisioni del Governo hanno come questa incontrato il generale incondizionato plauso.

L'avvenimento, come ho ripetutamente segnalato in tutta la mia corrispondenza, era da molto tempo desiderato e atteso con grande impazienza. Morning Post coglie l'occasione per recriminare contro Asquith e Grey che l'avevano impedito durante la loro permanenza al Governo. Dai soliti deputati radicalissimi fu espressa la sgradita sorpresa per il mantenimento del regime monarchico. Di tali sentimenti si rendono oggi più o meno apertamente interpreti i noti giornali radicali i quali già propugnano che oramai le potenze garanti non debbono più ingerirsi nelle questioni interne della Grecia cui va liberamente lasciata la piena libertà di decisione pel suo futuro regime. Superfluo segnalare l'unanimità ed il calore con cui si saluta il prossimo avvento al potere di Venizelos. Notizie giunte sul modo tranquillo e liscio in cui si sono svolti gli avvenimenti e soprattutto il sollievo per aver risoluta la questione hanno contribuito ad attenuare la spiacevole impressione e la vivace critica da me precedentemente riferita.

(l) Non pubblicato.

339

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1595/292. Londra, 14 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 4,30 del 15).

Mio telegramma n. 286 (1).

Ieri non potei vedere Ceci! che conserva ancora la direzione del Foreign Office, vidi però Clarke ed in seguito a pressantissime insistenze ricevetti finalmente nella serata noto memorandum. Mi sembra inutile telegrafarne il testo integrale trattandosi, come già aveva preannunziato Cecil, di una esposizione storica del negoziato per l'Asia Minore. Il memorandum si può così riassumere:

l) disposizioni contenute nell'articolo 9 del trattato aprile 1915;

2) comunicazioni dateci nell'ottobre 1916 dei documenti concernenti gli

accordi franco-anglo-russi;

3) discussioni inconclusive tra le tre potenze e l'Italia;

4) conferenza di Moriana;

5) impegni di Ribot e di Lloyd George di sottoporre ai rispettivi Governi le domande italiane basate su di una carta presentata durante la discussione.

(Una riproduzione di questa carta che fu un poco sommaria e che deve essere

sottoposta ad accurata delimitazione è annessa al presente: la sfera italiana è

colorita in verde e la sfera d'influenza italiana è segnata con un C);

6) scambio di vedute circa la situazione che potrebbe risultare per le po

tenze alleate al momento della pace nei riguardi del Governo ottomano;

7) adesione condizionata del Governo britannico alle zone rispettive di occupazione e di interesse da attribuirsi all'Italia definite nella conferenza e risultanti dalla cartina;

8) specificazione delle note condizioni: a) previo consenso russo; b) Smirne se eventualmente ceduta all'Italia, porto franco; c) maggiore sforzo militare.

9) intesa circa il rispetto degli interessi delle altre potenze senza che essi

possano servire a scopo politico;

10) formula le proposte di Lloyd George ed accettate a Moriana con ag

giunta successiva inseritavi dal Gabinetto Guerra e notificata a suo tempo a

V. E. da Rodd delle parole: " avuto riguardo agli sforzi fatti da ciascuna potenza nella guerra ». Stamane per tempo ho fatto sapere a Ceci l che io non poteva assolutamente accettare la nota condizione degli ulteriori sforzi militari e che pertanto prima di telegrafare a V.E. il testo del memorandum ritenevo doveroso tornare a pregarlo di attirare tutta l'attenzione del Gabinetto di guerra sulla cattiva impressione che la condizione produrrebbe su di lei e sull'inutilità co

munque di insistere su di una condizione cui in nessun caso ella ha replicatamente dichiarato di voler consentire. Nel colloquio avuto poc'anzi, Cecil mi disse che il Gabinetto di guerra informato delle mie instanti osservazioni e obiezioni aveva dopo lunga discussione finito per redigere la seguente formula:

• Governo di Sua Maestà è disposto (willing) eliminare condizione numero tre alla quale è subordinata sua accettazione accordo con Italia per Asia Minore, nella fiduciosa speranza che qualsiasi sforzo ulteriore italiano che venga considerato desiderabile dalle autorità militari alleate in consultazione con quelle italiane in sfere d'operazioni fuori del fronte italiano sarà dal Governo italiano (segue testo integrale inglese) • readily made to the full extent of their power and means •.

Cecil ha aggiunto che nel pensiero del capo di Stato Maggiore condiviso dal Gabinetto di Guerra lo sforzo su accennato contemplerebbe le seguenti due possibilità:

l) concorso eventuale in Palestina con contingenti considerevolmente superiori ai seimila uomini da noi offerti; 2) invio all'esercito di Salonicco non di truppe combattenti ma di uomini destinati ai servizii ausiliari, costruzione strade, ferrovie ecc.

Ho risposto che su questa formula al pari che su ogni altra modificazione eventuale che V.E. desiderasse veder introdotta nel resto del promemoria, doveva naturalmente riservarsi a lei ogni libertà di giudizio e di decisione. A titolo esclusivamente personale ho tentato di ottenere la soppressione delle parole aggiunte dal Gabinetto di guerra alla nota formula proposta da Lloyd George, rilevando che la medesima non compariva nel processo verbale della conferenza di San Giovanni. Su questi punti ho trovato Cecil irremovibile. Ha riconosciuto che quell'aggiunta non figurava nel processo verbale. Ma ·essa fu deliberatamente voluta dall'unanime Gabinetto di guerra che in nessun caso consentirebbe ad eliminarla. A mezzo del corriere di Gabinetto Sinisi partente domani invio a V.E. il testo del pro-memoria nonchè annessa cartina stampata, nella quale rilevo insito che il confine tra sfera d'interessi C italiana e la zona francese all'ovest di Mersina è segnato in un punto un poco più all'est di Maidan e pertanto includerebbe Seleucia nella nostra zona C.

(l) Cfr. n. 319.

340

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2132/156. Stoccolma, 14 giugno 1917, ore 17,40 (per. ore 11,38 del 15).

Nell'ultima seduta ordinaria della Dieta questo ministro degli affari esteri ha fatto ieri in entrambe le Camere alcune dichiarazioni sulla politica estera specialmente in relazione alla questione dei rifornimenti. Ha aper.tamente ammesso che la situazione della Svezia è grave per il doppio effetto della guerra dei sotto

marini tedeschi e dei provvedimenti inglesi tendenti ad impedire rifornimenti degli lm!)€ri centrali. Data la scarsezza generale sul mercato mondiale di certe merci e la probabilità che la politica delle potenze belligeranti verso i neutrali diventi sempre più dura, l'avvenire si presenta nero per gli ultimi. Per la Svezia questione si aggrava anche per il fatto che l'attuale raccolto interno dei cereali sarà affatto insufficiente e che molte industrie dovranno tra breve sospendere lavoro per mancanza di materie prime. Possono imporsi sacrifici e privazioni che paese dovrà subire con abnegazione concorde per impedire di essere implicato nella guerra e per mantenere politica estera accettata da tutti i partiti e diretta al mantenimento dell'indipendenza di una neutralità chiara ed imparziale e delle relazioni commerciali con entrambi i gruppi belligeranti. In entrambe le Camere capi dei diversi partiti hanno dichiarato malgrado grandi divergenze circa questioni interne aderivano pienamente alle direttive di politica estera espresse dal ministro degli affari esteri. Dieta si è aggiornata ieri ma sessione legislativa (come l'anno scorso) non è stata chiusa, ciò che lascia in funzione permanente il comitato segreto parlamentare e permette riconvocazione delle Camere alla prima occorrenza (1).

341

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2144/517. Pietrogrado, 14 giugno 1917, ore 15 (per. ore 3,15 del 16).

11 giugno.

Ho motivo credere che questo Governo ha fatto apertamente conoscere a quello francese proprie contrarietà alla diminuzione di effettivi a Salonicco come pure ad ogni azione contro la Grecia che non sia effettivamente indispensabile alla sicurezza dell'esercito alleato. Ministro degli affari esteri a proposito di quanto a varie riprese fu detto da V. E. ritiene inopportuna una politica di pressione sulla volontà popolare ellenica ciò male informandosi ai principi dichiarati della democrazia russa e presentandosi a ritorcere sugli Alleati l'accusa da loro mossa per analoghe ragioni contro Imperi centrali. Ragioni militari sconsigliano inoltre comando forze addossarsi nuovi nemici nel momento in cui esercito di Salonicco dovrà concentrare suoi sforzi contro bulgaro-tedeschi in simultanea cooperazione coi russo-romeni.

Questo ministro di Serbia con usata sua franchezza non si è trattenuto dall'esporre vivacemente a Thomas nonché all'incaricato d'affari di Francia impressione disastrosa che qualsivoglia diminuzione esercito di Salonicco produrrebbe sui serbi.

Quanto Re Costantino nessuno lo odia più dei serbi, ma questione del suo allontanamento passa in seconda linea in questo momento.

\1) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 804 del 17 giugno.

342

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2152/518. Pietrogrado, 14 giugno 1917, ore 14,15 (per. ore 16,15 del16).

12 giugno.

Commentando la nota americana Isviesti scrive che parole di Wilson non troveranno eco n-el cuore della Russia rivoluzionaria la quale sa che solo mezzo per raggiungere pace è la lotta di tutte le democrazie unite contro imperialismo mondiale. Trova strana pretesa che socialismo sempre più estendentesi in Europa sia risultato di intrighi germanici. Per quanto grandi siano sforzi imperialismo per soffocare movimento masse proletarie anelanti pace Governi sono tuttavia obbligati cedere terreno come lo dimostra tenore note inglese francese. Governo provvisorio sostenuto da tutta Russia rivoluzionaria deve subito trarre utile partito dal consenso degli alleati di rivedere accordi. Dai popoli francese e inglese dipende anzi tutto che dal trattato di alleanza che li lega alla Russia venga eliminato tutto ciò che può favorire mire imperialismo.

Novaia Gisni scrive che dopo note degli alleati rivoluzione Russia vede chiaramente che suoi scopi sono in aperta contraddizione con quello dei Governi alleati.

Dien dice che le note degLi allearti contengono minacce di pace separata e che imperialismo trionfante in Germania e invadente popoli alleati minaccia isolamento e rovina Russia se non sui campi di battaglia al congresso della pace.

Russkaja Volia si domanda se Russia vorrà lasciarsi impigliare nella rete di intrighi del germanesimo imperialista abbandonando i suoi veri amici e fedeli alleati, oppure se istinto di conservazione prenderà sopravvento nella coscienza dei capi della democrazia russa. Esorta coloro cui sono connessi destini della Russia meditare parole della nota americana che dichiara essere in giuoco interessi vitali di tutta l'umanità.

Birgevia Viedomosti scrive che tanto nella nota americana che in quelle fran

cese e inglese riscontrasi perfetta unione tra democrazia e Governi. Tenga la

democrazia della Russia in massimo conto questo fatto e pensi che nota Wilson

è ispirata in massima parte ai principi proclamati dalla rivoluzione della Russia.

Rietch rileva divergenza esistente tra democrazia occidentale e democrazia

Russia e lamenta che ancora perdurino nei massimalisti Russia utopie rivolu

zione del 1905.

343

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 23681/347. Roma, 14 giugno 1917.

Per opportuna informazione dell'E. V. mi pregio di qui unito trasmettere copia di un rapporto in data 24 aprHe u.s. direttomi dal R. ministro a Pechino circa l'argomento a margine indicato.

ALLEGATO.

ALIOTTI A SONNINO

Pechino, 24 aprile 1917.

R. 188/57.

Le discussioni che hanno avuto luogo in occasione della rottura diplomatica tra la Cina e la Germania e la probabile dichiarazione di guerra di questo Governo contro gli Imperi centrali, hanno rilevato nuovamente la rivalità e l'ostilità latenti tra gli interessi giapponesi ed americani in Estremo Oriente. Mentre gli Stati Uniti spingevano il Governo di Pechino alla rottura diplomatica, il Governo di Tokio segretamente fece sorgere più d'un ostacolo sulla strada segnata dal signor Reinsch. Quando però esso si accorse dell'inutilità dei suoi sforzi, il Visconte Matono volle prender egli stesso l'iniziativa per convincere il Governo di Pechino di mettersi a fianco degli Alleati, non però degli Stati Uniti, nella condotta da seguirsi a riguardo della Germania. Senonchè la diplomazia locale americana iniziò un lavoro di persuasione in contrasto con questa nuova tendenza nipponica, e ciò non senza successo a causa della naturale diffidenza dei cinesi a riguardo delle mire nipponiche. Questa schermaglia fatta tutta di sfumature di piccoli incidenti, di articoli tendenziosi nella stampa e di tentativi indiretti di persuasione, non è sfuggita ad alcuni dei miei colleghi, fra cui specialmente il signor Alston, incaricato di affari della Gran Bretagna.

Commentando questa rivalità, il mio collega britannico si è più di una volta aperto con me, dicendomi di riconoscere perfettamente la giustezza della mia opinione in antecedenza manifestatagli, essere cioè conveniente alle Potenze alleate di tenersi il più possibile estranee a questa sorda lotta di prestigio e di preponderanza politica in Cina tra Americani e Giapponesi, sia per non disgustare uno dei due rivali, chè ambedue recano o recheranno importantissimi servizi alla causa comune contro la Germania, sia per non sollevare diffidenze tali da preparare un terreno favorevole ad una possibile intesa nipponica con qualche altra grande Potenza europea.

• W e must sit tight •: mi ha ripetuto più di una volta in questi giorni il signor Alston. In altri termini, il rappresentante britannico è venuto alla con'clus.on'e ~he all'In,ghilterra convenga non assumere più una parte troppo in evidenza in Cina, ma lasciare i due principali contendenti regolare fra di loro il litigio. È naturale che ove il litigio prendesse in avvenire, come si teme, il carattere d'un conflitto, il Governo britannico si riserverebbe, a seconda delle circostanze, di portare il peso della sua forza politica o militare per far pendere la bilancia nel senso indicato dai suoi vitali interessi in Estremo Oriente e sopratutto nelle Indie Orientali ove il prestigio nipponico sta infiltrando idee sovversive e distruggitrici del prestigio europeo.

Con ciò si spiega facilmente come e perché l'attuale Governo di Tokio cerchi di conciliarsi con tutti i mezzi la Russia, la sola Potenza, cioè, ove potrebbe stabilirsi una base d'operazioni militari capace di soverchiare nell'avvenire l'organizzazione nipponica in terra ferma nel caso in cui il Giappone fosse impegnato in una lotta marittima cogli Stati Uniti.

Coll'incaricato d'affari dell'Inghilterra non mi è mancata l'occasione di accennare a questo nuovo vasto problema dell'avvenire che preoccupa grandemente il Governo di Londra. Il mio collega persuaso dell'interesse primordiale dell'Italia di v'edere tutelata la potenza marittima e coloniale britannica da noi considerata scudo ed usbergo della libertà dei mari e dell'equilibrio europeo, si è dunque aperto più d'una volta con me, e non disdegna di accettare opinioni e consigli. Così fu che, nei negoziati tuttora in corso tra gli Alleati e questo Governo per una possibile dichiarazione di gùerra alla Cina, il signor Alston non si mostra più così attivo e premuroso nell'assecondare ogni idea od iniziativa nipponica che possa dare ombra alle iniziative americane. Egli non spinge più i colleghi sulla via delle concessioni eccessive da farsi alla Cina in compenso della sua entrata in guerra. Egli non insiste più per le deroghe da concludersi colla Cina nei trattati del 1901, deroghe desiderate sopratutto dai giapponesi, ma non dagli americani; e questo atteggiamento viene assunto nonostante le prime precise istruzioni del signor Balfour intese ad allettare il più possibile il Governo cinese verso la dichiarazione di guerra, coll'offrire larghi favori a quest'ultimo. In mezzo a questa lotta d'influenza, anche alle Potenze meno direttamente interessate in Estremo Oriente, come l'Italia, viene talvolta, come ora, fornito il destro di far valere, sino ad un certo punto, la propria posizione diplomatica e militare. Difatti ognuna delle due parti contendenti non può eliminare dai proprii calcoli l'utilità di cattivarsi le simpatie o i possibili aiuti diretti od indiretti di una Potenza anche lontana, che tiene quasi in sé la chiave della navigazione del Mediterraneo, cioè di una grande arteria di comunicazione verso le Indie, e che può fornire, occorrendo, un immenso aiuto in uomini ed in materiali.

Concetti come questi possono essere un fattore non del tutto trascurabile fra gli imponderabili che contribuiranno a decidere delle condizioni della pace mondiale. E la stampa può esserne utile suggeritrice in momenti opportuni.

344

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. s. 2703/633. Londra, 14 giugno 1917.

Facendo seguito al mio telegramma odierno Gab. n. 292 (1), ho l'onore di qui unito trasmettere a V. E. copia del pro-memoria britannico e della nota aggiuntiva consegnatami dal Lord R. Cecil in seguito al mio colloquio odierno.

V. E. troverà parimenti qui unita la cartina a colori, che era unita al predetto pro-memoria.

P. S. -Sarò grato a V. E. se vorrà cortesemente disporre perché dei documenti allega.ti al presente, mi venga accusata ricevuta.

ALLEGATO l

CECIL A IMPERIALI

W. 104336/17 SECRET. Londra, 13 giugno 1917.

By the terms of Article 9 of the Treaty of Aprii 26th, 1915, Great Britain, France and Russia recognised that, in the event of the total or partial partition of Turkey in Asia, Italy should receive an equitable share in the country bordering the province of Adalia, and that the zone to be attributed to Italy should be eventually defined taking into account the already existing interests of Great Britain and France in that region.

In october 1916 documents were communicated to the Italian Minister for Foreign Affairs showing the agreements which had been reached between Great

Britain, France and Russia regarding their respective zones and spheres of interest in Asia Minor, and various discussion ensued between those three Powers and Italy regarding the sphere which should be attributed to the latter according to the terms of Article 9 of the Treaty of Aprii 26th, 1915.

No conclusion having been arrived at, the matter was further debated at the Conference of the Allies held a t St. J ean de Maurienne on Aprii 19th, 1917, at which the Prime Ministers of Great Britain, France and Italy and the Italian Minister for Foreign Affairs were present.

As the result of this Conference the British and French Prime Ministers undertook to submit to their respective Governments the claims of the Italian Government in Asia Minor based upon a map which was introduced at the discussion. (A reproduction of this map, which was drawn roughly, and which must be subject to accurate delimitation, is attached hereto; the Italian sphere is therein coloured green, and the Italian sphere of influence is marked • C • ). An exchange of views also took piace as to the situation which might result for the Allied Powers at the moment of peace with regard to the Ottoman Empire, and a formula was agreed to in this connection.

His Majesty's Government, after carefully considering the conclusions of the Conference at St. Jean de Maurienne which were duly laid before them by Mr. Lloyd George, agree conditionally to the zones of occupation and of interest respectively to be attributed to Italy as defined at that Conference and as shown in the annexed map.

The agreement of His Majesty's Government is, howewer, subject to the following conditions:

l) That the consent of the Russian Government be first obtained.

2) That Smyrne, if eventually ceded to Italy, shall be a free port.

3) That Italy make an increased effort to co-operate with the Allies in arms against the common enemy, the nature of such effort to be determined after consultation between the Generai Staffs of the Allies.

It is further understood: l) That the interests of the other Powers already established in the different zones shall be scrupulously respected, but that the Powers concerned in these interests shall not make use of them as a means of politica! action, and, 2) that, if a the time when peace is declared, the total or partial possession of the territories contemplated in the agreements come to between Great Britain, France, Italy and Russia, as to the disposal of a part of the Ottoman Empire, cannot be fully accorded to one or more of these Powers, then the interests of the Powers concerned will be again taken into equitable consideration, having regard to the efforts made by each of the Powers in the war.

ALLEGATO II

CECIL A IMPERIALI

Londra, 14 giugno 1917.

His Majesty's Government are willing to eliminate condition N. 3, upon which their acceptance of the Asia Minor Agreement with Italy is dependent, in the confident hope that any further effort upon the part of Italy which the Military Autorities of the Allies in consultation with the Italian Military Authorities, may consider desirable in spheres of operations other than the Italian front, will be readily made by the Italian Government to the full extent of their power and means.

(l) Cfr. n. 339.

345

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1590/162. Parigi, ... giugno 1917, ore 23,50 (per. ore 4,30 del15).

Cambon mi ha parlato del progetto oramai tramontato di un convegno dei Sovrani d'Italia, Inghilterra e del presidente della Repubblica, mi ha aggiunto che Loyd George fallito quel progetto ha proposto una conferenza dei ministri degU affari esteri in un luogo intermedio fra Londra e Roma e ha chiesto al Governo francese se appoggerebbe a Roma una tale proposta; Barrère ha istruzioni di appoggiare la proposta che pare farà Rodd. Cambon mi ha parlato poi della riunione dei ministri della guerra e dei comandanti in capo dei tre eserciti, il risultato della quale Lloyd George aveva promesso di attendere prima di decidere se ritirare altre truppe da Salonicco. Di quest'ultima conferenza si riparlerà a giorni e intanto pare che Lloyd George abbia fatto sentire che se Sarrail fosse stato tolto dal comando il compito di questa conferenza sarebbe stato facilitato.

346

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. UU. 957. Roma, 15 giugno 1917, ore 12.

(Meno Atene). Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue·:

(Per tutti). Agenzia Stefani riceve notizia che ex Re Costantino e famiglia reale soggiorneranno molto probabilmente a Salsomaggiore. Prego telegrafarmi se notizia è esatta. Faccio presente in via confidenziale che riteniamo preferìbile non si effettui questo soggiorno in Italia.

347

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

'T'. GAB. 958. Roma, 15 giugno 1917, ore 18.

Rodd mi comunicava che il ministro russo degli affari esteri ha dichiarato che non avrebbe obiezione alcuna a che, quando qualche dichiarazione alla Camera italiana fosse assolutamente necessaria riguardo all'Asia Minore, si dicesse che • la questione era ancora sotto esame e che gl'interessi delle potenze alleate dovevano essere egualmente salvaguardati e garantiti • (1).

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 155-156.

348

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 963. Roma, 15 giugno 1917, ore 18.

Dai telegrammi che le sono stati comunicati la E. V. avrà rilevato che il Governo inglese ha sin qui dichiarato di voler subordinare il riconoscimento della zona italiana in Asia Minore, ad un maggiore sforzo da farsi da noi nella guerra. Io mi sono energicamente opposto a questa per noi inaccettabile condizione ed il R. ambasciatore a Londra mi telegrafa ora che il Governo inglese cedendo alle nostre insistenze è disposto ad eliminare questa condizione • nella fiduciosa speranza che qualsiasi sforzo ulteriore italiano che venga considerato desiderabile dalle autorità militari alleate in consultazione con quelle italiane in sfere d'operazioni fuori del fronte italiano, sarà dal Governo italiano fatto prontamente con tutta la pienezza delle sue forze e dei suoi mezzi • (1).

Aggiunge il marchese Imperiali che nel pensiero del capo di Stato Maggiore condiviso dal Gabinetto di guerra lo sforzo su accennato contemplerebbe le seguenti due possibilità:

l) concorso eventuale in Pal,estina con contingente considerevolmente superiore ai seimila uomini da noi offerti;

2) invio all'esercito di Salonicco non di truppe combattenti ma di uomini destinati ai servizi ausiliarii, costruzione strade, ferrovie, ecc.

Prego V. E. di esaminare nella sua competenza se le due sovraccennate possibilità sono da noi accettabili e telegrafarmi il suo avviso onde ne possa trarre norma nell'esame della questione generale che ha politicamente una grandissima importanza (2).

349

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 962. Roma, 15 giugno 1917, ore 21.

Rodd mi comunicava quanto segue: • Il Governo di Sua Maestà si spiega che il Governo francese, benché aderisca al suo punto di vista che un incontro dei capi degli Stati alleati sarebbe stato utile nel momento presente per dare una pubblica manifestazione di solidarietà, abbia deciso di non ripetere ulteriore invito pressante in vista reciso parere espresso dal ministro italiano degli affari esteri. Il Governo di Sua Maestà Britannica è tuttavia ancora fermamente del parere che anche se i capi di Stato non devono incontrarsi vi debba in ogni modo esser presto un convegno dei loro ministri. Sarebbe veramente una grande re

sponsabilità per esso e per la Francia non essere in grado discutere con l'Italia certe informazioni di cui è venuto in possesso e che toccano in modo vitale la causa dell'Italia e quella dei suoi Alleati. Il Governo inglese invita dunque il Governo italiano a mandare rappresentanti per incontrarsi con quelli inglesi e francesi sia in una città francese vicino alla frontiera italiana sia in una città inglese se quest'ultima alternativa è da esso preferita •.

Ho risposto che non avevo obiezioni da fare ad un convegno tra ministri accettandone in massima la proposta, ma che quanto alla data in cui effettuarlo facevo presente quale era in questo momento la situazione interna del R. Governo che era per così dire in crisi o quasi, e doveva invocare sulle proprie sorti giudizio del Parlamento che si adunava il 20 corrente. Fino oltre il 10 di luglio era difficile che o questo Gabinetto o un altro che gli succedesse potesse essere sicuro della propria vitalità e durata tanto da poter autorevolmente deliberare su gravi problemi internazionali. Necessitava poi sapere preventivamente sia pure nella massima segretezza quale sarebbe, almeno in genere, l'argomento delle discussioni e deliberazioni da sottoporsi al convegno ritenendo doveroso l'avvertire che se per avventura si trattasse di eventuali negoziati di pace con l'Austria nei quali fosse questione di rinunzie nostre a quanto si era stipulato nella convenzione di Londra, io fin da ora dichiaravo di non potervi in alcun modo consentire. In terzo luogo attiravo l'attenzione del Governo inglese sulla necessità di una partecipazione al progettato convegno del Governo russo che era già molto sull'occhio e di cui non conveniva render più difficile la situazione nell'interno (1).

(l) -Cfr. n. 339. (2) -Annotazione marginale: « l'originale firmato da S.E. è stato trasmesso a S.E. Cadorna col corriere giornaliero •.
350

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 8151. Roma, 15 giugno 1917, ore 23.

Con riferimento ai miei precedenti telegrammi circa proposte americane per l'organizzazione acquisti negli Stati Uniti e da ultimo al mio 7979 del 12 corrente (2), informo V. E. che, avendomi il barone Mayor informato di una notizia apparsa nel Times, secondo la quale l'alto commissario francese in America, signor Tardieu, avrebbe annunciato il raggiungimenio di un accordo per la cooperazione americana nei rifornimenti alleati, ho chiesto informazioni al R. ambasciatore in America ,n quale mi ha risposto quanto segue:

• Nessun accordo raggiunto. Partecipiamo con Inghilterra e Francia alle trattative in corso per uno schema da sottoporre al Governo del Re. Sta di fatto che la perdurante resistenza del Congresso a votare complessa legislazione di guerra, voluta da Wilson, compresovi facoltà di requisizione e di embargo ostacola tuttora questo Governo nella via degli accordi ai quali a suo desiderio manifesto arriverà soltanto munito dei poteri chiesti alle Camere .e quindi dell'intera disponibiìità risorse del paese. Di queste condizioni temporeggiando Governo degli Stati Uniti, a noi rimane di scambiare intanto l'e idee per spianare, al momento opportuno, la via •.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 154-155. (2) -Non pubblicato.
351

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. GAB. 62. Roma, 15 giugno 1917.

Ad opportuna conoscenza di V. E. e per i provvedimenti del caso la informo che secondo notizie pervenute a mezzo dell'ambasciata di Francia la famiglia reale greca giungerà a Taranto in tempo non ancora ben determinato sopra una nave da guerra francese. Da Taranto la famigLia reale greca proseguirà con treno speciale fornito dalla nostra amministrazione direttamente per la Svizzera, via Domodossola.

]l Re di Grecia, a quanto riferisce questa ambasciata di Inghilterra, sarà accompagnato dalle seguenti persone:

Il principe ereditario, il principe Paolo, la regina, la principessa Elena, due giovani principesse, otto gentiluomini, cinque dame e tre bambine, cinque governanti, da otto a dieci domestici, sette o otto cameriere.

352

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1605/34. Tokio, 15 giugno 1917, ore ... (per. ore 0,20 del 16).

Mi hanno confidato che è stata presa dal consiglio dei ministri la decisione di trattare col Governo degli Stati Uniti la questione relativa alla Cina, nel modo il più amichevole.

Benché si mantenga il segreto più assoluto ho ragione di credere che raggiunti certi accordi il Governo giapponese si prepari a partecipare più largamente al piano di guerra degli Alleati colle sue marine da guerra e mercantili.

353

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2141/146. Sgravenhage, 15 giugno 1917, ore 7,48 (per. ore 3 del16).

Ad eccezione del Telegraaf e della Gazzetta di Olanda che si esprimono in favore dell'Intesa, commentando abdicazione Re di Grecia, commenti altri giornali sono tutti di intonazione germanofila. Nuovo giornale Rotterdam così si esprime: • Misura può essere eccellente dal punto di vista militare, ma da tutti gli altri punti di vista è una espressione del principio che la forza domina il diritto.

Ora è per combattere tale principio e quello delle necessità militari ... (l) guerra •. Il Nuovo Courant dice: • abdicazione si è fatta sotto pressione dell'Intesa che interpreta suoi doveri di protettrice fino a compromettere le leggi costituzionali di uno Stato neutro. La piega che hanno preso le cose è conforme alla politica di Venizelos •. Il Vaterland dice: • Re Costantino che non poteva proteggere suo paese contro nuove misure di protezione dell'Intesa, ha abdicato •. L'Andelblad di Amsterdam dice: • È chiaro che dopo abdicazione dello Czar di Russia Re Costantino aveva perdUito suo appoggio più solido. Governo greco era considerato da Intesa come inesistente. Non è ancora chiaro quale sarà influenza abdicazione del Re su attitudine Grecia nella guerra •.

354

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1608/208. Atene, 15 giugno 1917, ore 21 (per. ore 10,25 del 16).

Telegramma di V. E. n. 957 (2).

Non ritengo verosimile la notizia. Nessuno me ne parlò e tutti mi dissero che Re Costantino andava a Saint Moritz in Engadina. Vedi miei telegrammi 240 (3) e 244 (4) che spero siano giunti a V. E.

355

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2147/522. Pietrogrado, 15 giugno 1917, ore 16,40 (per. ore 14,20 del 16).

13 giugno. Russkaia Volia pubblica che ai deputati socialisti italiani in visita al comitato esecutivo del Soviet furono rivolte seguenti domande:

l. -Quale loro pensiero sulle sorti dell'Albania.

Deputati risposero essere contrari all'annessione di quella terra ma fecero rilevare che nel proclama italiano non si parla che d'indipendenza dell'Albania ciò che essi accolgono con favore.

2. -Quali le mire dell'Italia in Asia Minore.

Risposero essi ignorare che Italia abbia concluso trattati segreti contemplanti concessioni a suo favore in Asia Minore.

3. -Quale sorte Italia riserba alle isole dell'Egeo da essa occupate.

Risposero che Italia non desidera annetterle ma le terrà in pegno fintanto che la Turchia non avrà adempiuto obblighi assunti.

4. -Quale essere loro pensiero circa Dalmazia. Dichiararono essere questione molto complicata 'e fecero rilevare che maggior parte di quelle popolazioni è italiana o croata cattolica legata alla popolazione italiana da secolari vincoU culturali e religiosi. Delegazione italiana alla sua volta chiese se qualora democrazie Intesa accettassero piattaforma pace senza annessioni né contribuzioni e qualora democrazia germanica non riuscisse imporre al suo Governo rinuncia scopi imperialistici democrazia russa continuerebbe energicamente guerra per realizzazione suo programma. Comitato esecutivo rispose che disgraziatamente democrazie Intesa non hanno

ancora ottenuto dai propri Governi rinuncia scopi imperialistici ma che se situazione sarà quale deputati italiani la dipingono, guerra dovrà continuarsi.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 346. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 333.
356

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1673/254. Jassy, 15 giugno 1917, ore 20,06 (per. ore 12,55 del 21).

Secondo notizie pervenute a questo Governo da parte francese si sarebbero intavolate trattative ufficiose di pace colla Turchia sulla ... (l) dell'integrità dell'Impero ottomano.

357

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1612/78. Corfù, 16 giugno 1917, ore 12,30 (per. ore 18,30).

Comando Supremo ha telegrafato al generale Marro recarsi subito ad Atene a sostituirvi addetto militare Mombelli ma senza assumervi per ora ufficialmente la carica di addetto militare.

A meno che specialissime ragioni non impongano la scelta del generale Marro per Atene debbo fare osservare:

l) che la partenza del generale Baumann sembrando imminente, presenza qui di Marro sarebbe più che mai opportuna per assicurare la nostra situazione di fronte alle eventuali pretese di un successore nominato da Sarrail;

2) che anche di fronte a prevedibili nuovi intrighi serbi in Albania è utilissimo rimanga qui Marro. Sua partenza darebbe luogo qui a interpretazioni dannose per noi; è grazie al contegno di Marro che si è evitato qui ogni incidente pur affermandoci ognora più.

Spero vivamente che V. E. potrà ottenere ch'egli rimanga telegraf,ando d'urgenza avviso di lei al Comando Supremo (1).

(l) Gruppo indecifrato.

358

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 968. Roma, 16 giugno 1917, ore 20.

Barrère mi riferiva che da Pietrogrado si era segnalato a Parigi che il Governo russo nutrisse il proposito di proporre agU Alleati una prossima riunione dei loro delegati a Pietrogrado per la revisione degli scopi di guerra. Ribot aveva subito risposto all'ambasciata a Pietrogrado di adoperarsi ad evitare ogni proposta simile, cui non si sarebbe potuto aderire.

Ho risposto che dubitavo che veramente il Governo provvisorio avesse seriamente un tale proposito; e che a ogni modo conveniva evitarne l'attuazione (2). Prego V. E. agire in conformità di quanto precede.

359

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1614/79. Corfù, 16 giugno 1917, ore 17,50 (per. ore 21,55).

Constami che funzionari del ministero degli affari esteri hanno avuto conversazioni con dei bey albanesi qui dimoranti per persuaderli della provvisorietà della proclamazione italiana e dell'inevitabilità di una permanente superiore influenza serba in Albania. È quasi certo che i bey ascoltarono colla consueta apparente orientale deferenza ma che sono decisi a non avere compromissioni coi serbi sia per il pericolo che può loro venirne da noi, sia perché sanno che lo scopo della politica serba sarebbe l'annientamento dell'Albania. Credo anche sapere che si studia come utilizzare una protesta di Essad pascià contro il proclama, che si dovrebbe forse nel pensiero dei serbi sostituire all'azione diretta cui questo Governo sembra aver rinunziato dopo il mio passo di cui al mio telegramma Gabinetto 71 (3).

La pertinacia serba non cesserà mai dall'intrigo contro l'Italia in Albania; le nostre eventuali rimostranze non avrebbero quindi alcun pratico risultato. Il che non toglie l'utilità per la legazione di seguire e sorvegliare l'azione serba anche per far sentire occorrendo, al momento opportuno, a questo Governo che noi non siamo ignari dei vari tentativi di alcuni suoi agenti. Così pure anche se vi fosse mezzo per indurre Essad al silenzio mi sembrerebbe che l'usarne non sarebbe senza inconvenienti tanto più che non è poi certo che egli aderirebbe alle eventuali domande serbe (1).

(l) -Ritrasmesso con t. gab. 977 del 17 giugno al Comando Supremo con la seguenteaggiunta: « Sottopongo esame di V.E. le considerazioni àel conte Sforza che mi sembrano giuste e resto in attesa di conoscere sue decisioni definttive riguardo generale Marro >. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 156.

(3) Cfr. n. 300.

360

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1623/209. Atene, 16 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 12,10 del 17).

Jonnart tuttora al Pireo mi ha fatto dire che oggi inizia con Zaimis le sue trattative per ridare unità di governo alla Grecia. Mi ha promesso tenermi informato dell'andamento di questo negoziato. Del resto visiterò io stesso Zaimis fra due o tre giorni e procurerò tenermi al corrente. Credo che nel corso di questi negoziati si presenterà questione del ristabilimento delle autorità greche in Epiro. Converrebbe forse che il R. Governo prendesse una risolooione al riguardo. Mi permetterei suggerire arrendevolezza su questo punto consentaneamente alla opinione da me esposta che le autorità greche avrebbero dovuto essere lasciate al posto. Non so fino a che punto ciò potrà conciliarsi colla nostra proclamazione circa Albania, ma certamente nostro rifiuto ad una domanda in proposito che ci venga dagli alleati ci porrà in posizione difficile. Converrebbe credo escogitare un temperamento salvo restando il principio di conservare la nostra occupazione militare almeno fintantoché durino quelle dei francesi (2).

361

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2162/530. Pietrogrado, 16 giugno 1917, ore 16,45 (per. ore 12,15 del 17).

14 giugno.

Ieri è qui giunta missione straordinaria americana con a capo senatore

Root. Fu ricevuta alla stazione dai ministri Terescenko, Nekrasoff, Shingarieff,

dall'ambasciatore e colonia americana e dai rappresentanti camera di com

mercio inglese. Missione è stata alloggiata al palazzo d'inverno. Essa rimarrà

in Russia alcune settimane. È qui giunta, mutando itinerario, anche missione

tecnica americana per piano organizzazione trasporti.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado, Corfù e alla legazione presso il Re del Montenegro a Parigi con t. gab. 973 del 18 giugno. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 979 del 19 giugno.
362

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2168/198. Stoccolma, 16 giugno 1917, ore 17,40 (per. ore 14,50 del 17).

Giornale Social Demokraten pubblica stamane seguente documento che dovrebbe essere un telegramma in cifra del Governo svizzero al suo ministro a Pietrogrado contenente un messaggio per il socialista svizzero Zimmervaldiano Roberto Grimm il quale si trova colà:

• N. 741. Il dipartimento politico al signor Odier Pietrogrado. Berna 23 maggio-5 giugno 1917. Consigliere federale Hoffmann la autorizza fare a Grimm seguente comunicazione verbale: Germania non farà nessuna offensiva fino a che accordo colla Russia sembri possibile. Dopo ripetuti colloqui con persone eminenti, io sono convinto che la Germania vuole una pace colla Russia onorevole per entrambe le parti, con intimi vincoli economici e commerciali appoggi finanziari per rimettere Russia in piedi. Nessuna ingerenza nella politica interna russa, intesa amichevole circa Polonia, Lituani'a e Curlandia con riguardo affinità dei popoli. Restituzione delle provincie occupate contro riconsegna delle provincie austriache che la Russia ha potuto conquistare. Io sono convinto che la Germania ed i suoi alleati inizierebbero subito negoziati di pace sui desideri degli alleati della Russia. Quanto scopi di guerra della Germania leggete la pubblicazione nella Norddeutsche AUgemeine Zeitung. D'accordo con Bethmann Hollweg vi si è dichiarato quanto annessione che la Germania non desidera nessun aumento del suo territorio avente per iscopo un ingrandimento o allargamento economico e politico •.

363

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1632/214. Atene, 16 giugno 1917, ore 14,40 (per. ore 5,30 del 18).

Ho visitato Re Alessandro. Mi si è dimostrato assai preoccupato per attitudine Jonnart il quale invece di fare opera di conciliazione porta ovunque terrore e sospetto. Ha presentato Governo una lista individui da espellere dalla Greci~ comprende anche membri casa del Re come gran scudiere e maresciallo di corte. Misure vessatorie ed odiose vengono prese contro uffi~iali greci cui non si permette nemmeno libera circolazione fra Atene e Falero. Dei gendarmi sono stati disarmati. Re Alessandro dice essere animato migliori intenzioni per giungere pacificazione degli animi e far sì che grave sacrificio accettato dal suo padre non resti senza profitto ma se non viene aiutato non potrà fare nulla. Ho spiegato succintamente a Sua Maestà situazione presente del Governo italiano

nella questione greca. Dal canto mio gli ho detto farò tutto il possibile per aiutare Sua Ma,està nei suoi intenti (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 988 del 20 giugno.

364

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'l'. 2172/525. Pietrogrado, 16 giugno 1917, ore 16,45 (per. ore 7,50 del 18).

13 giugno.

Commentando note inglese e francese, Pravda scrive che loro contenuto chiaramente manifesta scopi imperialistici che alleati seguono nella guerra presente. Esse còstltuiscono un insuccesso del Governo provvisorio che aveva promesso al paese di condurlo alla pace pel tramite di trattative intese indurre alleati rinunciare loro mire conquistatrici. Avanzata tanto predicata non servirebbe che scopi imperialistici della borghesia russa ed alleata e affretterebbe processo reazionario già iniziatosi in seno esercito. Occorre rivedere politica del Soviet per impedire ulteriore svolgimento rovinosa politica imperialista intrapresa dal Governo provvisorio. Masse popolari intendono imporre al Soviet seguente programma:

l) Appello a tutti gli operai e soldati dei paesi alleati nel quale si condannino scopi aggressivi della guerra considerando come tale non soltanto conservazione dei territori conquistati ma anche delle colonie territori che furono annessi ad altri paesi sia forzatamente che per libera elezione. Si dichiarino non obbligatori per la Russia trattati conclusi dallo Zar, si chiamino alla lotta contro i Governi imperialisti tutti i proletari oppressi.

2) Assunzione pieni poteri da parte del Soviet per realizzazione contenuto suddetto appello.

3) Governo russo così costituito dovrà subito proporre apertura trattative pace a tutti i proletari belligeranti e smascherando scopi imperialistici attuali Governi aprire strada rivoluzione proletaria mondiale.

4) Riorganizzazione dell'esercito rivoluzionario russo. 5) Falcidia degli ingiusti guadagni di capitalisti, controllo della produzione industriale da parte degli operai, lavoro obbligatorio per tutti i cittadini.

365

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2175/529. Pietrogrado, 16 giugno 1917, ore 16,45 (per. ore 8,45 del 18).

14 giugno.

Governo provvisorio ha emanato decreto comminante lavori forzati e perdita di tutti i diritti civili ad ogni militare resosi colpevole di infrazione alla disciplina. Famiglia del condannato perderà didtto ad ogni sussidio. Reparti di truppe resisi colpevoli del delitto suddetto verranno immediatamente sciolti

e loro componenti sottoposti a giudizio. Ministro della guerra Kerenski in un ordine del giorno all'esercito ed alla flotta stigmatizza la condotta di quei soldati al fronte i quali hanno permutato prop11ie razioni di viveri col nemico mentre paese fa ingenti sacrifici e sopporta privazioni per rifornire suo esercito ordina che colpevoli siano puniti colle punizioni severe comminate dalla legge. Si procede con pari energia contro casi diserzione. Moltissimi disertori rientrano campo.

366

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1630/246. Pietrogrado, 16 giugno 1917, ore 16,45 (per. ore 10,40 del 18).

14 giugno.

Thomas partito stamane si f,ermerà un giorno a Stoccolma ed uno a Londra per trovarsi fra il 22 e il 24 corrente a Parigi ove, a quanto mi disse, sl.ia presenza è pressantemente reclamata da doveri di partito e di Governo. Nell'azione zelantissima che egli ha svolta per indurre Russia all'offensiva nella quale Governo provvisorio e missioni alleate hanno proceduto di conserva si è veramente acquistate non dimenticabili benemerenze. Egli ha inoltre posato questione del riconoscimento da parte socialisti delle rivendicazioni nazionali e se non riuscì a convincere completamente i partiti avanzati del Soviet tuttavia ha condotto maggioranza di quest'ultimo sul limite di una intesa. Impressioni di Thomas nonostante suo non breve soggiorno in questo paese sono rimaste imprecisate e incerte. A mio credere egli deve esser giunto alla conclusione che attualmente sia impossibile fare colla Russia della politica a lunga scadenza e che convenga appagarsi di trarre da questa situazione il partito immediato più ottenibile (1).

367

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 49/24. Parigi, 16 giugno 1917.

SUNTO (2).

La pressione serba si fa sempre più intensa allo scopo di allontanare dal Re Nicola tutti i suoi seguaci ed obbligarlo così a legarsi fin d'ora alla Se,ribia o rendergli impossibile di presentarsi al congresso della pace per mancanza di chi lo rappresenta.

(Vedi telegrammi in partenza a Romano n. 1053 (3) e n. 902/3 (4).

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 983 del 19 giugno. (2) -È un riassunto del R. n. 49/24 del ministro presso Re Nicola. Una nota avverte: «L'originale presso il Comm. De Martino». L'originale non è stato rinvenuto. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 275.
368

IL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO, GASPARRI, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

(Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e S. Sede, pp. 336-337)

L. P. Vaticano, 16 giugno 1917.

Non ho mancato di prendere nella più attenta considerazione quanto la S.V. Ill.ma mi significava co11tesemente col suo pregiato foglio del 14 corrente, relativo a corrispondenze che sarebbero state trasmesse per mezzo della Santa Sede

o della Nunziatura di Vienna ai prigionieri italiani.

Quanto alla Santa Sede, tengo ad assicurarla nel modo più categorico che Essa, da tempo, non trasmette più nè lettere, nè somme di denaro in Austria, e che respinge regolarmente le lettere ed i valori eventualmente inviatiLe a tale scopo. Circa le allusioni contenute negli estratti gentilmente comunicatimi dalla S.V. non sembra inopportuno osservare che esse non provano aver la Santa Sede realmente trasmesse, in questi ultimi tempi, le corrispondenze, di cui ivi si fa cenno.

Quanto, poi, ai Rappresentanti della Santa Sede all'estero, sono stati impartiti dalla Santa Sede medesima ordini precisi affinché non trasmettano, per mezzo del corriere diplomatico, alcuna corrispondenza privata, anzi essi non possono, pel tramite del corriere stesso, comunicare coi loro più stretti congiunti; ·e viceversa. Sarà pure loro ordinato di non valersi neanche del sigillo della rispettiva rappresentanza per inviare lettere private in Italia; anzi tale ordine fu trasmesso per telegrafo pochi giorni or sono di·etro una conversazione avuta anche col generale Garruccio.

Pertanto, se alcuna delle lamentate trasmissioni di corrispondenza si fosse realmente verificata, essa dovrebbe certamente riferirsi al tempo precedente alla comunicazione di tali ordini.

Del resto, V.S. può assicurare S.E. il Signor Ministro degli Esteri che la Santa Sede sarà sempre attenta affinché le accennate prescrizioni siano esattamente osservate e non abbia a verificarsi, per quanto La concerne, alcuno dei temuti inconvenienti.

369

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 7442. Roma, 17 giugno 191 7, ore 19.

Autorità inglesi Aden notificato che da 15 giugno effettuasi blocco costa araba tra Gizzan e piccolo Aden (località poche miglia ovest Aden) e tra Aden e Makalla. A colonia Eritrea è concesso viaggio collettivo mensile Gizzan 5 sambuchi bandiera nazionale. Questa misura paralizza traffico Eritrea con costa araba esclusivamente a beneficio Aden visto che continua essere permesso traf

fico con piroscafi tra costa araba ed Aden. Misura appare ingiustificata specie dopo assicurazioni date da Governo ,eritr,eo ad autorità inglesi Aden circa navi-. gazione e approdi nostri sambuchi Arabia. Riservandomi interrogare ministero della marina circa possibilità destinare R. nave cooperare con inglesi sorveglianza Mar Rosso, e rendere così libera nostra navigazione Eritrea Arabia, e senza discutere misura blocco che auguriamo transitorio, pregola ottenere codesto Governo autorizzazione per libera navigazione Eritrea Gizzan anche numero sambuchi italiani necessario imbarcare Gizzan gradatamente circa venti mila buoi acquistati Arabia destinati ditta Torrigiani che deve provvedere otto milioni scatolette carne per R. Esercito. V.E. vorrà in speciale modo rappresentare codesto Governo importanza questa ultima circostanza.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1655/212. Atene, 17 giugno 1917, ore 13,30 (per. ore 19,40).

Generale Mombelli mi ha dato lettura del telegramma del ministro della guerra-in cui viene detto dover egli prossimamente recarsi al fronte e che a sostituirlo come R. addetto militare in Atene viene designato il generale Marro.

Non posso a meno innanzi tutto notare che in tanti anni di servizio ho veduto sempre usare ai capi missione che non fossero in disgrazia del R. Governo, il riguardo di presentirli sulla nomina del nuovo addetto militare e del nuovo primo segretario di legazione e che a me questo riguardo non fu usato né nell'uno né nell'altro caso.

A parte queste considerazioni puramente personali debbo ricordare a V.E. che il Marro dovette lasciare Atene circa 4 anni fa essendo stato (a torto od a ragione non saprei dire) sospettato di avere durante l'assedio di Janina del 1912-1913 fatto spionaggio a danno dei greci e a favore dei turchi. Tale sospetto è tuttora accreditato qui. Oltre a ciò al momento presente Marro è qui considerato come esponente di quella politica eminentemente albanesofila che si attribuisce dai grec,i al R. Governo e che, secondo l'opinione pubblica di qui, ha trovato la sua massima espressione nel proclama dell'indipendenza dell'Albania emanato ad Argirocastro.

V.E. giudicherà se alle difficoltà grandi cui per la ristabilitasi influenza franco-venizelista andiamo incontro in Epiro, sia opportuno di aggiungerne una ulteriore colla nomina presso questa legazione (cui sempre cercai di conservare il carattere di severa imparzialità) di un ufficiale notoriamente inviso ai greci.

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1621/2942. Comando Supremo, 17 giugno 1917, ore 18,50 (per. ore 19,45).

Per l'eventualità accennata nel telegramma di V.E. Gabinetto n. 963/77 del 15 corrente (l) mi richiamo avviso espresso col mio telegramma n. 1863 del 7 marzo (2) diretto a V.E. e cioè che se ragioni politiche fanno ritenere necessario nostro intervento nelle operazioni in Palestina con contingente assai maggiore di quello ora accordato, le truppe occorrenti non potrebbero essere tratte che dalla Libia od anche dall'Eritrea. Circa l'entità del contingente dovrebbe essere ragguagliato alla disponibilità delle truppe che è possibile trarre dalle due nostre colonie escludendo che possano concorrervi truppe combattenti in patria.

Rappresento che l'invio di maggiori forze in Palestina aggraverebbe sensibilmente le nostre difficoltà di trasporti marittimi per le quali anche di recente

S. E. il capo di Stato Maggiore della Marina fece insistenti raccomandazioni di ridurre al minimo ogni movimento tanto che con danno notevole al morale delle truppe dovettero essere sospese tutte le licenze per le truppe di oltremare. Escludo la convenienza e l'opportunità da parte nostra di. aumentarle col personale per il servizio delle retrovie in Macedonia. A questo riguardo devesi far presente che attualmente il nostro contingente sulla fronte macedone supera i 19 mila fucili e rappresenta il 12 e mezzo % del totale dei combattenti alleati. Ciò perchè mentre noi manteniamo lealmente e costantemente a numero i nostri effettivi non altrettanto fanno gli Alleati. Di questo argomento, che occorre far valere presso gli Alleati, terrò parola in un imminente convegno che sto concordando con generali Foch e Robertson e che avrà luogo a S. Giovanni di Moriana.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1635/210. Atene, 17 giugno 1917, ore 13,30 (per. ore 0,10 del 18).

Giornali di tutti i partiti esultano per la notizia dell'occupazione francese di Prevesa.

Si estende la notizia di minacciata crisi ministeriale Roma in seguito al proclama per l'Albania. Si esprime fiducia che le potenze garanti faranno cessare l'intromissione negli affari della Grecia dell'Italia che non vi ha alcun diritto. Si chiede il ristabilimento in Epiro delle autorità greche. Si confida che Jonnart saprà imporlo.

(l) -Cfr. n. 348. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 429.
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IL CONSOLE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1640/123. Janina, 17 giugno 1917, ore 22,28 (per. ore 7,20 del 18).

Mi riferisco alla prima parte del mio telegramma 114 (l) ed ai miei telegrammi 116, 120 (2). Il maggiore Vincenzi comunica da Prevesa in data del 16 correnrte (telegramma giunto Janina oggi 17) al comando mili.tare Janina.

• Prego comunicare Valona quanto segue:

15 giugno ore 15 francesi hanno occupato Prevesa con 80 senegalesi del 47° battaglione al comando del tenente Aralois proveniente da Santa Maura. Truppe greche e gendarmi si sono ritirati su Arta per terra e per mare. Autorità civili per il momento sono restate al loro posto. Accludo il proclama del tenente. Popolazione ha mostrato poco entusiasmo. Solo quattro soldati greci hanno aderito all'esercito della difesa nazionale. Venizelisti hanno svaligiato le dogane e l'ospedale. Alle ore 21 sono sbarcati altri 60 senegalesi con un centinaio soldati venizelisti. Regna la tranquillità. Il console inglese qui presente, mio buon amico, mi ha riferito che il tenente francese, in presenza sua e dell'agente consolare inglese ha esternato sentimenti marcatamente ostili all'Italia. Confermando mi ha detto essere convinto che il tenente francese appoggerà le aspirazioni delle truppe e partito venizelisti anche verso le regioni occupate dagli italiani e che ci darà fastidi. Lo ha classificato individuo pericoloso che conviene allontanare subito nell'interesse delle buone relazioni franco-italiane. Parlerò al tenente in modo chiaro. Credo opportuno frattanto che codesto comando tracci dettaglia-tamente i limiti della nostra occupazione e se ne dia comunicazione alle autorità francesi. Prego farmene avere copia.

Soldati venizelisti dicono pubblicamente che aspettano agenti di propaganda venizelista venuti in borghese al seguito dei francesi; hanno incaricato il capo banda Abagimas di Budar di raccogliere mille armati per cacciare gli italiani da Fanari. Sono persuaso che per il momento nulla abbiamo da temere poiché la azione del partito venizelista sarà tutta rivolta a guadagnare alla propria causa regione Luros, Filippiada. Ciò potrà richiedere al massimo una settimana. Dopo dovremo stare in guardia a sud di Janina e Fanari. In queste ultime località la popolazione cristiana, che al tempo dei rivoluzionari epiroti si è impadronita di quelle terre appartenenti ai musulmani di Margariti, ci è contraria perché teme

di venire obbligata da noi a restituire il ma1tolto. Sorveglierò. Maggiore Vincenzi » (3).

(l) -Non pubblicato: mancata occupazione di Prevesa. (2) -Non pubblicati. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e Atene con t. gab. 995 del 20 giugno.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2177/540. Pietrogrado, 17 giugno 1917, ore 15 (per. ore 10,55 del 18).

16 giugno.

Nelle elezioni municipali di Pietrogrado blocco socialista ossiano marxisti minimalisti, socialisti rivoluzionari, lavoratori specialisti populisti ecc. ottennero voti 389981 e 372 seggi e partito liberale cadetti progressisti ecc. 152286 voti e 157 seggi e il blocco dei minimalisti internazionalisti 11755 voti e 106 seggi.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1636/211. Atene, 17 giugno 1917, ore 13,30 (per. ore 20,30 del 18).

Alle cose dette da Cecil ad Imperiali (tel. V.E. Gab. 914) (l) reputo opportuno quantunque si tratti di cose oltrepassate oramai dagli avvenimenti opporre alcune considerazioni: l) è falso che ministri ad Atene siano in dissenso ed azione individuale discorde. Ognuno di noi segue le direttive del proprio Governo e divergenze di metodo e d'opinione esistevano tra questi e non personalmente fra noi. Si tratta di leggenda abilmente propalata dalla Francia per giungere al proprio intento della unicità della rappresentanza diplomatica; 2) se la diplomazia inglese dopo tanti mesi di polemiche ricorre per provare la germanofilia del Re alla testimonianza della Signora Kerhebrown (una stolta pettegola che io pure ebbi torto di ricevere) si vede proprio che essa è a corto di argomenti; 3) forse Gran Bretagna è sincera affermando che non ha intenzioni di forzare la Grecia ad entrare in guerra contro la sua volontà. Tale non è certo l'idea della Francia e basta parlare una volta con uno degli infiniti ufficiali francesi di qua per convincersi che essa non ha rinunziato all'intenzione di trarre tutta la Grecia in guerra come fece per la frazione venizelista; 4) è assolutamente falso la grandissima maggioranza... (2) del Re. La politica del Re Costantino era la neutralità e la grandissima maggioranza del popolo greco è stata ed è tuttora neutralista ad oltranza. Allorquando la Francia sarà giunta al proprio intento e vi giungerà certamente si accorgerà di aver profuso centinaia di milioni, sprecate preziose energie, creati dissidi fra i suoi migliori e più antichi alleati per crearsene uno nuovo di nessun valore militare. Se il • fairness • inglese non fosse divenuto una leggenda come tante altre cose, credo che Cecil

invece di tentare di scuotere le giustissime proposte di V. E. di restare oramai fuori di questi imbrogli greci, farebbe bene a riconoscere modestamente che la diplomazia inglese è stata nuovamente giocata dalla francese e che per totale incomprensibilità della situazione o per altre ragioni che non saprei indovinare si è fatta stoltamente complice dello stabilimento di un vero e proprio protettorato francese in Grecia (1).

(l) -Ritrasmette il t. gab. 1503/271 da Londra, cfr. n. 245. (2) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1642/250. Pietrogrado, 17 giugno 1917, ore 20,52 (per. ore 14,30 del 19).

Mio telegramma n. 249 (2).

Terescenko fa dileguare i miei dubbi circa pubblicazione nostra risposta col rilevar,e che l'incidente Grimm (mio .telegramma 534) (3) e l'attitudine contro i maneggi tedesco-svizzeri della quale fa fede la discussione avvenuta ieri in seno al congresso di tutto il Soviesco rendono propizio il momento per pubblicare la nostra nota, la cui intonazione dopo le modificazioni introdottevi gli sembra del resto intermedia tra quella della nota francese e quella dell'America. Ciò stante mi sono tosto inteso col ministro perché la nostra risposta nel testo integrale dello schema inviatomi da V. E. sia pubblicata senz'altro. Gli rimetterò questa sera il testo suddetto, che dovrà comparire posdomani o mercoledì, domani non uscendo giornali.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1661/248. Pietrogrado, 17 giugno 1917, ore 16,15

(per. ore 3,30 del 21).

16 giugno.

Questo ministro degli affari esteri ha rimesso il 13 corrente al ministro Thomas una comunicazione di cui riassumo qui appresso il tenore:

• La rivoluzione russa non influisce soltanto sulla politica interna del paese, ma anche sulla politica internazionale. Difendendo nella lotta contro il nemico la grande idea della libe11tà della Russia, mira allo stabilimento della pace universale su basi escludenti ogni procedimento di violenza. Fedele a questi principì la nazione russa è fermamente decisa a opporsi ad ogni tendenza di conquista ed a combattere le mire imperiali del nemico sia nel campo politico che in quello degli interessi finanziari ed economici e se tra il nostro Governo ed i Governi alleati potesse verificarsi qualche divergenza circa fini della guerra

noi siamo certi che la stretta unione esistente tra la Russia e gli Alleati assicurerà il completo accordo su tutte le questioni sulla base dei principi ai quali si è ispirata rivoluzione russa. Irremovibilmente unita alla causa comune degli Alleati la democrazia russa accoglie con viva soddisfazione le decisioni di quelle potenze che si sono dichiarate pronte ad una revisione degli accordi concernente gli scopi defini·tivi della guerra. Suggeriamo a 'tale fine di riunire una conferenza degli Alleati che potrebbe aver luogo prossimamente quando se ne presenti la favorevole occasione. Ma l'accordo di Londra del 5 settembre 1914 che esclude la possibilità della pace separata di ogni alleato deve esser sottratto alla discussione della conferenza •.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 987 del 19 giugno. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 378.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2237/534. Pietrogrado, 17 giugno 1917, ore 15 (per. ore 4,05 del 22).

16 giugno.

Giornale ufficiale pubblica seguente dichiarazione governativa: Governo provvisorio ha avuto notizia da fonte ineccepibHe del seguente teLegramma diretto dal dipartimento politico svizzero al ministro di Svizzera in Pietrogrado in data del 9 giugno 1917.

• Consigliere federale Hoffmann autorizza a fare al signor Grimm seguente comunicazione verbale: Germania non intraprenderà nessuna avanzata finché un accordo colla Russia si dimostrerà possibile. Dopo varie interviste con autorevoli persone mi sono persuaso che Germania cerca concludere colla Russia pace onorevole per entrambe le parti con strette relazioni commerciali economiche e sostegno finanziario per ricostituzione Russia. Nessuna ingerenza negli affari interni della Russia accordo amichevole relativamente Polonia Lituania Curlandia in base ai reciproci interessi dei popoli. Scambio dei territori occupati con quelli austriaci tenuti dalla Russia. Sono persuaso che Germania suoi alleati intavolerebbero immediatamente trattative di pace qualora alleati della Russia lo desiderassero. Quanto agli scopi della guerra leggete comunicati della Nord Deutsche Zeitung dove d'accordo con Asquith affermasi circa annessioni che Germania non vorrebbe nessun aumento di territorio per rafforzamento o allargamento economico e politico •.

Governo provvisorio ha incaricato quindi ministri Tzeretelli e Skobeleff di chiedere spiegazioni in proposito a Roberto Grimm. Questi ha consegnato loro seguente documento.

Dichiaro: l) non mi è stata fatta né direttamente né indirettamente dal ministro di Svizzera comunicazione di sovta circa progetti germanici di paoe; 2) contenuto telegramma deve essere considerato come tentativo Germania di valersi dei discorsi da me pronunciati a Pietrogrado per intavolare trattative di pace separata cui tanto aspetta diplomazia germanica; 3) rifiutai entrare in qualsiasi conversazione politica colla legazione germanica in Berna quando feci

vistare colà mio passaporto ed a Stoccolma evitai ogni contatto con rappresentanti del partito socialista tedesco; 4) per quanto riguarda partecipazione Governo federale a tale affare me ne potrò rendere conto soltanto sul posto; 5) come socialista democratico non permetterò mai si faccia di me un intermediario di piani imperialistici di Governi.

Tzeretelli e Skobeleff hanno ritenuto non soddisfacenti tali risposte e Governo provvisorio ha invitato Roberto Grimm ad abbandonare Russia. Grimm è partito stamane.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2231/535. Pietrogrado, 17 giugno 1917, ore 15 (per. ore. 4,35 del 22).

16 giugno.

Novaia Gisni scrive che diritto di disporre delle proprie sorti spetta non soltanto alle popolazioni dei territori direttamente contestati nella presente guerra quali Alsazia-Lorena, Polonia ecc., ma anche alte popo,lazioni dell'India, Persia, Corea, Siam, Egitto. Giornale dilungasi specialmente sull'India e dice essere dovere degli amici della libertà mondiale di favorire movimento di liberazione del popolo indiano.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2790/652. Londra, 17 giugno 1917.

A seguito del mio telegramma odierno n. 296 {l) ho l'onore di trasmettere qui allegata in copia a V.E. la nota del Foreign Office in data 15 corrente nella quale è enunciato il punto di vista russo circa le eventuali dichiarazioni dell'E.V. alla Camera circa l'Asia Minore.

ALLEGATO.

CECIL A IMPERIALI

w. 114994/17. Londra, 15 giugno 1917.

With reference to my note of the 4th instant, on the subject of the declaration regarding Asia Minor which Baron Sonnino wishes to make on the opening of the Italian Parliament, I have the honour to state that I have been informed by the Russian Chargé d'Affaires that the Russian Minister for Foreign Affairs considers it preferable not to make such a declaration.

Il -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

M. Nabokoff added, however, that, if Baron Sonnino considered that it had become absolutely necessary for him to make some announcement, M. Terestchenko would see no objection to a generai statement to the effect that the question was under consideration, and that the interests of the Allied Powers were to be equally safeguarded and guaranteed.

(l) Non pubblicato. Richiama il t. gab. 958 di Sonnino, cfr. n. 347.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2406/807. Parigi, 17 giugno 1917.

Dal R. Console a Lione ricevo il rapporto del quale ho l'onore di accludere copia..

Non ho mai inteso parlare della candidatura del Signor Herriot, già ministro neH'ultimo ministero Briand, e non so quindi quale fondamento abbia la notizia riferita dal Commendator Mordini, ma essa è l'eco della voce che da qualche tempo qui circola sul possibile richiamo del Signor Barrère.

Da parecchie persone ho già inteso deplorare che il Signor Barrère • non sia più quello di una volta •. Recentemente il Signor Barthou mi diceva quanta stima abbia dell'attuale rappresentante della Francia a Roma, il quale • è stato un vero amico dell'Italia e tanto ha contribuito al riavvicinamento dei due paesi; ed è un peccato che ora 1e sue facoltà non siano più quelle di una volta... la sua caduta da cavallo, l'accidente automobilistico... e poi, si sa, tutto deve finire... ma è stato un grande amico dell'Italia ed è importante che i rappresentanti dei nostri due Paesi sieno animati da simili sentimenti •.

Non mi è riuscito strano d'intendere oggi che un rappresentante estero, qui in Parigi, abbia detto risultargli che il Signor Barthou debba essere nominato presto a Roma.

Un altro aspirante all'Ambasciata di Roma era il Signor de Margerie e la moglie non mancava di far capire come desiderasse quel posto per suo marito, mi ha perciò meravigliato l'altra sera quando, a pranzo da me, l'ho intesa dirmi come, avendo recentemente sentito che il Governo francese ha l'intenzione di nominare Ambasciatori scelti fra gli uomini politici, essa ne era stata lieta perché così spera che suo marito non lasci Parigi, dove si sta tanto bene.

Aggiungo infine che due giorni or sono il Signor Cambon mi ha fatto, senza ragione alcuna, molti elogi dell'Ambasciatore a Roma, quasi difendendolo contro critiche che nessuno gli faceva in quel momento, ma che forse il Cambon aveva -inteso poco prima e di cui temeva probabilmente fosse giunta anche a me qualche notizia.

Da questi vari indizi credo si possa dedurne che esista il desiderio di sostituire il Signor Barrère con un uomo politico, forse per togliersi di qui un oppositore o un aspirante al potere come il Barthou o come l'Herriot, ma non ho, almeno per ora, alcuna ragione di credere che tale intenzione possa realizzarsi prossimamente.

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RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 17 giugno 1917.

La giurisdizione religiosa dell'isola di Rodi e delle altre del Dodecaneso, appartenne fino a circa 20 anni fa, alla Prefettura Apostolica Francescana di Costantinopoli. Il 14 agosto 1897 la Missione di Rodi fu, per decreto della Sacra Congregazione, eretta a Prefettura Apostolica indipendente con giurisdizione sulle isole di Rodi, Syme, Nisyros, Scarpanto, Castellorizzo, Cos, Chalke, Leros, Kalymnos, Pserimos, Telos, Kasos e tale è tuttora.

Il Primo Prefetto Apostolico fu il Padre (Italiano) Felice da Jenne, dell'Ordine dei Frati Minori; morì nel 1910 ed il suo successore fu l'attuale Prefetto, Padre Ignazio Beaufays, di nazionalità belga.

Tutta la Missione si compone di pochi Frati dell'Ordine dei Minori e di poche Suore Francescane da Gemona.

Su di essa vanta ed esercita la protezione, l'autorità diplomatico-consolare Francese, in base alle note pretese di protezione sugli Istituti Cattolici In Oriente.

Questo fu lo stato di cose trovato da noi al momento dell'occupazione del Dodecaneso: e questa è pure la situazione odierna.

Gli inconvenienti di questo stato di fatto sono descritti nell'accluso rapporto del Generale Croce (l); ma, in parte soltanto; in esso non si fa menzione dell'inconveniente principale: della diminuzione di prestigio, cioè, che· ne viene ad una potenza cattolica quale l'Italia, esercitante a Costantinopoli, Smirne, in Siria e Palestina la protezione su Istituti e Chiese Cattoliche, pel fatto che la protezione sulla Missione Francescana di Rodi, è, invece, esercitata dalla Francia e non dall'Italia, stato occupante, a cui appartengono, come sudditanza, i membri della Missione, nella grande maggioranza.

Questo stato di cose diviene tanto meno tollerabile, allorché il Prefe11to Apostolico è, come il Padre Beaufays, persona che simpatizza più per la Francia che per l'Italia, e della situazione delle cose si serve per crearsi uno stato di indipendenza verso l'autorità occupante.

Il Generale Croce non intende ora sollevare la grave questione dei cattolici nel Dodecaneso : ma allude a sollevarla e risolverla a tempo opportuno.

Questo Ufficio stima che la soluzione vada fin d'ora preparata. Di fronte all'azione della Francia per ottenere che il Prefetto di Rodi segua un indirizzo più conforme agli interessi Francesi, l'Ufficio consiglia un'azione, energica e decisa, per ottenere dal Padre Generale dei Francescani, la sostituzione del Prefetto attuale, con un Padre Francescano Italiano. Esso indica per tale carica il Padre Lodovico Ciganotto, persona che gli viene designata come avente tutte le qualità pel posto che coprirebbe, e come pronto ad assumerlo.

Ottenuta la nomina di un Padre Italiano a Prefetto Apostolico di Rodi, si otterrà poco dopo che tutta la Missione invochi il passaggio sotto la protezione italiana o, per meglio dire, la cessazione della protezione Francese. E poiché si verificherebbero così tutte le condizioni previste dall'accordo Italo-Francese del 1905 (30-31 agosto) ne sarà chiesta la applicazione.

Prego V.E. di voler far sapere se consente sia dato corso a questo progetto.

(l) Cfr. n. 114.

383

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

L. P. Roma, 17 giugno 1917.

Ebbi la tua del 12 (1), e ieri ebbi dal ministro il tuo rappor,to pari data circa A. M. Il ministro mi ha detto di preparare al più presto la risposta, ma non ha escluso di accogliere il tuo suggerimento, espresso nel rapporto, e da me appoggiato, di attendere qualche giorno.

Mi varrò certamente delle giustissime tue considerazioni accluse alla tua del 12. Ho detto di raccogliere tutti i telegrammi e documenti dei negoziati del 1913 e '14. Spero trovare il teskerè o un documento che provi la concessione turca fino a Mersina esclusa. (Più semplice sarebbe domandarlo allo stesso Nogara, ma ciò è escluso). A prima vista, mi pare si possa sostenere che coi turchi ci siamo accordati pel limite a Mersina (esclusa) e che se poi dovemmo retrocedere fino ad Alayn, fu pei riguardi dell'Austria, che elevò quella pretesa: sarebbe strano che la Francia ritenesse di subentrare di fronte a noi nelle pretese austriache (le quali furono poi da noi praticamente mandate a monte). Così pure è da esaminare l'affermazione r,elativa all'evacuazione del Dodecanneso che riguarda la Turchia e il trattato di Losanna. Con l'Inghilterra abbiamo girato la difficoltà.

A proposito del significato della locuzione • zona di influenza » di cui mi

scrivesti, notizie dall'Egitto e da Gedda confermano quanto io sempr,e suppo

nevo zone A e B sotto l'alta sovranità del Re dell'Hedjaz. (Recenti negoziati

di Sykes e Picot).

P.S. -Ho anche sott'occhio il tuo rapporto 10 corrente 2316 (2). È una prova di più che accanto e sopra le carte scritte e firmate si va creando una: situazione di fatto nuova e diversa.

384

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. UU. 982. Roma, 18 giugno 1917, ore 20.

È di somma urgenza, in vista della apertura della Camera italiana, che avverrà posdomani, una decisione sulla pubblicaziQne della nostra nota di

risposta alla Russia di cui nel mio telegramma Gabinetto n. 956 (1). Prego V.E. telegrafarmi senza indugio.

(l) -Cfr. n. 326. (2) -Non pubblicato.
385

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 985. Roma, 18 giugno 1917, ore 21.

In un promemoria rimesso dal ministero degli ester,i francese a Salvago circa la determinazione del confine a ovest di Mersina viene anche esamina:ta l'estensione degli interessi italiani nella zona di Adalia derivanti dall'accordo anglo-italiano del 19 maggio 1914. A questo proposito, in forma incidentale e tra parentesi, è fatta la seguente osservazione:

« Il est à remarquer tout d'abord que, dans la négociation anglo-italienne du commencement de 1914, les avantages consentis par les anglais aux italiens avaient par contrepartie l'évacuation du Dodécanèse par l'Italie •.

A tale osservazione è ovvia la risposta che la questione del Dodecanneso è oggi definita dal successivo trattato di Londra dell'aprile 1915 e che in ogni modo, per quanto concerne il periodo antecedente, essa riguardava l'Italia e la Turchia.

Tuttavia prego V. E. telegrafarmi se ed in quali ·termini, 'e se per scritto o verbalmente la questione del Dodecanneso fu abbinata ai negoziati che condussero alla Convenzione predetta del 19 maggio 1914. Urgendo preparare la risposta al pro-memoria francese prego telegrafarmi con cortese sollecitudine.

386

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1641/213. Atene, 18 giugno 1917, ore 14,40 (per. ore 7,25 del19).

Jonnart rimette la seguente nota circa la sua attività di questi giorni:

• J'ai attendu pour conférer avec Zaimis des questions les plus urgentes à régler que les condi,tions de l'ultimatum fussent exécutées. J'ai appelé son attention sur la nécessité de veìller à ce que l'entourage du Roi soit composé de telle façon qu'il offre toute' garantie à l'Entente.

Je lui ai remis une liste des personnes qui sous le dernier régime se sont distinguées pour leurs actions et leur propagande contre l'Entente mettant ainsi en péril la sécurité de notre armée d'Orient.

Parmi ces personnes les unes doivent étre éloignées de la Grèce continentale, les autres mises en surveillance et en résidance imposée. Zaimis m'a promis soumettre mes demandes au Conseil des Ministres et de me répondre

demain soir. Je l'ai invité ensuite d'entrer dans le plus bref délai possible en pourparlers avec Venizelos et à rechercher avec lui les moyens de rétablir le fonctionnement régulier de la constitution et de l'unité de la Grèce. Il convient enfin que le haut commissaire évite toute intervention trop directe dans les affaires intérieures du pays étant bien entendu qu'il suivra de près les conférences de Zaimis et du chef du Gouvernement de la défense nationale, et s'efforcera à titre de conseiller ou d'arbitre de faciliter l'accord, qui est si désirable entre eux. Je ne me dissimule pas les difficultés que j'aurai à concilier les prétentions des deux chefs du Gouvernement et à réaliser une entente ».

(l) Cfr. n. 336.

387

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1638/169. Parigi, 18 giugno 1917, ore 21,35 (per. ore 9,30 del 19).

Persona generalmente bene informata ha riferito al colonnello Brancaccio che in seguito alle notizie portate qui da deputati socialisti reduci dalla Russia circa impossibilità di serie azioni militari da parte della Russia, prevale in un gruppo di socialisti, del quale farebbe parte Sembat, l'opinione che convenga indebolire la Germania mediante la pace separata con l'Austria.

Agente da essi inviato in !svizzera sarebbe un finanziere francese, Stern, ma per ora senza alcun risultato. La stessa persona aggiunge che lo stesso gruppo socialista agirebbe sul Vaticano per indurlo ad adoperarsi in favore della pace. Intermediario sarebbe padre Finet.

Riferisco queste notizie senza affermare che abbiano fondamento e a scopo di controllo (1).

388

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2212/541. Pietrogrado, 18 giugno 1917, ore 14 (per. ore 11,05 del 21).

17 giugno.

Si è inaugurato ieri congresso dei Soviet di tutta la Russia. All'unanimità è stato eletto presidente Tcheize. I diversi partiti hanno concorso con loro rappresentanti alla formazione ufficio presidenza. Nella prima seduta è stato esclusivamente discusso affare di cui mio telegramma 534 (2). Su tale oggetto congresso ha approvato azione Tzereteli e Skobelef con 640 voti contro 121 e 12 astensioni.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e al ministro a Berna, Paulucci, con t. gab. 992, del 20 giugno. (2) -Cfr..n. 378.
389

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2216/542. Pietrogrado, 18 giugno 1917, ore 14 (per. ore 12,10 del 21).

17 giugno.

Commentando nota Terescenko a Thomas Dielo NaToda approva osservando però che essa giunge con ritardo e con lo scopo di prevenire rimprovero che congresso dei Soviet di tutta la Russia gli muove per il poco zelo della{ diplomazia russa nell'interpretare volontà del popolo. Dien scrive che prima di riunire conferenza interalleati occorre stabilire vero significato della formula • pace senza annessioni né contribuzioni » in base alla libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli. Russia è in diritto di aspettare dal congresso dei Soviet programma ben definito di pace.

Novaia Gisni scrive che avvenire della rivoluzione esige dalla Russia non una pace separata, ma una guerra separata non contro imperialismo germanico, ma contro imperialismo in generale.

Birgevia Viedomosti approva convocazione conferenza perché questa metterà in chiaro vere intenzioni Alleati. Se Germania non accetterà condizioni avanzate dalla conferenza, Russia dovrà continuare combàttere per il successo dell'opera comune.

390

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 256/84. Le Hàvre, 18 giugno 1917.

Nei miei rapporti degli ultimi due anni intorno ai desiderata del Belgio dissi che l'acquisto del Granducato di Lussemburgo era la maggiore sua aspirazione. Il Governo, rendendosi conto della reale situazione delle cose, non ha sostenuto il progvamma imperialista, anteriormente da me esposto -che non ha del resto aderenti importanti né numerosi -limitando le aspirazioni al Granducato, le quali, sono, a suo avviso, più realizzabili ed urtano meno ad interessi di altre Potenze.

Dopo il memorandum sulla questione del Lussemburgo e sui diritti che vi avrebbe il Belgio per ragioni etniche, storiche -memorandum che V. E. ha dovuto ricevere mesi or sono dal Conte Van den Steen -il Governo ha chiesto a Londra e Parigi se quei Gabinetti volessero nel trattato di pace appoggiare il progetto di annessione al Belgio di detto territorio.

Per quanto mi è riuscito sapere, il Governo francese e l'inglese non hanno preso impegni in proposito, rispondendo che non avevano difficoltà alcuna a che quella aspirazione belga fosse soddisfatta.

Il risultato dei passi del Governo belga è stato abbastanza buono se si tengano presenti le antiche mire della Francia sul territorio in parola per ragioni strategiche e provvedere coi propri mezzi alla difesa della sua debole frontiera dell'est.

Osservo che ciò è accaduto prima della rivoluzione russa e quindi del programma da essa fatto proprio di volere escludere le annessioni e le indennità.

Un incidente di modesta importanza ha dato luogo in questi giorni a nuove pratiche sull'argomento.

Fra i tanti comitati sorti a Parigi • Franc:e-Italie •, • France-Angleterre •, ecc. ecc., si è costituito quello di • France-Luxembourg •, e una deputazione di esso è stata ricevuta dal Signor Ribot al quale ha rimesso un indirizzo.

Il ministro del Belgio a Parigi, impressionato di ciò, ne ha parlato al Quai d'Orsay e ha ottenuto una dichiarazione presso a poco in questi termini: il Governo francese non novera fra i suoi scopi di guerra l'acquisto del Granducato del Lussemburgo. Il Governo britannico ne è stato informato.

La dichiarazione di disinteressamento della Francia al territorio desiderato dal Belgio ha per questo un reale valore.

Senonché mi risulta da buona fonte che, qualora il Lussemburgo dovesse essere dato al Belgio, la Francia insisterebbe per la cessione di alcune zone presso la frontiera sulle quali sono impiantati taluni stabilimenti industriali francesi.

Dell'acquisto di cui si tratta ministri ed alti funzionari belgi ormai parlano senza reticenze. Il Governo terrebbe alla realizzazione del progetto anche per ragioni di politica interna e per rafforzare la propria situazione. Secondo notizie dal Belgio invaso forti malumori, infatti, si accentuerebbero contro l'azione del Governo, specialmente per la questione alimentare.

391

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2188/178. Washington, ..... (per. ore 9 del 19 giugno 1917).

Telegramma di V. E. 789 (l) e telegramma di V. E. Gabinetto n. 969/50 (2).

Incidente americano-giapponese svoltosi così:

Questo Governo dirigeva da solo il 4 corrente una nota amichevole a Pechino nella quale chiedeva alle due fazioni di comporre le contese rilevando che il mantenimento dell'ordine interno della repubblica importava in questo

momento più del fatto di una dichiarazione di guerra alla Germania. Lansing avvertiva poi Tokio, Londra, Parigi di questa nota, chiedendo loro di associarvisi ma ingenerando l'impressione che si trattasse di documento da mandare e non già di rmevo. Intanto un giornale di qui basandosi su un telegramma da Pechino, ma ignaro del testo della nota ne immaginava e ne diffondeva una versione aggravata. Questa versione, accompagnata da commenti, provocò in Giappone il noto risentimento, sia per il supposto contenuto della nota, sia per il fatto che contrariamente a quanto si credeva essa era stata mandata senza previa consultazione con Tokio. Uguale sorpresa avrebbero manifestato Londra e Parigi che si preparavano a discutere i concetti e i termini della nota stessa. Alle rimostranze di questa ambasciata del Giappone, Lansing ha opposto che si trattava di un documento platonico ed il mio collega giapponese mi ha detto che, dissipato l'equivoco, si era appianata ogni cosa. Ma rimane che il Giappone ha manifestato chiaramente non essere disposto ad ammettere ingerenze americane in Cina senza previa consultazione con Tokio e che in seguito a ciò l'Inghilterra ha opposto un cortese rifiuto associarsi alla nota di Washington. L'ambasciatore di Francia che aveva istruzioni di proporre modificazioni al testo della nota, mi ha detto che dacché essa era stata mandata e il risentimento è accaduto, riteneva che anche il suo Governo avrebbe declinato di associarvisi. Lansing a sua volta confermandomi l'atteggiamento del Giappone se ne mostrava infastidito come di cosa non spiegabile. L'arrivo della missione giapponese gioverà a chiarire tutta la situazione ed appianare le difficoltà. Missione presieduta da Jokii è attesa qui alla fine di luglio-primi di agosto. Dalle parole di questo ambasciatore del Giappone rilevo la conferma che il suo Governo si propone di trattare la cosa amichevolmente. Impressione comune è che Lansing abbia agito in questa circostanza con alquanta leggerezza.

(l) -T. 789 del 14 giugno, non pubblicato: rimostranze del Giappone perché gli Stati Uniti agiscono in Cina senza consultare il Governo giapponese. (2) -Non si pubblica. E' la ritrasmissione a Washington del t. 1603/34 da Tokio.
392

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 986. Roma, 19 giugno 1917, ore 10,35.

Telegramma di V. E. n. 12230 (1).

R. ministro ad Atene telegrafa quanto segue:

• Generale Mombelli mi ha dato lettura ecc. ecc. (come nel telegramma 212 (2) meno • non posso a meno innanzi tutto ... » sino a • considerazioni puramente personali • sino alla fine).

In vista di quanto prec,ede 'e visti gli inconvenienti dell'inviare il generale Marro in Grecia prego V. E. di riconsiderare questione suo trasloco da Corfù.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 370.
393

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 989. Roma, 19 giugno 1917, ore 20.

Ricevuto rapporto di V. E. 14 giugno n. 2703 (l) concernente Asia Minore. Sono sempre in attesa della diecina di copie della carta Turchia asiatica oggetto del mio te1egramma 642 del 30 aprile (2) e telegramma di V. E. Gab. 207 (3) Prego spedirmele al più presto.

394

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 990. Roma, 19 giugno 1917, ore 20.

Non mi oppongo alla ulteriore occupazione a sud di Janina purché limitata alla linea indicata nel telegramma di V. E. n. 12135 (4) che si giudica geograficamente e militarmente più conveniente. Occorre però accertarsi, anche in vista della nuova situazione politica in Grecia, che nostra avanzata avvenga senza incidenti e conflitti.

395

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 991. Roma, 19 giugno 1917, ore 21.

Si sta vedigendo la risposta alla nota francese circa Asia Minore annessa al suo rapporto del 12 corrente n. 779 (5). La nota stessa afferma che a St. Jean de Maurienne la Francia consentì a fare una concessione sul limite del Capo Anamur e che in tal senso dev'essere intesa la stipulazione: • La zon:e italienne commencera à un point à déterminer à l'ouest de Mersina •.

Sta in fatto, per contro, che io consentii a quella locuzione del processo verbale in seguito all'osservazione di Ribot che la carta di Lloyd George portava il confine troppo immediatamente vicino a Mersina. Sarebbe opportuno menzionare questo particolare. A tale scopo prego V. E. telegrafarmi se, ricordando le parole pronunciate da Ribot nella seduta definitiva per l'approvazione

del processo verbale, le sembri che nella nostra risposta possa includersi il seguente inciso: • seulement, au moment de la rédaction du procès verbal,

M. Ribot exprime la réserve de trouver sur une bonne carte un point à l'ouest de Mersina apte à constituer une bonne frontière, la ville et le port ne devant pas etre suffoqués par la frontière meme •.

Gradirò eventuali suggerimenti di modifica.

(l) -Cfr. n. 344. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 852. (3) -T. gab. 1134/207 del 2 maggio, che non si pubblica: Imperiali comunica che la carta della Turchia asiatica è prodotta dal Ministero della Guerra e che farà in modo di averne una copia. (4) -Non pubblicato. (5) -Il rapporto non è pubblicato. Per la nota, cfr. n. 326, allegato II.
396

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1653/217. Atene, 19 giugno 1917, ore 13,30 (per. ore 23,35).

I giornali pubblicano la lista delle persone di cui Jonnart ha chiesrto allontanamento dalla Grecia e la sorveglianza speciale. La prima contiene 29 nomi fra i quali Gunaris, Streit, Dusmanis, Mercuri, ecc. La seconda contiene 87 nomi fra i quali Skuludis, Lambros, Dragoumis, Baltaggi ex ministro, mol>ti ufficiali, due metropoliti, ecc.

Il direttore della polizia ha notificato alle persone contenute nella prima lista di presentarsi prima stasera al generale comandante le forze delle potenze alleate sotto pena arresto e confisca beni. Si ignora tuttora dove queste persone dovranno recarsi; sembra che ai principali si imponga di andare in Spagna. V. E. giudicherà come l'allontanamento e la messa sotto sorveglianza di pressoché tutti i principali capi partito possano conciliarsi coi proposilti manifesrtati ieri da Jonnart di preparare delle • libere elezioni politiche • (mio telegramma n. 204 (1).

Si tratta evidentemente di preparare il ritorno trionfale Venizelos dietro voto unanime del popolo ·ellenico unanime nel terrore del cannone de1l.'ammiraglio francese e della legge marziale del generale francese apostolo della libertà francese.

397

IL SENATORE MAYOR DES PLANCHES AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2193/696. Londra, 19 giugno 1917, ore 22,25 (per. ore 3,50 del 20).

Il rappresentante dell'Associated Press A merican in Londra ha esposto al commendator AttoUco che i ministri britannici dei Consumi, dell'Agricoltura e dei Lavori hanno concesso intervista da pubblicarsi in America per affermare l'importanza che avrebbe per gli Alleati una legislazione americana sui consumi ed esprimerebbe la speranza che venga quanto prima promulgata, poiché senza di essa non si possono fare previsioni né calcoli per l'avvenire. I principali giornali politici hanno fatto commenti al medesimo effetto.

Detto rappresentante ha espresso l'augurio che una campagna analoga sia condotta a Londra a mezzo Salvatore Cortesi corrispondente costì della Associated Press.

Personaggi ufficiali americani indicano da Washington la necessità di esercitare tale pressione per conseguire prontamente quel risultato.

Invio per posta il testo dell'intervista concessa da questo ministro della Agricoltura e che si chiude con queste parole: • Abbiamo in vista grandi privazioni. Il Governo degli Stati Uniti le può alleviare con una pronta azione nella questione dei consumi. Ogni giorno di dilazione accresce la nostra ansietà e la nostra incertezza • .

(l) Cfr. n. 325.

398

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 1651/300. Londra, 19 giugno 1917, ore 21,58 (per. ore 4,30 del 20).

Telegramma di V. E. n. 985 (1).

I negoziati che condussero alla nota convenzione ebbero ongme dall'intervento britannico nel settembre 1913 a tutela dei diritti e degli interessi privati della compagnia Smirne-Aidin compromessi dalle note concessioni da noi ottenute dalla Turchia. I negoziati furono condotti verbalmente da me con Grey. Il quale, come ricordo bene e come V. E. potrà rilevare dalla mia corrispondenza di quel tempo, più volte dichiarò questo Governo non aver in quelle regioni alcun interesse politico né alcun motivo di opporsi alla espansione economica dell'Italia quando beninteso fossero salvaguardati i diritti e gli interessi della Compagnia inglese. Siccome quella compagnia non mostrava alcun desiderio di intendersi con noi il compianto marchese di Sangiuliano per spingere questo Governo che allora desiderava indubbiamente affrettare la nostra evacuazione ad influire ,efficacemente sulla compagnia impostò la questione sostanzialmente nei termini seguenti in conformità delle decisioni della conferenza di Londra: l'Italia è pronta ad evacuare il Dodecanneso ma non può farlo se prima la Turchia non avrà dal canto suo eseguito gli impegni assunti dal trattato di Losanna e anche compensare l'Italia per i sacrifici ulteriori da essa sostenuti per gli indugi derivati dall'inadempimento della Turchia. Questo compenso il R. Governo faceva consistere nella nota concessione e pertanto in conclusione dichiarava qui che non avrebbe evacuato le isole fino a quando il Governo britannico nell'interesse della Smirne-Aidin avesse continuato a sollevare a Costantinopoli ostacoli alla piena esecuzione delle concessioni portuali-ferroviarie acquisite all'Italia in base al teskeré. Grey sulle prime sosteneva non essere giusto che del compenso dovuto all'Italia dalla Turchia dovesse far le spese una compagnia privata britannica ma in presenza del fermo contegno del R. Governo e posso onestamente aggiungere grazie alle mie personali relazioni le quali mi permisero di paralizzare a tempo malevoli azioni dei nostri Alleati miranti ad intorbidare con false insinuazioni, circa il preteso equivoco nostro contegno nella

questione dell'attribuzione alla Grecia di Scio, Mitilene, ecc., i rapporti italainglesi, Grey finì per costringere la Smirne-Aidin a venir·e a patti. E dopo un cumulo di peripezie e malgrado gli intrighi di ogni genere di Hakki pascià si giunse come Dio volle al noto accordo. Esso non fu preceduto in alcun momento da dichiarazioni scdtte nostre o britanniche constatanti ufficia,lmente l'abbinamento della concessione di Adalia con l'evacuazione Dodecanneso. Su quanto precede De Martino che fu qui nel gennaio 1914 e conferì pure con Grey potrà dare a V. E. complementari schiarimenti a conferma di quanto io le riferisco ora. Per quanto concerne specialmente il Dodecanneso a prescindere dal trattato dell'aprile 1915 mi occorre ricordare che scoppiata la guerra in seguito all'iniziativa mia personale Grey e Churchill mi fecero chiaramente capire che il Governo britannico non avrebbe più insistito sulla nostra evacuazione (vedere

miei telegrammi Gabinetto 228, 318 e 322 dell'agosto 1914) (1). Riesce ciò stante incomprensibile e inammissibile l'osservazione francese in merito a passate conversazioni ed intese esclusivamente itala-inglesi per una questione in cui il Governo francese non aveva e non ha alcun titolo per ingerirsi.

(l) Cfr. n. 385.

399

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1683/254. Pietrogrado, 19 giugno 1917, ore 16,10 (per. ore 14,18 del 22).

18 giugno.

Telegramma di V. E. n. 955 (2).

Parole di Sarrail devono essere l'eco della comunicazione del Governo russo a Thomas.

Neratoff mi ha detto che il Governo provvisorio non si attende il parere del Governo francese circa convocazione di una conferenza di revisione se non dopo l'arrivo di Thomas a Parigi, dopo cioè che egli avrà intrattenuto Ribot di tale argomento, il che non può aver luogo prima del 24 corrente.

Solamente dopo il parere del Governo francese il Governo provvisorio esaminerà l'opportunità di diramare inviti agli Alleati. Ma anche in caso affermativo non procederà all'invito senza previa intesa con essi.

Ho risposto a Neratoff che secondo informazioni nostre Ribot avrebbe già

sconsigliato il Governo provvisorio dall'avanzare quella proposta e che il Go

verno italiano era dello stesso parere. Neratoff mi assicurò che nessuna risposta

era finora pervenuta da Parigi e ripetè che non l'attendeva se non dopo arrivo

di Thomas in Francia. Avendo egli confermato che comunicazione a Thomas è

puramente per uso interno russo gli dissi francamente che conviene farlo sapere

sia pure confidenzialmente ai Governi alleati verso i quali il contegno della

Russia deve essere identico ed ho insistito perché Giers abbia istruzioni di chia

rire le cose a V.E.

(l) -Cfr. serie IV, vol. XII, n. 698 e serie V, vol. l, nn. 434 e 474. (2) -Ritrasmette a Londra, Parigi, Pietrogrado e alla legazione ad Atene il t. 11832 di Cadorna.
400

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1685/255. Pietrogrado, 19 giugno 1917, ore 16,15 (per. ore 14,30 del 22).

Telegramma di V. E. n. 749 (1).

Spalaikovic più che jugo-slavista è panserbista, partigiano cioè dell'annessione alla Serbia di tutto il paese di lingua serba. Zelantissimo nella sua propaganda non ha però trovato qui terreno così propizio come, dati i legami di razza e l'origine della guerra, si è potuto supporlo, e i risultati da lui ottenuti sono rimasti di gran lunga inferiori a quelli raggiunti dai suoi colleghi di Parigi e specialmente di Londra. La rivoluzione russa che ha quasi completamente paralizzato la corrente panslavista è da lui apertamente criticata e i suoi rapporti coi nuovi fattori politici sono freddi. Tutto ciò spiega il suo desiderio di allontanarsi da Pietrogrado. A quanto egli disse ad un amico, Pachitch gli avrebbe offerto il portafoglio degli affari esteri oppure la legazione a Roma. Qui sarebbe destinato in sua vece Gavrilovic. Spalaikovic è fra i panslavisti più attivi e reputati della diplomazia serba e sua destinazione in Italia acquista perciò un significato che il Governo serbo farebbe bene di chiarire previamente. Le mie relazioni personali con lui sono state sempre eccellenti.

401

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1709/253. Pietrogrado, 19 giugno 1917, ore 22,16 (per. ore 2,35 del 24).

18 giugno.

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 873 (2).

Anche questo Governo ha risposto per iscritto alla nota serba assicurando che la Russia si adopera a Londra e Parigi perché forze alleate a Salonicco non vengano diminuite.

402

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1710/251. Pietrogrado, 19 giugno 1917, ore 16,15 (per. ore 9,35 del 24).

17 giugno. Neratow mi ha detto che suggerimento contenuto nella comunicazione a Thomas di convocare conferenza per revisione accordi (mio tel. Gab. 248) (3)

non significa invito alla medesima che Russia rivolge ad alcune potenze; trattasi di un atto destinato ad uso interno. Neratow personalmente non crede che invito a tale conferenza avrà luogo. Comunque sia di ciò considero grave quell'atto é tale da richiedere una piena e pronta intesa fra i due Governi alleati circa il loro uguale atteggiamento di fronte alla prospettata eventualità. Accetterebbe l'invito l'Inghilterra in base all'ultima dichiarazione della sua risposta aHa nota russa del tre maggio? E la Francia ha ,essa autorizzato Thomas a ricevere la comunicazione e permetterne la pubblicazione? Ed entrambe hanno esse contemplato la possibilità della riunione di siffatta conferenza e indicato forse quali rinunzie sarebbero disposte a fare e a quale patto? Tutto ciò dovrebbe essere chiarito perché se per caso l'invito avesse luogo esso non ci trovasse impreparati e soli (1).

(l) -T. 749 del 6 giugno 1917, non si pubblica: Sonnino chiede informazioni sul ministro di Serbia a Pietrogrado, Spalaikovic. (2) -Ritrasmette a Parigi, Pietrogrado e Corfù il t. gab. 1477/268. (3) -Cfr. n. 377.
403

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2427/816. Parigi, 19 giugno 1917.

Qui accluso ho l'onore di trasmettere copia di un bollettino di informazioni raccolte dal cavalier Secchi e che conferma quanto già ebbi a riferire sulle voci che circolano in Parigi sul Presidente della Repubblica.

L'opposizione contro di lui si è accentuata, ma ciò non deve far credere che certamente debba scoppiare ora la crisi di cui si parla già da alcuni mesi. Come il malumore di grande parte della Camera in seguito alla discussione che ha avuto luogo n~ll'ultimo comitato segreto si è risolto in un voto di fiducia, è assai probabile che gli oppositori del Signor Poincaré, per considerazioni politiche o in seguito a qualche portafoglio o a qualche incarico che ottengono, consentano ad accordargli una tregua.

ALLEGATO.

SECCHI A SALV AGO RAGGI

Parigi, 17 giugno 1917.

La non felice avanzata francese del 16 aprile scorso ha sollevato un coro di

malcontento e di critiche che ha anche avuto occasione di manifestarsi nell'ultimo

comitato segreto della Camera.

Il Governo sembrava da principio che cercasse di sottrarsi ad una discussione

a fondo a questo riguardo, ma nella seduta del 15 corrente, il ministro Painlevé

ha dovuto fissare; a seguito dell'interpellanza Dalbiez, la seduta del 29 corrente

per la discussione in parola. Venerdì 29 corrente si avrà quindi con ogni proba

bilità un nuovo comitato segreto. L'avanzata di Champagne coinvolge una tri

plice responsabilità, quella del Presidente della Repubblica, quella del Generale

Nivelle e infine quella del Ministro della Guerra Painlevé, per non dire di tutto

il Ministero.

Per intendere la situazione occorre por mente che il Poincaré si è alienata

buona parte della Destra della Camera fino dal giorno in cui si oppose alla

nomina del Generale Pétain al posto dello Joffre, sostenendo che, trattandosi di

un clericale, non si poteva consegnare la Repubblica nelle mani della reazione; non può contare sui radicali socialisti, a causa della guerra da lui fatta al Caillaux e infine non ha mai avuto le simpatie dei socialisti perché costoro sono concordi nel dichiarare che al Poincaré si deve tutta quella visibile propaganda per la revanche che ha poi portato alla guerra attuale.

Ora mentre alla Camera si discuteva la interpellenza Dalbiez il gruppo repubblicano di sinistra -del quale fanno parte parlamentari ben conosciuti, come il Barthou, il Thompson, Etienne, Siegfried, etq., -ha tenuto una riunione per decidere della propria attitudine. Erano presenti circa sessanta Deputati e si vuole che tanto il Barthou quanto il Caillaux, che sarebbe intervenuto o avrebbe mandato il suo avviso, si siano trovati d'accordo nel subordinare ogni azione dei rispettivi gruppi ad un preventivo accordo coi socialisti. Il Barthou avrebbe fatto una requisitoria contro il Poincaré e il Nivelle, accusando il primo di una doppia specie di responsabilità quella cioè di essersi opposto alla nomina del Pétain e quella di aver fatto prevalere il suo concetto dell'offensiva, sostenendo e difendendo poi il Generale Nivelle. Contro quest'ultimo' il Barthou avrebbe ricordato le dichiarazioni e le promesse di vittoria fatte anche al Painlevé il quale, avendo avuto da altri generali informazioni non ottimiste, lo mandò a chiamare per sentire se non fosse stato consigliabile ritardare l'offensiva.

Il Nivelle due giorni dopo il Consiglio di Guerra, tenuto a Compiègne il Venerdì Santo, e cioè il giorno di Pasqua, parlò col Painlevé assicurandolo che non solo garantiva il successo, ma una grande vittoria.

Painlevé, dopo tali assicurazioni, non insistette e si ebbe l'avanzata coi risultati da tutti conosciuti, la quale ha portato una certa demoralizzazione nelle truppe, tanto che si dice si siano avuti dei reggimenti interi che si sono rifiutati di obbedire agli ordini dei superiori e che misure repressive siano state necessarie. A questo riguardo aggiungo che traccia di questo malessere si ha anche nella dichiarazione fatta dal gruppo socialista al Parlamento a proposito del voto dei dodicesimi provvisori (... Les rigueurs d'un code de mort ne sauraient frapper des défaillances d'un jour chez les plus humbles, si elles ne montent jusqu'aux incapacités...).

II Barthou quindi col suo gruppo, coi radicali socialisti, coi socialisti e la destra si metterebbe chiaramente contro il Poincaré. Anche il Thompson e l'Etienne nella suddetta riunione hanno parlato nello stesso senso del Barthou.

Ora è bene sapere che il Painlevé si è egli pure messo contro, da tempo, al Poincaré ed è per questa sua attitudine che i giornali delle gradazioni di cui sopra e specialmente il Bonnet Rouge, organo di Caillaux, si accordano nello spianare la via' al Ministro della Guerra che incoraggiano in certe riforme, che annuncia, e scagionano di certe responsabilità.

La riunione del 29 corrente sembra quindi debba avere uno speciale interesse e può anche avvenire che ne sorta una situazione tale che conduca -salvo sempre Pimpreveduto -anche ad una crisi costituzionale.

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1042/607 del 20 giugno.

404

L'INCARICATO D'AFFARI A PANAMA, RAGUZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 221/37. Panama, 19 giugno 1917.

Ho l'onore di trasmettere a V.E., qui unito, alcuni esemplari e la traduzione di una circolare (l) che le autorità della Zona del Canale, mi hanno fatto pervenire, colla quale viene diramato il proclama in data 23 maggio u.s. del

Presidente degli Stati Uniti di America, che stabilisce le norme • per l'esercizio, il governo e la protezione del Canale di Panama e il mantenimento della sua neutralità • da osservarsi dai belligeranti in seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America. Queste norme sono una riproduzione di quelle emanate allo scoppio della guerra europea, e contenute nel proclama del 13 novembre 1914, che ho avuto l'onore di trasmettere a V.E. col rapporto del 16 dicembre di quell'anno n. 415/91, con alcune omissioni ed aggiunte, però, che vengono, parmi, ad annullare, a favore degli Stati Uniti, l'affermata neutralità del Canale.

Nel proclama è infatti dichiarato: l) che le disposizioni che ·esso contiene non sono applicabili alle navi degli Stati Uniti di America, soli fra tutti i belligeranti; 2) che • nell'interesse della protezione del Canale, finché gli Stati Uniti sono in guerra, nessun bastimento da guerra, nave ausiliaria, o bastimento privato, appartenente a nemici degli Stati Uniti o ad alleati dei nemici, sarà ammesso ad usare il Canale di Panama o le acque territoriali della Zona del Canale, per qualsiasi scopo, se non col consentimento delle autorità del Canale e a condizione di sottoporsi all'osservanza di tutte quelle norme e regolamenti che le medesime possano prescrivere • (art. 15).

Inoltre sono scomparse dal nuovo •testo le disposizioni contenute negli articoli 9 (in parte), 11 e 12 del proclama del 1914, delle quali allego la traduzione, relative all'obbligo di un certo intervallo di tempo fra le partenze successive dalle acque territoriali della Zona di navi nemiche fra loro, disposizioni che erano appunto intese a garantire la neutralità del Canale e che figurano, in parte, nel trattato Hay-Pauncefote del 18 novembre 1901 (art. 3 n. 5) (1).

(l) Non rinvenuti.

405

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1470/288. Bulkeley, 19 giugno 1917.

Un breve comunicato di carattere ufficioso, apparso contemporaneamente su tutti i giornali locali, annunzia che il Generale Archibald Murray, Comandante Supremo delle Forze Britanniche in Egitto, lascerà prossimamente questo Paese e che a sostituirlo giungerà il Generale Edmond Allenby. La notizia non ha prodotto eccessiva sorpresa perché voci del richiamo del Generale Murray sono corse spesso durante gli ultimi mesi, assumendo maggiore consistenza dopo la recente azione sfortunata su Gaza. E che fra i due avvenimenti esista una stretta relazione non sembra potersi mettere in dubbio. Troppe speranze si erano formate intorno alla spedizione della PaLestina, che pareva destinata a sicuro successo, perché la disillusione non fosse sentita profonda

mente e non se ne ricercassero le responsabilità. Infatti vi fu un momento in cui la strada della Palestina, difesa da truppe turche molto inferiori per numero

e per armamento, a quelle inglesi e -da quanto si pretendeva -in condizioni morali e materiali infelicissime, sembrava aprirsi facile all'invasione tanto che già si scontava l'occupazione di Gerusalemme che avrebbe dovuto produrre immensa impressione in tutto l'Oriente ed assestare un fiero colpo al prestigio ottomano.

Ignoro quanta parte della responsabilità ricada sul Generale Murray o se egli non sia stato piuttosto vittima della fatalità o di errori dei Generali che diressero le operazioni. Checchè ne sia, la sua posizione rimase scossa e, come mi diceva persona vicina all'Alto Commissario, i Comandanti d'esercito debbono pagare il fio anche delle • disgrazie • e lasciare H posto ad altri capaci di ritentare la prova con maggiore fortuna.

Non sta cel'tamente a me di portare un giudizio su Sir Archibald Murray come generale. Al suo attivo non si possono però disconoscere alcune importanti e felici operazioni: quelle della frontiera occidentale che ebbero per risultato di liberare il territorio egiziano dagli ultimi resti delle forze senussite concentrate nell'oasi di Siwa e quelle del Sinai che ripristinarono gli antichi confini dell'Egitto, dopo aver ricacciato i Turchi sulle loro difese della Palestina.

Ma la sua opera, nei diciotto mesi di comando, va esaminata anche sotto un altro punto di vista. In virtù della legge marziale proclamata sull'Egitto, si trovarono concentrate in sue mani le più svariate mansioni politiche ed amministrative. Ne derivò una sopraffazione del potere militare su quello civile, rappr,esentato dall'Alto Commissario, e quindi confusione, incertezze ed attriti che, meno notati sotto Sir Henry Mac Mahon, vennero maggiormente in luce da che la direzione dell'Alto Commissariato venne assunta da Sir Reginald Wingate, persona di grande attività, di carattere fermo e compenetrata non meno delle responsabilità che dei diritti del suo ufficio. Non è da escludere quindi che anche ciò abbia contribuito al richiamo del generale Murray.

Questi si trovò di fronte ad un'altra gravissima difficoltà, quella di dover conciliare i diritti ed i previlegi capitolari con le esigenze di ordine militare.

Gli inizi non furono troppo felici. Più che conciliare, parve che egli si proponesse di risolv,ere d'autorità tutte le questioni, fingendo quasi di ignorare l'esistenza delle capitolazioni. Da qui i vari incidenti che fecero tanto scalpore durante i primi mesi del suo comando e che gli valsero la fama di uomo impulsivo, intransigente ed animato da sentimenti xenofobi. In processo di tempo i metodi della sua amministrazione presero un carattere più conciliante e meno combattivo, cosicché sempre più rari divennero gli attriti con le Colonie e gli interessi stranieri in Egitto e più facile la trattazione degli affari con l'Autorità militare.

Il principio delle capitolazioni, benché intaccato nella sua esplicazione dalle

limitazioni della legge marziale, rimase salvo e gli strani,eri non possono in

definitiva troppo lamentarsi del generale Murray, soprattutto tenendo conto delle

preoccupazioni d'ordine milital'e che incombono su chi porta il peso della re

sponsabilità in questi tempi eccezionali.

Al Murray toccò il compito di organizzare la vita del Paese in base alle

dette esigenze e di porre dei freni e delle restrizioni alla libertà individuale per

assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza all'interno minacciata dallo spionaggio

e dai sobillatori, senza indisporre l'elemento indigeno notoriamente ostile agli

Inglesi e di sentimenti turcofili.

È d'uopo riconoscere che sotto questo aspetto la sua opera fu saggia ed illuminata perché gli Egiziani, nella grande maggioranza, non si risentirono troppo delle conseguenze della legge marziale che v;enne applicata con discernimento, con larghezza e senza eccessive ed inutili severità. Merito questo non disprezzabile ove si ponga mente all'ambiente in cui il generale Murray ha dovuto esplicare la sua azione.

Il suo successor,e giunge preceduto dalla fama di esperto generale che fece ottima prova sul fronte francese. Da lui molto si attende nel campo militare.

Pare invece che molta parte delle attribuzioni di carattere politico-amministrativo passeranno all'Alto Commissario, fissandosi in tal modo una netta demarcazione tra Autorità Militare ed Autorità Civile.

Se così fosse, non avremmo che a rallegrarci che venga posto fine ad una situazione così anormale e nooiva aUa trattazione degli affari ed alle relazioni fra gli Agenti Diplomatici e le Autorità anglo-egiziane.

(l) Questo documento fu inviato in visione al Ministero della Marina il 3 agosto.

406

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1471/289. Bulkeley, 19 giugno 1917.

Persona che si è dimostrata altra volta bene informata, mi ha comunicato ieri l'altro una notizia che, data la sua importanza ho creduto opportuno di telegrafare a V.E. (mio telegramma n. 154) (l) quantunque non mi fosse possibile di controllarne la esattezza e di ottenere in proposito maggiori particolari.

Secondo quanto mi ha riferito un mio informatore, che pretende saperlo in grazia di una indiscrezione, l'ex-Khedive avrebbe inviato recentemente dalla Svizzera una lettera a Sir Reginald Wingate, Alto Commissario, nella quale fa appello all'antica amicizia perché voglia intercedere in suo favore presso Sua Maestà il Re d'Inghilterra. Il principe Abbas si dice spiacente dei passati malintesi, nega di aver complottato ai danni dell'Inghilterra durante la sua assenza ed invoca il ritorno dei tradizionali rapporti d'amicizia con Sua Maestà e con le Autorità Britanniche, dichiarando essere sua intenzione di rinunziare in; favore del figlio a qualsiasi rivendicazione al trono d'EgiHo.

L'importanza di questo passo, se realmente avvenuto, è evidente. Anzitutto semplificherebbe la grave questione della successione al trono che è. causa di preoccupazione per l'Inghilterra soprattutto date le condizioni sempre precarie della salute di Sua Altezza il Sultano Hussein e la difficoltà di trovargli un successore all'infuori dei stretti congiunti del Principe Abbas. Inoltre la riconciliazione con l'ex-Khedive, il quale rimane pur sempre agli occhi dei musul

mani il loro legittimo Sovrano, avrebbe per risultato di eliminare una causa di malumori e di possibili incidenti, facilitando quell'accordo e quella cooperazione con l'elemento indigeno che è fin qui mancata.

Finalmente il Principe Abbas potrebbe servire di intermediario con il Sultano di Turchia nella eventualità di .trattative con Costantinopoli. Sarà mia cura di indagare e riferire a V.E.

(l) Non pubblicato.

407

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2203/38. Berna, 20 giugno 1917, ore 1,45 (per. ore 12,30).

Faccio seguito al mio tel. 37 di ieri (1). Ebbi iersera col Signor Motta lungo colloquio di quasi due ore sulla gravissima crisi del Consiglio federale. Ne riassumo punti principali: fu lo stesso Motta che dopo ,essersi fatto subito un adeguato concetto della gravità della cosa prese su se stesso l'incarico di recarsi nel pomeriggio di lunedì da Hoffmann per consigliarlo a dare al più presto possibile le dimissioni spontaneamente. Il passo fatto dall'ex-capo del dipartimento politico gli sembra tuttora più vero che verosimile data abilità, scaltrezza e prudenza che guidarono sua condotta. Hoffmann gli dichiarò sull'onore di non aver subito minimamente ,influenze germaniche; ciò che aveva fatto era stato solo nell'interesse della pace e soprattutto della Svizzera della quale, dopo l'ultima minaccia americana, egli vedeva prossima la fatale carestia. Motta per pesare sulla decisione del Consiglio federale e dell'Hoffmann aveva avuto cura di consultare i maggiorenti parlamentari e tutti erano stati d'avviso essere le dimissioni del colpevole assolutamente necessarie. Nella Svizzera tedesca vi era stato grido unanime di disapprovazione unito però ad un senso di umiliazione dovuto al trionfo dei romandi, cui oggi quasi a segno del riconoscimento del fatto si sarebbe lasciato il seggio federale vacante. A questo seggio Motta credeva che sarebbe stato chiamato ad enorme maggioranza l'Ador, la più conspicua personalità della Svizzera in questo momento, la cui pr,esenza al Consiglio federale nel posto stesso di Hoffmann sarebbe stato certamente gradita agli Alleati e più specialmente agli Stati Uniti. Motta credeva che la candidatura dell'Audeoud... (2) messa in disparte; egli pensava pure che consigliere federale Schulthess cui rimproverasi soverchia facilità di parola non andrebbe quindi al dipartimento politico ma resterebbe all'economia pubblica cui si riallaccerebbero servizi commerciali. Ador, che vidi pure ieri sera, mi parve disposto acoettare sia pure con riluttanza ma per spirito patriottico di sacrificio la carica offertagli con vero plebiscito dalla Svizzera intera. Egli mi disse che per decidersi gli rimaneva solo consultare i suoi propri figli, può quindi ritenersi come decisa sua nomina nella seduta straordinaria di posdomani

e sua destinazione al dipartimento politico. Alleati avrebbero però torto di fare soverchio assegnamento sull'Ador che, per non essere tacciato di parzialità verso l'Intesa, sarà certamente più rigorosamente neutro di quello che lo sarebbe forse consigliere federale Schulthess, che in questi ultimi tempi ha perduto la fede che aveva dapprima neHa grandezza germanica aprendo occhi alla nuova luce (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
408

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1657/12337. Comando Supremo, 20 giugno 1917, ore 12,20 (per. ore 14).

Risposta telegramma n. 986 (2).

Tenuto conto ragioni esposte da V.E. si è sospesa la partenza del generale Marro e si è proposto ministero Guerra quale addetto ad Atene il tenente colonnello Vitale attualmente nostro addetto a Salonicco (3).

409

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 7546. Roma, 20 giugno 1917, ore 24.

R. Governo avendo deciso di non consentire ai propri connazionali di prender parte al congresso di Stoccolma prego V. E. non vistare passaporto di qualsiasi persona ella ritenga voglia direttamente o indirettamente recarsi a Stoccolma a questo scopo.

410

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1678/179. Washington, 20 giugno 1917 (per. ore 2,10 del 21).

Subito dopo la missione belga, il cui compito è puramente rappr•esentativo, è giunta la missione russa con a capo l'ingegnere Backmetieff in qualità di ambasciatore straordinario che si tratterrà qui pa11ecchio con facoltà di trattare ogni argomento. Visitandomi oggi e preconizzandomi con accentuato ottimismo il ristabilimento del'ordine e della concordia nel suo paese egli mi ha affermato

che la Russia avrebbe ripreso in breve con violenti attacchi le operazioni militari. Ha manifestato voler procedere qui in pieno accordo coi rappresentanti degli Alleati.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. 838, che richiama il t. 830 di Sonnino. (2) -Ritrasmette al Comando Supremo il t. pubblicato al n. 370.

(3) Cfr. SONNINO, Discorsi parl.amentari, vol. III, pp. 564-568.

411

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1671/258. Pietrogrado, 20 giugno 1917, ore 20,15 (per. ore 9,20 del 21).

19 giugno.

Secondo il concetto di Brussilov non basterebbe che i fronti orientale e sud fossero pronti all'offensiva ma occorrerebbe altresì che i fronti occidentale e settentrionale rappresentassero tale minaccia pel nemico da impedirvigli la consueta sua tattica di concentrare i suoi sforzi contro i due suddetti fronti. Ora a quanto egli ebbe a dichiarare recentemente, la situazione militare sul fronte nord è lungi dall'essere soddisfacente e converrà attendere a migliorarla prima di iniziare l'offensiva nel settore meridionale.

Dal canto suo Neratoff mi diceva che a suo parere l'esercito russo e in generale gli Alleati dovrebbero fare coincidere le loro offensive con quella degli anglo-francesi la quale stante attesa di uomini e materiale di guerra dall'America e Gran Bretagna non potrebbe avere luogo prima di un altro mese.

Da altra fonte sicura apprendo che la data dell'offensiva russa dovrà essere esaminata dai ministri in un convegno con Brussilov, il Governo provvisorio volendo prima sentire sicuramente se non dell'esplicito appoggio della acquiescenza della maggioranza del congresso dei Sovietsko. L'opinione pubblica va bensì orientandosi in questo senso come lo provano i discorsi in seno al congresso del Sovietsko (mio telegramma n. 551) (l) e la dichiarazione della Duma ma non si è ancora affermata come sarebbe necessario di fronte all'attivissima campagna pacifista dei massimalisti ed alla passività delle masse. Dall'insieme di queste notizie e osservazioni mi sembra lecito derivare serii dubbi circa la imminenza dell'offensiva russa e ciò a prescindere da quanto riguarda la preparazione militare.

412

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2210/203. Stoccolma, 20 giugno 1917, ore 18,20 (per. ore 9,45 del 21 ).

Comitato olandese scandinavo ha conferito ieri coi socialisti inglesi della maggioranza, West e Thompson. In attesa di dichiarazioni più complete circa

atteggiamento di tutta la delegazione inglese, un comunicato odierno fissa seguenti punti: maggioranza inglese è decisamente favorevole: l) al ristabilimento di un Belgio indipendente, alla evacuazione della Francia settentrionale; 2) alla creazione di una Polonia unita e indipendente;

3) allo stabilimento di una completa uguaglianza fra tutte le nazionalità dell'Austria-Ungheria, la cui democratizzazione è una delle basi più importanti per una pace durevole.

Socialisti ed operai inglesi annettono grandissima importanza alla questione delle responsabilità sulle origini della guerra e alla organizzazione di una autorità superstatale per impedire ulteriori conflitti. Essi sono finalmente avvezzi ad una guerra ,economica dopo fine della presente lotta militare (1).

(l) Cfr. n. 413.

413

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2218/551. Pietrogrado, 20 giugno 1917, ore 20,15 (per. 13 del 21).

19 giugno.

In seno congresso dei Soviet di tutta la Russia Tzeretelli ha dichiarato che qualunque passo che conducesse ad una rottura cogli alleati segnerebbe rovina rivoluzione Russia mirante pace generale. Separata pace colla Germania condurrebbe la Russia rivoluzionaria a nuova guerra a fianco coalizione tedesca. Russia non intraprenderà nessun passo che conduca a pace separata. Governo provvisorio tuttavia farà quanto è necessario per concludere nuovo accordo alleati su principi rivoluzione. Esso ha anzi già fatto un passo decisivo in tal senso colla sua ultima nota agli alleati (Thomas). Tzeretelli approva poi azione Kerensky dicendo che esiste pericolo per la Russia di invasione, poiché nemico getterebbe tutte sue forze contro essa qualora fosse dato sconfiggere alleati sul fronte occidentale. A proposito avanzata dichiara che soltanto ministro della Guerra può decidere di una tale misura in connessione cogli avvenimenti e che al congresso compete solo di manifestare suo pensiero sulla necessità di porre esercito in pieno assetto di guerra per prendere offensiva ove essa fosse necessaria. Kerensky condanna fraternizzazione col nemico al fronte. Skobeleff discutendo nota Governo provvisorio a Thomas dice che per momento opportuno per conferenza devesi intendere preparazione democrazie russa ed alleate e non si nasconde che democrazia non è sufficientemente organizzata. Cernov dice che Russia dopo aver fatto rivoluzione ha diritto di invitare democrazia germanica a fare altrettanto e dichiara che Governo provvisorio non ha consegnato prima sua nota per permettere che prima della conferenza diplomatica abbia luogo quella socialista e le democrazie inglese e francese possano proporre ai loro

Governi soluzione della questione già risolta in Russia. A coloro che propongono venga posto ultimatum agli alleati Cernov risponde dubitare che Mac Donald e minoranza francese aiuterebbero in tal caso Russia nella sua campagna per la pace. Aggiunge soltanto appoggiandosi sopra un forte esercito politica internazionale russa potrà avere successo. Conclude dicendo che paese non seguirà coloro che predicano usurpazione terre e che grande problema agrario dovrà essere risolto mercè perfetta organizzazione.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 836 del 21 giugno.

414

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1676/303. Londra, 20 giugno 1917, ore 21,50 (per. ore 17,30 del 21).

Oggi ho veduto Balfour che da avantieri ha definitivamente riassunto la direzione del Foreign Office. La conversazione fu di indole amichevole. Riassumo il suo linguaggio circa i vari argomenti sfiorati:

l) America. Non potrebbe essere più soddisfatto del risultato della sua missione. Il presidente intende agire sul serio, con perfetta lealtà e intenso desiderio di collaborare alla causa con ogni mezzo.

2) Non ha ancora ben esaminato l'ultima proposta russa. Gli pare comunque prematura la conf.erenza suggerita dal Governo russo, la quale dev'essere preceduta da quella che giusta il desiderio di V. E. si riunirebbe a metà di luglio per • War purposes • ed alla quale ritiene sarà rappresentata anche la Russia.

3) Grecia. Non s'intende in alcun modo creare imbarazzi al nuovo Re né scuotere istituzione monarchica. Occorre però che Sua Maestà entri, dal canto suo, nel nuovo ordine d'idee e non segua le orme paterne. Al riguardo Balfour ha biasimato il primo proclama reale.

4) Spagna. Non è riuscito a formarsi un criterio esatto e reale della situazione la quale gli appare in generale alquanto oscura e precaria. Balfour non mi ha fatto alcuna menzione delle questioni, Asia Minore, Albania, nostre occupazioni in Epiro. Gli ho riferito impressioni manifestatemi avantieri da ... (l) ex ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli il quale redJ4ce dalla Turchia via V1enna esclude ogni possibilità di pace separata turca, austriaca e bulgara. Tali impressioni Balfour senza entrare in particolari ha avuto l'aria di condividere.

In conclusione ha manifestato il compiacimento per incontrarsi con V. E. alla prossima conferenza.

(l) Gruppo indecifrato.

415

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2458/823. Parigi, 20 giugno 1917.

Il Signor Benes, Segretario Generale del Consiglio Nazionale dei Paesi Tzechi è venuto a vedermi, come preavvertiva col mio rapporto del 16 corrente n. 2398/803 (l) e mi ha rimesso la qui acclusa lettera diretta a V. E. dal Signor Stefanik.

Verbalmente il Signor Benes mi ha diffusamente ripetuto quanto è accennato nella lettera circa la sincerità dei loro sentimenti avversi all'Austria e mi ha aggiunto come egli cerchi tenersi qui in rapporto con tutti questi centri politici onde sorvegliare i. gruppi che propenderebbero per una pace coll'Austria. Essi sarebbero due: alcuni clericali tradizionalisti ed un gruppo socialista, • alieni completamente da tale illusione sarebbero gli uomini attualmente al Governo ».

Il Benes insisteva molto sul desiderio del Comitato Nazionale che il Governo Italiano non conceda ai prigionieri Czechi di andare a combattere in Russia, ma il Comitato vorrebbe invece fosse costituito un primo nucleo di un esercito czeco che l'Italia si facesse l'iniziatrice di riconoscere, come la Francia ha riconosciuto un esercito polacco, e di farlo riconoscere dagli Alleati.

Siccome su questo punto pareva insistere per volere una risposta, gli dissi che non credevo opportuno scriverne e ne avrei parlato con V. E. la prima volta che avessi occasione di vederLa.

ALLEGATO.

STEFANIK A SONNINO

Parigi, 25 giugno 1917.

Il Governo russo ha ufficialmente riconosciuto il Consiglio nazionale tzeco fino dal tempo del Ministero Miliukoff. Questi aveva vissuto a lungo in Boemia, è perfettamente al corrente della questione tzeca ed è amico personale del Signor Masaryk. Favorevolissimo al riconoscimento ufficiale del Consiglio tzeco, lo giustificò dimostrando l'analogia fra il movimento russo e quello czeco, democratici e rivoluzionari, entrambi diretti all'affrancamento dei popoli dalle istituzioni tiranniche.

Le relazioni ufficiali stabilite da Miliukoff sono continuate dall'attuale Ministro degli affari esteri russo, ed a Pietrogrado esiste una specie di Legazione tzeca sotto la direzione di Masaryk.

A questa Legazione è affidato, con l'incondizionato appoggio del Governo russo, tutto il lavoro per raggruppare gli elementi tzechi che si trovano in Russia. Si calcola vi siano in Russia 350.000 prigionieri Czechi. Fra questi sono già stati arruolati 31 uomini per l'esercito e 65.000 per le officine.

Il Consiglio Nazionale aveva divisato dapprima di formare un esercito tzeco ed impiegarlo sul fronte russo collo scopo di raggiungere il territorio boemo, ma il ritardo nelle operazioni militari, a causa della rivoluzione russa, e la considerazione che la fronte occidentale pare sarà la decisiva, hanno fatto prevalere il concetto di mandare qui l'esercito czeco.

Avevano pensato alla fronte italiana perché la plU prossima al territorio boemo e perché vi erano di fronte truppe czeche, che per non combattere contro fratelli avrebbero disertato o si sarebbero ribellate, ma le gite in Italia dello Stefanik e del Signor Benès lasciarono loro l'impressione che il R. Governo de9Se poca importanza al movimento czeco e che per conseguenza vi fosse poco assegnamento da fare sull'aiuto del Governo italiano.

Il Consiglio si è rivolto allora al Governo francese, col quale ha relazioni quasi ufficiali. Il Ministro Thomas ebbe incarico di trattare a Pietrogrado col Masaryk e vennero così ad un accordo, in seguito al quale le truppe czeche che verranno arruolate sarebbero trasportate in Francia per formare un esercito czeco che opererà sul fronte francese. La Francia fornirebbe tutto il materiale necessario il cui importo sarebbe rimborsato (?) dal Consiglio nazionale il quale avrebbe concluso un importante prestito in Inghilterra e starebbe per concluderne uno negli Stati Uniti.

A Brest sarebbero già sbarcati i primi contingenti czechi e sarebbero ora concentrati in un campo presso quella città.

(l) Non pubblicato.

416

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1660/167. Parigi, 21 giugno 1917, ore 0,40 (per. ore 5,25).

Telegramma di V. E. n. 991 (1).

Nei miei appunti trovo che nella discussione avvenuta al mattino alla quale io non assistevo quando V. E. ha dichiarato consentire alla proposta di Lloyd George, questa doveva essere stata accettata da Ribot giacché, nella prima redazione, gli appunti per il verbale portavano:

• La frontière est de la région attribuée à l'Italie passera près de Mersin de façon que la ville restera à la France •. Soltanto rileggendo questi appunti Ribot ha domandato di adottare la seguente redazione: ~ un point à l'ouest de Mersin • facendo noto che • Mersin avait besoin d'un hinterland, que la frontière ne pouvait pas passer à còté de la ville et que celle-ci devait pouvoir respirer •.

Dell'autenticità di quest'ultima frase sono sicurissimo. Devo aggiungere che parecchi giorni prima che mi fosse rimessa la nota Margerie, presente Cambon, disse che doveva essere almeno a tiro di cannone da Mersina.

417

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 8339. Roma, 21 giugno 1917, ore 15.

Con nota 31 maggio u.s. (2) V.E. mi comunicava copia di una lettera da Lei diretta ai Ministeri della Guerra, della Marina, dell'Industria, dell'Agricol

tura, dei Trasporti e delle Finanze per regolare il servizio delle forniture degli acquisti negli Stati Uniti d'America.

Avendo di tale lettera fatta menzione in una mia comunicazione al Ministero di Agricoltura (Servizio approvvigionamenti) questo mi faceva sapere di non averla ricevuta.

Di ciò do notizia all'E. V. per i provvedimenti che crederà del caso.

(l) -Cfr. n. 395. (2) -Cfr. n. 167.
418

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1672/12423. Comando Supremo, 21 giugno 1917, ore 14,35 (per. ore 15,45).

Risposta 979 (1).

Generale Ferrera interpellato in merito alla proposta del nostro ministro in Atene sulla convenienza o meno ristabilimento autorità greche in Epiro si dichiara decisamente contrario. Egli ritiene presenza tali autorità inconciliabile con ragioni miHtari nostra occupazione e soprattutto per proclamata indipendenza albanese. Generale Ferrero fa presente inoltre convenienza che azione francese non si svolga in contrasto e a danno dell'azione italiana e necessità che situazione sia definita e limiti nostra espansione vengano riconosciuti da Governo francese e Governo greco e rispettati da truppe franco-venizeliste. Questo comando anche nella considerazione necessità impedire rinnovarsi incidenti quale quello del ponte di Bezani a sud di Janina e presunto sbarco a Spalanka ( ... (2) sud Parga) segnalato dal generale Ferrera si associa pienamente a considerazioni esposte da detto generale.

419

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1675/81. Corfù, 21 giugno 1917, ore 18 (per. ore 2,40 del 22).

Pachitch mi ha detto di aver ragione di credere che Sarrail sarà presto chiamato ad un comando in Francia. Pachitch manca di informazioni circa le future decisioni relative al fronte macedone. Egli chiederà che un delegato serbo assista, non fosse altro a titolo consultivo, alla preannunziata conferenza militare su tale argomento.

(l} T. gab. 979 del 18 giugno, non pubblicato, ritrasmette al Comando Supremo, a Londra, Parigi e Pietrogrado il t. gab. 1623/209 da Atene (cfr. n. 360).

(2} Gruppo indecifrato.

420

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2318/557. Pietrogrado, 21 giugno 1917, ore 20 (per. ore 13,15 del 29).

20 giugno.

In in1ervista accordata ai rappresentanti stampa Terescenko ha detto che cambiamenti avvenuti in Grecia sono soluzione di una crisi lunga e complica~a dovuta all'azione dell'ex Re Costantino favorevole ai nemici degli alleati. Data distanza e difficoltà comunicazioni, Russia non ha potuto prendere parte attiva alle consulte che sugli affari greci hanno avuto luogo a Roma, Folkestone, San Giovanni, Londra. A proposito occupazione Tessaglia e posizione Re Costantino, Russia ha dichiarato doversi lasciare al popolo greco facoltà di darsi propria forma di Governo in base diritto di scelta della propria ... (l) da parte dei popoli. Dichiarazioni di Jonnart a nome delle tre potenze protettrici sono dovute al fatto che egli non aveva ricevuto in tempo istruzioni supplementari che Governo francese gli impartì dopo nostre osservazioni. Del resto parte pr,eponderante rappresentante della Francia in Grecia giustificasi con grandi sacrifici compiuti e colla responsabilità da essa riassunta nella spedizione macedone. Secondo spiegazioni del Governo italiano proclamazione indipendenza Albania ha esclusivamente importanza militare e costituisce risposta ad analoga proclamazione del Governo austriaco avente per scopo di attirare simpatie albanesi verso imperi centrali. Noi abbiamo preso in considerazione tale dichiarazione e d'accordo cogli Alleati siamo rimasti al punto di vista che fra essi le sorti e l'organizzazione Albania dovranno essere stabilite dal futuro trattato di pace in base diritto di libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli e di comune accordo colle potenze interessate.

Inazione esercito impressiona sfavorevolmente Alleati ,i quali però mantengono loro abituale nobile contegno verso Russia comprendendo difficoltà interne. Voci accordo delle potenze alleate col Giappone a detrimento Russia sono assurde. Alleati apprezzano opera Governo provvisorio e specialmente Kerensky per organizzazione esercito su principi politici. Composizione conferenza non è ancora stabilita essendosi Russia rivolta finora soltanto alle potenze che hanno già espresso loro consenso alla revisione accordi. Competenza della conferenza sarà in relazione sua composizione. Lungi dall'essere in contrasto tra di esse conferenza socialisti di Stoccolma preparerà terreno favorevole a quella dei Governi alleati. Governo provvisorio non ha intenzione nominare stabili ambasciatori a Londra Parigi ma intende inviare colà suoi rappresentanti con poteri val·evoli (sic) alle richieste deliberazioni Costituente.

(l) Gruppo indecifrato.

421

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER CORRIERE. RR. P. 305. Londra, 21 giugno 1917 (per. l' 1 tugtio).

Mio rapporto n. 640 (1).

Questione Northcliffe provocò ieri acre dibattito ai Lords. Debole imbarazzata difesa di Curzon non sostenuto da alcun altro pari dimostrò in modo eloquente sentimento Camera Alta. Circa questa tanto discussa nomina ho avuto da due ottime sorgenti, seguenti particolari illustranti ancora più autocratica impulsività primo ministro. Balfour era stato consultato sull'opportunità nominare Northcliffe addirUtura ambasciatore e telegrafò categorico veto, osservando che, qualora si fosse ritenuto utile, ciò che egli non pensava, prolungata missione politico-diplomatica, l'unica persona cui affidarla era Grey. Quest'ultimo interpellato da Lloyd George si mise a disposizione del Gabinetto, dichiarando naturalmente desiderava prima conf1erire con Balfour. Venuto nel frattempo a Londra per preliminare scambio di vedute con primo ministro, apprese che senza ulteriore consultazione con chicchessia, erasi adottato partito medio, affidando Northcliffe funzioni sostanzialmente equivalenti a quelle di commissario generale senza carattere diplomatico. D'altra buona sorgente mi fu in gran segreto riferito che nelle note aperture fatte ad Asquith (mio telegramma Gab. N. 239) (2) Lloyd George gli aveva, all'insaputa di Balfour, offerto Foreign Office. Anche per ambasciata di Parigi perdurano dissensi. Lloyd George vuole richiamare Bertie, e, tramontata sul nascere impossibile candidatura Churchill, penserebbe ora ad inviare un generale, che non è però ancora riuscito a trovare. Al richiamo di Bertie si oppone strenuamente Balfour, appoggiato dal Re, questa volta insolitamente intervenuto in causa, per affermare diritto ad aver voce in capitolo nelle nomine dei suoi ambasciatori. Regna grande curiosità per sapere quale delle due opinioni finirà per prevalere. Occorre tener conto Balfour è ritornato dall'America circondato, davanti alla concorde opinione pubblica, di una aureola di prestigio ed autorità ricordante i suoi migliori tempi. Vi è chi giunge a prevedere persino possibilità di un nuovo Gabinetto di coalizione presieduto da Balfour con Asquith agli esteri. La previsione per il momento mi pare prematura, e la registro a titolo di curiosità. Secondo mi viene affermato da chi può saperlo, concetto prevalente negli alti circoli conservatori e liberali si può riassumere così -se Lloyd George fa bene, vale meglio !asciarlo, se fa male, è preferibile pazientare in attesa egli si liquidi da sé, perda ogni seguito e non possa più, passando all'opposizione, diventare incomodo e pericoloso.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 86. (3) -Nota autografa di Imperiali: < P.S. 22 giugno. Oggi ho sentito parlare di un possibile compromesso per il titolare dell'ambasciata di Parigi. Mi furono fatti i nomi di Grey e di Lord Crewe. Riferisco con ogni riserva. La candidatura Hardinge sembra definitivamente eliminata. Egli, a quanto mi si assicura, escirà molto maltrattato dalla relazione della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla disgraziata impresa dell'anno scorso in Mesopotamia •
422

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1884/262. Jassy, 21 giugno 1917, ore 21,45 (per. ore 13,10 del 2 luglio).

Mio telegramma Gabinetto n. 261 (1).

Questione delle fucilazioni si aggrava. Truppe russe di Romania hanno fatto dimostrazioni pubbliche con bandiere e discorsi per protestare contro le esecuzioni già eseguite e chiedere che una quindicina di spie che sono già state condannate vengano graziate. Il delegato del Soviet, di cui al mio telegramma

n. 261 Gab., si fa portavoce di tali pretese che sono appoggiate dalla minaccia di arrestare il prefetto e le autorità locali nel caso Governo romeno non cedesse. Ministro di Russia che trovasi in una posizione molto difficile insiste presso Bratiano per indurlo a cedere. Bratiano osserva che sono le stesse autorità militari francesi e russe appoggiate dalle legazioni dell'Intesa le quali hanno sempre domandato misure energiche contro lo spionaggio. Ad ogni modo ieri è stato tenuto un consiglio dei ministri e militari romeni sotto la presidenza di Re Ferdinando nel quale è stato deciso il richiamo qui dell'incartamento pei vari processi di spionaggio per sottoporli a nuovo esame. Situazione è molto imbarazzante ed è altrettanto pericoloso cedere alle ingiuste pretese dei soldati russi messi su evidentemente da emissari nemici quanto procedere ad esecuzioni che potrebbero provocare una immediata reazione di parte russa. Io mi limiterò a dare a Bra.tiano consigli generici di prudenza salvo chiedere istruzioni di V.E. nel caso in cui miei colleghi mi dissuadessero procedere più oltre.

423

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI

T. 831. Roma, 22 giugno 1917, ore 10,15.

Telegramma di V.S. n. 63 (2).

R. agente diplomatico a Cairo informa Picot essere partito per Gedda ove già trovavasi sir Mark Sykes. Scopo viaggio Picot sarebbe quello conciliare aspirazioni Governo hascemita .e Governo francese su Siria.

Sir Mark Sykes sarebbe incaricato da Governo britannico cooperare buon esito trattative.

Secondo informazioni del R. agente diplomatico a Cairo formula conciliativa sarebbe istituzione Kedivato Siria sotto alta sovranità Re Hegiaz e sotto patronato francese. Kedive sarebbe nominato firmano Re Hegiaz cui famiglia dovrebbe appartenere.

Futuro Kedivato comprenderebbe secondo Francia vilayet Aleppo Damasco e qualcne distretto interno vilay,et Beirurt. Libano e costa Siria sarebbero devoluti Francia che li amministrerebbe direttamente o sotto forma protettorato.

Governo Hegiaz invece sosterrebbe autonomia Libano sotto alta sovranità Re Hegiaz. Quanto precede per sua riservata informazione.

(l) -T. gab. 1764/261 del 19 giugno, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 39.
424

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1691/169. Parigi, 22 giugno 1917, ore 14,35 (per. ore 17,30).

Telegrammi di V. E. Gab. nn. 649 (1), 650 (2), 651 (3).

Presidente del consiglio dei ministri non era stamane al ministero. Ho cercato di dimostrare a Cambon la serietà della situazione che si va creando in Epiro e la necessità di fermare le truppe e di delimitare tla zona d'occupazione per evitare possibili imminenti incidenti.

Cambon mi ha assicurato aver mandato fin da ieri un telegramma in questo senso e mi ha promesso che Ribot ne manderà un altro in giornata. Naturalmente Cambon mi ha detto di ignorare cosa vuole fare Sarrail ma deplora l'invio di venizelisti e mi è sembrato convinto della necP.ssità di fermarlo.

425

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1016. Roma, 22 giugno 1917, ore 20.

Giers mi riferiva che Terescenko aveva telegrafato a Parigi e Londra a proposito dei fatti di Grecia che pur non volendo scostarsi dagli Alleati e accettando perciò il fatto compiuto, egli però non poteva, dato il modo in cui si era svolta l'abdicazione di Re Costantino, non considerare Alessandro piuttosto come un reggente che come Re, fino a che la rappresentanza nazionale non avesse sistemata la nuova situazione ( 4).

(l) -T. gab. 649 del 2 maggio. Ritrasmette a Londra, Parigi e Pietrogrado il t. gab. da Atene n. 1123/163 del l maggio. (2) -Non si pubblica: richiama il t. gab. 159 da Atene. (3) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 865. (4) -Ed. in SoNNINO, Diario,-III, cit., p. 157.
426

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1690/2964. Comando Supremo, 22 giugno 1917, ore 19,45 (per. ore 21,20).

Informo V.E. che la mattina di lunedì 25 giugno mi incontrerò a S. Giovanni di Moriana col generale Foch e col rappresentante del g,enerale Robertson. Presidente del consiglio dei ministri informato.

427

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1696/220. Atene, 22 giugno 1917, ore 14 (per. ore 21,55).

Quantunque sia venuto ad Atene per visitare Zaimis malato, Jonnart non mi ha restituito visita che gli feci a bordo.

Siccome quella prima visita era già da pa11te mia una concessione, non reputerei consentaneo alla mia dignità di tornare a bordo prima che egli si sia deciso almeno a lasciare una carta da visita al rappresentante italiano. Ciò naturalmente salvo ordini in contrario di V. E. che le sarei grato farmi conoscere.

Non avendo potuto quindi vedere Jonnart in questi giorni ho parlato coll'incaricato d'affari francese nel senso di cui al suo telegramma 817 (1). Gli ho detto che da molte parti ci viene segnalato movimento venizelista, rapidamente estendentesi attraverso paese, prendeva un carattere eminentemente antitaliano e che purtroppo le nostre informazioni tendevano a provare ufficiali e agenti francesi contribuivano a ciò; che desideravo attirare seriamente attenzione Jonnart su di ciò facendolo avvertito della dolorosa impressione che doveva per forza creare in Italia una simile tendenza; che contavo sull'equità e autorità di Jonnart per fare comprendere a Venizelos ed ai venezelisti che la Francia non avrebbe potU/tO tollerare che il partito venizelista assumesse carattere ostile ad un alleato della Francia e persuaderli che l'occupazione militare provvisoria dell'Italia doveva essere tollerata dalla Grecia allo stesso titolo che le altre. Attirai anche la sua attenzione sul tono della stampa franco-venizelista e soprattutto gli espressi mia sorpresa che giornali notoriamente in contatto colla legazione di Francia raccogliessero e propalassero scioccamente invenzioni di nostri negoziati segreti con Lambros e Re Costantino. Incaricato d'affari francese mi ha ascoltato attentamente, si provò invano a negare fatti che io gli denunciavo e finì col dire che avrebbe riferito il mio dire a Jonnart che certamente avrebbe provveduto.

(l) Non pubblicato.

428

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1687/221. Atene, 22 giugno 1917, ore 14 (per. ore 22).

Zaimis mi ha fatto dire che nei negoziati in corso con Venizelos, di cui al mio telegramma n. 219 (1), Venizelos ha dichiarato rispettare dinastia e attuale costttuzione. Sembra peraltro che egli esiga di tornare immediatamente al potere e questa esigenza preoccupa grandemente Zaimis che la considera come prematura.

429

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1692/219. Atene, 22 giugno 1917, ore 14 (per. ore 3 del 23).

Ieri a bordo nave greca è giunto al Pireo Venizelos. Ha conferito con Jonnart e probabilmente vedrà oggi Zaimis. Una commissione formata da Derulis e da Michalacopulos per la parte venizelista e da Rallis e Lidoriki per l'altra, si è formata per discutere le condizioni della riunione della Grecia. Sembra che a dar sembianza di legalità al ritorno di Venizelos si riconvocherà la Camera dei deputati del maggio 1915 la cui dissoluzione fu sempre la base delle accuse di incostituzionalità portate contro Re Costantino. Si vanno intanto inscenando dimostrazioni franco-venizeliste al Pireo. Numerose truppe francesi si sono in questi giorni avvicinate alla capitale e si parla con insistenza di prossima occupazione di punti principali di essa.

430

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1693/308. Londra, 22 giugno 1917, ore 22 (per. ore 4 del 23).

Ad ogni buon fine prevengo V. E. che probabilmente lunedì nel pomeriggio vedrò Lloyd George al quale da vari giorni ho chiesto udienza per parlargli della questione delle navi britanniche in Adriatico. Non ha potuto finora ricevermi perché durante tutta la settimana è stato più del solito affaccendato stante la presenza a Londra di Haig venu.to qui a discutere col Gabinetto di guerra dell'insieme della situazione militare in preparazione suppongo della prossima 'Conferenza militare tra AUeati.

12 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) Cfr. n. 429.

431

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1689/307. Londra, 22 giugno 1917, ore 22,10 (per. ore 4,15 del 23).

Dichiarazioni di V. E. alla Camera hanno provocato articoli di simpatia e di favorevole consenso da parte degli odierni giornali Times, Daily Mail e Daily Chronicle. Ne invio il testo per posta. Tutti gli altri giornali hanno pubblicato il riassunto del suo discorso. Finora nessuna voce dissenziente (1).

432

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2250/560. Pietrogrado, 22 giugno 1917, ore 18 (per. ore 11,45 del 23).

21 giugno.

In una riunione di membri della Duma, nella quale parlarono Rodziansko, Scidlovki, Miljukow ed altri, fu votato ordine del giorno dichiarante che soltanto una offensiva immediata, in intima unione cogli Alleati, è pegno di un pronto fine della guerra perché pace separata della Russia equivarrebbe alla sua schiavitù sotto dominazione germanica.

433

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2379/565. Pietrogrado, 22 giugno 1917, ore 18 (per. ore 13,25 del 3 luglio).

21 giugno. Maggioranza dei socialisti democratici tedeschi ha inviato al comitato esecutivo del Soviet lettera di cui riassumo contenuto.

I delegati dei partiti socialisti democratici e dei consorzi professionali tedeschi hanno preso conoscenza dell'invito del Soviet di Pietrogrado alla conferenza internazionale di Stoccolma. Noi siamo pronti a partecipare alla conferenza suddetta come fummo pronti durante tutto il corso della guerra a rinnovare le relazioni internazionali con tutti i partiti socialisti. Partito socialista tedesco ha perciò energicamente propugnato accordo fra operai di tutte le nazioni per raggiungere la pace e ha combattuto piani imperialisti. Questo ci ha permesso di salutare calorosamente rivoluzione in Russia e di accogliere programma del

O) Cfr. SoNNINo, Discorsi parlamentari, vol. III, pp. 564-568.

Soviet. Pace senza annessioni e senza contribuzioni è lo scopo che noi pure perseguiamo. Proletariato germanico ha sempre sostenuto movimento liberatore in Russia ed augura alla democrazia russa solido rafforzamento dopo vittoriosa rivoluzione. Nell'interesse del proletariato germanicò e pel trionfo della libertà è molto desiderabile per noi la vicinanza di una Russia libera democratica. Aderendo vostro desiderio comitato olandese scandinavo ci ha pregati di sollecitare passaporti per compagni Tromli (?) Skitesko, a Bucarest, e Laslerovik a Belgrado. Faremo a tale scopo tutto il possibile.

La lettera porta tra le altre firme quella di Ebert e Scheidemann.

434

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1707/222. Atene, 23 giugno 1917, ore 13,30 (per. ore 21).

Sembrano decise le dimissioni di Zaimis non volendo questi cedere sulla questione della convocazione della Camera del maggio 1915 pretesa che per altro è in contraddizione colla nota del 21 giugno 1916 nella quale si chiedevano nuove elezioni. Per timore .in via di transazione sarà costituito un ministero Ractivan (antico ministro di Grazia e Giustizia con Venizelos) o più verosimilmente Venizelos stesso non tarderà più oltre a prendere il potere.

Ieri Perulio scese al Pireo e fece un discorso preconizzando il prossimo ritorno al potere di Venizelos, e la fine della scissione fra le due Grecie. Varie commissioni si sono recate da Venizelos.

435

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 1021. Roma, 23 giugno 1917, ore 21,30.

Alla fine scorso maggio Re Nicola del Montenegro mi fece comunicare per mezzo di Romano che i principali dirigenti del movimento jugo-slavo, Hincovich, Trumbich, Radich e Supilo sarebbero disposti abbandonare la causa serba e venire indirettamente per mezzo di Sua Maestà ad un accordo con l'Italia. Occorreva però indennizzarli del sussidio serbo che ricevono e al quale dovvebbero rinunziare.

Risposi a Romano che senza dare a divedere che noi entriamo in quell'ordine d'idee desideravo conoscere entità sussidio.

Romano mi ha r,isposto che Incovich e Trumbich sono pavtiti per Corfù per abboccarsi con Pachitch. Re Nicola prevede che loro dissenso con Pachitch continuerà egualmente e che tenteranno ancora riavvicinarsi a Sua Maestà. Supilo

è atteso a Parigi da Londra. Ammontare del sussidio da corrispondere a quei signori sarebbe di tremila lire per ognuno. Romano osserva che si tratterebbe non di legare a noi direttamente quei jugo-slavi ma di staccarli dai serbi e di agire indirettamente su loro attraverso Re Nicola.

Qualora le risultasse che il dissenso fra jugo-slavi e serbi sussista e che una nostra azione diretta ad usufruirne possa essere contenuta, come onere finanziario, nei limiti accennati da Romano, la autorizzo ad iniziare prudenti conversazioni coi capi jugo-slavi predetti.

Aggiungo per sua personale notizia che nello scorso maggio il noto Supilo propose a persona di fiducia di Imperiali un accordo con l'Italia • sulla base del riconoscimento pubblico da parte dei jugo-slavi delle ragioni dell'Italia sull'Adriatico come furono fissate dai trattati preliminari all',entrata in campagna dell'Italia; in ricambio Governo e opinione pubblica d'Italia dovrebbero appoggiare il programma di liberazione, unificazione e federazione delle genti jugo-slave attenendone il distacco dall'Austria ». Supilo era soprattutto preoccupato del pericolo che la Croazia fosse abbandonata alla magiarizzazione, come conseguenza delle simpatie di talune sfere inglesi e americane per l'Ungheria.

Beninteso, circa questa concezione di Supilo, occorrerà tenersi nel massimo riserbo (1).

436

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1711/10980. Albania, 23 giugno 1917, ore 22,45 (per. ore l ,55 del 24).

Giornalista Ernesto Vassallo in lettera privata da Salonicco del 15 corrente mi comunica impressione prodotta in quegli ambienti da proclama indipendenza Albania, impressione che ritengo opportuno riassumere qui di seguito.

Proclamazione indipendenza Albania· colla protezione italiana ha avuto eco rumorosa e acerba nei giornali francesi e greci e nelle sfere dirigenti militari francesi. Particolarmente violento giornale greco Phos e giornale francese Paris Balkans, cui malgrado severa censura francese fu permesso parlare di tradimento dell'Italia e chiedere che Italia fosse scacciata da Macedonia e Albania. Sarrail avrebbe incoraggiato proteste fino a lasciare preparare comizio greco pubblico anti-italiano che non ebbe poi luogo unicamente perché militari italiani Salonicco fecero intendere che lo avrebbero impedito anche con la forza armata. Adesso animi si sono alquanto calmati ma nostra situazione a Salonicco rimane incresciosa perché Venizelos e Sarrail quasi più non curano nascondere loro malanimo contro nostra azione e loro reciso intendimento sostituire in Oriente

Grecia a Italia e escluderla da Epiro e possibilmente da Albania. Alnche Grecia di Venizelos e Francia di Sarrail e Serbia si valgono di Essad. Auto-rappresentante Albania che non è amico nostro e non ha alcun seguito nell'Albania

... (l) presso il quale sono accreditati ministri plenipotenziarì venizelisti francesi e greci. È indispensabile tenere occhi bene aperti per sventare intrighi che si ordiscono a nostro danno a Salonicco e Atene, e persistere in una calma ... (l) riguardosa verso Alleati, ma ferma, tenace, ispirata unicamente ai nostri interessi. Per Albania propaganda franco-venizelista potentemente organizzata in tutti i paesi alleati e neutri ha lanciato come parola d'ordine essere Epiro cioè Albania fino Berat culla ellenismo e commettere italiani indegna violazione principio nazionalità con loro occupazione. Occorre contrapporre propaganda a propaganda per combattere, distruggere tale trucco che trova credito e fortuna all'estero e purtroppo anche in parte del pubblico stesso italiano. Vassallo conclude ritenere utile visita giornalisti stranieri in Albania per constatare che nostra occupazione non opprime affatto questo paese dove anzi nostra azione è altamente apprezzata e offre ... (l) fare venire qui qualche giornalista inglese americano amico Italia. Per informazione avverto che è ora qui ospite questo comando pubblicista americano Granonenan proveniente Macedonia e altri nostri fronti.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 246-248.

437

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1703/23. Sgravenhage, 23 giugno 1917, ore 19,59

(per. ore 6,40 del 24).

È giunta all'Aja una commissione composta del genera1e Frederiks, di un maggiore dell'esercito tedesco ed è aspettato un alto funzionario ministero affari esteri tedesco. È pure aspettata imminentemente commissione inglese composta di lord Newton, di un generale ed altro ufficiale superiore. Queste due commissioni, in presenza di un rappresentante di questo ministro affari esteri, si riuniranno qui per trattare tutte le questioni inerenti ai prigionieri di guerra dei due paesi. Mi risulta che l'iniziativa di questa riunione venne presa da questo ministro degli affari esteri il quale riuscì persuadere il Governo tedesco ad aderirvi. È stato deciso serbare segreto sulle riunioni dei commissarì.

438

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1701/310. Londra, 23 giugno 1917, ore 22,05 (per. ore 7,25 del 24).

Mio telegramma n. 301 (2). In colloquio affatto privato e a titolo di opinione personale Hardinge mi diceva oggi impressioni di Elkins circa le scarse probabilità di pace separata

turca sono esatte oggi ma potrebbero non esserlo più fra due o tre mesi. Talaat bey secondo risulta qui in modo positivo, nell'ultimo suo viaggio a Berlino dichiarò enfaticamente all'Imperatore che la Turchia non ne può più. Sua Maestà gli raccomandò di pazientare ancora un poco assicurando che colla fine di agosto al più tardi l'Inghilterra, in seguito al successo sempre più importante dei sommergibili tedeschi, affamata e ridotta all'impotenza, dovrà confessarsi vinta e implorerà la pace. Affidamenti e raccomandazioni imperiali furono corroborati da copiosi argomenti • aurei •. Hardinge aggiungeva che dato il fermento sotterraneo serpeggiante in Turchia la disillusione cagionata dalle non verificatesi previsioni dell'Imperatore potrebbe modificare radicalmente l'attuale situazione. Avendo io accennato ai mezzi efficaci di cui dispongono i tedeschi (Goeben e Breslau) per sedare qualsiasi velleità di movimenti diretti a rovesciare il presente Governo e mutare l'indirizzo politico dell'Impero, ha risposto Hardinge che la distruzione di quelle due navi non rappresenta al postutto una impresa assolutamente impossibile. Se per esempio adoperando i mezzi opportuni si riuscisse a far nominare a:l comando dei Dardanelli persone fidate diverrebbe subito possibile l'entrata nel Bosforo di un numero di navi magari anche di semplici sommergibili sufficienti ad assicurare la distruzione dei due incrociatori nemici; rimosso così ostacolo principale il resto diverrebbe opera relativamente assai meno ardua. Circa le condizioni di pace Hardinge opinava che l'internazionalizzazione degli stretti e l'imposizione di un controllo finanziario sarebbero garanzie sufficienti a scuotere l'egemonia economica germanica. Per il resto diverrebbe indispensabile offrire alla Turchia mantenimento dello statu quo territoria1e rinunziandosi da tutti indistintamente ai noti progetti di spartizione. Ad una mia domanda per sapere che cosa resterebbe in tal caso dei noti accordi anglo-francesi con lo Sceriffo, ha replicato che a sua opinione strettamente personale il giorno in cui la speranza di distaccare la Turchia dalla Germania diventasse certezza, occorrerebbe escogitare uno dei soliti espedienti allo scopo di assicurare allo Sceriffo la effettiva indipendenza limitata unicamente al regno dell'Hedjaz. A suo parere a tale soluzione media non dovrebbe riuscire troppo malagevole strappare il consenso della Turchia beninteso se ne venisse salvaguardato il prestigio con una forma nominale di sovranità ad esempio mantenimento della bandiera turca sui luoghi santi, ecc.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -T. gab. 1680/301 del 20 giugno, non pubblicato.
439

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1712/313. Londra, 23 giugno 1917, ore 22,05 (per. ore 8,10 del 24).

Nel colloquio di avantieri Gwinne mi diceva che per l'andamento generale della guerra e in vista soprattutto della preoccupante incognita russa si comincia qui ed in America seriamente a considerare la necessità di trovare il modo di venire a pace separata con qualcuno degli Alleati della Germania. Esclu

dendo a priori ogni possibllità d'intendersi con Austria-Ungheria e Bulgaria impotenti entrambe, malgrado il vivissimo risentimento contro Germania a scuoterne il ferreo giogo, egli esprimeva l'avviso che solo con la Turchia si potrebbe al momento propizio discutere seriamente di pace, quando beninteso le varie potenze alleate rinunziassero a ogni idea di spartizione. Inghilterra, secondo lui, non dovrebbe avere difficoltà a rinunziare per proprio conto alla Mesopotamia malgrado l'avvenuta conquista di Bagdad. Nel1e colonie germaniche, aggiungeva, si potrebbe in caso di necessità cercare gli eventuali compensi all'Italia e alla Francia. Ad una domanda per conoscere il mio parere personale risposi in tesi generale, sorvolando su accenno ai compensi coloniali, opinione pubblica italiana ha per scopo diretto della guerra due obiettivi ben precisi e determinati cioè il predominio Adriatico e l'equilibrio effettivo nel Mediterraneo sulla base della scrupolosa eguaglianza tra situazione politica e economica italiana e quella dell'Inghilterra e Francia. Questi due obiettivi rispondenti a vitali interessi nazionali e notoriamente convergenti con quelli della politica britannica, l'Italia, volontariamente entrata in guerra, intende ad ogni costo conseguire. Su ciò è bene non regni il menomo dubbio qui e altrove. Gwinne consentì in questa osservazione pur insistendo sui vantaggi incalcolabili che per affrettare la fine vittoriosa della guerra presenterebbe la pace separata che la Turchia non avrebbe naturalmente alcun interesse a ... (l) se condannata comunque allo smembramento.

440

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1713/261. Pietrogrado, 23 giugno 1917, ore 10 (per. ore 13,46 del 24).

22 giugno.

Vandervelde venuto a trovarmi al suo ritorno dal fronte sud-ovest e romeno, mi ha detto di aver riportato buona impressione sulla preparazione e sullo spirito bellico delle truppe, ma ha espresso parere convenga rinviare l'offensiva di qualche tempo affinché il miglioramento si consolidi e si riaffermi anche sugli altri fronti.

A proposito della conferenza socialista per elaborare le condizioni della pace egli ha detto dubitare venga convocata. Egli ha poi osservato che la revisione degli accordi non può riguardare il Belgio che non ne ha. Reintegrazione del Belgio potrebbe comprendere il Lussemburgo e intesa coi portoghesi per accesso al Congo ... (1), ma su ciò non esiste che vedute e scambio d'idee.

Interpellato se guerra finirà quest'anno Vandervelde rispose che difficilmente essa potrebbe chiudersi quest'anno a vantaggio degli Alleati e si dilungò sull'importanza grandissima della cooperazione americana che però non può attendersi a breve scadenza.

(l) Gruppo indecifrato.

441

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2266/568. Pietrogrado, 23 giugno 1917, ore 16 (per. ore 14 del 24).

22 giugno.

Riunione di musulmani tenuta a Mosca ha inviato a Terescenko lettera in cui si lamenta che egli non abbia reagito contro dichiarazione di protettorato (sic) italiano sull'Albania e che anche gli organi della democrazia russa non abbiano fatto udire loro vece di protesta in questa occasione. Neratoff da me interpellato in proposito, mi ha risposto che il ministro non attribuiva importanza alla lettera che è da inserire nella collezione delle proteste accademiche, fiorite in questi ultimi tempi per Egitto, Marocco, Algeria, Persia, ecc. e che non intendeva neppure rispondervi.

442

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1708/39. Le Hàvre, 23 giugno 1917, ore 20,10 (per. ore 20 del 24).

Anche ministro del Belgio a Pietrogrado ha ricevuto dal Governo russo comunicazione della nota rimessa al ministro francese Thomas con la quale si invitano le potenze alleate a discutere circa lo scopo della guerra. Barone Beyens mi ha detto che intende concertarsi con gli Alleati per rispondere. Alla mia domanda se il Belgio considera tra i suoi scopi di guerra l'acquisto del Lussemburgo, il ministro degli affari esteri ha risposto negativamente ed ha assicurato che il Belgio ha per obbiettivo la sua completa restaurazione; in quanto al granducato vi aspira qualora nel trattato di pace si disponesse di quel territorio. Circa la questione del Lussemburgo mi riferisco al rapporto

N. 256/84 (1), riservato, in data del 18 corrente (2).

443

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1794/269. Jassy, 23 giugno 1917, ore 21,20 (per. ore 20,35 del 2 luglio).

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 1007 (3).

Ho diretto oggi stesso una comunicazione a questa direzione generale te

legrafica nella quale l'avverto risultarmi che molti telegrammi sono fermati

in Russia.

-o dal fondo ambasciata di Londra.

Telegrammi diretti fino a tutto oggi da questa R. legazione a codesto ministero con indirizzo • Esteri • sono 213, e quelli • Ministro Sonnino • 269 compreso il presente. Prego telegrafarmi se ne manchino altri oltre quelli indicati nel telegramma di V. E. surriferito.

(l) -Cfr. n. 390. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 1040/605 del 26 giugno. (3) -Il registro contenente i telegrammi di gabinetto in partenza dal n. 1000 al n. 2000 non è stato rinvenuto. I telegrammi qui pubblicati sono tratti dai pacchi della serie politica
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

D. R. 31. Roma, 23 giugno 1917.

In relazione al rapporto di V.E. n. 2317/779 (1), in data 12 giugno, Le invio qui accluso uno schema di Nota che V. E. vorrà senz'altro presentare al Governo francese a meno che Ella abbia qualche osservazione da sottopormi telegraficamente (2).

ALLEGATO.

NOTA

Les considérations de fait et de droit contenues dans la note du Ministère

des Affaires Étrangères de France en date du 10 Juin courant, concernant la fixa

tion de la limite sur la mer entre les zones italienne et française, ont été soumises

à un examen attentif.

Il est vrai que l'accord stipulé entre la France et la Grande Bretagne en Mai 1916 a fixé au Cap Anamour la limite ouest de la zone française. Mais le Gouvernement italien, dès qu'il eut connaissance de cet accord, stipulé à son insu, ne manqua pas de formuler ses réserves, et eut soin, sur l'invitation des alliés, de communiquer en détail ses demandes par ses mémorandum du 22 Octobre 1916.

Le Gouvernement Royal, faisant valoir la nécessité de nes pas priver la région

de Konia de son débouché naturel à la mer, demanda l'attribution du Vilayet d'Ada

na avec le chemin de fer allemand Adana-Mersin.

À la Conférence de Saint Jean de Maurienne, le Gouvernement Italien pour

donner preuve de l'esprit sincèrement amica! qui l'anime à l'égard des alliés, et

dans le but d'arriver au plus vite à une entente sur cette question délicate, re

nonça au débouché sur la mer de la région de Konia, et accepta, en voie de tran

saction, la proposition qui lui fut présentée au moyen de la carte rédigée par le

Gouvernement Britannique, qui plaçait la limite entre les zones italienne et fran

çaise immédiatement à l'ouest de Mersin. M. Ribot n'y fit pas d'objection; seule

ment, au moment de la rédaction du procès verbal il exprima la réserve de trou

ver sur une bonne carte un point à l'ouest de Mersin apte à constituer une bonne

frontière, de façon que la ville et le port puissent respirer. Dans cet esprit le

Baron Sonnino accepta la rédaction du procès verbal qui ·établit: • La zone ita

lienne commencera à un point à déterminer à l'ouest de Mersin •. Il en ressort

que les ententes de St. Jean de Maurienne ne pouvaient impliquer de transporter

la frontière à 120 Kilomètres de Mersin, au Cap Cavaliere.

La frontière à l'ouest immédiat de Mersin représentait déjà une transaction

sur laquelle il ne serait pas équitable de retransiger une seconde fois. La propo

sition italienne de faire coi:ncider la limite des zones respectives avec la limite

administrative ottomane des sandjaks tenait compte amplement de l'observation

formulée à St. Jean par M. Ribot. Le Gouvernement italien se voit donc dans la nécessité d'insister sur cette délimitation, dans la confiance que le Gouvernement de la République en reconnaitra le bien fondé et le caractère équitable.

À l'égard des considérations contenues dans la note du 10 courant par rapport à l'art. IX du Traité de Londres du 25 Avril 1915, il serait sans doute intéressant de rappeler les circonstances spéciales qui ont déterminé la rédaction de cet article.

M. Paul Cambon en est certainement au courant. Cet article, nonobstant les propositions précédentes du Gouvernement italien, fut rédigé ,en termes généraux par suite des vives insistances du Gouvernement britannique qui s'opposa à la détermination des limites géographiques pour la raison que cela aurait entraìné une perte de temps considérable et la nécessité d'ouvrir des négociations analogues entre la France et l'Angleterre. Mais cette circonstance, et la déférence dont a donné preuve le Gouvernement Royal, ne pourrait altérer l'esprit de la stipulation arrètée entre Alliés. L'art. IX établit ces trois points:

l) L'entière sauvegarde pour l'Italie du principe de l'équilibre de la Méditerranée Orientale; 2) L'attribution à l'Italie d'une zone • équitable • (traduction du mot italien congruo) c'est-à dire proportionnelle aux zones attribuées aux Alliés;

3) Que les aspirations de l'Italie seront reconnues dans la région méditerranéenne avoisinant la province d'Adalia dans laquelle l'Italie a des droits déjà -établis.

Une interprétation restrictive de l'art. IX serait partant en opposition avec l'esprit dont était animé le Gouvernement Royal au moment de sa rédaction, esprit partagé sans doute par ses Alliés.

La note du 10 Juin examine ensuite l'accord anglo-italien du 19 Mai 1914. Il est vrai que cet accord fixe Alaya comme limite à l'est des concessions de chemins de far d'intérèt italien (la localité d'Istavros, qui est bien à une quinzaine de Kilomètres d'Adalia, n'est citée que pour indiquer une direction -art. 2, paragraphe e). Cette limitation toutefois est le résultat de circonstances dont le Ministère des Affaires Etrangères s'empresse de donner connaissance au Ministère des Affaires Etrangères de la République. Les concessions différentes dont l'Ambassade Royale à Constantinople appuya l'obtention auprès du Gouvernement Ottoman en 1913-1914, (chemins de fer, ports, entrepòts, exploitation industrielle des forces hydrauliques etc.) comprend une zone « limitée entre la Méditerranée sud-orientale et les lignes de chemins de fer exploitées par les sociétés respectivement de Smyrne-Aidin, d'Anatolie, de Bagdad et de Mersin-Tarsous-Adana •. (Lettre de la Société Commerciale etc. en date du 20 Juillet 1913, teskéré du Ministère Ottoman des Travaux Publics en date du 14 Ramazan 1331 -4 Aoiìt 1329, lettre de la Société Commerciale etc. en date du 11 Février 1914). Ces négociations, naturellement interrompues par la guerre, aboutirent à une autorisation d'études, conformément aux formules traditionnelles en Turquie; elles étaient toutefois suffisantes à établir une zone territoriale d'exclusivité en faveur de l'Italie, d'après la procédure internationale en usage dans l'Empire Ottoman. Aucune objection, aucune réserve d'intérèts français ne fut soulevée par le Gouvernement de la République, et le Gouvernement Royal se plait à le constater avec satisfaction.

Des objections, par contre, furent soulevées par le Gouvernement d'AutricheHongrie, qui éleva des prétentions, dénuées de fondement, sur la région d'Alaya. Ces prétentions provoquèrent un vif mécontentement dans l'opinion publique et dans la presse italienne, et il n'est pas hazardé d'affirmer que l'attitude peu amicale du Gouvernement impérial et royal dans une question qui touchait aux intérèts méditerranéens de l'ltalie, ne fut pas une des moindres causes d'impopularité de la Triple Alliance en Italie. Toutefois, comme une opposition de l'Autriche-Hongrie auprès du Gouvernement Ottoman, aurait pu compromettre généralement le programme italien, il fut nécessaire de limiter à Alaya l'extension de nos demandes vis-à-vis de l'Angleterre, bien que l'Angleterre n'eut formulé aucune indication en ce sens. Après la rupture de la Triple Alliance, l'Italie n'a aucune raison de tenir compte des prétentions autrichiennes, et il semble évident que la France ne pourrait se substituer à l'Autriche, tandis que les accords italo-turcs comprenant la délimitation jusqu'à Mersin exclu, maintiennent toute leur portée.

À propos de l'observation contenue dans la note française du 10 juin que dans la négociation anglo-italienne du commencement de 1914, les avantages consentis par les Anglais aux Italiens avaient pour contre-partie l'évacuation du Dodécanèse par l'Italie, il est à remarquer, conformément aux négociations de la conférence de Londres de 1913, que la question des iles du Dodécanèse, laquelle doit son origine à la guerre italo.turque, était juridiquement réglée par les dispositions du Traité de Lausanne; quant à l'accord des Puissances envisagé par la dite conférence concernant l'attribution définitive de ces iles après l'exécution de l'article 2 du Traité de Lausanne, cette question est définitivement réglée par les stipulations du Traité de Londres de 1915.

La note du 10 Juin conclut par l'énumération des havres et échelles des cazas de Selefké et de Gulnar. Le Ministère des Affaires Etrangères estime que la question des ports maritimes devrait étre considérée sous un aspect plus étendu. En partant de la limite entre les deux zones, la zone italienne n'a qu'un vrai port actuel, Smyrne, à un millier de Kilomètres environ, et la possibilité d'en construire un à Marmaros, à 600 Kilomètres environ. Admettant que Mersin (bien que desservi par un chemin de fer), n'est qu'une rade, aussi bien qu'Adalia (qui n'a pas de chemin de fer), la zone française est pourvue d'un port à 200 Kilomètres environ, Alexandrette, et a la possibilité d'en construire un, de premier ordre, à Youmourtalik à 150 Kilomètres environ.

(l) -Il rapporto n. 2317/779 del 12 giugno non è stato pubblicato. Cfr. però i nn. 316 e 326. (2) -La nota di Sonnino fu spedita anche a Londra insieme alla nota del Governo francese.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2516/846. Parigi, 23 giugno 1917.

In risposta al telegramma n. 7511 del 19 giugno corrente (l) ho l'onore di trasmettere qui unite, alla E. V., le richiestemi notizi·e sul • Consiglio nazionale dei Paesi Czechi • sulla sua attività e l'atteggiamento che tiene verso di esso il Governo francese.

ALLEGATO.

Il Consiglio nazionale dei paesi Tzechi è stato eletto in una riunione segreta

tenuta nel 1914, dai parlamentari tzechi e dai principali capi del movimento tzeco.

Ne fanno parte: l) il Prof. Mazaryk, vecchio patriota, designato quale capo del

futuro governo provvisorio tzeco; risiede a Londra; 2) il Sig. Stefanik, attualmente

comandante nell'esercito francese, il quale è il capo dell'elemento slovacco; 3) il

Sig. Benès, il quale ha titolo di segretario generale e rappresenta più specialmente

l'elemento boemo.

Il • Consiglio • ha sede in Parigi, rue Bonaparte 18, ove sono gli uffici cen

trali, diretti dal segretario generale Benès; ha un ufficio a Londra, personale pel

Signor Mazaryk, uno a Pietrogrado diretto momentaneamente dallo stesso Mazaryk,

che si è trasferito in Russia per il reclutamento degli Tzechi. Un ufficio con lo

stesso scopo verrà quanto prima formato dallo Stefanik agli Stati Uniti, e si par

lava di farne uno anche a Roma. Una organizzazione, non ben chiara, funziona in Svizzera, quale organo d'informazione e di collegamento con l'organizzazione stabilita in Austria. Nulla di preciso si può dire circa l'origine dei mezzi finanziari, che appaiono abbondanti, sembra che, come avviene per gli Jugo-Slavi, contribuiscano largamente le ricche colonie americane.

Iìi Signor Mazaryk sembra essere in rapporti diretti col nuovo governo russo; così almeno mi è stato affermato da Stefanik e da Benès. Certo è che il governo russo lo ha autorizzato di reclutare, nei campi di prigionieri austriaci, e ad inviare in Francia gli arruolati per servizio militare, suddividendo tra Francia e Russia la mano d'opera. I primi contingenti tzechi sono giunti in Francia.

Nulla si sa circa le relazioni del Mazaryk col governo inglese.

Col Governo francese, Stefanik e Benès sono in relazioni continue. Stefanik ha negoziato personalmente col governo francese e col S.S.S. circa la formazione dell'esercito tzeco. Benès si reca quotidianamente al Ministero degli Esteri per trattarvi questioni varie.

Da informazioni raccolte sembrerebbe che il Ministero esteri francese riconosca l'esistenza quasi ufficiale del • Consiglio • e ciò allo scopo essenziale di poter sfruttare quei mezzi che gli tzechi potranno fornire (soldati e mano d'opera). I membri del • Consiglio • sono bensì stimati, ma ritenuti privi di capacità pratica e piuttosto utopisti. Vi è un certo scetticismo circa il raggiungimento delle idealità tzeche, che non sembrano, d'altronde, eccessivamente interessare i francesi. Da questo lato le due questioni, tzeca e jugo-slava, si protrebbero, con qualche approssimazione, così prospettare:

Nella questione tzeca i francesi vedono una possibilità di sfruttamento immediato di mezzi materiali (soldati e mano d'opera). Nella questione jugo-slava i francesi credono avere un mezzo di pressione politica sull'Italia.

(l) Non rinvenuto.

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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 334/52. Corfù, 23 giugno 1917.

Coi telegrammi Gab. n. 77 (l) e 82 (l) del 14 e 22 corr, riferii a V. E. circa la venuta a Corfù dei capi dei comitati jugo-slavi di Parigi.

Solo tre giorni fa il bollettino serbo della stampa annunziava con una nota che i dottori Trinacic e Potoniak, il Dott. Trumbic, presidente del Comitato, e i membri di questo, Protic, Hincovic, Vasilevic e Vosniak eran giunti a Corfù « chiamati dal Governo serbo per scambiare idee sul lavoro nazionale per l'unione di tuttl i serbi, croati e sloveni secondo le nuove circostanze •.

Il Dottor Trumbic ha consegnato a nome del Comitato jugo-slavo al Principe Reggente un bassorilievo dello scultore Mestrovic, pregando S.A.R. di riceverlo come simbolo del desiderio degli slavi del sud di liberarsi da ogni dominazione straniera e salutare un giorno il Principe Alessandro come Re di tutti i serbi, croati e sloveni.

Il Principe ringraziò del dono, segno -disse --dell'unione del popolo serbo, croato e sloveno e aggiunse che come per lo passato continuerebbe a con

sacrare tutte le sue forze alla realizzazione del grande ideale della fortuna e grandezza del • nostro popolo, uno con tre nomi , . È questa la formula recentemente venuta di moda fra i serbi per segnalar croati, serbi e sloveni.

(l) Non pubblicato.

447

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1715/224. Atene, 24 giugno 1917, ore 12,10 (per. ore 18,40).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1011.

Comprendo benissimo dal punto di vista militave il modo di vedere dei generali Cadorna e Ferrera. Ammetto anche che la proclamazione dell'indipendenza dell'Albania abbia singolarmente compromessa la questione. Ma R. Governo non può non preoccuparsi del fatto che mentre fino ad ora esisteva ad Atene un Gabinetto che Francia Inghilterra consideravano come loro nemico, oggi se ne sta formando uno che essi considerano loro amico e protetto. Mantenga quindi il R. Gov,erno la sua ... (l) attitudine se ciò crede consentarneo ai nostri intevessi, ma non trascuri i mezzi di sostenerlo, se essa, come è più che probabile, verrà in aperto contrasto coll'attitudine della Francia e dell'Inghilterra.

448

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1037. Roma, 24 giugno 1917, ore 23,30.

Tel. di V.E. Gab. n. 292 (2) e rapporto di V.E. n. 633 (3). Accetto in massima testo del promemoria britannico da cui rimane eliminata la condizione

n. 3. Circa la nota aggiuntiva consegnatale da Cecil relativa a tale eliminazione osservo in primo luogo che la frase « le autorità militari alleate in consultazione con quelle italiane • non sembra mettere su uno stesso piede le autorità alleate con quelle italiane. Osservo poi che essa nota aggiuntiva sembra superflua, poiché, in effetto, non contiene né può intendersi contenga alcun obbligo maggiore di quello da noi ripetutamente dichiarato (vedi miei tel. 635 ( 4) e 658 (5) e cioè il nostro fermo proposito generale di proseguire la guerra con ogni maggiore impegno in qualunque luogo ci riuscisse possibile dati i nostri mezzi e le vicende della situazione internazionale militare e date le necessità essenziali della nostra sicurezza nazionale per le particolari condizioni dei nostri confini.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 3:19. (3) -Cfr. n. 344. (4) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 851. (5) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 880.
449

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1035/601. Roma, 24 giugno 1917, ore 23,50.

Col prossimo corriere le spedirò per sua notizia copia di una nota rimessa dal Governo francese a Salvago in data del 10 corrente (l) e copia della mia risposta. Stante n-ritardo della trasmissione le comunico qui appresso un sunto dei due documenti. H Governo francese propone di fissave il limite fra le due zone al capo Cavaliere come transazione fra capo Anamur e il limite amministrativo tra i Sangiaccati, da noi proposto. Per questo punto rispondiamo insistere nella nostra proposta perché essa costituisce già una transazione. Quindi la nota francese sostiene una interpretazione restrittiva dell'art. IX del trattato di Londra 1915, nel senso che per • provincia di Adalia • si deve intendere il Sangiaccato di Tecke. Rispondiamo che l'art. IX fu redatto senza delimitazione geografica solo per le vivissime insistenze dell'Inghilterra ,e che pertanto un'interpretazione restrittiva sarebbe contraria allo spirito di esso; ricordiamo i capisaldi dell'art. IX cioè: equilibrio del Mediterraneo orientale, proporzionalità delle zone da attribuirsi agli Alleati, aspirazioni italiane da riconoscere nella regione mediterranea prossima alla provincia di Adalia. La nota francese diventa (?) quindi sull'accordo italo ,inglese del 19 maggio 1915 per concludere che i nostri interessi sono limitati ad Alaya. Rispondiamo che nei negoziati con l'Inghilterra Alaya fu indicata solamente in seguUo ane pretese avanzate dall'Austria che produssero tanto malcontento nell'opinione pubblica italiana. Per contro la concessione di studi ottenuta dal Governo ottomano comprende una zona limitata a levante dalla ferrovia Mersina-Adana; gli interessi italiani arrivano pertanto fino a Mersina esclusa.

450

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1730/263. Pietrogrado, 24 giugno 1917, ore 14 (per. ore 13,50 del 26).

Secondo dichiarazioni di Brussiloff al nostro addetto militare, offensive rus

se dovrebbero avere luogo ane seguenti date nuovo stile: Fronte sud-ovest 25 giugno; Fronte ovest fra il 3 e il 5 luglio; Fronte nord e romena 14 luglio.

(l) Cfr. n. 326, allegato II.

451

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1787/271. Jassy, 24 giugno 1917, ore 14,10 (per. ore 16,43 del 2 Luglio).

Mio telegramma Gabinetto 226 (1).

Bratiano insiste che i serbi fanno un'attiva propaganda anti.,italiana e anti-romena.

452

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 7788. Roma, 25 giugno 1917, ore 18,30.

Ho telegrafato alla R. ambasciata a Parigi ed al R. ministro a Berna quanto segue: • È stato affermato che direttore dell'Avanti Giacinto Serrati sia in possesso di un passaporto rilasciato per la Svizzera Francia Stoccolma. Prego V. E. disporre perché presentandosi Serrati con tale documento non gli sia dato alcun corso per quanto riguarda proseguimento viaggio oltre Francia e Svizzera Confermo il mio telegramma 834 • (2).

453

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1720/226. Atene, 25 giugno 1917, ore 14,30 (per ore 22,13).

Tanto l'incaricato d'affari d'Inghilterra che il ministro di Russia mi hanno riferito Venizelos aver loro detto che appena al potere chiederà l'evacuazione di Janina da parte degli italiani.

454

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1722/326. Atene, 25 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 22,15).

Questo ministro di Russia ha avuto un 'lungo colloquio con Venizelos e mi ha riferito essere questo raggiante pel proprio trionfo. Egli prenderà il potere giovedì. Non procederà alla mobilitazione generale ma bensì alla chiamata alle

armi delle due classi prevista dalla costituzione. Gli ufficiali che si dimostreranno avversi al nuovo regime saranno allontanati dall'esercito. Forze importanti della difesa nazionale e gendarmi cretesi saranno chiamati ad Atene. Venizelos esigerà l'abolizione del controllo estero. Le truppe francesi non tarderanno a lasciare l'Attica e tornare a Salonicco o in Tessaglia. Sull'azione della guerra della Grecia poco o nulla ha detto Venizelos. Ha ripetuto soltanto al ministro di Russia e al ministro di Serbia presente al colloquio, la vecchia canzone che la Grecia terrà i suoi impegni verso la Serbia.

In sostanza la sua sola preoccupazione è di consolidare qui e compiere la sua opera rivoluzionaria.

(l) Cfr. n. 236. (2J Non pubblicato

455

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1727/227. Atene, 25 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 3,15 del 26).

Jonnart mi ha inviato copia di una nota inviata a questo ministero degli esteri:

• La Note du 21 juin 1916 remise à Sa Majesté le Roi de Grèce par les' représentants des Puissances garantes comporte la déclaration suivante:

La constitution grecque a été méconnue, le libre exercice du suffrage universel empèché, la Chambre a été dissoute pour la seconde fois ·en moins d'un an contre la volonté nettement exprimée du peuple, les électeurs convoqués en pleine mobilitation, si bien que la Chambre actuelle ne représente plus qu'une faible partie du corps électoral. Les représentants des Puissances garantes réclament en conséquence la dissolution immédiate de la Chambre et de nouvelles élections.

Cette demande n'a pas reçu satisfaction. Les Puissances garantes sont ainsi conduites à renouveler leurs déclarations: elles estimPnt que la dissolution de la Chambre élue le 31 mai n'était conforme ni à l'esprit de la constitution hellénique ni aux principes fondamentaux du régime parlementaire qui est en vigueur en Grèce depuis l'établissement de la dynastie actuelle.

Les événements qui ont précedé et déterminé le vote de la constitution du 1864 ainsi que l'application de cette constitution pendant de longues années excluent toute interprétation qui tendrait implicitement à accorder à la couronne le droit de disposer à son égard des destinées du peuple.

C'est pourquoi j'ai l'honneur de vous inviter, en vertu des instructions qui me sont données, à réunir la Chambre du 31 mai qui seulement est considérée par les Puissances garantes comme régulièrement élue , .

Se valesse ancora la pena di meravigliarsi di qualche cosa, potrebbe forse parere strano che una nota che comincia col ricordare esigenze delle potenze garanti del 1916 per nuove elezioni finisca poi col chiedere la riconvocazione della Camera del 31 maggio 1915.

456

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1726/228. Atene, 25 giugno 1917, ore 21,30 (per ore 7 del 26).

Ricevo la seguente nota:

• Le 26 mai les troupes italiennes venant du nord ont occupé Janina ville capitale de l'Epire. Elles ont immédiatement amené le pavillon hellénique et aboli les autorités royales.

D'autre part il revient au Gouvernement royal que des détachements italiens ont débarqué à Goumenitza et Parga et y procédèrent également à :l'abolition des autorités helléniques.

Ces occupations encore moins que les précédentes ne sauraient etre justifiées par des motifs de défense militaire. Après les notes du 27 février, 9 mars et 18 mars, le soussigné président du conseil des ministres, ministre des affaires étrangères, croit devoir réitérer les protestations formelles faites contre l'extension de l'occupation mème provisoire du territoire du royaume, contraire aux accords antérieurs ainsi qu'aux promesses faites par le Gouver· nement italien »,

V. E. vorrà inviarmi opportune istruzioni se e come debbo rispondere. Questa misera protesta mi sembra ordinata da Venizelos.

457

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1573/311. Cairo, 25 giugno 1917.

Non credo che si possa parlare della esistenza in Egitto di un partito, nel vero senso della parola, disposto ad appoggiare o ad ostacolare il movimento d'indipendenza degli Arabi nell'Hedgiaz.

È bensì vero che fra i funzionari dello Stato, e persino fra i membri del Governo, non sono pochi coloro che nutrono e manifestano più o meno apertamente sentimenti favorevoli ai Turchi, sentimenti che sono divisi da moLti Pascià e Beys sposati a donne turche e da una parte della gioventù nazionalista. Per essi e forse per la maggioranza dei musulmani d'Egitto non può mettersi in discussione la questione del Califfato che è e rimane legittimamente legata alla persona del Sultano di Costantinopoli e, dal punto di vista politico e religioso, sarebbe considerato un usurpatore chi volesse attribuirsi una tale autorità. D2l resto lo stesso Re dell'Hedgiaz si è reso ta,lmente conto di ciò che, per tema di creare discussioni nel mondo arabo, si è ben guardato di toccare nel suo recente proclama la spinosa questione del Califfato.

Va da sè che ove riuscisse allo Sceriffo della Mecca di creare uno Stato

che dal Golfo Persico si estendesse a tutta la penisola arabica, comprendendovi

anche la Siria e la Palestina, la cosa assumerebbe un nuovo aspetto e potrebbe essere allora contrapposto al Califfo di Costantinopoli quello dell'Hedgiaz perché nelle sue mani verrebbe a trovarsi riunita una somma di potere e di autorità tale da imporsi al rispetto ed alla obbedienza delle popolazioni arabe.

Ma i tempi della espansione araba, ai quali ricorrono volentieri coloro che anelano al ritorno dello splendore dei Califfi di Damasco e di Bagdad, sono ormai tramontati e gli Arabi dei nostri giorni sembrano aver perduto completamente quelle doti di ardimento, di coesione e di iniziativa che permisero ai loro antenati le grandi conquiste del VII e dell'VIII secolo.

Non credo poi che sia nell'intenzione e neppure nell'interesse dell'Inghilterra di favorire la formazione di un vasto Stato arabo alle porte dell'Egitto e sulla grande via di comunicazione con le sue colonie al di là del Golfo Persico. La spinta che essa ha dato alle rivendicazioni ed al movimento separatista dello Sceriffo della Mecca, il proclama lanciato dal Generale Maud dopo la presa di Bagdad, gli sforzi per conciliare le aspirazioni arabe con quelle della Francia ed attutirne gli attriti si spiegano benissimo con ·la necessità del momento. Ma terminato il conflitto mondiale, nel quale l'Hedgiaz rappr,esenta un elemento non disprezzabile, più morale che materiale, nella lotta còntro i turco-tedeschi, è da prevedere che l'interessamento inglese per il nuovo Stato si manifesterà molto più blandamente ed è per questo che il Rappresentante deWHedgiaz al Cairo insiste perché vengano date garanzie ed assunti impegni formali nell'attuale momento.

Quanto alla Francia, che ha riaffermato e riafferma continuamente le sue tradizionali aspirazioni sulla Siria e sulla Palestina, non possono esistere dubbi od esitazioni circa i suoi sentimenti verso il nuovo Stato arabo e le sue pretese espansioniste. Il linguaggio di una parte della stampa francese favorevole alla emancipazione delle popolazioni arabe soggette alla Turchia va interpretato quindi come una manifestazione dettata dalla opportunità del momento e con l'esclusione, in ogni caso, delle due regioni alle quali non credo che in Francia nessuno voglia rinunziare.

458

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. 1053. Roma, 26 giugno 1917, ore 20.

Rapporto di V. S. n. 49 del 16 giugno (1).

Non è possibile modificare per ora, per considerazioni d'ordine generale, nostro atteggiamento circa questione vettovagliamento Montenegro. Occorre quindi di lasciare sospeso questo punto. Circa contributo pecuniario V. S. potrebbe accennare ad una somma di lire centomila mensili senza obblighi continuativi, da versarsi mese per mese, quando questo valga a liberare Re Nicola da pressione franco-serba.

(l) Cfr. n. 367.

459

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1733/229. Atene, 26 giugno 1917, ore 14,10 (per. ore 21,40).

Nonostante inni di trionfo dei franco-venizelisti la situazione sembra ben lungi dall'essere tranquilla e si ha notizia che il canale di Corinto è stato ostruito con blocchi di terra che impediscono la traversata dei vapori di pescagione superiore a quattro metri. Da Patrasso si annunzia insurrezione epistrati guidati da Cannellopulos rappresentante di Gunaris. Venizelisti sono stati maltrattati. Una intesa corre col generale Papulas per organizzare una contro rivoluzione nel Peloponneso dove la politica dell'Intesa ha concentrato oltre 10 mila uomini quasi tutti realisti perfettamente armati 'ed anche sufficientemente forniti di viveri cosicché se Jonnart esegue la minaccia di rimettere il blocco del Peloponneso gli avanzi delle truppe di Re Costantino potranno resistere a lungo.

D'altro canto in Atene trovasi oramai una intera divisione francese accantonata in varie parti della città e dintorni. Il generale Castin che la comanda ha il suo quartiere generale sull'Acropoli.

460

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA, FERRERO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 1737/11161. Zona di guerra, 26 giugno 1917, ore 22 (per. ore 23,50).

Ricevo seguente telegramma dal generale Mombelli:

• Tenente colonnello VitaLe comunica a V. E. quanto segue: Il generale Sarrail mi ha detto che per evitare degli incidenti fra gli italiani e i greci intende stabilire la zona neutra fra l'occupazione nostra in Epiro e l'occupazione greca in Tessaglia e in Epiro del sud. Trattasi evidentemente di un tentativo per ridurre al minimo e rendere pr,ecaria la nostra occupazione in Epiro. La linea di tale zona sarebbe: il corso del fiume Calamas dal mare a Curila, linea retta Curila-Bezani (sud di Janina) linea Bezani-Muzacos, di qui a settentrione per la cresta del monte Driski e Moskeli fino a Curila, da Curila a nordest fino a Kohavic Kale (quota 1656) da qui a settentrione per monte Smolika fino a Iurika dove avrebbe il contatto con la zona neutra. Sarrail mi ha detto che per la delimitazione fra l'Albania sud-est e la Macedonia (regione Korica ecc.) si penserà dopo. Mi ha detto poi che avrebbe comunicato queste sue intenzioni ad Atene e in Francia e mi ha incaricato comunicarle anche al generale

Ferrero •. Ho risposto al tenente colonnello Vitale in data di oggi • ricevuto per mezzo di Mombelli comunicazione generale Sarrail relativa zona neutra fra

occupazione italiana Albania meridionale e Grecia. Al riguardo mi risulta per informazione del mio Governo che il Governo francese ha ordinato al generale Sarrail di considerare il limite dell'occupazione italiana il seguente già occupato dalle truppe italiane: Fiume Fanarioticos -monti Zavrobo -quota 927 monti Kurila -monte Vrizahoc, Cericana -Maroliaza -Pant sulla rotabile a sud Bezani -Ghiazta fra Lezuna e Potereci -quota 906 -Muzakos -alture di Kondinos -Handriako -fiume ... covitikes -monti Zigos -monte Katafichi -monte Tarica -Kipurios -Aidamas -monte Poliocrimero -monti Paliocos -monti Grusa -monte Harripetra -confine di Londra. Quanto al confine orientale fra Misiet e occupazione francese già stabilito di fatto col generale Sarrail è intermedio fra il corso del torrente Termcavi occupato da noi e la linea Vodica -Selnica -Krecova occupata dai francesi.

Non è in mia facoltà mutare neppure una linea senza ordine del mio Governo. Prego comunicare ciò al generale Sarrail insieme ai distinti saluti •.

461

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1735/230. Atene, 26 giugno 1917, ore 14,20 (per. ore 1,55 del 27).

Prego V. E. voler prendere conoscenza telegramma Vitale circa progetto di Sarrail per zona neutra (l) fra l'occupazione italiana in Epiro e l'occupazione greca in Tessaglia. Non è di mia competenza entrare nei dettagli di quel progetto. In linea generale mi sembra che esso riduca grandemente i limiti della nostra attuale occupazione. Non vedo poi che la questione possa considerarsi di competenza di Sarrail essendo, a quanto mi risulta, il nostro comando di Valona assolutamente indipendente da quello di Salonicco.

462

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1736/316. Londra, 26 giugno 1917, ore 22,07 (per. ore 6,10 del 27).

In termini cordiali Balfour mi manifestava oggi l'ammirazione e il compiacimento per il chiaro, abile ed elevato discorso di V. E. Delle intenzioni di revisione da parte della Russia egli non è stato ufficialmente informato e non sa più di quanto sappiamo noi. Avendo egli osservato che « durante la sua assenza • il Gabinetto britannico si era mostrato consenziente alla revisione, ho risposto che V. E. molto opportunamente aveva in tempo debito manifestato parere contrario e che da quanto mi era dato di scorgere dal linguaggio dei nostri giornali l'opinione pubblica italiana si mostrava concorde e decisamente

ostile. Ciò del resto mi sembrava ben naturale essendQ in verità strano che la Russia, alla cui paralisi militare risale precipuamente la responsabilità della nostra situazione presente, venga ora a complicare ancora più le cose con proposte in sommo grado inopportune e pericolose. Circa la pace separata colla Turchia il ministro degli affari esteri ha detto che continuano a circolare dovunque voci che a lui sembrano vaghe e contraddittorie, tali insomma da non ispirare per il momento almeno soverchia fiducia in pratici risultati. A mia domanda circa movimenti di Morgenthau ha risposto che dalle ultime notizie parrebbe che egli si debba ora recare in Egitto. Ad altra mia domanda circa le disposizioni pacifiche austriache ha risposto ritenere egli che l'Austria pur avendone gran desiderio non sia materialmente in grado di separarsi dalla Germania.

(l) Cfr. n. 460.

463

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1732/315. Londra, 26 giugno 1917, ore 22,07 (per ore 6,20 del 27).

Telegramma di V. E. Gabinetto 1037 (1).

Balfour ignorava completamente i particolari delle ultime mie conversazioni con Cecil, ora assente. Ha promesso di rispondergli dopo aver preso visione dei precedenti.

464

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1776/265. Pietrogrado, 26 giugno 1917, ore 21,49 (per. ore 4,45 dell' 1 luglio).

Sebbene tendenza anti-massimalista del congresso del Soviet e con essa della grande maggioranza dell'opinione pubblica vada accentuandosi sempre più, pure il Governo provvisorio non è rassicurato circa il contegno dei massimalisti, i quali vedono sfuggire loro di mano la loro influenza e minacciano di ricorrere alle violenze ed ai disordini valendosi del considerevole numero di soldati loro partigiani a Pietrogrado, fra i quali un grosso reparto che dispone di automobili blindate, un reparto con 300 mitragliatrici e una parte della guarnigione di Kronstadt con artiglieria e due o tre unità navali. Mira immediata dei massimalisti è l'ostruzionismo all'offensiva e, poiché questa è ritenuta imminente, non è da escludere che qualche loro tentativo di provocare disordini nella capitale abbia luogo prossimamente. Il Governo provvisorio può contare in modo sicuro sui cosacchi e sopra una parte della guarnigione, in tutto una quarantina di mila uomini.

(l) Cfr. n. 448.

465

IL MINISTRO A CITTA' DEL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2296/23. Messico, ... (per. ore 19 del 27 giugno 1917).

Sono stato ricevuto oggi in udienza privata presidente. Gli ho espresso auguri che con completa pacificazione interna possa essere assicurata Messico ogni prosperità. Ciò avrebbe tolto di mezzo difficoltà ancora sussistenti ed avrebbe assicurato Messico simpatie Italia ed altre nazioni. Ho detto pure colonia italiana laboriosa, aliena partecipazione fazioni politiche dimostrava appoggiare completamente ... (1).

Presidente cordialissimo espresse vive simpatie Italia colonia italiana. Mi disse pure Messico desidera rimanere strettamente neutrale attuale conflitto. Presidente non fece allusione credenziali ma dal ministero affari esteri mi fu chiesto quando verranno.

Risposi che non sapevo ma che miglior modo per affrettare era risolvere con buona volontà difficoltà che possono presentarsi. Siccome però sono unico ministro che non ha presentato credenziali temo facciano maggiori insistenze.

Credo sarebbe utile udire in proposito Cambiagio.

466

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1747/319. Londra, 27 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 4,50 del 28).

Nel corso della conversazione odierna Lloyd George che era di un umore rosso (conseguenza forse del riverbero sfavorevole alla precedente amministrazione dei risultati dell'inchiesta sulla Mesopotamia) mi ha detto in tono scherzoso che sperava molto ci si intendesse con la Francia per la questione di Janina. Noi, ha detto, annettiamo importanza a quella questione unicamente per ovvii interessi nostri ad evitare sgradite frizioni tra l'Italia e la Francia. Io che ignoravo esistenza di simile frizione gli ho detto nel medesimo tono che il miglior modo di evitarle era di persuadere i francesi a non sollevarci gratuiti imbarazzi nella esecuzione di operazioni di indole puramente militare imposteci da gravi interessi difensivi tenendo al postutto presente che nessuna opposizione abbiamo mai sollevata noi ad occupazioni franco-britanniche di territorì ed isole greche.

(l) Gruppo indecifrato.

467

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1742/174. Parigi, 27 giugno 1917, ore 23,40 (per. ore 4,50 del 28).

Telegramma di V.E. n. 1042.

Ho parlato con Cambon della comunicazione fatta a Thomas circa la revisione degli accordi. Cambon mi ha detto che Ribot è d'accordo con quanto V.E. ha detto al riguardo con Barrère. L'intenzione di Ribot sarebbe di riunire appena possibile la conferenza di cui si è parlato per discutere la questione delle truppe alleate a Monastir. In seguito tale discussione accennerebbe agli accordi presi, senza andare a fondo, senza formali rinunzie sorvolando sulle questioni troppo precise e ciò servirebbe per poter rispondere in avvenire a proposte formali di revisione che tale soggetto è stato già trattato. Secondo Cambon si tratterebbe di prender tempo e mi ha ripetuto che Thomas ha avuto l'impressione che bisognerà calmare l'imperialismo russo appena le loro truppe abbiano un qualche successo.

Avendo io chiesto se le condizioni dell'esercito ,e del paese in Russia lasciano sperare in questo successo mi rispose confermando la fiducia di Thomas in un prossimo efficace sforzo militare russo.

468

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1743/175. Parigi, 27 giugno 1917, ore 23,40 (per. ore 4,50 del 28).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1044.

Cambon, al quale ho accennato al distaccamento francese che rimaneva tuttora a Splanca, mi ha detto che ieri è stato mandato a Barrère un rapporto di Sarrail sulla linea di delimitazione. Cambon sembrava contrariato dalla situazione delicata che è sorta in Epiro; non ha voluto spiegarmi in che consistano le osservazioni di Sarrail, ma mi ha ripetuto che è una situazione noiosa. Benché non dimostrasse di voler dare troppa importanza alla cosa pure ha fatto sorg,ere in me il dubbio che possa cercare di crearci difficoltà. Av,endo io tentato di prolungare il discorso su quel soggetto, mi ha detto che Jonnart è persona di molto giudizio e che certamente ha dato istruzioni a Sarrail.

469

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 1753/320. Londra, 27 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 4,50 del 28).

Esauriti gli argomenti che avevano motivata la mia odierna visita, Lloyd George mi ha di sua iniziativa parlato dell'ulteriore invio artiglieria inglese al nostro fronte, questione circa la quale disse aver ricevuto da Bissolati una lettera particolare corroborante validamente la tesi del g·enerale Cadorna. Primo ministro intuisce che il generale preferirebbe concorso venisse limitato solo artiglieria inglese escludendo francese. In principio preferirebbe anche lui questa soluzione. In via affatto privata mi ha tuttavia pregato di rappresentare nel massimo segreto a V. E. e per suo tramite al generale Cadorna quanto segue: • Personalmente condivido appieno il parere che al momento presente l'assestare un fiero calcio (?) mediante poderosa offensiva dal nostro fronte presenterebbe ovvi incontestabili vantaggi. In questa sua opinione è stato confermato da impressione riportata da Thomas a Stoccolma nei suoi colloqui con Branting nel senso cioè che Austria-Ungheria sarebbe ormai giunta all'estremo limite resistenza. Lloyd George però deve lottare contro la tenacissima opposizione di Robertson e di Haig entrambi contrari a qualsiasi distrazione d'artiglieria alla nostra ... (l) che possa paralizzare od attenuare la vigorosa azione che essi intendono continuare su fronte nord occidentale. Per contro risulta al primo ministro che il generale Foch sarebbe in massima consenziente alle vedute di Cadorna per vari motivi e che all'esercito francese gioverebbe poter attendere l'arrivo dei rinforzi americani. Ciò stante a trionfare dell'opposizione dei generali inglesi il primo ministro ha assoluto bisogno dell'appoggio dello Stato Maggiore francese, appoggio che naturalmente verrebbe a mancare se da parte nostra si volesse totalmente eliminare il concorso francese. Lasciato solo alle prese coi suoi generali pei quali non esiste che la propria fronte, Lloyd George non potrebbe naturalmente

assumere la grave responsabilità di tenere in non cale il loro parere. Inoltre il primo ministro annetterebbe speciale importanza ad essere messo in grado di assicurare questo Stato Maggiore che l'artiglieria inglese (egli parla di trecento cannoni) potrebbe eventualmente penetrare in Italia e giungere al posto di combattimento nel massimo segreto non passando per Torino e Milano da questi generali qualificati centri attivi di spionaggio nemico. Ciò allo scopo d'impedire il tempestivo invio di rinforzi d'artiglieria tedesca. Lloyd George concludeva di non essere ancora edotto dei risultati della conferenza di Moriana tra Cadorna e Foch. In conclusione il primo ministro ha caldamente insistito perché nel riferire la conversazione a V.E. io ne accentuassi il carattere privato. Per opportuna norma dell'E. V. e per eventuali comunicazioni avverto che primo ministro viene pranzo da noi nell'intimità giovedì venturo 5 luglio.

(l) Gruppo indecifrato.

470

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2304/130. Cristiania, 27 giugno 1917, ore 15,40 (per. ore 5,30 del 28).

Questo ministro degli Stati Uniti ha informato me ed i colleghi alleati, con note identiche, in data 25 corrente, che il suo Governo, allo scopo meglio impedire che merci americane passino al nemico attraverso Norvegia, gli ha impartito istruzioni di fare operare -sulla base della reciprocità -gli ufficiali consolari da lui dipendenti coi loro colleghi dei Governi alleati in tutte le questioni relative alla guerra.

Il ministro medesimo aggiunge che per rendere tale controllo quanto più è possibile effettivo, il suo Governo gradirebbe che noi fornissimo alla legazione degli Stati Uniti qualsiasi informazione possedessimo in proposito.

Rispondo ringraziando ed aderendo tuttavia, se del caso, prego telegrafarmi istruzioni.

471

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1749/318. Londra, 27 giugno 1917, ore 22,15 (per. ore 15 del 28).

Lloyd George mi diceva stamane avere Thomas riportato dalla Russia impressione complessivamente meno sfavorevole di quanto gli era dato di temere, anzi piuttosto " sanguine ». Ho colto questa occasione per accennare ai nefasti vagheggiati progetti di revisione dei quali, con linguaggio sostanzialmente analogo a quello tenuto ieri da Balfour, ho rilevato somma inopportunità e grave pericolo. Lloyd George ha detto che a tutte queste vibrate manifestazioni dell'accesa fantasia russa egli, per conto suo, attribuisce .importanza molto relativa, sua impressione essendo che esse non siano in fine dei conti destinate ad avere pratica realizzazione a prescindere poi dalla prevedibile possibilità che in caso di vittoria i più rapaci diventerebbero proprio i russi .D'altra parte però a lui sembra supremo interesse degli Alleati di non prendere ora di punta i russi che occorre invece di ... (l) • humour •. Egli comunque ritiene fermamente debbasi a qualunque costo evitare il pericolo che la Russia • esca dalla guerra •, perché in tal caso verrebbe a mancare la possibilità di tradurre praticamente in atto tutti gli accordi conclusi per non esservi nulla da dividere.

(l) Gruppo indecifrato.

472

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1780/267. Pietrogrado, 27 giugno 1917, ore 21,22 (per. ore 22,50 del 30).

Kiew, disertore austriaco, già addetto all'ufficio radiotelegrafico nemico ha affermato che Gabinetto di Vienna riesce a decifrare radio-telegrammi da e per Pietrogrado degli Alleati. Assumerò e trasmetterò informazioni particolareggiate sulla sua deposizione, che sembra seria. Ad ogni buon fine converrebbe ricorrere a qualche espediente fino al giungere di un nuovo cifrario, per esempio all'uso alternato di due differenti cifrari per ciascuna parola. In attesa di istruzioni io non mi servirò della radio-telegrafia che per comunicazioni in chiaro.

473

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2593/873. Parigi, 27 giugno 1917.

I giornali di Parigi seguono con viva attenzione le crisi che si stanno succedendo in Austria e in Ungheria e investigano per vedere se fra i nomi dei Ministri che si succedono nei telegrammi da Vienna e da Budapest ve ne sia alcuno che, per i suoi precedenti, lasci sperare in un nuovo orientamento della Monarchia danubiana, tendente a sottrarre Vienna all'influenza di Berlino. Condizione alla quale, secondo i giornali francesi, l'Austria potrebbe salvarsi. Nessun nome di uomo politico ha però finora trovato grazia; ed il Temps di qualche giorno fa concludeva la sua rassegna sulla politica estera dell'Austria Ungheria con la malinconica constatazione che essa non accenna affatto a cambiar rotta.

Ma l'insistenza con la quale questi giornali ritornano sull'argomento dà motivo di pensare che qui non si è ancora abbandonata la speranza che l'Austria possa non solo emanciparsi ma diventare addirittura un elemento di equilibrio da contrapporre alla Germania.

In generale però gli scrittori politici francesi mostrano di conoscere piuttosto superficialmente l'Austria Ungheria e si ha l'impressione che i loro giudizi siano piuttosto fondati su reminiscenze del passato. I pochi che conoscono la Monarchia degli Absburgo, per averci vissuto, come il Chéradame, non si stancano dal ripetere che essa o sarà distrutta o sarà fatalmente uno strumento dell'imperialismo tedesco. Anche il collaboratore di politica estera dell'Echo de Paris, Pertinax, successo all'Herbette che è passato al Temps dopo la partenza per l'America del Tardieu, si è adoperato in alcuni articoli a togliere le illusioni della maggioranza a questo proposito.

Il pessimismo e l'ottimismo circa l'avvenire dell'Austria Ungheria si vanno alternando senza posa secondo l'intonazione delle notizie che giungono giornalmente sulla situazione politica della Monarchia. Il ritiro di Clam-Martinec ha dato luogo a previsioni catastrofiche sulla vitalità avvenire dell'Austria. Il Temps proponendosi di esaminare oggettivamente la situazione del nuovo monarca chiude il suo articolo di fondo col seguente amichevole consiglio all'Imperatore:

• Pare a noi che Carlo I ed i suoi consiglieri abbiano messo il carro innanzi ai buoi. Avrebbero dovuto cominciare col risolvere le difficoltà esterne prima di quelle interne. Per fare delle riforme bisognava prima fare la pace •.

474

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. R. 2984 G.M. Comando Supremo, 27 giugno 1917.

Il giorno 25 corrente, alla stazione di San Giovanni di Moriana, mi sono incontrato col generale Foch, capo di Stato Maggiore dell'esercito francese, e mi interessa dare subito notizia alla E. V. di alcuni degli argomenti trattati perché si collegano a questioni, già discusse in via diplomatica, sulle quali la

E. V. ebbe a richiedere il parere del comando supremo.

l. -Con riferimento a una recente comunicazione di V. E. (l) circa le pretese affacciate dal governo inglese di un maggiore sforzo da farsi da noi nella guerra per ottenere il riconoscimento della zona italiana in Asia Minore ed alla conseguente opportunità di inviare truppe italiane in sfere di operazione fuori della fronte nostra, ho esposto al generale Foch il mio concetto e la mia convinzione che ogni ulteriore invio di forze fuori del teatro di guerra italiano rappresentava una biasimevole e dannosa dispersione di mezzi a scapito dello sforzo che deve essere fatto sulla fronte italiana. Ho dimostrato al generale Foch che ,l'Italia (grazie allo sviluppo dato, guerra durante, alle proprie forze militari), trattiene ora, sulla propria fronte, forze nemiche doppie di quelle che vi erano nei mesi dell'estate del 1915 e ciò con immenso vantaggio della coalizione, e gli ho provato che il contributo dato da noi a vantaggio della causa comune degli alleati in Macedonia e in Albania costituisce già un ingente peso che gli alleati dovevano ammettere ed apprezzare.

Il generale Foch ha riconosciuto pienamente la entità del nostro sforzo militare, ed è stato con me d'accordo nel ritenere che tutte le forze ,ed i mezzi disponibili debbano essere concentrati e sfruttati sul teatro d'operazione principale, dove più direttamente e più efficacemente deve essere combattuto il nemico.

Ritengo pertanto che se, da parte degli alleati, si facessero nuove premure per sollecitare un maggiore nostro contributo in Palestina o in Macedonia, potrebbe essere opportunamente invocato il competente giudizio del generale Foch,

esplicitamente contrario ad ogni dispersione di forze fuori del teatro principale di guerra.

2. -Col generale Foch ho trattato anche l'argomento (importantissimo per noi) del contributo di al'tiglierie e munizioni che gli alleati dovrebbero darci in determinate eventualità (1), ed ho indicato approssimativamente la specie e la entità del contributo. Il generale Foch ha dichiarato di essere nel mio ordine di idee ed ha ammesso la convenienza e la possibilità che il contributo richiesto debba esserci accordato ed io mi sono riservato di precisare il nostro fabbisogno in materia; ma il generale Foch mi ha, nel tempo stesso, dichiarato che è urgente che la Francia abbia da noi un contributo di mano d'opera militare occorrente specialmente per molti lavori che debbono, a brevissima scadenza, essere intrapresi ln Francia per preparare gli sbarchi delle truppe americane e per predisporre l'ingente quantità di baraccamenti dove le truppe stesse dovranno alloggiare. In Francia la mano d'opera è così scarsa che i lavori stes8i non possono assolutamente essere eseguiti in tempo se gli alleati non concorrono a fornire gli operai, e il generale Foch ha con molta insistenza rappresentato che dall'Italia si attende un valido aiuto.

Non ho mancato di osservargli che l'esperimento fatto con l'invio dei noti 10 mila operai nella scorsa primavera non poteva incoraggiarci a ciò; ma il generale Foch ha obiettato (e non posso dargli torto) che lo scarso sfruttamento dei nostri operai derivò specialmente dal fatto che si inviarono dei manovali borghesi di pochissima capacità, mentre invece occorrono ora operai militarizzati e specializzati; insistette perciò nella richiesta vivamente raccomandandone l'accoglimento come corrispettivo del contributo francese di artiglierie e munizioni. lo debbo riconoscere la equità della richiesta e ritengo che sarebbe nostro grande interesse il soddisfarla, tanto più che dovendo gli operai italiani essere adibiti a lavori che occorrono per i contingenti americani, l'opera loro sarebbe apprezzata dal Governo degli Stati Uniti, da parte del quale noi potremmo avere notevoli vantaggi di altro ordine.

Circa le modalità con le quali fornire il contributo richiesto, ritengo che potrebbe consistere nell'inviare in Francia alcuni battaglioni di zappatori del genio (sussidiati, se occorra, da operai specialisti, reclutati tra elementi provetti e già abituati alla disciplina militare) i quali potrebbero essere adibiti a lavori importanti, e in zone ben determinate, sotto la direzione di ufficiali superiori del nostro genio militare, in modo che l'opera loro si svolgerebbe (all'infuori della diretta ingerenza delle autorità militari francesi) sotto la responsabilità dei naturali superiori gerarchici. Ho motivo di credere che, sotto tale forma, il contributo italiano sarebbe accolto come preziosissimo e ritengo che il comando francese assegnerebbe ai nostri battaglioni compiti perfettamente adatti alle ben note, e apprezzate, capacità tecnico-professionali del genio militare italiano.

Segnalo a V. E. la richiesta del generale Foch e La prego di volermi far conoscere se ,sulla base di quanto sopra ho esposto, il R. Governo conviene con me nel riconoscere la opportunità e la utilità di aderirvi, e faccio rilevare che

per ottenere dagli alleati il contributo di artiglierie ,e munizioni, di cui tanto abbisogniamo, occorre necessariamente da parte nostra un corrispettivo adeguato di contributo italiano dato nella forma e nella misura delle nostre disponibHità.

Prego perciò vivamente l'E. V. di voler prendere in attenta considerazione le presenti proposte, mettendomi in grado di dare una risposta (che spero favorevole) al generale Foch, col quale, intanto, io continuo le trattative per ottenere le artiglierie e le munizioni destinate a mettere in valore le forze di fanteria di cui disponiamo, delle quali, per deficienza di artiglierie, non possiamo valerci come sarebbe necessario (1).

(l) Si riferisce al t. gab. 963 del 15 giugno, cfr. n. 348.

(l) Cfr. n. 44.

475

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1062. Roma, 28 giugno 1917, ore 2.

Faccio seguito al mio telegramma n. 1037 (2). Beninteso la mia accettazione del promemoria inglese non implica l'accettazione della aggiunta: • avuto riguardo agli sforzi fatti da ciascuna potenza nella guerra » alla dichiarazione concordata a S. Giovanni di Moriana. In questo senso mi espressi a suo tempo con Rodd secondo risulta dal mio tel. 635 del 29 aprile (3). Tuttavia occorre eliminare la possibilità di equivoci futuri per fatto dell'ultimo promemoria inglese che vorrebbe consacrare la detta modificazione alla stipulazione di San Giovanni di Moriana. Poiché dal telegramma di V. E. rilevo che lord Cecil si mostrò deciso a mantenere la modificazione stessa, riterrei opportuno che, qualora ulteriori sue insistenze riuscissero vane, V. E. facesse risultare la mia espressa r,iserva su quel punto speciale.

476

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1755/234. Atene, 28 giugno 1917, o1'e 16,30 (per. ore 1,40 del 29).

Sotto buona scorta francese che il giorno prima aveva occupato Atene. Venizelos accompagnato da tutti i ministri è giunto in città. Si recò al palazzo a prestare giuramento e il primo decreto che ha fatto firmare al Re è stata la sospensione per un anno degli articoli della costituzione concernenti l'inamovibilità della magistratura. Come V. E. vede, appena giunto al potere, Venizelos si pone a far concorrenza alle potenze garanti nella difesa della costituzione.

Il resto della giornata si passò in visite ufficiali ed in pallide dimostrazioni. Verso sera Venizelos fece dal balcone dell'albergo Gran Bretagna un discorso in cui, fra l'altro, accusò le grandi potenze di aver posto argine al diffondersi del movimento nazionale colla creazione di una zona neutra. Parlò della partecipazione della Grecia al futuro congresso della pace per poter difendere gli interessi nazionali. Annuziò che un'assemblea costituente si sarebbe presto riunita per rivedere la costituzione. Disse che conveniva riorganizzare l'esercito e che frattanto avrebbe chiamato alle armi le classi 1916, 1917.

Il ministero è formato di tutti gli antichi venizelisti. Venizelos ha nominato Politis ministro degli affari esteri.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 249-252.

(2) -Cfr. n. 448. (3) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 851.
477

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1759/233. Atene, 28 giugno 1917, ore 16,30 (per. ore 2,05 del 29).

Ho avuto un lungo colloquio con Venizelos. Abbiamo evitato di discutere gli avvenimenti interni greci. Gli ho detto soltanto di sperare che le gravi imputazioni fatte possano essere riescite vantaggiose al paese. Venizelos mi ha spiegato i suoi piani per la riorganizzazione dell'esercito, ma mi è sembrato abbastanza dubbioso circa gli ufficiali, molti dei quaU ammise essere restati fedeli al Re Costantino. Dal Peloponneso mi confessa avere scarse notizie, ma mi è sembrato preoccupato dell'azione del generale Papulas, pure facendo comprendere che non lo reputa capace di far nulla di positivo. Verso la fine del colloquio mi ha chiesto il permesso di parlarmi della nostra occupazione nell'Epiro. Avendogli detto che non avevo difficoltà, Venizelos mi ha pregato di chiedere formalmente a V. E. il ritiro delle truppe italiane sul "confine di Firenze" ed il ristabilimento dell'autorità greca. Mi ha detto che desidera tentare di trattare la questione direttamente con l'Italia, ma aggiunse che in caso di non riescita con noi avrebbe dovuto far appello alle potenze garanti ed anche all'America.

In compenso della nostra evacuazione egli si faceva forte di ottenere l'evacuazione di Atene da parte dei francesi.

Avendogli chiesto che cosa pensa delle altre occupazioni (Tessaglia, isole, ecc.), egli mi ha detto che quelle che non avrebbero potuto essere abolite avrebbero potuto divenire internazionali, con intervento dell'Italia. A tutto ciò Venizelos diede carattere di proposte formali facendo intendere che si attende una risposta. V. E. giudicherà e vorrà significarmi se e come rispondere. Non posso a meno di notare che tutto ciò che accorderemo a Venizelos sarà a titolo gratuito, giacché per molto tempo egli continua a non essere in grado di prestare all'Intesa che un aiuto puramente illusorio.

478

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1763/24. Sgravenhage, 2 8 giugno 191 7, ore l ,56 (per. ore 2,15 del 29).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1054 (1).

Confermo e faccio seguito rapporto 204 (1). Commissione mista incominciò suoi lavori 25 corrente in presenza di questo ministro degli affari esteri il quale, dopo poche parole pronunziate in francese per mettere in luce alto benefico scopo umanitario della riunione e dopo di essersi posto alla disposizione della commissione, passò la presidenza al Signor Vredenburg già ministro dei Paesi Bassi a Bucarest, ora destinato a Stoccolma. Quest'ultimo, che da oltre quattro mesi si è occupato con grande zelo e abilità a Berlino di tutte le questioni inerenti ai prigionieri di guerra inglesi, è stato il vero ideatore e fattore di questa riunione che preparò segretissimamente, venendo spesse volte a tale scopo da Berlino all'Aja per trattare con questo ministro d'Inghilterra, il quale molto fece per decidere il proprio Governo non solo ad aderire alla conferenza ma, come ho fondato motivo di credere, ad esprimere per primo a questo ministro degli affa11i esteri il desiderio per la riunione. Questioni da trattare sono lo scambio di prigioni·eri di guerra, il trasferimento dei prigionieri di guerra in altro paese neutro oltre la Svizzera, il rimpatrio e l'internamento in paesi neutri di prigionieri civili, il miglioramento nella spedizione, distribuzione dei pacchi ai prigionier.i di guerra, l'applicazione delle misure di rappresaglie e punizioni nei campi di concentramento per prigionieri di guerra. Lavori hanno proceduto sino ad oggi soddisfacentemente e senza il menomo ineidente, ma lentamente, dovendo il presidente tradurre, spiegare quanto ogni delegato dice nella propria lingua. È stato deciso di mantenere per quanto è possibile il segreto circa i lavori della commissione. All'annunzio della riunione di ·essa dato alla stampa, questa ha manHestato il suo compiacimento che 'l'Aja fosse stata scelta per sede ma nessun giornale ha attribuito alcuna portata politica a tale avvenimento.

479

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.P. 1760/322. Londra, 28 giugno 1917, ore 11,35 (per. ore 7,10 del 29).

Giorni fa a proposito della prossima conferenza dei ministri alleati (con probabile sede a Parigi) Balfour in via affatto privata accennava nuovamente al vivo desiderio suo e dei suoi colleghi di entrare in relazione personale con

V. -E. lasciando ancora una volta chiaramente capire quanto gradita riuscirebbe una sua visita a Londra. A questa personale apertura detti risposta in termini naturalmente cortesi ma vaghi ed evasivi. Sull'argomento ritornò ieri in modo più chiaro e preciso per quanto in via privata e personale Lloyd George. Dopo avere nel corso del colloquio accennato al recente discorso di V. E., da lui testualmente qualificato: « powerful and masterful •, il primo ministro, quasi al momento di !asciarci, rilevò l'utilità della conferenza dei ministri alleati la quale dovrebbe riunirsi all'epoca da lei approssimativamente indicata e mi chiese se io credevo che V. E. consentirebbe a recarsi una volta o l'altra qui, ripetendomi i noti apprezzamenti, che ometto per non annoiarla, Lloyd George menzionò pure di passata che dal principio della guerra ella non era mai venuta a Londra. Io risposi in termini generali insistendo sulle gravi e pesanti occupazioni che, per assorbire tutto il tempo di V. E., ovviamente rendono assai malagevole la sua assenza da Roma. Al che replicò Lloyd George: • Comunque se potessi indurre Sonnino a venire qui sarebbe una gran buona ... (l) e la sua visita farebbe a noi tutti un vero piacere ».

Nel riferire quanto precede per semplice debito di informazione, aggiungerò che anche Hardinge circa due settimane fa mi parlò della grande utilità di una visita di V. E. e mi fece fra l'altro bene intendere che qui si preferirebbe che essa non coincida con la presenza a Londra dei ministri francesi. Lloyd George mi manifestò da ultimo ieri il suo vivo compiacimento per la conversazione avuta con il ministro Orlando e soprattutto per la recisa dichiarazione di S. E. nel senso cioè che oramai in Italia non vi è più alcun uomo politico autorevole che non si renda conto della necessità di continuare la guerra fino alla vittoria insieme agli Alleati.

(l) -Non pubblicato.
480

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1767/25. Sgravenhage, 28 giugno 1917, ore 19,30

(per. ore 19,15 del 29).

Ad ogni buon fine comunico a V. E. che persone serie venute recentemente dal Belgio assicurano che corre colà insistente la voce circa l'intenzione dell'Austria-Ungheria di concludere senza ritardo la pace separata con gli Stati dell'Intesa. Inoltre mi è stato assicurato che questo ministro d'Austria-Ungheria parente di un intimo amico del conte Czernin avrebbe ieri parlato della ferma volontà del suo Sovrano e dell'Imperatrice di far cessare la guerra ed avrebbe aggiunto che non si tarderà a conoscere le condizioni della pace proposte dall'Austria-Ungheria (2).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1075 del 30 giugno.
481

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1781/268. Pietrogrado, 28 giugno 1917, ore 21,10 (per. ore 15,15 dell'1 luglio).

Lvov ha fatto a Buchanan, reduce da una brev·e licenza in Finlandia, dichiarazioni ottimiste sulla situazione generale come sulla prossima offensiva; il collega non osa però fare previsioni e constata frattanto che il Governo provvisorio è ben lungi dall'avere acquistato la piena libertà di azione. Egli mi ha manifestato pure la sua diminuita fiducia nell'efficacia dei contatti col Soviet e mi ha detto che i deputati socialisti inglesi Macdonald, Jowett etc. hanno ... (l) Pietrogrado. Henderson stesso partirà fra due o tre settimane.

In merito alla conferenza socialista per le condizioni di pace, Buchanan si propone dire in bel modo a Terescensko che la Russia non può proporre condizioni di pace se non coopera alla guerra e che il socialismo inglese è unanime nel voler salvaguardati gli interessi nazionali. Circa la revisione degli accordi, Buchanan ha sottolineato che la nota britannica parla semplicemente di • esaminarli •.

482

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO '

R. R. 1451/420. Berna, 28 giugno 1917.

In relazione al dispaccio ministeriale in margine indicato (2), ho l'onore di trascrivere qui appresso quanto il prof. Michels mi comunica relativamente alla visita a lui fatta nello scorso ottobre dal generale Utsunomja dell'esercito giapponese:

• ... non può assolutamente trattarsi né di un equivoco né di u.na mistificazione. Egli è infatti il signor Utsunomija che, sul suo biglietto da visita scritto in lingua tedesca, si qualificò quale "Marine-Intendatur-General" in attività di servizio. Né può destare meraviglia che una simile missione sarebbe stata affidata ad un militare, poiché il generale Utsunomija, prima di darsi alla carriera militare, si è laur·eato, primo tra i giapponesi nelle università germaniche, nell'università di Berlino in economia politica, e di questi studi pare abbia tratto grande vantaggio per la stessa sua carriera militare. Riassumendo, resta dunque assodato che è proprio il generale Utsunomija che è stato in Europa nel 1916, a scopo d'informare il proprio Governo sulle condizioni economico-finanziarie europee in senso prettamente ostile agli interessi dell'Intesa e specialmente dell'Inghilterra •.

13 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Si tratta del dispaccio n. 20073/374 del 21 maggio 1917, non pubblicato.
483

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1455/424. Berna, 28 giugno 1917.

Dalle notizie che ho avuto a Palazzo Federale sembra che il Corpo diplomatico svizzero subirà, fra poco, una nuova epurazione col ritiro del Signor Odier, Ministro della Confederazione a Pietrogrado. L'incidente Grimm, oltre alla prima e più grande vittima, attenderebbe ancora l'olocausto di questo vecchio ginevrino che il Comtesse tolse dalla politica undici anni or sono per farne un diplomatico. Il Signor Odier, all'invito rivoltogli telegraficamente il 19 corrente di venir subito a Berna per dare spiegazioni sulla parte avuta in quel malaugurato incidente, ma sovratutto per mettere in chiaro se il Grimm fosse stato a lui raccomandato dall'Hoffmann, rispose chiedendo se questo invito fosse sinonimo di richiamo. Gli fu ritelegrafato di mettere in assetto le sue cose, come se si trattasse di partenza definitiva, aggiungendo però che, prima di avere sentito ,la sua discolpa, il Consiglio Federale non credeva di poter pronunciarsi definitivamente.

È al Signor Ador che incomberà il doloroso compito di esaminare il caso del Signor Odier, suo amico d'infanzia e suo correligionario politico. L'ambiente di Palazzo Federale non si annunzia oltremodo favorevole a questo vecchio ministro, che avrebbe considerato sino ad oggi il suo posto come una sinecura, facendosi notare pel suo negligente silenzio. Sembra che, invidioso degli allori del De Maistre, egli abbia fatto troppo spesso il voyage autour de sa chambre, ma Ie male lingue aggiungono che lo abbia fatto in dolce compagnia, abbandonandosi troppo sovente aux distractions de « l'autre » per usare la locuzione cara allo scrittore savoiardo.

484

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2337/217. Stoccolma, 29 giugno 1917, ore 17,15 (per. ore 5,15 del 30).

Comunicato del comitato olandese e scandinavo circa conversazioni avute 27 corrente coi delegati czechi Habermann, Nemec e Smeral rappresentanti partito socialista operaio czeco-slovacco.

Delegati ritengono che guerra provocata da tendenze imperialiste capitaliste deve finire col pieno trionfo della democrazia e col riconoscimento per ogni nazione del diritto a costituirsi in ente autonomo con tutti gli attributi di una completa indipendenza statale. Conseguentemente reclamano costituzione della monarchia danubiana trasformata in sistema federativo di uno Stato czeco autonomo comprendente anche gli slovacchi con diritti eguali a quelli attuali degli Stati austriaco e ungherese. Altre questioni nazionali dovrebbero egualmente risolversi secondo medesimi principi. Anche per Russia sarebbe indicata forma federativa comprendente Finlandia e Ucraina. Polonia deve avere indipendenza comprendendo tutte le terre abitate da polacchi ma rispettando diritti degli ucraini. Belgio deve ,essere completamente restaurato e Serbia reintegrata ottenendo indispensabile accesso al mare ciò che riuscirebbe più facile risolvendo insieme questione montenegrina. Per Alsazia Lorena miglior soluzione sarebbe accordo fra socialisti tedeschi e francesi ma potrebbe anche ricorrersi ad un plebiscito sotto garé!nzia di Stati neutrali dopo la pace.

485

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1765/325. Londra, 29 giugno 1917, ore 22 (per. ore 6,30 del 30).

Telegramma di V. E. n. 616 (1).

Balfour mi fece sapere ieri che Cecil tornerà lunedi e che pertanto egli desidera che io continui con lui la discussione circa pro-memoria per Asia Minore. Rinnoverò a Cecil vivissima istanza per l'eliminazione dalla nota della frase ma tenendo presente il suo cosi esplicito linguaggio a nome del Gabinetto di guerra non posso nutrire serie speranze nel risultato. In tale previsione prego V. E. significarmi se la riserva formale prescrittami dev'essere formulata verbalmente o per iscritto e in quali termini precisi. V. E. avendo nel telegramma Gabinetto n. 734 (2) accennato ad uno • scambio di promemoria • mi occorrerebbe pure conoscere se Ella intende che raggiunti eventualmente gli accordi finali sul testo del promemoria britannico, in base alle ultime osservazioni di lei, io consegni a mia volta un promemoria riproducente quello del Foreign Office (con l'eliminazione dell'articolo terzo circa gli sforzi militari) e con inserzione della riserva, ovvero se preferisce che io mi limiti a notificare semplicemente in un più succinto promemoria il consenso del R. Governo al promemoria britannico, salva la riserva per la nota frase in conformità delle dichiarazioni da lei fatte alla conferenza di San Giovanni e confermate· susseguentemente a Rodd. Prego V. E. farmi conoscere pure il suo pensiero circa il modus procedendi per simultanea constatazione definitiva degli accordi rispettivamente conclusi con questo e col Governo francese.

(l) -Cfr. n. 475 il cui numero di protocollo particolare è 616. (2) -Cfr. n. 31.
486

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1798/269. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 21,13 (per. ore 22,20 del 2 luglio).

Seguito mio telegramma n. 267 (1).

Sottufficiale radio-telegrafista austriaco fatto prigioniero dai russi ha deposto che tutti i radio-telegrammi intercettati venivano spediti all'ufficio

• Wolff-Draht • di Vienna che riusciva a decifrare la corrispondenza delle armate russe fra loro e di quelle fra la Romania e Salonicco e di quelle fra Pietrogrado e Coltano. Cifre francesi molto complicate non erano conosciute che in piccola parte. Come indizio di quanto precede il prigioniero austriaco cita i seguenti fatti:

l) Il • Wolff-Dràht • chiedeva talora la ripetizione di alcune cifre e infatti constatavasi in tal caso qualche errore di trascrizione dei numeri.

2) La circostanza che Hofer in testa ad un telegramma pose una volta Ja frase seguente • in seguito all'intercettazione di un radio-telegramma riuscì, ecc. •. Giorno stesso bollettino venne sequestrato e nel nuovo comunicato detta frase fu abolita.

Nella surriferita deposizione è senza dubbio significativa la richiesta ripetizione di gruppi e per l'esser questi risultati effettivamente erronei, la deposizione ha aspetto di veridicità per quanto poco documentata. Si potrebbe forse fare una controprova con l'invio di qualche falsa notizia.

Frattanto mi sembra ad ogni buon fine indispensabile l'uso combinato di diversi cifrari oppure l'adozione di uno previamente stabilito e variabile ogni settimana alla prima cifra di ciascun gruppo, oppure un altro espediente che a V. E. piaccia indicarmi.

487

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2380/569. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 14,15 del 3 luglio).

22 giugno.

Congresso di tutti i Soviet ha ieri discusso suoi rapporti col Governo provvisorio. Zeretelli fa rilevare che i Soviet non rappresentano totalità popolazione e che d'altra parte Duma gode ancora grande influenza ed autorità presso larghe masse di popolazione. Dice che ultimatum agli AUeati che massimalisti propongono condurrebbe a rottura relazioni diplomatiche con essi e quindi alla

pace separata, che manifestamente è condannata da tutti. Non seguirà neppure in politica interna il programma dei massimalisti perché conducente alla guerra civile.

Il congresso poi approvò, con 543 voti contro 126 e 52 astenuti e 65 assenti, seguente deliberazione: congresso dei Soviet considerando che passaggio intero potere alla borghesia avrebbe recato grave colpo alla rivoluzione e che d'altra parte passaggio intero potere ai Soviet indebolirebbe forze privandoli di elementi ancora capaci di servire e minaccerebbe rivoluzione, approva condotta del Soviet di Pietrogrado che trovò uscita dalla crisi del quattro maggio colla formazione di un Governo di coalizione con piattaforma di politica democratica tanto interna che esterna. Esso approva condotta dei compagni partecipi del Governo ed invita Governo provvisorio:

l) al pronto raggiungimento pace senza annessioni né contribuzioni in base libera scelta proprie sorti da parte dei popoli; 2) ulteriore democratizzazione e rafforzamento esercito; 3) energiche misure contro disordine fondiario ed economico prodotto dalla guerra e politica classi abbienti; 4) lotta sistematica e decisiva contro tentativi controrivoluzionari; 5) pronta adozione misure atte a sistemare economia popolare; 6) democratizzazione delle amministrazioni locali e istituzione di Zemstvo e municipi dove non esistono; 7) pronta convocazione della costituente.

Allo scopo mandare ad effetto misure suddette nonché unire forze democratiche e dar loro modo di esprimere propria volontà, congresso dei Soviet ritiene necessaria creazione nuovo organo composto dei rappresentanti del congresso dei Soviet di tutta la Russia e del congresso dei contadini e munito di pieni poteri. Dinanzi ad esso ministri socialisti saranno responsabili di tutta la politica estera ed interna del Governo provvisorio. Congresso dei Soviet fa appello a tutta la democrazia rivoluzionaria perché si stringa intorno ai Soviet degli operai e contadini e sostenga energicamente Governo provvisorio nella sua attività diretta al rafforzamento e allargamento conquiste rivoluzione.

(l) Cfr. n. 472.

488

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2381/570. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 14,30 del 3 luglio).

22 giugno.

In lettera aperta al Soviet di Pietrogrado Henderson, rispondendo all'invito da quest'ultimo rivolto ai socialisti di tutto il mondo di intervenire al congresso di Stoccolma, dice che partito operaio britannico si opporrà ad una rottura delle democrazie coi Governi. Su questo punto esso è d'accordo coi partiti operai e socialisti degli altri paesi alleati. Pur volendo pace non dobbiamo chiudere occhi sulla grave situazione presente né seminar zizzania tra i partiti operai dei paesi alleati. Come voi desideriamo pace ma vi domandiamo quali prove avete che Germania accoglierà condizioni che garantiscano pace sicura e che compagni socialisti di Germania stenderanno mano ai popoli poveri e piccoli. Dobbiamo scegliere fra onore e disonore, fra pace prematura seguita da anni di angoscia ed alcuni mesi di lotta seguiti da pace sicura. Questa è, a mio avviso, opinione della maggioranza degli operai organizzati d'Inghilterra.

489

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2383/572. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 15,30 (per. ore 14,50 del 3 luglio).

23 giugno.

In seno al congresso di tutti i Soviet Kerensky ha pronunciato lungo discorso nel quale ha discolpato Governo provvisorio dalla accusa mossagli dai massimalisti di servire interessi capitalisti e detto che, difesa passiva al fronte equivalendo a distruzione forza armata della Russia, è necessario organizzare esercito per avanzata. Ad edificazione spiriti diede lettura di un radiotelegramma del Comando Supremo germanico nel quale dicesi che se Governo russo desidera sincerarsi se truppe germaniche hanno trasportato loro artiglierie pesanti dal fronte orientale a quello occidentale, può farlo di persona. Allora cannoni tedeschi potranno parlare. Kerensky invita rispondere alla provocazione tedesca col disprezzo e rafforzando fiducia del Governo.

490

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2397/580. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 11,15 del 4 luglio).

24 giugno.

Congresso dei Soviet ha approvato ordine del giorno constatante che la Duma, al pari del Consiglio dell'Impero, fu soppressa dalla rivoluzione. I deliberati dei membri della Duma devono pertanto considerarsi di privati cittadini. I mandati della Duma scadono in settembre sicché anche per coloro che non accettano tesi del congresso l'esistenza di quell'assemblea è di breve durata.

491

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2426/578. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 14,30 (per. ore 10,25 del 6 luglio).

24 giugno. Commentando discorso Sonnino, Birgevia Viedomosti dice che ministro

affari esteri italiano ha dato spiegazioni esaurienti sulla proclamazione di indipendenza dell'Albania. Egli ha detto che dopo conclusione della pace sarebbe dato agli albanesi di regolare propria organizzazione politica. Ciò fa supporre che le sorti Albania non saranno decise al futuro congresso della pace, ma che espressione volontà del popolo albanese verrà richiesta dopo conclusa pace. Già Thomas, Henderson, Bonar Law, Ribot, pur rendendo omaggio alla formula del Soviet di una pace senza annessioni né contribuzioni, non l'hanno trovata sufficientemente concreta ed ora Sonnino la trova incapace di comprendere nella sua concisione il grande numero delle esigenze politiche informate al progresso civile. Ma noi obiettiamo che direttive della politica democratica russa prendono forma concreta come lo prova la risposta del Soviet di Pietrogrado a Thomas, nella quale per la prima volta si sono considerate questioni dell'Alsazia-Lorena e rifusione danni. Pubblica opinione italiana deve essere sicura che formula russa non può ricondurre praticamente alle violenze ed ingiustizie passate né al ristabilimento statu quo ante.

Dielo Naroda rileva le riserve fatte da Sonnino circa formula • nè annessioni nè contribuzioni • che mal si adatta allo spirito di libertà. Quale spirito di libertà si trova nello imperialismo italiano che aggiunge l'Albania alla Tripolitania?

Sovremenno Slavo dice che dichiarazioni Sonnino senza respingere formula della democrazia russa, ne fanno la critica. Unità d'azione politica e militare resta oggi come prima caposaldo degli Alleati. Dopo rivoluzione russa essa è lo scopo di tutte le democrazie alleate. In che sta soltanto differenza

[sic]. Tale è il punto di vista del Governo italiano.

492

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2439/587. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 12 (per. ore 9,50 del 7 luglio).

27 giugno. Al congresso truppe Ucraina, Kiev ha dichiarato mediante atto speciale

che, pur senza separarsi dalla Russia, popolo ucraino ha diritto nominare sua

dieta nazionale in base a suffragio universale e con potestà emanare leggi per ordine interno senza aspettare che su ciò decida la costituente. Atto fa lunga requisitoria contro Governo provvisorio che incolpa di avere spento domande inoltrate per autonomia ad Ucraina e invita tutte le amministrazioni ed istituzioni a stringersi intorno alla Rada perché concorrano organizzare autonomia che costituente russa dovrà poi sanzionare. Atto ingiunge a tutte le organizzazioni ed istituzioni di imporre alla popolazione, a partire dal 14 luglio, uno speciale tributo per l'opera nazionale.

493

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2437/586. Pietrogrado, 29 giugno 1917, ore 14,30

(per. ore 10 del 7 luglio).

28 giugno.

Congresso di tutti i Soviet chiudendo discussione sull'offensiva, ha votato a grandissima maggioranza seguente deliberazione. Attuale guerra imperialistica rovina popoli e minaccia rivoluzione russa. Sua pronta liquidazione è il problema più importante per democrazia russa. Congresso ritiene che fine guerra con la distruzione di uno dei gruppi belligeranti preparerebbe nuove guerre, condurrebbe rovina popoli e che pace separata favorirebbe trionfo di uno dei partiti belligeranti senza liberare Russia dalle strettoie dell'imperialismo mondiale. Esso perciò respinge ogni politica tendente a pace separata. Russia correrebbe alla rovina se cercasse attuare suo programma di pace rompendo cogli Alleati, dichiarando guerra a tutta l'Europa. Fine guerra essendo raggiungibile soltanto mercè sforzi riuniti delle democrazie di tutti i paesi, congresso ritiene indispensabile:

l") che democrazia russa pel tramite del congresso rivolgasi alle democrazie di tutto il mondo invitandole ad aderire alla formula di pace senza annessioni nè contribuzioni, in base diritto di libera scelta proprie sorti da parte popoli e agire in tal senso sui propri Governi;

2°) che democrazia rivoluzionaria concorra costituzione internazionale e convocazione congresso internazionale socialista per collaborazione nelle definitive condizioni di pace e misure atte a mandarle in effetto;

3") che democrazia russa richiami attenzione democrazie Stati belligeranti sulla debole loro opposizione alle dichiarazioni dei propri Governi sugli scopi usurpatori della guerra, ciò che pone in grandi difficoltà la rivoluzione russa e rende difficile l'unione internazionale lavoratori. Per mandare in effetto tale programma è necessario lo scambio di delegazioni coi paesi alleati. Congresso protesta energicamente contro le difficoltà opposte dai Governi imperialisti all'invio di tali delegazioni. Congresso invita Governo provvisorio, che ha messo a base sua politica il programma della democrazia russa, a prendere nel più breve tempo misure opportune affinchè alleati della Russia aderiscano a questo programma e accelerino revisione trattati nel senso di una rinuncia decisiva alla politica di usurpazione. Ritiene indispensabile immediato rinnovamento personale ministero affari esteri e corpo diplomatico, democratizzandoli. Ritiene, fintantochè democrazia internazionale non abbia liquidato guerra, che democrazia russa deve rafforzare nuovo ·esercito tanto per offensiva che per difensiva, giacchè sconfitta fronte segnerebbe rovina rivoluzione e grave colpo alla democrazia internazionale. Congresso ritiene infine che questione dell'avanzata deve essere risoluta esclusivamente dal punto di vista strategico.

494

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1462/431. Berna, 29 giugno 1917.

Degli avvenimenti di questi ultimi dieci giorni e della grave crisi politica

risolta colle dimissioni del più influente tra gli uomini di stato elvetici, sosti

tuito in seno al Consiglio Federale dalla più illustre personalità della Svizzera

contemporanea, ebbi l'onore di render conto particolareggiatamente a V. E. coi

miei telegrammi gab. n. 37 (1), 38 (2), 41 (1), 42 (l) del 19, 20 e 25 corrente

e coi telegrammi n. 366 (l) e 370 (l) del 25 e 27 di quest'istesso mese.

La seduta del Consiglio Nazionale di ieri dove la quasi unanimità dei rap

presentanti, respinta la mozione Borella per un'inchiesta parlamentare, si ac

cordava, avida ancora di luce, sulla proposta del Presidente Schultess di affi

dare cioè all'istesso ConsigHo Federale l'esame ulteriore del caso Hoffman-Grimm,

ha chiuso per oggi, materialmente, l'incidente.

Gli echi non ne sono però ancor spenti, chè gli animi, così dell'una come

dell'altra parte, seguitano ad essere eccitati ed irritati. Nella Svizzera francese

non si è soddisfatti delle semplici dimissioni: si vorrebbe di più. Tutti i romandi

invero persistono a credere che le intenzioni dell'ex-capo del Dipartimento

Politico, uomo calmo ed avvisato, che in fatto di neutralità pareva soffrisse

quasi di scrupoli, non potessero essere perfettamente pure. Questo senso di dif

fidenza lo espresse egregiamente il Naine, quando, interpretando il pensiero degli

avversari dell'Hoffman, disse che • il n'existe pas d'intentions parfaitement pu

res. Les hommes ne so n t pas maitres de leurs propres intentions •. Ma dall'altro

lato i cantoni tedeschi non giudicano i fatti obbiettivamente, ma si trincerano

ostinatamente dietro alla nota personalità dell'Hoffman, alle cui grandi quaHtà

di carattere tutti debbono fare omaggio. Le dimostrazioni violente di Bellinzona,

Lugano e Ginevra sembrano a certi svizzeri alemanni, in ispecie a quei del

San Gallo, una gratuita provocazione, quasi un'offesa ai confederati di lingua

tedesca. Lo Jaeger pronunziò alla Camera parole di minaccia, facendo capire

che i cantoni alemanici erano stanchi di certe rimostranze piazzaiole. Le esa

gerazioni della stampa ginevrina e ticinese che avrebbe preteso ottenere le dimissioni dell'intero Consiglio Federale, con quelle pure del generale Wille e del colonnello von Sprecher, :liecero torto alla bontà della causa. Chè se il generale Wille, il giorno delle dimissioni dell'Hoffman, parve momentaneamente scosso, le grida di • crucifige • delle dimostrazioni popolari valsero invece a consolidarlo. Non v'ha dubbio però, e ciò aggiungo incidentalmente, avendo occasione qui di parlarne, che la sua posizione, dopo la partenza dell'Hoffman, è assai diminuita. Chè se l'ex capo del Dipartimento Politico, per quel senso rigido di rispetto alle autorità militari che aveva insito nel sangue, si rimetteva sempre a quanto decideva il Wille, come mi ripeteva pure ieri uno dei suoi colleghi, l'Ador e lo Schultess, che saranno i veri direttori degli affari politici, non hanno le stesse idee in proposito.

L'ultima crisi ha fatto salire le azioni, così del Presidente Schultess come dell'On. Motta, che dettero prova della loro abilità politica e del loro vero patriottismo. L'ottimo signor Decoppet, il • vir justus • del Consiglio Federale, esce pure con onore dal labirinto. Ma, nonostante le pietose e tardive smentite ufficiali, è certo che il trio Muller-Forrer-Calonder non fu all'altezza della situazione. Anche la mattina stessa del 18, quando ,}o Schultess propose che, dopo la lettera dell'Hoffman, si ribadisse nelle dichiarazioni del Consiglio che questo non era punto al corrente di quanto aveva fatto H collega dimissionario, essi protestarono contro l'aggiunta che trovavano inutile, giacché nella lettera dell'ex Consigliere si diceva già l'istessa cosa, ed il ripeterlo poteva sembrare voler aggravarne la colpa.

L'Ador occuperà il 2 luglio prossimo il posto dell'Hoffman. Egli ha detto e ripetuto ai suoi amici e colleghi aver solo una direttiva, quella della più perfetta e scrupolosa neutralità. Aggiungo non essersi egli ancora deciso a presentare le dimissioni dalla Presidenza della Croce Rossa Internazionale, nella lusinga di poter ancora conservare quel posto che gli dette sino ad oggi tante care soddisfazioni. Il Consiglio Federale non ha esaminato ancora se la nuova carica assunta dall'Ador possa essere compatibile con quella fino adesso occupata. Se sarà deciso negativamente, l'Ador sarebbe eletto Presidente onorario e forse il Naville andrebbe al suo posto.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 407.
495

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1772/2994. Italia, 30 giugno 1917, ore 11,50 (per. ore 12,55).

Riferimento telegramma di V. E. Gabinetto n. 1073/69 (1).

Prego V. E. far conoscere a Lloyd George pel tramite del R. ambasciatore che non ho difficoltà di ammettere il contributo francese nel possibile concorso di artiglierie alleate sul nostro fronte.

Per quanto concerne gli eventuali movimenti di tali artiglierie attraverso la frontiera, il primo ministro può essere assicurato che non si mancherebbe di prendere gli opportuni provvedimenti ed espedienti per ottenere che essi si compiano colla massima segretezza. Prego anche far conoscer a Lloyd George che la relazione circa il recente convegno San Giovanni di Moriana è in corso di compilazione per cura del comando francese e che appena che essa mi perverrà mi farò premura comunicargliela qualora non gli fosse stata trasmessa direttamente.

(l) Richiama il t. gab. s. 1753/320 da Londra, cfr. n. 469.

496

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1775/236. Atene, 30 giugno 1917, ore 15 (per. ore 19,25).

Si annuncia il richiamo del ministro di Grecia a Berlino, a Vienna, a Costantinopoli e a Sofia trovandosi la Grecia in istato di guerra con quei paesi. Romanos, Chenardies, e Caclamanos sono rispettivamente nominati mini

stri di Grecia a Parigi, Londra e Pietrogrado.

497

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 1785/106. Stoccolma, 30 giugno 1917, ore 17,45 (per ore 14,20 dell' 1 luglio).

Dudan (corrispondente giornale Messaggero) mi ha riferito in via strettamente confidenziale di aver avuto i due colloqui con delegati socialisti czechi di cui al mio telegramma n. 217 (1), i quali sono tutti membri della Camera dei deputati austriaca. Essi hanno affermato che il popolo czeco vuole e spera ancora di ottenere la completa indipendenza in seguito allo sfacelo dell'Austria e che essi si sono espressi altrimenti nel comunicato pubblicato per non essere impiccati al loro ritorno in patria. Calcolano ·che la resistenza complessiva degli Imperi centrali potrebbe prolungarsi ancora per un paio d'anni ma che fra un anno la mancanza di viveri ridurrà l'Austria-Ungheria in uno stato disperato. La situazione militare dei nostri nemici sarebbe ancora forte perchè ad essa tutto si sacrifica, tuttavia la produzione munizioni ed in generale del materiale di guerra comincerebbe già ad incontrare qualche difficoltà e potrebbe difficilmente mantenersi all'altezza delle esigenze sempre crescenti. Salvo eventi

31 T

imprevedibili si ritiene quindi che le potenze dell'Lntesa potranno ottenere una vittoria tale da imporre all'Austria qualsiasi condizione compresa l'indipendenza della Boemia. Ad una rivoluzione in Austria non è il caso di pensare a cagione del terrorismo poliziesco-militare che vi domina tuttora. Popolazioni più perseguitate sarebbero quelle italiane. Il deputato socialista di Trieste Pitoni sa

rebbe austriacante convinto. Il Governo austriaco avrebbe riconvocato il Parlamento nella speranza di mostrare la coesione morale dei varì popoli dell'impero ma l'esposizione del programma dei coalizzati polacchi, czechi, sloveni e croati avrebbe fin dal primo giorno deluso tale aspettativa. Tutti i popoli della monarchia compresi i tedeschi sarebbero oramai convinti che la guerra è perduta per gli Imperi centrali i quali avrebbero ora il coraggio e la forza della disperazione. In Austria si spererebbe in una rivolta repubblicana in Italia che ci ridurrebbe alle condizioni della Russia. Gli czechi considerano il comitato czecoslovacco presieduto dal professore Masaryk come l'interprete delle aspirazioni nazionali. Masaryk sarebbe atteso fra due o tre giorni qui dove inizierebbe una campagna per la spartizione dell'Austria. A Pietrogrado il ministro francese Alberto Thomas avrebbe stipulato patti segretissimi cogli czechi per la spartizione dell'Austria. In Austria tutti, anche le sfere dirigenti, vorrebbero la pace e sarebbero rassegnati a « rettifiche di confine , .

(l) Cfr. n. 484.

498

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1818/253. Jassy, 30 giugno 1917, ore 21,30 (per. ore 16,50 del 4 Luglio).

Bratiano è anche più pessimista del solito circa la situazione in Russia.

Qui molti soldati russi fanno propaganda pacifistica tra le truppe romene.

Circa la situazione interna Bratiano dichiara finora di non voler accettare nessuna soluzione che significhi diminuzione della sua autorità.

499

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2640/884. Parigi, 30 giugno 1917.

Da ieri la Camera si è riunita in comitato o:egreto per discutere sulle interpellanze presentate da vari deputati a proposito dell'ultima offensiva. Mentre

nel pubblico si prevedeva che verrebbe specialmente attaccato il Presidente della Repubblica, per le pressioni che avrebbe personalmente esercitato a favore di questa offensiva, in realtà per quanto mi si assicura, la discussione non ha finora preso la piega preveduta. Nella prima seduta un deputato di estrema destra ha parlato lungamente delle vecenti operazioni militari invocando provvedimenti contro gli ufficiali superiori responsabili delle notevoli perdite e dello scarso successo ottenuto, ma concludendo che la Camera intera manterrà la sua fiducia nel Ministro della guerra, purché egli dimostri nel punire i colpevoli altolocati la stessa energia di cui ha dato prova nel reprimere gli atti di indisciplina ai quali gli errori dei comandanti hanno dato origine.

Gli applausi unanimi della Camera fanno prevedere ai deputati favorevoli al Ministero che questo uscirà intatto da questi nuovi attacchi. Il malcontento generale, senza divenire più acuto e pur non dando luogo a manifestazioni violente di qualche importanza, perdura. Non si può dire da quale causa speciale sia determinato e tutte le varie spiegazioni che ne vengono date si riassumono in stanchezza per la durata della guerra.

Nel pubblico circolano voci di fatti gravi di insubordinazione nell'esercito; voci certamente esagerate, ma un deputato militare mi diceva che esistono parecchi campi, di due o trecento uomini ognuno, circondati da rete metallica, dove vennero riuniti i soldati che si erano ammutinati e che sono sorvegliati da truppe sicure con mitragliatrici.

Più di duecento deputati hanno ricevuto per la posta bigliettini a stampa

sui quali è scritto " Paix, nous voulons la paix • -altri dove si legge: • Les

femmes de France veulent la paix et leurs droits », altri infine: • Assez d'hom

mes tués. Nous voulons la paix »,

Secondo mi diceva un deputato che mi faceva vedere questi biglietti, la

polizia da lungo tempo cerca invano la stamperia dove i biglietti sono stati

fatti e che li distribuisce.

Alcuni disordini si ebbero a lamentare in vari punti della città e in un

quartiere operaio la folla uccise senza speciale motivo quindici o venti cabili

adibiti a lavori per conto di pubbliche amministrazioni. Pare che la causa di

quest'odio contro pacifici lavoranti sia l'idea generalizzata fra il popolo, che la

presenza di tanti operai forestieri permette al Governo di tenere sotto le armi

classi anziane le quali sarebbero necessariamente congedate se mancassero le

braccia per i lavori indispensabili.

L'opinione generale è che questo periodo di depressione, se non ancora di

scoraggiamento, potrà passare all'arrivo delle truppe americane e si desidera

perciò che appena sia possibile, queste si mostrino al pubblico parigino. Negli

ultimi giorni sono sbarcati circa 20 mila uomini e un altro convoglio sarebbe

atteso per il cinque luglio. Si troverebbero allora in Francia 30 mila soldati

americani e nulla si sa ancora circa la data di arrivo di altri contingenti che

si spera qui debbano arrivare presto (1).

(l) Annotazioni marginali: « copia a Londra»: « 10/7 in visione a Presidenza del Consiglio e Comando Supremo ».

500

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. CONFIDENZIALE 286/123. Stoccolma, 30 giugno 1917 (per. il 13 agosto).

Riferendomi al mio odierno telegramma di Gabinetto n. 106 (1), ho l'onore di trasmetter qui uniti a V. E., in via strettamente confidenziale, alcuni appunti che il Dr. Alessandro Dudan, corrispondente del Messaggero, mi ha rimesso circa i colloqui da lui avuti nella mattina di ieri col deputato socialista czeco Habermann e nel pomeriggio di ieri stesso col deputato socialista czeco Nemec alla presenza dei colleghi Habermann e Smeral.

Il Dr. Dudan mi ha inoltre avvertito che entrambi i suoi interlocutori avrebbero osservato di voler essere, nelle loro dichiarazioni, piuttosto reticenti a favore dell'Austria, le cui condizioni sarebbero anche più gravi di quanto essi abbian detto. Essi avrebbero però espresso anche la loro preoccupazione per l'eventualità che, grazie ad una pace sollecita, l'Austria arrivi a sottrarsi allo sfacelo, che altrimenti crederebbero immancabile.

Il Dr. Dudan mi ha chiesto che delle sue comunicazioni si faccia uso segretissimo per non esporre a persecuzioni i tre deputati czechi, quando faranno ritorno in Austria.

Mattina del 29-6-17 -Onorevole H.

l) Tutti i partiti czechi vogliono completa assoluta indipendenza della Boemia (czechi e slovacchi), compreso il partito socialista; la frase • entro la cornice della Monarchia danubiana • non è che una formula oratoria per non farsi impiccare in Austria. Vi sono ancora singoli czechi austrofili, ma sono singoli individui.

2) A una rivoluzione popolare in Austria non si può pensare; tale è il terrorismo poliziesco militare.

3) L'on. H. crede che la guerra durerà un paio d'anni ancora; suppongo giudichi secondo la capacità di resistenza, che ancora attribuisce agli Imperi Centrali.

4) Credono possibile -se non subentrano casi imprevedibili -una vittoria tale dell'Intesa da imporre all'Austria le condizioni che vorrà: quindi anche l'indipendenza della Boemia.

5) La guerra è già partita perduta per gli Imperi Centrali; per essi ora non si tratta che di salvarsi ed hanno ancora la forza che viene dalla disperazione.

6) Questa disperazione fa l'Austria militarmente ancora forte; tutto va per l'esercito: oro e viveri; terrorismo, invece di forza morale, per tenerlo compatto.

7) Le popolazioni sono addirittura affamate; si vedono nelle città, anche a Vienna, dei ricchi, prima pingui, oggi di molto dimagriti.

8) Alla mia domanda: • Hanno munizioni a sufficienza? •, l'on. H. risponde : • È meglio che Le dica di sì •.

9) Il Governo austriaco aveva riconvocato il Parlamento con la speranza che esso dimostrerà la compattezza delle nazioni formanti la Monarchia; invece subito il primo giorno ci furono le dichiarazioni programmatiche dei polacchi, degli czechi e degli sloveni e croati; le prime due sono apertamente contrarie all'Austria-Ungheria.

10) Degli sloveni e croati l'on. H dice: • Un terzo di loro vota con noi, un terzo vota col Governo e un terzo nei momenti decisivi si squaglia; vogliono poter dire che, se ce ne sono contro il Governo, ce ne sono pure a favore.

11) Le popolazioni più terrorizzate e più perseguitate sono quelle italiane; persecuzioni orribili e indescrivibili, peggiori di quelle -già orribili degli czechi; con ciò si spiega come anche i deputati italiani alla Camera austriaca siano perplessi e terrorizzati. (Questa dichiarazione mi fu fatta spontanea, senza mia richiesta).

12) Il deputato socialista di Trieste, Pittoni, è veramente un convinto austriaco; ha perfino rimproverato ripetutamente a noi socialisti czechi di non esserlo. (Anche questa dichiarazione fu spontanea).

13) Alla mia domanda, se noi in Italia possiamo riguardare il comitato czeco-slovacco composto dal Prof. Masaryk, Benés, ecc. come il vero rappresentante del popolo czeco, mi risponde: • Sì •.

Pomeriggio del 29-6-17 -Onorevole N.

14) La mancanza dei viveri è il peggior nemico dell'Austria-Ungheria; quest'anno si va avanti con stenti e dolori, ma è assolutamente impossibile continuar così più di un anno ancora; tra un anno -se le cose vanno cosi dovrà esser la fine, la resa a discrezione dell'Austria. Abbiamo avuto di seguito tre raccolti cattivi, mancano tutti i grassi, specialmente l'olio, indispensabile per alcune industrie; tutte le provviste di caffè sono esaurite. Non esiste più riso in Austria.

15) Le munizioni cominciano a difettare, le riserve delle materie prime sono esaurite e la produzione non può andar più di pari passo con i crescenti bisogni di materiale bellico.

16) Tutti, anche i tedeschi dell'Austria, sono convinti che la guerra per essi è perduta; non osano dirlo, perché sarebbero processati per • alto tradimento • o per diffusione di • false notizie allarmanti •.

17) Tutti, anche le sfere dirigenti (Hohere Kreise), -parlavamo in tedesco -vogliono la pace; concederebbero per la pace • rettifiche di confine • (Grenzberichtigungen): il Trentino ecc., come prima della guerra italiana. Dal passaggio repentino che l'on N. ha fatto portando il discorso sulla Dalmazia, per dirmi che l'Italia non dovrebbe ivi aver delle aspirazioni, m'è sembrato comprendere che le sfere dirigenti austriache sarebbero propense a farci anche li delle concessioni territoriali.

18) Gli anti-austriaci fra i sudditi dell'Austria avevano sperato la fine della Monarchia d'Absburgo dall'intervento italiano e poi almeno da quello romeno; la lentezza italiana e il disastro romeno ed ora poi la rivoluzione russa hanno destato in loro la più profonda delusione.

19) Per informazioni avute da ufficiali austriaci di sentimenti anti-austriaci: l'esercito romeno è un esercito di vigliacchi, gli ufficiali sono dei bellimbusti da operetta; gli austro-tedeschi, facendoli prigionieri, non perdevano nemmeno il tempo a disarmarli, tanto innocui li ritengono.

20) In Austria si nutrono molte speranze in una rivoluzione repubblicana in Italia, che ci ridurrebbe alle condizioni della Russia.

21) I deputati erano qui continuamente in contatto con un giovine emissario del comitato czeco-slovacco, venuto qui da Pi'etrogrado appositamente. Si chiama Procope Naxa (membro del consiglio nazionale czeco-slovacco •) ed è

c

ufficiale nell'esercito russo, organizzatore delle legioni volontarie czeche in Russia. Fra 2 o 3 giorni arriverà qui pure l'on. Prof. Masaryk per iniziare qui una campagna • per la distruzione dell'Austria •. Intende agire pubblicamente e specialmente influire in questo senso su Branting e socialisti.

22) A Pietrogrado il Ministro Thomas avrebbe fatto dei patti scritti con gli czechi (c schriftliche Abmachungen •) per la distruzione e spartizione dell'Austria. Sarebbe interessante sapere qualche cosa di più in proposito: che genere di patti? C'entra il Governo russo? C'•entrano i jugo-slavi?

(l) Cfr. n. 497.

501

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1786/178. Parigi, l luglio 1917, ore 12,40 (per. ore 18).

Seduta Camera in comitato segreto ieri molto agitata. Il deputato socialista Favre ha attaccato molto violentemente il presidente della repubblica francese per il suo intervento personale nella decisione per l'offensiva dello scorso aprile. Applausi di tutta la estrema di gran parte della sinistra di molto del centro e di alcuni deputati di destra dimostrerebbero l'impopolarità di Poincaré. Numerose le grida invocanti nuove elezioni presidenza. Deschanel che considerasi il candidato più generalment'e simpatico si è adoperato nelle conversazioni coi deputati dei vari gruppi per scongiurare la crisi presidenziale che disse riuscirebbe gradita in Germania.

Si spera che l'attitudine di Deschanel possa calmare la Camera~

D'altra parte la proposta fatta ripetutamente in Senato di riunire Camera e Senato in comitato segreto si considera come pericolosa perché l'unico caso contemplato dalla costituzione per la riunione delle due assemblee è per le

elezioni presidenziali e si crede che se tale proposta dovesse essere adottata ne verrebbe probabilmente facilitata la crisi presidenziale.

Si spera che nella prossima seduta dichiarazioni Painlevé possano riportare la calma nella Camera ma per il momento gli animi sono molto eccitati e le previsioni non confortanti.

502

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1080. Roma, l luglio 1917, ore 22 (1).

Telegramma V. E. Gab. 322 (2).

È mia intenzione recarmi a Londra dopo la prossima conferenza che avrà probabilmente luogo a Parigi. Desidero però che su ciò si mantenga assoluto segreto, e dovrei tenerne responsabile V. E. se segreto non fosse osservato prima del mio arrivo. Escludo poi durante ;la mia presenza costà qualsiasi festeggiamento da parte di autorità inglesi o da parte della nostra colonia, e ciò in modo assoluto, anche perché ciò renderà possibile ulteriori miei eventuali viaggi in Inghilterra, che non si effettuerebbero più se regola suddetta non venisse strettamente tenuta (3).

503

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1079. Roma, 1 luglio 1917, ore 23.

R. ministro a Le Havre telegrafa quanto segue: • Gab. 41. Governo belga desidera molto partecipare alla prossima conf,erenza dei rappresentanti dei Gabinetti dell'Intesa. Secondo informazioni di buona fonte questo desiderio ha trovato favorevole accoglienza a Parigi, mentre a Londra si vorrebbe limitare la riunione alle quattro grandi potenze. Il Governo francese sperer,·obe dl far recedere Balfour dalla sua opposizione»,

Se prossima conferenza dovrà occuparsi della revisione degll accordi fra Alleati non vi è ragione d'intervento del Belgio che non ha tali accordi. Intervento Belgio implicherebbe intervento oltrechè del Giappone, della Romania Serbia Montenegro Portogallo. Prego indagare pensiero di codesto Governo a

questo proposito ragguagliandomi anche su intervento Stati Uniti. Mio pensiero è che se si deve parlare di revisione di accordi fra Alleati, per il che faccio ogni riserva e mantengo ogni maggiore libertà di azione, tali colloqui non possono intervenire che fra i contraenti degli accordi stessi e cioè tra Francia Gran Bretagna Italia e Russia.

(l) -Nel Fondo Ambasciata Londra il telegramma risulta spedito il 2 luglio alle ore 2. (2) -Cfr. n. 479.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 258.

504

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1084. Roma, l luglio 1917, ore 23.

(Meno Londra). R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

• Balfour mi fece sapere ieri ... (come nel telegramma Gab. 1765/325) • (1). Ho risposto ad Imperiali quanto segue: (Solo Londra). Telegramma di V.E. n. 325. (Per tutti). Circa la procedura più opportuna a garantire nel miglior modo

la constatazione dei diritti riconosciuti all'Italia in Asia Minore non sembrami necessario prescrivere norme precise rimettendomi a quanto risulterà a V. E. più facile e più conforme ai nostri interessi, salvo preventiva approvazione delle proposte che V. E. mi farà. In linea di massima sarebbe forse preferibile che gli accordi finali risultassero da un documento unico firmato da V. E. dal ministro degli affari esteri britannico e possibilmente dall'ambasciatore di Francia e di cui ciascun Governo firmatario avrebbe un originale. Se ciò non sia possibile, dato il non ancora conseguito accordo con la Francia per il confine ad ovest di Mersina, potremo contentarci frattanto di una comunicazione del Governo britannico, di cui V. E. segnerebbe ricevuta parafrasandola. Circa la parte intrinsica del documento prego V. E. di insistere perchè sia eliminata la frase di cui tratta il mio telegramma n. 616 (2). V.E. potrà far osservare che la frase • avuto riguardo degli sforzi fatti da ciascuna potenza nella guerra • è troppo indeterminata e che tale valutazione può dar luogo a facili dissensi che conviene evitare. Importa invece tener presente che il congruo regolamento della situazione mediterranea dell'Italia fu già contemplato ed ammesso dagli Alleati come condizione della nostra entrata in guerra; e che d'altra parte la nostra promessa ripetutamente fatta di • proseguire la guerra con ogni maggiore impegno • copre di per sé la frase proposta ora dal War Cabinet e contro la quale obiettiamo. Se però V. E. non riesce a persuadere il Governo britannico su questo punto, non resterà altro che fare una riserva per iscritto su di esso; e ciò per l'interesse evidente che noi abbiamo di definire al più presto comunque e fin dove è possibile via via il riconoscimento fattoci sin qui dai nostri Alleati della nostra zona in Asia Minore.

(l) -Cfr. n. 485. (2) -Cfr. n. 475 il cui numero di protocollo particolare è 616.
505

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1082. Roma, 1 luglio 1917, ore 23,45.

(Meno Atene). R. ministro ad Atene telegrafa quanto segue:

• -Ho avuto un lungo colloquio ... (come nel telegramma Gabinetto n. -1759/233) • (1). Ho risposto a Bosdari quanto segue: (Solo Atene). Suo telegramma 233. (Per tutti). Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato quanto

appresso:

• Noi stiamo rappresentando in Parigi l'importanza di far passi per prevenire ogni possibilità di conflitti locali che possono sorgere in Epiro tra truppe francesi e italiane. Sembrerebbe desiderabile che non appena il nuovo Governo sia solidamente stabilito in Atene, l'Epiro sia sgombrato da ogni truppa straniera e ciò viene raccomandato all'esame del Governo francese. Ho avuto istruzioni di esprimere la speranza che una misura di questo genere si raccomanderebbe anche al favorevole esame del Governo italiano •.

In presenza della proposta inglese e della proposta di Venizelos è da esaminare quale linea di condotta ci convenga adottare.

Anzitutto sembra opportuno non respingere la domanda di Venizelos di trattare direttamente con l'Italia. Dopochè Venizelos è divenuto di fatto capo del Governo di Grecia, la situazione è mutata, e non conviene oramai ignorarlo come prima, anche allo scopo di bilanciare la posizione assunta da Jonnart. A tal proposito è da notare che la formale proposta di Venizelos ·di internazionalizzare col concorso dell'Italia le occupazioni che non si potessero abolire, può apparire come indizio di tendenza ad emanciparsi dalla più stretta tutela francese.

Su questo punto sarà bene V. S. faccia caute spregiudicate indagini, tenendo presenti i noti sentimenti patriottici di Venizelos. Sarebbe anche utile conoscere quali furono realmente i rapporti fra Venizelos e Sarrail.

Convengo con V. S. che • tutto ciò che accorderemmo a Venizelos sarà a titolo gratuito • dal punto di vista del di lui aiuto all'Intesa; tuttavia dalla presente situazione potremmo trarre giovamento a nostri speciali interessi. Difatti, pur tenendo ferma la nostra posizione di non far parte delle potenze garanti, che ci permise di astenerci dal partecipare alla violenta politica francese, non è da obliare che la situazione greca in generale ci interessa a titolo di questione mediterranea. Pertanto non sarebbe consigliabile una nostra totale assenza nella

nuova situazione sorta dopo l'avvento di Venizelos. E la sua proposta di trattative dirette ci offre una opportuna occasione.

Ritengo pertanto che V. S. debba rispondere alla formale proposta di Venizelos nel senso seguente: anzitutto stabilire la differenza essenziale che corre fra Albania delimitata a Londra e Firenze, ed Epiro greco quale risulta dal trattato di Bucarest. Per la prima, ferme restando le mie recenti dichiarazioni al Parlamento, deve escludersi qualsiasi domanda e qualsiasi ingerenza da parte di Venizelos e del Governo greco. Il passato accordo circa le occupazioni di fatto nell'Albania meridionale deve intendersi ormai sorpassato ed abolito appunto dalla nuova situazione di fatto.

Per quanto riguarda le località dell'Epiro greco da noi occupate, non mi rifiuto dal prendere in esame, in via di massima, la domanda di evacuazione formulata da Venizelos, avvertendo però quanto segue:

0 ) non accetto l'abbinamento indicato da Venizelos della evacuazione di Atene da parte dei francesi;

2°) l'eventuale nostra restituzione delle località occupate nell'Epiro greco può essere esaminata in rapporto alla nuova situazione che verrebbe creata secondo l'anzidetta proposta inglese (evacuazione di tutte le truppe straniere dall'Epiro) nonchè secondo la formale proposta Venizelos (internazionalizzazione delle occupazioni che non si potessero abolire).

Poichè però il confine albanese delimitato a Firenze ha l'incongruenza del noto angolo Arinista Kalabaki Melisopetra che taglia la strada albanese da Santi Quaranta a Koritza, intendiamo mantenere, per evidenti imprescindibili ragioni d'ordine militare, l'occupazione durante il tempo della guerra di quella minima parte di territorio che corregge tale situazione, in modo di poter garantire, contro eventuali attacchi e conflitti di bande avverse, la via che ci congiunge al nostro contingente in Macedonia.

3°) Ci proponiamo di procedere di pieno accordo cogli Alleati.

Per sua notizia esclusivamente personale mi occorre aggiungere che non intendo attualmente impegnarmi se, dove e in qual misura potl'emmo effettuare eventualmente nuove occupazioni congiuntamente agli Alleati secondo la proposta di Venizelos, qualora beninteso gli Alleati vi consentissero. Ciò dipende anche da accordi colle nostre autorità militari. Ma conviene tenere in vita il negoziato qual'è suggerito da Venizelos: l") perchè una eventuale decisione di massima di internazionalizzare le occupazioni ci conviene politicamente, anche se da noi eseguita solo parzialmente, e ciò in vista della situazione risultante al momento dei negoziati di pace; 2") perché è un mezzo di ritardare praticamente la nostra effettiva evacuazione dall'Epiro.

(Meno Londra). Nel comunicare quanto precede al R. ambasciatore a Londra ho aggiunto quanto segue:

(Per tutti). Comunico quanto precede a V. E. per norma di linguaggio. V. E. vorrà far rilevare al Governo britannico la necessità di venire ad una soluzione che, mentre sia di giusta soddisfazione agli interessi italiani, tolga di mezzo il grave danno di appariscenti discussiqni fra gli Alleati, che fanno unicamente il giuoco dei nostri nemici. Faccia pure notare che la proposta di Venizelos ci è fatta in via formale ed esplicita e che noi, pur subordinandola all'accordo con gli Alleati, non vogliamo respingerla a priori, Venizelos essendo il capo riconosciuto del nuovo Governo ellenico.

(Solo Parigi). Quanto precede per norma di linguaggio di V.E.

(l) Cfr. n. 477.

506

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2367/GAB. 35. Madrid, l luglio 1917, ore 19 (per. ore 1,30 del 2).

So da buona fonte che Re Alfonso è molto sconfortato e impressionatC? del crollo improvviso della sua popolarità soprattutto fra gli elementi militari. Avrebbe persino accennato con i suoi intimi alla possibilità di una sua abdicazione. Fantasie più vive penserebbero in questo caso a don Carlos cognato del Re figlio del conte di Caserta molto popolare nell'esercito e che sarebbe accettato anche dai jaimisti. Per mio conto non credo situazione così grave data soprattutto indifferenza masse e scarsa organizzazione partiti estremi. È certo però che regime attuale si troverebbe in questo momento in cattive condizioni per resistere a complicazioni che sopravvenissero sia d'ordine interno che internazionale.

507

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1784/107. Stoccolma, l luglio 1917, ore 16,30 (per. ore 8,20 del 2).

Secondo notizie da buona fonte alcuni elementi del comitato olandesescandinavo fra i quali ci sarebbe anche Huysmans cercherebbero attualmente di istigare i socialisti russi a chiedere che la conferenza dei socialisti dei paesi dell'Intesa che dovrebbe aver luogo a Londra, si riunisse invece a Stoccolma. Tale combinazione sarebbe a mio avviso anche più pericolosa di una conferenza plenaria coi nostri nemici perché esporrebbe i socialisti dei nostri paesi a tutti gli intrighi degli agenti degli Imperi centrali che pullulano qui sotto le più varie vesti senza nemmeno permettere un aperto contraddittorio.

508

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2376/12. Pechino, l luglio 1917, ore 18,10 (per. ore 4,30 del 3 ).

Truppe fedeli giovane imperatore della Cina al comando generale Cian Sun circondano palazzo imperiale segnando inizio ricostituzione monarchia parla

mentare di cui sono già partiti primi editti. Non si temono per ora seri disordini eccetto nelle provincie meridionali. Movimento assai diffuso appoggiato dal partito militare avrebbe anche propositi dichiarazione di guerra Germania. Legazione del Giappone ha dato ex presidente del consiglio Tuan affidamento rimanere per ora neutrale nella contesa.

509

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1806/276. Pietrogrado, 1 luglio 1917, ore 21,10 (per. ore 8,30 del 4).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1016 (1).

Punto di vista generale professato dal Governo provvisorio è che spetta alla popolazione greca di decidere circa il proprio regime e che la Russia si ingerisca il meno possibile negli affari interni della Grecia. L'azione di Jonnart specialmente per quanto riguarda l'abdicazione e la successione al trono non è stata qui approvata.

Ciò nondimeno non è probabile certamente che l'attuale Governo provvisorio faccia seria opposizione alla politica anglo-francese in Grecia.

510

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2395/2327. Asmara, l luglio 1917, ore 16,05 (per. ore 11 del 4).

Cora telegrafa da Addis Abeba avvenuta sistemazione Tigrè sulle seguenti basi: • Ras Degiac Seium conserva comando Tigrè settentrionale con Adua, Macallè, Axum. Degiac Gugsa Johannes è nominato ras col comando del Tigrè meridionale con Endmaonni, Uoggerat, Selos, etc. Agamò rimane al suo ... (2). Per quanto il ritorno di ras Degiac Seium non fosse per i suoi precedenti da noi desiderato, è evidente però egli vi ritorna diminuito nel suo comando e più ancora nelle sue aspirazioni e per ciò certamente malcontento del Governo di Addis Abeba; la nomina di degiac Gugsa costituisce d'altra parte il primo passo alla sua reintegrazione al comando dell'intero Tigrè. Non mi sembra quindi che tale sistemazione del Tigrè possa essere veramente stabile e definitiva, ma ritengo che essa risponda sufficientemente per il momento al nostro interesse.

Prego comunicare Ministero Colonie •.

(l) -Cfr. n. 425. (2) -Gruppo indecifrato.
511

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1829/270. Pietrogrado, 1 luglio 1917, ore 20 (per. ore 12,15 del 5).

29 giugno.

Dichiarazioni di V. E. in forma ufficiale hanno prodotto ottima impressione

sia sul Governo provvisorio che nei circoli diplomatici e politici della capitale.

Vi si ravvisa con soddisfazione una nuova testimonianza della concordia

degli Alleati.

512

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2441/590. Pietrogrado, 1 luglio 1917, ore 12,30 (per. ore 10,35 del 7).

28 giugno.

Congresso di tutti i cosacchi ha unanimemente approvato ordine del giorno in cui affermasi che unico mezzo per raggiungere pace è immediata avanzata; che pace separata è inammissibile; che guerra deve essere condotta in pieno accordo cogli Alleati sino al raggiungimento della vittoria che apporterà pace in base diritto dei popoli disporre delle proprie sorti, senza usurpazioni e contribuzioni punitive. Congresso fa appello a tutti i cittadini perché concorrano al prestito nazionale e forniscano mezzi per continuazione della guerra. Dichiara traditori della patria disertori e propagandisti che distruggono forze esercito ed invoca intervento del Governo contro di essi.

513

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2447/591. Pietrogrado, 1 luglio 1917, ore 12,30 (per. ore 14,15 del 7).

28 giugno. Giornale ufficiale pubblica seguente decreto del Governo provvisorio: l) è fissata convocazione della Costituente al 13 ottobre 1917; 2) elezioni della Costituente saranno fatte il 30 settembre; 3) compilazioni liste elettorali saranno affidate alle amministrazioni locali rurali ed urbane sulla base voto diretto uguale segreto;

4) è concesso al ministro dell'interno di proporre i termini per la compilazione delle liste elettorali di cui al n. 3, in correlazione coi termini indicati ai nn. l e 2;

5) l'attuale decreto entrerà in vigore dopo che sarà promulgato dal Senato.

514

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2446/594. Pietrogrado, l luglio 1917, ore 12,30 (per. ore 14,15 del 7).

29 giugno.

Congresso pan-cosacco, constatando che i cosacchi coltivano ab antiquo loro terre trasformate per opera loro in preziosi granai ed hanno difeso col proprio sangue integrità Russia, che una modificazione nell'uso storico delle terre recherebbe a più di quattro milioni di cosacchi incalcolabili danni, ha deliberato che proprietà terriera dei cosacchi deve restare intangibile.

515

RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

[Roma,] l luglio 1917.

Telegramma Berlino-Madrid n. 7066 (1).

l. -Ambasciatore di Spagna a Berlino fa pratiche ( • anteriori pratiche •) presso governo germanico circa evacuazione dei territori francesi occupati.

2. --Zimmermann fa una dichiarazione all'ambasciatore di Spagna sul medesimo argomento. 3. --Questa dichiarazione è comunicata a Ribot, non risulta per quale tramite. 4. --In data 8 giugno Ribot risponde alla predetta dichiarazione. 5. --Tale risposta di Ribot è pervenuta a Berlino pel tramite del ministro di Svizzera a Berlino. 6. --La Svizzera desidera evitare che apparisca una sua iniziativa in questo affare. 7. --Ambasciatore di Spagna a Berlino dirige una nuova nota al governo germanico insistendo nelle anteriori pratiche.

8. -La evacuazione dei territori francesi occupati è definita colle parole

• questo particolare •. Ciò induce a ritenere che il negoziato comprenda altri argomenti.

9. -È da esaminare se l'ultimo periodo contenga qualche inesattezza di decifrazione crittografica (1).

(l) Si tratta di un telegramma intercettato e decifrato dal servizio di controspionaggio.

516

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2634/883. Parigi, l luglio 1917.

Il Signor Caillaux, profittando del malcontento assai diffuso nel Paese, ha da qualche tempo cercato di riorganizzare il suo partito e si considera generalmente che la sua situazione personale cominci a migliorare. Ciò ha risvegliato naturalmente le ire dei suoi avversari e le polemiche sul suo conto sono attualmente molto vivaci nella stampa parigina.

Il partito del Signor Caillaux alla Camera è stato sempre considerato molto forte, tanto che all'epoca dell'ultima crisi ministeriale un parlamentare, non amico del Briand né del Caillaux, mi diceva come un ministero Caillaux fosse sicuro di avere la maggioranza della Camera, ma avrebbe prodotto la rivoluzione nelle trincee. Si è per tale ragione che non si pensò mai seriamente ad un Ministero Caillaux, ma il Malvy -che tutti considerano come un suo luogotenente -faceva parte del Ministero Briand e fu mantenuto al Ministero dell'Interno dal Ribot.

Il primo giugno scorso appariva il primo numero di un nuovo giornale Le Pays, che è diretto dal Signor Dubarry per conto di una società che secondo il suo statuto (art. 7) ha carattere occulto. I larghi mezzi dei quali dispone, il segreto sul nome dei suoi membri, le poco chiare dichiarazioni sulla questione della guerra che vennero fatte nel programma del giornale, hanno svegliato vivaci polemiche delle quali danno un'idea gli stralci di giornali che ho l'onore di accludere.

Quasi subito dopo la pubblicazione del Pays, è sorta in Parigi la • Ligue Républicaine • della quale fanno parte Caillaux, Accombry, Augagneur, Lavai, Almereyda (Direttore del Bonnet Rouge) e parecchi altri uomini politici, specialmente socialisti di opinioni più avanzate e pacifisti.

La prima adunanza di questa • Lega • si è tenuta il 28 giugno nei locali del Pays ed un Comitato di quattro membri si è incaricato di compilare gli statuti della nuova Associazione di cui poco si sa, ma che già è accusata di pacifismo.

Gli avversari del Signor Caillaux non mancano di agitarsi ed attaccano anche il Malvy perché considerato il rappresentante di Caillaux nel Ministero. Gli attacchi del Signor Clémenceau contro il Ministro dell'Interno, accusato di favorire le agitazioni pacifiste, sono violenti e si crede che la questione

potrà essere portata in Senato chiedendo la comunicazione dei • dossiers • contenenti le notizie raccoUe dalla polizia sul movimento pacifista.

Il Ministero, per scagiornarsi dall'accusa di debolezza verso tali agitazioni, ha fatto presentare dal guadasigilli una legge per la repressione della propaganda contro la guerra fatta a mezzo della stampa clandestina e ciò gli crea difficoltà da parte dei partiti più avanzati i quali temono di vedere il Governo avviarsi alla repressione e non esitano a ricorrere alle minacce.

Da tutto ciò si ha un'idea dell'agitazione regnante nel mondo politico francese, agitazione che altro non è se non l'eco di un malumore, non minaccioso per ora, ma già abbastanza notevole, del pubblico e che in sostanza ha la sua origine nella stanchezza per la durata della guerra (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 254-255.

517

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 274/84. Pechino, 1 luglio 1917.

I rumorosi avvenimenti tan~o internazionali quanto locali hanno fatto passare quasi inosservato un avvenimento di non scarsa importanza per la penetrazione pacifica del Giappone in Cina.

Il Governo Terauchi ha scelto il momento in cui, nel fatto, non esiste più

o non funziona più l'amministrazione centrale di questa Repubblica. Invano per più d'un mese si cerca di formare un Governo responsabile. In mezzo a questa caotica situazione è giunta la notizia che la conferenza del Gabinetto giapponese ha sottoposto all'approvazione di quel Parlamento un provvedimento legislativo in virtù del quale la ferrovia della Manciuria meridionale diventerà l'organo accentratore di tutta l'amministrazione giapponese nella Manciuria del sud; lo stesso servizio consolare giapponese vi sarà subordinato politicamente commercialmente giudiziariamente e burocraticamente alla direzione generale delle ferrovie.

Ma vi è di più: secondo altre informazioni, sembra che l'amministrazione delle ferrovie della Manduria meridionale sarà quanto prima sottoposta al controllo diretto del Gov,erno generale della Corea in modo che le ferrovie medesime di apparenza puramente commerciale assumeranno carattere schiettamente politico.

Infine tanto la Corea quanto l'isola di Formosa verranno fra non molto attribuite al controllo e all'amministrazione di un Ministero delle colonie di prossima creazione. Gli stessi affari del Kuantung verrebbero, a quanto pare, presi in mano dal Ministero delle colonie e sottratti quindi alla direzione del Ministero degli affari esteri.

Si sono notati parecchi invii di truppe in Corea e a Dairen. Tali rinforzi vengono attribuiti al desiderio di stabilire in modo concreto e definitivo l'asso

Iuta supremazia nipponica nelle suddette provincie in un momento in cui pure la Russia trovasi nell'assoluta incapacità di muov,ere qualsiasi opposizione.

Il Governo cinese, di solito così pronto a protestare almeno pro forma sia diplomaticamente sia per mezzo della stampa contro simili violazioni della propria sovranità, non ha sinora formulato la benché minima osservazione in proposito. Le discordie intestine minacciano malanni ben maggiori a questa disgraziata Repubblica.

(l) Annotazione marginale: « Pignatti in visione a Presidente del Consiglio».

518

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Parigi, 1 luglio 1917.

Nella scorsa settimana mi sono incontrato, in un palco all'Opera, col signor Deschanel che mi chiese se fosse vero • che in Italia si era malcontenti della Francia •.

Meravigliato della domanda e contrariato di dover parlare di questioni delicate in palco, dove si trovano signore e colleghi stranieri, risposi in modo evasivo ma senza negare quanto pareva fosse stato riferito al presidente della Camera.

Al dopodomani mattina il signor Deschanel mi telefonava che avrebbe volentieri continuata la conversazione del giorno antecedente, ma che non aveva potuto venire da me perché il comitato segreto lo aveva tenuto occupato tutto il giorno ed ancora quel pomeriggio sarebbe stato impedito di muoversi, sarebbe però stato libero quel mattino. Gli risposi che molto volentierJ sarei andato da lui anche subito.

Mi spiegò allora di aver inteso che in Italia tutti gli elementi i quali erano stati contrari all'entrata del nostro paese nel conflitto spargevano accuse contro la Francia e che ora il malcontento contro questo paese era da noi molto diffuso. Aggiunse quanto tali notizie lo addolorassero, giacché egli è un sincero amico dell'Italia ed ha piena fiducia nell'amicizia dei due paesi.

Quando ebbe finito, gli risposi che secondo risultava a me (per quanto assente dall'Italia da sei mesi) non si poteva dire vi sia un vero e generale malcontento contro la Francia, che ero convinto vi sia ferma volontà in tutti gli italiani di condurre fino alla fine la guerra a fianco della Francia, ma che dovevo convenire come quanto mi si riferiva da varie parti mi lasciasse comprendere che fra gli amici della Francia (e non sono pochi in Italia) si diffondeva un certo timove sulle difficoltà che potevano sorgere fra i due paesi, data l'atUtudine della Francia, quale la rivelavano fatti che· non avevano grande importanza in sé, ma apparivano al pubblico italiano tali da ricordare i periodi, ormai lontani e che ognuno desiderava non veder ritornare, delle gelosie e dei dispetti reciproci.

Citai l'esempio della • repubblica di Koritza • la quale -secondo appariva dai giornali -sarebbe stata creata e messa sotto la loro protezione dalle truppe francesi, l'occupazione di Santa Maura dove le truppe francesi -secondo riferiscono i giornali -avrebbero installato autorità venizeliste, e finalmente lo sbarco a Prevesa (subito dopo la nostra occupazione di Janina) di truppe francesi e venizeliste.

Tutto ciò, conclusi, dà al nostro pubblico l'impressione che appena la Francia si è trovata dinanzi a Venizelos e all'Italia, non ha esitato un momento a far cosa gradita al primo, senza curarsi di riflettere se ciò potesse irritare la susc,ettibilità della nazione alleata.

Il pubblico italiano non ignora quante illusioni si avessero in Francia sul conto dei greci in generale e di Venizelos in modo speciale, ma sperava che questi due anni di guerra avrebbero persuaso i francesi che l'amicizia dell'Italia vale più di quella di Venizelos ed avevano perciò creduto di avere diritto a qualche riguardo maggiore in confronto al signor Venizelos, il quale non era stato molto utile all'Intesa né quando era al potere, né quando si era messo alla testa della Grecia ribelle ed ancora adesso era occasione di togliere dal fronte dieci o quindicimila uomini per procurargli la presidenza del Consiglio.

Il signor Deschanel convenne meco nel deplorare quei fatti ed accentuò tanto il suo biasimo che io credetti scorgere nelle sue parole l'avversario dell'attuale ministero, ancora più che l'amico dell'Italia.

Siccome poi egli cercava sapere che cosa il R. Governo aveva fatto dire, riguardo a tali incidenti, al Governo francese e cosa questi avesse risposto, gli feci capire -nel modo più gentile che potevo -come io parlassi molto volentieri con lui di quanto era apparso nei giornali e quindi aveva potuto fare qualche impressione sul pubblico, ma come non intendessi alludere a quanto poteva essere stato detto o scritto fra i due Governi, tanto più che -ignorato dal pubblico -tutto ciò non aveva potuto avere alcuna influenza sull'opinione del popolo italiano riguardo alla Francia.

La conversazione continuò molto amichevole ed il signor Deschanel mi dichiarò che nelle sue conversazioni con uomini politici non aveva mai mancato, e non mancherebbe per l'avvenire anche prendendo occasione dai fatti cui avevo accennato, di ripetere quanto l'amicizia dell'Italia dovesse ritenersi preziosa per la Francia.

Per dimostrare q_uanto sia uguale l'interesse delle due nazioni a stare unite fra loro, egli aggiunse che, se la Francia dovesse cedere alla forza, non sa se il danno sarebbe maggiore per essa o per l'Italia.

Benché tale discorso fosse fatto a· modo di esempio, mi ha meravigliato perché una simile eventualità non sarebbe stata enunciata mesi or sono in Francia nemmeno per escluderla e -pur senza dare a quelle parole un significato maggiore di quello che in realtà abbiano -credo siano in relazione allo stato d'animo generale qui, tale che permette a idee, le quali prima non avrebbero nemmeno attraversato la mente, di venire ora spontanee, sia pure come eventualità non prevedibili.

Il discorso del signor Deschanel e la sua iniziativa di parlare con me delle cose nostre, credo possano dipendere dal suo desiderio di convincerci dei suoi sentimenti verso l'Italia e sono forse in relazione alle sue aspirazioni politiche

delle quali egli non vorrebbe la immediata realizzazione ma nelle quali spera per la fine della guerra.

Quando questa finisca nel modo che tutti si desidera, la Francia avrà molto bisogno dell'Italia e di ciò -se non è convinta la burocrazia francese, rimasta quale era anni or sono -sono persuasi parecchi uomini politici e credo non sia male lo si tenga presente da noi.

È per questo che io mi sono permesso annoiarla con questa lunga lettera (1).

519

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. 1089. Roma, 2 luglio 1917, ore 20,45.

Questo ministro di Serbia mi ha consegnato, il 30 giugno, d'ordine del suo Governo, la seguente comunicazione scritta:

• Le notizie che ci pervenivano da un certo tempo, ci informavano che le autorità reali italiane d'occupazione intendevano prendere alcune misure in Albania, ma noi non avevamo potuto prestarvi fede. Tuttavia il proclama fatto il 3 giugno corrente dal generale Ferrera che d'ordine del Governo reale d'Italia proclamò il protettorato italiano sull'Albania, venne a confermare l'esattezza di queste notlzie. Il Governo reale di Serbia, pur essendo ispirato dalla migliore volontà di ,evitare qualsiasi atto che in modo qualunque potesse portare ombra sull'unità d'azione degli Alleati, e pur essendo animato dal più vivo desiderio d'essere con l'Italia nei rapporti più amichevoli, si vede costretto a dichiarare che riserba alla Serbia il diritto d'esporre a suo tempo le domande che salvaguarderebbero gli interessi vitali di quest'ultima e che sarebbero conformi alle conclusioni internazionali prese dalla conferenza di Londra che assicurano l'autonomia dell'Albania ed escludono il possesso di ogni protettorato separato di una delle grandi potenze europee •.

A questa comunicazione non ho, almeno per ora, intenzione di rispondere.

520

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1792/179. Parigi, 2 luglio 1917, ore 21,50 (per. ore 6 del 3).

Telegramma di V. E. n. 1084 (2). Data opportunità che, come comp!"endo benissimo, V.E. vede di definire al più presto comunque, e fin dove è possibile il riconoscimento fatto della nostra

zona in Asia Minore e tenendo conto del proposito deliberato di questo Governo di trascinare la discussione sul punto ad ovest di Mersina, mi permetto suggerire converrebbe che Imperiali chiedesse ambasciatore di Francia a Londra firmasse il documento unico proposto da V. E. nel citato telegramma ma con riserva: • resta a stabilire se la frontiera est della zona italiana sarà a capo Cavaliere come propone il Governo francese, o alla linea di confine attuale del sangiaccato di Mersina come propone il Governo italiano o in un punto intermedio •. Il Governo francese non dovrebbe equamente avere difficoltà di consentire. Noi otterremo il riconoscimento dei nostri diritti su quanto in questo momento è di speciale interesse non sia più in discussione e avremo tempo di negoziave senza fretta sulla questione del punto ad ovest di Mersina (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 255-258.

(2) Cfr. n. 504.

521

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. u. 2377/606. Pietrogrado, 2 luglio 1917, ore 17 (per. ore 9,30 del 3).

Elementi della settima armata russa appoggiati sul fianco sinistro da reparti della undicesima, hanno compiuto con successo azione offensiva in regione di Kaniun sud-est di Leopoli, catturando 9000 soldati e 124 ufficiali.

522

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. u. 2378/605. Pietrogrado, 2 luglio 1917, ore 17 (per. ore 10,05 del 3).

Manifestazione popolare di ieri è riuscita meno numerosa di altre precedenti. Essa doveva essere l'esponente delle forze moderate costituenti maggioranza congresso dei Soviet, ma questa vi concorse in misura non corrispondente agli effettivi di cui dispone, mentre la minoranza massimalista scese in piazza al completo.

La parte estrema e anti-governativa ha potuto cosi mettersi in evidenza, grazie anche al grandissimo numero di stendardi con scritte massimaliste da essa sfoggiate.

• Abbasso i dieci ministri capitalisti •; • Congresso dei Soviet assuma potere •; • Abbasso capitalisti inglesi e francesi •; • Si pubblichino gli accordi imperialisti •; • Vogliamo pace immediata » erano i motti più numerosi, fra i quali però figurava anche: • Vogliamo pace ma non con Guglielmo •.

Divise dei moderati esaltavano unità socialismo, appoggio al congresso dei Soviet, pace ma non separata, terra e libertà, repubblica sociale, ma non accennavano al Governo provv,isorio.

Carattere generale della manifestazione risultò pertanto di freddezza e di ostilità contro il Governo e di pacifismo di varie gradazioni. Ad attenuare questa impressione valgono però le surriferite circostanze.

La manifestazione fu essenzialmente opera dei massimalisti ai quali il congresso dei Soviet l'aveva impedita alcuni giorni or sono e sotto la sua responsabilità concessa, ma col concorso degli elementi della maggioranza dei moderati.

A quanto si afferma, lo scarso concorso di questi ultimi fu dovuto alle voci allarmanti lasciate correre dai massimalisti circa le loro intenzioni di provocare conflitti.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. 1093/637 del 3 luglio, con l'aggiunta: • Accetto la proposta di Salvago e prego V. E. di agire in conseguenza •.

523

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. P. 1816/180. Washington, 2 luglio 1917 (per. ore 14,15 del 4).

Missione italiana imbarcata sabato sera segretamente sul piroscafo francese • Touraine " diretto a Bordeaux. Questo ambasciatore di Francia da me pregatone ha telegrafato al suo Governo affinchè provveda di far scortare il piroscafo all'arrivo. Mi riservo di telegrafare fra qualche giorno a Salvago per gli opportuni accordi per il proseguimento del treno. Il senatore Marconi rimasto a New York per affari personali partirà probabilmente fra una settimana. Per questo pubblico la missione è tuttora in America.

Il compito politico dei rappresentanti della missione è stato pienamente assolto. I suoi rapporti con queste sfere ufficiali furono improntati alla massima cordialità. Nel paese la missione diede occasione ad affermazioni calorose di italianità tanto nelle nostre colonie quanto nell'elemento americano e fu incentivo a discorsi di cospicue notabilità politiche nei quali attraverso la riaffermazione della volontà del popolo americano di contribuire con ogni mezzo sino all'ultimo alla vittoria completa ed attraverso la dichiarazione che l'America oltre per la difesa dell'umanità e del principio democratico combatte per la difesa della propria integrità ideale e fisica fu accentuato ed esaltato il con

tributo portato sempre dall'Italia alla causa della civiltà umana e quello particolare portato nella guerra presente.

Non ottenne invece risultati concreti il tentativo di alcuni membri della missione di condurre le trattative per le questioni pendenti di interesse nazionale. Il contributo effettivo di questo paese alla causa comune così come la somma delle sue varie prestazioni ai singoli alleati non sono ancora ben definiti nelle loro precise possibilità perchè essi involgono questioni di organizzazione, di interessi privati, di potenzialità produttiva e di norme legislative tuttora imprecisate. In tali circostanze e a parte ogni altra più grave ragione è vano adoperarsi a voler consacrare siffatte prestazioni in patti che non potrebbero ad ogni modo essere di contenuto più definito delle dichiarazioni generali fatte in proposito da questo Governo all'epoca della sua entrata in guerra. Né l'aiuto americano potrebbe ragionevolmente prendere altre forme che non siano le singole ripetute prestazioni già fatte e da farsi in avvenire in proporzioni magari diverse col progredire della guerra e della preparazione americana. Nè queste prestazioni nell'ordine naturale delle cose possono ottenersi se non a mezzo del tramite dell'azione degli organi italiani competenti e autorizzati.

524

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1813/279. Pietrogrado, 2 luglio 1917, ore 21,30 (per. ore 17,40 del 4).

Rappresentanti Soviet di cui al mio telegramma gabinetto 275 (l) sono partiti ieri per Stoccolma ove si tratterrebbero alcuni giorni. Soltanto tre di essi si recherebbero in Inghilterra, Francia e Italia:

l") per chiarire lo scopo della conferenza socialista internazionale;

2") per indurre i socialisti ad intervenirvi; 3°) per indurre i ministri socialisti dei rispettivi Governi ad agevolare quel convegno.

Tre di essi si chiamano Resenhof, Goldgerg ed Erlich. Essi appartengono alla maggioranza del congresso e ... (2) internazionalisti. Hanno dichiarato che [non] intendono recarsi nei paesi nemici né voler contatto a Stoccolma coi socialisti germano-austriaci. Essi hanno affermato altresì che la conferenza dei Governi per la revisione degli accordi non potrebbe aver luogo prima della conf,erenza socialista internazionale.

Non mancherò di inviare ulteriori ragguagli sul conto loro e sulla loro missione.

(l) -T. gab. 1812/275 del 30 giugno. non pubblicato: intenzione del Soviet di inviare suoi rappresentanti alla conferenza socialista internazionale. (2) -Gruppo indecifrato.
525

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3031/709. Londra, 2 luglio 1917.

Con riferimento alla precedente corrispondenza al riguardo di un accordo fra l'Italia la Gran Bretagna e la Francia oirca la questione dell'importazione di armi in Etiopia ho l'onore di trasmettere qui allegata a V. E. copia di una nota pervenutami in data 27 giugno dal Foreign Office (1). In questa viene riprodotta una comunicazione diretta da questo Governo all'Ambasciata di Francia a Londra nella quale viene esposto il suo punto di vista nella questione e le garanzie che dovrebbero essere richieste al Governo di Addis Abeba per una futura eventuale importazione di fucili da cedersi al Governo stesso.

La nota finisce esprimendo il desiderio che il R. Governo faccia conoscere al Governo Britannico se è disposto ad indirizzare al Governo Etiopico una comunicazione sulla base indicata.

In attesa di conoscere le decisioni che piacerà all'E. V. di adottare a questo riguardo ...

526

IL CONSOLE A CARDIFF, AXERIO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

R. 680. Cardiff, 2 luglio 1917.

Mi onoro di segnar ricevuta del dispaccio n. 2954 in data 28 giugno u.s. (2) e di assicurare l'E. V. che ho preso nota delle istruzioni in esso impartite pel caso si presentasse in questo R. Ufficio il Signor Giacinto Serrati, direttore del giornale Avanti.

527

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1833/277. Pietrogrado, 3 luglio 1917, ore 12,40 (per. ore 13,45).

2 luglio.

Al convegno di Parigi del 15 corrente difficilmente potrà assistervi Macla

koff. Vi prenderanno parte l'incaricato d'affari e il generale Zankievich rap

presentante militare presso quel quartiere generale. A quanto mi diceva Nera

toff, la conferenza avrebbe carattere prevalentemente militare (fronte macedo

ne, questione rifornimenti, sincrone operazioni), ma vi si tratterebbero anche

14 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

questioni politiche fra cui la nuova situazione in Grecia e possibilmente la proposta Venizelos di partecipare alla guerra.

Secondo questo incaricato d'affari di Francia, Venizelos non procederà alla mobilitazione e si appagherà per ora di accrescere le forze volontarie. Frattanto ha già proceduto alla rottura dei rapporti con la Germania, l'Austria, la Turchia e la Bulgaria.

(l) -Manca. (2) -Non pubblicato, ma cfr. n. 452.
528

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2391/GAB. 36. Tokio, 3 luglio 1917, ore 10,30 (per. ore 16).

Riguardo alla restaurazione monarchica Cina, Governo giapponese dichiara che starà a vedere segretamente però con attenzione nuovo ordine di cose, sia perchè prolunga debolezza Governo cinese sia perchè Governo giapponese intuisce che Stati Uniti saranno meno zelanti difensori monarchia. Generale Changh Hsun passava per nemico Giappone ma recentissimamente ebbe ad intendersi con il ministro del Giappone Pechino.

529

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 896. Roma, 3 luglio 1917, ore 17.

Barrère mi comunica che ministro Francia Addis Abeba consiglierebbe proprio Governo col consenso ministro Italia dichiarare ras Tafari che loro Governi consentirebbero invio Abissinia 16 mila fucili qualora Governo etiopico rompesse relazioni con Governo germanico. Ministro d'Inghilterra dichiarasi non autorizzato fare comunicazioni in tal senso.

Ho risposto a Barrère che nostro ministro Adddis Abeba non è autorizzato fare tale comunicazione e che anzi Governo italiano non è favorevole invio armi e che per quanto concerne rottura relazioni Abissinia Germania mantenevo punto di vista già espressogli.

(Per Parigi Londra) mio telegramma 771 (1).

(Per Addis Abeba) mio telegramma 770 (1).

(Per Colonie, Londra e Parigi) Do istruzioni in tal senso Addis Abeba.

(Per Addis Abeba) Pregola attenersi queste mie istruzioni.

(l) Non pubblicato.

530

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1801/180. Parigi, 3 luglio 1917, ore 15,50 (per. ore 18,45).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1079 (1).

Cambon mi ha detto stamane aver mandato ieri l'invito ai Governi italiano, inglese e russo a conferenza concertata [per] 16 luglio. Come interesse da trattarsi si indicherebbe soltanto nota questione militare e ciò esclude intervento altre potenze. Cambon crede che poi si parlerà incidentalmente anche di scopi di guerra secondo aveva già riferito con mio telegramma n. 174 gabinetto (2).

531

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1091. Roma, 3 luglio 1917, ore 19.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti) Mio telegramma n. 1082 (3).

Questo ministro di Grecia mi ha fatto una comunicazione identica a quella che ha formato oggetto della conversazione di V. S. col signor Venizelos. (Solo Atene) Telegramma di V. S. n. 233 (4). (Per tutti) Il signor Coromilas ha mostrato di tenere molto al ristabili

mento delle autorità greche nei territori da noi occupati nell'Epiro. Sarebbe opportuno V. S. tenesse presente questa circostanza per farne magari oggetto di negoziato intermedio che servisse esso pure a ritardare la nostra evacuazione che, anche per ragioni d'ordine interno, a noi conviene dilazionare.

532

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. uu. 193. Roma, 3 luglio 1917.

Risposta a telegramma 2 corrente n. 8926 (5). Circa la proposta del Governo britannico di creare un comitato interalleati pei rifornimenti in America delle munizioni, materie prime e macchinari che servono a fabbricarle mi rimetto a quanto l'E. V. di concerto con gli altri ministri interessati riterrà di rispondere.

(l) -Cfr. n. 503. (2) -Cfr. n. 467. (3) -Cfr. n. 505. (4) -Cfr. n. 477. (5) -Non pubblicato.
533

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1811/332. Londra, 3 luglio 1917, ore 9,53 (per. ore 13,15 del 4).

La scelta del momento per la pubblicazione dell'inchiesta per la Mesopotamia quasi sincrona con discorso di Lloyd George in !scozia lascia impressione che scopo recondito sia stato quello di colpire direttamente Asquith e paralizzare ogni possibilità di più attiva opposizione. Pur tenendo debito conto dell'ossequio dovuto al Parlamento riesce invero malagevole ammettere che al Governo fu preclusa ogni possibilità di rinviare ad epoca più propizia la nefasta pubblicazione che oltre al gettare il discredito su tutta l'azione governativa viene a mettere a nudo i gravissimi difetti del Governo dell'India. Intanto i deputati e la stampa più popolare reclamano con veemenza severe sanzioni contro i colpevoli. Hardinge di cui si vorrebbe da alcuni deputati e giornali fare il principale capro espiatorio mi diceva ieri sentirsi perfettamente tranquillo. Farà oggi dichiarazioni ai Lords ed aspetterà con serena coscienza il giudizio delle persone oneste ed imparziali. Mi si dice che Lloyd George travasi ora imbarazzato per quanto concerne Chamberlain data l'eminente sua posizione nel partito unionista. Dibattito ai Comuni avrà luogo nella settimana prossima. Con rapporto ho spedito ieri per corriere la relazione.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. RR. 1814/33. Londra, 3 luglio 1917, ore 22,55 (per. ore 13,35 del 4).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1080 (1).

Vivamente ringrazio l'E. V. per la gradita informazione nota solamente a Borghese mio fidato collaboratore che ha decifrato il telegramma. A Balfour e Lloyd George ne darò segreta notizia quando V. E. sarà per prescrivermelo. Gioverebbe forse che annunzio non tardasse. Presa per quanto mi concerne ogni debita precauzione pel mantenimento del segreto dovrei declinare ogni responsabilità per eventuali premature indiscrezioni non a me attribuibili.

Circa le modalità della visita rivolgerò nel senso prescritto le opportune raccomandazioni quando darò l'annunzio. Desidero però conoscere se V. E. consentirebbe farci il piacere di accettare all'ambasciata un pranzo cui vorrei invitare oltre che Lloyd George e il ministro degli affari esteri alcuni tra i membri più autorevoli del Governo e dell'opposizione.

(l) Cfr. n. 502.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SO;'~NINO

T. GAB. 1815/331. Londra, 3 luglio 1917, ore 15,55 (per. ore 15,40 del 4).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1084 (1).

Circa la nota aggiuntiva Ceci! ha detto avere essa carattere generale meramente esplicativo e come tale e per riprodurre essa concetto ,eQuivalente precedenti dichiarazioni di V. E. non sembrava a lui poter offrire serii ~otivi d'obiezioni. Comunque non si rifiutava a riesaminare la cosa dopo di averne conferito con Balfour. Circa soppressione nota frase • avuto riguardo agli sforzi » tutte le mie più calde e pressanti insistenze sono, come prevedevo, riuscite inutili. Frase, ha detto Ceci, fu inserita dopo maturo esame dal Gabinetto di guerra che la ritenne motivata da uno spirito di giustizia che a Ceci! pare non possa sfuggire all'alto apprezzamento di V. E. p,er deferenza verso di lei non poteva certamente rifiutarsi di sottoporre d'accordo con Balfour le nostre obiezioni al Gabinetto di guerra ma riteneva potere a priori assicurare che l'eliminazione non sarebbe stata accettata. Avendo io osservato che tale rifiuto mi porrebbe nella necessità di formulare una precisa riserva egli ha subito replicato che siffatta riserva verrebbe ipso facto a compromettere l'intero accordo il quale non potrebbe più reggere con una esplicita dichiarazione di dissenso su di un punto così essenziale. Come soluzione alternativa non avrebbe difficoltà

a proporre la soppvessione intera dell'ultimo paragrafo contemplante in realtà una questione accessoria, per quanto certo importante, da noi sollevata ma su di essa si potrebbe discutere e intendersi più tardi. Su quest'ultima proposta l'esame della Quale per sue eventuali future conseguenze mi sembra richieda l'attenta ponderazione da parte nostra, non ho voluto manifestare alcun parere !imitandomi ad osservare che ne avrei reso edotta V. E. Nel corso della conversazione ho notato che Cecil a ribattere il mio argomento che cioè l'avverbio " équitablement • adoperato nella redazione del processo verbale di S. Giovanni riproduceva in modo chiaro il concetto sul qua1e si era quivi raggiunta l'intesa tra V. E. e Lloyd George e rendeva pertanto affatto superflua la frase esplicativa introdotta dal Gabinetto di guerra, Cecil ha risposto che all'aggettivo • équitable • adoperato nella redazione dell'accordo di Londra noi avevamo insistito e ottenuto si desse l'interpretazione di • ugualmente proporzionato • e che pertanto nel caso presente occorreva spiegare bene la portata ed il significato del predetto avverbio. Riflettendo su tale osservazione eloquente indizio della sottigliezza legale della mentalità di Ceci! mi pare bene segnalarla a V. E. perchè dalla medesima ella potrebbe forse trarre norma qualora a girare que

sto nuovo scoglio senza compromettere l'accordo le paresse opportuno ed utile ai nostri interessi di escogitare una qualche formula conciliativa da proporre al Gabinetto di guerra del quale però non oserei fin da ora garantire l'accettazione.

Sul modus procedendi per la constatazione finale, circa il quale l'ho pure in tesi generale interrogato, Cecil ha detto non vedere alcun inconveniente a che raggiuntasi l'intesa finale io consegni un pro-memoria parafrasando quello definitivamente concordato. Naturalmente ha aggiunto di tutto ciò si dovrebbe dare comunicazione ai Governi francese e russo. Su questo punto io non sono entrato in discussione che sarebbe stata prematura, l'essenziale per il momento essendo intenderei anzitutto sul punto sostanziale.

(l) Cfr. n. 504.

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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1875/286. Jassy, 3 luglio 1917, ore 13,15 (per. ore 1,10 del 9).

Mio telegramma n. 276 (1).

L'approvazione delle riforme anche al Senato è attesa per oggi o domani. La crisi ministeriale seguirà quindi immediatamente. Bratiano dichiara finora di non voler cedel"e né presidenza del consiglio né principali dicasteri e fa ostensibili preparativi per abbandonare Governo.

Sembra che il Re Ferdinando sia deciso di insistere per la formazione di un Gabinetto di concentrazione nazionale.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 26291/396. Roma, 3 luglio 1917.

In relazione al telegramma n. 343 del 28 maggio u.s. (2), mi pregio comunicare a V. E., per sua opportuna notizia, le seguenti informazioni pervenutemi dal R. Delegato in Gedda, in data 13 giugno, concernenti la questione del Califfato: • Notizia riferentesi nuovo Califfato arabo è qui sconosciuta. Califa dei musulmani è tuttora sultano Resciad. Mondo musulmano attende esito guerra per confermare sua fiducia Califa Costantinopoli o nominarne un altro. In questo caso maggioranza appunto cadrà sul Re Hedjaz, purchè egli potesse aggiungere al possesso dei Luoghi Santi la libera indipendenza dei paesi arabi soggetti alla Turchia ed avere forza e prestigio per difesa interessi islamismo. Perciò Governo Mecca è in serie trattative con Francia ed Inghilterra per definire sistemazione politica penisola arabica, Siria ed Irak. Francia ed Inghilterra hanno promesso dare risposta dopo il pellegrinaggio. Progetto ricostituzione Re-

il) T. 2461/276 del 27 giugno, non pubblicato.

gno e Califa Hascemita non comprende affatto rivendicazione nazionalità popolazioni di lingua araba Egitto, Libia, Tunisia e altri paesi musulmani considerati come stranieri e solamente deferenti Autorità suprema Califa secondo diritto statale religione musulmana. In tale condizione teoria inglese di non intervento se è giusta nel campo religioso musulmano, è discutibile in quello politico, ,in cui sembra sia imperniata la questione trasferimento Califfato Arabia strettamente connessa con quella riguardante sistemazione indipendenza politica e riconoscimento nazionalità araba. A noi forse converrebbe, pure lasciando sudditi musulmani liberi scegliere il loro Califa, prendere sin da ora posizione netta e solidale nelle trattative in corso tra Inghilterra, Francia e Governo arabo circa costituendo regno ,e califfato Hascemita, per ottenere al momento opportuno quelle maggiori concessioni economiche in Arabia e garanzie morali per tranquillità e pacificazione nostre Colonie Musulmane •.

(2) Non pubblicato.

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IL CONSOLE GENERALE A LIVERPOOL, CHIOSTRI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

R. R. 1913. Live1·pool, 3 luglio l 917.

Mi onoro segnare ricevimento alla E. V. dei Suoi dispacci del 23 e del 28 Giugno u.s. n. 2848 e 2954 con i quali la E. V. si è compiaciuta di comunicarmi le istruzioni emanate dal R. Governo di non vistare il passaporto di qualsiasi persona per la quale vi sia fondato motivo di ritenere che intenda prendere parte al Congresso di Stoccolma, e di segnatamente negare detto visto al Signor Giacinto Serrati, qualora egli si presentasse in questo Consolato per tale scopo.

Nell'assicurare la E. V. che mi atterrò strettamente a tali istruzioni ... (1).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1101. Roma, 4 luglio 1917, ore 19.

Giers mi riferiva che il Governo serbo avrebbe chiesto a Pietrogrado che un rappresentante militare serbo prendesse parte alla prossima conferenza militare a Parigi dove si tratterebbe dell'impresa macedone e delle questioni balcaniche. Terescenko sarebbe in massima favorevole. Vorrebbe sapere la mia opinione.

Serrati ».

Ho risposto che in via generale ritenevo che le conferenze numerose non erano atte a portare a risultati seri; e che avrei preferito che tanto quelle militari che quelle politiche si restringessero per ora aUe quattro grandi potenze europee. Se si usciva da questo numero era impossibile fermarsi nelle ammissioni, e anche per quanto riguardasse la sola Macedonia la concessione fatta alla Serbia avrebbe dovuto allargarsi alla Romania, alla Grecia ora essa

.pure combattente, al Montenegro; e per contraccolpo agli Stati Uniti, al Giappone, al Portogallo, ecc. ecc. Inoltre occorreva per quanto riguardava le conf·erenze strettamente militari avere l'opinione dei quattro capi supremi militari.

Nel telegramma di Terescenko si esprimeva il desiderio che nel regolare specialmente le questioni militari pel 1917 si guardasse nella conferenza di Parigi di non compromettere le questioni generali che vanno più oltre (1).

(l) Annotazione marginale: «Verificare se era proprio questo che si voleva per il

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1819/238. Atene, 4 luglio 1917, ore 17,30 (per. ore 2,43 del 5).

Ho parlato con Venizelos nel senso del telegramma di V. E. 1062 (2). L'ho trovato del tutto pronto ad appoggiarsi a noi per liberarsi dall'invadenza francese. Ha detto che non tollererà protettorato francese. Oggi conferirà con Jonnart e con Sarrail giunti ieri sera ad Atene e poi mi farà conoscere a quali limiti l'occupazione francese potrà ridursi.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1820/240. Atene, 4 luglio 1917, ore 17,30 (per. ore 4 del 5).

Venizelos mi ha detto essere d'accordo con Jonnart per la immediata soppressione di tutti i controlli. Il generale Sarrail ha dichiarato essere oramai cessato il controllo militare. Prego V. E. quindi di inviarmi istruzioni circa il rimpatrio dei nostri ufficiali adibiti ai diversi controlli. Sarà opportuno non farli rimpatriare prima che V. E. abbia accertato a Londra e a Parigi che effettivamente tutti gli ufficiali inglesi e francesi siano stat.i già richiamati (3).

Prego V. E. agire in conformità e telegrafarmi.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 158-159. (2) -Cfr. n. 475. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1110 del 5 luglio, con la seguente aggiunta: Ho risposto a Bosdari quanto segue: " Ho telegrafato ai R R. ambasciatori a Parigi e Londra di accertarsi del richiamo di tutti gli ufficiali francesi ed inglesi per parte dei rispettivi Governi •.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. RR. 1825/334. Londra, 4 luglio 1917, ore 22,15 (per. ore 6,15 del 5).

Elliot col quale sono da anni molto legato, venne avantieri a colazione. Con grande franchezza e con spirito sereno ed imparziale mi parlò a lungo degli affari di Grecia. Delle sue confidenze i punti che mi sembrano degni di essere riferiti sono:

l") che la causa principale di ,tutti gli incresciosi avvenimenti culminati nella poco edificante rimozione del Re è stata opera diabolica di Sarrail il quale con ogni mezzo è riuscito ad impedire la riconciliazione tra Sua Maestà e Venizelos che, a parere di Elliot, era l'unica soluzione vantaggiosa per gli interessi dell'Intesa;

2°) che Venizelos è oggi l'unico uomo di Stato ellenico possibile. Lui scomparso la Grecia cadrebbe ipso facto in uno stato di completa anarchia con l'inevitabile conseguenza di rinsaldare il nullamente desiderabile predominio francese;

3°) che Venizelos nel fondo del suo animo nutre per la Francia simpatie assai meno intense di quelle professate per l'Inghilterra e che se i francesi volessero ora spadroneggiare egli è uomo da tener loro testa. Confidenze di Elliot hanno ancora più ribadito H sentimento di profonda ammirazione che mi permetto di manifestare rispe1Jtosamente a V. E. per la linea di condotta da lei con somma opportunità e tatto politico tracciata nel telegramma 1082 (1). Compatibilmente beninteso con la tutela degli interessi nostri militari e politici in Epiro e Albania a me remissivamente sembra che una eventuale sincera riconciliazione nostra con Venizelos, di cui è impossibile oramai ignorare l'esistenza ed attività, presenta per gli scopi generali nostri il triplice vantaggio di controbilanciare l'influenza francese ad Atene, di impedire o quanto meno attenuare la troppo efficace connivenza greco-serba a nostro danno e di renderei possibile di adottal'e sulla base degli interessi comuni un contegno più concorde con quello dell'Inghilterra. Al riguardo non vedo motivo di modificare l'impressione ripetutamente sottoposta a V. E. Posso sbagliarmi ma io persisto a ritenere che malgrado la deplorevole remissività per la nota causa dimostrata verso Francia qui nel fondo non si è veduto di buon occhio e meno ancora si vedrebbe in futuro il prolungarsi in modo permanente della influenza francese in Grecia. Riterrei pure che si sarebbe lieti di potersi intendere con noi per una linea dl condotta comune. Il Governo britannico deve e dovrà però tenere sempre debito conto delle incontestabili larghe profonde simpatie per un verso o per l'altro nutrite nel gabinetto e nell'opinione pubblica per Venizelos, qualsiasi azione del quale diretta a difendere l'integrità del territorio

nazionale è sicura di trovare qui caldo incondizionato appoggio e ciò per uno di quegli accessi di sentimentalismo di cui questo paese è di tanto in ,tanto affetto. Spero poter vedere domani Balfour. Gli parlerò nel modo prescritto da V. E. tenendomi beninteso sulle generali.

(l) Cfr. n. 505.

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IL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede, pp. 338-340).

L. P. Roma, 4 luglio 1917.

Non ho mancato di far rilevare al Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità nella forma e con l'occasione che mi è sembrata meglio opportuna, quanto l'E. V. mi comunicava con il pregiato Suo foglio del 22 maggio u.s. n. 374 (l) (Affari Commerciali Div. VI, Sez. 2"), riguardante corrispondenze fra i prigionieri italiani e le loro famiglie che sarebbero state trasmesse a mezzo della Santa Sede o della Nunziatura di Vienna.

Pregiomi ora riferire all'E. V. la risposta datami al riguardo dal Cardinale stesso che ha mostrato di prendere nella più attenta considerazione le comunicazioni da me fattegli (2). ·

Successivamente, in un colloquio che sullo stesso argomento ebbi a tenere col Cardinale predetto, questi esplicitamente confermando che restava esclusa la trasmissione di lettere private, valori e pacchi mi proponeva, scrivendoli di suo pugno, i seguenti quesiti che mi onoro di riferire testualmente all'E. V. pregandola di volermi porre cortesemente in grado di dare un'esauriente risposta al riguardo :

• l -Se una famiglia prega il Santo Padre di far pervenire al suo congiunto (prigioniero di guerra o internato civile) notizi,e di natura domestica, per es.: tutti bene in famiglia, è nato un bambino, è morto un parente ecc. può la Segreteria di Stato incaricare il Nunzio di trasmettere tali notizie e può il Nunzio trasmetterle? In tal caso nessuna meraviglia che il congiunto scriva poi alla famiglia facendo cenno delle notizie ricevute a mezzo della Nunziatura o del Vaticano.

2 -Mons. Nunzio può trasmettere alla Segreteria di Stato eguali notizie del congiunto, per es.: Tizio sta bene, è guarito, desidera notizie dei suoi, chiede vestiario, pane ecc.? e la Segreteria di Stato può a sua volta trasmettere simili notizie alla famiglia? In tal caso nessuna meraviglia che la famiglia scrivendo al congiunto faccia cenno delle notizie avute da parte del Vaticano.

3 -Se una famiglia desolata prega il S. Padre di ordinare ricerche di un suo figlio dichiarato disperso, o che non dà notizie da molto tempo, il S. Padre può ordinarie e può in seguito trasmettere alla famiglia il risultato di tali ricerche? In tal caso è naturale che la famiglia ringrazi la Santa Sede e, se il figlio è vivente, scrivendogli faccia cenno della consolazione avuta grazie all'interessamento del S. Padre. Questo caso è frequentissimo.

4 -Se una famiglia ha necessità di un documento, per esempio certificato di battesimo per la celebrazione di un matrimonio, la Segreteria di Stato può procurarglielo sia scrivendo direttamente al V·escovo, sia facendogli scrivere dal Nunzio? ed in seguito può comunicarlo alla famiglia? in tal caso è naturale che la famiglia ringrazi il Santo· Padre? •.

Ben grato all'E. V. se vorrà farmi conoscere con sollecitudine il pensiero del R. Governo a questo riguardo, onde sia possibile stabilire precisi accordi in proposito ho l'onore ...

(l) -Non pubblicato. (2) -Si è omessa qui la lettera di Gasparri a Monti preché è pubblicata al n. 368.
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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1823/3021. Comando Supremo, 5 luglio 1917, ore l (per. ore 2).

Riferendomi al telegramma di gabinetto n. 78, riservato in data 3 luglio, informo V. E. per le necessarie comunicazioni all'ambasciatore di Francia che interverrò alla conferenza interalleati accompagnato dal colonnello brigadiere Bencivenga e da due ufficiali d'ordinanza.

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1826/3019. Zona di Guerra, 5 luglio 1917, ore 2,50 (per. ore 4).

Avevo telegrafato al capo della nostra missione militare in Francia il fabbisogno di artiglieria e munizioni che noi avremmo desiderato ricevere dagli alleati e ho ricevuto risposta da parte generale Foch annunziante che Francia consentiva darci 92 mila colpi e Inghilterra 40 mila. Per ciò che riguardava artiglieria generale Foch aveva proposto ai generali Pétain e Robertson di darci 25 batterie complessivamente cioè metà per ciascuno. Ma Pétain non può aderire stante operazioni anglo-francesi in progetto che si effettuerebbero fine luglio.

Robertson si è riservato risposta pur non dimostrandosi contrario. Pétain

ha fatto presente che potrebbe dare alcune batterie verso agosto ma Foch os

servò ciò dipendere del tutto dai risultati che si otterranno nelle prossime of

fensive. Ho risposto al capo della missione militare in Francia in questi termini:

« Prego ringraziare generali Foch e Pétain per concessione munizioni.

Ho tutto predisposto perché offensiva su fronte Giulia possa sferrarsi pri

ma decade agosto.

Debbo però far presente che mezzi di cui dispongo sarebbero assolutamente insufficienti se l'Austria mantenesse su fronte Giulia artiglieria nella misura attuale. In tale ipotesi per evitare gravissime perdite e scacco morale sarei costretto differire azione offensiva in attesa situazione più propizia. Ritengo che perdurando attuale situazione nemica nostra offensiva potrebbe avere probabilità successo solo se estesa su fronte più ampia di quella da noi attaccata nello scorso maggio. È da temere tale maggiore estensione richiederebbe aumento di almeno 300 pezzi provvisti di adeguato munizionamento "·

Quanto sopra comunico a V. E. per conoscenza e in relazione a quanto mi ha comunicato con telegramma gabinetto n. 1073/98 (l) e perchè ove lo creda possa dar comunicazione al R. ambasciatore a Londra per il caso che potesse tenerne parola con Lloyd George nell'occasione pranzo cui interviene primo ministro giorno 5 corrente.

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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1834/91. Corfù, 5 luglio 1917, ore 9,30 (per. ore 13,15).

In questo piccolo ambiente e sotto la diretta sorveglianza dei serbi non è faci1e entrare in contatto con i capi jugo-slavi, anche per argomenti meno delicati di quelli di cui al suo tel. gab. n. 1021 (2). Continuerò tuttavia a cercare di entrare in relazione diretta con essi per rendermi prudentemente conto del loro stato d'animo. Ma tutte le mie indagini dirette e indirette escluderebbero finora che esse pensino staccarsi dal Governo serbo. La loro stessa venuta qui per invito di Pacié ne sembra una prova, come ne sembrano prove le loro quotidiane conferenze con i ministri per intendersi sui legami e le autonomie future, il solenne dono fatto da Trumbié al Principe Reggente di una scultura simbolica; e l'invito che S. A. Reale ha testè fatto loro di visitare fra qualche giorno con lui il fronte macedone, invito che non mi consta hanno accettato (3).

(l) -Non pubblicato (2) -Cfr. n. 435. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1113/649 del 7 luglio. Ed. in SoNNJNO, Carteggio, II, cit., p. 259.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1843/184. Parigi, 5 luglio 1917, ore 23,40 (per. ore 2,35 del 6).

Continuano nel comitato segreto violenti attacchi contro il Presidente della Repubblica e pare ve ne saranno pure alla seduta pubblica. Persone che hanno parlato col Segretario generale della Presidenza mi assicuravano che Poincaré è deciso a non cedere a queste pressioni intendendo terminare il settennio ad ogni costo.

D'altra parte il ministero ha sempre vita precaria e cerca consolidarsi accogliendo elementi d'opposizione come ha fatto ieri con la nomina del nuovo Sottosegretario per la Marina mercantile, scegliendolo fra gli oppositori più accentuati.

Ciò non dà prestigio al ministero che forse durerà perchè le aspirazioni alla presidenza del Consiglio di Painlevé e di Viviani sembrano sempre più insistenti e tutti e due avendo eguali probabilità è possibile si escludano a vicenda.

548

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1845/341. Londra, 5 luglio 1917, ore 12,25 (per. ore 5,45 del 6).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1101 (1).

Senza pronunziarsi in modo definitivo, Balfour mi diceva oggi che dato il non trascurabile contributo militare dato dalla Serbia gli pareva difficile opporre un rifiuto alla partecipazione di un rappresentante di quel Sovrano alla prossima conferenza, il cui scopo, per desiderio della Russia, deve limitarsi all'esame dell'impresa macedone e delle questioni balcaniche. Per lo stesso motivo riescirebbe egualmente malagevole il rifiuto alle prevedibili domande di partecipazione greca ,e romena. Ho fatto osservare a Balfour in base all'esperienza che se si ammettono alla discussione i rappresentanti balcanici si corre il rischio di prolungarla infinitamente e di concludere poco. A titolo personale suggerivo ciò stante che se si desse alla conferenza il carattere di semplice scambio preliminare di vedute fra i quattro Governi e i quattro Comandi Supremi dei principali Alleati, il declinare la partecipazione degli altri sarebbe perfetta

mente plausibile e non potrebbe dar luogo a lagnanze. In questo mio suggerimento al pari che nelle osservazioni generali di V. E. Balfour si è mostrato in massima consenziente senza però esprimere una opinione precisa e conclusiva.

(l) Cfr. n. 539.

549

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1892/289. Jassy, 5 luglio 1917, ore 21,30 (per. ore 19 del 9).

Thomas durante la sua permanenza a Pietrogrado dichiarò al giornalista romeno Fermo che egli come ministro francese naturalmente teneva fermo l'impegno di ingrandimenti territoriali assunto dall'Intesa colla Romania ma non poteva però nascondere la ~ua convinzione che le pretese romene avrebbero difficilmente potuto reggersi di fronte ad una conferenza per la pace. Consigliava quindi ai romeni di fare un'attiva propaganda in favore delle loro aspirazioni nazionali e specialmente di ridurne la portata a quanto è strettamente giusto.

D'altro lato socialisti russi parlando con lo stesso giornalista si sono pronunziati contro l'annessione del Banato e della Bucovina alla Romania: alcuni anzi hanno sostenuto opportunità che in generale il problema austro-ungarico venga rinviato a miglior tempo.

Pretese romene incontrerebbero pure ostacoli Londra ed a Parigi. Infine a Londra ed a Pietrogrado si accentuerebbe movimento in favore dell'immediata concessione del diritto di cittadinanza agli ebrei in Romania.

550

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1842/340. Londra, 6 luglio 1917, ore 0,25 (per. ore 7,10).

Telegramma di V. E. 1079 (1).

Nell'esprimermi oggi con Balfour nel senso prescrittomi da V. E. ben accentuando la riserva da Lei formulata circa la nostra piena libertà d'azione nell'eventuale conferenza propugnata dalla Russia ho creduto opportuno ritornare sui noti argomenti già esposti a Cecil per dimostrare le serie conseguenze che potrebbero derivare con danno della compattezza e fattività di tutta l'alleanza dalla pericolosa e dottrinaria proposta di revisione degli accordi ,inter

venuti fra gli alleati. Ripetutomi che l'adesione di principio del Governo britannico era stata data a sua insaputa e durante la sua assenza Balfour consentiva nelle mie considerazioni aggiungeva che per conto suo conoscendo bene la decisa riluttanza di V. E. e la più che scarsa soddisfazione francese si studia in ogni modo ,e senza beninteso urtare apeTtamente i russi di non incoraggiare e non affrettare la riunione che il Governo russo a quanto sembra proporrebbe ora abbia luogo in settembre. Circa !',eventuale ,intervento di altri Stati Balfour pur concordando in principio con V. E. che esso dovrebbe ·essere limitato ai soli Stati contraenti degli accordi compresa però la Romania, ha detto che gli parrebbe crudele escludere Belgio a meno che le quattro potenze non volessero acquietarlo rinnovandogli a pr,iori il solenne impegno a favore della sua compJ:e,ta reintegrazione. Ho osservato sembrarmi che il dare tale affidamento non dovrebbe sollevar alcuna difficoltà visto che la reintegrazione completa del Belgio forma nel pensiero concorde di tutti gli alleati uno dei cardini principali di qualsiasi discussione di pace. Circa Stati Uniti sembra a Balfour in base alle impressioni personali riportate sulla serietà dei propositi del Pvesidente e la sincera cordialità delle disposizioni di lui che per quanto il Governo federale non abbia partecipato ad alcun accordo la presenza di un rappresentante americano sarebbe sotto ogni aspetto consigliabile e desiderabUe nell'interesse generale degli alleati dal punto di vista soprattutto degli scopi d'indole mora1e che si miri di conseguire. Su questo punto mi permetto sottoporve a V. E. il mio remissivo parere pienamente conforme a quello di Balfour. Mostrarsi spontaneamente sotto ogni forma in ogni circostanza deferenti al Pvesidente e per esso al popolo americano mi pare atto non solo cortese ma saggio e prudente essendo io fermamente convinto che allo string,ere dei conti la parola decisiva sul momento della pace e le condizioni di essa finirà fatalmente per essere prortUnziata daU'America l'opinione della quale -siccome mi vado di giorno in giorno maggiormente persuadendo -mi sembra destinata ad esercitare su quella del Governo e dell'opinione pubblica di tutto l'Impero britannico un'influenza preponderante se non dirimente addirittura.

(l) Cfr. n. 503.

551

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1836/342. Londra, 6 luglio 1917, ore 12,25 (per. ore 17,45).

Telegramma di V. E. n. 1093 (1). Prima di parlare a Cambon mi parrebbe indispensabile stabilire la forma del documento da firmare. Dopo molte riflessioni il modus procedendi più pra

tico sarebbe il seguente: Il Governo francese dovrebbe redigere un promemoria calcato mutatis mutandis su quello inglese e nel quale sarebbe inserito il rinvio della delimitazione della frontiera italo-francese giusta il suggerimento di Salvago. Tale promemoria mi sarebbe consegnato da Cambon simultaneamente con definitivo promemoria britannico. Di questa avvenuta consegna e dell'adesione da me data a nome del R. Governo al contenuto dei due promemoria si redigerebbe il processo verbale firmato da Balfour, da Cambon e da me con apposizione dei sigilli rispettivi. Se V. E. approva mi parrebbe opportuno consultare in precedenza Balfour. Occorre comunque che ogni mia apertura al collega francese sia preceduta da intesa raggiunta a Parigi e da formali tassative istruzioni a Cambon. Diversamente egli comincerà secondo il solito a obiettare ignoranza, necessità di consultare il suo Governo, ecc. e così si perderà ancora del tempo. Avverto ad ogni buon fine che Cambon, secondo mi disse, conta di partire nella seconda metà di luglio per il suo abituale più lungo congedo che ordinariamente dura più di un mese.

(l) Ritrasmette a Londra il t. gab. 1792/179 da Parigi. Cfr. n. 520.

552

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1847/343. Londra, 6 luglio 1917, ore 12,25 (per. ore 18,50).

Mio telegramma n. 334 (1).

Nell'odierno colloquio senza entrare in .troppi particolari ma pure ben rilevando la differenza essenziale fra l'Epiro greco ed Albania e il desiderio di V. E. procedere d'accordo cogli aUeati, ho intrattenuto Balfour dehla proposta di Venizelos, delle disposizioni in massima favorevoli di V. E. Dell'ultima parte del telegramma n. 848 personale (2) direttomi ho dato integrale comunicazione.

Premesso che proposte di Venizelos ed intenzioni di V. E. formavano la base di una proficua discussione Balfour ha osservato che il Governo britannico non poteva certo sollevare obiezioni anzi trovava naturalissima la conversazione diretta con Venizelos oramai capo del Governo ellenico. Aggiunse che all'occasione gli alleati potrebbero prestare utile concorso per facilitare il felice risultato del negoziato.

(l) -Cfr. n. 542. (2) -Non pubblicato.
553

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1119. Roma, 6 luglio 1917, ore 23.

(Meno Londra) R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

• Gabinetto n. 342. Telegramma di V. E. n. 1093 (1). Prima di parlarne a Cambon... ecc. (come nel telegramma gab. n. 1836/342) (2).

Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Solo Londra) In relazione al telegramma di V. E. n. 342.

(Per tutti) Autorizzo V. E. a consultare in precedenza Balfour. Pregola

poi telegrafarmi d'urgenza. In relazione al telegramma di V. E. n. 331 (3) debbo insistere vivamente per l'eliminazione della nota frase • avuto riguardo agli sforzi •. Alle osservazioni da me precedentemente telegrafate aggiungo la seguente che V. E. vorrà sottoporre al senso di lealtà del Governo britannico. Il Gabinetto di Guerra ha inserito tale frase all'infuori di quanto è stato convenuto a St. Jean de Maurienne. Ora è un fatto che a St. Jean de Maurienne oltre la questione dell'Asia Minore fu esaminata la questione greca e, come è ben noto a V. E. ed al Governo britannico, la nostra condotta negli ultimi svolgimenti della questione greca è stata conseguente e subordinata a quanto era stato ammesso a nostro riguardo circa l'Asia Minore. Dichiarammo più volte che il nostro assenso alla soluzione greca quale era propugnata da Francia ed Inghilterra, andava indissolubilmente congiunto al riconoscimento della nostra situazione in Asia Minore quale risultava dal convegno di St. Jean de Maurienne. Non sarebbe • fair • che il Governo britannico ora che, comunque, ha raggiunto senza nostra opposizione quanto ci propose colà riguardo alla Grecia, modificasse ciò che contemporaneamente e congiuntamente era stato determinato a nostro riguardo per l'Asia Minore. Sono certo che questa considerazione avrà grandissima efficacia sullo stesso War Cabinet e si eviterà così il rinnovarsi di quel malessere che la questione dell'Asia Minore suscitò già fra Italia e suoi alleati; non senza considerare che, come ho già notato in precedenti telegrammi, ulteriore malessere e forse gravissime divergenze potrebbero nascere al tempo del trattato di pace tra noi e gli alleati se si lasciasse imprecisata la valutazione e la soluzione di cui si tratta, che involge tutta la questione dell'equilibrio mediterraneo la quale rappresenta un interesse vitale e primordiale per l'Italia. E qui è il caso di notare incidentalmente che l'osservazione di Cecil sul senso della parola • équitable • è tutta a nostro favore perché sia a St. Jean de Maurienne che a Londra volemmo assicurata la situazione mediterranea dell'Italia; e come sostenemmo ed ottenemmo che l'accordo di Londra ci dà titolo

ad un territorio ottomano egualmente proporzionato a quello dei nostri alleati in caso di ampia spartizione de1la Turchia, così intendemmo a St. Jean de MauriE!nne. e fu chiaro per tutti quanti vi assisterono, che tale identico concetto avemmo presente, e ci fu riconosciuto, per il caso di una spartizione più ristretta della Turchia (1).

(Meno Londra) Telegramma n. 331 di Imperiali fu trasmesso a V. E. con mio telegramma n. 1105 (2).

(l) -Ritrasmissione del n. 520. (2) -Cfr. n. 551. (3) -Cfr. n. 535.
554

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1123. Roma, 6 luglio 1917, ore 23.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue: (Per tutti) Questo ministro di Grecia ha comunicato un telegramma da Atene qui riassunto:

" Ha avuto luogo intesa col conte Bosdari sul piano seguente: Truppe italiane evacueranno Epiro entro 15 giorni nello stesso tempo che autorità francesi ritireranno guarnigioni dalle isole Jonie salvo Corfù, dalla Tessaglia, da Atene e dall'istmo Corinto. È inteso che in nessun'altra isola eccetto Milo (base francese) vi sarà occupazione propriamente detta degli alleati. Facoltà di conservare Mitilene, campo di concentrazione e convalescenti. Conte Bosdari ha accettato termine di 15 giorni summenzionato ed ha promesso ritiro truppe italiane da Corfù insieme a Francia. Conte Bosdari "soutiendra" che evacuazione del monte Athos si faccia in combinazione con evacuazione Corfù •.

Mentre mi riserbo inviarle istruzioni in risposta ai suoi recenti telegrammi su questo argomento mi preme constatare, e prego V. S. farlo notare a Venizelos, che la comunicazione fattami dal signor Coromilas non corrisponde affatto allo stato attuale del negoziato che è tuttora costì in corso e che, specialmente, i termini dell'evacuazione indicati in 15 giorni sono stati da lui proposti ma non ancora accettati dal R. Governo.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 259-261.

(2) Non pubblicato.

555

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1125. Roma, 6 luglio 1917, ore 23.

(Solo Comando) Ho telegrafato ai RR. ambasciatori a Parigi, Londra e Pietrogrado quanto segue: (Solo Atene) Telegrammi di V. S. nn. 238 (1), 239 (2), 241 (2), 242 (2), 245 (2).

(Meno Atene e Comando) Faccio seguito al mio telegramma n. 1104 (2).

(Meno Atene) R. ministro ad Mene telegrafa quanto segue:

I) Gabinetto n. 239 -Venizelos si è messo d'accordo ecc. ecc. (come nel telegramma n. 1821/239).

II) Gabinetto n. 241. In seguito ad ulteriore ·colloquio ecc. ecc. (come nel telegramma Gabinetto n. 1828/241).

III) Gabinetto n. 242 -Anche la questione del monte Athos ecc. ecc. (come nel telegramma n. 1838/242).

IV) Gabinetto n. 545 -Alla mia insinuazione ecc. ecc. (come nel telegramma Gabinetto n. 1840/245.

Ho risposto a Bosdari quanto segue:

(Per tutti) Non ritengo oppovtuno provocare petizioni da parte della popolazione musulmana e cutzo-valacca per il mantenimento della nostra occupazione. Ciò esporrebbe i firmatari a vendette e rappresaglie a breve scadenza da parte del Governo greco che s'insedierà nei territorii da noi abbandonati. Anzi a questo proposito è indispensabile, e ne faccio condizione sine qua non, ottenere formale assicurazione scritta che il Governo greco una volta rioccupati i territori in questione non eserciterà azione qualsiasi a danno degli abitanti delle regioni da noi occupate, che si dimostrarono favorevoli alla nostra occupazione.

Sono ancora in dubbio se dato il breve spazio in cui si effettuerebbe la nostra evacuazione convenga provvedere al ripristino delle autorità greche nei territorii da noi occupati. Osservo che il periodo di 15 giorni previsto per la nostra evacuazione mi sembra troppo ristretto e gradirei che esso fosse portato a un mese o al minimo a tre settimane. È poi necessario che non nascano dubbi circa il territorio che comprende il gomito della strada albanese da Santi Quaranta a Coritza poiché V.S. nel telegramma n. 239 dice che • avremmo diritto di usar,e per ragioni militari la strada Arinista-Kalabaki • mentre nel mio tele

gramma n. 1082 (l) dico che intendiamo • mantenere l'occupazione durante il tempo della guerra di quella parte di territorio •. Mantengo per questo punto la mia proposta che dovrà risultare precisamente e formalmente accettata, come quella che noi continueremo l'occupazione dell'Albania meridionale secondo il confine di Firenze.

Tenuto conto ed accettato da Venizelos tutto quanto precede V. S. è autorizzata a dirgli che il R. Governo è d'accordo circa i punti riferiti nel telegramma di V. S. n. 239 e che cioè rimane inteso che se le altre truppe alleate evacueranno anche l'Italia effettuerà, salvo i termini sopraindicati, una contemporanea evacuazione dei territori occupati nell'Epiro greco, riserbandoci ad esaminare nuovamente la situazione nel caso che gli alleati facessero solo evacuazioni parziali, nella quale eventualità ci riserveremmo di esaminare pure l'opportunità d'inviare o mantenere secondo la proposta Venizelos nostre rappresentanze militari laddove gli alleati ne mantenessero, come ad esempio nel tratto della linea Larissa-Itea-Bralo. Quanto all'evacuazione di Corfù essa dovrà essere 'esaminata a parte d'accordo con gll alleati.

(Meno Atene) Le comunico quanto precede per sua norma di linguaggio pregandola di riferirmi il pensiero e l'atteggiamento di codesto Governo. (Solo Pietrogrado). Prego V. E. telegrafarmi anche circa i propositi del Governo russo in merito all'occupazione di monte Athos. (Solo Comando) P11ego V. E. telegrafarmi sue even1tuali osserviazioni su quanto precede che comunico a V. E. per sua esclusiva notizia personale.

(l) -Cfr. n. 540. (2) -Non pubblicato.
556

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1851/345. Londra, 6 luglio 1917, ore 22,35 (per. ore 4,55 del 7).

Telegramma di V. E. n. 1089 (2).

Mi risulta in via indiretta e da fonte non inglese che il Governo serbo ha anche qui fatto rappresentazioni, non saprei quando né in quali termini, riguardo alla proclamazione del nostro protettorato in Albania.

Sarebbe stato risposto nel senso che il Governo britannico non venne previamente consultato e che il regolamento finale dei particolari della questione doveva essere rinviato al momento della pace.

(l) -Cfr. n. 505. (2) -Cfr. n. 519.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1855/346. Londra, 6 Luglio 1917, ore 22,35 (per. ore 5,20 del 7).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1102 (l) mi giunse ieri sera in tempo e potei darne dopo pranzo segreta comunicazione al primo ministro. Egli era già al corrente della prima parte. Della seconda mi pregò inviargli, ciò che ho fatto, un riassunto in inglese stamane per tempo desiderando sottoporlo subito all'esame e alla discussione di una odierna spec,iale riunione del Gabinetto di guerra. Aggiunse Lloyd George che a quanto gli viene riferito nel Comando Supremo francese continuano le divergenze circa l'opportunità della grande offensiva. Egli teme che finiranno coll'adottare una soluzione transaziona1e della quale si mostrava ,tutt'altro che soddisfatto. Ripetè essere per conto suo sempre favorevole al noto progetto di un vigoroso • push • contro l'Austria. Doversi però tener conto dell'opinione generale inglese, sembrargli difficile che il Comando consenta allontanare 300 pezzi se si decide comunque di fare la grande offensiva sul fronte nord-ovest. Il primo ministro abbondò in elogi del generale Foch che a lui appare, tutto cqmpreso, superiore a Pétain. Sulla stabilità degli apprezzamenti del primo ministro circa i generali francesi è però bene fare qualche riserva. Ricordo benissimo l'entusiastica sua ammirazione per NiveUe in preda alla quale, secondo mi risulta in modo positivo, Lloyd George era durante lo scorso inverno sul punto di richiamare Haig e porre tutto l'esercito britannico agli ordini diretti del generalissimo francese. Questo progetto non ebbe seguito causa la recisa opposizione del Re che categoricamente rifiutò di sanzionarlo facendo valere l'impressione disastrosa che il provvedimento avrebbe prodotto sull'esercito e l'opinione pubblica britannica.

558

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1857/110. Stoccolma, 6 luglio 1917, ore 18 (per. ore 5,20 del 7).

Comitato olandese-scandinavo annunzia di aver ricevuto una comunicazione :ial partito socialista italiano in cui si dichiara che 24 maggio telegrafò la sua adesione alla conferenza di Stoccolma e i nomi dei suoi delegati. Comitato aggiunge che non ha ricevuto tale telegramma il quale deve quindi essere stato soppresso dalla censura italiana.

(l) Ritrasmissione del n. 545.

559

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 1853/420. Londra, 6 luglio 1917, ore 22,35 (per. ore 7,25 del 7).

Ieri sera, durante pranzo da noi, Lloyd George manifestò con calore a mia moglie la sua viva gioia per la notizia telegrafatagli da Rodd della probabile visita di V. E. a Londra, colla quale sarà realizzata finalmente una vivissima aspirazione sua e suoi colleghi. A me più tardi disse che circa le modalità della visita sarà tenuto massimo conto dei desideri da Lei manifestati a Rodd fra i quali accennò ad una • fine di settimana in campagna •. L'importante, concluse, è di averlo qui, penseremo poi noi a che sia soddisfatto.

Ad una domanda di Lloyd George per sapere se io ero al corrente, non potendo dire cosa non vera, risposi che avevo avuto un vago indizio intenzione di V. E., dovevo però con massima insistenza raccomandare fino all'ultimo momento mantenimento più scrupolosa segretezza.

560

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2457/214. Washington, 6 luglio 1917 (per. ore 4,15 dell' 8).

Sebbene questo Governo non abbia ancora adottato una politica definita, segretario di stato mi si è mostrato ieri sempre più fermo nel proposito di premere sui neutri per impedirne rifornimenti alla Germania. Commissariato delle esportazioni, di cui al mio telegramma n. 186 (l) e del quale egli fa parte, sta formulando un piano di norme !imitatrici delle esportazioni, che una volta approvato da Wilson, sarà base dei negoziati con le potenze neutrali specialmente scandinave.

561

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1869/635. Pietrogrado, 6 luglio 1917, ore 21,14 (per. ore 12,40 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 1086 (1).

Socialisti russi nel diramare invito conferenza internazionale hanno sempre pensato sede dovesse essere Stoccolma. A questo proposito giunge notizia che Goldenberg, Rosenhof e Smirnoff, rappresentanti congresso dei Soviet, sono

giunti Stoccolma ove furono incontrati dai minoritari tedeschi (anti-governativi) Kazse, Kohn e Kautsky. Oggi è partito di Qui anche Ehrlich. Questi quattro rappresentanti sono minoritari e in principio favorevoli al Governo provvisorio. Quest'ultimo, a quanto mi dichiarò Tel'escenko, rimane estraneo loro viaggio e missione minoranza è, come è noto, indurre socialisti esteri ... (l) alla conferenza internazionale socialista a Stoccolma e preparare terreno per conferenza Governi alleati a Londra per revisione accordi ed esame condizioni pace. Ministro ha soggiunto che quanto passaggio in Inghilterra e Francia rappresentanti russi suddetti avrebbero provveduto direttamente essi stessi. È presumibile né Italia né Francia solleveranno difficoltà. Mi viene riferito che Ehrlich ha conoscenze nel mondo giornalistico italiano.

(l) Non pubblicato.

562

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1941/290. Jassy, 6 luglio 1917, ore 22,15 (per. ore 0,40 del 14).

Mio telegramma gabinetto n. 289 (2).

Bratiano mi ha parlato del giornalista Fermo che, come è noto, è un partigiano di Take Jonesco e ne ha preso occasione per dichiarare che assolutamente non intende rinunziare a nulla di quanto è stato stabilito nella convenzione dell'Intesa. Lo stesso linguaggio ha tenuto il Re Ferdinando con Take Jonesco aggiungendo di preferire che il Banato r,imanesse in mano del magiari piuttosto che passasse ai serbi.

Bratiano mi ha detto che la Francia e l'Inghilterra ammettono la revisione dei patti d'alleanza ma più che altro per dare una soddisfazione apparente alla rivoluzione russa. In quanto all'Iitalia presidente del consiglio mi ha detto di essere lieto di constatare che essa non può come la Romania accettare nessun cambiamento dei patti solenni firmati e consacrati col sangue. La situazione dell'Italia e della Romania è differente -egli ha detto -da quella degli altri alleati: esse sono entrate ln guerra spontaneamente in cambio di determinati vantaggi; hanno q~indi adempiuto ai loro impegni e sono in diritto di pretendere che lo stesso facciano gli altri contraenti.

563

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1126. Roma, 7 luglio 1917, ore 2.

In data del 3 corr. il R. ambasciatore a Parigi telegrafa: • Cambon mi ha detto stamane... , (come telegramma gab. 1801/180) (3).

Risposi al R. ambasciatore a Parigi: • Riservomi rispondere alla comunicazione del Governo francese circa i nomi dei partecipanti italiani alla confer.enza di Parigi. Circa la data osservo che probabilmente Camera italiana chiuderà suoi lavori sabato 14 corr. e saremmo perciò grati al Governo francese se potesse ritardare convocazione di tre o quattro giorni. A quanto mi riferisce Giers ciò converrebbe anche al Governo russo per rendere possibile partecipazione Maklakoff •.

Alla sua volta marchese Salvago telegrafa quanto segue: • Gab. 183. Ho fatto comunicazione a Ribot che mi ha detto che per conto suo ritarderebbe ma teme inglesi preferiscano non ri.tardare oltre. Ad ogni modo chiederà a Londra e risponderà per mezzo mio o Barrère. Mi ha fatto capil'e che Governo russo non tiene ad essere rappresentato da Maklakoff e prererirà ·essere rappresentato da generale che già trovasi a Parigi e da incaricato d'affari •.

Prego V. E. agire costì d'urgenza perché convocazione conferenza venga ritardata di quattro o cinque giorni.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 549. (3) -Cfr. n. 530.
564

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S. RR. 1118. Roma, 7 luglio 1917, ore 2,30.

Per Lei solo. Decifri Ella stessa.

Telegramma di V. E. n. 33 (1).

V. E. è autorizzata comunicare, con raccomandazione di assoluto segreto, a Lloyd George ed a Balfour il proposito di una mia visita a Londra, da effettuarsi con modalità comunicatele nel mio telegramma n. 1080 (2), dopo conferenza di Parigi.

565

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1868/145. Janina, 7 luglio 1917, ore 16,30 (per. ore 22,50).

Ringrazio V. E. del telegramma n. 1121 del 7 corrente (3) destinato a mia personale ed esclusiva notizia.

Nel caso di evacuazione di tutti i territori epiroti da noi occupati ed in vista delle calorose accoglienze fatte dai valacchi di Zagori e del Pindo e dai musulmani della Ciamuria alle nostre truppe, esiste il pericolo che in futuro

se non immediatamente le autorità elleniche esercitino rappresaglie (secondo l'usato sistema) contro i suddetti elementi.

V. E. giudicherà quindi se nelle trattative in corso non sia il caso di stabilire ben chiaramente tra le condizioni di retrocessione che nessuna violenza

o rappresaglia dovrà essere eserdtata nè ora nè per l'avvenire contro i cutzo

valacchi e musulmani. Trasmetto per posta un rapporto dettagliato statistico circa le citate regioni.

(l) -Cfr. n. 534. (2) -Cfr. n. 502. (3) -Non pubblicato.
566

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2463/249. Atene, 7 luglio 1917, ore 15,40 (per. ore 2 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 1110 (1).

Contrariamente a quanto mi era stato assicurato da Venizelos, l'incaricato d'affari inglese mi ha assicurato che i controlli dovranno essere mantenuti sotto forma attenuata. In seguito alla partenza di Jonnart temo che la questione resterà molto tempo sospesa. Frattanto Venizelos non si fa scrupolo di violare clausole dei controlli, sopratutto quella della polizia. I numerosi arr·esti eseguiti in questi giorni per ragioni politiche non sono stati notificati al nostro colonnello. È una situazione disaggradevole e poco decorosa cui in un modo

o in un altro è necessario porre rimedio. Occorrerebbe che Governo francese e Governo inglese parlassero chiaro sulle loro intenzioni al riguardo. Frattanto ho dato istruzioni ad Aulisi di continuare nei limiti del possibile e nelle forme esteriori il servizio come prima. Senza esplicite istruzioni di V. E. e senza appoggio della legazione di Francia e di Inghilterra non mi sento su 'terreno abbastanza solido per reagire efficacemente contro violazione controllo •eseguita da Venizelos (2).

567

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1860/192. Parigi, 7 luglio 1917, ore 22,40 (per. ore 3,35 dell' 8).

Persona che ha parlato con Morgari ieri .l'altro mi dice di aver saputo da lui che egli erasi recato in Olanda per conto di Ford al quale Morgari aveva

Prego V. E. di cercare di chiarire con codesto governo l'attitudine di Venizelos e di accertarsi se è vero che il controllo non sarà abolito, ma mantenuto sotto forma attenuata. A Bosdari ho telegrafato di acconsentire l'abolizione se vi consentono i suoi colleghi di Francia ed Inghilterra e di non lasciare partire i nostri ufficiali se prima non consta effettivamente il richiamo degli ufficiali francesi e inglesi.

sottoposto il progetto di acquisto di giornali nei vari paesi. Somma preventivata 50 milioni. Morgari non ha però detto che Ford avesse accettato simile progetto. Durante il suo soggiorno in Olanda, Ford modificando le sue idee, Morgari restò libero e avrebbe voluto andare in Russia e a Stoccolma ma vi rinunziò ripugnandogli di traversare la Germania. Morgari non disse perchè non è andato per la via della Norvegia. Per mezzo dei suoi amici ottenne dalle autorità francesi il permesso di passare attraverso la Francia per rientrare in Italia. Avrebbe dovuto partire giovedì sera ma non fu visto alla stazione. Un suo amico avrebbe detto che probabilmente era andato da una sua conoscente e aveva mancato il treno. Ignoro se sia partito ieri sera. A Parigi egli deve aver veduto poche persone giacché ieri sera deputati Labriola e Raimondo me ne chiesero e credevano fosse già passato da alcuni giorni.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. 917 del 9 luglio, con la seguente aggiunta:
568

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1863/248. Atene, 7 luglio 1917, ore 15,40 (per. ore 3,35 dell' 8).

Telegramma di V. E. 1109 (1).

Ministro di Russia ebbe difatti qualche giorno dopo l'arrivo di Jonnart istruzioni di partire in congedo come il ministro di Francia e il ministro di Inghilterra. Poscia istruzioni sono state revocate e Demidoff è tuttora qui nè sa se e quando dovrà allontanarsi. In questo come in tutto domina grande confusione e contraddizione nella linea di condotta russa qui. È impossibile capire ciò che il Governo russo voglia o ,intenda nella questione greca. In sostanza esso è divenuto qui una non efficienza.

569

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1864/250. Atene, 7 luglio 1917, ore 18,30 (per. ore 5 dell' 8).

Con insistenza i giornali venizelisti ribadiscono il concetto che prima di richiamare le classi riserviste conviene risanare il paese dai deplorevoli effetti della propaganda germanofila. In sostanza Venizelos si rende conto che una mobilitazione generale è al momento attuale pressochè impossibile e produrrebbe risultati pericolosi per la sua posizione che malgrado tutto il chiasso dei

giornali francesi è ben lontana dall'essere solida. Una ulteriore difficoltà in cui attualmente si trova Venizelos è data dal modo con cui si è svolta la cosi detta rottura delle relazioni cogli imperi centrali, Bulgaria e Turchia. V. E. sa i termini abbastanza singolari della nota che Venizelos fece rimettere al riguardo ai quattro Gabinetti per mezzo della Francia. Risulta qui che la Germania rispose in termini violenti ammonendo la Grecia che la Germania non è ancora finita e che la Grecia avrebbe pagato cara questa sua azione.

La Germania inoltre, a quanto sembra, non considera la Grecia in diritto di dichiarare la guerra giacché la Grecia non è paese libero, bensì occupato dall'Intesa. Avrebbe aggiunto che se la Grecia mobilizza, la Germania e l'Austria-Ungheria per analogia di procedimento faranno mobilitazione generale nel Belgio e nella Serbia, pa,esi che esse occupano allo stesso modo che l'Intesa occupa la Grecia. Tutto oiò pone q~esta nostra nuova potenza alleata nella singolare condizione di paese belligerante che non può mobilizzare ed a cui la qualità belligerante non viene riconosciuta. Situazione grottesca e degna di coronamento della politica qui svolta dalla Francia.

(l) Non pubblicato.

570

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2459/165. L'Aja, 7 luglio 1917, ore 8,30 (per. ore 6,35 dell' 8).

Calma sembra ritornata Amsterdam ove da ieri nessun disordine si è verificato come fallì ieri completamente tentativo comitato rivoluzionario promuovere Aja sciopero 24 ore e dimostrazione davanti parlamento per protestare contro mancanza patate e contro spargimento di sangue fatto da autorità reprimendo moti Amsterdam in occasione dei quali vi furono in tutto 7 morti, una quarantina di feriti. Discutendosi ieri alla seconda camera stati generali interpellanza circa politica esportazione approvvigionamento Governo e circa mancanza patate e torbidi di Amsterdam un deputato accennò agli agenti stranieri che avrebbero fomentato tali disordini ministro agricoltura difendendo sua politica esportazione approvvigionamenti disse non doversi ricercare alcun nesso fra approvvigionamento patate e ribellione Amsterdam, ma promise che patate non mancheranno e dichiarò non sarebbero autorizzate esportazioni a detrimento bisogni paese ammettendo così implicitamente averlo fatto. Ministro dell'Interno dichiarò avere Governo coscienza che nella repressione moti Amsterdam non furono varcati limiti dell'inevitabile. Ho motivo credere che conseguenze avvenimenti Amsterdam discussione Camera e dichiarazioni ministro Agricoltura potrebbero essere sensibile diminuzione se non completa cessazione esportazione prodotti agricoli verso Germania.

571

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1870/278. Pietrogrado, 7 luglio 1917, ore 12 (per. ore 10,15 dell' 8).

2 luglio.

Giornali avendo pubblicato che comunicazione a Thomas era stata infatti comunicata in copia ai Governi alleati pel tramite delle rispettive ambasciate a Pietrogrado, ho ricordato a Neratoff la dichiarazione da lui fatta che tale trasmissione non costituisce alcun atto ufficiale.

Neratoff mi ha confermato tale sua dichiarazione ed ha anzi accennato alla

recente dichiarazione del Governo inglese alla Camera dei Comuni assicurante

non aver alcuna notizia ufficiale sulla comunicazione russa a Thomas; Neratoff

ha soggiunto che Cecil avrebbe potuto risparmiare quella dichiarazione che, se

rilevata dal Soviet, avrebbe procurato qualche imbarazzo al Governo provvi

sorio.

572

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2473/616. Pietrogrado, 7 luglio 1917, ore 11 (per. ore 13 dell' 8).

4 luglio.

Commentando avanzata eserdto, Pravda scrive che nessuna de1le frasi di cui il Governo si serve può mascherare fatto che l'esercito russo è stato mandato al combattimento per favorire scopi imperialistici Francia, Inghilterra, Italia, Giappone, America. Finché non saranno riveduti accordi segreti che legano Russia agli alleati, avanzata russa rimarrà servizio reso agli imperialisti. Pravda proponesi svelare agli operai e soldati politica Governo e attacca vivamente Cernov e Tzeretelli, qualificandoli satelliti dell'imperialismo ed invoca avvento al potere dei veri socialisti.

573

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2482/690. Pietrogrado, 7 luglio 1917, ore 12 (per. ore 10 del 9).

In un discorso tenuto a Mosca Henderson, dopo di aver accennato alla comunanza d'ideali fra la democrazia d'occidente e la Russia, ha ricordato che l'Inghilterra nel 1914 non desiderava prender parte alla guerra, ma che vi prese parte allorché la Russia le chiese d'intervenire in suo aiuto. Terminò nel dire che gli alleati avrebbero continuato la guerra e che ,egli sperava che la Russia non avrebbe loro rifiutato il suo concorso, ma che se tale concorso fosse per avventura venuto meno, gli alleati avrebbero ugualmente proseguito la guerra tanto nell'interesse della democrazia russa, quanto nell'interesse delle democrazie di tutto il mondo.

574

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. SONNINO

T. 2483/618. Pietrogrado, 7 luglio 1917, ore 12 (per. ore 10 del 9.).

4 luglio.

Congresso dei Soviet ha nominato comitato centrale permanente composto di 30 massimalisti, 5 socialisti democratici unificati, 104 minimalisti, 100 socialisti rivoluzionari, 10 socialisti diversi. Sono stati inoltre eletti Tcheize, .tutti i ministri socialisti ·ed onorariamente Karl Liebkneckt e Federico Adler.

575

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1893/284. Pieirogrado, 7 luglio 1917, ore 23,30 (per. ore 10,15 del 10).

Henderson mi ha detto che partirà nella settimana prossima. Circa il motivo della sua anticipata partenza mi è sembrato comprendere che egli abbia riconosciuto la scarsa efficacia dei suoi tentativi di avvicinamento fra i socia

-listi russi ed inglesi. Negli ultimi tempi egli si è specialmente applicato per venire in aiuto alle industrie inglesi così gravemente minacciate e studiare i mezzi per rimediare alla crist industriale e dei trasporti in Russia.

576

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1922/282. Pietrogrado, 7 luglio 1917, ore 7,50 (per. ore 2 del 13).

È mia impressione che l'Inghilterra, la quale desidera mantenere impegnati

turchi in Pa1estina per impedire loro un maggior sforzo in Mesopotamia, .insista nell'idea di ritirare buona parte delle proprie forze dalla Macedonia per mandarle in Egitto e che perciò essa dispongasi appoggiare partecipazione alla guerra della Grecia. Il Governo ellenico avrebbe affermato a Londra (a quanto mi viene riferito da buona fonte) di poter contribuire con un esercito di 140 mila uomini (inclusivi i 35 o 40 mila attualmente sotto le armi) procedendo nella mobilizzazione dopo il raccolto sempre che gli alleati forniscano munizioni ed in certa misura il materiale di guerra comprese grosse artiglierie.

Mi sembra probabile che su tali questioni siano in corso negoziati fra Grecia, Inghilterra e Francia, in vista conferenza convocata per il 16 luglio.

577

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1923/283. Piei1'0gTado, 7 luglio 1917, ore 23,30 (per. ore 5 del 13).

Mi viene riferito che il Governo inglese, nonostante la recente sua contraria dichiarazione, inclina ora a considerare come comunicazione ufficiale l'invio da parte del Governo provvisorio a questa ambasciata britannica di copia della nota a Thomas per conferenza revisione. Terescenko mi ha affermato che l'invio di detta nota non costituisce alcun atto ufficiale.

Per parte mia non ne ho accusato ricevuta e non ho informato questo ministro degli Affari Esteri neppure verbalmente di averla comunicata a V. E. (1).

578

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3751101. Lisbona, 7 luglio 1917.

Reduce da Londra, da Parigi, e dal fronte francese è tornato da pochi giorni a Lisbona questo ministro della Guerra.

Sebbene per la qualità della persona il viaggio avr·ebbe dovuto avere scopo esclusivamente militare, tutto fa supporre che il ministro della Guerra abbia insistito nei tentativi già fatti ora è un anno dal Signor Costa e dal Signor Soares per ottenere qualche assicurazione circa la sorte delle Colonie Portoghesi dopo la guerra.

Nella seduta di ieri il Signor Norton de Mattos pronunciò tra la più viva attenzione un lungo discorso alla Camera dei Deputati. Questo però benché ampio e circostanziato non ha portato nuova luoe circa i rapporti fra il Portogallo ed i suoi alleati, e tanto meno circa la questione coloniale.

Egli disse che era giunto il momento che il Governo doveva parlare al Paese circa l'intervento in guerra. Accennò alla lunga preparazione che era stata

necessaria. • Il Governo Portoghese -egli ha affermato -nella sua cooperazione è restato libero di marcare da sé i limiti dei suoi sforzi •.

Le prime truppe che furono mandate in Francia, quantunque costituissero un nucleo importante, risultarono che non potevano costituire un effettivo sufficiente per assumere un settore indipendente nei campi delle battaglie. Fu quindi necessario di aumentare questo nucleo che era costituito dalla divisione di Tancos e dotarlo di artiglieria, cavalleria, e di altri contingenti di armi ausiliarie. Gli effettivi di questa divisione raggiunsero ben presto i 40.000 uomini.

Il contingente che si trova attualmente in Francia è costituito da 55.000 uomini (54.916) e per mantenere tale numero è necessario che mensilmente partano per la Francia 4.000 uomini. • Questo -ha detto il Signor de Mattos -è il nostro principale sacrificio, e non è piccolo. Però a nessun paese in questo momento è possibile difendere i suoi diritti, le sue aspirazioni, la sua indipendenza, e le sue colonie, senza sofferenz·e e senza dolori ».

Dopo alcune considerazioni di indole tecnica sopra un accordo preso a Parigi per il fornimento degli effettivi necessari per dieci batterie che saranno elevate nel primo periodo a quindici e poi forse a trenta, il Mini,stro è passato alla esposizione dell'opera militare portoghese nelle colonie.

Dice che perché lo sforzo possa essere fattivo è necessario mobilizzare delle classi già istruite, alle quali saranno unite delle reclute delle ultime classi. Soggiunge però mentre per la Francia è necessaria una spedizione mensile di quattromila uomini, ciò non è necessario nelle Colonie.

Dopo di ciò dice che il suo viaggio in Inghilterra e in Francia è stato necessario perché tutte le negoziazioni economiche dovevano essere concordate e studiate in vari punti; egli inoltre voleva mettersi in diretto contatto colle truppe portoghesi, interrogando personalmente ufficiali e soldati.

L'accenno del Signor Norton de Mattos alla difesa delle Colonie è sembrato troppo generico, tanto più che nell'ultima parte del suo discorso, quando ha specificato l'opera sua, il Ministro della Guerra non ha potuto ritornare su questo argomento che era il più interessante. Per questi motivi una ventina di deputati hanno richiesto che la Camera si riunisca in Comitato segreto, affinché vengano trattate a fondo tutte le questioni relative alla cooperazione portoghese alla guerra e cioè il suo oggetto, la forma di cooperazione, l'estensione di essa, i vantaggi che deve trarre dalla vittoria, la sorte delle Colonie, i mezzi di cui il Governo dispone per sostenere le spese, il resoconto circa i crediti già consumati da quando il Gov·erno Britannico ha cominciato a somminis-trare fondi, ecc.

Secondo le voci che corrono il Governo è poco contento di tale richiesta, e cercherebbe il modo di eluderla; ma d'altra parte l'e opposizioni sembrano tutte concordi nel domandare una seduta segreta, come si è fatto presso gli altri alleati, per cui un autorevole uomo politico mi diceva che ove mai il conflitto si acuisse su questo punto, c'è da temere non solo la crisi ministeriale, che sempre si trova allo stato latente, e che sarà lunga e penosa ma ancora qualche tentativo di rivoluzione (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi. con t. gab. 1176 del 13 luglio.

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. posta 8839 del 19 luglio.

579

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 8342. Roma, 8 luglio 1917, ore 3.

Il Comando Supremo ha appreso pel tramite del servizio di informazioni che è intervenuto un accordo tra Francia e Germania per lo scambio di pdgionieri con oltre 18 mesi di prigionia. Ciò ha relativamente poca importanza trattandosi all'incirca di 70.000 uomini. E anche minor importanza avrebbe, numericamente, un simile accordo che si starebbe tentando tra Germania e Inghilterra. Ma sembra vi sia ragione di credere che un simUe accordo possa essere concluso fra Russia e austriaci. In tal caso, questi riacquisterebbero circa un milione di uomini che, nonostante gli impegni, non esiterebbero a impiegare contro Italia. Il Comando Supremo, che già ha espresso parere categoricamente sfavorevole aUa proposta d·i scambio fatta dall'Austria a'Il'Italia, desidera che io porti tali notizie a cognizione di V. E., perché ritiene opportuno che si faccia tutto quanto è possibile allo scopo di impedire che simili accordi si stipulino

o siano eseguiti dagli alleati. Anche i limitati accordi del nemico con la Francia e con l'Inghilterra costituirebbero un precedente pericoloso per la stipulazione di patti di conseguenze ben più gravi tra gli austro-tedeschi e i russi. Autorizzo V. E. fare comunicazione in tal senso a codesto Governo, chi·edendo assicurazioni che non si addiverrà a scambio di uomini validi.

580

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1134. Roma, 8 luglio 1917, ore 14.

Dopo aver eseguito le insistenze prescrittele col mio telegramma n. 1119 (l) e nel caso che esse non riuscissero, prego V. E. presentare la questione su quest'altra base.

Sarei disposto a consentire l'inserzione nel memorandum della mia dichiarazione di proseguire la guerra con ogni maggior impegno quale fu da me ripetuta e formulata a Rodd e a V. E. -miei telegrammi 635 (2), 658 (3), 1037 (4) dandovi così la maggiore solenn~tà desiderabile dal Governo bri<tannico e adottando una forma per noi più dignitosa.

Delle tre condizioni enunciate nel memorandum, la terza è eliminata dalla nota aggiuntiva e le due prime furono da noi accettate. È opportuno che ciò risulti chiaramente dal testo.

L'esposizione storica del memorandum termina con le parole • a formula was agreed to in this connection •. Quindi debbono seguire i termini dell'accordo italo-inglese che propongo redigere come appresso :

l) I Governi italiano e britannico, dopo aver attentamente considerato

le conclusioni della conferenza di S. J,ean de Maurienne danno il loro consenso

alle zone di occupazione e rispettivamente di interessi da attribuirsi all'Italia

quali risultano dall'annessa carta.

(Naturalmente deve sopprimersi la parola • conditionally • ).

2) Smirne dev'essere porto franco.

3) Gli interessi delle altre potenze già stabiliti nelle varie zone ecc. (come nel testo inglese). 4) Se al tempo in cui sarà fatta la pace il possesso totale o parziale, ecc. (come nel testo inglese e secondo la formula di S. Jean de Maurienne senza l'aggiunta • avuto riguardo, ecc. • ). 5) Il Governo italiano dichiara il suo fermo proposito generale di proseguire la guerra con ogni maggiore impegno, in qualunque luogo gli riesce possibile dati i suoi mezzi e le vicende della situazione internazionale militare e date le necessità essenziali della sicurezza nazionale per le particolari condizioni dei confini italiani. 6) Dev'essere ottenuto il consenso del Governo russo. Mi auguro che codesto Governo accetterà questa soluzione di cui Ella vorrà mettere in rilievo il lato conciliativo. Ripeto che in nessun caso si potrebbe accettare l'aggiunta

• avuto riguardo 'ecc. • in quanto essa tende a mutare il senso già concordato della parola • équitable • che è senso terri,toriale e non senso proporzionale alle operazioni militari. Ripeto anche che non posso accettare la soppressione della dichiarazione di S. Jean relativa ai fatti compiuti, la quale acquista sempre maggiore importanza in vista del possibile e prevedibile svolgimento degli eventi nel vicino Oriente.

(l) -Cfr. n. 553. (2) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 3;';1. (3) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 880. (4) -Cfr. n. 448.
581

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1872/193. Parigi, 8 luglio 1917, ore 13 (per. ore 16,20).

Sono confidenzialmente informato che un telegramma dell'Agenzia russa qui pervenuto, e che la censura ha soppresso, esprime recisa disapprovazione del Governo russo sulla politica seguita dalle potenze protettrici in Grecia. Popolo russo non può approvare che le potenze abbiano messo sul trono un re che il popolo greco non desiderava. Né può consentire che il popolo greco sia costretto ad una linea di condotta che non è voluta dal popolo stesso. Nella seconda metà del mese di luglio si riunirà a Parigi conferenza per discutere scopi di guerra

!5 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

in Oriente ma specialmente in Grecia e Macedonia. Al ministero degli Affari Esteri non mi hanno accennato a questo telegramma ma si sono mostrati scontenti dell'attitudine del Govel'no russo nel quale si lamenta mancanza di direttive costanti, suscettibilità, diffidenza verso l'antica alleata.

582

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1877/194. Parigi, 8 luglio 1917, ore 15,35 (per. ore 19,20).

Cambon mi ha informato del desiderio dei varì Governi di intervenire alla prossima conferenza, ma il Governo francese vuole limitare l'interv.ento a Inghilterra, Russia, Italia e Francia. Ha però promesso alla Serbia che sarà informata di ciò che si discuterà e potrà dare la sua opinione.

583

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1879/3083. Italia, 8 luglio 1917, ore 19,15 (per. ore 20).

Risposta suo telegramma Gabinetto n. 1125 (1). Ringrazio per comunicazione e per la parte militare convengo interamente nei concetti esposti da V. E. nel telegramma diretto al R. ministro in Atene.

584

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1140. Roma, 8 luglio 1917, ore 20,30.

(Meno Comando Supremo) Ho telegrafato al Comando Supremo quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore di Francia mi ha comunicato che le operazioni della Marina francese nella rada di Murzo sono rese necessarie da scopi militari per la vigilanza del mare di Corfù, in appoggio della squadra italiana. I chalutiers francesi usavano prendere viveri nei villaggi della spiaggia albanese dove usano anche trovar ricovero durante il cattivo tempo piccoli battelli di sbarramento. Il Comando navale francese ritiene altresì indispensabile, per gli

stessi fini militari comuni agli alleati, poter mettere dei posti di osservazione sulle alture che dominano quella costa fronteggiante l'isola di Corfù fino verso a Parga, e ritiene necessario avere la libera disposizione della spiaggia per lavori di reti od altro. In conclusione il Governo francese chiede di poter usare liberamente della spiaggia e delle coste prospettanti il canale di Corfù da Prassudi fino a Parga.

Il Signor Barrère ha soggiunto che gli equipaggi dei chalutiers sarebbero lieti di poter seguitare a provvedersi di viveri freschi dai v,illaggi di questa regione.

L'ambasciatore di Francia aggiungeva che nessuna intenzione di ordine politico suggeriva alla Francia queste domande che erano motivate da pure ragioni militari nell'interesse comune. Osservai che l'atteggiamento delle nostre autorità militari era probabilmente una conseguenza di quello tenuto o lasciato correre dalle autorità francesi in occasione delle recenti occupazioni in Albania.

Prego V. E. comunicarmi il suo pensiero su quanto precede, dando, se nulla vi osti, istruzioni al Comando in Albania di aderire, per quanto è possibile, alle richieste del Governo francese, limitatamente agli scopi tecnici suaccennati.

Gradirò un cortese cenno di assicurazione.

(Solo Comando Supremo) Analoga comunicazione faccio al Capo di Stato

maggiore della Marina.

(l) Cfr. n. 555.

585

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1874/252. Atene, 8 luglio 1917, ore 14,20 (per. ore 1,10 del 9).

Telegramma di V. E. n. 1125 (1).

Salvo approvazione del consiglio dei ministri Venizelios è d'aceordo in tutto. Domanda soltanto che siano ristabilite autorità greche nella regione che noi continueremo ad occupare compr,esa fra la strada Arinista-Kalibaki e il confine di Firenze che termina quel triangolo. Prego telegrafarmi d'urgenza se posso dargli assicurazioni in questo senso.

586

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1895/279. Pietrogrado, 8 luglio 1917, ore 21,07

(per. ore 10,55 del 10). 3 luglio. Telegramma di V. E. n. 1079 (2). Nel programma della prossima conferenza di Parigi (poiché di questa sup

pongo si tratti) non entra punto la revisione degli accordi. La conferenza do

vrebbe discutere di argomenti militari e probabilmente la eventuale partecipazione della Grecia alla guerra.

Il punto di vista russo è che a quella riunione prenderanno parte Stati direttamente interessati alla guerra e cioè le quattro grandi potenze, Romania, Serbia, eventualmente America, ma non Giappone e Portogallo.

In quanto al Montenegro si fanno delle riserve osservando che esso non ha esercito combattente, riserve alle quali ho fatto opposizione a titolo personale.

Nel concetto di questo Governo se si dovessero discutere argomenti di natura politica (fra i quali la partecipazione della Grecia alla guerra) essi dovrebbero essere sottoposti esclusivamente all'esame e alla decisione delle sole quattro potenze.

Quanto alla conferenza per la revisione accordi essa è tuttora più che incerta.

Lo stesso congresso dei Soviet sostiene non possa aver luogo che dopo la conferenza socialista internazionale da esso convocata ma per la quale non giunsero fino ad ora che insignificanti adesioni. È appunto per ciò che il congresso manda ora suoi rappresentanti presso i socialisti dell'Intesa, miei telegrammi 275 (l) e 279 (2).

(l) -Cfr. n. 555. (2) -Cfr. n. 503.
587

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2521/640. Pietrogrado, 8 luglio 1917, ore 20,30 (per. ore 16,55 dell' 11).

Ricevo in questo momento dal ministero degli Affari Esteri seguente nota verbale:

• Les membres ci-après nommés de l'assemblée générale des Conseils d'ouvriers et soldats, ont été délégués par la dite Assemblée à l'étranger et se proposent de visiter l'Italie: Messieurs Joseph Goldenberg, Vladimir Rosanoff, Alexandre Smirnoff et Henry Ehrlkh. Ministère des Affaires Etrangères serait vivement reconnaissant à l'Ambassade d'Italie de vouloir bien intervenir aimablement auprès du Gouvernement italien en vue de faciliter aux délégués susdits leur entrée en !talie •.

Il ministro mi aveva dichiarato che il Governo provvisorio non si occupava del viaggio dei delegati del congresso dei Soviet. Evidentemente la nota verbale viene mandata in seguito ad uffici successivi fatti dal congresso. L'ambasciatore d'Inghilterra è oggi assente. L'incaricato d'affari di Francia non ha ricevuto finora la comunicazione suddetta, ma si propone, ricevendola, di raccomandare al proprio Governo la domanda del Governo provvisorio. Mi sembra che ad ogni buon fine converrebbe conoscere, chiedendolo d'urgenza, l'accoglienza che il Governo inglese e il Governo francese faranno a quella domanda,

per quanto possa presumersi sarà favorevole. Nostra risposta verrebbe data così senza soverchio indugio. Circa lo scopo missione predetti delegati ho già r,iferito. Mi sembra sarebbe questa propizia occasione per conoscere vedute Governo inglese Governo francese circa eventuale conferenza socialista internazionale.

(l) -Cfr. p. 338, nota l. (2) -Cfr. n. 524.
588

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Parigi, 8 luglio 1917.

L'altro giorno è partito per l'Italia l'on. Cappa, stasera parte l'on. Raimondo e rientreranno pure presto gli on. Labriola e Lerda.

Dal marchese della Torretta, V. E. avrà sentito, più diffusamente e meglio di quanto non possa fare io, sull'atteggiamento dei quattro socialisti inviati a Pietroburgo.

Credo non inutile accennare però all'impressione che ho avuta sul loro soggiorno a Parigi.

Il più intelligente ed il più colto ed attivo dei quattro, il Labriola credo sia stato tanto influenzato dallo spettacolo della rivoluzione russa, da rientrare in Italia più rivoluzionario di quando è partito. Secondo mi diceva in confidenza (non so perché facesse confidenze a me che non l'avevo mai visto) il Raimondo, quel suo collega è pentito di essere stato interventista e cerca nel fatto della rivoluzione russa e dell'influenza che essa può avere altrove una giustificazione al suo interventismo. Il Labriola credo si adoprerà a fare in Italia più male che potrà.

Il Raimondo mi pare più pratico e quindi più ragionevole. Si orienterà probabilmente al vento che spirerà. Non ha entusiasmi rivoluzionari e capisce l'interesse che abbiamo di seguire una linea di condotta seria e ponderata.

Il Lerda, ammalato e assai depresso, non credo porti in Italia un'opinione che abbia un qualsiasi peso nel suo stesso partito. Credo sia animato da buone intenzioni.

Ho visto poco il Cappa. che si è dimostrato meco molto sfiduciato di quanto ha visto in Russia e mi ha serenamente confessato di aver compreso come gli uomini sottratti ad una qualsiasi autorità non valgano più nulla. Aggiungeva che era per lui doloroso confessare ciò, che smentiva ideali accarezzati durante tutta la vita. Non so se fosse sincero e se continuerà a parlare nello stesso senso.

I deputati socialisti italiani sono rimasti piuttosto in freddo col signor Albert Thomas che, scherzando, li accusa di • imperialismo , . Secondo essi mi raccontarono, durante una colazione all'ambasciata di Francia sarebbe sorta fra loro una vivace discussione a proposito della Dalmazia e dell'Albania.

Nell'insieme essi si dimostrano poco entusiastici della Francia.

Ho accennato con questi signori al desiderio nostro di concludere un accordo circa il trattamento da fare in Francia ai nostri operai onde nelle loro conversazioni coi compagni francesi possano convincerli della ragionevolezza,

dal punto di vista socialistico, delle nostre proposte. Essi mi sembrarono perfettamente convinti.

Ho fatto questo accenno non tanto perché mi illuda che le loro parole

possano avere molta efficacia, ma specialmente perché essi sappiano che il R. Go

verno si interessa alla cosa, la quale deve stare molto a cuore al partito operaio

in Italia.

lo insisto sempre col signor Bourgeois; il quale, colla scusa del lavoro alla

Camera per il comitato segreto, ha sempre rimandato le conversazioni che mi

aveva -promesso iniziare. Ora spero riuscire -nella prossima settimana -a vederlo (1).

589

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1882/93. Corfù, 9 luglio 1917, ore 0,40 (per. ore 8,55).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1121 (2).

Ignaro dello stato delle trattative ma convinto che esse non possono in realtà svolgersi che con gli alleati, mi permetto di sottoporre a V. E. una sola osservazione: che mentre di fronte alla nuova situazione l'evacuazione dei territori come Janina è inevitabile, non dobbiamo nasconderei che l'evacuazione della Ciamuria avrebbe per noi conseguenze gravissime. Di fronte a quelle popolazioni albanesi che già vittime delle atrocità e saccheggi greci ci hanno accolto come liberatori, la nostra partenza apparirebbe un volontario abbandono al loro peggiore nemico ed un'impressione di incertezza e di diffidenza ne avrebbero i loro fratelli di razza a nord del confine ufficiale dell'Albania.

Questa connessione con alte ragioni di sicurezza militare parmi argomento sufficiente per escludere la Ciamuria dalla evacuazione sia pur evacuando Parga e perché in parte greca e perché città ma mantenendo l'occupazione fin oltre Murzo cioè tutta la parte continentale del canale di Corfù. (Per ciò che concerne i Greci l'apparenza del successo, che è quanto per loro conta l'avrebbero con Parga che è la sola località nota della costa da noi occupata).

Quanto alla Francia con la quale (e non col Governo greco) risiede la precipua importanza dell'accordo essa non può non riconoscere che la nostra occupazione della costa continentale del canale non siamo ben lungi bilanciare il suo attuale predominio in queste acque [sic]. Per un piccolissimo incidente ammiraglio comandante in capo l'armata navale francese manifestò giorni fa vivo malcontento perché facevamo i padroni sull'altra sponda e dichiarò che dopo 15 mesi di dominio in queste acque non avrebbe ammesso di dovere per chiedere a noi dei permessi a terra [sic] e che avrebbe telegrafato a Parigi in quel senso. Ripeto ancora una volta che per me è indub~tato che la marina francese vorrebbe restare padrona del canale la cui mirabile utilità è stata ora sperimentata e che sarà sempre a disposizione della Francia in giorno di crisi qualunque Governo sia in Grecia a meno che noi non siamo sull'altra sponda.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, Il, cit., pp..261-263.

(2) Non pubblicato.

590

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1881/13854. Comando Supremo, 9 luglio 1917, ore 15 (per. ore 17,10).

Risposta al telegramma n. 1140/11 in data 8 corrente (1). Nulla osta acciocché i desiderata della marina francese esposti nel telegramma suaccennato di

V. E. siano accolti ed in tal senso ho dato istruzioni al comando del 16" corpo d'armata in Albania.

591

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1885/197. Parigi, 9 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 20,45).

Cambon mi ha detto di aver ricevuto da Barrère un telegramma nel quale chiede a nome di V. E. di ritardare la conferenza al 20 anzJché al 18 come Francia e Inghilterra avevano proposto. Siccome la causa del ritardo era il desiderio di V. E. di prendere un breve riposo dopo terminate le sedute della Camera, Cambon considerando ciò dimostrare in modo sicuro che V. E. intende recarsi alla conferenza, e lieto di ciò, ha subito telegrafato a Londra e Pietrogrado per intendersi su questo nuovo ritardo.

Cambon mi ha confermato che la Serbia sarà chiamata a dare il suo parere sulle decisioni che verranno prese. Ciò secondo Cambon non implicherebbe la necessaria presenza rappresentanti serbi a tutta la conferenza ma mi ha detto non sapere come la cosa verrà regolata.

Al Belgio che voleva intervenirvi è stato risposto spiegando come non trattandosi di questioni politiche che lo interessano non vi è ragione di un suo intervento.

592

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1887/15. Parigi, 9 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 20,45).

Telegramma di V. E. n. 686 (2).

Re Nicola al quale ho accennato della sovvenzione di centomila franchi mensili da parte dell'Italia per togliere il Governo montenegrino dalle presenti strettezze, se ne è mostrato gratissimo e soddisfatto. Negli stessi termini si è espresso il presidente del consiglio.

(l) -Cfr. n. 584. (2) -Non pubblicato.
593

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1886/196. Parigi. 9 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 21,20).

Mio telegramma n. 194 (1).

Giornali pubblicano nota russa nel senso del mio telegramma suddetto.

Pubblico non vi ha dato fino ad ora molta importanza. Cambon mi ha detto nel consegnarla ql.Jiesto incaricato d'affarci. di Russia ha spiegato come tali dichiarazioni fossero necessarie per soddisfare l'opinione pubblica in Russia.

594

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1891/195. Parigi, 9 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 21,35).

Cambon che ho potuto vedere soltanto stamane, mi ha detto che aveva inteso parlare di negoziati a Roma per l'evacuazione dell'Epiro, ma non aveva dettagli. Mi sono limitato a dire che da un telegramma ricevuto avevo capito che il R. Governo è disposto di trattare per l'evacuazione dell'Epiro quando apparisse anche alla Francia l'opportunità dell'evacuazione di altri punti: che mi sembrava che V. E. non credesse praticamente possibile che tutto ciò potesse avvenire nel termine di quindici giorni, che fino a che dura la guerra sarà necessario teniamo strada e quindi anche il gomito Arinista-Kalibaki.

Cambon mi ha detto che sa di trattative fra Jonnart e Venizelos ma nulla sarebbe deciso sino all'arrivo qui di Jonnart che è atteso entro la settimana. Ho concluso che telegraferei a V. E. suggerendo di aspettare altre notizie

prima di proseguire i negoziati per evitare malintesi. Ciò mi sembra che possa contribuire a spiegare la lentezza da V. E. desiderata nei negoziati.

595

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1890/16. Parigi, 9 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 23,10).

Contrariamente al mio avviso il Governo montenegrino ha rimesso all'incaricato d'affari di Serbia una nota per invitare il Governo serbo a far cono

scere le sue vedute sopra i futuri rapporti dei due Stati. Re Nicola mi ha detto che egli non ha potuto sottrarsi a questo passo ma che intendeva condurre la eventuale discussione con molta calma e senza impegnarsi. Questa discussione era anche problematica non dovendosi ,escludere che i serbi rispondano domandando la fusione pura e semplice, ciò che avrebbe posto termine ai negoziati.

Ho fatto noto tanto al Re Nicola che al presidente del consiglio i perìcoli della decisione presa e che l'interesse che l'Italia prendeva nella restaurazione del Montenegro era dettato dal desiderio dì farne uno stato indipendente. Aggiunsi che a mio avviso personale punto di vista italiano potrebbe subire al riguardo serie modificazioni se in seguito alle trattative intavolate il Montenegro venisse a mettersi in dipendenza mi:litare dalla Serbia e quantunque fossi convinto che questo non era il fine che il Re si era proposto non si poteva escludere che circondato come era da elementi infidi venisse a trovarsi appunto nella situazione che era suo e nostro interesse di scartare.

(l) Sic, ma il telegramma 194 da Parigi, edito al n. 582 non tratta di questo argomento. Deve forse leggersi 193 (cfr. n. 581).

596

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1889/348. Londra, 9 luglio 1917 (per. ore 6,10 del 10).

Ho da,to oggi a Cecil sostanziale comunicazione del telegramma di gabinetto n. 1119 (1). Egli mi ha pregato rimettergli un promemoria privato per poter accuratamente sottomettere la questione al Gabinetto di guerra. Ha aggiunto che ciò farebbe unicamente per deferenza verso V. E. non dissimulandomi la sua ferma convinzione che esso non consentirà per i noti motivi a sopprimere la nota frase • avuto riguardo agli sforzi » inspirata ad un concetto dì pura giustizia.

Ad una sua domanda perchè io precisassi maggiormente i nostri intendimenti circa il significato equilibrio del Mediterraneo ho risposto che il riconoscimento di tali intendimenti risulta in modo ineccepibile daH'articolo 9 dell'accordo, base fondamentale del quale è il riconoscimento dell'uguaglianza perJletta della situazione mediterranea dell'Italia r,ispe1to a quella delle altre potenze contraenti. Tutti gli sforzi per far entrare Cecil nel nostro ordine di idee compreso un accenno ipotetico sotto forma di eventuale proposta conciliativa mia personale a V. E. nel senso indicato nel telegramma di gabinetto n. 1134 (2) essendo riusciti vani, non ho creduto di formulare con maggior precisione quella proposta. Dal momento che il linguaggio del ministro non lasciava ìntravvedere la possibilità di acquiescenza alle nostre domande mi è sembrato preferibile non concretare in modo formale la proposta suddetta che avrebbe nella situazione attuale rappresentato una concessione da parte nostra senza il corrispettivo da parte inglese e che del resto saremo, se V. E. lo crederà opportuno, sempre a

tempo a presentare dopo risposta del Gabinetto di guerra. Dal modo come si è espresso Cecil, dopo aver attentamente riletto articolo 9, ho tratto impressione che egl.i pensasse a escogitare una qualche nuova redazione conciliativa. Gli argomenti addotti ripetutamente da Cecil per giustificare il rifiuto alla soppressione della nota frase sono stati sempr·e in sostanza i medesimi adoperati da Lloyd George a San Giovanni.

(l) -Cfr. n. 553. (2) -Cfr. n. 580.
597

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2493/422. Londra, 9 luglio 1917, ore 10,20 (per. ore 7,20 del 10).

Telegramma di V. E. n. 673 (1).

Foreign Office comunica essere adesso in esame una proposta di ristabilire autorità britannica nelle regioni Africa orientale britannica vicinanti fiume Giuba. Non appena decisione sarà raggiunta da competenti autorità Foreign Office non mancherà darmi ogni particolare per informazione del R. Governo.

598

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2495/622. Pietrogrado, 9 luglio 1917, ore 12 (per. ore 8,35 del 10).

4 luglio.

Offensive vittoriose producono qui buon ·effetto morale. Partiti liberali rianimati hanno assunto atteggiamento più risoluto contro i massimalisti. Masse operai e soldati a Pietrogrado non sollevano opposizione, ma neppure manifestano soddisfazione. Massimalisti continuano attivamente loro campagna contro guerra, ma non osano per ora protestare. Situazione è indubbiamente migliorata, ma è indispensabile che successi continuino.

599

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1894/347. Londra, 9 luglio 1917, ore 10,06 (per. ore 11,45 del 10).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1126 (2). Drummond cui feci fin da sabato parlare nel senso prescrittomi mi ha detto che Governo britannico aveva aderito ad una proposta franc.ese di rin

vio della conferenza al venti luglio. Stamane era poi giunto il telegramma di Rodd proponente a nome di V. E. un ulteriore rinvio al 25 luglio rinvio al quale Governo britannico per quanto lo concerneva non solleva obiezioni.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 563.
600

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2497/623. Pietrogrado, 9 luglio 1917, ore 12 (per. ore 12 del 10).

5 luglio.

Liberali tennero l'altra sera al teatro Miche! • Meeting della vittoria • che riuscl imponente. Miliukoff avendomi scorto mi indirizzò caloroso saluto e parlò dell'Italia, della cooperazione italiana ,esprimendo sentimenti ammirazione e simpatia vivissima. Risposi inneggiando alla vittoria russa ricordando quali grandi risultati abbia dato e possa dare cooperazione italo-russa e facendomi interprete dei sentimenti di solidarietà fraterna del popolo italiano in questa ora di gioia per la nuova Russia. Scambio nostri brevi discorsi diede luogo a varie riprese ad entusiastiche e lunghe manifestazioni di simpatia da parte del pubblico che in piedi sventolando fazzoletti non cessava dallo acclamare l'Italia.

601

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2498/625. Pietrogrado, 9 luglio 1917, ore 12

(per. ore 12,10 del 10). 5 luglio. Congresso dei Cosacchi in opposizione alla decisione del Congresso dei

Soviet, ha dichiarato che la Duma deve rimanere intatta sino alla convocazione dell'Assemblea Costituente poiché sua dissoluzione verrebbe a modificare leggi fondamentali dello Stato.

602

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2512/221. Washington, 9 luglio 1917 (per. ore l dell' 11).

Telegramma di V. E. n. 904 (1). Lansing essendo ,in vacanza, Polk mi ha detto che questo Governo considera Brasile, dopo la revoca della sua neutralità, come praticamente entrato

nel gruppo contro Germania, alla quale dovrebbe attendersi che esso dichiari formalmente guerra non appena scomparse le ragioni di indole interna che, secondo dichiarazioni del Governo brasiliano, lo hanno trattenuto sino ad oggi dal farlo. Mi ha aggiunto però, anche in seguito a conferma avutane da questo ammiragliato, che non esiste a tutt'oggi nessuna comunicazione ufficiale di Rio Janeiro per un'azione navale fra i due paesi essendosi limitato Governo brasiliano a far sapere che avrebbe perlustrato le sue coste coi propri mezzi.

Per accertare comunque se ciò malgrado un principio di necessità esistesse

di fatto, dipartimento della Marina telegrafava oggi all'ammiraglio americano

del Sud Atlantico, la cui risposta Polk mi avrebbe comunicata.

(l) T. 904 di Sonnino a Parigi, Londra, Washington del 5 luglio, non pubblicato: Sonnino chiede informazioni circa l'atteggiamento dei rispettivi Governi nei riguardi del Erasile dopo la revoca della sua neutralità.

603

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1908/287. Pietrogrado, 9 Luglio 1917, ore 21,15 (per. ore 23,30 dell' 11).

L'incaricato d'affari di Francia mi ha detto che la Grecia offrirebbe agli alleati dieci divisioni fra tre mesi e cinque altre successivamente. Secondo le informazioni di Doulcet fusione truppe dell'ex difesa nazionale e del regno procederebbero senza difficoltà.

604

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 760/186. Madrid, 9 Luglio 1917.

Lo stato d'inquietudine generale che travaglia in questo momento la Spagna, originato dalla diminuita popolarità del Re, dal malcontento serpeggiante nell',esercito e dal minacciato sciopero ferroviario, si è accresciuto in questi giorni in seguito all'agitazione manifestatasi nella rappresentanza parlamentare della Catalogna. Come l'E. V. sa, questa provincia, di gran lunga superiore alle altre di Spagna per attività e potenza economica e popolata da una razza diversa, tende a strappare sempre maggiori concessioni d'autonomia regionale al governo centrale, ,e ora vorrebbe approfittare del momento difficile che il paese attraversa per dettare legge al Ministero. Perciò i deputati e senatori di Barcellona riunitisi in quella città la scorsa settimana deliberarono di chiedere al governo la immediata convocazione delle cortes con poteri costituenti, e, in caso di rifiuto del governo stesso, d'invitare i deputati e senatori di tutto il regno a riunirsi in assemblea straordinaria a Barcellona il 19 corrente. Questa domanda e questa minaccia furono portate a Madrid da tre parlamentari bar

cellonesi sabato scorso. È da notarsi che alla riunione di Barcellona intervenne

ro non soltanto senatori e deputati dei partiti estremi ma tutta o quasi, senza

distinzione di tendenze politiche, la rappresentanza parlamentare della r.egione.

Il signor Dato ricevette subito i messaggeri della secessione catalana, li

ascoltò ·e promise loro pronta risposta che fu pubblicata dopo il consiglio dei

ministri di ieri e di cui allego il testo (1). In essa il presidente del consiglio

osserva con molta fermezza che della convocazione del parlamento rimane solo

arbitro il Re consigliato dai suoi ministri, ·e che il gov·erno del Re non intende

abdicare al suo diritto di scegliere il momento che crede più propizio per la

ripresa dei lavori parlamentari; quanto alla minacciata riunione estralegale il

signor Dato rammenta con pacata energia che sarebbe sediziosa e punita dal

le leggi.

La risposta del governo produce qui ottima impressione. A parte la forma nettamente rivoluzionaria della imposizione catalana è evidente che la riunione delle cortes in questo momento non darebbe luogo che ad una insanabile e perigliosa confusione. Il ministero conservatore si troverebbe di fronte ad un parlamento dove i liberali sono in grandissima maggioranza, mentre il partito liberale, come ho già riferito in altri rapporti, è scisso e sminuzzato in molti gruppi in lotta fra loro che probabilmente non potr.ebbero accordarsi per una votazione come non poterono mettersi d'accordo per costituire un ministero, motivo per cui il Re dovette chiamare i conservatori naturalmente con la facoltà, di cui ancora non hanno usato, di convocare i comizi elettorali. E sar.ebbe ad un simile parlamento che i catalani vorrebbero conferive poteri costituenti! Sarebbe, non è d'uopo di dirlo, un salto nel buio, un vero primo passo verso la rivoluzione. Il signor Dato ha quindi risposto come doveva; resta ora da v.edere che faranno i catalani, se cioè rinfodereranno la loro minaccia di parlamento secessionista o la metteranno in esecuzione. Se questa ipotesi si verificasse ·la situazione potrebbe farsi molto acuta perchè non rimarebbe al governo che impedirlo o scioglierlo con la forza. Pare che il governo preveda anche questa eventualità poichè ha chiamato a conferire il generale Marina, capitano generale di Catalogna. Tutto dipenderà dalle disposizioni della guarnigione della provincia, perchè se queste sono buone i secessionisti non oseranno passare oltre al divieto del governo: il tono energico assunto da questo sembra dimostrare del resto che esso sa di potere sempre contare sull'.esercito.

La soluzione più naturale sarebbe lo scioglimento delle cortes liberali e la successiva riunione del nuovo parlamento. Ma non si vede come il governo possa convocare i comizi in questo momento con l'agitazione che regna nel paese, con l'imperversare delle filìe e fobìe internazionali, e sopratutto in piena sospensione delle guarentigie costituzionali. Il governo ha preso quindi la posizione che doveva ed è sperabile che prevalgano il buon senso e il patriottismo e che i dirigenti catalani risparmino alla Spagna la dura prova cui la esporrebbe l'esecuzione della loro minaccia.

Cl) Non si pubblica.

605

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1903/191. Parigi, 10 luglio 1917, ore 14 (per. ore 17,40).

Vedo nei giornali italiani polemiche circa la decisione del consiglio massonico tenutosi a Parigi a proposito degli scopi della guerra e differenza stabiHta fra annessione pura e semplice dell'Alsazia-Lorena alla Francia e l'annessione all'Italia di terre irredente condizionatamente a plebisciti.

Secondo notizie qui avute vi sarebbe stata vivace discussione ma delegati massoneria italiana sarebbero rimasti in minoranza.

606

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1896/94. Corfù, 10 luglio 1917, ore 13 (per. ore 17,50).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1121 (l) e mio telegramma gabinetto

n. 93 (2).

Nell'ipotesi che la questione delle contemporanee evacuazioni possa portare a una revisione della reciproca situazione in Corfù più radicale di quella del titolo di governatore militare di cui al mio telegramma gabinetto n. 39 (1), credo opportuno informare V. E. che questa volta il trasferimento del Governo serbo si considera sicuro giacchè la scelta di Salonicco esclude qualsiasi obiezione di terzi ed il complotto militare ha mostrato l'urgente necessità di un costante contatto col principe reggente e coll'esercito.

Farmi superfluo aggiungere che qualunque eventuale controproposta francese di contemporanea evacuazione da Corfù non significherebbe in realtà che lasciare l'isola esclusivamente in mano dei francesi dato il sicuro mantenimento qui dell'armata navale.

607

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1902/190. Parigi, 10 luglio 1917, ore 14 (per. ore 19,40).

Suo dispaccio n. 35 riservato, 30 giugno (3).

Ho veduto ieri Bourgeois, che mi ha detto che non avendo questo Governo mai studiato la questione manca di elementi e perciò ha deciso di nominare una commissione composta di parlamentari che stabiliscano i principi ai quali deb

bansi informare i futuri negoziati. Non mancai di osservare n pericolo che questo metodo faccia perder tempo e dopo lunga discussione si concluse che io gli manderei breve pro-memoria indicando sommariamente i principi che informano le nostre proposte. Questo pro-memoria servirà di base al lavoro della commissione che Bourgeois mi ha promesso di fare riunire subito e assicura potrà comunicarmi fra poche settimane i risultati sui quali basare negoziati.

Faccio questo pro-memoria che, salvo contr'ordine, manderò a Bourgeois fra tre o quattro giorni dopo averlo privatamente discusso con qualcuno dei parlamentari che so, fanno parte della commissione.

Credo conveniente secondare metodo voluto da Bourgeois sia perché difficile ad opporvisi con successo, sia perché riconosco realmente l'amministrazione francese impreparata alla discussione, sia, infine, perchè è preferibile che i principi vengano stabiliti da una commissione composta di parlamentari anzichè di funzionari.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 589. (3) -Non rinvenuto.
608

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1152. Roma, 10 luglio 1917,ore 21.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Mene quanto segue:

(Per tutti) In una sua conversazione questo ministro di Grecia ha accennato a vedute greche su territori albanesi oltre il confine di Firenze, ed a modalità per la definizione delle future sorti dell'Albania. Occorre che intorno a ciò V. S. sia categoricamente esplicita secondo i concetti del mio telegramma

n. 1125 (l); che cioè nelle intese per la nostra evacuazione dall'Epiro greco dovrà risultare precisamente e formalmente che noi continueremo l'occupazione dell'Albania meridionale secondo il confine di Firenze. Delle sorti dell'Albania giudicherà poi il congresso della pace.

609

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 1974/95. Corfù, 10 luglio 1917 (per. il 17).

Telegramma gabinetto di V. E. n. 1021 del 23 giugno (2) circa un asserito possibile distacco dei capi dei comitati jugo-slavi e mio telegramma gab. 91 del 5 corrente (3).

Ho trovato modo, senza provocare sospetti serbi, di conoscere il dottor Trumbié, presidente del comitato jugo-slavo ed il più autorevole e attivo di tutto il gruppo. È venuto di poi a visitarmi alla Legazione e abbiamo parlato a lungo insieme. Mi ha espresso con calore il desiderio dei suoi e del Governo serbo di prossimi scambi d'idee coll'Italia; occorreva pel bene comune andare al congresso con un accordo completo fra noi. Gli risposi che della buona volontà italiana il Governo serbo poteva essere certo, ma che accordi precisi presuppongono la conoscenza dell'estensione della vittoria: annuì. Si disse convinto dell'inevitabilità dell'unione jugo-slava e degli interessi dell'Europa di accettarla col prossimo trattato di pace. Schernì chi-in Francia e a Londra gli muoveva obbiezioni basate sulle differenze storiche sociali fra croati, serbi ecc. e si mostrò sicuro della facilità con cui in pratica si collegherebbero le varie autonomie: già un utile scambio di idee egli e i suoi colleghi stavano avendo ora col Governo serbo.

Trumbié, che è di Spalato, mi disse che se la Dalmazia restasse austriaca, egli non vi porrebbe più piede. Nel corso della conversazione mi parlò spesso di cose dalmate come se indubbia la loro totale appartenenza al mondo serbo-croato. Avendogli io accennato a quelli che anche dal punto di vista dell'interesse • jugo-slavo , mi parevano eccessi di propaganda, ,eccessi che mostravano anche una ignoranza completa del modo di trattare l'opinione pubblica italiana, egli consentì, ma disse: • Già, quelli accenni senza tatto a Udine ... , . Accomiatandosi con effusione dichiarò che con nessuno egli sentivasi in più armonico contatto mentale che con Italiani: per i Dalmati sarebbe un disastro veder ostacolato questo contatto, per essi tradizione. Era chiaro che per lui l'ostacolo sarebbe costituito dall'unione all'Italia di terre dalmate.

Mi espresse poi il desiderio di incontrarsi e conferire con italiani al suo ritorno : al che lo incoraggiai per il caso che con altri si possano verificare aperture di quelle che il Re del Montenegro riteneva probabili. Ma tutto quanto ho riferito, ,e più ancora il tono, escluderebbe che Trumbié vi pensi. L'unione con la Serbia è del resto la sua idea e la sua ragion d'essere politica. Certo, da una Serbia compromessa o perduta, gli • Jugoslavi » si allontanerebbero per adottare un nuovo progetto. In tal caso però non si tratterebbe più di distaccare costoro dal Governo Serbo, come il Re Nicola suggerisce (1).

(l) -Cfr. n. 555. (2) -Cfr. n. 435. (3) -Cfr. n. 546.
610

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO

N. 13764. Comando Supremo, 10 luglio 1917.

Questo Comando è in massima favorevole alla istituzione di reparti czecoslovacchi coi prigionieri di tale nazionalità esistenti in Italia. Non che se ne riprometta un aiuto militare diretto: sotto questo aspetto, anzi, la formazione di tali reparti stranieri sarebbe sconsigliabile; ma questo Comando ritiene che

essa possa avere una grande efficacia indiretta, contribuendo cioè ad alimentare e ad aggravare nei reggimenti czechi quei sentimenti di avversione all'Austria che spesse volte si sono manifestati con rifiuti d'obbedienza o con rese in massa. Anche di questi giorni si sono avute sulla fronte russa manifestazioni di tale f,enomeno. In un suo dispaccio del 1° luglio il nostro addetto militare, generale Romei, annunziava la resa in massa dell'SIo reggimento austriaco, composto di boemi; il 4 luglio, lo stesso generale Romei avvertiva che gli austriaci vanno sostituendo tutti i reparti boemi alla fronte, perchè la presenza nell'esercito russo di unità formate da ex-prigionieri di guerra czeco-slovacchi fomenta le rese e le diserzioni su vasta scala.

p,er questo si ritiene che, anche sulla nostra fronte, la conoscenza della formazione nel nostro esercito di reparti czeco-slovacchi potrebbe giovare assai ad esercitare una forza di attrazione verso di noi nei reggimenti boemi dell'Austria. Detti reparti dovrebbero costituirsi con una conveniente scelta tra i prigionieri, e non sarebbero da impiegarsi assolutamente in combattimenti, ma da adibirsi invece a compiti speciali, ad esempio a lavori.

Il Comando Supvemo ha sempre approfittato d'ogni occ,asione per far propaganda nei veggimenti czeco-slovacchi del nemico, e ritiene opportuno di servirsi a tale scopo anche dell'appello del Conseil National des Pays Tchèques, allegato al telegramma n. 8853 (l) del Ministro degli Esteri al Ministero della Guerra e comunicato col telegramma n. 7862-G al quale si risponde.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1214/714.

611

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1911/256. Atene, 11 luglio 1917, ore 16,20 (per. ore 0,40 del 12).

Venizelos mi ha pregato di chiedere a V . .E. di consentire la rìnnovazione del contratto per la missione italiana per la riorganizzazione della gendarmeria ellenica. Tale missione dovrebbe essere capitanata dal tenente colonnello Gandini che si trova già qui facente parte commissione di controllo. Oltre quest'ultimo dovrebbe comprendere altri cinque ufficiali. Se il R. Governo accetta Venizelos si intenderebbe con Gandini sia per la scelta degli ufficiali sia per la redazione del contratto. Venizelos esclude assolutamente che a capo della nuova missione sia destinato Aulisio che si dimostra incapace al suo compito.

Soprattutto Venizelos chiede sia inviato qui per un periodo di 6 mesi il commendator Zappelloni per mettere in esecuzione il progetto da lui redatto per la riforma della contabilità di stato in Grecia. Finito questo periodo e se Zappelloni non potesse allora prolungare il suo soggiorno Venizelos chiederebbe che fosse sostituito da un altro funzionario del Tesoro.

Prego V. E. telegrafarmi che risposta io debba dare a queste due domande di Venizelos. Ove possibile mi permetto suggerirne l'accettazione visto che saranno senza dubbio ristabilite missione militare francese 'e missione navale inglese.

(l) Non rinvenuto.

612

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1912/101. Parigi, 11 luglio 1917, ore 23,15 (per. ore 2,35 del12).

Telegramma di V. E. n. 1151 (1).

Questo ministero degli Affari Esteri mi informa che data fissata per Governo britannico è 25 luglio. Questo Governo profitta di questo nuovo ritardo per tentare di ottenere che Governo russo mandi un suo rappresentante ma vi è poca speranza e non pare che sarebbero in alcun caso disposti di consentire ulteriori ritardi.

613

IL CONSOLE A BARCELLONA, LEBRECHT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2526/255. Barcellona, 11 luglio 1917, ore 19,45 (per. ore 5,30 del 12).

Nonostante severissimo monito Governo contro sessione deputati senatori catalani di ogni partito ciroa assemblea extra parlamentare indetta a Barcellona per il 19 corrente, essi persistono nei loro propositi • ad ogni costo •. Fanno altresì ,assegnamento concorso colleghi delle provincie del nord Saragozza e Valenza. Sotto la bandiera conseguire autonomie regionali, discutere problemi economico e militare, in realtà trattasi vasto movimento anticostituzionale che mira revisione legge fondamentale Stato, apertamente ostile Governo, e per riflesso monarchia. Le cause politiche di malcontento unisconsi con le economiche inasprite da quelle origine internazionale. Maggioranza agitatori simpatizza con alleati mentre tedeschi seminano oro sperando coi loro aderenti aggravare situazione e nel successivo trionfo reazione. Non è molto, da Barcellona un intero carico munizioni veniva da loro spedito a Pamplona, un secondo fu invece sequestrato. Locali parlamentari ritengono situazione assai grave. Una parte esercito malsicura. Se non intervengono nuovi fattori e soluzione conflitto tra Governo e rappreseil!tanti catalani, prevedibili seri disordini. R. ambasciatore a Madrid informato.

614

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1909/352. Londra, 11 luglio 1917, ore 22,43 (per. ore 7 del 12).

Mio telegramma n. 302 (2).

Oggi soltanto ebbi da Balfour comunicazione responsiva circa invio truppe Hedjaz. Promessa esposizione circostanze che motivarono in passato l'invio di

piccole unità francesi e britanniche nota prosegue: Ora tuttavia situazione militare è più favorevole ed il Governo britannico ritiene desiderabile che il re Hussein conduca le operazioni da lui ritenute necessarie senza l'assistenza di truppe straniere; non si invieranno pertanto più truppe britanniche. Ciò stante confida che tali vedute, nelle quali sembra consentire pure il Governo francese, saranno approvate da Governo italiano e non s'insisterà ulteriormente sulla proposta di inviare un contingente italiano nell'Hedjaz. Trasmetto con rapporto copia della nota britannica.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. gab. 1669/302 del 20 giugno, non pubblicato: colloquio con Gra'1am circa la nostra rappresentanza nell'Hedjaz.
615

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2530/641. Pietrogrado, 11 luglio 1917, ore 14 (per. ore 10 del 12).

9 luglio.

Riproduco in esteso il comunicato governativo di cui al mio telegramma 631 (1). Verso metà luglio è convocata a Parigi conferenza degli alleati per questioni relative affari balcanici. Necessità conferenza dipende dalla straordinaria complicazione della situazione politica e strategica nei Balcani, essendo desiderabile far concordare opinione degli alleati e fissare direttiva generale. Oltre alle istruzioni relative affari prettamente militari, ai nostri rappresentanti alla conferenza sono state date istruzioni di sostenere per la soluzione delle questioni politiche alcuni punti di vista del Governo provvisorio e con particolare energia insistere per applicazione principi politica estera proclamati dalla democrazia russa. In particolare queste istruzioni contemplano la questione greca in connessione agli ultimi avvenimenti. In tale questione noi non abbiamo potuto adottare che un contegno negativo circa i mezzi usati nella forzata sostituzione di un re con un altro. Si intende che noi non ci siamo lasciati guidare dal desiderio di sostenere re Costantino, la cui politica personale noi interamente condannammo, ma dal non poter ammettere intervento negli affari interni del popolo greco.

Ciò spinseci a fare relative obiezioni, ad astenerci dal far partecipare le nostre truppe alla spedizione in Grecia meridionale. Nelle trattative cogli alleati noi abbiamo sostenuto il punto di vista che lo stabilire una forma di Governo e una organizzazione politica in Grecia appartiene esclusivamente al popolo greco e abbiamo dichiarato che simpatie del popolo russo, or ora liberatosi da ogni catena dinastica, stanno per una simile decisione del popolo greco. È indispensabile far rilevare che l'attività guerresca delle nostre truppe rafforza voce negli affari internazionali, che parola della democrazia russa rafforzerà esercito rivoluzionario e deve risuonare alta. Ciò è molto importante per la conferenza convocata a Parigi, i cui lavori, s'intende, si troveranno ,in relazione con quelli della prossima conferenza generale degli alleati alla preparazione della quale Governo provvisorio ha già posto mano.

(l) Non pubblicato.

616

IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1917/119. Salonicco, 11 luglio 1917, ore 21,10 (per. ore 16,48 del 12).

Vengo informato da fonte attendibile che fra le truppe greche combattenti in Macedonia sono stati scelti circa ottocento individui originari dell'Albania meridionale e dell'Epiro con missione di andare a combattere in Epiro in bande irregolari. A capo di detti individui sono stati messi i seguenti capi banda: Spiromilio di Chimara, Zerva, Bollas, Kiriakos, Paaros, Krumidas, Spiru, Kolovos, giunti in Macedonia qualche settimana fa ed incaricati divettamente della scelta di detti epiroti. Un albanese fra quelli arruolati m'informa che saranno imbarcati stasera a destinazione di un porto greco (1).

617

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1918/289. Pietrogrado, 11 luglio 1917, ore 18,35 (per. ore 17,05 del 12).

Alla comunicazione di Terescenko a Thomas relativa a possibile convocazione conferenza per riesaminare accordi nessuna risposta è giunta fino ad ora dal Governo francese. Terescenko conferma che quella comunicazione non rappresenta affatto un invito e che la copia trasmessa alle missioni alleate a Pietrogrado non è punto documento ufficiale. Neratov poi, ogni qualvolta il discorso cade su questo argomento non manca di esprimere riserve e dubbi sulla convocazione di quella confer,enza. Egli ripete inoltre che nessuna rinunzia a nessuna clausola dell'accordo è stata fatta :llinora dal Governo provvisorio (2).

618

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2794/933. Parigi, 11 luglio 1917.

Per quanto la riunione massonica di Parigi del 30 giugno abbia avuta già larga eco nella nostra stampa, sembrami possa avere qualche intevesse un accenno a notizie raccolte qui sul luogo.

A tale riunione, che fu chiusa con un solenne banchetto intervennero per l'Italia Nathan e Ferrari (quest'ultimo accompagnato dal Beneduce, membro

« Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue: « Pre~o richiamare l'attenzione di Venizelos su quanto precede facendogli osservare che se l'informazione è esatta e se egli non provvede adeguatamente ci riserviamo piena libertà d'azione circa i negoziati in corso concernenti l'evacuazione dell'Epiro ».

del consiglio superiore e dal Bellenda, tesoriere dell'Ordine), Corneau, Presidente del Consiglio dell'Ordine del Grande Orient di Francia, il generale Peigné, gran maestro della Gran Loggia di Francia (rito scozzese) e delegati della massoneria belga, portoghese, serba, spagnuola, svizzel"a, brasiliana, 'ed argentina.

Si assicura che la massoneria ingLese non abbia aderito all'invito, e si aggiungerebbe anche che la causa di tale assenza si debba trovare nel fatto che l'attuale riunione, che annunziava fra l'altro lo statuto della • Società delle Nazioni •, pareva ispirarsi a concetti ed a mire di tinta repubblicana. Infatti il Lebey, deputato di Seine-et-Oise, trattò taLe argomento con una certa fantasia, ma le questioni più importanti furono quella del proseguimento della guerra e delle condizioni di pace.

Circa la guerra, si dice che i rappresentanti italiani avl"ebbero concluso per la necessità che la guerra medesima, che era anche opera dell'azione massonica, sia condotta sino alla vittoria decisiva, esprimendo nel contempo l'opinione che, per quanto riguarda la Francia, poteva il suo concorso essere trasferito ora nel campo industriale e finanziario.

Per quanto poi riguarda le condizioni di pace, queste furono concretate come segue: l) ritorno dell'Alsazia-Lorena alla Francia; 2) ricostituzione integrale -colla riunione delle sparse membra, tedesca, russa ed austriaca -della Polonia; 3) indipendenza della Boemia; 4) liberazione ed unificazione di tutte le nazionalità attualmente oppresse dalla organizzazione politico-amministrativa dell'Impero Austro-Ungarico in Stati che le stesse nazionaLità esprimeranno con plebiscito.

Si vuole che i rappresentanti italiani abbiano tentato di far prevalere, circa il n. 4, un concetto più favorevole alle ~aspirazioni .italiane, ma che non vi siano completamente riusciti per due ragioni. In primo luogo perché nell'opinione generale francese domina ancora il concetto di una grande Serbia e di una grande Grecia come contrapposto di una grande Italia; secondo, perché i serbi, che hanno fatta qui una propaganda abile e continua contro di noi, sono riusciti ad addentrarsi ed a prender~e contatto con molte logge massoniche non solo, ma a stringere legami cogli Czeco-Slovacchi e coi Polacchi. Infatti la dizione del n. 4 è evidentemente favorevole alle aspirazioni polacche, czecoslovacche ed jugo-slave.

(l) Ritrasmesso a Londra e ad Atene con t. gab. 1170 del 12 luglio con la seguenteaggiunta:

(2) Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1181 del 15 luglio.

619

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1163. Roma, 12 luglio 1917, ore 0,50.

Mio telegramma n. 1146 (1). Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue: • Comando Supremo consente pienamente circa la inaccettabilità del ristabilimento delle autorità greche nella regione di cui manteniamo l'occupazione. La mia risposta è defi

nitiva, e V. S. potrà dare però a Venizelos assicurazioni circa la provvisorietà dell'occupazione del gomito Arinista-Kalibaki •.

(l) Non rinvenuto.

620

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE 1913/183. Washington, ... (per. ore 2 del 12 luglio 1917 ).

Alcuni giorni fa un alto funzionario di questo Dipartimento del Tesoro mi domandava se la Francia ci avesse mai chiesto l'aiuto dei nostri soldati in territorio francese. Questa domanda ripetutami sotto diversa forma da altra persona ha culminato in alcune impressioni manifestate recentemente da Segretario di Stato. Discorrendo nuovamente del nostro bisogno di carbone egli, quas1 a cercare un rimedio, insinuava che mandando un contingente di uomini in Francia Italia avrebbe affrettato liberazione di quella regione carbonifera; in conseguenza Inghilterra non più obbligata provvedere di carbone Francia avrebbe potuto concentrare le sue risorse in favore Italia. Ciò detto Lansing si schermiva chiedendomi non farlo autore di questa idea passatagli incidentalmente per la mente. Siffatta coincidenza di domande e di suggerimenti intorno ad un argomento che prima d'ora qui non era toccato nè concepito rivela una qualche manovra altrui per la quale raffigurandoci presso questo Governo come responsabili dei nostri stessi bisogni si mira evidentemente non soltanto a svalutare le nostre richieste in confronto di altre ma ad insinuare una meno efficiente partecipazione nostra alla guerra comune. Sto indagando e provvedendo in proposito. Ma per il caso che mi si tornasse sul tema delle nostre truppe in Francia, sarò grato a V. E. di darmi opportune indicazioni per mia norma di linguaggio (1).

621

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1166. Roma, 12 luglio 1917, ore 18.

R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa qUianto segue:

• Ricevo ... ecc. (come nel telegramma gabinetto n. 2521/640) • (2).

Prego V. E. riferirmi pensiero ed atteggiamento di codesto Governo in merito a quanto precede. Personalmente considero pericolosa ammissione tali personaggi in Italia.

• Ho nsposto a Cellere quanto segue: Approvo che V. E. indaghi e provveda sventando insinuazioni forse d'origine francese a noi nocevoli. Dalla Francia abbiamo avuto costantemente richieste di operai anche militarizzati cui abbiamo annuito nei limiti del possibile. Non possiamo nè potremmo mandare combattenti perchè data ampiezza e difficoltà della nostra fronte noi stessi ne scarseggiamo per necessari e continui complementinè abbiamo oramai altre classi da poter richiamare •.

(l) Rit~asmesso a Londra con t. gab. rr. 1189 del 15 luglio con la seguente aggiunta:

(2) Cfr. n. 587.

622

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1919/257. Atene, 12 luglio 1917, ore 18,30 (per. ore 0,20 del 13).

Telegramma di V. E. n. 1152 (1).

V. E. può essere sicuro che per ciò che concerne i miei colloqui con Venizelos non può persister~e nessun dubbio circa la nostra intenzione di continuare l'occupazione dell'Albania meridionale oltre il gomito Ar,inista-Kalibaki. Alle conversazioni di Coromilas non occorre, a mio avviso, attribuire soverchia importanza in quanto che egli, come tutti i greci, usa annunziave a parole come già compiuta la cosa che egli desideva.

623

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1931/96. Corfù, 12 luglio 1917, ore 18 (per. ore 0,40 del 13).

Mi consta che ammiraglio comandant~e armata navale francese ha espresso alle nostre autorità navali l'intenzione di stabilire dei piccoli posti lungo la costa della Ciamuria come conseguenza della padronanza francese degli sbarramenti del canale di Corfù. Le nostre autorità navali avrebbero intenzione di proporgli stabilire noi tali posti. Il passo dell'ammiraglio francese conferma la gravità di quanto sottoposi a V. E. con telegramma gab. n. 93 (2). Finchè gli italiani non occuparono la Ciamuria che era invece tenuta dalle truppe del deposto re Costantii?-O l'armata navale francese non sentì il bisogno ora manifestato. Marro telegrafa oggi al Comando Supvemo che notizie Ciamuria fanno prevedere saccheggi e forse massacri dei musulmani se le truppe greche vi tornano 'e che quanti potranno ripareranno in Albania se lasciamo la Ciamuria. Trattamento degli albanesi rimasti ed arrivo dei fuggiaschi avrebbe per l'Albania maggiore eloquenza del proclama Ferrero. Se malgrado voce sparsa qui dai greci non è esatto che noi abbandoniamo la Ciamuria, sarebbe desiderabile che potessimo subito calmare panico di quella popolazione. Non solo è certa la permanenza qui dell'armata navale francese ma niente fa credere neppure prossimo lo sgombro francese dalle isole; dubbia accoglienza fatta alla nostra domanda circa il titolo di governatore militave (telegramma di V. E.

n. 902 (3) lo conferma· qwndi la nostra evacuazione Ciamuria ci danneggerebbe non solo presso gli albanesi ma anche e gravemente di fronte a Corfù giacchè la Ciamuria è parte integrante del sistema del canale di Corinto che rimarrebbe più che mai nelle mani esclusive della Francia.

(l) -Cfr. n. 608. (2) -Cfr. n. 589. (3) -Cfr. n. 275.
624

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1921/357. Londra, 12 luglio 1917, ore 21,48 (per. ore 3 del 13).

Un deputato mio amico specialista in affari orientali mi disse oggi che un freddo esame della situazione attuale conduce ad una conclusione analoga a quella formulata da Elkus e cioè che l'unico modo di staccare la Turchia dalla Germania è di attaccarla e batterla sul proprio territorio. Pace separata oggi andrebbe a totale beneficio della Germania in quanto è da presumere che la Russia non consentirebbe all'imposizione di qualsiasi condizione menomante l'indipendenza non solo politica ma anche economica della Turchia con la pratica conseguenza che la preponderante posizione economica della Germania rimarrebbe inalterata, il che non può certamente convenire agli alleati. Deputato insisteva quindi sulla necessità di profittare della mutata situazione ,in Grecia e adoperare contro Turchia il nucleo considerevole di truppe internazionali inutilmente sciupato a Salonicco dimostratesi insufficienti per una poderosa offensiva e esuberanti per la semplice difensiva. Stante contatto frequente del mio interlocutore con

Gabinetto guerra ho creduto opportuno ad ogni buon fine riferire l'osservazione a V. E. per il caso in cui Lloyd George abbia ,inopinatamente a sollevare la questione nella prossima conferenza di Parigi.

625

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 1982/293. Jassy, 12 luglio 1917, ore 22 (per. ore 19,20 del 17).

Bratiano mi ha detto, con preghiera di mantenere il segreto, che Venizelos ha dichiarato di non voler esser completamente nelle mani della Francia e di voler avvicinarsi all'Italia purchè questa lasci rioccupare l'Epiro settentrionale dalle truppe greche. D'altro lato l'Inghilterra coerente colla sua ben nota politica tradizionale vorrebbe pure essa diminuire l'influenza francese in Grecia prendendo una parte più attiva alle operazioni militari ed eventualmente sostituendo il generale Sarrail con un generale inglese coadiuvato da uno stato maggiore internazionale.

626

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1951/291. Pietrogrado, 12 luglio 1917, ore 14,30 (per. ore 19,30 del 17).

Giorni or sono Neratoff non si spiegava come Governo inglese, dopo di aver dichiarato ai Comuni di non aver comunicazione ufficiale della iniziativa russa per una conferenza di riesame degli accordi fra gli alleati, avesse suecessivamente affermato di stare scambiando idee con questi ultimi a tale riguardo. Ciò egli mi ha detto lascerebbe supporre che il Governo francese prima di pronunziarsi in merito alla nota di Terescenko a Thomas abbia assaggiato il pensiero del Gabinetto di Londra, ciò che spiegherebbe mutato suo linguaggio. Comunque sia di ciò, sta di fatto che l'Inghilterra per la prima riconosce l'esistenza di conversazioni fra alleati su tale argomento. Non sarebbe senza interesse sapere il punto di vista inglese intorno ad esso. Qui si dichiara ignorarlo al pari di quello del Governo francese. Sarebbe anche opportuno tener pr.esente la probabilità che i quattro delegati dei Soviet recandosi in Inghilterra e Francia intrattengano della questione i due Governi per mezzo di Henderson e Thomas arrivando forse a qualche intesa {1).

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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1981/292. Jassy, 12 luglio 1917, ore 22 (per. ore 4,10 del 18).

Nelle conversazioni avute con Take Jonesco circa la crisi ministeriale Bratiano ha affermato di aver dichiarato ai Governi francese ed inglese che la Romania non intende rinunziare ad alcuna delle acquisizioni territoriali garantitele dalle sue convenzioni coll'Intesa. Egli ha aggiunto che se questo suo punto di vista non fosse ammesso integralmente egli rifiuterebbe d'intervenire a qualsiasi conferenza compresa quella per la paoe.

628

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2830/946. Parigi, 12 luglio 1917.

Secondo notizie fornite dal Signor Benesch i disordini verificatisi in Boemia recentemente avrebbero una certa importanza ,ed il movimento tenderebbe ad intensificarsi. Trascrivo alcuni dati che il detto Signo!'e ha riferito.

A Proswitz (Moravia) nei primi giorni di giugno una rivolta venne sedata e vi furono 24 morti e più di cento feriti. Poco dopo a Praga un movimento provocò l'intervento della forza pubblica e si ebbero più di cento fra morti e feriti.

Nella scorsa settimana vi furono durante tre giorni gravi disordini a Pilsen con morti e feriti.

Il 7 luglio disordini a Vitharvice e Ostrova (6 morti e 30 feriti).

Il signor Benesch afferma che l'amnistia non ha calmato gli animi e che l'ostilità contro il Governo aumenta sempre in Boemia (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1203 del 18 luglio con la seguente aggiunta: • Prego V. E. fare riservate indagini in merito a quanto precede e telegrafarmi •·

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 929. Roma, 13 luglio 1917, ore 17.

Riassumo telegramma n. 7 (2) direttomi dalla R. legazione in Addis Abeba: 17 giugno (vedi mio telegramma a V. E. Parigi 7993 (2), Londra 7988 (2). Ras Tafari in conversazione confidenziale con ministro Inghilterra dopo esposta difficile situazione Governo etiopico di fronte impossibiHtà di catturare Ligg Jasu aveva rinnovato richiesta aeroplani e aiuti. Ministro Inghilterra colse occasione per sondare disposizioni Governo etiopico su eventuale rottura relazioni con Germania. Convintosi ciò non essere pel momento possibile aveva rifiutato trasmettere suo Governo pretesa Governo abissino per aiuto incondizionato.

Dopo tale colloquio rappresentanti Intesa continuarono agire su personalità Governo etiopico per convincerle schierarsi apertamente con Intesa allontanando rappresentanze tedesca turca. Governo etiopico si è dichiarato disposto rompere relazioni diplomatiche Germania Turchia seguenti condizioni: prima, rinnovamento per parte Intesa integrità abissina come da accordo a tre; seconda, invio 'tre aereoplani uno per potenza per cattura Ligg Jasu; terza, permesso transito 16 mila fucili che trovansi Gibuti; quarta, impegno da parte Intesa non cedere alcun territorio limitrofo nè Germania nè Turchia.

R. legazione Addis Abeba rHiene domande accettabili mettendo in evidenza che cattura Ligg Jasu e sfratto attivi intriganti tedeschi turchi rafforzerebbe Governo etiopico mancante ancora salda autorità.

Dopo ricevuto telegramma sin qui riassunto ho avuto ieri conversazione con Barrère il quale mi ha confermato le quattro condizioni poste da Governo etiopic.o per rottura relazioni con Germania e Turchia aggiungendo che Ribot proporrebbe estendere rottura anche Austria. Ho risposto a Barrère che avrei riflettuto essendo poco incline rinforzare Governo abissino malfido; che ad ogni modo rottura con Austria dovrebbe essere contemporanea a quella con Germania Turchia; che rottura e conseguente cacciata tedeschi austro ungheresi e turchi dovrebbe avvenire immediatamente; che i 16 mila fucili si darebbero dopo avvenuta rottura ed espulsione e con munizioni limitate.

Prego V. E. conferire con codesto Governo su tali basi riferendomi sollecitamente esito colloquio.

(l) -Annotazione marginale: "in visione alla Presidenza del Consiglio e al Comando Supremo». (2) -Non pubblicato.
630

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1940/97. Corfù, 13 luglio 1917, ore 19,30 (per. ore 23,35).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1157 (1). Anche in vista dei sentimenti che con tanta leggerezza ha manifrestato il generale Marro sottopongo al giudizio di V. E. due proposte:

l •) che il R. ministro in Atene sia incaricato di comunicare al Governo greco che il generale comandante la missione militare italiana ha trattato e tratterà direttamente colle autorità elleniche con un costante spirito di amicizia e di benevolenza verso di loro e la popolazione cui hanno anche fornito grano in momenti di bisogno; che tale linea di condotta manterrà interamente se le nuove autorità continueranno a mostrare la dovuta deferenza e buona volontà; sappia il Governo greco che di ogni eventuale incidente e delle sue conseguenze spiacevoli per esso la causa non potrebbe trovarsi che in una meno corretta condotta delle nuove autorità.

2•) Far sapere a Parigi, in quella forma attenuata 'e che V. E. stimi meglio, come, malgrado che il nostro giustificato desiderio non sia stato accolto, il generale italiano a Corfù continuerà ad avere istruzioni di mantenere i più cordiali rapporti col generale francese e che a 1ei nell'interesse comune parrebbe opportuno che questi sia avvertito che il titolo esclusivamente francese di

• governatore militare • non si estenda agli interessi ed alle forre italiane le quali dipendono da Valona mentre il generale Marro tratta direttamente colle autorità dell'isola per tutto ciò che ci concerne. Mi parrebbe che i due passi potrebbero essere utili ed aver effetti pratici.

Sarò grato a V. E. farmi conoscere le sue decisioni per la futura norma di condotta del generale Marro.

631

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1938/259. Atene, 13 luglio 1917, ore 16,40 (per. ore 23,45).

Ho letto a Venizelos il telegramma di gabinetto n. 1173 (1). Egli mi ha senza esitazione dichiarato essergli impossibile raccettare tale risposta negativa. Non può presentarsi alla Camera e dirvi che egli pone la Grecia in guerra contro i nemici dell'Intesa quando una delle potenze dell'Entente gli dà prova di sfiducia di non volergli permettere di ristabilire le autorità greche in territorio riconosciuto greco dai trattati.

Si presenta quindi il caso che egli mi ha fatto presente fin dal nostro primo colloquio in cui egli è costretto a ricorrere contro le pretese italiane all'arbitrato ·e all'intervento delle altre potenze dell'Entente.

(l) Non pubblicato.

632

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1939/47. Le Hàvre, 13 luglio 1917, ore 20,45 (per. ore l del 14).

Il Governo belga è informato da buona fonte che le autorità superiori tedesche nel Belgio si dimostrano fiduciose nella prossima conclusione della pace dicendo contare sulla campagna pacifista di Caillaux il quale fra poco assumerebbe il potere in Francia.

Ciò potrà dare a V. E. indicazioni sulle agitazioni di Caillaux e sulla nuova gita che egli sembra voglia fare in Italia.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2562/655. Pietrogrado, 13 luglio 1917, ore 11 (per. ore 1,25 del 14).

11 luglio.

Giornali citano articolo Westminste1· Gazette nel quale, dopo annunciato che conferenza per revisione accordi si riunirebbe in agosto, si esprime soddisfazione per essere stato Governo inglese uno dei primi a rispondere in proposito al Governo provvisorio.

634

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SOXNINO

T. GAB. 1937/205. Parigi, 13 luglio 1917, ore 23,35 (per. ore 4,15 del14).

Ho domandato a Cambon che cosa sappia circa l'arrivo di Pachitch. Egli ha risposto nulla sapere al proposito benchè ricordi averne inteso parlare. Circa l'intervento delle altre potenze alla conferenza mi ha ripetuto il rifiuto dato al Belgio e l'intenzione di ammettere i serbi a dire la loro opinione ma senza accordare loro voto consultivo. Avendo io insistito oggi con Ribot per conoscere con precisione come sarà regolata la questione dell'intervento dei rappresentanti serbi, Ribot mi ha detto che certamente i serbi non vorranno un voto deliberativo e che il 24 egli combinerà con V. E. e Lloyd George come

regolarsi con loro. Ha aggiunto che su preghiera dell'Inghilterra ha fatto sapere al Governo nord americano che se vuole intervenire non v'è difficoltà. Stessa offerta è stata fatta al Governo giapponese. Trattandosi di grandi potenze Ribot ha ritenuto non poter esimersi da tale comunicazione. Ha assicurato che ciò non toglie che fra Ribot Lloyd George e V. E. vi sarà una conferenza a parte (1).

635

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1936/358. Londra, 13 luglio 1917, ore 23,03 (per. ore 6,50 del14).

Mio telegramma n. 351 (2).

Cecil mi ha consegnato testè una lettera particolare responsiva agli appunti da me rimessigli a sua domanda in seguito all'ultima nostra conversazione. Nel ripetere che il Gabinetto di guerra non può consentire alla soppressione del noto inciso • avuto riguardo ecc. » Cecil aggiunse esser,e egli pronto a sottomettere al Gabinetto di guerra o la soppressione dell'intera ultima clausola (mio rapporto n. 633 (2) e cioè la soppressione dopo le parole: • The interest of the powers » dell'antica frase che sarebbe sostituita dall'altra seguente che traduco letteralmente: • Allora in qualsiasi alterazione o aggiustamento delle provincie dell'Impero turco in conseguenza della guerra sarà tenuto in debita considerazione il mantenimento dell'equilibrio del Mediterraneo in conformità dell'art. 9 dell'accordo di Londra aprile 1915 •. Cecil mi ha dichiarato che prima di sottoporre tale modificazione da lui concordata con Balfour alla sanzione definitiva del Gabinetto di guerra riteneva opportuno conoscere se V. E. è disposta ad accettarla. Gli ho risposto che in merito alla predetta nuova formula, che avrei subito comunicato a V. E., mi astenevo dall'esprimere un parere, anche a titolo personale, escludevo comunque a priori l'altra alternativa, ossia la soppressione dell'intero paragrafo.

La recentissima modificazione proposta da Cecil parmi possa accettarsi benevolmente da V. E. come quella che, a mio remissivo parere, ribadisoe in modo sicuro il principio fondamentale da noi sostenuto ad evitare qualsiasi modificazione a nostro danno dell'equilibrio del Mediterraneo. Nel significarmi la sua decisione sono grato a V. E. di indicarmi pure le sue definitive intenzioni circa la presentazione o meno de1la proposta di cui al suo telegramma 1134 (3).

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1193 del 15 luglio con la seguente aggiunta: Ho telegrafato a Salvago: « Gli Stati Uniti non essendo alleati in guerra con l'Austria e la Turchia non parmi giustificata loro partecipazione discussioni della conferenza relativa alla penisola balcanica ed al fronte macedone. Così dicasi del Giappone. Circa serbi osservo che alla conferenza non si tratteranno questioni da risolversi a maggioranza; quindi differenza dei voti o deliberativi o consultivi non ha valore. Né, ammettendo serbi, parmi possa giustificarsi esclusione Romania. Mio parere è che conferenza avrebbe dovuto preferibilmente tenersi tra i soli rappresentanti quattro grandi potenze più interessate nei soggetti posti sotto esame ». (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 580.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2561/651. Pietrogrado, 13 luglio 1917, ore 11 (per. ore 7,15 del 14).

10 luglio.

In telegramma alla stampa, Kerensky, smentendo voce fatta correre dai delegati di una divisione, secondo la quale egli avrebbe detto non sarebbesi effettuata offensiva e sperare Germania accolga proposte pace della Russia, dichiara che unitamente maggioranza democrazia è convinto Germania accoglierà proposte pace Russia soltanto sotto pressione potente esercito russo.

637

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2554/GAB. 39. Madrid, 13 luglio 1917, ore 23 (per. ore 7,30 del 14).

Miei telegrammi 79 e 136 (1). Deputati catalani insistono nel loro proposito di convocare a Barcellona il 19 corrente i membri dei due rami del Parlamento in una assemblea che .sar.ebbe del tutto illegale.

Ministero è deciso impedirla ad ogni costo ed è convinto di poter fare pieno assegnamento suWeserdto. È da ritenere che difficoltà sarebbero facilmente superate se si lasciasse libertà d'azione al Governo, ma mi risulta da buona fonte che gli elementi influenti fra gli ufficiali della casa militare di S. M., testè licenziati, agiscono presso S. M. per persuaderlo che così si va incontro sicuramente a spargimento di sangue e che l'unico modo di evita11lo, sar·ebbe di licenziare il Ministero Dato, costituendo un Ministero Alba, che darebbe soddisfazione ai catalani, riconvocando Cortes. Se tale manovra riuscisse, segnerebbe un nuovo successo della tendenza nazionalismo, irritatissimo contro Dato, dopo il decreto sui sottomarini. Difatti Alba ed i suoi amici che hanno condotto campagna contro Romanones sono in ottimi rapporti con l'ambasciata di Germania, e un Ministero formato da loro non potrebbe che essere assai sospetto alle potenze dell'Intesa.

638

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2578/671. Pietrogrado, 13 luglio 1917, ore 20,50 (per. ore 3,15 del 16).

Esperienza ha ormai dimostrato che le varie correnti propagantisi alla fronte provengono da Pietrogrado e che nessun altro centro è tanto influenzato dal

massimalismo quanto la capitale. Tanto maggiore valore pertanto ha il notevole movimento in favore guerra che da alcune settimane si può qui constatare che tenda ad allargarsi. Opera del Governo e specialmente di Kerenski ed anche quella degli alleati e specialmente di Thomas hanno contribuito all'organizzazione di tale movimento, ma senza dubbio recenti successi militari lo hanno affermato e sviluppato.

Animo di questo movimento è nelle sfere più colte il concetto che senza vittoria non vi sarà libertà nonchè coscienza dei propri doveri verso alle,ati. Nelle sfere governative è il bisogno di acquistare forza all'interno e prestigio, influenza all'estero; ma nelle masse ed in tutti (compresi i combattenti) è il desiderio ardente di affrettare pace. Questo stato d'animo generale della popolazione e dei dirigenti corrisponde alla realtà ed esigenze della situazione, deve essere tenuto presente costantemente nelll'apprezzamento delle azioni militari come della politica (tanto governativa che dei Soviet) di questo paese.

(l) Non pubblicati.

639

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 314/95. Le Hàvre, 13 luglio 1917.

Dopo un soggiorno in Russia di circa un mese e mezzo, con una visita a Jassy, il Signor Vandervelde, Ministro nel Gabinetto belga e capo dell'Ufficio socialista internazionale, ha fatto ritorno qua, fermandosi a Stoccolma e Londra brevemente. Con telegramma, 22 aprile u.s., n. 24 (1), ebbi l'onore d'informare

V. E. intorno al viaggio di lui.

Del viaggio e dell'azione esercitata presso i rivoluzionari russi si è molto parlato, atteso l'alta posizione del Vandervelde nella • Internazionale »; egli è stato accompagnato da due membri del partito socialista belga, de Brouckère e Deman, noti in Russia.

Non poche notizie tendenti a porre il Signor Vandervelde in cattiva luce presso i suoi compatriotti, durante la sua assenza, sono state smentite, quella, specialmente, che egli avrebbe aderito alla formola dei rivoluzionari russi di voler escludere dal prossimo trattato di pace annessioni e indennità. Egli con telegramma da Pietrogrado, reso pubblico, fece conoscere che rivendicava pel suo paese il diritto al pieno risarcimento dei danni e che non ravvisava nel caso dell'Alsazia -Lorena e del Trentino delle annessioni, ma delle • disannessioni •.

Relativamente all'altra accusa mossagli di aver consigliato i socialisti francesi e inglesi d'intervenire alla confevenza di Stoccolma non è apparsa rettifica, nè i suoi colleghi nel gabinetto mostrano di saper qualche cosa al riguardo.

L'importante è che egli rifiutò d'assistere a quella riunione e ciò, probabilmente, perchè la sua presenza sarebbe stata disapprovata dai socialisti belgi.

Il Signor Vandervelde ha fede nell'« Internazionale • e patrocina la ripresa delle relazioni, dopo la guerra, coi camerati degli Stati nemici, di ciò non ha fatto mistero, ad onta dell'opposizione da parte di non pochi socialisti belgi.

Col Ministro degli Affari Esteri ho parlato del viaggio del suo collega in Russia ed egli, rispondendo a mia domanda, ha detto che il Governo ne è soddisfatto. Invero in Russia sarebbe stata accettata la tesi belga del pieno risarcimento dei danni a favore del Belgio.

Ma l'azione del Vandervelde rilevasi ·essenzialmente dal memorandum da lui firmato e divetto il 30 giugno alla Commissione sociaHsta olandese-scandinava. È un notevole documento, poichè emana dal capo tuttora riconosciuto dell' • Internazionale • : è stato integralmente pubblicato dal giornale L'Humanité dell'8 corrente, V. E. certamente ne avrà conoscenza.

Nel memorandum gran parte è consacrata alla causa belga, ma sono, fra gli altri, notevoli i paragrafi che concernono le condizioni per stabilire una pace duratura. Oltre alla dichiarazione che ciò non sarebbe possibile fino a quando gli Hohenzollern e gli Absburgo resteranno al potere, vi è detto che la formola generica • senza annessioni senza indennità » è suscettibile di diverse interpretazioni ed è quindi necessario di fissarne la portata. Così l'annessione dell'Alsazia-Lorena alla Francia deve •essere ritenuta una restituzione, poichè è il caso tipico d'un territorio strappato per forza, ·e contrariamente alla volontà degli abitanti, da uno degli Stati belligeranti e posto sotto la sua sovranità. Ugualmente la costituzione dell'unità della Polonia e il compimento dell'unità dell'Italia e della Serbia, desiderate dalle popolazioni interessate, non avrebbero i caratteri di violenza e della coercizione che determinano le annessioni. Non è fatto menzione di ricorrere a plebisciti per conoscere la volontà delle popolazioni.

È degna del pari di nota la pavte che si riferisce alle aspirazioni degli imperialisti belgi, delle quali ho più volte riferito nei miei rapporti, e che il Signor Vandervelde respinge, !imitandole all'acquisto dei pochi comuni d'origine vallona, presso Stavelot (facenti parte della Prussia renana) e del Granducato di Lussemburgo, qualora • la volontà delle popolazioni rispettive si manifestasse in modo non ·equivoco •. Il Belgio considererebbe codesti acquisti quali garanzie della propria sicurezza in avvenire. Circa le maggiori aspirazioni egli dice che sono state eliminate dal programma espansionista, che pubblici documenti ne fanno fede e che ,impegnano tutti i membri del gabinetto.

Osservo che per quanto riguarda il Lussemburgo le dichiarazioni predette concordano con quel che mi disse il Barone Beyens e che riferii con telegramma n. 39, (Gabinetto), in data 23 giugno (1).

Il Signor Vandervelde nelle varie interviste accordate durante il suo viaggio di ritorno si è espresso in senso ottimista circa la situazione in Russia. Essendo egli tornato qua solo ieri, non mi è riuscito d'incontrarmi con lui.

(l) Non pubblicato.

(l) Cfr. n. 442.

640

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1944/14253. Comando Supremo, 14 luglio 1917, ore 17,30 (per. ore 18,35).

Con riferimento al telegramma gabinetto n. 254 (l) diretto a V. E. dal nostro R. ministro ad Atene e comunicato questo Comando con foglio n. 207 addì 11 corrente, si informa di ave11e disposto perchè i nostri comandi di Albania e Macedonia cooperino nel senso indicato nel telegramma surriferito comunicando direttamente a V. E. i dati raccolti.

641

IL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. 8332 G. Roma, 14 luglio 1917, ore 19.

In esito al telegramma 8853 del l" corrente (3) di codesto Ministero e nel restituire, unita, la lettera del Signor Stefanik ( 4), informasi che sentito in proposito anche il Comando Supremo questo Ministero esprime parere favorevole in merito alla proposta di costituzione dei reparti czeco-slovacchi.

Come appare dal foglio annesso in copia 13764 in data 10 corrente (5) del Comando Supremo, il Comando stesso nel comunicare la sua adesione alla proposta notifica che si varrà anche del manifesto di propaganda da lanciare dalla nostra fronte.

Si resta in attesa di un cenno di riscontro per quanto riguarda la costituzione dei reparti.

642

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1194. Roma, 14 luglio 1917, ore 21,30.

Suo telegramma gabinetto n. 352 (6). Credo opportuno rispondere alla comunicazione britannica allo scopo di evitare che in avvenire il nostro silenzio possa essere interpretato come disin

(-4) La lettera di Stefanik è allegata al n. 940.

16 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

teressamento, mentre in linea di fatto, oltre le truppe britanniche, rimarranno nell'Hegiaz truppe francesi, almeno per qualche tempo ancora.

Pregola pertanto rispondere, con comunicazione scritta analoga a quella inglese, nei sensi seguenti: prendiamo atto che in seguito migliorata situazione militare non si invieranno più truppe br.i,tanniche; siamo d'accordo col Governo britannico essere desiderabile che Re Hussein conduca operazioni senza assistenza di truppe straniere; tuttavia poichè, secondo risulta dalla stessa comunicazione inglese, non è sicuro che Governo francese consenta in tali vedute, preghiamo Governo britannico tener conto che l'Italia non può disinteressarsi nè rimanere assente negli eventi di carattere internazionale che si svolgono nell'Hegiaz; se ciò avvenisse ne soffrirebbe danno gravissimo sua qualità di potenza r·ivierasca del Mar Rosso e suo prestigio di Potenza coloniale musulmana; questo punto di vista abbiamo ripetutamente manifestato in occasione dei negoziati relativi agli accordi anglo-francesi per l'Asia Minore e Arabia; e pertanto saremo costretti rinnovare nostra domanda di partecipazione cogli allea•ti all'invio di truppe nell'Hegiaz, qualora entro breve termine le vedute del Governo britannico non ricevano pratica esecuzione; confidiamo che il Governo britannico apprezzerà con spirito di equità e di amicizia la nostra giusta esigenza.

(l) -T. gab. 1900/254 da Atene del 10 luglio 1917, non pubblicato: «Evacuazione militare in Grecia ». (2) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza alla Commissione Prigionieri di Guerra. (3) -Non pubblicato. (5) -Cfr. n. 610. (6) -Cfr. n. 614.
643

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1190. Roma, 14 luglio 1917, ore 22.

Giers mi presentava la seguente richiesta per conto del Governo provvisorio:

• Quattro rappresentanti dei partiti socialisti russi, signori Vladimiro Rosanoff, Alessandro Smirnoff, Enrico Erlich e Giuseppe Goldenberg hanno l'intenzione di recarsi dalla Svezia in Inghilterra Francia e Italia. Scopo del loro viaggio consiste nel prendere contatto con le democrazie alleate e chiarire in uno scambio di idee gli scopi della guerra. Essi non hanno incarico nè puramente ufficiale nè ufficioso da parte del Governo provvisor.io, ma rappresentano l'opinione della maggioranza del Consiglio dei deputati degli operai e dei soldati che sostiene la politica dei ministri socialisti •.

Ho risposto che si trattava di una decisione intorno alla quale dovevo consultarmi col Presidente del Consiglio e coi colleghi.

Mia opinione personale essere contraria alla concessione richiesta. Non possiamo consentire che questioni di guerra e di pace siano determinate da singoli partiti, nè interni nè tanto meno internazionali, ma solo dalla collettività nazionale.

Inoltre in Italia, a differenza della Francia e dell'Inghilterra, il partito socialista per una forte frazione è contrario aprioristicamente alla guerra, e lavora costantemente contro di questa, non curandosi degli alti fini nazionali e di civiltà general,e cui la guerra tende. Non possiamo consentire che vengano dall'estero elementi che darebbero nuovo impulso e prestigio all'organizzazione di partito sabotatrice della guerra, o che vorrebbe snaturarne i fini nazionali di indipendenza e di sicurezza.

Gli stessi elementi che in Russia possono ammettere la continuazione della guerra per paura che una pace separata porti alla sconfitta della rivoluzione, e subordinatamente quindi a scopi puramente interni, qua in Italia predicando la rivoluzione e con l'applicazione di formule stereotipate e fallaci non gioverebbero che a produrre la disorganizzazione interna a solo v'antaggio del nemico (1).

644

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINI$TRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1945/359. Londra, 14 luglio 1917, ore 21,50 (per. ore 3,30 del 15).

Telegramma di V. E. n. 1163 (2).

Cecil mi diceva ieri che non potendo parlare in modo definitivo a nome del Governo credeva di potermi assicurare dover escludere il rifiuto da parte inglese alla domanda del Governo russo per il noto giro dei delegati dei Soviet. Aggiungeva però confidenzialmente che Governo britannico provvederà naturalmente a che fin dal loro giungere in Inghilterra essi siano ricevuti circondati accompagnati dovunque da società inglesi ben pensanti. Circa la conferenza socialista internazionale osservava Cecil riuscirg1i difficile raccapezzarsi in mezzo alle svariate proposte messe in giro. Egli ne enumerava quattro di cui aveva notizia:

l") Congresso internazionale socialista a Stoccolma con partecipazione dei socialisti nemici. Governo britannico vi è contrario al pari di noi e del francese.

2") Congresso socialista interalleato da riunirsi a Londra. Il Governo britannico non lo vede troppo di buon occhio ma non pot11ebbe in definitiva opporsi qualora esso incontrasse i serì favori dei socialisti britannici.

3") La riunione a Berna dei rappresentanti dell'associazione internazionale delle Trade Unions promossa, a quanto pare, sotto pretesto di modificare alcuni articoli dello statuto. Alla medesima hanno aderito i francesi ma i rappresentanti delle Trade Unions inglesi appositamente recatisi in Francia vi si oppongono avendo il sospetto che esso nasconde insidie nemiche.

4") Conferenza indetta o da indirsi fra le associazioni consorelle dei paesi alleati da questa federazione della gente di mare per discutere varie questioni connesse coi danni cagionati dai sommergibili nemici. Quest'ultima conferenza sarebbe ancora allo stato d'embrione.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 159-160. (2) -Cfr. n. 619.
645

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1947/295. Pietrogrado, 14 luglio 1917, ore 21,59 (per. ore 3,30 del 16).

Telegramma di V. E. n. 1175 (1).

Circa annessioni rivendicate dalla Romania Thomas si è espresso a titolo personale con questo Governo nel senso che siano ammissibili quelle che saranno invocate dalle popolazioni interessate. Neratoff mi soggiungeva a questo proposito che a suo avviso la decisione dipenderà soprattutto dall'esito delle operazioni.

646

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1948/296. Pietrogrado, 14 luglio 1917, ore 22 (per. ore 7,45 del 16).

Secondo informazioni di buona fonte la Serbia aspira ad unirsi militarmente col Montenegro. Ammetterebbe la sua autonomia, la sua dinastia con la sua rappresentanza diplomatica e suoi diritti su Scutari.

647

L'AMBASCIATORE A W ASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1971/186. Washington, 14 luglio 1917 (per. ore 1,45 del 17).

Mio telegramma gabinetto 183 (2) e telegrama di V. E. 1130/52 (1). Ho dovuto accertare quanto segue : Frasi e dichiarazioni forse eccedenti il pensiero o pronunziate per accen

nare gravità ed urgenza del nostro bisogno, dichiarazioni comunque disgraziate che avrebbe fatte al segretario del Tesoro la missione italiana secondo le quali l'Italia se non fornita a termini fissi dall'America di un quantitativo minimo di carbone e di tonnellaggio (superiori alla possibilità pvesente degli Stati Uniti) avrebbe dovuto sospendere le ostilità, avevano ingenerato nell'animo di Mac Adoo e diffuso in alcune sfere contigue impressione che l'Italia doveva considerarsi a breve scadenza come un'entità perduta per la causa comune. Da ciò e dal conforto che a queste non confessate impressioni sono venute prestando le meschine malevoli insinuazioni di chi per ingigantire l'opera propria ... (3)

qui a discreditare l'opera altrui anche se di un alleato, trova origine quel senso di diffidenza e di noncuranza riguardo i cui sintomi preoccupanti e fin qui non altrimenti spregevoli mi era apparso negli inattesi e gravi ostacoli che ebbi recentemente a superare per il secondo prestito testè contratto. Ho avuto ieri rispetto a quanto prec,ede un colloquio assai serio col Polk che sostituisce in questi giorni Lansing. Alle mie parole agli parve cadere dalle nuvole e si mostrò non poco impressionato quando gli denunziai l'atmosfera deleteria agli interessi morali ,e materiali dell'Italia belligerante e conseguentemente anche a quelli della causa comune che avrebbe potuto sprigionare dalla perdurante falsa ed ingiustificata impressione di Mac Adoo. Convenne subito nella necessità di provvedere e rinnovandomi le dichiarazioni più favorevoli per l'Italia accolse senz'altro la mia domanda di presenziare l'apposito colloquio che lo pregai di fissarmi in proposito con Mac Adoo oggi assente ma atteso di ritorno al principio della settimana entrante. Telegraferò.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 620. (3) -Gruppo indecifrato.
648

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3198/762. Londra, 14 luglio 1917.

A seguito del mio telegramma in data dell'll corrente mese n. 352 (1), ho l'onore di trasmettere qui allegata a V. E. copia della nota con la quale il Foreign Office mi comunica il punto di vista motivato del Governo Britannico, contrario all'invio di un contingente italiano in Arabia.

ALLEGATO

BALFOUR A IMPERIALI

Foreign Office, July 7th, 1917.

I have the honour to refer to Your Excellency's Memorandum No. 1022, of the 28th of February last, on the subject of the provision of military assistance by the Allies to the King of the Hedjaz, and to state that His Majesty's Government have given their careful consideration to the suggestion of Your Excellency's Government that Italian troops should be sent to the Hedjaz to participate in such assistance.

In view of the susceptibility of Moslem opinion towards any intervention of Christian Powers in the Hedjaz, His Majesty's Government, as also the French Government, have from the first endeavoured to limit their intervention in Arabm to the supply of financial assistance and the provision of technical equipment. French co-operation has never exceeded a small detachment of officers, but at the time when the military situation in the Hedjaz became precarious, His Majesty's

Government were obliged to despatch a limited number of technical assistants, accompanied by a small Moslem Staff, in arder that the modern equipment supplied to the Hashemite forces might be properly and effectively applied.

Now, however, the military situation is more favourable, and His Majesty's Government are of opinion that it is desirable that King Hussein should carry out any future operations which he may find necessary without the assistance of foreign troops: they do not therefore propose to send any more British troops to assist him. In the circumstances I trust that this opinion, in which the French Government are understood to concur, will commend itself to Your Excellency's Government and that your proposal to despatch an Italian contingent to the Hedjaz w·ill not be further pressed.

(l) Cfr. n. 614.

649

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1949/262. Atene, 15 luglio 1917, ore 14 (per. ore 19,45).

Telegramma di V.E. n. 1171 (1).

Prima di comunicare a Venizelos le esigenze del generale Ferrera che indubbiamente costituiscono una nuova domanda rispetto a quelle che feci in seguito alle istruzioni impartitemi da V.E. coi telegrammi... e 1125 (2), desidererei conoscere l'impressione di V.E. sulla risposta di Venizelos (mio telegramma 259) (3) circa il nostro rifiuto di ristabilire le autorità elleniche nei territori al di qua della linea di Firenze di cui si conserva l'occupazione. A me la risposta di Venizelos sia pel contenuto sia per la forma in cui fu data ha fatto impressione che in seguito al nostro rifiuto egli consideri i negoziati come sospesi. Vista la poca fretta che ha V.E. di giungere ad una conclusione e visto anche la equivocità delle intenzioni francesi quali risultano dai telegrammi di gabinetto 1154 (1), 1153 (1), 1172 (1), 1177 (l) ed anche dai miei telegrammi 254 (l) e 258 (l) sembrerebbe miglior procedimento il non fare per ora altre comunicazioni a Venizelos ed attendere che egli, se lo crede a proposito, riapra negoziati. La stampa dopo aver annunziato per parecchi giorni che i negoziati erano sul punto di concludersi, oggi tace. Morea esclude che Venizelos calmata oramai l'eccitazione dell'opinione pubblica e riacquistata quella fiducia illimitata che i suoi partigiani sogliano accordargli, in presenza della impossibilità di o-ttenere dai francesi una vera e propria evacuazione e forse nemmeno desiderandolo perché il partito francese non si sente più troppo sicuro in mezzo a tante ire da lui scatenate, intenda oramai rinviare cose per le lunghe e particolarmente mettere la questione in tacere.

{l) Non pubblicato. {2) Cfr. n. 555.

(3) Cfr. n. 631.

650

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1970/112. Stoccolma, 15 luglio 1917, ore 21,20 (per. ore 22,20 del 16).

Branting mi ha detto in via strettamente confidenziale che i delegati del Soviet gli hanno fatto impressione di persone di buona fede ma più animati da idealità astratte che coscienti delle difficoltà pratiche della situazione. Egli spera che • impareranno molto » durante visita che si accingono a fare in Inghilterra Francia e Italia. Egli teme che se il loro soggiorno a Londra e Parigi si prolunga e se vogliono essere fin d'ora di ritorno per il 15 agosto possano rinunciare a venire in Italia ed in tal caso troverebbe opportuno che una delegazione autorevole di socialisti italiani si recasse a Parigi per conferire con loro ed esporre il nostro punto di vista.

Branting mi ha detto che il comitato olandese-scandinavo avrebbe voluto convocare conferenza plenaria in settembre ma ha dovuto fissarne la data al 15 agosto per le insistenze dei delegati russi. Tuttavia se i socialisti degli Stati dell'Intesa senza opporre perentorio rifiuto domandassero un rinvio egli crede che potrebbe essere accordato.

651

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2594/681. Pietrogrado, 15 luglio 1917, ore 21,05 (per. ore 6,35 del 17).

Mio telegramma n. 680 (1).

Ad analoga mia domanda, Neratoff ha risposto che l'invio del telegramma di auguri e simpatia del Gov,erno provvisorio al congresso jugoslavo di Corfù fu determinato da una comunicazione del congresso stesso annunziante le proprie intenzioni di eliminare cause di dissidio fra jugo-slavi e creare fra loro patriottica solidarietà sulla base del diritto dei popoli di disporre di se stessi, del giusto riconoscimento dei loro diritti reciproci e della conciliazione dei loro interessi. Egli ha soggiunto che telegramma responsivo del Governo provvisorio non conteneva alcun determinato accenno politico, ma soltanto riaffermazione dei principi generali della democrazia russa.

Quanto alla replica del congresso, essa può considerarsi il programma in linea generale di quella riunione. Avendo io osservato che in tal caso quel programma non dava che un'idea molto vaga delle aspirazioni dei congressisti, Neratoff mi rispose che egli pure non aveva finora precise informazioni sui risultati del convegno di Corfù.

(l) Non pubblicato.

652

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1988/294. Jassy, 15 luglio 1917, ore 17,15 (per. ore 16,20 del 18).

Bratiano mi ha pregato di chiedere l'appoggio del R. Governo affinché la Romania sia ammessa alla contemplata conferenza per la revisione dei trattati in relazione alle operazioni militari e per questioni balcaniche.

653

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1201. Roma, 16 luglio 1917, ore 21.

Questa ambasciata di Francia mi ha oggi informato che secondo l'ambasciatore di Francia a Madrid si starebbe organizzando in Spagna una campagna per far cadere Gabinetto Dato ,e rimpiazzarlo con elementi favorevoli agli Imperi centrali. La cosa dovrebbe aver luogo il 19 corrente. Garcia Prieto esiterebbe ad unirsi al gruppo d'agitazione di cui farebbero parte anche personaggi licenziati della Casa Militare del Re. Ambasciatore di Francia a Madrid, sfavorevole a questa agitazione, rappresenta opportunità che gli alleaH, in pre,visione della crisi, s'intendano sulla linea di condotta da seguire verso il nuovo Gabinetto.

Ho risposto che data la brevità del tempo non mi sembrava il caso di discutere sulle misure preventive da adottarsi e che il più pratico parevami fosse che gli ambasciatori dell'Intesa a Madrid si tenessero tra loro in continuo contatto allo scopo di comunicarsi via via le notizie a loro conoscenza per modo che i rispettivi Governi fossero informati delle successive situazioni con unità di informazioni e di intendimenti.

Sconsigliavo però nel modo più assoluto qualsiasi azione collettiva che, anche in apparenza, potesse far credere agli spagnuoli che gli alleati volessero adottare nei riguardi del loro paese una politica d'ingerenza interna. Una politica di questo genere avrebbe potuto determinare uno stato di cose, per ogni verso, pericolosissimo e sul pericolo che correvano gli alleati mettendosi su quella china credevo mio dovere di richiamare la seria attenzione dei Governi alleati.

654

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1983/114. Stoccolma, 16 luglio 1917, ore 17,25 (per. ore 22).

Masaryk non è più venuto qua. Maxa (alto membro del consiglio nazionale czeco-slovacco) venuto qua già concordato a Pietrogrado per incontrarsi coi so

cialisti czechi venuti dall'Austria (vedi mio 'telegramma gabinetto 106) (l) ha consegnato a Dudan con preghiera di farlo pervenire in modo sicuro ai membri dello stesso consiglio nazionale czeco-slovacco residente in Parigi un piego chiuso ma non sigillato. Dudan lo ha accettato pensando che poteva interessarci di prendere cognizione del contenuto di esso il quale comprende:

l) parecchi documenti in russo relativi agli accordi col Governo francese per la partecipazione delle truppe czeco-slovacche in Francia;

2) un progetto d'accordo in lingua francese per la destinazione di operai czeco-slovacchi in Francia;

3) parecchie lettere in cz,eco di informazioni per i membri di Parigi del consiglio nazionale ,in una delle quali si afferma che la sezione di Pietrogrado del consiglio stesso è stata riconosciuta dal Governo russo • il che è stato un bel successo •.

Ma ha detto inoltre Dudan di ritenere che Masaryk abbia informato di tutto ciò il R. ambasciatore a Pietrogrado e che gli accordi in questione avevano avuto già l'approvazione del Governo russo, ma fino al 15 giugno non erano stati ancora ratificati da quello francese.

Col corriere di gabinetto che ripartirà fra una diecina di giorni trasmetterò alla E.V. degli appunti dettagliati di Dudan circa le sue conversazioni con Maxa ed i vari documenti contenuti nel piego in questione. Se V.E. desidera che telegrafi fin da ora le cose più importanti prego ordinarmelo. Desider·erei anche conoscere se posso, col corriere medesimo, trasmettere tale piego al R. ambasciatore a Parigi per il recapito e se V.E. ha altro da impartirmi in proposito.

655

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1955/264. Atene, 16 luglio 1917, ore 15,50 (per. ore 23,35).

In questi circoli venizelisti si afferma oramai senza ritegno che la riorganizzazione dell'esercito e della flotta greca per opera francese e inglese ... (2) dalla Grecia non si volgerà verso Kavalla, la cui cessione alla Bulgaria fece sempre parte dal programma di Venizelos, ma bensì all'Asia Minore ed in particolare a Smirne, per inattese mire che qui si afferma avervi sopra Italia.

(l) -Cfr. n. 497. (2) -Gruppo indecifrato.
656

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1969/207. Parigi, 16 luglio 1917, ore 21,40 (per. ore 0,20 del l7).

Telegramma di V.E. gabinetto 1152/788 (1).

Secondo De Margerie la prossima conferenza di Parigi dovendo trattare la questione balcanica non può escludersi venga eventualmente posta sul tappeto anche la questione partecipazione Grecia se da parte di Venizelos vi fosse una proposta in tal senso.

La conv,ersazione, che Ribot desidera aveve con V.E. e col primo ministro inglese il 24 corrente, mirerebbe precisamente a fissare il programma della conferenza e prendere i neoessari preventivi accordi.

657

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1959/361. Londra, 16 luglio 1917, ore 14,52 (per. ore 2,55 del l7).

Rileggendo il mio telegramma n. 358 (2) sorgemi il dubbio di possibile errore circa il punto dal quale deve cominciare la sostituzione della formula proposta da Cecil. Comunque a scanso di equivoci trascrivo qui appresso interamente in scrupolosa traduzione letterale l'ultimo paragrafo del promemoria britannico quale risulterebbe se la predetta proposta venisse accettata:

• 2") che se quando pace è dichiarata il possesso totale o parziale dei territori contemplati negli accordi raggiunti tra Gran Bretagna, Francia, Italia e Russia circa disposizione di una parte dell'Impero ottomano non può essere accordato ad u,na o più di queste potenze (qui comincia la nuova formula di Cecil) allora in ogni alterazione o aggiustamento delle provineie dell'Impero turco in conseguenza della guerra debito riguardo sarà tenuto del mantenimento dell'equilibrio mediterraneo in conformità dell'articolo 9 dell'accordo di Londra del maggio 1915 ».

658

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1961/363. Londra, 16 luglio 1917, ore 23,36 (per. ore 3,30 del 17).

Mio telegramma n. 332 (3).

All'errore iniziale della pubblicazione dell'inchiesta sulla Mesopotamia il Governo aggiunse l'altro più grave di non agire prontamente e con la necessa

ria energia a risolvere l'incidente prendendo ipso facto in via amministrativa e sotto la propria responsabilità misure punitive contro i pochi veramente responsabili. Per le solite interne divergenze tra i ministri esitò invece il Governo ed in frattanto lasciò imperversar,e per scopi partigiani una disgustosa violentissima campagna d'indole personale precipuamente diretta contro Asquith e contro Hardinge dai giornali di lord Northcliffe e di alcuni deputati radicali di estrema ed irlandesi questi ultimi furenti contro l'ex vicerè per la sua impudente per quanto invero ossequiente accettazione dell'onore impostogli dal Governo di allora di presiedere al suo ritorno dall'India la commissione d'inchiesta sui moti irlandesi. Al susseguente appassionato dibattito della scorsa settimana nelle due Camere il Governo si presentò ,impreparato e nel fondo non del tutto concorde con un'ibrida proposta che formulata alle ore 16 da un ministro fu in seguito alla generale riprovazione delle Camere ritirata alle 21 da Balfour e modificata l'indomani dal primo minisrtro. Il quale per giunta perduta la pazienza rivolse con linguaggio veemente rimproveri che maggiormente rinfocolarono la eccitazione e le deplorazioni. Dibattito si chiuse così senza venire a qualsiasi conclusione pratica all'infuori delle dimissioni di Chamberlain il meno colpevole anzi in realtà non colpevole che si è ritirato malgrado l'avviso contrario proclamato dai suoi colleghi riscuotendo il generale plauso e rinforzando la sua posizione personale. Da questo ginepraio in cui si è con deplorevole impulsività cacciato, il Gabinetto esce in definitiva con la perdita di una persona seria, scosso già nella sua compagine interna e diminuito di prestigio davanti al parlamento ed all'opinione pubblica. Tutto ciò è specialmente ,triste all'ora presente. La situazione interna e gli interessi generali dell'alleanza più che mai richiederebbero oggi un Governo forte ed autorevole atto a fronteggiare il pericolo irlandese sempre più minaccioso, l'irritazione ed il fermento della popolazione del nord

dell'Inghilterra e della Scozia insofferente delle continuate stringenti limitazioni della libertà; ed il sentimento di sconforto e malcontento che malgrado l'apparenza cominciano a farsi strada per il prolungamento indeterminato guerra. Non scorgerei per ora sintomi di crisi imminente, data però la situazione descritta nel mio telegramma mi parrebbe avventato 'escludere in modo assoluto l'eventualità di una disgregazione Interna, piuttosto che per l'azione parlamentare, la quale potrebbe verificarsi al sorgere di un qualsiasi nuovo incidente che più acuisse latente dissenso in seno Gabinetto. L'impressione comunicatami da quat

tro deputati è che in caso crisi il personaggio più indicato per formare la nuova amministrazione sarebbe Balfour le cui azioni in prestigio ed autorità sono in considerevole rialzo in seguito :llelice risultato della sua missione in America.

(l) -Cfr. n. 608. (2) -Cfr. n. 635. (3) -Cfr. n. 533.
659

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1953/362. Londra, 16 luglio 1917, ore 10,36 (per. ore 4 del 17).

Mio telegramma n. 349 (1).

Scambio di prig,ionieri di guerra. Con promemoria ricevuto ieri Balfour conferma dichiarazioni di cui nel pro

memoria precedente. Aggiunge che stante le note apprensioni al Comando Supremo furono inviate istruzioni a Buchanan di intrattenere, se crede necessario, il Governo russo dell'argomento, facendo il possibile per impedire conclusione di un accordo tra Austria-Ungheria e Russia. Il Governo francese venne da questo pregato d'impartire ai propri rappresentanti istruzioni di cooperare al medesimo intento con Buchanan. Rodd incaricato di pregare V. E. di dare istruzioni analoghe a Carlotti.

(l) Non pubblicato.

660

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1956/265. Atene, 16 luglio 1917, ore 15,30 (per ore 5 del 17).

Telegramma di V. E. n. 1186 (1).

Venizelos conosce perfettamente bene il nostro punto di vista che negli affari greci non a~biamo accettato la tutela francese. Sembrerebbe quindi superfluo fare dichiarazioni formali al riguardo.

661

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1952/268. Atene, 16 luglio 1917, ore 13,50 (per. ore 8,15 del 17).

Venizelos è venuto a chiedermi se in presenza delle evacuazioni che s\ stanno compiendo dai francesi non sarebbe possibile ottenere che gli italiani evacuassero frattanto quelle località su cui non v'è contestazione.

Prego telegrafarmi se e come debba rispondere.

662

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2599/684. Pietrogrado, 16 luglio 1917, ore 14,10 (per. ore 13 del 17).

14 luglio. Questione finlandese trovasi attualmente a questo punto: Dieta finlandese domanda autorizzazione di separare Finlandia dalla Russia, salvo per i tre ministeri della Guerra, Marina, Affari Esteri. Quanto a prestito della libertà, Finlandia sarebbe disposta assumere metà della quota che le spetterebbe.

Su queste basi e con intese speciali circa amministrazione Guerra e Marina, Governo provvisorio sarebbe disposto trattare. Esso non si ritiene però autorizzato a definire la questione, la quale non può essere di spettanza che della Costituente. La Dieta replica che si ignora data in cui effettivamente costituente sarà convocata e sue disposizioni V1erso Finlandia.

La Dieta insiste pertanto per pronto regolamento della questione, data la psicologia della Dieta e carattere tenace dei finlandesi, è da supporre che le loro insistenze continueranno.

(l) Non pubblicato.

663

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1975/299. Pietrogrado, 16 luglio 1917, ore 21,35 (per. ore 3,15 del 18).

Buchanan mi ha detto che non crede che Venizelos cerchi di far porre sul tappeto alla prossima conferenza di Parigi questioni poHtiche. Quanto alla Grecia egli crede che nessuna richiesta territoriale verrà formulata da parte sua per la sua partecipazione alla guerra.

664

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1976/300. Pietrogrado, 16 luglio 1917, ore 21,39 (per. ore 6 del 18).

Telegramma di V. E. n. 1190 (1).

Permettomi sottopome a V.E. subordinato parere che convenga indugiare a dare una risposta definitivamente negativa agli uffici di questo Governo per il viaggio in I•talia dei quattro rappresentanti dei Sov.iet.

665

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1977/685. Pietrogrado, 16 luglio 1917, ore 21,39 (per. ore 6 del 18).

Nelle sfere del gov·erno provvisorio giudicasi che la formu'l.a dei capi parttti tedeschi circa la pace perde ogni valore con l'esclusione che essa fa del diritto dei popoli alla libera scelta delLe proprie sorti. Buchanan si è meco

espresso nello stesso senso e mi ha detto aver manifestato a Londra questo concetto fin da quando sugger.iva che in occasione della prossima conferenza di Parigi si concretasse la risposta alle prevedibili dichiarazioni di falso pacifismo della Germania. Nei circoli politici di qui si crede che il linguaggio dei partiti dei Reichstag sia in dipendenza r·innovate minacce russe 'e al grave colpo recato dalla limitazione delle esportazioni americane pei neutrali.

(l) Cfr. n. 643.

666

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2604/636. Pietrogrado, 16 luglio 1917, ore 21,38 (per. ore 8,35 del 18).

15 luglio.

Al convegno di Kiev per le cose di Ucraina, ministri Kevenski, Tzeretelli, Terescenko e Necrasoff sono giunti ad una intesa con la [Rada] per un • modus vivendi • tra Governo provvisorio e quel consiglio nazionale sino alla costituente la quale dovrà definitivamente decidere circa limite dell'autonomia ucraina. In realtà, a quanto mi viene riferito dagl.i ucraini di qui, proprietari piccoli e grandi di quelle ricche provincie vogliono creare una autonomia di fatto prima della costituente per sottrarsi alle leggi che questa voterà sulla ripartizione della terra, ma non hanno mive separatiste. Membri cadetti del Governo provvisorio Scingarieff, Manuilof, Sciakowski e Lvov (secondo) nonchè gerente ministero del Commercio ... (l) si sono dichiarati contrari· a quell'intesa e si sono dimessi. Consiglio dei ministri sta deliberando in casa di Terescenko indisposto per risolvere crisi. Mi viene riferUo da buona fonte che ministri dimissionari oercavano da tempo una occasione per uscire dal Governo e riprendere loro posizione di partito accanto a Miljukoff.

667

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1997/298. Jassy, 16 luglio 1917, ore 21,20 (per. ore 15,55 del 19).

Mio telegramma gabinetto n. 295 (2).

Bratiano mi ha detto che la Francia non solo cerca indurlo a fare concessioni nella questione del Banato ma procura anche di indurlo ad un accordo colla Serbia diretto contro le aspirazioni italiane. Ora egli desidera che tra la Romania e la Serbia esistano (specialmente finchè non sia possibile accordarsi con la Bulgaria) i rapporti più cordiali ma non intende fare alcuna concessione sul

terreno nazionale e si propone su questo come sugli altri terreni di mantenere la più stretta intimità coll'Italia. Bratiano mi ha detto che egli condivide pienamente parere del re Ferdinando essere preferibile che il Banato rimanga all'Ungheria piuttosto che passare alla Serbia. Nella parte nord del paese egli reputa che il Danubio debba essere confine tra la Romania ed il mondo slavo: questa è, pensa, una questione vitale sulla quale non farà alcuna concessione. Dell'ostilità francese contro di noi nella questione balcanica è del resto una prova anche il contegno di questa legazione di Francja segnalato nel mio telegramma odierno n. 337 (1).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non rinvenuto.
668

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 3216/771. Londra, 16 luglio 1917.

Con riferimento al mio telegramma di gabinetto, n. 351 del 10 corrente (2), mi onoro di qui unito far avere a V. E. copia del promemoria • personale urgente • da me inviato in data 10 luglio a Lord Robert Cecil. Unisco pure copia della risposta indirizzatami il 13 corrente da Lord Cecil, che ho già avuto l'onore di riassumere nei miei :telegrammi gab. 358, del 13 luglio (3) e gab. 361 del 16 stesso mese ( 4).

ALLEGATO l.

IMPERIALI A CECIL

PROMEMORIA PERSONALE URGENTE. Londra, 10 luglio 1917.

In varie occasioni, e sia a mezzo dell'Ambasciatore Britannico in Roma che

dell'Ambasciatore di Sua Maestà in Londra, il Barone Sonnino ha spiegato con

opportuni argomenti j motivi per i quali egli ritiene del tutto necessario di soppri

mere dal promemoria segreto britannico, in data delli 13 Giugno scorso, circa l'Asia

Minore, l'ultima frase di esso, e cioè: • Having regard to the efforts made by each

of the Powers in the war • .

Ora, il Barone Sonnino, a maggiore sostegno degli argomenti da lui già detti,

e premesso che la frase suindicata venne aggiunta dal War Cabinet alla redazione

da lui concordata assieme ai Primi Ministri Britannico e Francese nel Convegno

di San Giovanni di Moriana, aggiunge le seguenti considerazioni:

l) Che nel Convegno di San Giovanni di Mariana furono esaminate in istretta connessione e dipendenza le due questioni relative alla situazione in Grecia ed all'Asia Minore, cosicché il consenso dato dal Barone Sonnino alla soluzione propugnata dai Primi Ministri Francese e Britannico nei riguardi della prima questione era subordinato all'accettazione integrale da parte di questi ultimi del suo punto di vista relativo alla seconda questione;

2) Che essendosi finoggi completamente adottate nella questione greca le direttive propugnate dai Governi Britannico e Francese nel Convegno di San Giovanni senza alcuna opposizione da parte del Governo Italiano, il Barone Sonnino si attende dalla equanimità del Governo Britannico, ed anzi confida esso vorrà accedere alla sollecita definizione del negoziato generale circa l'Asia Minore, mercè la soppressione della frase surriferita;

3) Che il soddisfare infine questa legittima domanda rappresenta anche una urgente necessità, in quanto riuscirà ad evitare il ripetersi di quel malessere che la questione dell'Asia Minore già suscitò tra l'Italia ed i suoi Alleati, e ad evitare soprattutto quelle gravissime divergenze, che potrebbero sorgere fra le medesime Nazioni alleate qualora la trattazione della pace trovasse ancora non precisata l'importante questione di cui è parola, la quale involge quella maggiore dell'equilibrio del Mediterraneo -base dell'articolo 9 del Trattato di Londra -che rappresenta invero un vitale e primordiale interesse non solo per l'Italia, ma anche per la Gran Bretagna.

ALLEGATO !I.

CECIL A IMPERIALI

Londra, 13 luglio 1917.

I have carefully considered the conversation which I had with Your Excellency on the 10th instant. I do not know that it would serve any useful purpose to enter into a discussion upon the arguments which, on the instructions of Baron Sonnino Your Excellency there sets out, beyond saying that it was clearly understood at St. J ean de Maurienne that the conclusions there reached were provisional, and subject to the approvai of the Italian, French and British Governments. As I have already had the honour to inform Your Excellency, the War Cabinet have felt unable to accept the deletion from the memorandum of June 13th of the words

• having regard to the efforts made by each of the Powers in the war •, for the reasons which I have already discussed with Your Excellency at some length. I am, however, quite ready to propose to the War Cabinet either to strike out the whole of the Clause dealing with compensation in case the main proposals of the Conference at St. Jean de Maurienne cannot be carried out, or to substitute for the Iast three lines, after the word • Powers • the following words: • Then in any alterations or adjustments of the provinces of the Turkish Empire consequential on the war, due regard shall be had to the preservation of the equilibrium in the Mediterranean in accordance with Article 9 of the London Agreement of May, 1915 •.

(l) -T. 2665/337 del 16 luglio, non pubblicato. (2) -T. gab. 1899/351 non pubblicato. (3) -Cfr. n. 635. (4) -Cfr. n. 657.
669

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, E AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 950. Roma, 17 luglio 1917, ore 22.

(Per Comando Supremo) Mio telegramma n. 8558. Ho telegrafato al R. ambasciatore a Pietrogrado: (Per Londra) Suo telegramma gab. 332 (1). Ho telegrafato al R. ambasciatore in Pietrogrado:

(Per Pietrogrado) Mio telegramma n. 926 (1). R. ambasciatore Londra telegrafa: (... riprodurre il telegramma gab. 1953/362 (2) da: " con promemoria ... sino a ... Carlotti ").

(Per tutti) Rodd mi ha informato che Governo britannico ha incaricato Buchanan fare ogni sforzo per prevenire eventuale scambio su larga scala prigionieri russi ed austriaci, che porterebbe per la fine dell'anno al ritorno in Austria di circa un milione di uomini. Nel caso in cui vi fosse timore che scambio fosse negoziato, Buchanan ha istruzione di far rilevare che Russia non ha bisogno di uomini, mentre la restituzione al nemico di un simile numero di prigionieri avrebbe un risultato disastroso dal punto di vista degli alleati in generale. Rodd ha aggiunto che Governo britannico ci domandava di dare istruzioni al R. ambasciatore a Pietrogrado di associarsi all'eventuale passo di Buchanan.

Ho risposto che avrei dato al marchese Carlotti istruzioni in ,tal senso aggiungendo che V. E. potrà anche far notare al Governo russo che restituzione prigionieri darebbe grande impulso agricoltura nel paese nemico, operai alle fabbriche munizionamento e permetterebbe sostituzione altrettanti operai validi.

Per sua notizia informo che negoziati tra Governo francese e tedesco per scambio prigionieri validi sono stati sospesi, Governo francese non avendo creduto opportuno includere ufficiali nelle proposte di scambio.

(l) Cfr. n. 533.

670

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1984/40. Madrid, 17 luglio 1917, ore 20,30 (per. ore 6 del 18).

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 1201/631 (3).

Informazioni codesto ambasc,iatore di Francia sono le stesse da me inviate con mio telegramma 39 (4). Consento pienamente con V. E. 'e sono in ciò in perfetto accordo coi miei colleghi che convenga agli alleati di astenersi da qualsiasi azione che abbia l'apparenza d'ing,erirsi nelle cose interne della Spagna, ciò malgrado che l'ambasciatore germanico abbia avuto gran parte nella caduta del Ministero Romanones come ne ha ora nel movimento contro il Ministero Dato. Se però questo cadesse o fosse sostituito come qualcuno prevede da un Ministero Alba, gratissimo ambasciata $ermanica, credo sarebbe opportuno che Governi alleati si intendessero per dimostrare con la dovuta discrezione loro diffidenza v,erso il nuovo Gabinetto. I germanofili vanno predicando che i tumulti che si temono a Barcellona sono fomentati da oro francese e inglese. Credo accusa interamente falsa per quanto riguarda Governi ma non escludo che agitatori ricevano incoraggiç~menti ,e aiuti da associazioni radicali francesi. Ciò dovrebbesi impedire con ogni cura perchè da un lato partito germanofilo ne trae argomento contro l'Intesa e dall'altro perchè i gravi disordini che si producessero in Spagna avrebbero per primo effetto di paralizzare industria e commercio che lavora per approvvigionamenti allearti.

(l) -T. 926 dell'H luglio, ritrasmette a Parigi e Pietrogrado il t. 2516/349 da Londra. (2) -Cfr. n. 659. (3) -Cfr. n. 653. (4) -Cfr. n. 637.
671

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1985/365. Londra, 17 luglio 1917, ore 17,05 (per. ore 11,20 del18).

Telegramma di V. E. n. 1201 (1).

Cecil mi ha detto oggi che personalmente condivideva appieno vedute di

V. E. circa la linea di condotta degli alleati in Spagna. Cecil 'era sicuro che analogamente la pensa anche Balfour al quale avrebbe riferito le opportune osservazioni di V. E.

672

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1990/115. Stoccolma, 17 luglio 1917, ore 17,20 (per. ore 13,40 del 18).

Nella imminenza delle elezioni generali è da prevedere che il partito conservatore e la sua stampa tenteranno in ogni modo di mettere in cattiva luce dinanzi al popolo svedese la politica delle potenze dell'Intesa e specialmente dell'Inghilterra e degli Stati Uniti attribuendo ad essi la responsabilità della gravissima crisi economica che minaccia la quadruplice, la quale rimonta invece alla politica germanofila del gabinetto HammarskiOld che il Ministero attuale continua con la stessa buona volontà e con la maggior destrezza per quanto le circostanze glielo consentano. Questa campagna può avere speciale importanza nei r.iguardi dei contadini che hanno peso considerevole e la cui attitudine sembra incerta perché da un lato nutrono risentimento verso il Governo per la fissazione dei prezzi massimi e per altri provvedimenti contrari ai loro interessi, e dall'altro si preoccupano della possibilità che la mancata importazione di foraggi li obblighi a macellare tutto il loro bestiame. Vi è ragione di temere che la reazione spontanea dei partiti democratici contro tale campagna non sia sufficiente. Il partito liberale è in fondo disorganizzato per la mancanza di capi autorevoli ed energici. In quello socialista la maggioranza che segue Branting lotta con fermezza e con chiarezza di scopi, ma la minoranza intransigente (anche sospinta da animosità personali) ne intralcia l'azione. Sembra opportuno quindi rinvigorire l'opera dei partiti democratici cercando di ricollegarla alla politica di Branting.

Questo ministro di Francia ha proposto a me e ad al•tri colleghi alleati di

raccomandare ai nostri Governi di venire in aiuto alla campagna elettorale dei

partiti democratici mediante la somministrazione di fondi che dovrebbero so

prattutto andare a favore della stampa di provincia. II fondo necessario (un

mezzo milione di corone) dovrebbe essere riunito a Parigi e messo così a disposizione di questa legazione di Francia che per mezzo di una persona di sua fiducia lo passerebbe a due uomini politici liberali i quali si incaricherebbero del resto. Ministro di Russia ed io approviamo pienamente la proposta del nostro collega francese. Invece il ministro d'Inghilterra e degli Stati Uniti ·esitano a sposarla sia per scrupoli di carattere tecnico sia per il timore che si produca qualche indiscrezione che potrebbe avere ripercussione sfavorevole sulla situazione. Pur apprezzando i loro scrupoli debbo osservare che tanto il partito conservatore svedese (finanziariamente assai fort.e) quanto gli agenti tedeschi aiuteranno pecuniariamente la campagna contro i partiti democratici i quali confessano di mancare di fondi. Arrestarsi dinanzi a tali scrupoli significa quindi metterei da noi stessi in condizione d'inferiorità. Per quanto concerne la possibilità di indiscrezioni senza poterla escludere in modo assoluto perchè nulla è impossibile io la considero come estremamente inverosimile poichè il procedimento proposto dal collega francese è da lui già da qùalche tempo praticato in più modeste proporzioni. In ogni caso poichè appena sei settimane ci separano dalle elezioni è necessario che i Governi alleati prendano d'urgenza in considerazione la presente proposta. La somma totale di mezzo milione di corone dovendo essere ripartita fra cinque la quota eventuale del R. Governo sarebbe di centomila corone.

(l) Cfr. n. 653.

673

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1987/366. Londra, 17 luglio 1917, ore 23,45 (per. ore 15 del 18).

Telegramma di V. E. n. 1090 (1).

Cecil ha oggi ripetuto che per quanto con scarso gradimento a questo Governo riesciva impossibile impedire l'ammissione nel Regno Unito della nota deputazione russa che sta del resto per giungere se non è già arrivata. Penetrato dell'opportunità delle obiezioni di V. E. e dell'imbarazzante posizione in cui la proposta visita di quei signori pone il Governo del Re, Cecil ha detto che avrebbe esaminato se possibile fare qui qualcosa per ostacolarla.

674

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2613/689. Pietrogrado, 17 luglio 1917, ore 21,10 (per. ore 8,15 del 19).

Ieri sera primo reggimento mitragliatrici uscì armato di caserma e, recatosi presso sedi reggimenti Moscovsky di granatieri e Pavlovsky, riuscì dopo

lunghe trattative ad associarseli nella dimostrazione armata contro Gov,erno provvisorio. Successivamente aggregavansi ad essi altri reparti del reggimento finlandese.

Dimostrazione recante scritti massimalisti sfilò attraverso vie principali recandosi alla Duma ed al palazzo Maria, mentre numerose automobili con mitragliatrici percorrevano in ogni senso la città per sollevare popolazione ,ed invitare altre truppe uscire caserme.

Per ragioni ancora male note ebbe luogo conflitto tra la folla e le truppe insorte che fecero impiego mitragliatrici. Ignorasi numero morti e feriti.

Alla Duma, Tcheize, presidente comitato centrale permanente dei Soviet, biasimò organi dimostrazione, ma fu poco ascoltato; il pubblico si interessò maggiormente al discorso del massimalista Zinovieff, che proclamò la vittoria del suo partito, le dimissioni dei ministri cadetti, auspicò la formazione di un Gabinetto di coalizione socialista puro ed invocò l'immediata cessazione delle ostilità.

La notte trascorse tranquilla. Si annunziano però, per oggi, nuove dimostrazioni col concorso della guarnigione di Kronstadt.

Secondo le notizie pervenute, il movimento ebbe aspetto di pronunciamento militare, ma in vealtà fu organizzato da alcuni capi del massimalismo che da tempo ardevano di oscurare le offensive annunziatesi sotto fausto auspicio e già esercitanti benefica ,influenza sull'opinione pubblica. Da molti non si dubita che agenti germanici abbiano mano in quanto accade. Rimane incomprensibile l'incertezza del comando della circoscrizione militare di Pietrogrado, che non seppe impedire al primo reggimento che iniziò la dimostrazione armata di recarsi alle varie caserme per farvi propaganda. Conviene tuttavia riconoscere che truppe partigiane dei massimalisti sono tuttora in possesso di qualche centinaio di mitragliatrici e numerose automobili blindate.

I cosacchi sono di fedeltà sicura, ma il loro armamento è inadeguato ai bisogni. Ma la mancata preparazione delle truppe fedeli è ben lungi dall'essere una attenuante per il Governo provvisorio. Il movimento è scoppiato così inopinato che Kerensky, venuto qui ieri per crisi ministeriale, è ripartito ieri sera pochi minuti prima che la dimostrazione ricominciasse.

Mi si assicura che egli ha tosto fatto ritorno perchè da stamane trovasi a Pietrogrado. Governo provvisorio e comitato permanente dei Soviet sono insieme adunati e scambiano trattative per mezzo di emissari coi capi dell'agitazione.

(l) Non pubblicato.

675

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1731/347. Bulkeley, 17 luglio 1917.

Il R. addetto militare ha avuto col capitano Lawrence dell'Esercito Britannico, testè ritornato dall'interno dell'Arabia, una conversazione che stimo opportuno di riferire all'E. V. perchè il detto ufficiale, che si è trovato dall'inizio della guerra al lato di Feizal come consiglier,e e rappresentante dell'Inghilterra, passa per uno dei più autorevoli conoscitori delle questioni arabe.

La situazione militare è caratterizzata in questi ultimi tempi da una maggiore attiv,ità come lo provano diversi successi di una certa importanza riportati dalle truppe del Re Hussein.

Zeid, Abdallah e Ali seguitano ad operare nei dintorni di Medina mentre Feizal va ripetendo gli attacchi contro la ferrovia Maan-Medina a 350 Kil. circa a nord di questa città.

Altre truppe, alla dipendenza di Feizal, si sono portate da Akaba su Maan, dopo aver ottenuto successi sulle truppe turche che hanno avuto perdite considerevoli calcolate in 600 morti e 700 prigionieri. Pare che in seguito a questa vittoria la base di operazioni sarà prossimamente trasportata ad Akaba.

A proposito della presa di Medina si sono manifestate divergenze di vedute fra gli Arabi e fra gli stessi Inglesi.

Il Colonnello Wilson, Agente dell'Inghilterra presso il Re dell'Hedgiaz, è fautore della presa ad ogni costo in considerazione della ripercussione grandissima che la caduta della città santa avrebbe sulla pubblica opinione e dell'impressione favorevole che non mancherebbe di produrre sui musulmani dell'India.

Per contro il Capitano Lawrence, che è anch'egli ascoltato, ritiene che Medina in mano dei Turchi costituisce una continua sottrazione di forze e di rifornimenti da parte del nemico. Inoltre, e questo è forse ancora più importante, teme che il giorno in cui la città sia caduta, sorgano contese di partito fra gli Arabi e soprattutto fra Ali e Abdallahi figli di Hussein, che sono notoriamente dei politicanti ambiziosi ed intriganti.

Non va nemmeno dimenticato che, con l'occupazione della città santa, il Re dell'Hedgiaz avrebbe raggiunto il suo principale obiettivo e potrebbe, da questo momento, essere indotto a tenere verso l'Inghilterra una condotta meno remissiva tanto più sapendo il poco favore che le sue note aspirazioni sulla Soria trovano presso gli Alleati.

Il R. Addetto Militare prega di trasmetter,e la copia qui acclusa del presente rapporto al Comando del Corpo di Stato Maggiore, che comunico direttamente al R. Ministero delle Colonie.

676

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1989/18. Parigi, 18 Luglio 1917, ore 14 (per. ore 16,20).

Per mia norma sarei grato a V. E. se potesse farmi conoscere il suo pensiero nel caso che la risposta serba alla nota del Governo montenegrino, di cui al mio telegramma n. 16 (1), fosse conforme alle informazioni comunicate dal R. ambasciatore a Pietrogrado (telegramma di V. E. gabinetto n. 1199 (2) alla

R. -ambasciata a Parigi). Ritengo che se le proposte della Serbia fossero quelle preannunziate come è probabile a Carlotti, Re Nicola e il suo Governo sarebbero in massima tentati ad accettarle per assicurare il consenso degli altri alleati ad una restaurazione qualsiasi del Montenegro.
(l) -Cfr. n. 595. (2) -Ritrasmissione del n. 646.
677

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 951. Roma, 18 luglio 1917, ore 22.

(Per Addis Abeba) Margerie assicurato Salvago Raggi che Ribot ha telegrafato Londra Addis Abeba nel senso mia risposta a Barrère comunicata a V. S. mio telegramma 930 (1). Lang1ey dichiarato Imperiali Governo inglese pur considerando favorevolmente proposta Etiopia rottura relazioni imperi centrali non ha preso decisione definitiva in attesa risposta ministero Guerra consultato per cessione areoplani. Lang1ey ritiene che ad ogni modo condizioni da me esposte Barrère sarebbero appoggiate da Governo britannico.

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 435 (2).

Margerie assicurato Salvago Raggi che Ribot ha telegrafato Londra Addis Abeba nel senso mia risposta a Barrère comunicata V. E. mio telegramma numero 929 (3).

(Per Parigi) Telegramma di V. E. n. 395 (4). Langley dichiarato Imperiali Governo inglese pur considerando favorevolmente proposta Etiopia rottura relazioni imperi centrali non ha preso decisione definitiva in attesa risposta Ministero guerra consultato per cessione aeroplani. Langley ritiene che ad ogni modo condizioni da me esposte Barrère sarebbero appoggiate Governo inglese.

678

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 48. Berna, 18 luglio 1917.

Il consigliere federale Ador mi ha parlato oggi dell'incidente Grimm-Hoffmann-Odier, dicendomi di avere testé terminato il suo rapporto che potrà essere presentato domani. Il Grimm ha dettato una lunghissima difesa del suo operato (sono più di 20 pagine fitte) proclamando essere stato scopo del suo viaggio e

delle sue agitazioni a Pietrogrado non una pace germanica, ma una pace europea onorevole per tutti. L'Hoffmann non gli avrebbe dato alcun mandato e non si sarebbe messo d'accordo con lui prima della partenza. Il Grimm concepì l'idea di telegrafargli sapendo che da buon svizzero avrebbe fatto tutto per la pace e l'Odier non ebbe il coraggio di trattenere un telegramma diretto da un consigliere nazionale, capo di gruppo, al capo del dipartimento politico, il quale, sono le parole dell'Odier, avrebbe gettato il telegramma nel cestino se questo non avesse risposto al concetto della politica federale. L'Odier, evidentemente credeva che vi fossero dei negoziati più o meno ufficiosi, anche perché il telegramma del Grimm chiedeva quali fossero gli scopi di guerra dei vari Governi.

L'Hoffmann ha assunto davanti al suo giudice non la parte di colpevole, ma quella di vittima, se pur non di accusatore. Egli ha detto che nelle condizioni attuali la Svizzera deve servirsi di tutto e di tutti pur di giungere alla pace, senza guardare e senza conoscere quali siano gli scopi dei varii belligeranti. Un paese neutrale, tale è la sua tesi, non può avere in questo campo alcuna limitazione, tanto più quando il perdurare del conflitto ne mette quasi in pericolo l'esistenza materiale e politica. Naturalmente l'Ador non condivide le idee del suo predecessore, che persiste a credere di avere agito, nell'affare Grimm, non come consigliere federale ma come uomo privato, quasi che nel posto che allora occupava egli avesse potuto • se dédoubler ».

Avendo io accennato alla notizia apparsa ieri sul St. GalLer Tageblatt di un giro di confel'enze che l'Hoffmann avrebbe in animo di fare nella Svizzera tedesca per esporre e giustificare pubblicamente i motivi del suo operato, l'Ador mi disse che riteneva la cosa possibile. L'Hoffmann è sollecitato a farlo dai suoi partigiani sangallesi e dall'ambizione di cui soffre di tornare nell'agone politico sia come membro del Consiglio degli Stati, sia come consigliere nazionale.

L'Ador mi esprimeva infine la sua speranza che su questo triste incidente non si sarebbe fatto più alcuna discussione e ciò per carità patria e per non creare nuovi fastidii al paese.

(l) -T. 930 del 13 luglio, non pubblicato. (2) -T. 2600/435 del 17 luglio, non pubblicato. (3) -Cfr. n. 629. · (4) -T. 2598/395 del 16 luglio, non pubblicato.
679

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2619/693. Pietrogrado, 18 luglio 1917, ore 21,25 (per. ore 23 del 19 ).

Disordini provocati dai soldati massimalisti continuarono anche ieri. I cosacchi stante insufficiente loro numero e armamenti, malgrado loro coraggiosa condotta, poco valsero a contenerli. Pretesto assunto dai rivoltosi era lo scioglimento ordinato da Kerensky dei reggimenti insubordinati al fronte. In realtà gli organizzatori della dimostrazione armata furono mestatori poHtici massimallsti e vero scopo era abbattere il Governo provvisorio, dare il potere ad un consiglio massimalisti e concludere una pace immediata. Confermo voce insistente che nel movimento abbiano avuto mano agenti dei tedeschi. Questa mattina la situazione sembra un poco migliorata. Il Governo si è deciso ad agire per il disarmo con

impiego delle forze di cui dispone. Queste ultime vanno aumentando, alcuni reparti essendosi dichiarati pronti a sostenere Governo. D'altro canto il comitato centrale dei Soviet di cui è presidente Tcheize ha apertamente stigmatizzata la condotta dei dimostranti e degli autori dei disordini. Parte della guarnigione di Kronstadt è ripartita per la sua sede.

680

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RODD

L. P. u. 14. Roma, 18 luglio 1917.

Nel restituirLe qui accluso il rapporto confidenziale diretto il 28 aprile u.s. dal Colonnello Talbot al Generale Sir Reginald Wingate, Alto Commissario inglese per l'Egitto, La ringrazio sentitamente per la cortese interessante comunicazione.

TALBOT A WINGATE

SEGRETO. Cai1·o, 26 aprile 1917.

I have the honour to forward herewith my report on the negotiations of the

Anglo-Italian Mission with Mohammed Idris El Mahdi El Senussi during the months

of January, February, March and April, 1917.

Throughout the negotiations Sayed Idris appeared to me to be acting in perfect good faith towards both Governments, and to be genuinely desirous of concluding a lasting peace. He has already a name for justice among the Arabs, and is, I believe, anxious to acquire a reputation for straight forward dealing, similar to that with which he credits the British Government, in whose honesty he has implicit cofindence. To this desire, I think, is to be ascvibed his unwillingness to accept

• modus vivendi • No I unti! he fully understood the conditions.

The Italians seemed somewhat inclined to regard his hesitation as a symptom of bad faith, while I look upon it as evidence that he would not undertake obligations unless he be sure that he could carry them out. Had he been sufficiently deceitful to carry on these negotiations merely as a blind, with the intention of resuming hostilities as soon as the opening of the markets had supplied him, with sufficient food for a campaign, he would probably have been ready to sign any conditions the Italians put before him.

I was, of course, most anxious that the Italian Government should obtain from Sayèd Idris the most favourable conditions possible. At the same time I was convinced that, if he was driven to make certain concessions, it was estremely probable that they would injure his relations with the Arabs to such an extent that he would be unable to make good his position, and any agreements made with him would become worthless. Throughout the negotiations I have invariably expressed my opinion to my Italian colleagues as to which points it was impossible for Idris to concede: and i t is not unlikely that they may regard me as having been more anxious to defend Sayed Idris' interests than to further theirs.

The opportunities at my disposal for obtaining information as to the present

situation were so extremely scanty that I put forward the following views with

great diffidence.

I believe that Sayed Idris proposes to make himself quite supreme amongst the Senussia and that, as soon as he is in a position to make his power thoroughly respected, he will tolerate no interference from any members of his family. When he has attained his aims, I think he will do his best to maintain peace and to develop the country.

The present position of the Senussi family, as quasi-temporal rulers in parts of Cyrenaica, is due almost entirely to the war with Italy. If the Italians are content to go slowly for a few years, it seems probable that the revival of hereditary feuds and jealousies among the Arab tribes, and the calming effect of peace and commerce will do so much to disintegrate the Senussi power, that Italian influence will have little difficulty in penetrating the country by peaceful means. Sayed Idris, I believe, realises that he cannot stand alone; and will probably, if not pushed too hard at first, bow to the inevitable and accept the situation, so long as he can save his face outwardly with reference to the Arabs.

At this moment, I imagine, though Idris is much the strongest candidate for power, he is by no means supreme inspite of his hereditary claims; and if his long negotiations with the two Governments had ended in failure to get the markets opened, his reputation as a politician might have been so severely damaged, that the majority of the arabs would have preferred to follow Sayed Ahmed, and to adopt the latter's attitude of irreconcilable hostility to the Christian Powers.

The conclusion of the agreements with Great Britaln and Italy will, I trust, so improve his position that he will be able to gain over all Sayed Ahmed's adherents, and perhaps to induce the latter to t"etire to Kufra.

Though I have only Sayed Idris' word for it, I am convinced that he wishes the Turkish Government to have no say in his affairs, and that he will tolerate no interference in them by Turkish officers, though one could hardly expect him not to accept money and arms from Turkey if he gets the chance.

His relations with Nuri, personally, are more difficult to understand, since hio association with Ramadan Esc Sceteni Nuri has been trying to stir up the Arabs in Cyrenaica against Idris' pacifìc policy, which must have severely strained their relations. Sayed Idris, too, thoroughly disapproved of the Egyptian adventure into which Nuri pushed Sayed Ahmed. On the other hand Nuri has been so long associated with the Arab cause and has rendered it so much assistance, that Sayed Idris will, no doubt, be 1oth to take strong measures against him. In the unlikely event of Nuri falling into Sayed Idris' hands, I believe the latter will keep him a close prisoner until he can be smuggled out o:f Africa in a submarine. Falling that. he might ask us or the Italians for a safe-conduct. It is by no means impossible that Nuri and perhaps other Turkish officers may go voluntarily to see Sayed Idris, if the latter gives them a promise that he will not detain them. As Sayed Idris may possibly grant them an interview on these terms, with a view to persuading them to leave the country, I suggest that any report of such meetings should not be accepted as proof positive that Sayed Idris has not kept his engagements.

Though I believe that the Italian Government will be very unwilling to interfere with the agreement that has been arrived at, I must confess to a good deal of nervousness as to the view they will take of the reports against Sayed Idris, which they are sure to receive in great numbers. There appear to be in Cyrenaica a large number of mischief making intriguers to whom truth is either unknown or positively distasteful. I trust, therefore, that any information to the discredit of Sayed Idris, which may be received either by the British or Italian Government, will be thoroughly examined and weighed before it is acted on. I further suggest that, if possible, Sayed Idris should be given a chance of answering any such charges before serious action is taken.

Now that both we and the Italians have agreements with Sayed Idris I venture to suggest that it would be well not to send our armoured cars into the Italian sphere

of influence to investigate rumours of wirebase stations, or for any other reason, unless both Governments have decided to break with Sayed Idris. The passage of armoured cars would probably lead to firing on both sides, as the Arabs would not understand our intentions and would think we have come to raid their flocks. Such an incident might have disastrous effects on our relations and destroy the trust that Sayed Idris at present has in us.

Sayed Idris has submitted through me a number of requests for your consideration. These have been passed to the Governor of the Western Desert and were discussed at a meeting held on the 26th instant. There is little doubt that some time must elapse before the Italians are in a position to supply the Arabs with any considerable amount of food-stuffs, as sufficient stocks do not exist in the country. This makes it ali the more advisable that we should do what we can as early as possible, though I have warned Sayed Idris that some delay must ensue before the supply can be arranged.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1224. Roma, 19 luglio 1917, ore 18.

(Meno Londra) R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

l) " Cecil mi ha consegnato... (come nel telegramma 1936/358) • (1).

2) " Rileggendo il mio telegramma... (come nel telegramma 1959/ 361) » (2).

Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Solo Londra) Telegrammi di V. E. nn. 358 e 361.

(Per tutti) Se non sia possibile ottenere formula più soddisfacente sono disposto ad accettare quella proposta da Cecil purché alla parola • debito • nella frase • in conseguenza della guerra debito riguardo sarà tenuto ecc. ecc. " si sostituisca la parola congruo « équitable ».

683

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1227. Roma, 19 luglio 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 115 (3).

Non sono favorevole partecipazione R. Governo.

684

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. R. 9803. Roma, 19 luglio 1917, ore 23.

L'ambasciata di Francia comunica quanto segue:

" Il a été présenté au visa de la censure à Paris la traduction en français d"une brochure intitulée "La Dalmatie" et ayant pour auteur M. Prezzolini. Le traducteur est un serbe, M. Ljubo Radic. La brochure combat les revendications italiennes en Dalmatie; elle contient aussi une critique de l'expédition de Lybie.

Aux objections de la censure, le traducteur et l'éditeur ont fait observer q_ue cette brochure, oeuvre d'un italien, a été publiée en Iialie en juin 1915, donc avec l'autorisation de la censure royale.

Malgré cette observation, qui rend délicate la situation de la censure française, celle-ci s'est adressée au Ministère des Affaires Etrangères, qui avant de lui donner des instructions, a désiré se concerter avec le Gouvernement Royal.

S. E. M. Sonnino voit-il un inconvénient à ce que l'autorisation de paraitre mit accordée à la traduction de l'ouvrage de lVI. Prezzolini? ».

Sarei d'avviso di rispondere interessando il Governo francese a rifiutare il visto all'opuscolo del signor Prezzolini sulla Dalmazia, perché mentre in Italia tale pubblicazione non ha avuto ripercussioni di sorta, potrebbe averne, e assai nocive, in Francia e all'estero, altrove.

Prego V. E. di farmi sapere se concorda.

(l) -Cfr. n. 635. (2) -Cfr. n. 657. (3) -Cfr. n. 672.
685

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1226. Roma, 19 luglio 1917, ore 23,30.

Il Times del 30 giugno scorso annunzia che è stata autorizzata la vendita di 250.000 azioni della ferrovia Smirne-Aidin, le quali, a quanto mi si afferma, costituirebbero l'intero capitale della società. Prego V. E. assumere d'urgenza informazioni e telegrafarmi. Gradirei sapere a titolo di notizia, se è ancora disponibile una parte di dette azioni.

È evidente il danno politico che deriverebbe agli interessi italiani qualora quelle azioni passassero ad una terza potenza.

686

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 217 (1). Parigi, 19 luglio 1917.

Cambon mi ha detto che speravano poter non tener conto della nota rimessa a Thomas considerandola come non ufficiale ma in seguito a discorso tenuto da ministro degli Affari Esteri russo con l'ambasciata d'Inghilterra, il Governo inglese, avendo detto che avrebbe consultato gli alleati circa la risposta da darsi alla nota russa, sarà necessario rispondere qualche cosa e bisognerà parlarne nell'imminente conferenza di Parigi (2).

n. -3000. non è stato rinvenuto. I telegrammi qui pubblicati sono tratti dai pacchi della Serie Politica o dal fondo Ambasciata di Londra ed hanno pertanto spesso solo il numero di protocollo particolare.
(l) -Il registro contenente i telegrammi di Gahinetto in arrivo del 1917 dal n. 2000 al

(2) Ritra~messo a Londra con t. gab. 1230 del 21 luglio.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2621/694. Pietrogrado, 19 luglio 1917, ore 21,27 (per. ore 0,50 del 20).

Governo provvisorio ha chiamato considerevoli forze a Pietrogrado. Due divisioni devono arrivare questa sera per cooperare, con le truppe fedeli, al disarmo dei reggimenti massimalisti e all'arresto dei capi della spedizione.

Lenin, Kameneff, come si assicura, sono stati arrestati oggi. Il Governo in pieno accordo col comitato centrale permanente dei Soviet, è deciso a farla finita cogli ... (l) e coi massimalisti d'azione.

Terescenko mi ha detto che questa sera saranno esibiti al comitato dei Soviet documenti autentici provanti l'intesa dei massimalisti con agenti tedeschi per spionaggio e contrabbando. Posizione di alcuni membri massimalisti del comitato risulterà assai compromessa. Pal'ecchi di loro si sono eclissati. Gli eccessi dei massimalisti d'azione, in questi giorni (fra i quali l'arresto del ministro Cernof, poi rilasciato), hanno impressionato gli stessi massimalisti teorici, mentre hanno provocato benefica reazione nella massa minoritaria e indignato la tranquilla popolazione. A Mosca ebbero luogo dimostrazioni contro i disordini di Pietrogrado. Insomma il comitato dei Soviet e l'opinione pubblica sono col Governo, il quale ha così mano libera per agire e non intende perderne occasione.

Quanto alla crisi ministeriale, Terescenko mi ha detto che per ora non verranno rimpiazzati i quattro cadetti dimissionari, ma che anche nel futuro rimpasto il Governo provvisorio non modificherà la propria composizione ed i quattro portafogli saranno assunti da liberali borghesi, non da socialisti.

Il Comitato dei Soviet disponesi convocare a Mosca tutti i Soviet per decidere circa il programma definitivo, in seguito recenti avvenimenti. È probabile che quel convegno porti il colpo di grazia al massimalismo.

Se le surriferite previsiOni si verificheranno, i disordini di Pietrogrado dovranno considerarsi medicamento drastico, ma di salutare efficacia.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. s. 3278/788. Londra, 19 luglio 1917.

Con riferimento al mio telegramma in data del 27 giugno n. 2933 (2), ho l'onore di trasmettere qui allegata a V. E. copia della nota in data del 16 corrente mese N.W. 134734, con la quale il Foreign Office risponde al memorandum della

R. Ambasciata dello scorso 18 giugno circa la situazione navale nell'Adriatico.

ALLEGATO.

BALFOUR A IMPERIALI

N. s. W 134734/17. Londra, 16 luglio 1917.

The Secretary of State for Foreign Affairs presents his compliments to the Italian Ambassador, and, with reference to His Excellency's memorandum of June 18th, relative to the naval position in the Adriatic, has the honour to state that the British Naval Authorities have furnished the following observations on the statements and proposals contained therein.

In the first place, the Marquis Imperiali's communication does not appear to recognise the presence of the very powerful French Fleet which is based on Corfù and which, together with the Italian Fleet, possesses an overwhelming superiority over the Austrian Fleet. This superiority so far as Battleships are concerned was pointed out at the London Conference and was the reason which led to the withdrawal of the four British Battleships of the • Queen • class.

Dealing in detail with the statements contained in the memorandum, the Naval Authorities observe that, with reference to paragraph l, it is not the case that eighteen United States' Destroyers have reinforced the British Fleet in the English Channel. These Ships are employed in the Atlantic Ocean on work necessitated by the increased submarine activity for the defence of British, Allied and American trade. The Japanese Destroyers have been more than fully employed in escorting numerous troop ships in the Mediterranean. Owing to the increased submarine activity, both in home waters and in the Mediterranean, more Destroyers than this even are required.

As regards paragraph II, the action showed that the dispositions on the 15th

May were not such as to afford protection to the drifter line. It can hardly be said

that this action showed that there are an insufficient number of Destroyers in the

Italian Fleet to afford the necessary protection provided that they are utilised for

this purpose. It is unquestionable that the Italian Fleet possesses an immense supe

riority in Destroyers over the Austrian Fleet, and this entirely neglects any consi

deration of the French Destroyers. The information furnished to His Majesty's

Government as to the disposition of the Italian Dcstroyers indicates the employment

of a large number in the Northern part of the Adriatic, and it is suggested that the

importance of the Otranto barrage is sufficient to make it extremely desirable to

strengthen this area even at the expense of the Northern Adriatic. Possibly the

weakness of the protection by Destroyers of the drifter line of the Otranto barrage

is partly due to Destroyers being moved from this duty for the purpose of protecting

trade in the Mediterranean. This is precisely the reason which prevents the British

Government from sending further Destroyers to the Mediterranean to assist the

Italian Fleet, and, if such is the case, it would seem that both Navies are suffering

from the same disability; but it would hardly be equitable that British trade should

be specially chosen to be denuded of protection in order to provide the force re

quired at Otranto.

As regards paragraph III, it is pointed out that the Italian Navy possesses three

very fast Light Cruisers in the " Marsala •, • Nino Bixio • and the • Quarto •, all

three of which have a speed apparently at least as high as that of the four Austrian

Light Cruisers. In addition, the Italian Navy possesses seven very fast and powerful

vessels of the • Mirabello • and • Aquila • classes, and the Austrian Fleet has no

ships of corresponding type. If to these very fast vessels are added the four British

Light Cruisers, it will be seen that the Allied Nàvies in the Adriatic have an over

whelming superiority in regard to fast light craft over the Austrian Fleet: the supe

riority is infìnitely greater, in fact, than that possessed by the Light Cruisers of the

Grand Fleet over those of the High Sea Fleet, and this is the reason why it is not

possible to weaken the Grand Fleet in order to strengthen the Italian Fleet. It was noticed that apparently only one of the three Italian Light Cruisers was avaìlable on the 15th May: no doubt there was some good reason for this, but, in view of the importance attached by the Italian Navy to having a force of fast Light Cruisers available to deal with the Austrian Vessels of this type, the reasons which permitted of the absence of two out of the three Italian Vessels must have been very strong.

In view of the considerations set forth above, His Majesty's Government greatly regret that it is not possible to substitute Light Cruisers of the • Arethusa • or

• Calliope • class under present conditions for the British Light Cruisers now in the Adriatic. Directions have, however, been given to the Rear Admiral Commanding the British Light Cruiser Squadron to reduce to the utmost possible extent the weights carried by the British Light Cruisers, and it is confidently anticipated that a very appreciable increase of speed will be obtained as a result of this measure.

It is also intended to send to the Straits of Otranto, as soon as they are ready, four Patrol Boats of a special type from Malta, and it is hoped that with these measures the Italian Government will be able to afford the necessary protection to the British drifter line.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1414/166. Atene, 19 luglio 1917.

La situazione della Grecia in quest'ultima quindicina è rimasta presso a poco quale io avevo l'onore di descriverla a V. E. nel mio rapporto del 29 giugno

n. 156 {1). Senonché il regime di corruzione e di terrore di cui allora si vedevano gli inizi, si è ancora accresciuto in questi ultimi tempi. Nuovi arresti, con disprezzo di tutte le leggi civili e militari, vengono eseguiti presso che ogni giorno; ed a altro non si pensa che creare vacanze in tutti i posti della gerarchia statale ed economica, per distribuirli agli amici di Venizelos.

Più chiaro si vede oramai che non quando ebbi l'onore di scrivere l'ultima volta a V. E., intorno ai rapporti di Venizelos col Re Alessandro. Sebbene i venizelisti .tengano un gran ritegno, e sebbene la stampa abbia oramai adottato il doveroso silenzio intorno alla persona del Sovrano, pure non è difficile in questo loquace paese di apprendere che quei rapporti sono .tutt'altro che buoni. A quanto mi venne riferMo, il primo dissidio si manifestò all'occasione del richiamo dei Ministri ellenici dai paesi nemici dell'Intesa. AHorquando i relativi decreti vennero presentati al Re Alessandro, questi avrebbe osservato al suo Primo Ministro che la misura che gli si chiedeva di decretare equivaleva ad una dichiarazione di guerra; e che la Costituzione greca riservava la dichiarazione di guerra come diritto del Sovrano. Al che Venizelos avrebbe risposto che Sua Maestà non poteva ignorare che il ritorno di Venizelos al potere significava per se stesso rottura con gli Imperi centrali e con gli alleati di essi. Avendo ciò nonostante il Re Alessandro fatta attendere per 24 ore la firma del decreto, mi si assicura che gli fu mandato a dire che se egli non si affrettava sarebbe stato arrestato. Di altri dissidi si narra, e si specula senza alcun ritegno

di linguaggio se, o meno, sia intenzione dei venizelisti di detronizzare il Re Alessandro in breve tempo, e proclamare la repubblica ellenica. Affermasi generalmente che Venizelos, personalmente, sia ancora contrario a distruggere la monarchia in Grecia perché teme che la propria attività politica sarebbe paralizzata dal dovere assumere la carica di Presidente di tale repubblica; e si è giunti a dire che egli, nella evenienza, preferirebbe conservave il posto di capo del governo e lasciare le altre funzioni, per lui troppo decorative e troppo costituzionali, all'ammiraglio Conduriotis. Secondo altri la Camera che, come già ebbi a riferire a V. E., non tarderà ad essere convocata nelle persone dei deputati che fecero parte di quella, secondo i venizelisti e le Potenze Protettrici, abusivamente disciolta nel 1915, non tarderà dopo la sua convocazione ad essere trasformata in Costituente; il che darà motivo alla formazione di un governo provvisorio, tipo russo, capac,e senza dubbio di conservare abbastanza a lungo dei poteri sfacciatamente tirannici. A proposito della convocazione della Camera, è abbastanza caratteristico il decreto che è stato fatto firmare dal Re Alessandro, a senso del quale i nove seggi i quali nella Camera medesima sono addivenuti vacanti, non saranno riempiti con nuove elezioni supplementari. I venizelisti dicono che le anormali condizioni del paese continuano a rendere impossibile ogni elezione; gli antiv,enizelisti asseriscono altamente che se si addivenisse a nuov,e elezioni generali o parziali, il venizelismo sarebbe inesorabilmente battuto.

Merita il nostro speciale studio l'attuale stato dei rapporti di Venizelos con la Francia. Se si dovesse dare ascolto alla gazzarra che, prima in occasione della venuta del g,enerale Sarrail ad Atene, e poscia celebrandosi la festa nazionale francese del 14 luglio, si è udita per le strade di Atene, se ne dovrebbe dedurre ad una calorosità di sentimenti non mai più sentita. Ma, come già ebbi a riferire all'E. V., tutto quel chiasso non cerca che di nascondere l'insanabile dissidio che sempre è esistito e sempre esisterà in politica, fra liberatori e liberati, fra protettori e protetti. Nella stampa v'enizelista e sopratutto nel Messager d'Athènes, diretto da una signora eccessiva in tutto, ma di carattere franco ed indipendente, già si fa giorno l'inquietudine che i francesi troppo tardino oramai a togliere essi stessi, ed a obbligare g1i Alleati a fare altrettanto, quei Controlli internazionali e quelle occupazioni del territorio ellenico, che i venizelisti sempre affermarono essere patenti prove di sfiducia condannatrici della germanofilia del Re Costantino e dei suoi fedeli aderenti i Gunaris, gli Skouloudis, i Dusmani e i Lambros. Vedendo che quelle misure tardano ad esser tolte i venizelisti cominciano ad agitarsi, e forse a chiedersi, nel segreto del loro cuore, se la germanofilia dei realisti come fu per loro un pretesto per tornare al potere con l'appoggio del1e Potenze Protettrici, non possa anche addivenire per queste, e soprattutto per la Francia, egualmente un pretesto per continuare a spadroneggiare sulla Grecia.

Non è dubbio che Venizelos e i suoi partigiani gu,ardino in questo momento all'Inghilterra, alla Russia ed anche, e forse specialmente, all'Italia, per procurare di liberarsi, con l'aiuto di esse, dalla prepotenza francese. Ma è ciò una linea di condotta, una tendenza politica ancora assai incerta ed embrionale; e non potrà essa o accentuarsi o sparire, secondo i casi, se non quando il ritorno del Jonnart, se avverrà, avrà rischiarato il Governo Ellenico su ciò che esso,

in fatto di denaro e di appoggio ad aspirazioni politiche, è in diritto di aspettarsi dalla Francia. Per ora gli affari di questa Legazione di Francia non paiono aver migliorato con la partenza del Guillemin. Vi è il signor Castillon che, nella sua qualità di Consigliere della Legazione, ne ha preso automaticamente la reggenza al momento della « partenza in congedo » di Guillemin. Vi è un Consigliere d'Ambasciata tale signor Clauz,e, venuto qui col signor Jonnart e rimasto dopo la partenza di questi, a rappresentarlo. Vi è in terzo luogo un deputato fmncese signor David anche egli giunto coll'Alto Commissario, ed anche egli qui r,imasto con vaghe mansioni di completare l'opera di ,epurazione iniziata da quel gran personaggio. Fra questi tre signori non è facile, né per noi né per i greci, capire a chi uno debba rivolgersi per tale o talaltro affare, e cui debba spettare la responsabilità di tale o talaltra misura presa. La Legazione d'Inghilterra viene retta da un Incaricato d'Affari di poca esperienza e di minore attività, il quale altro non sa che ripetere che conviene aiutare Venizelos, non spiegando però a quali intenti. Quanto al Ministro di Russia il quale, come è noto a V. E., dapprima fu richiamato e poscia fu conrermato qui, è ben chiaro che dopo la pubblica e solenne sconfessione del Governo Russo di tutta l'azione di Jonnart, egli si senta completamente paralizzato. Del resto il Principe Demidoff non ha mai fatto nulla che non fosse confusione e Jncoevenza, e nelle circostanze attuali non ha che da continuare con lo stesso sistema.

In mezzo a tutte queste difficoltà e contraddizioni, V. E. ben si rende conto che la questione della mobilitazione greca, e quindi della possibilità per la Grecia di recare all'azione dell'Intesa qualche contributo serio, non ha fatto un passo dall'ultima volta che ebbi l'onor~e di scriveve all'E. V. Direi anzi che essa questione abbia fatto un passo indietro, in quanto che da una parte ho inteso financo discutere la possibilità di chiamare le classi 1916 e 1917, il che, secondo riferii a V. E., rappresentava il minimo del programma militare di Venizelos; e dall'altra si manifesta lo strano fenomeno che l'arrivo al potere di Venizelos ha fatto completamente cessare quegli arruolamenti volontari che avevano pur finito col dare qualche modesto contingente all'armata d'oriente. Quali dichiarazioni Venizelos si sentirà in grado di fare su questo capitalissimo argomento alla riapertura della Camera è ancora bene incerto. Suppongo che proverà, secondo i suoi ben noti sistemi, di rigettare sulle Potenze Protettrici, e specialmente sull'Italia, la colpa di non aver potuto fare più e meglio. In ogni caso noi dobbiamo, per la nostra linea di condotta, continuare a ritenere ed a sostenere che la nuova alleata dell'Intesa è militarmente un non valore, e politicamente una sciagura.

P. S. A documentare il mio dire circa le dimostrazioni franco-,elleniche e circa la convocazione della Camera del. 1915 accludo in estratto dai giornali francesi:

l o il resoconto del pranzo offerto dal Signor Jonnart prima della sua partenza; 2• il rapporto del Signor Repulis, Ministro dell'Interno, sulla riconvocazione della Camera (1).

17 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) Non rinvenuto.

(l) Non rinvenuti.

690

IL CONSOLE A BARCELLONA, LEBRECHT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2625/270. Barcellona, 20 luglio 1917, ore 14,20 (per. ore 17,56).

Grazie straordinario spiegamento forze ostentate autorità ed ancora più grazie ripetuti proclami capi partito al popolo esortandolo evitare eccessi, non pregiudicare con repressioni violente ulteriori loro azioni, giornata di ieri trascorse senza gravi disordini, «riunione parlamentari » invece Municipio occupato militarmente dopo banchetto tenne assemblea sala esposizione elettrica. Verso fine seduta giunse governatore civile che con la forza fece allontanare circa 80 deputati senatori. Conclusioni assemblea furono: l) necessità convocazione nuove Cortes in funzioni Costituente, da effettuarsi però non da un Governo di partito bensì da un Governo nazionale concentrazione; 2) nomina in seno assemblea tre commissioni distinte: per lo studio rif~rme costituzionali ed autonomia municipale; difesa nazionale organizzazione insegnamento e giustizia; problemi economici e sociali derivanti situazione attuale. Avvenimenti ieri hanno dimostrato completo accordo tutti i partiti regione e assoluta influenza dei capi su masse operai. Sembra altresì confermato che parte esercito malsicura e che malgrado recenti dichia!'azioni fedeltà del colonnello Marquez, presidente giunta difesa fanteria, (cui in realtà fanno capo giunte stessa arma tutta la Spagna) egli mantenga relazioni comitato agitazione. Secondo le notizie ricevute anche a Valenza analogo fermento.

R. ambasciatore a Madrid informato.

691

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1238. Roma, 20 luglio 1917, ore 20.

Giers mi comunicava un telegramma riservato di Terescenko in cui questi insiste per avere una risposta favorevole per l'ammissione in Italia dei quattro delegati del Soviet. (Vedi mio telegramma n. 1190) (1). Giers si estendeva sui pericoli di sospetti, accuse di reazioni e rancori contro l'Italia che deriverebbero da un rifiuto. I quattro delegati erano favorevoli alla continuazione della guerra.

Ho risposto che non potevo ancora dirgli nulla di certo in proposito.

(l) Cfr. n. 643.

692

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, E A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1236. Roma, 20 luglio 1917, ore 21.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi comunica che Governo britannico ha ricevuto dai Governi serbo e romeno richiesta perché possano essere rappresentati Parigi.

Il signor Balfour pensa che solamente rappresentanti grandi potenze dovrebbero prender parte « ex officio » conferenza, ma che vi sono Parigi competenti ufficiali appartenenti alle più piccole potenze belligeranti che potrebbero essere chiamati conferenza per dare informazioni o avvisi concernenti problemi riguardanti loro rispettivi paesi.

Balfour esprime fiducia che io vorrò accordarmi con lui per informare in questo senso ministri di Serbia e Romania.

Per quanto consta al Governo britannico Venizelos non ha ancora domandato che rappresentanza greca prenda parte conferenza. Balfour ritiene che se vengono chiamati ufficiali serbi e romeni, analogo invito dovrebbe essere esteso ufficiali gl'eci.

Ho risposto a Rodd che in massima concordavo con le viste del Governo inglese.

693

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 98. Corfù, 20 luglio 1917.

Pacié mi ha detto ieri che ha ,intenzione andare Roma, Parigi, Londra. Esclude Pietrogrado. Partirebbe a giorni, a meno non apprenda che la confel'enza di Parigi è non solo militare ma anche politica nel qual caso partirebbe subito.

Suo viaggio rimanderebbe certamente trasferimento Governo serbo a Salonicco (1).

694

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2010/369. Londra, 20 luglio 1917, ore 10,20 (per. ore 4 del 21).

Telegramma di V. E. n. 1205 (2). Al Foreign Office non si è avuto alcun sentore delle tendenze v,enizeliste

segnalate da Bosdari. Esse comunque non potrebbero rispecchiar,e le vedute di Venizelos che non ha più accennato alle not,e aspirazioni elleniche in Asia Minore né formulato condizioni di sorta per eventuale entrata in guerra della Grecia.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1240 del 22 luglio. (2) -Non pubblicato.
695

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2636/660. Pietrogrado, 20 Luglio 1917, ore 11,30 (per. ore 10,50 del 21).

12 luglio.

Le elezioni municipali Mosca hanno dato seggi 116 ai socialisti rivoluzionari, 34 ai cadetti, 24 ai minoritarì e 23 ai massimalisti. La vittoria dei socialisti '!"ivoluzionari viene attribuita alla divisa terra e libertà che ha incontrato il favore dei contadini e piccola borghesia di città. I risultati elettorali di Mosca sono del resto analoghi a quelli di Pietrogrado.

696

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2640/702. Pietrogrado, 20 Luglio 1917, ore 21,14 (per. ore 14,10 del 21).

I dissidi in seno al Governo provvisorio, già da me segnalati, si sono accentuati, tanto che oggi parlavasi di un nuovo Governo con K,erensky presidente del Consiglio e Tzeretelli ministro dell'Interno.

La voce trova tuttora credito stante la riapparizione, da iersera, di Kerensky, il quale ha tenuto dinanzi ad una folla entusiasta un energico discorso in cui ha denunziato gli autori dei disordini come nemici della democrazia assoldati dalla Germania.

Anche oggi le operazioni per il disarmo dei rivoltosi continuarono alacremente. Rimangono ancora da sequestrare armi che i rivoltosi avevano ceduto agli operai. Ma anche per questi è incominciata una severa perquisizione nei sobborghi.

In complesso, nonostante scaramucce di fucileria avvenute anche oggi, il miglioramento situazione continua.

697

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2649/669. Pietrogrado, 20 luglio 1917, ore 11,30 (per. ore 9,35 del 22).

13 luglio. Continuando la sua campagna contro i socialisti riformisti italiani, Gregorieff scrive sulla Novaja Gisni che alle domande loro rivolte dal comitato

esecutivo del Soviet circa Dalmazia, Albania, isole greche, Asia Minore, Raimondo e Labriola hanno rivestito le loro risposte con frasi diplomatiche che tradiscono sfrenata campagna annessionista che conducesi in Italia col consenso di tutti i partiti. I giornali italiani più influenti, non contenti delle assegnazioni loro fatte in Asia Minove, mercanteggiano coll'Inghilterra anche per Alessandretta, ostacolano la politica degli alleati coi venizelisti ... (l) per l'Epiro e le isole gveche, discreditando il movimento nazionale jugo-slavo, non ammettendo che la Dalmazia possa non essere italiana. Se è vero che Bissolati non parteggia per l'annessione della Dalmazia, egli in tal caso rappresenta infima minoranza in seno suo partito stesso.

698

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2659/680. Pietrogrado, 20 luglio 1917, ore 11,30 (per. ore 13,10 del 22).

15 luglio.

Rispondendo al telegramma di saluto e simpatia del Governo provvisorio, congresso jugo-slavo di Corfù dichiarasi lieto di potere annunciare aHa Russia fraterna e democratica che serbi croati e sloveni sono concordi nel voler vivere uniti sotto gli auspici di un solo stato democratico rappresentato dalla liberale dinastia dei Karageorgevich. Nuovo stato non avrà che un solo emblema. Tutti i cittadini qualunque sia loro origine avranno la stessa libertà. Tutte le confessioni saranno egualmente protette dalla legge. I due alfabeti saranno ammessi nelle istituzioni pubbliche. Germanesimo cercava snazionalizzare jugo-slavi grazie loro frazionamento, ma ora che Russia democratica si è unita alle democrazie europee ed americana lottanti contro egemonia germanica, tutto il popolo jugo-slavo aspetta prossima sua indipendenza e unità ed è lieto che sue aspirazioni abbiano simpatia ed appoggio della libera Russia.

699

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1244. Roma, 21 luglio 1917, ore 21.

Oltreché al ministero prego indirizzarmi presso ambasciata italiana Parigi da domani sino ad istruzioni in contrario i telegrammi di assoluta urgenza e speciale importanza indicando nell'esemplare diretto a Roma che esso è stato altresì inviatomi direttamente.

(l) Gruppo indecifrato.

700

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 19.3.46. Roma, 21 luglio 1917.

In risposta al telegramma 19 corrente n. 9803 (l) concordo nell'avviso espresso dall'E. V. che sia da interessare il Governo francese a rifiutare il visto alla traduzione dell'opuscolo del signor Prezzolini sulla Dalmazia in considerazione delle nocive ripercussioni che detta traduzione potrebbe avere in Francia e in generale all'estero (2).

701

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 118. Stoccolma, 21 luglio 1917.

Apprendo da buona fonte che Henderson al suo recente passaggio qua avrebbe espresso desiderio che la conferenza socialista fosse rimandata di un mese cioè al 15 settembre. Huysmans avrebbe accettato a nome comitato olandese scandinavo ma subordinando il rinvio alla adesione del Soviet il quale non si sarebbe ancora espresso (3).

702

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2021/223. Parigi, 21 luglio 1917, ore 14 (per. ore 2,30 del 22).

Giornali annunziano stamane che Serbia, Romania e Grecia avranno soltanto voto consultivo nella conferenza. Avendone chi·esto stamane a Cambon

stesso contenuto.

questi si mostrò contrariato da quelle pubblicazioni che disse fantastiche. Confermò non aver mai inteso parlare della Grecia e confermò che nella conversazione che il 24 Ribot desidera avere con V. E. e Lloyd George decideranno il modo di consultare le altre potenze minori intel'essate nei Balcani. Il 25 sembra si riunirà alle 10 del mattino la conferenza che Cambon prevede durerà due giorni.

Cambon aggiungeva che siccome è difficile non... (l) parlare anche della proposta russa circa gli scopi di guerra, crede sarà bene che Ribot conferisca con

V. E. e Lloyd George al riguardo senza che sia presente il russo. Da tale conversazione potrebbe venirne l'opportunità di conferire al riguardo anche con il rappresentante Governo belga e perciò ,era stato avvertito barone de BroqueviHe venire qui e tenersi pronto per eventualità di essere chiamato. Ciò secondo Cambon è stato fatto per un riguardo al Belgio. Nell'insieme mi sembra che Ribot non sa resistere alle pressioni che vengono da tutte le potenze di essere ammesse e vuole contentarle con mezze misul'e. Cambon ha però confermato che gli Stati Uniti invitati hanno r,ingraziato e fatto sapere che non hanno ragione di intervenire e perciò nemmeno Giappone interverrà.

(l) -Cfr. n. 684. (2) -Fu trasmessa, in pari data, all'ambasciatore di Francia a Roma, una lettera dello

(3) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1250 del 24 luglio.

703

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 26621706. Pietrogrado, 21 luglio 1917, ore 6 (per. ore 17,20 del 22).

Mio telegramma n. 703 (2).

Sebbene nomina Kerensky possa considerarsi sicura sta di fatto che decreto relativo non è stato firmato finora e che principe Lvov, sebbene dimissionario, continua a dirigere ministero Presidenza e Interni. Ufficialmente la crisi non è pertanto fino ad oggi risolta. Quanto al ministro Affari Esteri, si assicura non sarà cambiato. La pregiudiziale non ancora risolta e che fa ritardare l'assetto della crisi ministeriale provocata dalle dimissioni dei cadetti e dagli avvenimenti di questi ultimi giorni è se Governo provvisorio debba essere omogeneamente socialista o di coalizione, con partecipazione di rappresentanti borghesi. Quest'ultima soluzione s~mbra la più probabile, ma l'accordo col comitato permanente dei Soviet non è ancora raggiunto. Il comitato, siccome ne informai V. E., ha qui convocato fra due settimane l'assemblea generale di tutti i Soviet.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non rinvenuto.
704

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2668/707. Pietrogrado, 21 luglio 1917, ore 21 (per. ore 18 del 22).

Telegramma di V.E. n. 926 (l) e seguito mio te1egramma 647 (2). Croce Rossa austriaca aveva proposto tempo fa alla Croce Rossa russa di esaminare possibilità scambio di prigionieri validi fatti susseguentemente primo maggio 1915. In conformità istruzioni di V.E. non ho mancato fare rilevare a questo Governo grave pregiudizio che agli alleati ed a Russia stessa cagionerebbe accettazione di simile proposta. Mi fu data cortese risposta ufficiale che le mie considerazioni non facevano che avvalorare opinione già ferma del Governo provvisorio a tale riguardo. Petraieff mi informa infatti in questo momento che Croce Rossa russa, alla quale era stato comunicato parere del Governo provvisorio e nostro, ha rigettato proposta della Croce Rossa austriaca. Buchanan non aveva cognizione di quanto precede, ma era stato incaricato far conoscere al Governo provvisorio che scambio prigionieri fra Inghilterra e Germania !imitavasi: l) a invalidi accertati; 2) non a rimpatrio, ma a internamento in Olanda; 3) a sei (sic) soldati, seimila ufficiali, 2000 civili. Egli doveva inoltre insistere, come suppongo lo abbia fatto, perché scambio di prigionieri validi non avesse luogo fra Russia e Austria.

L'ambasciatore di Francia mi ha detto che Francia aveva declinato scambio di prigionieri con Germania e mi ha assicurato spontaneamente del suo concorso per distogliere Russia, seppure ve ne fosse bisogno, dall'accettare proposta di scambio di prigionieri validi.

705

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28091708. Pietrogrado, 21 luglio 1917, ore 7 (per. ore 16 del 3 agosto).

Il Governo provvisorio ha ordinato che i reparti di truppe i quali parteciparono alla rivolta armata vengano sciolti e incorporati in altre unità. Kerensky ha emanato un energico avv,iso ingiungendo alla flotta baltica ed alla guarnigione di Kronstadt di sciogliere propri comitati e di arrestare agitatori e tutti i ribelli degli equipaggi di quattro corazzate consegnandoli entro 24 ore a Pietrogrado.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non rinvenuto.
706

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2039/272. Atene, 22 luglio 1917, ore 16,30 (per. ore 21,30).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1236 (1).

Sembrerebbe che prima di ammettere confevenza Parigi un rappresentante greco occorrebbe chiedere a Venizelos chiare precise spiegazioni circa sue intenzioni e alle sue possibilità circa mobilitazione esercito greco.

Continuare a farsi burlare da Venizelos sembrerebbe veramente troppo.

707

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 226. Parigi, 22 luglio 1917.

Mi si assicura che nel comitato segreto ieri Ribot ha dichiarato al senato Governo manterrà rifiuto passaporto Stoccolma (2).

708

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 306. Pietrogrado, 22 luglio 1917.

Mi viene riferito da persona degna di fede che l'idea accennata nell'odierno proclama del Governo provvisorio di fare entrare rappresentanti della democrazia russa oltre ai diplomatici nella Conferenza destinata • raccordare principi della rivoluzione con l'azione degli alleati • (mio telegramma n. 709) (3) corrisponde ad un suggerimento inglese.

Ciò mi conferma sempre più nella supposizione che Governo britannico non sia estraneo al progetto forse al programma della conferenza in questione. La stessa persona mi diceva che alla conferenza si recherebbe un membro

del governo provvisorio forse lo stesso Kerensky (4).

(l) -Cfr. n. 692. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Pietrogrado, con t. gab. 1254 del 24 luglio. (3) -Non pubblicato. (4) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi, con t. gab. 1256 del 24 luglio.
709

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2032/305. Pietrogrado, 22 luglio 1917, ore 22,15 (per. ore 10,25 del 23).

Petraieff mi ha detto che, a quanto gli consta, la Grecia si considera in stato di guerra con i nemici dell'Intesa e non ha posto né pone condizione agli alleati per la sua partecipazione alla guerra.

In quanto a rinunziare a Kavalla, Venizelos non vi avrebbe più accennato. Da certi indizi risulterebbe anzi che le aspirazioni del Governo Ellenico vanno più oltre di Dedeagatch (1).

pp. 162-168:

« 25 luglio. Ore 10. Quai d'Orsay.

[Ribot] : Front Macédoine. Grèce: efiort considérable. Etat actuel des efiectifs.

Foch: 20)1 ou 22)1 divisions alliées, selon les effectifs actuels. Monastir-Salonique. Armée grecque n'est pas formée encore actuellement. Pas possible diminuer. Maintien des efiectifs en attendant [l'armée grecque].

Armée d'Orient:

5 divisions anglaises 192.000 hommes

8 divisions françaises 210.000

3)1 brigades italiennes 45.000+80.000 à Valona

Serbes 100.000 Russes 12.000

559.000 rationnaires

30.000 actuels

Grecs 30.000 mobilisés

600.000+80.000

269.000 combattants Robertson: Ennemis 400.000 contre alliés 600.000 plus que nécessaires pour but défensif. Offensive pas pratique sans offensive russo-roumaine. Gouvernement britannique eroporte une division et de l'artillerie lourde pour Palestine, et, à mesure que Venizelistes disposer troupes, anglaises et françaises [disponibles] pour offensive ou autre théiìtre d'opérations. Foch e Cadorna: Situation améliorée mais renforcement incertain jusqu'à 1918 pour concours grec. A présent: maintenir terrain conquis, couvrir Grèce et occupation italienne

[en Albanie]. Offensive difficile. Début 1918: forces grecques. Printemps 1918... Nécessaire conserver moyens de profiter des occasions. Réduction efiectifs actuellement impossible.

Cadorna: Front passe les 300 kilomètres.

Generale russo: Crise en Russie: moment le plus critique. Toute diminution pourrait avoir efiet néfaste su:r armée du sud-ouest.

Vesnic: Toute diminution de l'effectif aurait effet néfaste sur armée serbe, et mème

sur les populations des territoires occupés par l'ennemi.

Generale rumeno : Idem. Ennemi s'avancerait vers Odessa.

Romanos: Idem. Effet mora! sur population grecque. Ajoutons 12 divisions plus 3 existantes: total ensuite 300 mille hommes.

Lloyd George: W e find it impossible to subscribe to decision of majority of the conference. We realize the Russian perii and simpathize with Servia, but unfortunately there is another danger for us. The temporary collapse of Russian forces in the East has left us in a very difficult position in Turkey. Russian army in Caucasus till now had a great action in support of our effnrts in Egypt and Mesopotamia. A converging movement was concerted for this year. Now Russian army in Caucasus in retreat. Generai Maude in a position that may become perilous: now he is practically alone. The whole burden of fighting the Turkish Empire now rests on cur shoulder: the 482 thousand in Egypt and Mesopot'lmia, plus 200 thousand in Salonika. German~ pushing Turks to attack in Mesopotamia. We must reinforce our armies in Palestine and Mesopotamia. We must attack at Ghaza. Foch doesn't want us to take away a division from France. We are urged to take up a larger line. Russian army in Caucasus now doesn't fight. We'd take one division from Salonika. and keep other two in reserve there ready for any occurrence. 80 thousand [Italians] in Valona: they are a menace to any attack of the enemy on Greece. We press two propositions on which we must insist: l. -draw one British division and prooortion of heavy artillery for Palestine; 2. -further divisions can take their piace. The proposal is not to withdraw ali the

divisions from Salonika.

Generale russo: Nous donnericns la possibilité aux Tures de prélever des troupes sur le front de Salonique, et de les envoyer en Mésopotamie ou Palestine. Le théiìthc sud-ouest

russe est à présent sérieus~ment menacé, et c'est aujourd'hui le plus import:-1nt.

Painlevé souti'Cnt que le rendement des forces de Salonique n'est pas différent de celui des autres fronts. On demande à l'Angleterre d'attendre à retirer ses troupes que des me

naces plns graves se présentent ailleurs.

Sonnino: Si potrebbe l'Spettare un po' a decidere. Balfcmr: We are apt to forget that there is [r.et] only one front. A British division now

(l) Cfr. le seguenti annotazioni, in data 25 e 26 luglio, in SoNNINO, Diario, III, cit.,

710

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2669 /713. Pietrogrado, 22 luglio 1917, ore 22,55 (per. ore 15 del 23).

In questi circoli militari esteri la rotta del fronte russo, operata dal nemico nel settore di Pomergiani il 20 corrente, non ha. per ora molta importanza ed è riparabile nonostante l'arrivo di riserve austriache. L'esercito russo si trova infatti in considerevole superiorità numerica e la sua ritirata è stata volontaria, in seguito a defezioni organizzate da emissari dei massimalisti di Pietrogrado i quali davano per cosa fatta il loro avvento al potere e imminente la conclusione della pace.

Petraieff mi ha confermato la notizia già data col mio telegramma gabinetto n. 302 (l) circa l'imminente offensiva russa sul fronte settentrionale.

at Salonika serves the common cause best now staying there or being transferred to Palestine or Mesopotamia. The effect of our action in Turkey can be as useful and more to the common cause. Till end October nothing can be expected from the Russian army in Caucasus. It would be a disaster to the allied cause if Turks could concenter ali their forces in Mesopotamia. It is in the cause of ali the allies. Which is the weaker front: the Salonika one, of the Tigris one, where we calculated on a Russian advance? The point of greatest perii at this moment is not at Salonika. We must be moved by strategie considerations and not sentimental ones in the distribution of forces.

Lloyd George: Si può considerare purché si decida nella presente conferenza.

Jonnart: Mezzi finanziari alla Grecia; sottocommissione inglese e francese, perché a questi fa appello la Grecia. Presidente: designare nomi. Smuts e Jonnart designati per questione finanziaria e questione militare: rifornimenti. Ore 16. Seconda seduta. Romanos: Grecia bisogno denari 100 milioni dracme per deficit bilancio; per nuove

divisioni, ...milioni dracme. Intesa appoggi domande presso Stati Uniti. In America 50 milioni dollari per primo anticipo. Pel resto, a misura... Vorrebbero commissione delegati inglesi e francesi, sedenti a Parigi, valutassero bisogni, a parti eguali. Farebbero ordinazioni in America. Controllo fatto da commissione anglo-francese in Atene. (Spesa anche per famiglie di riservisti).

Thomas: Tutte le ordinazioni in Stati Uniti farsi esclusivamente da commissione an

glo-francese.

Ribot: Occupazioni interne in Grecia.

Sonnino: Espone questione di triangolo Kalibaki.

Romanos: Insiste che governo greco...

Sonnino: Prende atto di dichiarazioni di governo greco e ha le migliori disposizioni di

venire a componimento con governo greco, quando presenterà migliori garanzie di sicurezza. Lloyd George: Bisogna trattare Venizelos come un alleato. Non si tratterebbe così con una grande potenza. Balfour: Si appella a governo italiano perché si appoggi l'azione del governo Venizelos:

bisogna rendergli possibile l'appoggio del suo Parlamento. Full administration. Non può

giudicare delle questioni militari.

Sonnino: Condizioni speciali di luogo, passato agitato; dal lato militare, avversione di

popolazioni eccitate da emissari presentano pericoli speciali. Su sicurezza militare dobbiamo

prendere garanzie. Su amministrazione civile posso considerare questione in modo da evi

tare difficoltà speciali a Venizelos, quando da parte sua mostri di venirci incontro.

Per Corfù Lacaze dichiara che governatore militare non ha più ragion d'essere.

Pel resto Sonnino sostiene che non c'è nulla da fare di nuovo. Ci occorre mantenere

là una base pel passaggio di truppe a Santi Quaranta. Non escludiamo né governo militare

né governo civile.

Guerra di sommergibili.

Situazione tonnellaggio non migliorerà che da novembre 1918; fin lì tre milioni ton

nellate America, due Inghilterra, uno pel resto. Necessità per trasporto truppe americane

in Francia.

26 luglio. Ore 17. Terza seduta.

Il faut que nous restions à Salonique et que nous maintenions l'armée.

Cessation des occupations militaires en Thessalie et Epire. Triangle de la route de

Santi Quaranta: maintenu dans un intéret de sécurité.

Nous comptons tous sur la Russie.

Vesnic exprime la [gratitude] ... à la pensée des peuples balkaniques, qui par l'agression

germanique... Les petits peuples sont honorés d'avoir été élevés à la hauteur idéale; que

les puissances alliées ont pris les armes pour la liberté et la justice, méme dans l'intérét

des petites puissances.

[Ministro dil Montenegro: S'associe aux déclarations de Vesnic. Remercie pour ce

qui est dit pour les peuples petits.

D'altro canto Tonelli mi informa esservi indizio che i tedeschi preparino a loro volta un'offensiva su detto fronte con simultanea azione navale. Numerose unità germaniche savebbero trasportate dal teatro francese a Quello russo.

(l) Non pubblicato.

711

RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO

RISERVATA. Roma, 22 luglio 1917.

La situazione generale politica e militare si presenta oggi sotto nuova luce. Dal punto di vista militare, vi è grande probabilità che al • fattol'e militare » debba mancare il carattere determinante e decisivo della soluzione. Dal punto di vista diplomatico nuovi elementi entrano in azione.

1". La Russia col programma della r,evisione degli accordi. 2°. Gli Stati Uniti col programma della mediazione (vedere comunicato del 20 corrente • il Governo studia i diversi piani di ricostruzione e quando lo riterrà opportuno proporrà accordi equi » ). Entrambi questi elementi possono, a un dato momento, fondersi e costituire per noi un pericolo. 3°. Il nuovo carattere assunto dalla Quadruplice AlLeanza per effetto principalmente della politica francese verso l'Italia (se V. E. lo desidera posso compilare un elenco di fatti e di indizi constatati dai quali risulta l'estensione e l'indirizzo dell'azione diplomatica francese). 4°. Il Trattato d'alleanza dell'apriLe 1915 resta naturalmente vigente, ma

corre pericolo di essere manomesso a nostro danno in un momento in cui le circostanze avverse e la volontà deg1i Alleati ci tolgono la possibilità di reagire. 5°. Sussiste sempre il pericolo che alcuno degli alleati proceda a pattui

zioni segrete col nemico a mezzo di agenti irresponsabili. La mentalità a ciò necessaria è ormai constatata (ed a richiesta di V. E. posso redigere un elenco di fatti, informazioni ed indizii).

Dal comp1esso di queste considerazioni potr,ebbe risultare attualmente l'opportunità di aggiungere una nuova pedina, un nuovo elemento alla nostra azione diplomatica.

Esiste una tendenza, da pavte di qualcuno dei nostri Alleati di isolare l'Italia nel giornaliero andamento della politica internazionale. Quando si consider!i ciascun fatto specifico isolatamente, è cosa di poca importanza. Ma è cosa più grave come fatto complessivo, e può diminuire l'efficienza dell'Italia quale fattore politico europeo e al momento dei negoziati di pace.

Possiamo trovarci nella necessità di difenderci contro alcuno dei nostri al

leati. La migliore difesa è l'offesa, servendoci degli stessi mezzi che sono contro

noi usati. A scopo di difesa, potremmo creare, dove possibile, una nostra com

partecipazione od ingerenza (accetta o forzata) nei molteplici interessi dei nostri

socii. Il terreno propizio è costituito dalla div,ersità e spesso dal contrasto di questi interessi dei nostri socii. Per servirsi di una parola comune, potrebbe convenire a noi di • intorbidare le acque • in qualche determinato campo d'azione politica.

Si può obbiettare che ciò susciterebbe diffidenza contro l'Italia. L'abbiezione è seria, però osservo che questa diffidenza oramai esiste 'e talmente radicata da non potersi sperare di eliminarla. L'origine della diffidenza sta nella coscienza che gli alleati hanno di avere agito non correttamente riguardo l'Italia, (accordi per Asia Minore, Grecia, ecc. ecc.). Il pericolo, in particolare, può sorgere se questa diffidenza si acuisse da parte dell'Inghilterra; ma 1in proposito osservo che nello estendere il campo della nostra azione diplomatica potremo appunto :trovave maggiori occasioni di contatti e collaborazione con l'Inghilterra; mentre attualmente l'Inghilterra si trova sola di fronte all'attiVIità turbolenta della Francia, per cui è costretta a continue intese e transazioni con quest'ultima. E d'altra par,te la poUtica inglese, per tradizione, è cosi fatta che è mossa unicamente laddove entra in azione un suo proprio interesse. E g1i inglesi sono gente così pratica che lungi dall'adombrarsi trovano naturalissimo che chi ha da fare con loro trovi modo di contrapporre, a scopo d'intesa, un interesse proprio con un interesse loro. Ne feci ripetute esperienze durante le mie permanenze in Egitto.

Ciò premesso, ecco una lista di questioni che si prestevebbero allo scopo, lista che si può completare con più profondo esame della corrispondenza di questi ultimi tempi:

Giappone: Contrasto d'interessi giapponesi e nord-amerkani -possibilità di conflitto avvcenire pel Sciang-teng e le isole del Pacifico -identità di posizione dell'Italia e del Giappone nei futuri negoziati di pace come programma di acquisti territoriali -una azione diplomatica italiana nelle cose di Cina e nei riguardi del Giappone può costituire una leva al momento opportuno di fronte agli Stati Uniti.

Palestina: esaminare se non convenga senz'altro promettere una nostra larga partecipazione militare, come ci fu richiesta, ad una sp,edizlione contro la Turchia. Opportune formale di riserve ci potranno sempre, al momento opportuno, ,esimere dall'impegnarci di fatto al di là dei nostri mezzi. D'altra parte vi è molta probabilità che nè Francia nè Inghilterva siano in grado di mandare grossi effettivi. E così si potrebbe risolvcere di un colpo il negoziato per l'Asia Minore e quello per le Colonie.

Hegiaz: Intervenire di fatto e attivamente nelle trattative del Re dell'Hegiaz con Francia e Inghilterra. Insistere per la partecipazione militare nell'Hegiaz (telegramma da Gedda n. 2083 dell'll giugno 1917) (1). Mandarvi altre missioni.

Turchia: Iniziare contatti con la Turchia, informandone Londra, per mezzo di agenti irresponsabili (Fernandez ecc.), (telegramma da Berna n. 1489 del 6 giugno u.s.) (2).

Serbia: Sollevare indirettamente la questione della Macedonia bulgara (Miliukoff voleva garantire alla Bulgaria i patti del 1912).

Montenegro: Prendere parte alla questione sollevata dal Montenegro colla sua recente nota alla Serbia (telegramma da Parigi n. 1890) (1).

Cutzo Valacchi: Sollevare, o far sollevare dalla Romania, la questione dei Cutzo-Valacchi del Pindo -bastone nelle ruote a Venizelos -(la confel'enza di Londra del 1913 deliberò che la questione formasse oggetto di intesa diretta fra Romania e Grecia).

Yugo-Slavi: Provocare indirettamente dissensi fra i yugo-slavi.

Revisione accordi : Chiarire sino da ora con Francia e Inghilterra.

Partecipazione della Grecia alla guerra: Chiarire le condizioni. Chiarire specialmente qual'è l'interesse dell'Inghilterra (telegramma da Londra n. 1922 del 7 corrente (2) Macedonia-Palestina). Può costitui!'e un punto di azione concorde con Londra.

(l) -Cfr. n. 306. (2) -Cfr. n. 234.
712

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 2789/3354. Roma, 22 luglio 1917.

Mi riferisco al telegramma espresso di V. E. del 30 maggio s. n. 7338 (2) e alla sua lettera del 3 corrente n. 26326/178 (2).

I -I due telegrammi da Londra e da Gedda hanno, secondo me, un punto comune errato che è quello di considerare la questione del Califfato come una questione religiosa, ma contengono un punto sostanzialmente divergente. Nel primo il Governo inglese smentisce recisamente di occuparsi della questione del Califfato adducendo un argomento che non ha fondamento, poichè occuparsi del Califfato non vuol dire occuparsi di una questione religiosa, e nel secondo il

R. Console a Gedda parla di trattative in corso tra Inghilterra, Francia e Governo Arabo • circa costituzione regno e Califfato Hascemita •.

II -Debbo inoltre osserva!'e che il nostro rappresentante a Gedda mostra,

almeno da quanto risulta dal suo telegramma, di non avere idee chia!'e circa

il Califfato in genere, e circa il Califfato ottomano in specie.

Egl:i parla del mondo musulmano che attende l'esito della guerra per con

fermare o meno la sua fiducia nel Califfo di Costantinopoli ignorando che p.es.

il Marocco, l'Afganistan, il Belucistan, i Canati dell'Asia Centrale, n è sono mai

stati sotto la Turchia, nè hanno mai riconosciuto il Sultano di Costantinopoli

neanche come Califfo; e l'Algeria e la Tunisia hanno bensì riconosciuto il Sul

tano di Costantinopoli come Sovrano territoriale, ma mai come Califfo. La Khtba del Venerdì era fatta in Tunisia e Algeria contemporaneamente per il Sultano, come Alto Sovrano, e per il bey (Tunisi) o Dey (Alg.eri), come Sovrani locali, investiti del potere dal Sultano.

Egli parla inoltre di un diritto statale della religione musulmana in virtù del quale esistevebbe un Califfo supremo dal punto di v.ista religioso e un Califfo in partibus dal punto di vista politico.

Ora sta in fatto, come ho avuto occasione di scrivere ripetutamente alla

E. V. che non esiste un Califfo-Pontefice dell'Islam, come è stato foggiato per ragione politica, dal governo turco, ma esiste un diritto pubblico islamico secondo il quale il Califfo è il capo supremo politico di tutti i musulmani ciò che noi non possiamo riconoscere senza ammettere la il1egittimità della nostra permanenza in Libia alimentando un pericoloso panislamismo. E quindi se il Re del Higiaz diventasse Califfo non potrebbe diventarlo a sezioni ridotte ma dovrebbe essere considerato Capo politico (e secondo H Bernabei anche religioso) di tutti i sudditi musulmani dell'Italia, della Francia e dell'Inghilterra, ed anche i sovrani musulmani indipendenti (Emiro Afganistan, il Sultano di Egitto, il Sultano del Marocco 'e lo stesso Sultano di Turchia) dovrebbero 11icevere l'investitura del loro potere sovrano dal nuovo Califfo.

III -Mi sono indugiato a ripete11e queste mie considerazioni per il pericolo che le idee non chiare del R. Console a Gedda potr,ebbero nascondere in manifestazioni locali con ,i suoi colleghi di Francia e Inghilterra e con lo stesso Re del Higiaz, mentre, secondo il pensiero di questo Ministero, il nostro interesse per quanto riguarda le colonie italiane con popolazione musulmana è che non si parli più di Califfo, e che l'Italia insieme con le alleate Francia, Inghilterra e Russia tratti la questione del Califfato per escluderlo, e tratti la questione generale dell'Arabia e quella speciale dell'assetto dei Luoghi Santi dell'Islam (Higiaz), in libere mani musulmane per venire a concrete intese nel senso più volte proposto. La questione della indipendenza dell'Higiaz e dei Luoghi Santi dell'Islarii sotto la custodia del Re del Higiaz è ora minata dal fatto che il Re Hussein appare agli occhi dei musulmani, ciò che realmente 'esso è: uno strumento politico di una potenza cristiana.

Confermo sulla questione del Califfato le considerazioni svolte nella memoria annessa alla mia lettera del 19 febbraio 1917 n. 989, che riassumo nei seguenti punti:

I -Califfato non ha contenuto religioso, quindi noi non coartiamo coscienza dei nostri sudditi musulmani non riconoscendolo.

II -Califfato ha contenuto politico secondo diritto pubblico islamico: Califfo è capo temporale di tutti i credenti musulmani quindi sovrano di tutti i territori abitati da musulmani.

Noi non possiamo quindi riconoscerlo neanche come potere politico, poichè così facendo additeremmo ad essi un capo politico temporale diverso dal sovrano che occupa territori musulmani, gettando i germi di un pericoloso panislamismo, e riconoscendo implicitamente la illegittimità delle nostre occupazioni territoriali con sudditi musulmani.

III -Il potere religioso attribuito al Califfo è un trucco turco a scopo politico con l'acquiescenza o l'ignoranza dell'Europa.

IV -Il Sultano di Costantinopoli è un Califfo illegittimo; ma indipendentemente da questa circostanza, la nostra politica deve 'essere quella di non voler e di non riconoscere nessun Califfo, sia il Sultano di Costantinopoli, sia il Re del Higiaz, sia il Sultano del Marocco, sia il Kedive di Egitto, sia il Senusso.

V -Nè si può ammettere un Califfo sotto protezione di una potenza non musulmana, poichè l'istituzione del Califfato ha precisamente per iscopo di tenere uniti politicamente tutti i musulmani del mondo e garantire alla comunità islamica la supremazia sug1i infedeli.

VI -Dobbiamo seguire la politica propugnata in Olanda dallo Snouck Hurgronje: • Il Califfato è morto naturalmente nel 1258 d.C., e noi non dobbiamo avtificialmente farlo rivivere •.

Non il Califfo che è Sovrano temporale, ma il Corpo degli Ulema che non ha alcuna dipendenza dal Califfo e da altre autorità dello Stato mantiene la integrità della dottrina religiosa.

Credo non sarebbe inopportuno chiarire le idee del R. Console in Gedda rinnovandogli le istruzioni impartitegli al momento della partenza, chiedendogli, però, su quali dati fondi le sue informazioni che Francia, Inghlterra e Governo del Higiaz stanno ora trattando della costituzione del regno e • del Califfato Hascemita •.

(l) -Cfr. n. 595. (2) -Non pubblicato.
713

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. CONFIDENZIALE 321/145. Stoccolma, 22 luglio 1917.

Riferendomi al mio telegramma di Gabinetto n. 114 in data del 16 corrente (1), ho l'onore di trasmettere qui uniti a V. E. gli appunti comunicatimi dal Dr. Alessandro Dudan circa i colloqui da lui avuti qua col Signor Maxa, membro del • Consiglio Nazionale czeco-slovacco •, ed i documenti compresi nel piego, che lo stesso Signor Maxa gli ha consegnato per il collega Benés, dimorante a Parigi.

In conformità degli ordini impartitimi dall'E. V~, trasmetto con questo stesso corriere al R. Ambasciatore in Parigi il piego in questione perchè ne curi la consegna al destinatario.

ALLEGATO I.

APPUNTI DI DUDAN

Fine maggio a.c. -Gli accordi (vedi prima relazione) tra il Consiglio nazionale czeco-slovacco ed il Ministro Thomas a Pietrogrado erano definiti per iscritto. Il Governo russo vi aveva aderito. Fino al 15 giugno non era ancora arrivata la ratifica da parte del Governo francese.

Secondo questi accordi il Consiglio czeco-slovacco manderebbe due divisioni alla fronte francese; formate di volontarii czeco-slovacchi prigionieri o profughi in Russia, i quali ora ammonterebbero a circa 100.000 uomini. Una parte più tardi andrebbe a lavorare in Francia • poiché -dice il Signor Maxa -dobbiamo risparmiare anche noi la nostra gente •. Narra che purtroppo le prime legioni mandate in Dobrugia sono state distrutte.

Maxa crede che il Professar Masaryk abbia informato l'Ambasciatore Carlotti delle trattative e degli accordi col Ministro Thomas. L'attuazione del programma del Consiglio czeco-slovacco (assoluta e completa unità e indipendenza della grande Boemia) Maxa se l'immagina possibile così:

l) protraendosi la guerra, indebolimento progressivo interno dell'AustriaUngheria fino a tal punto da poterne distruggere la compagine statale con movimenti di carattere • sociale •, scioperi industriali, resistenze passive, rivoluzioni locali per approfittarne nel momento buono per la rivoluzione nazionale boema, non viceversa, poiché un primo movimento nazionale czeco stringerebbe le file e i partiti tedeschi in Austria e impedirebbe il movimento dissolvente sociale.

Ci sono stati già scioperi coraggiosi e resistenze passive sulle ferrovie boeme in questa primavera. Il deputato socialista czeco avv. Smeral, che era qui a Stoccolma e che, ritenendo non giunto ancora il momento per tali moti, vi si oppose, ebbe a ricevere lettere minatorie gravissime (gli si minaccia perfino la morte); egli stesso dichiara che questi scoppi violenti di movimenti rivoluzionarii di carattere sociale in Austria non potranno essere impediti nel prossimo autunno;

2) per ogni eventualità (pace prematura e separata coll'Austria-Ungheria) il Consiglio czeco-slovacco si è assicurata l'indipendenza della Boemia con i patti colla Francia (Ministro Thomas). Dell'appoggio dell'Italia e della Russia gli czechi sono sicuri, li preoccupa soltanto il contegno dell'Inghilterra verso l'Austria-Ungheria.

Errata l'obiezione che la Boemia avrebbe poca vitalità e poca indipendenza essendo senza accessi al mare ecc. ecc. Potrebbe, dice Maxa, avere speciali rapporti internazionali stabiliti in trattati colla Polonia, con la • Jugoslavia •, con l'Italia.

Il corpo formato di legioni jugo-slave in Russia sotto il comando del Principe Ereditario di Serbia Alessandro, rappresentato dal Generale Zirkovic, è in completa dissoluzione; le prime legioni sono state annientate in Dobrugia, il resto è sconvolto e distrutto da profonde lotte interne, alle volte sanguinosissime e da diserzioni infinite.

Anzitutto ci sono le divisioni nazionali tra Serbi (della Serbia Regno prima del1913) e Arnauti (della vecchia Serbia, cioè Albanesi) e Sloveni e Croati. La divisione più profonda è fra questi due gruppi e i due primi. I Serbi accusano gli Sloveni e i Croati di essere austriacanti: questi accusano i primi di panserbisrno, di una rozzezza da barbari e di brutalità e oppressione.

Difatti, narra Maxa, i Serbi e gli Arnauti sono stati trasportati da Corfù in Russia per inquadrare queste legioni • jugoslave • e hanno usato tutte le arti e tutte le violenze per • arrolare • tutti quelli che, prigionieri di guerra, provenivano dalle provincie jugo-slave. Sono poi specialmente gli Arnauti di una rozzezza veramente spaventevole. Ogni tanto si trovano graduati e ufficiali di questo corpo jugo-slavo uccisi proditoriamente nelle retrovie, senza dubbio dai loro soldati o dai loro compagni di gruppo contrario. Le due parti si sono rivolte a Masaryk invocando il suo intervento da arbitro. Ma poco si potrà fare. Forse si rimanderanno gli Arnauti a Corfù o Salonicco. Ma allora chi resterà?

Pensi che, scoppiata la rivoluzione, tale fu il numero delle diserzioni di questi jugo-slavi arrolati per forza, che le loro compagnie da 250 si videro ridotte a 30 uomini.

Fra gli ufficiali e i soldati serbi ci sono poi lotte violente, pure sanguinose (con omicidi, disparizioni misteriose ecc.) di partiti: ci sono i Karageorgeviciani e gli Obrenoviciani (questi sono addirittura veri austriacanti) e perfino i repubblicani.

Maxa afferma che anche nel comitato jugo-slavo di Londra (Parigi e Ginevra) c'è ora una completa dissoluzione interna per gelosie e per incapacità di persone.

A Pietrogrado l'idea jugoslava sarebbe rappresentata dal Ministro serbo Spalajkovic e dal professore serbo Belic. La posizione del Ministro Spalajkovic sarebbe però ora scossa in Russia per i suoi legami col vecchio regime: egli cerca di riabilitarsi con discorsi patetici in teatri e in dimostrazioni. Il Governo serbo lo sostituirebbe volentieri se avesse con chi.

Maxa afferma che nelle trattative czeche con Thomas gli jugoslavi non c'entrarono. Crede che per i Russi sarà facile conciliare tutte le nostre aspirazioni (anche sulla Dalmazia) colle loro simpatie per il popolo serbo; poiché ai Russi poco importa dei Croati e Sloveni che quasi ignorano.

Maxa narra: oltre alle violenze per arrolare gli jugoslavi si è usata molto la corruzione: somme favolose si danno agli ufficiali come indennità e come stipendi. La paga minima di un tenente è di 400 rubli mensili. E tutto ciò è pagato dalla Serbia.

ALLEGATO II.

DOCUMENTI CONSEGNATI DA MAXA A DUDAN PER BENES

I

Copia dello scritto d.d. 26 maggio 1917, n. 8165 da Pietrogrado della • Direzione principale dello Stato Maggiore Generale -Sezione evacuazioni e amministrazione prigionieri di guerra -sottosezione amministrazione prigionieri guerra • al

• compagno presidente della sezione (per la Russia) del Consiglio nazionale czecoslovacco Signor Cernak '.

Allo scopo di un accordo di (principio) massima per il trasporto di truppe czeco-slovacche dalla Russia in Francia, a complemento del rapporto 14 maggio a.c.

n. 124, si comunica che il Governo francese crede indispensabile tale trasporto • ora •.

In base a ciò e prendendo in considerazione che -secondo la dichiarazione del Generale Cernika (capo della commissione militare per l'arrolamento dei prigionieri czeco-slovacchi) -nel dato momento sta già a disposizione della sezione un contingente di 26.000 uomini si sollecitano -a compimento del summenzionato desiderio del Governo francese -da parte della sezione (czeco-slovacca) disposizioni corrispondenti (a tempo?) per la concentrazione «ora • (subito) di quelli tra i 26.000 volontarii, che desiderano andare in Francia, nel distretto di Mosca.

Per le necessarie disposizioni si desidera sapere subito (ora?): in quali distretti militari con precisione (e in quali quantità in ogni distretto) si trovano quelli che desiderano esser mandati in Francia. Riguardo alla concentrazione di tutti i volontarii (entro il distretto militare di Mosca) si comunicherà supplementarmente.

(f.to) capo sezione Maggior Generale... esecutore: Colonnello...

II

Risposta al I, d.d. 7 giugno l 917, n. 482 del Consiglio nazionale cze~o-slovacco: I circa 25.000 prigionieri czeco-slovac~hi registrati nel 1916 nella Cancelleria del Consiglio nazionale czeco-slovacco si trovano dispersi nei Governatorati della Russia europea, del Turkestan e di Omsk. Seguono 5 punti con desiderata di· carattere tecnico per il modo di arrolamento ecc., che sono motivati poi nella lettera d.d. 9-6-17 n. 525.

(f.to) Scgret3rio: (illeggibUe\

i~I

Altra risposta al I, pm particolareggiata, d.d. 6-6-17 n. 431 dello stesso: si occupa specialmente dell'organizzazione del corpo czeco-slovacco e degli ufficiali (circa 300 ne sono raccolti, prigionieri di guerra, nel campo di Bielgorod) per i quali si propone il riconoscimento di un grado superiore a quello che avevano nell'esercito austriaco. Anche questo scritto è poi motivato nella lettera n. 525.

IV

Statuto per la formazione, i diritti e gli obblighi della Commissione designata dalla Sezione russa del Consiglio nazionale czeco-slovacco per l'organizzazione dell'arrolamento dei volontarii per le divisioni ai truppe czeco-slovacche. Con lettera accompagnatoria d.d. 6-6-17 n. 469 diretta alla • Direzione principale dello Stato Maggiore Generale •. Contiene 10 articoli, importanti i 2 primi per la piena autonomia che vi si dà al Consiglio nazionale czeco-slovacco e il 5 che contiene la formula del giuramento scritto da rilasciarsi dai volontarii: • Si arrolano volontarii senza alcuna costrizione da parte del Governo russo, serviranno fedelmente alla nazione czeco-slovacca, alla Rt~ssia e ai suoi alleati ed eseguiranno senza obiezioni gli ordini dei comandanti dei reparti czeco-slovacchi •. Vi si allega il:

v

Progetto di formazione di un esercito czeco-slovacco di czechi e slovacchi prigionieri di guerra trovantisi in Russia per la Francia, elaborato dalla Commissione militare della Sezione per la Russia del Consiglio nazionale czeco-slovacco. I primi 4 articoli hanno l'intestazione: a) • Lato politico della questione • § I -L'esercito czeco-slovacco deve prendere parte attiva sotto Comando Supremo francese alla presente guerra, dalla parte dell'Entente. Tale partecipazione militare si manifesta come parte del movimento liberatore della nazione czeco-slovacca, che ha per scopo la ricostituzione dello Stato indipendente czeco-slovacco, conformemente al programma accettato dal Consiglio nazionale czeco-slovacco • esterno • (cioè fuori dell'Austria). § 2 -Il diritto di formare l'esercito czeco-slovacco con czechi e slovacchi, trovantisi all'estero, specialmente prigionieri di guerra, spetta al • Consiglio nazionale czeco-slovacco • esterno, come al riconosciuto organo centrale politico dell'emigrazione e dei prigionieri di guerra czechi. § 3 -Come organo supremo dell'esercito czeco-slovacco in senso nazionale-politico comparisce il • Consiglio nazionale czeco-slovacco • appoggiandosi in ciò al potere esecutivo della Francia. § 4 -L'esercito czeco-slovacco presta giuramento alla nazione czeco-slovacca (al suo rappresentante, il Consiglio nazionale czeco-slovacco) e alla Repubblica francese •.

I seguenti 14 articoli sono: b) • lato militare della questione • e fissano gli obblighi e i rapporti reciproci fra il Governo francese e l'esercito czeco-slovacco; da rilevarsi il primo: § 5 -• L'arrolamento nell'esercito czeco-slovacco in Francia è volontario e incondizionato •. Il § 19 tratta della • questione finanziaria • e dice che tutte le spese per l'esercito czeco-slovacco e quelle attinenti l'organizzazione dell'esercito del • Consiglio nazicnale czeco-slovacco • e delle sue eventuali sezioni sono a carico della Repubblica francese. I seguenti 13 articoli trattano della « posizione internazionale dell'esercito czeco-slovacco • (non sono più prigionieri russi) e dell'organizzazione interna: arrolamento, formazioni.

VI

Segue allegato il • Progetto di accordi per i lavoratori e di destinazioni dei lavoratori per la Francia •. Ha 21 articoli, vi è allegato un Projet du Statut du travail des ouvriers tchèques slovaques en France di 6 articoli, firmato da Albert Thomas,

m.p. e T.G. Masaryk, m.p.

VII

Lettera accompagnatoria d.d. 9 giugno 1917 della Sezione di Pietrogrado del

Consiglio nazionale czeco-slovacco N. 525 firmata da due c negoziatori • (dei suddetti

patti?), firme illeggibili, e dal • relatore della Commissione militare •, Eisemann,

e munita del timbro presidenziale della Sezione, diretta al • Segretariato generale

del Consiglio nazionale czeco-slovacco • a Parigi. Dice :

c Ci onoriamo mandarvi le copie dei documenti importantissimi concernenti gli

accordi con i governi russo e francese riguardo la spedizione in Francia.

Ad. I) Vedi sopra I.

Ad. II) N. 482 (Vedi II): sarà consegnata dopo ottenuta la ratifica convenuta da

Parigi, inoltre vi alleghiamo la copia del • Progetto di formazione dell'esercito

czeco-slovacco • (Vedi V). Si tratta di ciò: che noi vogliamo avere l'esercito princi

palmente. I lavoratori sono pagati anche qui; la Russia poi non ci permetterebbe di

spedirli tutti in una volta e noi stessi non potremmo chiederlo perché ciò aggra

verebbe indubbiamente la situazione critica delle industrie russe.

C'è pure il pericolo che ne soffra molto anche il numero dei volontarii. I francesi sono in ciò d'accordo. Dunque prima di tutto soltanto l'esercito, poi appena gli operai... Ad. III) N. 481 (vedi III): Cmi riguardo a difficoltà di carattere interno la Sezione (czeco-slovacca) si preoccupa di evitare quanto più possibile per l'avvenire malintesi personali. Anzitutto è necessario regolare i rapporti tra la Sezione e il Generale Cervinka e i rapporti di questo con l'esistente brigata. Si arriva a ciò ottenendo che il Generale Cervinka debba seguire le istruzioni che emanano dall'accordo del Consiglio nazionale czeco-slovacco con le autorità russe e francesi... Per ora l'arrolamento (dei volontari czeco-slovacchi) sulla fronte russa è sospeso.

Ad. IV) Ad informandum (vedi IV). Ad. V), VI), VII). Progetti riguardo l'esercito, i lavoratori e patto fra il professar Masaryk e il Ministro Thomas (vedi V e VI). Saluti, ecc. ecc.

I primi 6 documenti (l-VI) sono scritti in russo; la lettera (VII) è scritta in czeco. Sono allegati poi: due copie russe, traduzioni czeche del comunicato dei socialisti czeco-slovacchi fatto per il Comitato olandese-scandinavo socialista di Stoccolma. Le copie sono destinate per gli czechi d'America, secondo la lettera accompagnatoria d.d. 6 m.c.; -il programma confidenziale, già noto, del Comitato olandese-scandinavo per il congresso socialista a Stoccolma; -un ritaglio del Dagens Nyheter del 5 m.c.; -e infine una lettera czeca, lunga, con cui il Signor Maxa accompagna tutto il plico al Signor Benés, d.d. 6 m.c. La lettera si dilunga molto sulle questioni interne di Boemia, partiti e persone, e conferma quanto ci fu narrato dai deputati e dal rappresentante czechi e quanto ci risulta ·dai documenti sopra esaminati. Da rilevarsi una frase della lettera: c La sezione di Pietrogrado (del Consiglio nazionale czeco-slovacco) è stata riconosciuta dal nuovo governo russo: il che è stato un bel successo •.

(l) Cfr. n. 654.

714

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 308. Pietrogrado, 23 luglio 1917.

Nuovo ambasciatore di Francia non ha ancora presentato le sue credenziali. Egli è venuto a vedermi avantieri. Egli mi ha detto considerare fra i più graditi compiti della sua missione l'essere chiamato a collaborave con la rappresentanza italiana in piena solidarietà di intenti ed in fiduciosa cordialità di rapporti con essa. EgLi si espresse in termini deliberatamente di alta ammirazione per l'opera poderosa militare politica ed economica con la quale l'Italia

concorre nella guerra e manifestò la sua viva lusinga e fede che amicizia franco-italiana rimanga perenne nell'interesse dei due paesi e della civiltà.

Quanto alla Russia egli mi ha detto ,essel'\e diffusa opinione, nei circoli politici e militari in Francia, che essa possa tenersi ferma e impegnare grandi forze nemiche... (l) dover perciò gli ,alleati aiutal'\e H Governo provvisorio a sollevare ,enormi difficoltà interne e agevolargli la continuazione attiva della guerra. Recente offensiva russa ha già richiamato dal fronte occidentale alcune unità germaniche e giova sperare che equilibrio si ristabilisca. Circa le comunicazioni di Terescenko a Thomas, egli non è incaricato di alcuna risposta da parte del proprio Governo, il quale del resto, per bocca di Ribot, ha fatto già conoscere il proprio punto di vista circa il riesame degli accordi. L'arrivo dei delegati del congresso del Soviet non potrebbe a suo avviso destare apprensioni in Francia. Si tratta di minoristi partigiani del Governo provvisorio, provenienti bensì da un ambiente di infatuazione teorica, ma desiderosi di studiare da vicino il campo delle possibilità pratiche, ed è presumibile che nel contatto con la realtà politica e con la V1igorosa corrente dell'opinione in occidente, arriveranno pure essi alla conclusione che senza vittoria completa sugli Imperi centrali l'avvenire delle democrazie sarebbe compromesso, e trarranno da ciò le logiche conseguenze. Anche per la conferenza interalleati desiderata dai Soviet, Noulens non mostra nutrire preoccupazioni. Dal suo linguaggio ho potuto infine rilevare la conferma che, in quanto conoerne l'atteggiamento da osservarsi verso teorica affermazione e accompagnamento dei Soviet, Governo inglese e governo francese procedono d'accordo (2).

715

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2677/715. Pietrogrado, 23 luglio 1917, ore 23 (per. ore 3,40 del 24).

Notizie successive al mio telegramma 713 (3) rappresentano la vergognosa ritirata della II armata come tale da obbligare la VII e forse la destra della VIII a ripiegare per rettificare il fronte. Tarnopoli è perduta. Numero dei prigionieri fatti dal nemico è considerevole. Con:flermo che causa della disfatta essere stata la propaganda massimalista.

716

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2692/718. Pietrogrado, 23 luglio 1917, ore 21,53 (per. ore 13,30 del 26).

Te,rescenko mi ha detto che la ritirata della II armata in Galizia può chiamarsi francamente una disfatta. Più di 80 mila prigion1eri e la maggior parte

dell'artiglieria sono rimasti nelle mani del nemico. Le Armate 7• ed s• hanno così dovuto rettificare linea e abbandonare ottima posizione di Malie. Maggiore Tonelli [informa che il] numero dei prigionieri ascende a 80 mila e dei pezzi perduti a 300, fra i quali l'ottima artiglieda di medio calibro fornita ultimamente dall'Inghilterra. Lo sfondamento ha la profondità di una quarantina di chilometri ed è minaccioso per ambo i lati di Vo1inia e Bucovina. Le truppe austro-tedesche, non ascendenti a 6 o 7 divisioni, ebbero facilmente vittoria delle 17 divisioni russe che si ritiravano senza colpo ferire. Tonelli e altri membri delle missioni militari estere ritengono che, appi,edando numerosa cavalleria disponibile e che è fedele, sia possibile arrestare il nemico, il quale può concentrare nuove forze. Offensive sui fronti occidentale e settentrionale sono state iniziate ieri e con successo, ma a quanto sembra non possono oggi venire sviluppate per tema di defezioni. Giova sperare che illimitati poteri dati al Governo provvisorio dalla conferenza dei Soviet, fra cui il ristabilimento della pena capitale, controbilanceranno la ripercussione della demoralizzante disfatta galiziana.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1265 del 27 luglio. (3) -Cfr. n. 710.
717

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI E DEI SERVIZI RELATIVI ALLE TRUPPE COLONIALI DEL MINISTERO DELLE COLONIE, AGNESA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. 3570. Roma, 23 luglio 1917.

A complemento dei notiziari periodicamente comunicati in copia all'E. V., ho il pregio di unire copia del rapporto n. 15 Riservato Politico qui diretto dal Governatore della Somalia Italiana in data del 2 giugno u.s. con il quale in modo chiaro e conciso viene prospettata la situazione politica di quella nostra Colonia.

ALLEGATO.

CERRINA FERRONI A COLOSIMO

R. R. 15. Mogadiscio, 2 giugno 1917.

Coi notiziari mensili ho volta a volta portato a conoscenza di cotesto On. Mini

stero tutte quelle notizie che avendo attinenza all'andamento politico della Colonia

potevano fornire elementi di giudizio sulle condizioni generali della situazione,

che ho ragione di ritenere abbastanza soddisfacente nel suo complesso.

Ed infatti fra tutte le popolazibni che vivono entro i confini regna la più com

pleta tranquillità e nei protettorati e fra le genti nostre confinanti non sono segna

lati fatti di speciale importanza che palesino turbamenti interni che possano avere

ripercussione sulla nostra Colonia. La propaganda in favore di Ligg Jasu e quella

che basandosi sugli avvenimenti etiopici tenderebbe anche ad assumere il carat

tere di movimento islamico anti-cristiano, non ha per ora ottenuto successo in

Colonia e neppure nei Protettorati e sembra destinata a fallire.

Nelle regioni invece dell'alto Giuba è stata spiegata una maggiore attività per

opera specialmente del noto Mohamed Jusuf che sostenuto da seguaci fanatici e da diversi ' akuan • provenienti da Gibuti ha cercato di creare, al di là dei nostri confini e specialmente tra le popolazioni della vallata dell'Ueb, una certa agitazione. Questo movimento religioso che avrebbe potuto avere una ripercussione in Colonia, specialmente nelle regioni finitime a Lugh Bardera e Oddur, non ha per ora incontrato seguito per l'azione mantenuta da questo Governo a mezzo d'influenti

• sceik • capi di « gemiade • importantissime e si può ritenere che col definirsi della situazione etiopica e col ritorno sulla frontiera dei capi abissini, l'andamento generale delle cose, anche oltre confine, riprenderà il suo corso normale.

Nel Sultanato dei Migiurtini è stato possibile mantenere all'azione del Sultano Osman quel costante atteggiamento d'ostilità contro il Mullah che era desiderabile. Il • Sayed • premuto e dalle tribù del Somaliland inglese e dall'azione concorde dei due Sultani si trova in difficili condizioni sia per il difetto di munizioni sia per le sempre crescenti difficoltà dei rifornimenti. Le continue aggressive operazioni del Sultano Alì Jusuf in danno dei mullisti hanno man mano creato uno stato d'incertezza e di malessere economico fra di essi, che agisce come favorevole elemento dissolvente nella compagine dei gruppi ribelli. Mantenendosi questo stato di cose, e da parte di questo Governo sarà posto in atto ogni mezzo per conservarlo, non sembrano verosimili turbamenti politici nei Protettorati stessi; e poiché anche la loro situazione interna risente di quella d'oltre confine è sperabile che l'attuale favorevole stato di cose vada sempre più rafforzandosi secondo i nostri intendimenti, specialmente se in modo conforme si risolverà la questione etiopica e se di quella europea perverranno le attese, definitive notizie.

Nell'alto Scebeli continua l'opera di pacificazione e d'attrazione; nelle popolazioni soggette al nostro diretto dominio e tra quelle d'oltre confine si vanno largamente risentendo i benefici e dell'occupazione e della nostra presenza. Le buone relazioni delle Autorità politiche coi capi delle cabile e coi rappresentanti dei più influenti centri religiosi si mantengono inalterate e improntate a quello spirito di reciproca bene accetta convivenza che permette la libera manifestazione della nostra autorità senza turbare l'andamento della vita interna delle popolazioni. Di un tale stato di cose è evidente conferma il volenteroso concorso di queste nell'allontanare i gruppi ribelli a questa pacifica opera di penetrazione. (Vedi Notiziario di febbraio, N. 1174).

Da parte delle popolazioni Sciaveli si mantiene, per ora, l'atteggiamento da noi desiderato ed ottenuto e fra esse sono anche passate a prender dimora genti una volta appartenenti ai ribelli e che ormai stanche dello stato di guerriglia e desiderose di un assetto pacifico si sono rivolte a coloro che avendo stretti con noi legami di buon vicinato possono offrire delle garenzie di tranquillità e sicurezza. Se elementi esterni non turberanno la coesione che ora unisce i vari « rer • Sciaveli si continuerà ad avere in questo importante gruppo etnico un ottimo elemento di cooperazione al mantenimento della felice situazione che fu in passato creata nell'aito Scebeli e che pienamente risponde tanto alle finalità lontane che ai bisogni del momento. •

Nell'alto Giuba la prolungata assenza dei Capi abissini di frontiera che recaronsi ad Addis Abeba per l'incoronazione, e che ancor non sono ritornati, ha favorito il sorgere di uno stato di cose alquanto anormale per il continuo ripetersi di razzie e di danneggiamenti a carico delle popolazioni nostre. Questa situazione è sperabile che verrà a migliorare coll'arrivo del • degiac » nuovo capo della l)rovincia e dei capi dei vari posti abissini; in questa attesa non ho mancat0 d'informare ed interessare il nostro Ministro in Addis Abeba, tanto più che questo Governo fu pregato dal Capo del posto abissino di Dolo a far dare notizia ad Addis Abeba della situazione difficile nella quale si trovava per la propaganda contraria del già citato Mohamed Jusuf i seguaci del quale pare abbiano anche attaccato, senza risultato, il posto dl Gurrò. Detto Capo fu costretto a manifestare questo suo desiderio alle nostre Autorità essendo impossibilitato, per le difficoltà di sicure comunicazioni, ad inoltrare le sue notizie ad Addis Abeba per la via di Ghigner.

Lungo il basso Giuba le popolazioni completamente tranq•Jillizzate dall'opera di vigilanza da noi svolta in occasione della discesa di Abdurahman Mursal e suoi

seguaci (vedi Notiziario di marzo) sono tornate ai lavori campestri e alle pacifiche consuete occupazioni.

Da parte nostra vien mantenuta ancora assidua la vigilanza e l'azione politica della quale ebbi ad informare cotesto On. Ministero con mio telegramma n. 3001 del 12 maggio (1). L'Abdurahman Mursal coi suoi seguaci si è ritirato nell'interno nelle abituali dimore in riva destra. La spedizione inglese che è già arrivata al Giuba non ha ancora profittato, per l'esecuzione delle operazioni che si è prefissa, della favorevole occasione offerta dalla piena eccezionalmente alta del fiume: anzi, con un diversivo, si è diretta verso il Nord pare con lo scopo di portare aiuti a posti abissini che eventualmente fossero attaccati dai seguaci di Mohamed Jusuf e del quale ho fatto cenno in altra parte di questo rapporto. È da augurarsi che lo scopo principale propostosi dalla spedizione che deve ristabilire la stazione di Serenli possa essere raggiunto prima del riabbassarsi delle acque del Giuba e cioè prima della fine di novembre ad evitare che venendosi a rendere nuovamente praticabili i guadi debbansi da parte nostra, attuare nuovamente tutte quelle misure precauzionali che ci obbligarono nell'ultimo periodo di magra a provvedere a spostamenti di forze e personale con conseguente grave dispendio.

718

L'ONOREVOLE NITTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(ACS, Carte Boselli)

L. R. P. Napoli, 23 luglio 1917.

Questa lettera ti raggiungerà, io spero, sul punto di partire per Parigi: ti sarò grato se vorrai legg,erla un po' attentamente.

Non importa se non siamo e non saremo d'accordo. Ciò che ti scrivo è frutto di lunga osservazione e di grande sincerità. Ti prego di considerare le mie parole come inspirate dalla profonda preoccupazione in cui io sono e dall'intima angoscia ,in cui in questa ora difficilissima è il mio spirito.

Io spero che nella conferenza tra gli alleati si giunga a una più grande unione e a una più grande comunione di propositi.

Sopra tutto io spero che vi occuperete poco dell'assetto dell'Europa dopo la guerra e molto di queste domande brevi e semplici: è possibile ancora per i popoli della Intesa vincere la guerra? e a quali condizioni è possibile vincerla?

Io l'eputo poco importante intendersi sui futuri domini e sulle future conquiste; molto sulle condizioni di esistenza. Al punto in cui siamo io non credo giovevole alcuna illusione. La nostra guerra può ancora esser vinta e da noi, a condizione di misurare bene i fini e i mezzi e di valutare tutta l'ampiezza del sacrifizio cui andiamo incontro. La Germania ha la convinzione di aver vinta o di dover vincere la guerra.

Anche la recente crisi di Governo è sopra tutto un'affermazione di partiti che vogliono più intensa la guerra, più largo il programma di conquiste e di annessioni per il dopo guerra.

In questa convinzione vi può essere e fo11tunatamente vi è una parte di illusioni: ma da parte mia non ho alcuna difficoltà a riconosceve che le illusioni maggiori sono da parte dei popoli dell'Intesa e che la fase attuale di guerra è più preoccupante per essi che per i loro avversari.

La guerra ha avuto finora parecchie fasi. Nella prima fase la Germania ha pensato di vincere gli avversari rapidamente. In autunno del 1914 la Germania sola era preparata alla guerra; essa

sola disponeva di risorse colossali. La rapidità, come dichiarò von Jagow e come ripetette in diverse occasioni il CancelLiere, era la condizione del successo. Per cause molteplici il successo mancò.

Nella seconda fase la Germania ha, attraverso alterne vicende, continuato l'offensiva. Ma gli alleati, tranne poche azioni, hanno preferito la difensiva. Il programma migliore è parso quello di Joffre: rodeve lentamente l'avversario; programma che coincideva con il programma brHannico e con il blocco: affamare la Germania.

La guerra entra ora in una terza fase che sposta tutta la concezione finora prevalsa. La Germania ha assunto atteggiamento del tutto diverso e tende a logorarci e ad affamarci.

In questa nuova fase di guerra tre fatti sono evidenti:

l. La Germania ha ridotto i suoi consumi al minimo e spinto al massimo la sua produzione agraria. Noi non prenderemo più la Germania per fame: essa tende al contrario a prendere noi. Impiegando quasi tutti i prigionieri di guerra, costringendo alla servitù le popolazioni dei paesi invasi, la Germania è sicura di arrivare sino alla fine della guerra senza essere obbligata ad arrendersi per mancanza di alimenti. La sua organizzazione interna dei consumi ha riparato a molte deficienze: a molte ha riparato lo spirito di rinunzia del popolo. Ora la Germania con la guerra dei sottomarini tende a prendere gli avversari per fame. Così i metodi di guerra si sono completamente rovesciati;

2. -La guerra dei sottomarini è diventata il punto fondamentale della guerra attuale. Non è punto vero che i tedeschi credessero vincere in tre o quattro mesi: che dei giornali tedeschi abbiano detto sciocchezze così grossolane è facile. Ne dicono tante i giornali in Italia e in Francia in materia di previsioni di guerra! Ciò che è vero è che la Germania considera i sottomarini come elemento decisivo della guerra e che messa al bivio fra rinunziare alla guerra dei sottomarini nella più grande efficacia e intensità, o attirarsi la guerra degli Stati Uniti, ha preferito l'impiego efficace dei sottomarini; 3. -Nella fase attuale di guerra la Germania non tenta più grandi azioni offensive. Essa si propone solo di stancarci e di affamarci, e il suo sforzo più grande si riduce a due punti:

a) aumentare in forma quasi impreveduta la massa delle artiglierie, sfruttando la grande organizzazione industriale che essa possiede;

b) intensificare la lotta dei sottomarini. Negli ultimi sei mesi lo sforzo per la produzione di nuove artiglierie in Germania è stato veramente grandioso. Così la Germania tende quanto più è possibile a risparmiave uomini, a evitare grandi azioni belliche e a ridurre sempre più le nostre dsorse.

Bisogna confessare che la lotta dei sottomarini è veramente terribile.

Ancora pochi mesi or sono Lloyd George prevedeva come la ipotesi più desolante la perdita di un milione di tonnellate al mese. Ne siamo troppo lontani?

Io seguo con cura la questione delle perdite del naviglio, come forse la più essenziale della guerra. Ora fra le statistiche della Intesa e le statistiche della Germania vi sono alcune notevoli differenze. Ma, adottando tutte le ipotesi a noi più favorevoli, bisogna riconoscere che le perdite si mantengono intorno a

800.000 tonnellate al mese. Tu sai la nostra situazione. Noi viviamo sulle riserve; noi andiamo incontro a una situazione minacoiosa.

Possiamo ridurre il consumo di tutte le cose. Ma come vivere a lungo se non avremo almeno 600 mila tonnellate di carbone al mese? Ora tu sai la situazione degli ultimi mesi e sai le prospettive di avvenire e come si siano dovute toccare perfino le riserve della marina da guerra!

È un anno che io mi tormento a richiamare l'attenzione dei tuoi colleghi sulla necessi,tà di ridurre i consumi e fare ogni sforzo per organizzare l'importazione del carbone. Più grande è stata la mia insistenza, più grande spesso la loro indifferenza.

Ma il passato non ,importa. Il presente tu sai quale sia. L'Inghilterra fa molti sforzi; ma tende a conservare il suo naviglio nella maggior misura possibile. L'America, almeno per ora, può dare piccolo contributo.

È da prevedere che se il carbone mancherà oltre una certa misura e le officine e le fabbriche dovranno in gran parte chiudersi, noi avremo una situazione interna in Piemonte, in Liguria, in Lombardia quasi rivoluzionaria.

Tu conosci la situazione alimentare della Gran Bretagna. Tu conosci e vedrai da vicino quale sia la situazione della Francia, dopo il grande e magnifico sacrifizio di uomini che essa ha compiuto e dopo le ultime non fortunate offensive.

Se la distruzione del naviglio dovesse mantenersi sopra 800 mila tonnellate al mese (e nulla ci fa ora credere che diminuirà) la nostra gu,erra difficilmente potrebbe durare oltre un anno; anzi finirebbe assai prima ancora di un altro anno e finirebbe assai male per noi.

Io so che la Germania ha molte difficoltà all'interno. Ma noi ei illudiamo quando mettiamo nel calcolo le difficoltà interne della Germania. Ho sempre ritenuto che la cosa più stupida sla ritenere responsabile della guerra l'impe

ratore di Germania. Egli è ancora uno degli uomini più moderati del suo popolo: è la Germania intera che ha voluto e ha sentito la guerra e ora, dopo tanti sacrifizi, tutti i partiti più o meno credono alla vittoria, o sono disposti a sacrificarsi per essa, se anche la fede si sia venuta attenuando. Per quanto sia grande la mia antipatia per l'Imperatore, più grande è la mia diffidenza per la tedesca rabbia.

Sulla capacità di riproduzione del naviglio da carico io non ho molte il1usioni. Con tutti gli sforzi l'Inghilterra non potrà costruire più di 700-800 mila tonnellate all'anno. Gli Stati Uniti sperano raggiungere la cifra di tre milioni di tonnellate. Devo però aggiungere che si tratta di propositi; che finora poco

si è fatto; che lo stesso generale Goethall, preposto alle costruzioni navali, non ha mancato di mostrarmi le difficoltà dell'opera 'e devo constatare che le distruzioni sono un fatto presente e le costruzioni sono un fatto futuro.

Occorre all'interno di ogni stato dell'Intesa ridurre i consumi quanto più è possibile e sopra tutto quanto più è possibile aumentare la produzione agraria. Finisca o non finisca la guerra noi siamo minacciati dalla fame e dalla rivoluzione.

Occorre comunque provvedere al carbone per l'Italia e sopra tutto al miglior impiego del naviglio da carico. Tu non ignori le mie proposte per utilizzare il naviglio dei neutrali. Ho anche ripetuto le mie idee in recenti interviste. Richiamo su di esse la tua attenzione.

Ma quando avremo fatto tutte queste cose, molte incertezze rimangono ancora. Bisogna anzi riconosce!'e che una ,tenebra buia è sempre intorno a noi. Aumentare il potere di resistenza significa dural'e più a lungo; ma a noi durare più a lungo non basta. Vincere è necessario e le speranze di vittoria non possiamo affidare al caso, o peggio ancora alla illusione, o alla speranza negli errori degli avversari.

Bisogna riconoscere del pari che senza la partecipazione dell'America la nostra guerra si poteva già considerare in posizione non felice.

Avendo contro gli Stati Uniti e il Giappone la Germania non potrà in definitiva vinoere la guerra mai. Ma ciò che interessa a noi sapere è se noi vinceremo o perderemo e sopra tutto se l'Italia vincerà o perderà.

Se le cose dovessero continuare come vanno ora e le perdite di navi essere ancora quelle che sono e le difficoltà aumentare nella stessa proporzione in cui aumentano ora, noi non potremmo farci molte illusioni.

E però, caro Sonnino, è meglio vedere la verità com'è e occuparci un po' meno della futura carta di Europa, ma un po' più della realtà presente. Io metto da parte il diritto, la giustizia, l'ideale. Sono tutte espPessioni profonde di nobili sentimenti. Ma io desidero sapere nella fase attuale di guerra che cosa noi vogliamo fare per battel'e la Germania.

E io spero che di fronte agli alleati il tuo Linguaggio sarà linguaggio di realtà, aspro e fecondo. Vi è un punto su cui credo di richiamare la tua attenzione e che mi pare non sia stato ancora considerato sufficientemente.

L'intervento militare degli Stati Uniti potrà avere una grande efficacia, ma in tempo non prossimo. È anche evidente che più grande sarà tale interv,ento e più aumenteranno la crisi del tonnellaggio e le difficoltà alimentari. Per mandare un corpo di esercito in Europa e vettovagliarlo sufficientemente, gli Stati Uniti impiegano tante navi quante sarebbero necessarie a diminuire se non a togliere del tutto le nostre preoccupazioni per il carbone!

Una sola forza noi possiamo ancora mettere nel conto per una rapida soluzione della guerra è il Giappone.

Credi che la questione dell'intervento giapponese si deva affrontare subito? E chè sia tanto più urgente affrontarla dopo la crisi russa?

La guerra attuale si basa sopra tutto sul logorio. Vincerà chi conserverà le ultime risorse di uomini, di materiali, di ricchezze.

Ora la venuta in Europa di un grande esercito giapponese, supponiamo 30 a 40 divisioni, metterebbe la Germania in situazione terribile e potrebbe precipitare gli avvenimenti.

Ho discusso questi argomenti con uomini poLitici inglesi e francesi. Tu sai come l'Inghilterra non abbia da principio mostrato di gradire l'intervento del Giappone: la Francia mostrava di gradirlo, ma senza essere disposta ad alcun compenso. Ora perché il Giappone mandevebbe un milione di uomini in Europa se non avesse vantaggio certo e immediato?

La Francia ha oltve 12 milioni di kmq. di colonie. Che cosa deve farne se non ha aumento di popolazione? Nella guerra attuale la Francia ha perduto oltve un milione e mezzo di uomini senza tener conto di oiò che è accaduto nei

paesi invasi. Non è meglio sacrificare qualche colonia e far finire più presto la guerra? L'Indocina francese in tutto o in parte (Cocincina, Annam, Tonchino) potrebbero essere materia di compenso.

Anche l'Inghilterra potrebbe senza difficoltà fare qualche sacrifizio.

L'idea da me esposta non ha trovato nemmeno in Francia una opposizione precisa, un fine di non ricevere. Si potrebbe tradurla in atto rapidamente.

Dico rapidamente perché oramai, date le condizioni della Francia e dell'Italia, la rapidità è condizione di successo. E puoi tu assumere con garbo il patrocinio di questa idea?

L'intervento giapponese ha per me assai più grande valore dal punto di vista militare, dell'intervento americano. Prima di tutto perché può avvenire subito; e poi perché può avvenire senza largo impiego di navi.

Durante la guerra russo giapponese i russi trasportarono in Estremo Oriente oltre un milione di uomini. La situazione della ferrovia transiberiana era allora assai meno favorevole. Perché il movimento che è avvenuto da ovest ad est non può avvenire da est ad ovest?

L'intervento giapponese darebbe anche alla Russia nuovo vigore.

Si potrebbe sperare in una campagna rapida e vigorosa di pochi mesi; si potrebbe anzi contare sull'effetto immediato di depressione della Germania. Però non vi è tempo da perdere se a un tale programma si può addivenire. Io credo che l'opera del Ministro degli Esteri d'Italia possa essere decisiva,

se è opera di realtà e di lealtà.

Se dobbiamo continuare a logorarci ,invano in offensive inutili, se dobbiamo attendere ogni fine di mese per sapere quante navi distrutte si aggiungono a quelle già distrutte; se dobbiamo aspettar,e che la situazione all'interno di ciascun paese si aggravi e diventi rivoluzionaria, meglio è guardare la verità tutta intera, senza illusioni e anche senza trepidazione.

Annunziave ogni giorno nuovi programmi di annessioni, bisogno o desiderio di nuovi territori, giungere sempve al mese seguente in condizioni peggiori, diminuendo le proprie riserve e aumentando le diffidenze, non è situazione desiderabile.

Ho voluto, caro Sonnino, dirti tutto il mio pensiero, con sincerità con rudezza forse. Tu non ami gli eufemismi e non te ne dorrai. L'ora è grave e difficile: non ci è dato né indugiare, né esitare (1).

(l) Non pubblicato.

719

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 309. Pietrogrado, 24 luglio 1917.

T,erescenko mi ha lasciato comprendere che i progetti di offensiva verranno lasciati cadere dovendo procedere ad opera di riorganizzazione completa morale e materiale dell'esercito e provvedere alla difesa. Forse a set1Jembre potrà essere riconsiderata la possibilità di offensiva. Non soltanto il disastro di Galizia, ma anche le tentate offensive sui fronti occidentale e settentrionale hanno dimostrato nonostante i primi successi cattivo stato psicologico delle truppe che non consente il rischio di avanzare più oltre. In Galizia furono perduti oltre 500 pezzi e 80.000 uomini. Il fronte sud-ovest dovrà essere ritirato al di là di Dubno.

Kerensky convocherà per domenica prossima a Mosca i membri della Duma e dei Soviet e rappresentanze di tutte le classi della popolazione ed esporrà la situazione. Il Governo al completo assisterà alla riunione cui intendesi dare grande solennità.

Naturalmente la questione della conferenza per concordare gli scopi di guerra (che progettavasi tenere a Londra nella prima metà di settembre) passa in seconda linea, ora. A quanto sembra, il governo provvisorio si appagherebbe di un consenso di principio da parte degLi alleati alla riunione di tale conferenza, senza più parlare di dati di programma di punti di vista concreti. È chiaro infatti che anche nella mente dei dirigenti russi quella conferenza doveva essere parallela all'azione militare della Russia. Questa è per ora ridotta alla difensiva e la situazione è pertanto mutata.

Il ministro di Romania, che ho visto stamane, sebbene ancora ignaro decisione del governo provvisorio, 'era oltremodo inquieto. Non soltanto ,egli temeva che la Romania dov,esse rinunziare all'offensiva, ma si chiedeva che cosa avverrebbe del suo paese se gli austro-tedeschi, continuando l'avanzata, tagliassero fuori la Moldavia. Su quest'ultimo punto le dichiarazioni testé faUemi da ministro degli Affari Esteri sono piuttosto rassicuranti. Egli crede che il numero delle forze fedeLi basterà a permettere il ripiegamento sopra una buona linea e a

contenere l'avanzata nemica (2).

720

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 100. Corfù, 24 luglio 1917.

Ministro interinale degli Affari Esteri mi ha dato copia della dichiarazione che è il risultato delle lunghe conferenze segrete qui tenutesi fra i capi

yugo-slavi, ora partiti per Salonicco, ed il Governo serbo. La dichiarazione che deve essere pubblicata domani fissa varii principii di cui ecco gli essenziali titoli: il nuovo stato sarà regno dei serbo-croati e sloveni, con territorio indivisibiLe ·e unità di sudditanza sotto la dinastia Karageorgevk.

I caratteri latini e cirillici avranno eguali diritti. I culti religiosi avranno tutti uguali diritti. Il territorio dello Stato comprenderà tutto il territorio su cui la nazione dai tre nomi vive in massa compatta senza discontinuità. Nessuna parte di questa totalità territoriale dovrebbe essere incorporata ad altro stato senza consenso del popolo. La costituente da riunirsi dopo la pace fisserà le autonomie locali. L'enunciazione di questi principi è preceduta da un preambolo in cui Francia, Inghilterra, Stati Uniti dell'America del Nord e la Nuova Russia sono indicati come i campioni della democrazia 'e della libertà per i popoli di disporre di se stessi. L'Italia non è citata. Poiché la dichiarazione è un documento di stato, pel fatto che è firmato anche da Pacié ho creduto di osservare al ministro degli Affari Esteri che la voluta esclusione dell'Italia potrebbe produrre cattiva impressione da noi, ove tale astioso silenzio sarebbe posto in confronto colla benevolenza con cui V. E. ha sempre nei suoi discorsi accennato alla Serbia; ho aggiunto che parlavo nell'interesse serbo più che nostro. Il ministro è stato assai turbato; mi ha detto non aV'er alcun potere in proposito giacché aveva avuto ordine preciso da Pacié per la pubblicazione della dichiarazione, ma che andrebbe subito dal ministro di Grazia e Giustizia e se questi voleva condividere responsabilità avrebbe soppresso H passaggio.

Probabilmente il silenzio circa l'Italia, più che a mancanza di riguardo, è dovuto a preoccupazioni verso popolazioni croate e slovene che danno volenterosamente combattenti contro noi. Confido che V. E. approvi il mio passo che, se riesce, avrà soppresso nuova materia di insinuazione contro l'Italia, e se non riesce, avrà accentuato di fronte a noi la responsabilità del Governo serbo. La dichiarazione col passaggio in parola è stata data stamane anche agli altri tre rappresentanti alleati (1).

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 263-270.

(2) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1268 del 28 luglio.

721

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2697/268. Washington, 24 luglio 1917 (per. ore 22,15 del 25).

Telegramma di V. E. n. 155 (2).

In applicazione alla legge sul servizio militare obbligatorio estendente obbligo coscriziona1e anche agli stranieri in possesso della prima carta di cittadinanza questo Governo procede attivamente alle operazioni inerenti ad una prima chiamata alle armi. Invece sceg1iere i giovani chiamati a servire in determinate categorie, è stato stabilito che dopo registrazione di tutti i giovani dai 21 ai 30 anni (telegramma di V. E. anzidetto) questo ministero della Guerra

determinerà mediante sorteggio loro numero d'ordine e togliendone poi tutti coloro cui non è fatto obbligo coscrizionale (stranieri senza la prima carta e stranieri colla prima carta appartenenti a paesi nemici) togliendone quelli che pur avendo obbligo coscrizionale hanno titolo di esenzione (impiegati in fabbriche necessarie al proseguimento della guerra etc. indicati dalla legge e specificati in recente ordinanza presidenziale) e togliendone infine i fisicamente inabili, procederà al loro graduale arruolamento. Il primo contingente da arruolarsi è stato fissato in 687 mila uomini e verrà chiamato prossimamente. È stato intanto presentato al Congresso un disegno di legge di iniziativa parlamentare che a fine di rendere passibili di servlizio militare tutti gli stranieri, comminerebbe a coloro che ancora non posseggono la prima carta di acquistarla immediatamente pena la loro deportazione. Altri bills analoghi di contenuto trovansi parimenti pendenti innanzi alla Camera ed al Senato. Sebbene sia possibile che nessuno di essi venga nemmeno in discussione, li segnalo alla S. V. come espressione della tendenza che si nota presentemente in talune di queste sfere parlamentari contrarie alla esclusione dall'obbligo coscriz,ionale degli stranieri che non posseggono la prima carta e che in quanto appartenenti a paesi belligeranti, sfuggono al servizio militare mediante la loro residenza qui, portando così danno alla causa comune. L',esenzione da ogni obbligo di coscrizione locale, sancita da taluni trattati come l'italiano e il giapponese, aggiunge un altro elemento alla questione.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1262 del 25 luglio. (2) -Non rinvenuto. Si tratta, probabilmente, di un numero errato.
722

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. GAB. 2051/373. Londra, 25 luglio 1917, ore 14,47 (per. ore 21,50).

Ho telegrafato quanto segue a S. E. il ministro degli Affari Esteri a Parigi: Mio telegramma 370 (1). Ricevo in questo momento una lettera particolare in cui Cecil mi partecipa avere il Gabinetto di guerra consentito alla modificazione proposta da V. E. (telegramma di V. E. gabinetto 1224) (2). In conseguenza si è fatto notare periodo resta definito come appresso nella traduzione letterale:

• Allora in qualsiasi alterazione o aggiustamento delle provincie dell'Impero turco in conseguenza alla guerra " équitable considération " sarà data alla stipulazione dell'accordo per l'equilibrio del Mediterraneo in concordanza con l'articolo nove dell'aceordo di Londra dell'aprile 1915 ». Cecil osserva che la nuova redazione potendo forse toccare interessi francesi egli presume. sarà necessario sottoporla anche a quel Governo ma aggiunge però: • per quanto concerneci noi vi consentiamo ».

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 682. •
723

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 51. Berna, 25 luglio 1917.

Il capo del dipartimento politico, al quale ho chiesto a che punto fossero i negoziati svizzero-tedeschi, mi ha risposto che le trattative incontrano serie difficoltà. Il primo ostacolo è quello del carbone, che la Germania dice di non poter più assolutamente mandare in grandi quantità, causa la mancanza di mano d'opera e la scarsità dei mezzi di trasporto. Il consigliere Ador mi ha soggiunto con una certa amarezza che i delegati tedeschi avrebbero fatto capire chiaramente che la Svizzera non può pretendere a una posizione privilegiata, che se le occorre carbone dovrà pagarlo a un prezzo assai più alto, come del resto fanno, comprandolo dalla loro alleata, l'Italia ,e la Francia dove il carbone si vende a cinque volte almeno il prezzo fatto prima dalla Germania alla Svizzera. Intanto l'importazione mensile da 250 mila è scesa qui a meno di 150 mila, ed il Consiglio federa~e dovrà provvedere a diminuire i treni e a prendere disposizioni per restringere il consumo privato. Il capo del dipartimento poUtico ha soggiunto che la questione del carbone sarà quest'inverno, anche per la Svizzera, nonostante la legna in quantità ed il piccolo stock tuttora esistente, quasi altrettanto grave quanto quella dei viveri.

724

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 300. Jassy, ... luglio 1917 (1).

Stamane è venuto a vedermi Bratiano con la scusa di parlarmi della... (2). Vanderwelde, ma principalmente per insistere sulla questione della revisione degli accordi dell'Intesa relativi alle acquisizioni territoriali. Bratiano persiste a dire che tale questione è stata già avanzata dal Governo russo presso il Governo inglese e francese, se non pel tramite delle rispettive ambasciate a Pietrogrado almeno per mezzo di persone fiduciarie, come Thomas per la Francia, le quali hanno maggiori punti di contatto col Governo che la rivoluzione ha impiantato in Russia. Base delle trattative sarebbe la rinunzia a Costantinopoli da parte della Russia e la conseguente riduzione o soppressione delle acquisizioni territoriali che i trattati hanno assicurate agli altri stati dell'Intesa. Ammesso il principio della revisione dei patti dell'Intesa, le relatiVle negoziazioni dovrebbero essere condotte in una conferenza da tenersi a Pi,etrogrado. Il punto

di vista del GoV1erno francese sarebbe che non si devono creare per il momento difficoltà al Governo russo e che quindi, anziché opporsi fin da principio a questa entratura che porrebbe il governo stesso in una posizione difficile di fronte agli elementi più avanzati, sia opportuno accettare la discussione e tirarla in lungo finché, iniziata l'offensiva da parte delLe truppe russe, il Governo provvisorio non si sia rinforzato all'interno ed i rapporti tra il Governo stesso ed i Governi alleati che gli forniscono denaro armi e munizioni ed i restanti non abbiano preso una piega più favorevole di quella che non abbiano. Al primo avviso Bratiano ha 'espresso l'opinione che il Governo britannico, salvo alcune obbiezioni di carattere più che altro teorico sulla liberazione del popolo armeno e del popolo arabo ecc., non possa neppur esso opporre un reciso rifiuto ai desiderata russi.

(l) -Il documento è stato rinvenuto nel Fondo ambasciata Londra. Essendo privo di data, viene inserito sub 25 luglio, data della sua ritrasmissione alle ambasciate di Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1263. (2) -Gruppo indecifrato.
725

VERBALE DELLA CONFERENZA INTERALLEATA PRIMA SEDUTA

Parigi, 25 luglio 1917, ore 10.

Present:

M. Ribot, President of the CouncH, Minister for Foreign Affairs (in the Chair).

France

M. Painlevé, Minister of War. Admiral Lacaze, Minister of Marine.

M. Thomas, Minister of Armaments.

M. Bourgeois, Minister of Labour.

M. Jules Cambon, Secretary Generai, Ministry for Foreign Affairs.

M. Jonnart, High Commissioner in Greece.

M. de Margerie, Director of Politica! and Commerciai Affairs. Generai Foch, G.C.B., Chief of the Generai Staff. Admirai de Bon, Chief of the Navai Staff.

England

The Right Hon. D. Lioyd George, M.P., Prime Minister. The Right Hon. A. J. Balfour, O.M., M.P., Secretary of State for Foreign Affairs. Lieutenant-Generai the Right Hon. J. C. Smuts, K.C. The Right Hon. Lord Bertie of Thame, G.C.B., G.C.M.G., G.C.V.O., British Am

bassador to France. Admirai Sir J. R. Jellicoe, G.C.B., O.M., G.C.V.O., First Sea Lord and Chief of the Navai Staff. Generai Sir W. R. Robertson, G.C.B., K.C.V.O., D.S.O., Chief of the Imperial Generai Staff.

!8 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

Serbia

M. Vesnitch, Minister to France. Generai Rachitch.

Russia

M. Sevastopoulo, Chargé d'Affaires.

Generai Zankiévitch, Russian Military Representative at the French General Headquarters.

M. Basili, Counsellor of the Russian Embassy.

Roumania

M. Lahovary, Minister to France. Generai Iliesco.

Italy

Baron Sonnino, Minister for Foreign Affairs. Marquis de Salvago Raggi, Ambassador to France. Signor de Martino, Principal Secretary at the Ministry of Foreign Affairs. Generai Count Cadorna, Commander-in-Chief. Admiral Thaon di Revel. Count Aldrovandi, Counsellor of the Italian Foreign Office. Colonel Bencivenga, Italian Generai Staff.

Greece

M. Athos Romanòs, Minister to France. Colonel Ractivan, Member of Greek Generai Staff.

Dr. Ribot, Chief Private Secretary to the President of the Council. Sir George Clerk, K.C.M.G., C.B. Major-General F. B. Maurice, C. B., Director of Military Operations. Lieutenant-Colonel Sir M. P. A. Hankey, K.C.B., Secretary, War Cabinet. Professar Mantoux (Interpreter).

Also French, Italian, and Russian officers.

lVI. RIBOT: Messieurs, -A la Conférence de Londres du 28 et du 29 mai dernier, la France et l'Angleterre avaient décidé de se concerter à nouveau au mois de juillet avec les Puissances alliées pouT examiner et déterminer la suite de leur action militaire dans les Balkans.

C'est en raison de cette résolution que nous vous avons demandé de nous réunir aujourd'hui.

Depuis deux mois, un fait nouveau s'est produit. La Grèce, que ses sympathies et les souvenirs de son passé rattachaient aux Puissances alliées, s'était vue empèchée, par l'action inconstitutionnelle d'un pouvoir personnel, d'entrer dans la voie où la poussaient ses intérèts non moins que ses traditions. Les Puissances garantes se sont montrées résolues à rétablir l'autorité de la constitution hellénique, et tout est rentré sans trouble dans la régularité. Aujourd'hui la Grèce s'est rangée à nos còtés. Son accession à notre cause modifie les conditions dans lesquelles se présentait jusqu'ici la situation militaire dans les

Balkans. Nous avons à examiner ce nouvel état de choses, et nous étudierons ensemble comment la composition de l'Armée d'Orient et les opérations qu'elle a à poursuivre en seront affectées.

Toutes les nations dont les armées combattent dans les Balkans sont ici représentées. C'est avec une satisfaction profonde que nous pouvons constater que trois années de guerre n'ont affaibli ni notre union ni notve volonté de vaincre. La France est heureuse de vous accueillir.

Permettez-moi, en son nom, de vous souhaiter à tous la bienvenue.

M. RIBOT: Avant de commencer nos travaux, je dois vous recommander de la manière la plus pressante de garder le secret le plus absolu sur nos délibérations et sur les solutions qui seront adoptées. Les questions que nous aurons à examiner offrent un très grand ,intérèt au point de vue du succès de la guerre et il importe que le secret de nos délibérations soit bien gardé.

Les Alliés ont à examiner si les faits nouveaux qui se sont produirts dans ces derniers mois 1en Russie et en Grèce ne les amènent pas à modifier leur plan d'opérations en Orient. La Grèce et disposée à. faire un effort considérable, mais avant d'étudier les questions, posées par son entrée en guerre, il y a lieu de constater d'abord l'état actuel des effectifs alliés à Salonique, et si vous le voulez bien je vais donner la parole au Généval Foch.

LE GÉNÉRAL FOCH: Nous savons tous le nombre des divJ.sions Qui se trouvent à Salonique. On peut, suivant la manière dont on compte, les évaluer à 20% divions ou à 221J2 divisions. Cette armée est composée de troupes françaises, anglaises, italiennes, russes, serbes et grecques, et elle Uent la ligne de Monastir à Salonique.

En arrière se constitue l'armée grecque royaliste, 1et c'est sur elle que nous comptons pour se substituer un jour aux Alliés; mais cette armée grecque n'est pas encore formée et la situation actuelle n',est pas définitive. L'Armée d'Orient tient actuellement une ligne de plus de 300 kilom., et il serait dangereux de la réduire en ce moment, car el1e est toujours sur le coup d'Ul11e offensive ennemie. Nos ennemis, qui ont cherché à obtenir un succès en fin d'année d'abord contre la Serbie, puis contre la Roumani!e, n'essaieront-ils pas de remporter, en 1917, une victoire retentissante sur la Grèce? Voilà dans quel état d'esprit nous avons abordé l'étude de ce problème, et l'État-Major estime que le maintien des effectifs actuels est nécessaire pour répondre à toute menace qui pourrait se produire en Orient en attendant que l'armée grecque reconstituée permette d'envisager une nouvelle situation soit offensive, soit défensive.

M. PAINLEVÉ: D'après les renseignements que nous possédons, la répar

tition des forces en Macédoine serait la suivante: la France aurait 8 divisions, soit 200,000 hommes; l'Angleterre 5 divisions, so i t 190,000 hommes; l'Italie 3 brigades au complet, soit 45,000 hommes; la Serbie, 130,000 hommes environ; la Russie, 12,000 hommes; et l'armée grecque déjà sur le front environ 40,000 hommes, soit au total

627,000 rationnaires.

LE GÉNÉRAL CADORNA ajoute qu'il y a environ 80,000 hommes de troupes itaLiennes en Albanie.

M. RIBOT: Ainsi sur le front de Macédoine, nous avons environ 600,000 hommes, et sur le front albanais 80,000 hommes. Est-ce que ces chiffres concordent avec ceux de l'État-Major anglais?

M. LLOYD GEORGE: Nos chiffres sont un peu plus élevés. Nous évaluons l'effectif de l'Armée d'Orient à 650,000 rationnaires et à 269,000 combattants, mais nous pouvons considérer que l'écart n'st pas assez important pour nous empecher de considérer le chiffre de 630,000 hommes à Salonique comme étant à peu près exact et pouvant servir de base à nos conversations.

M. RIBOT. Les Chefs d'État-Major français et anglais se sont réunis hier pour étudier la situation militaire et ils ont rédigé deux Notes résumant leur manière de voir. Il semble en résulter que les États-Majors ne sont pas tout à fait du meme avis, et, si vous le voulez bien, nous commencerons par prendre connaissance de ces Notes.

M. LLOYD GEORGE: Voici la Note anglaise:

• J'estime que les Alliés font un très mauvais usage des effectifs dont ils disposent en Orient, puisqu'ils ont 600,000 rationnaires en face de seulement quelque 400,000 hommes du còté ennemi.

Le Général Sir William Robertson est d'avis que si l'on tient compte de ce que les forces alliées à Salonique ont été en mesure au printemps dernier de constituer une réserve suffisante aussi bien pour des opérations offensives que pour surveiller la situation en Grèce, et de ce que la situation en Grèce est maintenant satisfaisante et que depuis le printemps les troupes vénizélistes se so n t jointes aux Alliés, et que l'Armée grecque est en voie de reconstitution pour venir renforcer cette meme armée, on peut cosidérer que l'armé alliée à Salonique est plus forte qu'il n'est nécessaire pour des opérations défensives, si elle est bien commandée et si les mesures nécessaires sont prises en vue de la protéger. Sir William Robertson considère, en outre, qu'une offensive à Salonique n'aurait aucun avantage pratique si elle n'était combinée avec une attaque principale russo-roumaine contre la Bulgarie venant du Nord, et qu'à l'heure actuelle on n'entrevoit pas la possibilité d'une pareille attaque.

Le Gouvernement britannique, dont les forces en Asie Mineure vont, .par suite du manque de collaboration de la Russie, avoir à supporter tout le poids des armées turques, juge nécessaire de renforcer immédiatement cette armée sur le front de Palestine par l'envoi d'une division et d'une certaine quantité d'artillerie lourde afin d'exercer la pression la plus forte possible sur les Tures, pour les empecher de concentrer leurs forces contre l'armée britannique opérant en Mésopotamie et qu'il est difficile de renforcer.

En conséquence, le Gouvernement britannique propose de transporter immédiatement une division et de l'artillerie lourde de Salonique en Palestine et il suggère d'utiliser les divisions vénizélistes, au fur et à mesure qu'elles deviendront disponibles pour relever des divisions françaises et anglaises actuellement sur le front, afin de constituer des troupes de réserve qui pourraient etre employées soit pour une offensive contre la Bulgarie, si cela devenaH possible ultérieurement, soit pour des opérations sur un autre théatre de la guerre.

Les nouvelles de Russie reçues ces derniers jours ne sont pas bonnes, et il est par conséquent plus important que jamais que la situation des armées anglaises so i t assurée e n Asi e •.

M. RIBOT prie le Général Foch de vouloir bien donner connaissance de la Note française.

LE GÉNÉRAL FOCH lit la Note suivante:

• Les événements récents de Grèce ont amélioré notre situation dans les Balkans, mais ne nous procureront un renforcement d'effectifs que dans des conditions encore incertaines et à une époque relativement lointaine (commencement de 1918).

En conséquence, nous devons examiner: le plan d'action immédiat basé sur nos moyens actuels; le plan d'action ultérieur avec le concours grec.

Plan d'action immédiat. -Pour des raisons militaires, politiques et morales, nous devons maintenir le terrain conquis, couvrir la Grèce et les communications de l'Armée italienne vers l'Adriatique.

Nous devons aussi nous mettre ,en mesure de passer à l'offensive en cas de succès russo-roumain important.

La première de ces obligations conditionne l'importance des effectifs à maintenir en Orient, lesquels ne peuvent etre actuellement réduits en raison de l'étendue du front, de la difficulté des communications qui s'oppose au déplacement rapide des réserves, de la composition hétérogène des Armées d'Orient, de l'insuffisance de la dotation en matérial, du fléchissement des effectifs, de l'état de fatigue des troupes.

PZan d'action ultérieuL -L'utilisation des forces grecques, qui n'entreront en ligne qu'au début de 1918, dépend essentiellement du programme d'action que l'on se propose de réaliser en Orient au printemps de 1918.

Si l'on n'y poursuit aucun but offensif, ces forces pourront remplacer des forces franco-britanniques; dans le cas contraire, elles constitueraient l'appoint nécessaire à la décision. C'est à la coalition qu'il appartiendra de statuer sur cette question de principe: mais elle doit noter que l'occasion peut s'offrir encore de liquider la question d'Orient par une action décisive et qu'il parait nécessaire en conséquence de conserver les moyens de la réaliser.

La situation créée par les derniers succès allemands de Galicie donne encore plus de valeur au point de vue exposé ci-dessus. Si 1es Allemands développent leurs avantages et se procurent des disponibilités nouvelles, ils pourront rechercher un résultat décisif sur les Armées d'Orient.

Cette hypothèse, conforme à leurs traditions de rechercher en fin d'année un succès facile à obtenir, interdit absolument en ce moment la réduction des effectifs de Salonique.

La nouvelle proposition britannique ne pourrait ètre envisagée qu'ultérieurement, vers le mois d'octobre, quand la situation sera éclaircie ou stabilisée •.

Le Général Foch ajoute que cette Note résume l'opinion du Général Cadorna aussi bien que la sienne.

LE GÉNÉRAL CADORNA: Je partage absolument !a manière de voir du Général Foch, et je crois qu'on ne peut réduire sans danger les effectifs de l'Armée d'Orient. La question intéresse particulièrement l'ltalie, car si on réduisait les effectifs à Salonique, le Gouvernement italien serait obligé de retirer ses troupes de Valona, car les forces dont il dispose en Albanie ne seraient pas suffisantes pour défendre cette ville.

M. PAINLEVÉ fait remarquer que, dans cette éventualité, la frontière grecque serait ouverte aux Allemands.

(Après cette lecture, M. Ribot demande aux représentants des Puissan · ces s'ils ont quelque suggestion à formuler).

LE GÉNÉRAL CADORNA: Je partage absolument la manière de voir du Foch. Tout affaiblissement de l'Armée de Salonique donnerait à nos ennemis la possibilité de renforcer ses troupes sur le front russe, d'occuper peut-ètre toute la Roumanie et de s'emparer de régions qui sont indispensables au ravitaillement de l'Armée russe. Or, la Russie vient de traverser la crise la plus difficile peutètre de toute la guerre, et s'il est permis d'espérer qu'elle reprendra bientòt conscience de ses intérèts et de sa force, l'état mora! de l'armée ne permettrait pas actuellement de supporter un choc violent, un succès des Puissances centrales sur le front du Sud-Ouest pourrait avoir les plus graves conséquences. En outre, en diminuant nos forces sur le front de Salonique, ne donnerions-nous pas à entendre que nous renonçons à toute offensive contre la Bulgarie et ne risquerions-nous pas de décourager les bonnes dispositions de la Grèce?

M. VESNITCH: Je m'excuse, n'étant pas militaire, de parler de questions militaires en l'abscnce du Général Rachitch, qui ne pourra arriver que tout à l'heure, mais j'exprime les sentiments et l'opinion du Gouvernement Royal en m'associant pleinement aux vues exposées dans la Note que nous a lue le Général Foch. J'ajoute que si on décidait de relever une seule compagnie du front de Salonique, cette décision pourrait avoir la plus néfaste influence sur ce qui reste de l'Armée serbe, et, sans avoir qualité pour parler au nom des autres pays balkaniques, je crois pouvoir dire qu'une pareille mesure aurait les plus fàcheuses conséquences sur toutes les Armées balkaniques. Quant aux populations des territoires occupés par nos ennemis, comment interpréteraientelles cette évacuation? Les nouvelles leur parviennent plus surement et plus rapidement que par le télégraphe ou par le téléphone, et dès qu'elles auraient connaissance du retrait d'une ou de deux divisions de Salonique, elles en seraient péniblement impressionnées. Je m'associe donc, au nom du Gouvernement Royal de Serbie, au point de vue du Gouvernement français.

M. LAHOVARY: La Note du Général Foch a exposé si clairement la situation que le Gouvernement roumain ne peut que se rallier à ce point de vue.

En enlevant du front macédonien des divisions anglaises, l'ennemi pourra à son .tour enlever quelques divisions bulgares pour recommencer par la Dobroudja l'effort déjà tenté en décembre dernier, afin de pénétrer dans la Bessarabie méridionale et, par là, de gagner Odessa.

Au mois de novembre dernier, après la prise de Monastir, l'arret de l'offensive des troupes de Salonique avait donné à nos ennemis l'idée de tourner l'aile gauche roumaine, ainsi qu'il résulte de déclarations de prisonniers allemands faits sur le front roumain.

D'accord avec le Général Zankévitch, j'estime que la réussite d'une offensive ennemie qui lui permettrait de pénétrer dans la Russie méridionale, le grenier des Armées russo-roumaines, serait très dangereuse. Pour cette raison, et sans tenir compte des considérations d'ordre moral et politique, il n'est pas possible d'enlever actuellement aucune force du front de Salonique.

M. ROMANOS demande la permission d'attirer l'attention de l'assemblée sur la pénible impressio n qu'une réduction des forces de l'Armée d'Orient ne manquerait pas de produire dans toute la Grèce, qui vient d'etre unifiée et qui se prépare à faire un grand effort pour défendre ses intérets aux còtés de ses Alliés et pour exécuter le Traité d'Alliance qui lie la Grèce à la Serbie.

La Grèce, qui vient de rétablir son unité, se prépare à entrer en guerre de toutes ses forces militaires et navales, aux còtés de l'Entente.

Une mission composée d'officiers français va preter son concours à l'ÉtatMajor hellénique pour la réorganisation de l'armée, affaiblie par les événements des dernières années, et pour son instruction conforme aux conditions de la guerre moderne. Trois divisions formées par le Gouvernement provisoire se trouvent déjà sur le front. L'organisation militaire de la Grèce unie comprendra douze nouvelles divisions, soit au total quinze divisions, à raison de 15,000 combattants par division. Ces formations sont prévues par le rendement de la population du Royaume. Les troupes des dépòts seront suffisantes pour maintenir les effectifs. Le matériel de guerre, qu'un intendant de l'armée française vient de recenser, devra etre complété, surtout en ce qui concerne l'artillerie lourde et l'artillerie de montagne. Les deux guerres balkaniques et la mobilisation de l'année 1915 ayant complètement épuisé les stocks de l'armée, son équipement et son habillement devront etre fournis en entier. Enfin, une rapide organisation du service d'aviation et du service des transport (camions automobiles, chevaux) permettra à l'armée grecque de se mettre bientòt au niveau des autres armées de l'Entente.

Elle a fait ses preuves pendant les deux guerres balkaniques, et en peu de mois, elle pourra etre suffisamment instruite et outillée pour apporter un appoint efficace aux armées alliées en Orient et défendre les intérets légitimes de la Grèce.

La Grèce s'adresse aux Puissances de l'Entente et leur demande d'etre mise à meme de préparer à bref délai une armée de quinze divisions, qui, avec leurs dépòts, présenteraient un total de 300,000 hommes. Une pareille armée composée de troupes aguerries, ayant l'habitude de la guerre en Orient et connaissant à fond le terrain des opérations, pourra etre d'un très sérieux appoint à l'armée des Alliés en Macédoine. Elle offrira en outre l'avantage de n'avoir pas besoin de base pour son transport et de n'etre pas exposée aU)X dangers des torpillages. Pour son entretien, il suffira d'importer de l'étranger la quantité de vivres représentant la différence entre la nourriture de la population civile et celle d'une armée. Il y aurait ainsi une importante économie de tonnage. Une nouvelle économie de tonnage sera obtenue par l'utilisation par les troupes alliées de la route Itéa-Bralo et de la voie ferrée Bralo-Salonique.

La coopération de l'armée grecque avec les armées alliées en Macédoine aura comme conséquence de modifier sur ce front l'équilibre des forces. L'Armée d'Orient qui, depuis deux ans, n'a pu atteindre les buts qu'elle s'était proposés obtiendra par l'entrée ,en guerre de la Grèce unifiée une augmentation de ses effectifs de 300,000 hommes. En maintenant l'intégralité de ses contingents qui se trouvent actuellement en Macédoine, les Alliés, auxquels la Grèce est heureuse d'avoir pu se joindre, pourront, d'ici à peu de mois, prendre l'offensive avec toutes les chances de succès et frapper en Orient un coup décisif contre les Puissances centrales.

M. RIBOT constate qu'il résulte de ces déclarations, sauf ,toutefois de celle du Gouvernement britannique, qu'il y aurait un danger à diminuer actuellement les effectifs de l'Armée d'Orient, surtout e n présence de ce qui se passe en Galicie.

M. LLOYD GEORGE: C'est avec beaucoup de regret que je constate qu'il ne m'est pas possible d'etre d'accord avec les conclusions auxquelles sont arrivés les représentants des Puissances représentées. Je dois insister sur les difficultés dans lesquelles nous place l'éclipse momentanée de la puissance russe. Jusqu'à cette année, la guerre contre la Turquie avait été poursuivie par les armées russes bien équipées et organisées en meme temps que par les Armées anglaises, et les succès remportés par les troupes russes au Caucase ont facilité, sinon meme permis, le succès anglais à Bagdad.

Les armées russes devaient cette année faire concorder leurs opérations dans le Nord avec nos opérations en Mésopotamie. Nous pouvions espérer écraser les Tures et rendre ainsi un immense service à la cause des Alliés, car non seulement la mise hors de cause de la Turquie affaiblirait grandement le bloc des Puissances centrales, mais elle aurait pour conséquence de rendre disponibles 200,000 ou 300,000 hommes de troupes russes et 600,000 à 700,000 hommes de troupes anglaises.

Aujourd'hui, l'Armée russe est immobilisée, et 1es troupes du Général Maude pourraient se trouver en danger, si les Tures concentraient contre elles tous leurs efforts. C'est sur la Grande-Bretagne que repose aujourd'hui tout le poids de la guerre contre la Turqui,e. Or, nous savons, d'après des renseignements de source française, que les Allemands incitent les Tures à tenter une grande offensive en Mésopotamie. Le Général Falkenhayn a été envoyé en Turquie pour prendre la direction de ces opérations. Dans son discours au Reichstag le Docteur Michaelis n'a-t-il pas fait une allusion spéciale à ces théàtres d'opérations, en indiquant que l'Al1emagne était prete à envoyer non seulement des armes et des munitions, mais encore des troupes pour réorganiser l'armée turque? Nous devons etre prets à toute éventualité. Or, nous n'avons en Mésopotamie et en Égypte qu'environ 480,000 hommes, en y comprenant les troupes d'occupation d'Égypte. D'autre part, 190,000 hommes sont sur le front de Salonique. C'est donc environ 700,000 hommes que nous avons en Orient, et nous devons nous préoccuper de renforcer par tous les moyens possibles notre armée en Palestine, le seui moyen d'empècher une offensive turque en Mésopotamie étant de la prévenir par une attaque anglaise sur Gaza.

D'où pouvons-nous faire venir nos troupes? Ce n'est sans doute pas de France -le Général Foch n'est certainement pas de cet avis. Il sait bien que toutes les troupes disponibles en Angleterre sont envoyées dès qu'elles sont prètes sur le front français. Peut-ètre, un jour, serons-nous amenés à étendre encore notr,e front en France; nous en examinerons ultérieurement les modalités; mais il ne saurait évidemment ètre question de dégarnir le front français. Nous sommes donc obligés, parce que nous ne pouvons faire autrement, de prélever nos renforts pour l'Armée de Mésopotamie sur le front de Salonique.

Il faut voir les choses telles qu'elles sont, et ne pas se laisser entralner par des considérations sentimentales. L'Armée russe n'est plus ce qu'elle était l'année dernière, et l'État-Major russe nous a fait savoir que l'Armée du Caucase ne pourrait intervenir avant le mois d'octobre. Il est donc absolument nécessaire que nous prélevions dès maintenant une division sur le front de Salonique pour renforcer notre Armée de Mésopotamie, et que nous tenions une autre division en réserve pour parer à toute éventualité si un danger pressant menaçait notre armée.

Tout en faisant le plus grand cas des considérations qui ont été exposées, nous sommes obligés d'insister pour retirer ces divisions de Salonique. C'est pour l'Angleterre un devoir de prudence.

Il ne faut pas oubHer qu'il y'a au surplus près de 630,000 hommes à Salonique et 80,000 Italiens en Albanie. Valona n'est pas la Macédoine, mais si les Allemands ou les Autrichiens se proposaient de faire une offensive contre Salonique, ils ne peuvent manquer de tenir compte de la mec1ace que présentc la présence de ces 80,000 hommes sur leur flanc.

Je dois donc insister pour que les Alliés tiennent compte de ces arguments, et je me permets d'insister pour qu'ils acceptent les mesures suivantes qui nous sont imposées par une cruelle nécessité et je soumets à leur approbation la Note suivante:

• -Les Gouvernements alliés, considérant l'incertitude de la situation militaire en Turquie et les nécessités auxquelles l'Armée anglaise peut avoir à faire face sur le théatre turc de la guerre, ont accepté que: l. -Une division anglaise et une certaine quantité d'artillerie lourde soi1 retirée de Salonique immédiatement pour ètre employée en Palestine;

2. D'autres divisions seront retirées de la ligne de front de Salonique au fur et à mesure que des divisions grecques deviendront disponibles pour les remplacer, mais elles resteront pour le moment sur le théatre des Balkans comme une réserve pour ètre employées soit sur ce théatre d'opérations, soit sur un autre, suivant l'évolution de la situation militaire •.

M. Lloyd George ajoute que le second point ne semble pas voUJloir donner lieu à de longues discussions. Il est évident que lorsque l'Armée grecque sera en état de prendre sa piace sur le front, les divisions alliées pourront étre retirées si les nécessités militaires rendent leur présence plus utile sur d'autres points du front.

LE GÉNÉRAL ZANKÉVITCH estime qu'il y aurait de grands inconvénients à retirer actuellement des troupes de Salonique. Cela permettrait aux Tures et aux Bulgares de retirer de leur còté des forces non moins importantes et d'attaquer à leur tour l'armée russe ou l'armée roumaine. Tout en reconnaissant l'impor,tance du front d'Asie Mineure, le Général Zankévitch estime qu'il y a d'autres théàtres où les intéréts en jeu sont encore plus grands. Un échec sur le front russe pourrait avoir de graves conséquences. Sans doute, l'armée russe n'est pas ce qu'elle était avant la Révolution, mais elle est loin d'étre immobilisée, et l'on peut espérer qu'elle reprendra bientòt sa valeur offensive.

M. PAINLEVÉ: Le Général Robertson a parlé tout à il.'heure du mauvais rendement des troupes alliées sur le front de Macédoine et il a opposé les 700,000 rationnaires alliés qui se trouvent à Salonique aux 400,000 Austro-Bulgares qu'ils ont en face d'eux. Je dois à la vérité de constater que le rendement n'est pas meilleur sur les autres fronts: c'est ainsi que sur le front occidental nous opposons 5,000,000 d'hommes à environ 3,000,000 d'Allemands. Sur le front ita1ien la proportion est encore plus forte. Et si nous examinons le front de Mésopotamie nous constatons qu'il y a plus de 100,000 Anglais contre environ 31,000 Tures. En somme, le rendement est environ 3 alliés contre 2 ennemis; il ne faut pas s'imaginer qu'en affaiblissant le front de Salonique on en augmentera le rendement. Il y aurait, à mon avis, un grand inconvénient à retirer actuellement des troupes de Salonique et j'estime qu'il y aurait intérét à laisser les ,choses dans l'état actuel jusqu'à ce que nous puissions nous rendre plus exactement compte de la situation en Russie, du développement de l'armée grecque, et des projets ennemis. En diminuant nos forces à Salonique, nous risquons non seulement d'indiquer à nos ennemis un point faible, mais encore d'attirer sur ce point une puissante attaque de sa part.

M. SONNINO: Nous sommes dans une impasse.

M. RIBOT: La situation de l'armée anglaise en Mésopotamie mérite sans ùoute la plus sérieuse attention; mais est-il prudent de dégarnir le front de Salonique au moment où les armées russes recu1ent et où nous pouvons etre sérieusement menacés d'une attaque germano-bulgare? Ne leur ferons-nous pas ainsi la partie trop belle en leur permettant de remporter un succès facile? Il ne faut pas oublier que l'armée de Salonique se trouve, elle aussi dans des conditions difficiles: son caractère hétérogène, Le grand nombre de malades, les épreuves supportées depuis deux ans l'ont placé dans une situation particulièrement difficile. Nous avons vu à la dernière offensive la difficulté qu'il y avait à remporter sur ce front le moindre avantage. Le retrait d'une seule division ne donnera-t-il pas à nos ennemis l'impression que nous abandonnons le champ de bataille de Macédoine et ne découragera-t-il pas nos alliés de Grèce?

M. SONNINO: Il ne me semble pas que la question comporte une solution immédiate. On ne peut rien faire en Orient pendant l'été, et l'on pourrait peut-etre attendre l'automne pour prendre une décision. D'ici là, les Grecs auront probablement avancé leurs préparatifs et seront en mesure de prendre la place des troupes anglaises. Nous serons peut-etre aussi fixés sur les projets des Empires du Centre.

M. SÉVASTOPOULO s'associe, au nom du Gouvernement provisoire, aux considérations présentées par le Président du Conseil d'Italie aussi bien que par les Ministres de Serbie et de Grèce.

M. BALFOUR: Il ne faut pas oublier qu'il n'y a qu'un seul front, qui s'étend de la mer du Nord au Caucase, et qu'il n'y a au fond qu'un seul problème à résoudre. Ce problème est le suivant: Une division britannique peutelle mieux servir les intérets des Alliés à Salonique ou en Syrie et en Mésopotamie? Il me parait difficile de croire que le retrait d'une division de Salonique puisse avoir une grande répercussion sur la situation dans les Balkans alors que la présence de ces troupes en Mésopotamie est indispensable.

La difficulté vient de ce que l'Armée russe n'a plus la meme valeur que l'année dernière, et que nous ne pouvons compter sur une intervention de sa part au Caucase avant la fin d'octobre. Le transfert d'une division anglaise de Salonique en Syrie servira certainement mieux la cause des Alliés que si elle restait inoccupée en Macédoine. La question n'est pas seulement une question britannique, mais, à vrai dire, un problème qui intéresse tous les Alliés au meme titre; et je suis convainçu que le renforcement de l'Armée anglaise en Mésopotamie servira mieux les intérets de la Grèce, de la Serbie et de la Roumanie, sans parler de ceux de la France, de l'Italie et de la Grande-Bretagne que le maintien d'une division à Salonique.

Une défaite anglaise en Syrie ou en Mésopotamie ne serait pas seulement un échec pour l'Angleterre, mais aussi un échec pour tous les Alliés.

On nous a dit que les Allemands tàcheraient de terminer l'année sur un succès militaire, et que après avoir écrasé la Serbie en 1915, et la Roumanie en 1916, ils s'efforceraient sans doute d'obtenir en 1917 un succès retentissant contre la Grèce. Les Allemands attaqueront sur le point faible, mais le point faible est-il Salonique, où nous avons accumulé des troupes nombreuses et un matédel considérable? N'est-il pas bien plutot en Mésopotamie, où, par suite de la défaillance des Russes au Caucase l'Armée anglaise se trouve devoir supporter seule le choc des armées turques, réorganisées par l'Allemagne?

Nos autorités militaires estiment que le retrait d'une division de Salonique se justifie par les plus sérieuses raisons stratégiques et doit s'imposer à l'attention des Alliés.

M. RIBOT remercie M. Balfour d'avoir si clairement posé la question en faisant ressortir qu'elle n'intéresse pas seulement la Grande-Bretagne, mais aussi tous les Alliés.

M. VESNITCH s'excuse de revenir une fois sur la question et prie l'assemblée de vouloir bien lui accorder encore quelques minutes d'attention. Ce n'est pas, dit-il, comme Serbe, mais comme membre de l'Alliance que j'exposerai le point de vue qu'il importe de ne pas perdre de vue avant de prendre une décision. Ainsi que l'a très justement dit M. Balfour, les Allemands peuvent etre tentés de chercher un succès avant la fin de l'année, mais ils ne rechercheront pas un succès militaire; ils s'efforceront d'obtenir un succès poUtique afin d'en tirer le plus grand profit devant le monde entier. Le premier succès a été remporté sur la Serbie, et permettez-moi de rappeler aujourd'hui, en passant, que le Gouvernement serbe n'a cessé d'attirer l'attention de ses Alliés sur l'imminence du danger qui la menaçait, mais, pour des considérations d'ordre général sans doute, les Alliés n'ont pu tenir compte de notre insistance. L'année suivante l'histoire s'est répétée avec la Roumanie, et, cette fois encore, les Alliés n'ont pu venir au secours de l'armée roumaine. L'expérience du passé ne servira-t-elle de rien et l'histoire se répétera-t-elle une troisième fois? Il faut, sans doute, tenir le plus grand compte des arguments invoqués par le Premier Ministre d'Angleterre, mais il ne faut pas seulement faire entrer en ligne de compte la sttuation mmtaire; il faut tenir compte aussi de la situation psychologique. Au. point de vue militaire, l'enlèvement d'une division à Salonique n'aurait peut-etre pas de grands inconvénients; le transfert de cette division en Mésopotamie rendrait probablement de grands services, mais une pa11eille décision aurait la plus fàcheuse répercussion dans les Balkans. Il est difficile de se rendre compte de l'influence que cela pourrait avoir sur les projets allemands, mais il est permis de se demander quelles conséquences cela pourrait avoir en Grèce, en Serbie et en Roumanie. On peut affirmer sans crainte de se tromper, et je suis siìr que cette manière de voir est aussi celle du Ministre de Grèce et du Ministre de Roumanie, on peut affirmer, dis-je, que l'effet sera désastreux sur l'opinion publique dans tous les Balkans.

Une autr·e considération qu'il ne faut pas perdre de vue, c'est que toutes les armées ennemies se trouvent représentées sur le front des Balkans. Or, les Allemands cherchent toujours le succès le plus facile, mais aussi celui qui produira le plus d'efiiet. Gràce aux chemins de fer, un succès dans les Balkans serait relativement facile et ne manquerait pas d'avoir un grand retentissement. Si les Alliés retirent une seule division de Salonique, les Al1emands ne manqueront pas d'interpréter ce retrait comme un aveu de faiblesse, et c'est de ee còté qu'ils porteront leurs efforts afin d'obtenir non seulement un succès militaire, mais surtout un succès moral et politique.

L'enlèv1ement d'une division, voire meme d'une seule compagnie, aurait certainement un effet néfaste, et je prie très vivement le Gouvernement britannique de nes pas perdre de vue le coté politique et moral de la question.

M. ALBERT THOMAS: Je me permets d'insister à mon tour auprès de nos Alliés britanniques pour qu'ils renoncent au projet d'enlever une division de Salonique. M. Balfour nous a bien expliqué qu'une division de moins à Salonique aurait peu d'importance au point de vue de la valeur défensive de l'Armée d'Orient, mais il ne nous a pas montré quelle valeur pouvait avoir cette meme division transportée en Mésopotamie, au point de vue offensif. Si une division compte peu à Salonique, comptera-t-elle davantage en Pales:tine? Et le Ministre des Affaires Étrangères de Grande-Bretagne n'a-t-il pas fait res

sortir lui-meme l'unité de front de la mer du Nord au Caucase? Mais si l'enlè

vement d'une division britannique à Salonique n'a pas une grande importance

au point de vue stratégique, elle en aurait une considérable au point de vue

moral, et tous les représentants des Puissances balkaniques ont insisté sur ce

còté de la question.

Le Gouvernement anglais s'inquiète de l'inaction de l'Armée russe du Caucase et craint d'avoir à supporter seui le choc des troupes turco-allemandes. Ne pourrait-on pas demander au Gouvernement russe de faire de son còté un grand effort, de manière à tenir, dans toute la mesul'e du possible, les engagements militaires qu'il avait pris à l'égard du Gouvernement britannique? En tous cas, la question ne me parait pas présenter une si grande urgence qu'il ne soit possible d'attendre quelques semaines au moins pour voir le développement de la situation en Russie et dans les Balkans avant de prendre une décision en ce qui concerne l'Armée d'Orient.

J,e prie nos Alliés anglais de vouloir bien renoncer, au moins pour le moment à leur projet, de réduire leurs effectifs à Salonique, et je les supplie de prendre en considération tout ce qui vient d'ètre dit à ce sujet.

M. RIBOT: J e me permets de rappeler que nous avons discuté à une précédente Conférence la question de l'Armée d'Ol'ient et que nous étions tombés d'accord pour reconnaitre que si une division pouv:ait ètre retirée, ce n'était pas une division anglaise, mais bien une division française qui partirait la première. Je ne veux mème pas examiner cette question pour le moment, car j'estime qu'il n'est pas possible de réduire les effectifs du Corps d'Occupation, ma,is je tenais à rappeler les conclusions de nos précédentes conversations à nos Alliés britanniques.

Puisque la question du retrait d'une division de Salonique présente de si grandes difficultés, nous pourl'ions, si les membres de l'assemblée le veulent bien, remettre à plus tard la solution de ce problème.

M. LLOYD GEORGE: J'accepte cette proposition, pourvu qu'il soit entendu qu'il ne s'agit pas de remettre la solution de cette question à une Conférence ultérieure, mais seulement à une autl'e séance.

M. RIBOT explique que c'est bien ainsi qu'il l'entend.

LE PRÉSIDENT DU CONSEIL ajoute qu'il voudrait bien avant de lever la séance donner la parol,e à M. Jonnart, qui a une proposition à faire au sujet de l'organisation des finances helléniques.

M. JONNART: La Grèce se trouve après deux guerres balkaniques et après un blocus de plus de six mois dans la nécessité de faire appel aux Alliés au point de vue financier pour la mettre en mesure d'organiser et d'équiper ses armées. Je propose de charger une Sous-Commission d'étudier le projet qui lui sera communiqué par le Ministre de Grèce et de se mettre d'accord pour soumettre à l'assemblée un texte indiquant les besoins de la Grèce. Cette SousCommission pourrait comprendre, en dehors du Ministre de Grèce, un membre français et un membre anglais, puisque c'est à la France et à l'Angleterre que

la Grèce fait appel. Si la Conférence approuve cette suggestion, le Président voudra bien désigner les membres de la Sous-Commission qui pourra apporter un projet à l'une des prochaines réunions de l'assemblée.

M. RIBOT: Si nous voulons que la Grèce fasse un effort qui lui permette de se relever et de créer une armée qui se joindra à celle des Alliés, il faut que nous l'aidions. Ce que propose M. Jonnart, c'est que la question soit d'abord examinée au point de vue technique par une Sous-Commission, et je vous propose de confier à M. Jonnart, à M. Romanos et à M. 1e Général Smuts, s'ils veulent bien accepter cette mission, le soin d'étudier les projets financiers de la Grèce et de soumettre un texte définitif à la Conférence.

Cette proposition est adoptée par l'assemblée.

(La séance est levée à 16 heures.)

SECONDA SEDUTA

Present:

M. Ribot, President of the Council (in the Chair).

France

M. Painlevé, Minister of War. Admiral Lacaze, Minister of Marine.

M. Bourgeois, Minister of Labour.

M. Thomas, Minister of Armaments.

M. Jules Cambon, Secretary-General, Ministry of Foreign Affairs.

M. Jonnart, High Commissioner in Greece.

M. de Margerie, Director of Politica! and Commerciai Affairs. Generai Foch, G.C.B., Chief of the Generai Staff. Admiral de Bon, Chief of the Naval Staff.

England

The Right Hon. D. Lloyd George, M.P., Prime Minister. The Right Hon. A. J. Balfour, O.M., M.P., Secretary of State for Foreign Affairs. Lieutenant-General the Right Hon. J. C. Smuts, K.C. The Right Hon. Lord Bertie of Thame, G.C.B., G.C.M.G., G.C.V.O., British Am

bassador to France. Admiral Sir J. R. Jellicoe, G.C.B., O.M., G.C.V.O., First Sea Lord and Chief of the Naval Staff. Generai Sir W. R. Robertson, G.C.B., K.C.V.O., D.S.O., Chief of the Imperia! Generai Staff.

Serbia

M. Pachitch, Prime Minister.

M. Vesnitch, Minister to France. Generai Rachitch.

Russia

M. Sévastopoulo, Chargé d'Affaires.

Generai Zankiévi:tch, Russian Military Representative at the French Generai Headquarters.

M. Basili, Counsellor to the Russian Embassy.

Roumania

M. Lahovary, Minister to France. Generai Iliesco.

Italy

Baron Sonnino, Minister for Foreign Affairs. Marquis de Salvago Raggi, Ambassador to France. Signor de Mar,tino, Principal Secretary at ,the Ministry of Foreign Affairs. Generai Count Cadorna, Commander-in-Chief. Admiral Thaon di Revel. Count Aldrovandi, Counsellor of the Italian Foreign Office.

Greece

M. Athos Romanos, Greek Minister to France. Colone! Ractivan.

Dr. Ribot, Chief Private Secretary to the President of the Council. Sir George Olerk, K.C.M.G., C.B. Major-General F. B. Maurice, C.B., Director of Military Operations. Lieutenant-Colonel Sir M. P. A. Hankey, K.C.B., Secretary, War Cabinet. Captain W. A. H. Kelly, C.B., M.V.O., R.N. Professar Mantoux (Interpreter).

Also French, Italian, and Russian officers.

LE PRÉSIDENT DU CONSEIL donne la parole à M. Romanos.

M. ROMANOS expose qu'à la su:ite de deux guerres balkaniques, de la mobilisation de l'année 1915 et d'un blocus qui a duré six mois, la Grèce se trouve tellement épuisée qu'elle ne peut supporter le poids d es énormes dépenses néoessitées par la guerre actuelle. Ces dépenses seront pendant les premiers mois beaucoup inférieures à celles des mois suivants lorsque la mobilisation générale aura fourni la totalité des effectifs prévus.

Le Gouvernement hellénique a l'honneur de s'adresser aux Puissances de l'Entente pour les prier de solliciter ,en sa faveur l'appui financier du Gouverne.rnent des États-Unis, qui lui permettrait de faire face aux dépenses nécessitées par la préparation à la guerre et par la guerre elle-mème.

Dans le cas où le Gouvernement fédéral limiterait ses avances aux dépenses faites en Amérique meme, il y aurait lieu de lui demander l'ouverture d'un premi,er crédit de 50 millions de dollars pour fornitures de matériel de guerre, blé, habillement, cuirs, chevaux, camions automobiles, raHs et matériel roulant de chemins de fer stratégiques.

Le reste des dépenses militaires devrait ètre couvert par des avances que les puissances accorderaient à la Grèce au fur et à mesure de ses besoins militaires. La totali:té de ces dépenses pour une année s'élèverait, pour quinze divisions, à raison de 60 mil1ions chacune, à 900,000,000 de francs. Telle est l'évaluation de la dépense nécessaire pour une division pendant une année, d'après les calculs admis en France. Bien entendu, les dépenses couvertes par les avances consenties par les Etats-Unis viendraient en déduction de cette somme globale. Les avances américaines aux pays alliés devant ètre réparties par une Commission chargée de ce soin, il conviendrait d'examiner dans quelle mesure la Grèce doit participer à cette affectation de crédits.

La mission militaire française devra déterminer dans quelle mesure la France et l'Angleterre auront à contribuer à la fourniture du matériel d'artillerie et des munitions de l'armée grecque. Dans l'esprit du Gouvernement grec, la mesure dans laquelle ses dépenses mil:itaires seraient définitivement imputées à la Grèce devrait ètre déterminée par les Puissances de l'Entente à la fin de la guerre, d'après les principes d'équité qui prévaudront lors du règlement à intervenir et suivant la situation économique de la Grèce au lendemain de la conclusion de la paix.

En dehors des dépenses militaires, la situation du Trésor hellénique exige le règlement d'un découverl provenant des dépenses de la mobilisation de 1915 et de la diminution sensible des re,venus publics provoquée par le blocus et par la stagnation des affaires. Pour combler ce déficit budgétaire, le Gouvernement hellénique se voit obligé de demander aux Gouvernements français et anglais de lui accorder leur appui financier sous la forme d'une ouverture de crédits en écriture qui lui permettrait la mise en circulation de 100 millions drachmes en monnaie fiduciaire.

La Sous-Commission nommée ce matin a étudié ces questions et a préparé un projet, qui a reçu l'approbation de M. Jonnart et du Général Smuts.

M. JONNART explique que la Commission a dressé un projet qui sera soumis au Ministère des Finances français et Département du Trésor britannique, mais le délégué anglais a exprimé le désir que ce projet ne soit pas soumis à l'approbation de la Commission avant d'avoir été approuvé par le Ministre du Trésor. D'après ce projet, 1es besoins militaires seront étudiés par une Commission franco-anglaise et leur demande sera transmise par le Gouvernement hellénique. Il y aura à Paris une Commission franco-anglaise, qui sera chargée de répartir les fournitures en tenant compte de la nécessité de maintenir l'egallté entre les Alliés. Cette Commission pourra faire des commandes en Amérique. L'emploi des sommes avancées par les Gouvernements alliés seront contròlées par une Commission franco-britannique siégeant à Athènes. Ainsi, les besoins militaires de la Grèce seront contròlés par une Commission franco-anglaise réu

nie à Paris, tandis qu'une Commission franco-anglaise siégeant à Athènes contròlera l'emploi des dépenses faites pour le Gouvernement hellénique. Pour la rédaction du projet concernant la Grèce nous nous sommes inspirés des accords conclus avec la Serbie et avec la Roumanie.

Enfin, en ce qui concerne la dette arriérée, due aux circonstances qui ont désolé le pays, il faut compter sur une centaine de millions pour les ,timbres. C'est un problème sur lequel les Gouvernements français et anglais auront à s'entendre.

M. RIBOT: Il est évident que nous ne pouvons prendre actuellement une décision, et qu'il ne s'agit pour nous que de recommander le projet élaboré par la Sous-Commission au Ministère des Finances et au département du Trésor.

Peut-ètre la Russie demandera-t-elle à ètre associée à cette opération au faveur de la Grèce, comme aux avances faites précédemment à nos Alliés.

M. SÉVASTOPOULO: Je prendrai les ordres de mon Gouvernement.

M. ALBERT THOMAS approuve le programme proposé par le Gouvernement grec, mais il insiste pour que toutes les commandes soient faites par la mission militaire française à l'exclusion de toute autre personne. Il faut éviter, dit-il, les difficultés qui se sont produites avec la Roumanie et avec la Serbie. Il est arrivé, en effet, que, faute de centralisation, les mèmes commandes ont été présentées par plusieurs organismes différents, et H en est résulté de sérieuses difficultés, notamment avec la Roumanie.

M. JONNART: Dans le projet qui doit ètre soumis au Ministère des Finances, nous avons spécifié que toutes les commandes doivent ètve ,transmises par une seule autorité, ce qui semble bien répondre au désir exprimé par M. le Ministre de l'Armement.

M. RIBOT: La question des avances à la Grèce étant ainsi réglée, il nous reste à discuter la question des occupations temporaires qui ont eu lieu en Grèce. Maintenant que ce pays a recouvré son unité, ces occupations ne paraissent plus nécessaires, ou plutòt moins nécessaires. Aussi le Gouverneìnent grec a-t-il insisté auprès de nous pour obtenir l'évacuation des régions occupées par les Alliés et pvincipalement du triangle du Sud de l'Albanie où se trouvent les troupes italiennes.

M. SONNINO: Cette région présente une grande importance pour le libre usage de la route de Santi-Quaranta à Monastir. Il est indispensable que les troupes alliées en aient le libre usage aussi longtemps que durera la guerre, et l'occupation militaire en Macédoine. J'ai, d'ailleurs, donné à M. Véndzélos l'assurance que cette oécupation n'était que provisoire et n'était pas faite à titre définitif, je ne dirai, mème pas durant la guerre, mais pendant le temps que dureront les opérations en Macédoine.

M. RIBOT: Cette déclaration donne-t-elle satisfaction au Gouvernement grec?

M. ROMANOS: Les occupations du ,territoire grec ont été motivées par une situation malheureuse avant que M. Vénizélos ait pris le pouvoir à Athènes. A cette époque, le Gouvernement Royal était considéré comme étant neutre, mais ne montrant pas à l'égard des Alliés une neutralité aussi bienveillante qu'il le promettait. La nécessité d'assurer la sécurité de leurs armées en Thessalie comme en Epire ont amené les Alliés à occuper certains points du territoire hellénique. L'avance de l'armée française en Thessalie a été provoquée par cette nécessité. L'armée italienne avait certainement le mème but en occupant les territoires traversés par la route de Santi-Quaranta à Monastir: c'est parce qu'il croyait que la sécurité de ses troupes à Valona n'était par assurée que le Gouvernement italien s'est trouvé amené à occuper la province de l'Epire appartenant à la Gr&e. Mais maintenant que la Grèce a un Gouvernement animé du désir de combattre aux còtés des Alliés et de remplir tous ses engagements envers la Serbie, il est difficiLe de concevoir les raisons qui pourraient justifier ces occupations de territoire grec. Avec toute la déférence due à un grand pays dont nous sommes très heureux de pouvoir nous dire les Alliés, le Gouvernement hellénique se permet de solliciter de la part du Gouvernement italien comme de toutes les autres Puissances alliées la confiance qu'il est en droit d'attendre d'eux, et il tient à déclarer qu'il est en mesure d'assurer la sécurité de leurs troupes. Je dois ajouter que M. Vénizélos, qui a pris le pouvoir dans des conditions si difficiles, a besoin de l'appui moral de tous ses Alliés, de l'Italie comme de la France ou de l'Angleterre, pour mener à bien la tache qu'il a entreprise. Si M. Vénizélos dit à la Chambre: « Nous sommes les Alliés de l'Italie, mais l'Italie ne nous croit pas capables de garder la route de Santi-Quaranta à Monastir et elle occupe cette partie du territoire grec •, quelle sera sa situation?

Je fais appel au Baron Sonnino, qui représente une grande Puissance, pour que oette preuve de confiance soit donnée au Gouvernement grec, et que les troupes italiennes soient retirées de cette enclave. Nous prenons l'engagement d'assurer l'ordre dans ces 360 kilomètres carrés et sur la route d'une soixantaine de kilomètres de Santi-Quaranta à Monastir, où nous serons très heureux de recevoir nos Alliés italiens.

Nous acceptons avec :veconnaissance l'assurance que le Gouvernement italien nous donne que cette occupation ne sera que provisoire, mais nous ne comprenons pas pourquoi l'Halie ne restitue pas dès maintenant à la Grèce des territoires qui lui appartiennent. Il n'est certes jamais entré dans l'esprit du Gouvernement grec que l'ItaUe pourrait nous enlever une partie de notre territoire. Je remercie le Baron Sonnino des assurances qu'il nous a données qu'il ne saurait étre question pour l'Ita1ie de conserver une partie de l'Epire, et }e fais appel à son espr.it de justice pour qu'il n'insiste pas sur la prétention d'occuper ces territoires grecs pendant la guerre.

M. RIBOT: Le désir de l'Italie est certainement d'abréger autant que possible cette occupation, et le Gouvernement italien pourrait s'entendre avec le Cabinet d'Athènes pour en régler les conditions.

Nous prenons acte de la déclaration de M. Sonnino de ne pas faire une occupation prolongée et de l'abréger autant que possible.

M. SONNINO: J'espère que l'attitude du Gouvernement Royal de Grèce sera telle que nous pourrons arriver bientòt à cette solution, mais il ne faut pas oublier que la question est d'ordre militaire et qu'il 1importe avant tout d'assurer la sécurité de nos troupes.

M. RIBOT: Quelle est l'importance d es effectifs que vous pouvez avoir dans l'Albanie du Sud?

M. SONNINO: C'est peu de chose.

M. LLOYD GEORGE: J'espère que le Gouvernement italien voudra bien prendre la situation en grande considération et voir s'il ne lui est pas possible de revenir sur l'attitude qu'il a prise.

Quant à nous, qui sommes des juges impartiaux: nous ne pouvons comprendre le refus du Gouvernement italien d'évacuer le .1Jerritoire grec.

Ou bien M. Vénizélos est ami et al1ié, ou il ne l'est pas. S'il l'est, il a droit à notre confiance, et nous lui devons notre amitié. On ne pourrait comprendre une attitude qui ne serait ni l'une ni l'autre. Il n'est pas possible d'agir différemment entre deux Puissances qu'on ne le fait 1entre individus. On ne doit pas traiter une petite Puissance autrement qu'une grande, et nous n'oserions jamais faire en France ce que l'Italie prétend faire en Grèce. Nous avons à l'heure actuelle 2,000,000 d'hommes en France, mais tout ce que nous faisons, c'est d'accord avec le Gouvernement français. Si nous voulons quelque chose, nous nous mettons d'accord avec les autorités françaises, et si nous voulons ceci et que ces autorités nous demandent de faire cela, nous nous conformons à leur désir. Comment pourrions-nous traiter autrement une petite Puissance? C'est notre légitime prétention de nous ètre engagés dans la guerre pour défendre les droits des petites Puissances, et nous devons les traiter avec la méme considération que les grandes. Si la Grèce était une grande Puissanc·e, en mesure de s'opposer par la force à ce qu'elle considère comme une atteinte à ses droits, l'Italie agirait-elle ainsi? Il ne sert à rien de dire que ces territoires seront rendus après la guerre: n'est-ce pas ce que les Allemands disent pour la Belgique? Si nous agissons de telle manière qu'on puisse dire que 1es droits des petites Puissances ne signifient rien, quelle sera notre situation dans le monde? Je pose nettement la question. Le Gouvernement italien agirait-il à l'égard de la France et de l'Angleterre comme il le fait avec la Grèce? Sans doute le Gouvernement 1talien a donné sa parole de restituer oe territoire qu'il occupe, mais, comme l'a dit M. Romanos, le Gouvernement grec demande à étre traité en allié, et ce territoire appartient à la Grèce. Je prie instamment le Gouvernement italien de se rendre compte de la situation et d'agir conformément aux principes pour lesquels nous sommes entrés dans la guerre.

M. BALFOUR: Je suis d'accord avec M. Lloyd George et je désire présenter les considérations suivantes:

Il ne m'est sans doute pas possible de juger de la situation militaire qui peut justifier l'attitude du Gouvernement italien dans cette région, ni de me prononcer sur l'aptitude du Gouvernement grec à maintenir l'ordre en Épire, mais je ne puis m'empécher de constater que la route de Santi-Quaranta à Mo

nastir ne doit pas traverser des regwns beaucoup plus troublées que celles où nous faisons mouvoir nos troupes, en Macédoine. J'en appelle au Gouvernement italien. La situation dans laquelle se trouve M. Vénizélos est des plus difficiles. Il y a quelques semaines seulement, la Grèce était divisée en deux parties: il y avait deux Gouvernements, deux représentations diplomatiques. Aujourd'hui un Souverain a été expulsé et un autre a été mis à sa place et l'unité de la Grèce a été réalisée avec à sa tète un Gouvernement favorable aux Alliés.

Ne rendons pas impossible la tache de M. Vénizélos. Quelle serait sa situation si en se présentant devant la Chambre il était obligé de lui dire: • Je demande à la nation grecque de se joindre aux Alliés; je lui demande de faire les sacrifices d'hommes et d'argent que comporte la guerre, mais, je ne puis lui donner l'assurance que j'ai la confiance de nos Alliés, et l'ltalie a jugé nécessaire, pour la sécurité de ses troupes, d'occuper une portion du territoire grec •. Que dira le peuple grec? Est-il une chose à laquelle une nation fière puisse tenir davantage que le droit d'organiser et d'administrer 1es territoires qui lui appartiennent? Sans doute il ne nous est jamais venu à l'esprit que l'Italie pourrait conserver le territoire qu'elle occupe en Epire; mais comment peut-elle se refuser à restituer à une nation alliée une région qui lui appartient? Ce n'est pas une question qui concerne seulement l'Italie: elle intéresse tous les Alliés. C'est pour défendre les droits des petits pays que nous sommes entrés dans cette guerre, et nous devons conformer nos actes à nos paroles. Je suis sur que l'Italie partage cette maniève de voir et qu'elle comprendra que son attitude est non seulement injurieuse pour la Grèce, mais susceptible de faire beaucoup de tort à la cause des Alliés. Quels que soient les arguments que puisse invoquer le Baron Sonnino, je le prie instamment de ne pas perdre de vue ces considérations avant de prendre sa décision.

M. SONNINO: Je n'ai cer,tes aucune intention de compliquer la tache de

M. Vénizélos, dont je reconnais toutes les difficu1tés, et s'il n'y avait pas une question militaire en jeu, je ferais pour ce petit co,in d'Epire ce que j'ai fait ailleurs en recommandant un peu de prudence. Mais c'est ~n territoire qui est un centre d'agitation contre l'Italie, et il pourrait y avoir un danger à en retirer nos troupes au moment où les difficultés de communications par mer rendent la route de Santi-Quaranta à Monastir, indispensable pour nos communications. Lorsqu'on nous demande de redonner à la Grèce l'administration de ce territoire, s'agit-il de l'administration militaire ou de l'administration civile?

M. RIBOT: Il ne s'agit pour le moment que de l'administratrion civile.

M. SONNINO : J e mettrais la meiUeure volonté à régler av,ec le Gouvernement grec la question de l'administration civile, si on veut bien faire à Athènes la moitié du chemin pour s'entendre. Mais il ne faut pas que la question de l'administration civile se confonde avec celle de l'administration militaire, et la distinction n'est pas toujours facile.

M. ROMANOS: Le Gouvernement de M. Vénizélos est disposé à nommer un fonctionnaire supérieur qui s'entendrait avec les Italiens pour leur donner toute satisfaction possible et éviter tout confiit, et il peut donner au Gouverne

ment italien l'assuranoe qu'H peut garantir l'ordre dans l'Épire du Nord et la sécurité des troupes italiennes sur la route de Santi-Quaranta.

M. RIBOT approuv,e la proposition de M. Romanos.

M. BOURGEOIS: Signale l'intéret que présente la proposition du Gouvernement grec. Nous avons, dit-il, en France, un Comité des Départements envahis. Ces territoires se trouvent occupés en partte par l'armée anglaise. Il se produit souvent des confiits entre nos populations civi1es et les néc,essités militaires de l'armée anglaise. Ces difficultés sont réglées non par 1es autorités locales, mais par l'autorité supérieure. Une solution analogue pourrait etre adoptée par le Gouvernement italien et le Gouvernement grec comme l'a proposé M. Romanos. Il importe en effet, comme l'a si bien fait ressortir M. Lloyd George de montrer à la Grèce qu'elle est admise dans le concert des Alliés, et qu'il n'y a pour elle de la part des autres Alliés aucun manque de considération. Si l'Italie pouvait donner satisfaction à la Grèce, elle rendrait un grand servic'e à la cause des A1liés.

Je me permets donc d'insister auprès du Baron Sonnino pour qu'il accepte la solution proposée par M. Romanos.

M. RIBOT: Le Gouvernement français appuie complètement les observations de M. Balfour et du Premier Ministre d'Angleterre. Cet échange de vues n'a pas été inutile, puisqu'il a fait faire un pas important à la question.

M. Sonnino a fait preuve de bonne volonté en prenant l'engagement de restituer à la Grèce l'administration civile du territoire que l'Italie occupe en Épire.

M. SONNINO: Je n'ai pas pris cet engagement, mais celui de m'entendre à ce sujet avec M. Vénizélos, pourvu toutefois que l'attitude de la population dans cette région ne nous crée pas trop de difficultés.

M. RIBOT: Vous n'avez pas pris !',engagement de restituer l'administration civile au Gouvernement d'Athènes, mais quand vous dites que vous :tierez tout votre possible pour réaliser cette entente, nous considérons cela comme un engagement de votre part, et je suis sur que la Grèce est, de son còté, tout disposée à faciliter un arrangement.

Il ne semble pas que les Italiens aient à craindr,e des difficultés, puisqu'ils n'auront pas en face d'eux un petit fonctionnaire sans autodté, mais un représentant responsable du Gouvernement grec, qui s'efforcera certainement de faciliter une entente.

M. SONNINO: Il ne s'agit, bien entendu, que de l'administration civile.

M. ROMANOS: Je ne voudrais pas abuser du temps dont dispose l'assemblée, mais je dois ajouter que le Gouvernement grec m'a chargé de demander que l'occupation de la route de Santi-Quaranta à Monastir lui soit réservée. S'il peut se contenter aujourd'hui de recouvrer l'administration civile de ce territoire, le moment ne tardera pas à venir où l'administration militaire devra également étre rendue à la Grèce. Nous ne demandons pas mieux de donner aux troupes anglaises et italiennes l'hospitaHté que les Alliés se doivent entre eux, mais nous espérons que lorsque l'armée grecque sera organisée, cette occupation n'étant plus nécessaire, les territoires appartenant à la Grèce seront évacués par les troupes françaises et italiennes, aussi bien en Épire qu'à Corfou et dans les iles.

M. l'AMIRAL LACAZE: Les autorités navales françaises ne tiennent pas à l'occupation militaire de Corfou, mais elles demandent que la base narvale de Corfou et les points nécessaires à la surveillance des sous-marins ennemis soient maintenus.

M. SONNINO fait remarquer que l'occupation de Corfou est internationale et qu'il y a non seulement des ,troupes françaises et italiennes, mais aussi des troupes serbes et des troupes grecques. Il y avait, d'ailleurs, un Gouverneur militaire français.

L'importance de Corfou est considérable et il y a un intérét général à maintenir l'occupation pendant la guerre.

M. l'AMIRAL LACAZE admet que la présence d'un Gouverneur militaire n'a plus de raison d'ètre, mais il insiste sur la nécessité de maintenir la base navale de Corfou, dont la marine française a besoin pour assurer ses communications avec Tarente et pour étre en liaison avec la marine italienne.

M. ROMANOS déclare que le territoire grec est à la disposi,tion des Alliés toutes les fois qu'ils en auront besoin pour les opérations miUtaires, mais il insiste pour que la Grèce soit traitée à Corfou et dans les iles camme à Salonique, et pour que les Alliés ne se mèlent en aucune façon de l'administration locale.

M. SONNINO demande quelle est la situation de Milo.

M. l'AMIRAL LACAZE répond que Milo est une base de patrouilleurs, mais qu'il n'y a pas de troupes françaises débarquées dans l'ile et que les autorités françaises n'interviennent pas dans l'administration de la ville.

M. RIBOT: Puisque nous parlons de l'Épire ,et du désintéressement des grandes Puissances, je rappelle que M. le Baron Sonnino a déclaré que l'Italie n'avait aucune intention d'annexer l'Albanie et qu'elle n'avait occupé ce pays que pour des raisons d'ordre militaire.

M. SONNINO: Et pour en exclure les autres Puissances.

M. ALBERT THOMAS: Je comprends très bien la demande du Gouvernement grec, et j'estime qu'il y a le plus grand intérèt à marquer la différence de régime entre l'occupation militaire et l'usage motivé par des raisons militaires de certaines parties du territoire grec.

Quand la Grèce était neutre et sous un Gouvernement peu favorable aux Alliés, on a pu étre amené à occuper militairement certaines parties de son terdtoire, mais aujourd'hui que la Grèce s'est rangée à nos cOtés il ne peut etre question d'occupation et on doit se borner à se servir du territoire grec dans la mesure où cela peut etre nécessaire, mais en laissant à la Grèce la pleine administration de ses territoires.

M. SONNINO: Nous n'avons pas touché à l'administration de Corfou.

M. ALBERT THOMAS: C'est de l'administration de l'Épire du Nord, dans le triangle occupé par les troupes italiennes, que j'ai voulu parler.

M. ROMANOS remercie M. Alber,t Thomas de 1a distinction qu'il a précisée entre l'occupation militaire et l'usage militaire d'une portion du territoire grec. C'est le point de vue que n'a cessé de défendre le Gouvernement grec.

M. RIBOT: Il reste encore une question à examiner: c'est celle des communications par mer. Les Chefs d'Etats-Majors, auxquels se sont joints les Amiraux, ont étudié cette question et ont résumé dans une note leurs vues à ce sujet et indiqué les mesures qui conviendrait de prendre pour assurer les communications entre les A11iés. Si l'assemblée le veut bien, M. l'Amiral Lacaze donnera connaissance de cette note.

L'examen de la situation maritime et l'exposé très clair de M. Graeme Thomson établissent que nous sommes en face d'une diminution totale (Alliés et Neutres) mensuelle que l'on peut évaluer à 500,000 tonnes pour le tonnage de haute mer.

A première vue, M. Graeme Thomson, pour le Ministère du Shipping, estime possible de faire face aux besoins, limités à l'indispensable, du ravitaillement de la Grande-Bretagne jusqu'au mois d'octobre 1918, à condition que les constructions neuves produisent environ 3,000,000 de tonnes à partir du l janvier, 1918; ces productions exigent que les hommes nécessair,es soient retirés de l'Armée britannique et que l'acier indispensable leur soit fourni. M. Thomson expose que, pendant la période s'écoulant jusqu'au mois d'octobre 1918, le tonnage disponible toujours en diminution suffira seulement pour subvenir aux nécessités absolues et que, sans aucun doute, le peuple de la Grande-Bretagne aura à subir de grandes privations, aussi qu'il ne sera pas possible d'augmenter le tonnage anglais à la disposition des Alliés.

A par,tir de novembre 1918, et avec l'aide des Américains, on peut escompter que la totalité de la construction compensera à peu près les pertes causées par les sous-marins.

Il résulte de ces considérations que la situation ne s'améliorera qu'à partir du mois de novembre 1918, et que jusqu'à cette époque le tonnage général des Alliés peut etre insuffisant pour satisfaire à toutes leurs nécessités.

Il est donc indispensable d'établir le bilan général des ressources en tonnage pour tous les Alliés et de dresser en face fe tableau de leurs nécessités. C'est seulement alors qu'on pourra décider de la valeur et de l''espèce des réductions à consentir dans les divers transports.

Mais il y a lieu de plus de faire face aux besoins nouveaux résultant des transports de l'Armée américaine en France. A ce point de vue tout particulièrement, il est donc indispensable de dresser le bilan du tonnage inter-allié et de leurs besoins, et c'est seulement lorsque cela aura été fait que l'on pourra se rendre compte des capacités de transport à etre mises au service de l'intervention de l'Armée américaine en France; il semble à première vue que ses capacités se limitent exclusivement aux ressources propres de la marine américaine.

Les Conférences considèrent que c'est là un point extremement important qu'il y a Heu d'éclaircir sans aucun délai, et ils demandent que les Gouvernements alliés prescrivent d'urgence les mesures nécessaires pour y parvenir: une réunion des services des transports des Alliés devrait dans ce but se tenir à Londves le plus tòt possible.

M. SONNINO demande si l'on ne croit pas que la destruction de navires alliés puisse encore augmenter et s'il n'y aurait pas moyen de prévoir un programme plus important de constructions maritimes. Les Etats-Unis ne seraientils pas en mesure de dépasser les chiffres qui ont été indiqués?

M. L'AMIRAL LACAZE répond qu'il est, sans doute, difficile de faire des pronostics, mais que, malgré les très grands efforts faits par les Allemands, il y a certainement à l'heure actuelle un fiéchissement dans la guerre sous-marine. Les États-Unis pourront peut-etre développer encore leurs constructions navales, mais les chiffres donnés par la note donnent les prévisions pour 1917-18.

M. L'AMIRAL THAON DI REVEL demande si la Commission chargée d'étudier la question des communications par mer ne pourrait pas s'occuper en meme temps de celle des insubmersibles. Les marines alliées se sont occupées depuis longtemps de cette question, et il y aurait lieu de mettre en commun les résultats de leurs efforts.

M. LLOYD GEORGE reconnaìt l'importance de la question des insubmersibles. Ce problème a été étudié par l'Amirauté et a présenté un projet qui a donné d'assez bons résultats.

Un navire construit d'après ce pian a été torpillé 'en Méditerranée, mais il a pu ètre ramené au port. Le problème du navire insubmersible n'est pas encore complètement résolu. Mais il semble bien qu'il soit possible de construire des navires insubmersibles. Le seul inconvénient à l'heure actuelle, c'est qu'il faudrait plus d'une année pour construire un navire de ce type, alors que pendant le mème temps, en construisant des navires ordinaires, on pourrait augmenter d'environ 50 pour cent le tonnage dont disposeraient les Alliés.

L'Amirauté se demande si l'avantage qu'offriraient des navires insubmersibles n'est pas actuellement compensé par le sacrifice de tonnage qu'il faudrait faire.

M. Lloyd George est d'avis que le problème mérite d'ètre étudié et que des experts pourraient en etre chargés.

Il demande quelle date conviendrait le mieux pour la réunion de la Conférence navale.

M. L'AMIRAL THAON DI REVEL propose que cette réunion ait Iieu à Londres le 10 aoùt.

lVI. L'AMIRAL LACAZE accepte cette date.

M. ROMANOS signale qu'un grand nombre de navires grecs ont été torpillés dans la Méditerranée, et il demande que le nombre de stations d'hydroplanes soit augmenté en Grèce.

Cette question est d'une grande importance, car ces navires assurent pour ila plupart le ravitaillement de la Grèce.

M. L'AMIRAL LACAZE promet d'étudier la question, d'accord avec les Alliés.

M. RIBOT: Il ne reste plus à décider que la question du retrait des divisions anglaises à Salonique; si cela convient à l'assemblée, on pourrait remettre la solution de ce problème à la séance du lendemain.

Cette proposition est approuvée par l'assemblée, qui décide de se réunir le jeudi, 26 juillet, à 15 heures.

(La séance est levée à 18 heures.)

TERZA SEDUTA

Parigi, 26 luglio 1917, ore 17,15.

Present:

lVI. Ribot, President of the Council (in the Chair).

France

M. Painlevé, Minister of War. Admiral Lacaze, Minister of Marine.

M. Bourgeois, lVIinister of Labour.

M. Thomas, Minister of Armaments.

M. Jules Cambon, Secretary-General, lVIinistry for Foreign Affairs.

M. J onnart, High Commissioner in Greece.

M. de Margerie, Director of Politica! and Commerciai Affairs. Generai Foch, G.C.B., Chief of the Generai Staff, French Army. Admiral de Bon, Chief of the Staff, Fl'ench Navy.

England

The Right Hon. D. Lloyd George, M.P., Prime Minister. The Right Hon. A. J. Balfour, O.M., M.P., Secretary of State for Foreign Affairs. Lieutenant-General the Right Hon J. C. Smuts, K.C.

The Right Hon. Lord Bertie of Thame, G.C.B., G.C.M.G., G.V.V.O., British Ambassador to France. Admirai Sir J. R. Jellicoe, G.C.B., O.M., G.C.V.O., First Sea Lord and Chief of the Navai Staff. Generai Sir W. R. Robertson, G.C.B., K.C.V.O., D.S.O., Chief of the Imperial Generai Staff.

Serbia

M. Pachitch, Prime Minister.

M. VesnHch, Minister to France. Generai Rachitch.

Russia

M. Sévastopouio, Chargé d'Affaires.

Generai Zankiévitch, Russian Military Representative at the French Generai Headquarters.

M. Basili, Counsellor of the Russian Embassy.

Roumania

M. Lahovary, Minister to France. Generai Iliesco.

Italy

Baron Sonnino, Minister for Foreign Affairs. Marquis de Saivago Raggi, Ambassador to France. Signor de Martino, Principal Secretary at the Ministry of Foreign Affai..rs. Generai Count Cadorna, Commander-in-Chief. Admirai Thaon di Revel. Count Aldrovandi, Counsellor of the Italian Foreign Office.

Greece

M. Athos Romanos, Minister to France. Colonel Ractivan.

Belgium

Baron de Brocqueville, President of the Council. Baron de Gaiffier d'Hestroy.

Japan

M. Keishiro Matsui, Ambassador to France. Lieutenant-Coionel Nagai, Military Attaché. Captain Matsumura, Navai Attaché.

Montenegro

M. Popovitch, President of ihe Council.

Portuga~

M. Chagas, Minister to France.

Dr. Ribot, Chief Private Secretary to the President of the Council.

Sir George Clerk, K.C.lVI.G., C.B.

Liutenant-Colonel Sir M. P. A. Hankey, K.C.B., Secretary, War Cabinet. Captain W. A. H. Kelly, C.B., M.V.O., R.N. Professor Mantoux (Interpreter).

Also French, Italian, and Russian officers.

In addi:tion to those present on the first day, Belgium, Portugal, Japan,

Siam, and Montenegro were also represented.

M. RIBOT : Messieurs, depuis notve dernière réunion nous avons étudié la situation mHitaire des Alliés non seulement dans les Balkans, mais sur tous les fronts, en tenant compte des décisions que les événements russes peulvent motiver. Nous sommes tous d'accord, avec le rendement exprimé dans la première séance, qu'il faut maintenir l'armée de Salonique pour faire face à une attaque possible bulgaro-allemande et pour permettre à la Grèce rénovée et qui a retrouvé son unité de constituer une force qui contribuera à la défense du territoire grec et aux opérations militaires. Il faut que nous restions à Salonique et que nous donnions à l'Armée d'Orient le moyen de parer à toute éventualité. Mais nos amis d'AngleterDe désirent faire une étude plus approfondie de ce problème, dans l'esprit méme que je viens d'indiquer, et nous sommes d'accord pour remettre la solution de cette question à une Conférence qui se réunira prochainement à Londres.

Nous avons pris par écrit les décisions prises par la Conférence aux précédentes séances, notamment en ce qui concerne la cessation de l'occupation du territoire de l'ancienne Grèce, ainsi que l'accord intervenu hier au sujet du triangle de l'Épire grec occupé par nos Alliés italiens. Je ne crois pas qu'H y ait lieu de poursuivre nos entretiens, puisque nous nous sommes entendus sur les points les plus importants, mais nous ne pouvons clore nos travaux sans affirmer l'étroite union qui existe entre toutes les armées coalisées pour défendre ensemble les droits des peuples, et surtout des petits peuples des Balkans, ainsi que la cause de la justice et de la civilisation.

Ce n'est pas au moment où nos Alliés russes traversent une terrible épreuve que nous leur marchanderons notre sympathie et notre confiance. Nous applaudirons de grand coeur à l'énergie avec laquelle le Gouvernement russe s'efforce d'arréter le recul de ses troupes et de remonter leur moral. Nous gardons une entière confiance dans la Russie, et nous comptons sur elle et sur toute la force de l'alliance comme par le passé. Notre puissance demeure considérable si nous restons tous unis.

Je propose à l'assemblée de se mettre d'accord sur le projet de déclaration dont je vais vous donner lecture et qui pouvait étre publié:

Déclaration.

l. Les Puissances alliées, plus étroitement unies que jamais pour la défense du droit des peuples, particulièrement dans les Balkans, sont résolues à ne déposer les armes que lorsqu'elles auront atteint le but qui, à leurs yeux, domine tous les autres, celui de rendre impossible le retour d'une agression criminelle telle que celle dont les Empires centraux portent la responsabilité.

Cette résolution est adoptée à l'unanimité.

M. RIBOT: Je vous propose maintenant d'approuver la déclaration suivante, qui résume les travaux des précédentes séances:

2. La France, la Grande-Bretagne et l'Italie mettront fin simultanément, et dans le plus court délai, aux occupations militaires qu'elles ont été obl!igées de faire sur le territoire de l'ancienne Grèce, de la Thessalie et de l'Épire.

L'occupation rnilitaire du triangle formé par la route de Santi-Quaranta et la frontière de l'Épire pourra etre maintenue provisoirement dans un intérèt de sécurité, sous réserve d'une entente entre l'Italie et la Grèce pour le rétablissement des administrations civiles sous l'autorité d'un Commissaire délégué par le Gouvernement heHénique.

M. ROMANOS: Sous réserve du respect de la souveraineté grecque dans ce triangle, le Gouvernement hellénique accepte pleinement le règlement intervenu, gràce à la bonne volonté du Gouvernement italien et sur les instances des Gouvernements français et anglais.

M. SONNINO: Le texte proposé répond aux intentions du Gouvernement italien, et je suis disposé à l'approuver.

M. RIBOT: Voici maintenant le texte de la dernière résolution que je soumets à votre approbation:

3. La France, la Grande-Bretagne et l'Italie pourront conserver pendant la guerre une base navale et militaire dans il.'ìle de Corfou, étant entendu que l'ile entière restera sous la souveraineté de la Grèce.

Cette déclaration est adoptée à l'unanimité.

l\11. RIBOT: Avant de clore nos travaux, quelqu'un demande-t-il la parole?

M. DE BROCQUEVILLE: Je demanderais seulement qu'il soit bien manifeste qu'il s'agit seulement d'une Conférence balkanique, afin qu'on ne puisse croire que la Belgique a été exclue des délibérations des Alliés.

M. RIBOT: Dans les paroles de bienvenue que j'ai adressées aux délégués à la première séance, j'ai pris bien soin d'indiquer qu'il ne s'agissait que des questions balkaniques. Aussi n'avons-nous convoqué à ces réunions que les Puissances ayant des troupes dans les Balkans. C'est sur un autre terrain que la Belgique donne la main à ses Alliés.

Et nous n'avons invHé tous les Alliés à assister à cette séance que pour bien manifester notre union et notre Entente.

M. SÉVASTOPOULO: Le Gouvernement provisoire sera surement très sensible aux paroles si éloquentes que vous avez trouvées pour apprécier la situation en Russie et pour reconnaitre les efforts que fait le Gouvernement et l'immense majorité du pays en vue de défendre la cause de la justice, de la paix et de la liberté des peuples.

M. VESNITCH adresse à la Conférence la profonde gratitude du Gouvernement Royal de Serbie, et de toutes les autres nations balkan:iques, pour avoir bien voulu consacrer ses travaux non seulement aux intérets de l'Alliance en général, mais plus particulièrement aux intérèts des Puissances balkaniques qui, sans l'intervention des grandes Puissances, étaient menacées, par l'agression germanique, de devenir des satellites de l'Allemagne. Les peuples balkaniques so n t heureux d'avoir été par ces réunions élevés à cet idéal, qui a été depuis longtemps celui des Puissances alliées.

M. VESNITCH espère, en terminant, que cette Conférence aura un retentissement favorable dans 1es Balkans.

LE PRÉSIDENT DU CONSEIL remercie chaleureusement M. Vesnitch des paroles qu'il vient de prononcer.

M. POPOVITCH tient à s'associer aux déclarations du Ministre de Serbie et à remercier le Gouvernement français de l'avoir appelé, bien que le Monténégro soit une petite Puissance, à prendre part à cette Conférence. La France et ses Alliés peuvent etre assurés de toute la sympathie du Gouvernement de Sa Majesté le Roi Nicolas.

M. RIBOT: Au point de vue du droit, il n'y a pas de grandes >et de petites Puissances, elles sont toutes égales, et jouissent des mèmes droits. Si une nation se développe plus qu'une autre, c'est non seulement son devoir, mais c'est aussi son privilège de pouvoir protéger et défendre les petites Puissances. Et c'est un ròle auquel la France n'a jamais faibli au cours de l'histoire.

M. LAHOVARY remereie M. Ribot des paroles qu'il a prononcées. La Roumanie a traversé une période difficile et des heures douloureuses, mais elle n'a jamais perdu confìance. Elle sait qu'une heur,e sonnera bientòt où la Roumanie pourra, grace à ses efforts et au concours de ses Alliés, prendre sa revanche et participer à ,la victoire.

M. RIBOT remercie le Ministre de Roumanie de ses réconfortantes paroles, et lui donne l'assurance que l'appui de la France ne fera jamais défaut en Roumanie.

M. CHAGAS remercie le Gouvernement français de l'avoir invité à cette réunion, et déclare que le Gouvernement portugais, qui est entré dans la guerre avec un parfait désintéressement, est heureux de voir les troupes portugaises combattre aux còtés de ses vaillants Alliés.

M. LE BARON SONNINO remercie le Président du Conseil de la manière dont il a dirigé les travaux de la Conférence.

M. LLOYD GEORGE tient à s'associer à la déclaration que vient de faire le Ministre des Affaires Étrangères d'ltalie.

M. RIBOT adresse à M. le Baron Sonnino et à M. le Premi·er Ministre d'Angleterre ses remerciements pour les paroles qu'ils ont prononcées et pour le concours qu'ils ont bien voulu lui apporter.

726

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S. N. Parigi, 26 Luglio 1917, ore 22,55.

Conto partire da Parigi sabato per Londra. Sarò accompagnato da De Martino, Aldrovandi, de Morsier, un impiegato d'ordine (Tedoldi), un corriere (Cesta) ed un cameriere. Lloyd George mi ha detto che saremo ospiti del Governo britannico.

727

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. POSTA 9134. Roma, 26 Luglio 1917, ore 23.

La Legazione dei Paesi Bassi ha fatto a questo Ministero la seguente comunicazione :

• La Légation Royale des Pays Bas serait désireuse de savoir si le Gouvernement Chinois a demandé au Gouvernement ltalien la suppression de la disposition du protocole final de Pékin 1901 concernant l'interdiction aux troupes chinoises de Tiensing d'occuper diverses localités entre Pékin et la mer et concernant l'entretien des gardes de Légation et quelle sera la réponse du Gouvernement ltalien •.

In relazione alla prospettata rottura di rapporti tra la Cina e gli Imperi cen, trali, il 15 marzo u.s., il ministro di Cina a Roma rimise a V. E. un promemoria nel quale erano espressi i desideri del suo Paese. L'art. 3 del citato promemoria era così concepito:

• Elles (les Puissances de l'Entente) consentent à l'abolltion permanente de certaines clauses, contenues dans le traité du 7-9-1901 et dans les protocoles annexés, telles que l'interdiction de la présence des •troupes chinoises dans le rayon de 20 " li " autour de Tientsin, dans le quartier des Légations et le long des chemins de fer qui conduisent à la mer, etc. lesquelles clauses peuvent entraver les mesures préventives contre les Allemands '.

Ciò stante, pare convenga di dare una risposta alla Legazione dei Paesi Bassi, ma d'altro canto non sembra sia il caso di mettere al corrente la detta Legazione delle trattative segrete intavolate tra la Cina ed i Paesi dell'Intesa. Proporrei perciò di formulare la risposta, da darsi a voce, nei seguenti termini:

• Le Gouvernement Chinois a exprimé au Gouvernement Italien l'espoir de obtenir la suppression des dispositions du protocole final de Pékin de 1901 concernant l'interdiction de la présence de troupes chinoises dans le quartier des Légations à Pékin et le long du chemin de fer entre Pékin et la mer. Le Gouvernement de Sa Majesté serait disposé à donner satisfaction à ce désir si toutes les grandes Puissances Alliées de l'Italie sont éga1ement prétes à faire de méme •.

Prego V. E. di farmi conoscere se approva (1).

728

IL CONSOLE A BARCELLONA, LEBRECHT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 274. Barcellona, 26 luglio 1917.

Secondo informaz,ioni particolari che ritengo degne di considerazione, questa assemblea parlamentare, ottemperando alla suggestione del deputato Cambò, capo regionalisti nazionalisti (il quale, come le altre volte, non dispera di conseguire una più ampia autonomia regionale con mezzi pacifici), avrebbe fatto tenere alla Corona, per mezzo di autorevoli amici, la conclusione formulata il 19 corrente, oggetto del mio telegramma 270 (2) che ha avuto conferma. Qu'llora primo punto di essa, cioè la formazione di un Governo nazionale con nuove cortes in funzioni di Costituente non fosse tra breve accetto, scoppierebbe un primo sciopero generale di ferrovieri organizzato da Leroux capo dei radicali repubblicani, subito dopo un secondo di minatori diretto da Melchiades Alvarez con altri successivi scioperi di industrie minori ad opera di Paolo Iglesias. In previsione di questi ogni giorno avvengono perquisizioni e nuovi arresti. Non si tratta punto di movimento separatista, come erroneamente affermano giornali sopratutto francesi, e come forse si compiacciono lasciar credere autorità ma di agitazione della Catalogna provocata da innumerevoli cause malcontento generale, riscaldata dall'esempio Russia, tende piuttosto alla repubblica :federale. Naturalmente fra capi del movimento che si dirama alle provincie del nord, del levante e del mezzogiorno, si sono determinate due tendenze: una più ragionevole aliena da violenze, l'altra ansiosa di precipitare gli avvenimenti. L'eventuaHtà di una rivoluzione dell'esercito rappresenta H maggior pericolo. È con essa il colonnello Marquez, che ne dirige le fila. È voce corrente che egli sia stato consultato dal Signor Dato prima che questi accettasse la presidenza del consiglio e che a lui si deve il fulmineo cambiamento della Casa militare di Sua Maestà mentre continuano i rapporti segreti specie col deputato Cambò.

Non mancano tuttavia molti scettici ed ottimisti che col Governo ripetono:

• tutto si aggiusterà, non succederà nulla; agitazione popolare catalana è sem

plicemente diretta allargare loro piattaforma in vista delle prossime elezioni •. Ed in ciò può esservi del vero : se vi sono o vi saranno altri moti sporadici alla periferia, effettivamente il paese non sembra ancora maturo per una rivoluzione.

Intanto carlisti e tedeschi, complice questa Banca alemanna, sono d'accordo per un'azione comune, con armi e bombe, al primo scoppio di fatti gravi.

A Valenza insurrezione durò tre giorni, troncata dalla legge marziale, con alcuni morti, molti feriti. Fu originata da un equivoco, credendosi colà (il 19 corrente) che a Barcellona esistesse di già rivoluzione. Arduini di passaggio per questa città, mi ha riferito che anche ad Alicante attendevasi da qui, lo stesso giorno, l'ordine solLevazione.

A Granata sarebbe stato bruciato qualche convento. Oggi dovrà avere luogo qui al Municipio un'altra riunione dei parlamentari che furono presenti all'ultima assembLea.

R. ambasciatore a Madrid informato.

(l) -Annotazione marginale di pugno di Sonnino: c Approvo •. (2) -Cfr. n. 690.
729

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2063/374. Londra, 26 luglio 1917, ore 21,45 (per. ore 5,25 del 27).

Telegramma di V. E. n. 1262 (1). Ad ogni buon fine riproduco le dichiarazioni fatte avantieri da Cecil ai Comuni circa il movimento jugo-slavo:

• Quantunque l'on. depu,tato discuta fino a qual punto noi accettiamo dottrina jugo-slava, ritengo pericoloso andare oltre la posizione da no.i assunta nella risposta del Governo alla nota di Wilson. Governo manifestò allora proposito di liberal'e la nazionali!tà slava fra le altre oppresse o dominate da altre razze dalle quali desideravano liberarsi. Non andammo più oltre nè c'impegnammo circa speciale formula di liberazione da patrocinare nella conferenza della pace •.

Dichiara:?Jioni di Cecil erano state precedute da un discorso del noto deputato bulgarofilo Buxton con chiara intonazione pro-Austria ed anti-jugo-slava. Segue rapporto.

730

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2719 GAB. 122. Stoccolma, 26 luglio 1917, ore 18,40 (per. ore 10 del 27 ).

Huysmans ha detto a persona di fiducia mia di avere saputo dai socialisti tedeschi della minoranza 'i due fatti seguenti: l •) la vedova del generale Moltke

(ex capo di stato maggiore tedesco), esasperata per il trattamento fatto a suo marito, avrebbe rivelato che il 5 luglio 1914 a Potsdam avrebbe avuto luogo un convegno a cui avrebbero assistito anche Tisza e Conrad. In esso fu definitivamente deciso l'invio alla Serbia di un ultimatum inaccettabile e una dichiarazione di guerra alla Russia nel caso molto verosimile che essa avesse preso qualche provvedimento militave in seguito al medesimo ultimatum. 2°) In un Consiglio della Corona tenuto a Potsdam 28 luglio 1914, l'Imperatore di Germania 'e Bethmann HoHweg si sarebbero mostrati recisamente disposti ad una combinazione che permettesse il mantenimento della pace. Allora Tirpitz, Moltke e Falkenhayn avrebbero teatralmente deposto le loro sciabole sul tavolo e dichiarato di volere dimettersi. Questo gesto avrebbe indotto sovrano e cancelliere a non opporsi alla guerra eseguendo piano prestabilito. Senza discutere l'autenticità delle due notizie mi sembra, come sintomo dello stato d'animo che si va delineando in Germania, importante il fatto che esse circolino e siano divulgate anche all'estero poiché se ne può dedurre che nei popoli tedeschi la verità storica si fa strada.

(l) Non pubblicato.

731

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2728/GAB. 193. Washington, 26 Luglio 1917 (per. ore 5,30 del 28).

Mio tel. 192 di gabinetto (1).

Nella riunione odierna coi miei colleghi di InghiLterra, Russia e con Tardieu allo scopo facilitare ai rispettivi Gov,erni esame della questione sollevata dalla proposta del segretario del Tesoro si è convenuto sottoporre loro per un opportuno reciproco scambio di idee seguente concetto che potrebbe servire di base ad una risposta al segretario di Stato da parte dei Governi interessati: avendo preso conoscenza della lettera diretta 26 luglio al segretario di Stato dai loro rispettivi rappresentanti Governi francese, inglese, italiano e russo dichiarano approvarne contenuto. Pertanto essi fanno seguente proposta:

l) è decisa costituzione di un consiglio interalleati avente sede in Europa. 2) Questo consiglio utilizzando lavoro delle organizzazioni interalleati già esistente stabilirà teoricamente quadro generale dei bisogni di guerra delle potenze alleate. 3) Dopo di avere formulato rispetto necessità militari sui diversi fronti ordine di preoedenza delle consegne da ottenersi dagli Stati Uniti il consiglio compilerà relativo fabbisogno finanziario e quello del tonnellaggio dichiarando pure il tonnellaggio complessivo per ciascun paese e l'eventuale sua deficienza da esser'e colmata col concorso del naviglio americano. I preventivi finanziari copriranno in massima periodo a più riprese di sei mesi.

19 -Documenti diplomatici -~erie V -Vol. VIII

4) Le potenze procederanno immediatamente all'organizzazione di questo consiglio la cui composizione ed il cui funzionamento formerà oggetto di un accordo speciale fra di esse.

5) Governo degli Stati Uniti farà conoscere in tempo utile per ciascuno dei periodi sopra indicati somma messa a sua disposizione dal Congresso per fronteggiare bisogni delle potenze alleate.

6) Esecuzione pratica del programma fissato dal consiglio sarà diretta da un comitato esecutivo avente sede in Washington composto di rappresentanti delle potenze alleate. Questo comitato presenterà al Governo degli Stati Uniti il programma dei bisogni generali degli alleati e ne assicurerà esecuzione di concerto con istituzioni di guerra del Governo degli Stati Uniti.

7) Governo degli Stati Uniti creerà una organizzazione americana la quale di concerto con rappresentanti delle potenze alleate a Washington prenderà tutte le disposizioni necessarie rispetto alla ricerca e designazione delle ditte fornitrici, fissazione dei prezzi, preparazione dei principali contratti speciali di materie prime, ordine di precedenza industriale, ecc.

8) Composizione e funzionamento delle organizzazioni da crearsi negli Stati Uniti saranno oggetto di un accordo speciale che sarà negoziato a Washington (1).

(l) Non pubblicato.

732

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3402/828. Londra, 26 luglio 1917.

Mi riferisco al mio telegramma in data odierna, Gab. n. 374 (2). Discutendosi il nuovo bilancio, si svolse avantieri alla Camera dei Comuni un interessante dibattito politico, circa la Serbia ed il movimento jugo-slavo.

Il deputato Buxton notò come i piani degli jugo-slavi sieno puramente dottrinari. Egli espresse il dubbio che gli slavi desiderano meno l'indipendenza, che una federazione di nazionalità sotto gli Absburgo. In fondo, egli osservò, la creazione d'un numero di stati indipendenti significherebbe la creazione di parecchi • Ulster • ajutati e sorretti dal di fuori. Ma noi, il deputato concluse, non entrammo in guerra per ottenere lo smembramento dell'Austria; noi divenimmo anti-austriaoi solo sulla domanda della Russia, ch'era poi la vecchia Russia.

Seguì il deputato Dillon. Egli asserì che la politica balcanica degli alleati è basata su di una falsa valutazione degli scopi germanici nel vicino Oriente. Abbandonando la campagna balcanica, gli alleati hanno negli ultimi due anni data la prova di voler fare il gioco del nemico e prolungare la guerra. L'esercito di Salonicco sarebbe infatti completamente demoralizzato; il 50 % delle truppe britanniche troverebbesi condannato per infrazioni alla discipl,ina, sia alle

r.: -ig coni di Winchester, che a Malta ed in Egitto. Pertanto, i serbi hanno bene

diritto di domandarsi se la Gran Bretagna non sia per abbandonarli. Di fatto -egli concluse -la guerra non può avere la sua soluzione che nei Balcani, mercè l'ottenimento della piena reintegrazione dei piccoli stati, che si sono schierati a fianco degli alleati.

Lord Robert Ceci·l, in una lunga e minuta risposta dichiarò: l) che era del tutto falso quanto era stato detto circa l'esercito di Salonicco; 2) che era assolutamente infondata l'asserzione che il governo britannico stava per abbandonare la Serbia, giacché esso è sempre fedele al suo p11incipio di piena riparazione e restaurazione della Serbia; 3) che conveniva col Signor Buxton che l'Austria-Ungheria non fosse il principale nemico, questo essendo e dovendo restare la Germania; 4) che circa la dottrina degli jugo-slavi, egli pensava essere pericoloso andare oltre alla posizione assunta nella risposta alla nota del Signor Wilson; 5) che in allora fu manifestato infatti il proposito di liberare, fra le altre, le nazionalità oppresse e dominate da altre razze, dalle quali esse desideravano liberarsi; 6) che lo scopo degli alleati era l'ottenimento di una pace duratura e stabile, quale era stata accennata dal Presidente degli Stati Uniti, e la distruzione del militarismo prussiano.

Qui unito accludo a V. E. il resoconto parlamentare di tale interessante dibattimento. Parimente ho l'onore di trasmetterLe il testo d'una lettera comparsa due giorni fa sul Tirnes, a firma -fra le altre -del Signor Steed, e tendente anch'essa, per così dire, a rialzare le decadute azioni della Serbia e degli jugo-slavi.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. 988 del 29 luglio. (2) -Cfr. n. 729.
733

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 421/76. Corfù, 26 luglio 1917.

Ho g.ià riferito a V. E. circa l'arrivo qui dei capi dei comitati jugoslavi e circa i loro scambi d'idee col Governo serbo che han portato alla • Dichiarazione • di cui ho trasmesso il testo col rapporto di ieri, n. 75 (1).

Credo opportuno comunicare i nomi degli jugoslavi venuti, a mia conoscenza, in questa occasione a Corfù e che han pveso parte alle discussioni col Governo serbo. Essi sono :

Trumbié Dott. Ante, Presidente del Comitato jugoslavo;

Trinzestié Dott. Dinco, membro del Comitato jugoslavo;

Vasilievié Dott. Duscian, membro del Comitato jugoslavo;

Vosniak Dott. Bogumil, membro del Comitato jugoslavo:

Potosniak Dott. Franco, membro del Comitato jugoslavo.

I primi quattro son partiti per Salonicco il 21 corrente, via Santi Quaranta, insieme coi nuovi Ministri serbi dell'Agricoltura e dell'Istruzione. La comitiva non avendo sufficienti automobili serbe ne chiese e, credo, ne ottenne in prestito dalle nostre autorità militari.

Il dott. Potosniak rimase invece a Corfù; il Ministero degli Affari Esteri con nota del 16 corrente mi mandò il suo passaporto da vistare informandomi che si I"ecava • en Russie par l'Italie en qualité de courrier diplomatique • e chiedendomi un lasciapassare, come gli era stato rilasciato nello scorso febbraio dalla nostra Ambasciata in Russia; tale documento venivami mostrato.

Rifiutai il lasciapassare adducendo le più r,ecenti restrizioni e vistai il passaporto ove il Potosniak (nella grafia francese ivi usata: Pototchyak) vien qualificato • Cordere del R. Governo serbo • e nativo di Belgrado. Era lo stesso passaporto già vistato anche dalle Regie Ambasciate in Russia e Parigi. A preghiera del Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri gli consegnai pel Potosniak il certificato seguente in data l 7 luglio che non fa che ripetere quanto è detto nel passaporto:

• Il Regio Ministro certifica che il dottor Franco Potosniak, latore del passaporto serbo n. 36, vidimato in data odierna da questa Legazione, traversa l'Italia per recarsi in Russia in qualità di Corriere del R. Governo serbo •.

Osservai al Segretario Generale che ben sapevo che il Potosniak non era di Belgrado, ma croato; che non mettevo in dubbio la sicurezza dei sentimenti antiaustriaci di lui, ma che in linea generale gli ricordavo che H Governo serbo si assumeva di fronte agli Alleati una grave responsabilità coprendo dei nativi di Stati nemici colla qualifica di sudditi serbi. Il Signor Jovanovic mi assicurò che dei passaporti serbi a degli slavi del sud non venivan dati che dopo mesi di caute indagini. Sarebbe stato facile, ma altrettanto vano, replicare che anche il Malobabié ,testè fucilato a Salonicco per attentanto al Principe Alessandro, doveva essere stato creduto un sicuro • irredento • poiché era stato accolto nell'esercito serbo al fronte.

(l) Non pubblicato.

734

IL MINISTRO A STOC~OLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2732/256. Stoccolma, 27 luglio 1917, ore 16 (per. ore 11,40 del 28).

È stato qui pubblicato un manifesto firmato dal comitato centrale dei • Bolsceviki • russi, dalla direzione del partito socialista della Polonia russa e della Lituania, dal partito socialista operaio di Bulgaria, dal partito socialista svedese di sinistra e dalla federazione della gioventù socialista svedese col quale si afferma che nè l'az.ione dei Governi nè quella dei • socialisti patriotti • loro infeudati può portare ad una pace sollecita e durevole e che quindi i veri socialisti devono boicottare conferenza indetta a Stoccolma dal comitato olandese scandinavo e dal • Soviet •, ma venire qui per intendersi per organizzare azione rivoluz-ionaria che imponga la pace. Nel manifesto si accenna ai disegni annessionisti delle potenze dell'Intesa « sulle colonie tedesche, l'Alsazia, Trieste, Galizia, territori balcanici ed in Oriente ». Si dice anche che la democrazia socialista ital,iana si è guadagnata grande autorità presso masse popolari di tutta l'Europa grazie alle sue incessanti proteste contro guerra.

735

APPUNTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

[Parigi], 27 luglio 1917.

Trovato accordo per confine lVIersina.

Ceduto 4 mila operai più mille [soldati del] genio.

Proposta Lloyd George per azione sul Carso. Se Austria esce, Italia soddisfatta aiuterà gli altri. Ho preso questo impegno.

736

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AI CONSOLI A CARDIFF, AXERIO, A LIVERPOOL, CHIOSTRI, E A LONDRA, FAA' DI BRUNO

R. R. S.N. Londra, 27 luglio 1917.

Il R. Ministero dell'Interno ha concesso al noto Signor Costantino Lazzari, Segretario della Direzione del Partito Socialista Ufficiale il passaporto per la Francia la Sv,izzera e la Gran Bretagna. Non essendo da escludersi che egli procuri di recarsi al convegno di Stoccolma, prego la S. V. a volergli rifiutare il visto per quest'ultima destinazione qualora si presentasse a codesto R. Ufficio con tale intento.

Sarò grato alla S. V. di volermi accusare ricevuta della presente.

737

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3006/995. Parigi, 27 luglio 1917.

Stamane ho ricevuto da questo Ministro degli Affari Esteri la nota della quale accludo copia. Secondo le istruzioni impartitemi verbalmente da V. E., ho diretto al Signor Ribot la nota della quale ho pure l'onore di rimettere copia.

ALLEGATO I

RIBOT A SALV AGO RAGGI

Parigi, 26 luglio 1917.

M. le Secrétaire Général de mon Département m'a rendu compte de la conversation qu'il a eue ce matin avec V. E. et au cours de laquelle il est tombé d'accord

avec vous pour proposer que la ligne frontière des zones française et italienne en Asie Mineure, à partir de la Mer suive le cours de la rivière Lamas, à l'Ouest de Mersina, depuis son embouchure jusqu'à sa source, pour rejoindre ensuite directement la frontière franco-italienne déjà indiquée sur la chaine du Taurus.

Je m'empresse de faire connaìtre à V. E. que je donne mon assentiment à cette proposition et que l'Ambassadeur de France à Londres sera autorisé à en faire part à S. E. l'Ambassadeur d'Italie. M. Paul Cambon sera en outre chargé de communiquer ce qui précède au Gouvernement de S. M. Britannique.

ALLEGATO Il

SALVAGO RAGGI A RIBOT

Parigi, 27 luglio 1917.

Je viens de recevoir et de communiquer à S. E. le Baron Sonnino la note par laquelle V. E. a bien voulu m'informer que M. le Secrétaire Général de Votre Departement Vous a rendu compte de la conversation qu'il a eu avec moi hier matin et au cours de laquelle il est tombé d'accord avec moi pour proposer que la ligne frontière des zones française et italienne en Asie Mineure à partir de la mer suive le cours de la rivière Lamas à l'ouest de Mersina depuis son embouchure jusqu'à sa source pour rejoindre ensuite directement la frontière franco-italienne déjà indiquée sur la chaine du Taurus.

V. E. a bien voulu ajouter qu'elle donne son assentiment à cette proposition et que S. E. l'Ambassadeur de France à Londres sera autorisé à en faire part à l'Ambassadeur d'Italie et que M. Paul Cambon sera en outre chargé de communiquer ce qui précède au Gouvernement de S. M. Britannique.

S. E. le Ministre des Affaires Etrangères me charge de Vous informer qu'il donne son assentiment à la proposition dont il s'agit et que l'Ambassadeur de S. M. à Londres sera autorisé à en faire part à S. E. l'Ambassadeur de France. Le Marquis Imperiali sera chargé en outre de communiquer ce qui précède au Gouvernement de

S. M. Britannique (1).

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 168.

738

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 327. Jassy, 28 luglio 1917.

L'accordo colla Serbia è diretto contro le aspirazioni Haliane in quanto, eliminato ogni dissenso tra Serbia e Romania circa la divisione della successione austro-ungarica, verrebbe pure a cadere ogni ragione di solidarietà tra la Romania e l'Italia di fronte a tale questione ed anzi la Romania verrebbe ad essere interessata anch'essa come la Serbia a che l'Italia si adattasse alla riduzione delle concessioni territoriali promessele allo scopo di ottenere una più sollecita realizzazione delle proprie aspirazioni.

Del resto anche solamente per quel che si vede qui, il lavoro per un ac

cordo tra le piccole potenze orientali non è limitato ai rapporti tra Serbia e

Romania, ma si esplica anche nei rapporti tra Serbia e Grecia. Questi ministri di Serbia e di Grecia infatti, che finora non nascondevano la loro antipatia reciproca sono ora in continuo contatto e, specialmente nella questione albanese, conducono una attiva campagna contro la politica italiana in quella regione.

È evidente che per il passaggio della Bulgaria nel campo degli Imperi centrali tra le piccole potenze dell'Europa orientale, che furono sempre oggetto della politica italiana è profondamente a nostro danno come a danno della Romania la quale malgrado l'animosità inevitabile durante una guerra così feroce come l'attuale, se ne rende perfetto conto (mio tel. gab. 298) (1). Da quanto precede e da altri ben noti avvenimenti mi sembra possa trarsi conseguenza che se lo svolgimento delle operaZJioni militari non lascia finora prevedere come molto prossima la completa liquidazione della successione austro-ungarica, per contro la condotta verso di noi di taluno almeno dei nostri maggiori alleati non è sempre inspirata ad una valutazione dei nostri diritti ed interessi la quale sia conforme a giustizia ed inspirata a quella simpatia a cui ci dovremmo attendere in seguito ai gravi sacrif,ici a cui siamo volenterosamente andati incontro ed agli immensi servizi da noi resi, principalmente alla Francia colla neutralità prima e coll'entrata in guerra poi (2).

(l) Sulle trattative successive di Sonnino a Londra, dove giunse il 28 luglio accompagnato dal segretario generale De Martino, da Aldrovandi e De Morsier, segretario particolare del ministro cfr. A. Rmor, Journal, pp. 170-172; M. ToscANo, Gl! accordi di S. Giovanni di Mariana, pp. 335-340.

739

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2752. Pietrogrado, 28 luglio 1917, ore 20,50 (per. ore 3,40 del 29).

Mi consta che la voce dell'arresto di Lenin è stata provocata dal fatto che il capo dei massimalisti ha scritto al Governo provvisorio offrendo costituirsi ponendo condizioni per il suo giudizio. Il Governo provv,isorio, che aveva spiccato mandato di cattura, non accettò. Lenin, a quanto credesi, si rifugiò a Kronstadt donde, travestito, si sarebbe recato in Svezia. Attualmente si troverebbe a Stoccolma.

740

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2744/257. Stoccolma, 28 luglio 1917, ore 17,45 (per. ore 12,10 del 29).

Nel giornale Politiken di iersera deputato socialista svedese Hoglund, prendendo di nuovo difese di Angelica Balabanoff affermò che Morgari avrebbe

scritto dall'Aja, il 27 giugno, che la Balabanoff se potesse recarsi a Stoccolma sarebbe degnissima di rappresentare partito socialista italiano e autorizzata a farlo nella sua qualità di membro della direzione del partito. Nello stesso giugno Morgari confermava poi che (in conseguenza difficoltà che egli o altri delegati del partito direttamente provenienti dall'Italia avrebbero incontrato per recarsi a Stoccolma) la Balabanoff doveva considerarsi come rappresentante del partito italiano, • a meno che una speciale comunicazione .in proposito non giungesse dall'Italia o fosse intercettata dalla censura ».

Su domanda di Hoglund la Balabanoff avrebbe però dichiarato che per la sua assenza di due anni dall'Italia, per la sua incompleta conoscenza delle attuali vedute del partito italiano, per le divergenze già sorte in alcune occasioni con certi membri della direzione, ·essa rinunzia a rappresentare partito socialista italiano e si considera soltanto membro della commissione internazionale socialista.

(l) -Cfr. n. 667. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1276 del 1° agosto.
741

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, CUSANI VISCONTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. RR. P. 1541. Roma, 28 luglio 1917.

Per opportuna conoscenza di V. E. si comunicano le seguenti notizie date da fonte attendibile e che perverrebbero dall'entourage del Maresciallo Hindenburg:

« Il Governo tedesco in seguito al fallimento delle trattative per una pace separata con la Russia, penserebbe ad un riavvicinamento col Giappone, lasciando a quest'ultimo la mano libera in Estremo Oriente contro l'America, ed impegnandosi mediante la sua flotta a ritenere nei mari d'Europa la flotta inglese. Tale piano dovrebbe servire per serrare la Russia dalle due par·ti, ed obbligarla alla pace separata.

742

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2756/691. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 15).

19 luglio. Circa la questione dell'Ucraina il Governo provvisorio ha preso le decisioni seguenti: l 0 ) nominare in qualità di organo supremo dell'amministrazione degli affari generali dell'Ucraina un segretariato generale i cui membri saranno nominati dal Governo d'accordo colla Rada centrale dell'Ukraina; 2") Governo provvisorio è favorevole all'elaborazione, da parte della Rada, di progetti di legge sulla questione agraria, riservandone la sanzione alla Costi

tuente; 3°) Governo provvisorio giudica inammissibile qualsiasi misura tendente a spezzare durante la guerra l'unità dell'esercito, ma giudica possibile contribuire alla unione nazionale più continua negli ukraini nei ranghi dell'esercito e per raggiungere tale scopo, d'accordo colla Rada, potrebbero istituirsi speciali delegati ukraini presso gabinetto del ministero Guerra, presso lo stato maggiore generale e presso il generalissimo. Per parte sua, il comitato dei cadetti ha votato ordine del giorno in cui ammette bensì il principio dell'autonomia per l'Ukraina, subordinatamente all'unità e agli inte11essi generali dello stato, ma vuole che questione sia studiata da una commissione e sottoposta alla Costituente.

743

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2771/748. Pietrogrado 30 luglio 1917, ore 22,20 (per. ore 16 del 31).

29 luglio.

Telegramma di V. E. n. 9050 (1).

Scopo del viaggio dei quattro delegati dei Soviet è accordarsi coi socialisti alleati circa la convocazione della conferenza internazionale socialista a Stoccolma, nella quale dovrebbero determinarsi gli scopi di guerra e i mezzi di raggiungerli per arrivare al più presto alla pace. I membri della conferenza internazionale, ritornando nei loro paesi, dovrebbero poi farvi propaganda dei principi e delle risoluzioni adottati dalla conferenza, cercando anche di influire sui loro Governi perché li accettino. È chiaro però che, senza contare le difficoltà persistenti, due nuove ne sono sorte per la l.'ealizzazione del progetto dei Soviet. La prima è che recenti fatti hanno posto in evidenza gli intimi rapporti fra alcuni capi del massimalismo russo con la Germania e resa così ancora più forte l'avversione dei socialisti anglo-francesi a trovarsi accanto 'in una conferenza di socialisti austro-tedeschi. La seconda è che, dopo la sconfitta di Galizia, dopo il discorso del nuovo cancelliere e dopo la condotta dei socialisti tedeschi, il Governo provvisorio e con esso buona parte opinione pubblica in Russia si son convinti che il solo mezzo di avvicinare la pace è 11iorganizzare l'esercito e riprendere vigorosamente la guerra. V'ha luogo a dubitare pertanto che la delegazione dei Soviet possa conservare il suo primitivo programma. La delegazione, come V. E. lo avrà rilevato anche dalle accoglienze fattele a Londra, non ha alcun carattere ufficiale. Se si è trovata in contatto con Henderson, come lo sarà con Thomas, si è perché quei ministri visitarono i Soviet a Pietrogrado nella qualità loro di capi di gruppi socialisti. A mio l'emissivo parere le accoglienze da farsi ai quattro delegati dovrebbero essere analoghe a quelle fatte qui a Labriola, Raimondo, Cappa e Lerda. Il municipio di Pietrogrado aveva messo a disposizione loro alloggio e vettura e il Governo provvisorio

aveva impartito gli ordini opportuni alla frontiera ed alla amministrazione delle ferrovie per speciali riguardi. In generale ogni possibile cortesia formale mi sembra possa compromettere l'atteggiamento del R. Governo a loro dguardo. Dal punto di vista politico il Soviet appoggia ora ben più di prima il Governo provvisorio, al quale hanno recentemente attribuito poteri illimitati. I rappre· sentanti dei Soviet, per questo fatto e per le discussioni avute a Londra e a Parigi, avranno certo temperato le loro aspirazioni teoriche, accettando la politica internazionale. Non sarebbe pertanto inutile né inopportuno a mio avviso che essi entrassero in contatto coi nostri riformisti e non fossero monopolizzati dagli ufficiali. Se la conferenza socialista interalleati proposta da Henderson avrà luogo 1'8 agosto a Londra, sembra difficile che la delegazione dei Soviet possa ora recarsi in Italia.

Non ho telegrafato quanto precede a Parigi.

(l) Non rinvenuto.

744

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA, E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. R. 2785/GAB. 314. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 21,15 (per. ore 16 dell' 1 agosto).

Le condizioni poste dai cadetti per la loro rientrata nel Governo provvisorio non poterono essere accettate integralmente da Kerensky stante l'opposizione recisa dei socialisti. Indipendentemente dalla questione ministeriale, le condizioni interne del paese non sono rassicuranti. Da un lato i cadetti credonsi vicini a divenire arbitri della situazione ·e dall'altro i socialisti li avversano come sospetti di reazione. Intanto si fa strada nel pubblico senza partito, che è la maggioranza, notevole malcontento per il succedersi dei disordini e per la paralisi economica. Non può dirsi si sia organizzata reazione ma bensì che vi si prepara terreno favorevole. Favoloso rincaro del combustibile e degli alimenti che non cessa di aumentare potrebbe dar luogo in tali circostanze a nuove crisi. Il patriottismo, l'energia e la popolarità di Kerensky ispira grande fiducia; con sforzi sovrumani egli lavora per unificare gli animi di fronte al pericolo esterno, ma le difficoltà che egli incontra sono enormi.

Nel mentre versa in tali circostanze, la Russia è obbligata a chiedere agli alleati un concorso straordinario per rimpiazzare artiglieria e munizioni perdute. Buchanan mi ha detto che l'Inghilterra è disposta ad aiutare la Russia che potrebbe ancora essere un coefficiente militare importante, non privo di istrumenti bellici di grande valore, se non in seguito a serie garanzie che la Russia voglia e possa proseguire vigorosamente la guerra. Ritengo che la costituzione di un nuovo Governo e l'esito della riunione di Mosca siano fra queste garanzie, la principale delle quali sarà sempre però il ristabilimento morale dell'esercito.

745

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2796/711. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 17 (per. ore 21 del 2 agosto).

Il massimalista Zinovieff è stato arrestato. Lenin si è costituito. Dicesi altrettanto siano per fare Trotsky e Lunaciarsky. Altri numerosi mandati di cattura di massimalisti sono stati spiccati.

746

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTI'I, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2808/710. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 10,30 del 3 agosto).

22 luglio.

In una lettera aperta al Governo provvisorio, il principe Lvov dichiara di non poter accettare integralmente il programma dei ministri sooialisti, nel quale è contemplata la proclamazione della repubblica, che egli considera usurpazione diritti della costituente e la riforma agraria contro la quale, oltre a non rispondere ai veri interessi della popolazione, mira a porre la costituente di fronte al fatto compiuto. Lvov dichiara inoltre di non poter ammettere la deliberazione presa dal comitato esecutivo dei Soviet, in presenza ministri socialisti, di sottoporre l'azione del Governo alle decisioni dei Soviet stessi. Egli rassegna quindi le sue dimissioni da presidente del Consiglio e ministro dell'Interno.

747

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2805/709. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 16 del 3 agosto).

22 luglio.

In un proclama aHa popolazione, il Governo provvisorio dichiara che la rottura del fronte, dovuta da una parte a cieco fanatismo, dall'altra a tradimento, costituisce un grave pericolo per la libertà della Russia, dando essa incremento alle forze reazionarie. Ma il Governo provvisorio [deve] agire colla massima energia. Suo primo compito sarà la lotta contro il nemico esterno, pur tutelando col massimo rigore all'interno la libertà contro ogni attentato anarchico reazionario. Nella politica estera il Governo provvisorio continuerà a professare le divise della rivoluzione e, allo scopo di raccordare i principi della rivoluzione Russia coll'azione degli alleati, proporrà nel mese di agosto una conferenza cui parteciperanno, oltre i rappresentanti diplomatici, anche i rappresentanti della democrazia. Il Governo provvisorio prenderà misure necessarie perché le elezioni alla Costituente abbiano luogo il 30 settembre. Pubblicherà prossimamente decreti relativi la soppressione casta, dei gradi civili nonché delle decorazioni, escluse quelle conferite per merito di guerra, metterà fra breve dn vigore i decreti relativi alla libertà di associazione, alle borse di lavoro, alle camere di conciliazione; dichiara essere in preparazione leggi sulle otto ore di lavoro, sulla tutela e assicurazione del lavoro in tutte le sue manifestazioni. Il Governo provvisorio dichiara infine che il passaggio della proprietà delle terre nelle mani dei loro lavoratori sarà la base della futura riforma agraria.

748

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2815/717. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 6,50 del 4 agosto).

23 luglio.

La conferenza riuni,ta dai comitati esecutivi del congresso dei Soviet ha votato la notte scorsa, alla quasi unanimità, la risoluzione dichiarante il Governo provvisorio Governo di salvezza pubblica e accordatigli poteri illimitati per il ristabilimento dell'ordine e della disciplina nell'esercito e per la lotta contro la reazione come contro l'anarchia. I ministri socialisti dovranno riferire sulla situazione alla conferenza riunita.

749

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28201721. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 8,57 del 4 agosto).

24 luglio.

In seguito all'ordine del ministro Kerensky di consegnave gli eccitatori della rivolta del 16 gli equipaggi di Kronstadt hanno fatto atto di sottomissione al Governo provvisorio, ma dichiarano conservare convincimento che il potere deve passare integralmente al Soviet.

750

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2827/724. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 14,30 del 4 agosto).

25 luglio.

I giornali annunziano la seguente costituzione del nuovo Ministero: presidente Consiglio, ministro Guerra e Marina Kerensky; supplente presidente del Consiglio ministro senza portafoglio Nekrasoff; ministro dell'Interno, delle Poste e Telegrafi Tzeretelli; ministro della Giustizia Jefremov; ministro dell'Agricoltura Cernov; ministro deg1i Approvvigionamenti Pesckonov; ministro dei Lavori, Skobeliev; ministro degli Affari Esteri, Terescenko; controllore di Stato, Godnov; procurator,e del Santo Sinodo, Lvo·v; il nuovo ministro Jefremov, già deputato della prima, terza e quarta Duma, è uno dei capi del partito progressista, partito situato fra i cadetti e gli ottobristi.

751

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2823/722. Pietrogrado, 30 luglio 1917, ore 7 (per. ore 14,40 del 4 agosto).

24 luglio.

Riferendomi mio telegramma 709 (l) trascrivo testo letterale del passaggio concernente la conferenza interalleati proposta dalla Russia. • Governo provvisorio, realizzando i principi di politica estera espressi nella dichiarazione del Governo del 6-19 maggio, ha in vista di proporre agli alleati di riunirsi in una conferenza degli alleati, in agosto, per determinare la direzione generale della politica estera degli alleati e per coordinar·e i loro atti nell'applicazione dei principi proclamati dalla rivoluzione russa.

A questa conferenza la Russia sarà rappresentata da membr.i del corpo diplomatico come pure da rappresentanti della democrazia russa.

752

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BERNA, PAULUCCI, E A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. R. 1002. Roma, 31 luglio 1917, ore 16.

(Per Berna). Mio telegramma posta n. 5121 (2). Monsignor Szeptyckj arcivescovo Leopoli che ha lasciato recentemente Stoccolma diretto Germania e Svizzera per recarsi Roma, sarebbe stato dis

suaso dalla Santa Sede venire in Italia e conterebbe passare estate in Svizzera. Prego V. S. non vistare passaporto monsignor Szeptyckj senza autorizzazione questo Ministero impartendo conformi istruzioni ai RR. uffici consolari dipendenti. Pregola informarmi arrivo in Svizzera prelato e segnalarmi suoi movimenti e contatti.

(Per Pietrogrado) Suo telegramma Gabinetto n. 297 (1).

(Per Stoccolma) Suo telegramma Gabinetto n. 116 (1).

Vengo informato che Santa Sede avrebbe dissuaso monsignor Szeptyckj dal recarsi Roma. Prelato passerebbe estate Svizzera. Ho disposto non gli sia vistato passaporto senza mia autorizzazione. Per sua opportuna notizia.

(l) -Cfr. n. 747. (2) -Non rinvenuto.
753

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA REAL CASA, MATTIOLI PASQUALINI

T. s. N. Londra, 31 luglio 1917 (2).

Faccio seguito al mio telegramma di ieri.

Questa ambasciata di Francia comunica che il Presidente della Repubblica s:uà felicissimo di recarsi a far visita a S. M. il Re al fronte H:aliano ed attende :li ricevere in proposito invito ufficiale. Rimango in attesa di conoscere gli ordini di S. M. il Re per le comunicazioni da farsi a Parigi. Sarebbe anche opportuno conoscere, per norma in quale tempo S. M. il Re giudicherebbe più conveniente si effettuasse visita, se prima o dopo nostra prossima offensiva. Venendo in Italia mi proporrei recarmi io stesso al quartier generale sia per riferire a S. M. il Re circa il mio viaggio, sia per stabilire particolari circa visita Signor Poincaré. Prego intanto V. E. telegrafarmi risposta presso questa ambasciata italiana.

754

VITTORIO EMANUELE III AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. u. s. N. Quartier generale, 31 luglio 1917, ore 20,45 (per. ore 23,35).

La ringrazio molto di tutte le notizie che ha avuto la cortesia di farmi comunicare da costà. Non posso che rallegrarmi della visita del signor Poincaré. Quindi per mia parte non vi è certamente difficoltà alcuna se ella con l'adesione dei suoi colleghi del Governo crede che la prima quindicina di agosto potrebbe prestarsi al viaggio presidenziale: altrimenti forse dovrebbe attendersi il settembre. Quando lei al ritorno mi farà il piacere di venire qui ove l'attendo

potremo combinare anche i vari particolari di questa visita. In relazione alla quale mi sarebbe gradito che Ella esaminasse se non sarebbe opportuno che ella lasciasse cadere costà una adeguata parola per indicare il mio desiderio di incontrarmi in momento favorevole anche col Re d'Inghilterra. Come Ella sa il Re Giorgio non è venuto in Italia a differenza di suo padre che dopo la sua assunzione al trono mi fece la prima visita.

(l) -Non pubblicato. (2) -Si inserisce qui questo telegramma, anche se è privo di ora di partenza, perché è sicuramente precedente al n. 754 che vi risponde.
755

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. s. N. Londra, 31 luglio 1917.

Ho veduto ieri Lloyd George, oggi Balfour e Cecil ai quali tutti ho parlato dell'Asia Minore insistendo perché si venga ad una conclusione. Minute difficoltà sono molteplici ed è dubbioso possa arrivarsi firma. Avendo avuto invito a colazione dal Sovrano per venerdì, prevedo non poter partire prima sabato o domenica. Cercherei tornare direttamente Italia.

756

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 332. Jassy, 31 luglio 1917.

Nel corpo degli ufficiali romeni va delineandosi ogni giorno più la corrente dec.isamente contraria all'evacuazione in Russia. Questa tendenza è molto diffusa e secondo alcuni fa capo allo stesso comandante della seconda armata, generale Averescu.

Questo movimento di cui è evidente la gravità è fomentato dal malcontento derivante dalle evacuaiioni di materiali che i tedeschi fanno senza preoccuparsi dei romeni e che non possono certamente sfuggire a questi ultimi. In presenza di tale stato di cose mi sembra che i seguenti provvedimenti si impongano se si vuole correre ai ripari per quanto si può e finché gli è tempo: l) agire nel modo più energico sulla Russia perché non evacui la Moldavia; 2) ottenere dalle autorHà russe che evacuino in Russia il maggior numero possibile di famiglie d'ufficiali romeni; 3) ottenere che le autorità russe provvedano all'evacuazione della Corte romena •e del Parlamento romeno installandoli in una località ove abbiano la necessaria autonomia; 4) ottenere dalle autorità stesse che mandino di pari passo l'evacuazione della parte sedentaria del loro quartiere generale con quello romeno; 5) dichiarare che le potenze dell'Intesa e non solo la Russia provvederanno nutrimento ecc. delle truppe e delle loro famiglie (1).

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1287 del 6 agosto.

757

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. s. N. Jassy, ... luglio 1917.

Telegramma identico dei ministri d'Italia, Inghilterra e Francia ai rispettivi Governi: • L'avanzata degli austro-tedeschi 'in Bucovina e Galizia minaccia di isolare completamente la Romania e pone ad essa fin da ora l'alternativa dell'evacuazione in Russia o della pace, di cui il nemico detterebbe le condizioni e che produrrebbe tra gli altri inconvenienti quello dell'utilizzazione da parte di esso dell'esercito romeno da noi ricostituito.

Il Re di Romania mi ha parlato (?) combattuto tra la sua lealtà e la sua ripugnanza a porsi in potere dell'anarchia russa.

Per cercare di sormontare per quanto è possibile questo sentimento, ci siamo accordati con il nostro collega di Russia, il quale chiede telegraficamente al suo Governo l'autorizzazione di prendere l'iniziativa di dichiarare ufficialmente al Re di Romania che se gli avvenimenti imponessero l'evacuazione della Romania, Sua Maestà sarebbe accolta in Russia con tutti i riguardi che gli sono dovuti e che il suo esercito vi sarebbe incaricato di occupare sotto il suo Comando un settore nelle vlicinanze della città ove funzionerebbe i[ Governo Romeno.

Abbiamo dichiarato al nostro collega di Russia che avremmo pregato rispettivi ministri degli Affari Esteri di appoggiare questi passi • (1).

758

IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2779/128. Salonicco, 31 luglio 1917, ore 21 (per. ore 7,30 dell' 1 agosto).

Giornali locali pubblicano comunicato ufficioso che riassumo: • I delegati del Comitato jugo-slavo Trumbié, Trinzestic, Vassilievié, Vosniak, dopo conferenza slava a Corfù con Governo serbo, accogliendo invito del principe ereditario Alessandro, sono venuti a visitare il fronte di Salonicco. Durante il loro soggiorno in questa città essi furono oggetto di simpatia e particolare riguardo del principe Alessandro che, in un banchetto loro offerto ha espresso la sua piena soddisfazione ed approvazione per il risultato ottenuto a Corfù colla conferenza tra detto comitato e Governo serbo. La proclamazione sulla futura organizzazione del Regno comune dei serbi, croati e sloveni ha riscontrato la piena approvazione dell'esercito. Gli ufficiali del quartiere generale serbo hanno organizzato in onore dei delegati un banchetto sotto la presidenza del ministro della Guerra, e altrettanto hanno fatto i rappresentanti dei giornali serbi locali. Da ciò risulta che sforzi di tutti i patrioti si fondono in un solo voto nazionale consistente nell'unificazione del popolo serbo, croato e sloveno. I rappresentanti

del comitato jugo-slavo, accompagnati da Balugié, ministro di Serbia in Grecia, hanno fatto visita al generale Sarrail ed al generale inglese Milner. Hanno inoltre reso visita ad Essad che ha loro offerto un banchetto. Lasciano Salonicco per l'Europa, via Atene. Ho telegrafato quanto precede alla R. legazione (1).

(l) Ritrasmesso dall'ambasciata di Parigi a Sonnino a Londra con t. gab. 224 del 31 luglio.

759

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. s. N. Parigi, 31 luglio 1917, ore 21,35 (per. ore 8 dell' 1 agosto).

Testo francese dell'accordo per Asia Minore, spedi,to per posta da codesto incaricato d'affari di Francia non era ancora giunto stamane al Quai d'Orsay. Margerie, col quale ho avuto una conversazione sull'argomento, mi ha confermato le sue favorevoli disposizioni personali, già manifestate a De Martino, ma mi ha detto che avendone però ieri parlato con Ribot, questi non si mostrò molto propenso alla firma dell'accordo, trovando poco opportuno il momento e adducendo la situazione assai delicata in cui la Francia verrebbe a trovarsi di fronte ana Russia, sia perché questa non era stata chiamata a parteciparvi, sia per l'oggetto stesso dell'accordo in assoluto contrasto con le mene antiannessioniste e di revisione degli scopi di guerra colà dominanti. Gli ho osservato che il presente accordo concerneva particolarmente, se non esclusivamente, Francia, Inghilterra e Italia e che, ad ogni modo, se fu possibile accordarsi a tre con l'esclusione dell'Italia quando questa voleva intervenire, tanto più era giustificata l'intesa ora conclusa fra le tre alleate nulla di importante in cui Russia per ovvie ragioni trovavasi nell'impossibilità di prendere parte. Gli ho pure fatto presente quale dolorosa impressione risentirebbe il Governo del Re se, dopo le note vicissitudini e laboriose trattative, la firma dell'accordo alla quale, da quanto mi risultava consentiva l'Inghilterra, non potesse aver luogo per il diniego della Francia. Margerie nel ripetermi che conveniva sull'opportunità di definitivamente liquidare la questione dell'Asia Minore, mi ha assicurato che avrebbe vivacemente sostenuto questo modo di vedere presso Ribot.

Prego V. E. di dirmi se il Governo britannico ha dato il suo consenso alla firma dell'accordo e se ha accettato il testo proposto.

760

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 315. Pietrogrado, 31 luglio 1917, ore 21 (per. ore 10 del 2 agosto).

Terescenko mi ha detto che probabilmente nuovo Governo sarà costituito entro domani indipendentemente dall'accettazione dei cadetti, se questi persi

steranno loro condizioni. Il generale Brussiloff dimostratosi debole nel salvaguardare la disciplina è sostituito nel Comando Supremo dal generale Korniloff, comandante dell'ottava armata, che effettuò avanzata su Galic, uomo molto energico. Sono stati fucilati circa seicento soldati e il generale Maievski, comandante di corpo d'armata, per non avere eseguito l'ordine di impiegare le mitragliatrici contro fuggiaschi.

Domani in occasione dell'anniversario dell'entrata in guerra, Terescenko invierà un messaggio agli alleati, di cui al mio tel. di Gab. 312 (1). Kerensky indirizza all'ufficialità un ordine del giorno per incoraggiarla all'abnegazione nel compimento dovere. La situazione militare nel sud-ovest é seria. Si afferma che austro-tedeschi hanno grandemente aumentato le loro forze e loro vincolo di alleanza principalmente concentratasi in direzione meridionale con evidente intento occupare Moldavia. Governo Provvisorio ne è preoccupato e prende serie misure. Fronte dovrà essere ritirato all'est di Kamenetz-Podolski.

Ho telegrafato quanto precede al R. ministero.

(l) Ritrasmesso a Londra il 2 agosto 1917.

761

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28251742. Pietrogrado, 31 luglio 1917, ore 12 (per. ore 14 del 4 agosto).

28 luglio.

È stata arrestata a Torneo e trasportata a Pietrogrado la ben nota Kollontaj

compagna di Lenin. L'agitatore di Kronstadt, Roschall, si è costituito alla poli:òia di Pietrogrado.

762

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28441740. Pietrogrado, 31 luglio 1917, ore 12 (per. ore 11,20 del 5 agosto).

28 luglio. Il Governo provvisorio non ha accettato le dimissioni del Governatore della Finlandia Stakovic. I giornali annunciano che la legge sui poteri sovrani votata dalla Dieta finlandese non sarà esaminata prima dell'assemblea costituente, il

Governo provvisorio stimando che quest'ultima è sola autorizzata a prendere una decisione definitiva sulla questione finlandese.

763

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. 111/14. Roma, l agosto 1917, ore 10.

Ufficio censura ha fermato un telegramma diretto Corriere della Sera contenente accordo Pasich Trumbich relativo costituzione Regno Jugo-Slavo che

comunicai V. E. Corriere della Sera domanda se censura non intende realmente consentire pubblicazione notizie che afferma comparse nei giornali inglesi. Giornale che in diversi articoli si è mostrato preoccupato della questione ed ha già espresso desiderio che visita di V. E. offra occasione per una chiara esauriente dichiarazione del Governo inglese circa nostre rivendicazioni sembra deciso fare una vera e propria campagna. Prego favorirmi istruzioni.

Presidente del Consiglio informato di quanto precede.

(l) Non rinvenuto.

764

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. 110/13. Roma, 1 agosto 1917, ore 21.

Venne or ora ministro di Romania al quale Bratiano telegrafò ieri sera avere egli • constatato con la più penosa sorpresa che l'Italia è stata causa che la Romania fosse ammessa alla conferenza a titolo semplicemente consultivo ». Secondo Bratiano il ripetersi di un simile procedimento avrebbe una deplorevole ripercussione sulle relazioni fra l'Italia e la Romania.

Ghika assicura aver riferito esattamente a Bratiano la dichiarazione che tu gli facesti il 19 luglio e cioè che se si ammettevano alla conferenza oltre i quattro anche altri Stati tu avresti favorita l'ammissione della Romania. Suppone quindi che qualche altro Stato cerchi creare malumori fra Italia e Romania e desidererebbe poter mandare a Bratiano una risposta precisa.

765

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. S.N. Roma, l agosto 1917.

Giunge notizia che giornali italiani lamentano censura non abbia lasciato

passare proclama jugo-slavo di Corfù. Sarei d'opinione lasciar pubblicare documento procurando però impedire commenti e polemiche acr-i ed inopportune.

766

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. GAB. 2097/280. Atene, 1 agosto 1917, ore 15 (per. ore 3,20 del 2).

Telegramma di Gabinetto da Londra n. 140 (1).

Venizelos mi ha proposto come commissario civile per le regioni dell'Epiro meridionale che continueremo ad occupare, il signor Aristide Stergiadis, cretese, suo intimo amico personale, e a quanto egli asserisce, persona seria e mode

rata, aliena da intrighi politici, di cui garantisce ogni migliore disposizione per vivere d'accordo colle nostre autorità militari. Gli ho detto che avrei sottoposto a V. E. questo nome e che non prevedo difficoltà. Oltre a ciò a mia richiesta ripetuta Venizelos mi ha scritto la seguente lettera:

• Comme suite de notre conversation d'aujourd'hui j'ai l'honneur de vous déclarer qu'après le départ des troupes italiennes d'Epire dans les limites convenues, aucune représaille ne sera exercée par ,les autorités helléniques contre les personnes qui se seraient d'une façon quelconque démontrées favorables à l'occupation italienne dans ces régions •.

Si tratta evidentemente di una garanzia molto relativa e sarà opportuno in ogni caso lasciare a disposizione del console generale a Janina il personale militare necessario per constatare ogni infrazione a tale promessa. Alla fine del colloquio Venizelos mi ha chiesto se potevo dirgli quando sarebbe incominciata l'evacuazione delle nostre truppe. Ho risposto che avrei chiesto a V. E. se e quale comunicazione al riguardo della data mi fosse lecito fargli. A tale proposito debbo riferire a V. E. che in questi giorni Atene e il Pireo sono state effettivamente sgombrate. In Tessaglia però le condizioni non mi risultano mutate da quanto ho riferito col mio telegramma n. 276 (1). Oltre a ciò conviene tener conto del fatto che Sarrail ha fissato zona di guerra macedone al confine nord dell'antica zona neutra. Cosicché buon tratto di territorio greco (maggiore, sembrerebbe, di quello che sarebbe richiesto da esigenze strettamente militari) resta sotto la dominazione di Sarrail

(l) Non pubblicato.

767

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. s.N. Roma, 2 agosto 1917 ore 16.

Qui l'opinione pubblica è molto preoccupata per il silenzio dei m,inistri inglesi circa i fini della nostra guerra e queste preoccupazioni crebbero dopo il discorso di Balfour pronunziato mentre sei a Londra. Non affaticarti per il viaggio di ritorno. Tutto il giorno undici io sarò a Roma. S. M. il Re mi comunica il telegramma a te indirizzato. Parmi difficile una così prossima venuta del presidente. Non comunicai ad alcuno la venuta del presidente, attenderò

tua presenza, benchè S. M. il Re accennò al consenso dei ministri prima dell'avviso ufficiale. Sabato vi è consiglio.

768

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 158. Londra, 2 agosto 1917.

Riguardo il colloquio con Ghika trascrivo qui appresso il telegramma che ho spedito il 30 luglio a Fasciotti che mi aveva esposto i lamenti di Bratiano:

• Non sussiste menomamente che l'Italia siasi opposta che fosse fatto alla Romania parità di trattamento. Quando mi si rappresentò distinz,ione fra voto consultivo e deliberativo di potenze rappresentate alla conferenza feci osservare l'incongruenza della distinzione stessa, sulla quale del resto non si deliberò, come non si venne a votazione tra le potenze che per quanto mi consta una volta invitate intervennero allo stesso titolo alla conferenza •.

(l) Non pubblicato.

769

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2848/752. Pietrogrado, 2 agosto 1917, ore 5 (per. ore 7,13 del 5).

29 luglio. Secondo un telegramma da Londra pubblicato dall'organo del Soviet di Pietrogrado, all'invito di partecipare sia pure con voto consultivo alla conferenza dei socialisti dei paesi alleati a Londra, la delegazione russa dei Soviet ha risposto ritenere inutile ogni confer,enza separata, ma che tuttavia parteciperebbe alla conferenza di Londra purchè questa non serva di pretesto a rimandare la conferenza internazionale di Stoccolma. Henderson ha dichiarato che H comitato esecutivo del partito operaio ha fissato la convocazione della

conferenza dei socialisti dei paesi alleati addì 8 agosto. La Delegazione russa dichiarasi soddisfatta dei risultati ottenuti poichè crede non esservi più dubbi sulla partecipazione del partito operaio inglese alla conferenza di Stoccolma. Mercoledì sera fu offerto un pranzo alla delegazione russa del partito operaio indipendente e di quello socialista. Giovedì la delegazione assistette alla Camera dei Comuni alla discussione sugli scopi della guerra. Un telegramma da Parigi annuncia che la sera del 27 è colà giunta delegazione dei Soviet accompagnata dai socialisti inglesi e ricevuta alla stazione da una delegazione dei socialisti franc,esi.

770

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2847/850. Pietrogrado, 2 agosto 1917, ore 5 (per. ore 11,42 del 5).

29 luglio. Dieta finlandese ha votato indirizzo al Governo provvisorio in cui giustifica recente sua legge sui poteri sovrani in Finlandia. Nell'indirizzo è incluso testo della legge che è del senso seguente. Considerando aboliti i diritti del monarca che era granduca di Finlandia Dieta decide: l 0 ) che Di,eta stabilisca ratifichi e regoli esecuzione di tutte le legg,i della Finlandia eccettuando questioni concernenti politica estera e militare. 2°) Che Dieta riuniscasi senza convocazione speciale e fissi durata sessione fino a che nuovo regime non sia stabilito in Finlandia. Potere esecutivo supremo è provvisoriamente esercitato dal dipartimento economico del Senato finlandese i cui membri sono nominati e revocati dalla Dieta.

771

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. U. 3103/1018. Parigi, 2 agosto 1917.

Rifer,endomi agli incidenti verificatisi in occasione del Congresso Massonico di Parigi e alle notizie pubblicate in giornali italiani sulla campagna Iugo-Slava nella Massoneria Francese ho l'onore d'informarla che secondo informazioni confidenziali la propaganda stessa nelle Loggie francesi e ambienti affini continua l'opera sua di demolizione e di denigrazione dell'Italia e delle sue aspirazioni nazionali.

È ora la volta dell'Ivanovich il quale pubblica un opuscolo intitolato • La Controverse Italo-Serbe, illustrée par deux exposés contradictoires • che ritengo non sia stato sottoposto a censura perché l'opuscolo stesso ristampa la nota carta geografica che rivendica perfino il nostro Friuli e che fu censurata nella testata del Bulletin Yugo-slave e in tutte le altre pubblicazioni del genere.

Tale pubblicazione coincide evidentemente colla proclamazione dello Statuto della Unità Yugo-slava fatta col manifesto di Corfù del 7/20 Luglio scorso comunicato alla stampa svizzera dal Bureau de la presse Serbe e del quale è qui giunta notizia a mezzo dei giornali Svizzeri.

L'opuscolo dell'Ivanovich è ora distribuito largamente, ma con diligente esclusione degli italiani e di quei francesi che si ritiene siano animati di qualche simpatia verso l'Italia e la sua causa.

L'opuscolo che ho avuto in mano per pochi momenti è stampato in due colonne: nella prima è riportata una sedicente tesi italiana, nella seconda la confutazione serba e finisce testualmente: • Ils s'adressent (i yugoslavi) à la Franc-Maçonnerie Universelle qui a accompli tant d'oeuvres humanitaires (et à laquelle l'Italie doit son Union nationale) -et l'adjurent d'intervenir pour leur juste cause auprès les dirigeants de tous les pays.

En provoquant la revision d'une convention injuste ( • pacte diplomatique • secret) extorquée aux gouvernements alliés dans un moment de faiblesse, -la Franc-Maçonnerie empéchera l'attentat qui, s'il est accompli, serait une honte pour l'humanité de notre siècle •.

772

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2831/319. Pietrogrado, 3 agosto 1917, ore 21 (per. ore 19,40 del 4).

Kerensky, non essendo riuscito ad ottenere il concorso dei cadetti per la formazione del Ministero, manifestò ai colleghi il proposito di dimettersi, in ciò seguito dal ministro Terescenko. Ma frattanto si dimise il molto discusso ministro socialista Cernov, il che ha creato una nuova situazione. Kerensky e Terescenko hanno quindi acconsentito ad aggiornare loro dimissioni sino a che il caso Cernov non sia chiarito. Cernov accusato di essere stato favorevole ad una pace • ad ogni costo » colla Germania d'accordo coi massimalisti, si è ora dimesso per g,iustificarsi. Quanto ai cadetti, si dice che in realtà la loro astensione dall'entrare nel Governo provenga dall'aspettativa in cui sarebbero di assumere prossimamente il potere, visto il malcontento e la diffidenza nelle masse per il crescente disagio e la probabilità che quel malcontento si rivolga contro i Soviet. La ragione data dai cadetti per la loro astensione è però che non possono far parte del Governo se non si procede ad una revisione del programma formulato da questi ultimi per il manifesto del 21 luglio (vedere mio telegramma n .... (1). La situazione, che sembrava avviarsi ad una soluzione, ridiventa incerta.

Ho telegrafato quanto precede a Londra.

773

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 341/103. Le Hàvre, 3 agosto 1917.

La crisi ministeriale belga, di cui informai con rapporto 17 luglio.

n. 318-98 (2), è stata risolUita solo oggi nella maniera che a quella data potevasi, più o meno, prevedere. È uscito dal gabinetto il Barone Beyens, Ministro degli Affari Esteri, che è sostituito dal Barone di Broqueville, capo del Governo, il quale lascia il portafoglio della Guerra che viene assunto dal Generale de Cenninck, comandante la 6. div,isione. Il Signor Vandervelde è nominato Ministro a portafoglio con incarico di occuparsi sopra tutto dei servizi d'intendenza.

Sarà inoltre costituito un comitato di guerra che dovrà provvedere anche alla restaurazione economica del paese: ne faranno parte il capo del Governo e Ministro degli Affari Esteri, i Ministri della Guerra, delle Finanze, deUe Colonie,' il Signor Vandervelde e il Signor Hymans, attualmente Ministro Plenipotenziario a Londra e che conserverà quella Legazione.

Tutte le combinazioni che si facevano per maggiori mutamenti sono svanite. La fisionomia del Gabinetto non muta, vale a dire, un Governo del partito clericale con partecipazione, fino dall'anno scorso, di tre Ministri senza portafoglio, due liberali, il Conte Goblet d'Alviella e il Sig. Hymans, predetto, e un socialista.

Il Barone Beyens, rendendosi conto della rea1tà deHe cose, non ha creduto farsi sostenitore di una politica di annessioni che assai difficilmente sarebbe riuscito a fare accettare dalle Potenze.

Non si conoscono ancora le disposizioni del nuovo Ministro degli Affari Esteri, ma tenendo conto delle attuali condizioni del Belgio e di quelle generali dell'Europa, potranno cambiar,e i metodi, non la politica estera di questo paese.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato.
774

IL MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO INGLESE, HENDERSON, (l) ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. P. Londra, 3 agosto 1917.

As you may possibly be aware, a Conference of Representatives of the Labour and Socialist Parties of the Allied Countries engaged in the present War is to be held in London on August 28th and 29th. At a meeting of the British Section, which is responsible for the arrangements, it was agreed that the Ambassadors and Envoys of the Countdes concerned should be invited to communicate with their respective Governments with a view to Passports applied for by delegates coming to London being expedited. I trust that you will be good enough to respond favourably to this request (2).

775

VITTORIO EMANUELE III AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. Quartier Generale, 4 agosto 1917, ore 9,45 (per. ore 11,32).

Desidero informarLa a buon fine essere stato qui ieri il capo della missione militare francese ad informare che il Presidente Poincaré sarebbe giunto a questo fronte verso la metà del mese, e si sarebbe trattenuto tre giorni presso di me.

776

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA, E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. GAB. 2111/284. Atene, 4 agosto 1917, ore 2,10 (per. ore 19,55).

Suo telegramma n. 169 (3).

Non riterrei opportuno esigere modificazioni nella redazione della lettera di Venizelos per la quale del vesto ci accordammo preventivamente. Le mie osservazioni concernono unicamente la di lui buona volontà ed anche la possibilità di eseguire le sue promesse comunque formulate. Quanto al personale militare presso il consolato di Janina desidererei che quel console conservasse presso di sè due o tre ufficiali per poterli inviare all'occorrenza nei vari punti del paese per verificare in qual modo Venizelos mantenga le sue promesse. A tali ufficiali si potrebbe dare un titolo di servizio come vice-console e segretario di consolato ecc. come già si fece pel Vincenzi nella prima nostra occupazione militare.

(l) -La lettera è su carta intestata • International Socialist Bureau -British Section ». (2) -Annotazione marginale: • A. S. E. il Ministro con preghiera di istruzioni ver la risposta •. (3) -Non pubblicato.
777

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 457. Berna, 4 agosto 1917.

So da buona fonte che l'Erzberger, dopo essere passato a Friburgo dove vide alcune personalità del partito cattolico, venne pochi giorni fa a Berna per abboccarsi con Monsignor Marchetti e con un terzo personaggio (del quale non mi si è detto il nome) che ha riferito al mio informatore il sunto del colloquio.

L'Erzberger parlò della necessità di far la paoe e d'indurre l'opinione pubblica cattolica a far pressione sui rispettivi governi. Disse che la Germania era disposta a dare le più patenti prove della sua buona volontà, acconsentendo pure ad una piccola rettifica di frontiera in favore della Francia. Per l'Italia accennò alla cessione del Trentino. L'Austria sarebbe indennizzata dalla parte della Russia e diverrebbe protettrice del nuovo regno di Polonia, al quale, pur non riunendo la Posnania, sarebbe dato un acc,esso al mare con Danzica città libera.

A Palazzo Federale, dove le mosse dell'Erzberger sono attentamente sorvegliate, ma dove egli, strano a dire, non è ancora comparso, si persiste a credere, nonostante le smentite di certa stampa ufficiale, che questo suo agire, benché sovente disordinato e contraddittorio, sia approvato in fondo dal Governo germanico.

Questo nella sua campagna pacifista, si servirebbe dell'Erzberger per quei negoziati che l'Austria, meno invisa dell'alleata, tenterebbe di aprire da vario tempo colla Francia e coll'Inghilterra, pel tramite della Santa Sede e della Spagna. Aggiungo però che a Berna, ma più ancora a Friburgo, dove l'Erzberger fu da studente, non si nutre la minima fiducia nell'esito delle pratiche affidate a chi qui è ritenuto, forse troppo severamente, un ,emerito gaffeur ed un ambizioso volgare.

È forse interessante aggiungere alcune considerazioni svolte da Monsignor Marchetti nel colloquio precitato coll'Erzberger, sulla soddisfazione che prova oggi il Santo Padre nel rilevare la popolarità ognora crescente della giovane coppia d'Asburgo e l'impopolarità sempre maggiore della dinastia degli Hohenzollern. Monsignor Marchetti disse pure che negli ambienti vaticani è seguito con compiacimento il diminuito prestig,io della Russia ortodossa, che si risolve in un trionfo indiretto del cattolicismo.

778

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 326. Pietrogrado, 4 agosto 1917, ore 21,35 (per. ore 11 del 6).

In conformità delle istruzioni nel suo tel. n. 152 (l) non ho mancato di appoggiare presso questo ministro degli Affari Esteri il passo di cui è parola nel

telegramma identico dei ministri d'Italia, Inghilterra e Francia a Jassy (1). Mi è stato risposto che, nell'eventualità di evacuazione della Romania, il Re Ferdinando e la famiglia reale sarebbero accolti in Russia con tutti i riguardi loro dovuti. Corte e Governo risiederebbero a Cherson ove le opportune disposizioni saranno prese. Si suppone che S. M. il Re vorrà rimanere vicino alle sue truppe, il cui spostamento si effettuerebbe verso la limitrofa zona della Bessarabia meridionale. La residenza del quartiere generale potrebbe essere in tal caso a Kiscinioff o dintorni. Gli stati maggiori stanno esaminando questo progetto. Frattanto sembra indispensabile l'evacuazione di una zona della Moldavia settentrionale attraverso la quale ho stimato passerà l'esercito russo ritirandosi dalla Bucovina. Il nemico è a sole 10 verste da Cotin. Le truppe rumene, come attualmente, rimarrebbero separate dall'esercito russo.

Sebbene qui si cerca di evitare l'evacuazione della Moldavia, questi circoli militari esteri si mostrano scettici circa la resistenza delle truppe russe alla avanzata tedesca.

(l) Non pubblicato.

779

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. 9489. Roma, 5 agosto 1917, ore 0,40.

Relativamente alla domanda del principe Pietro di prestare servizio nell'esercito italiano, il comando supremo, interpellato il primo Aiutante di S. M., riferisce la seguente risposta: • S.M. il Re, in omaggio alla massima che vuole adottata di non ammettere stranieri a prestare servizio in guerra nelle file del nostro esercito, non può con rincrescimento accogliere la domanda del proprio cognato •. S. M. autorizza a rispondere al ministro degli Affari Esteri del lVIontenegro nel senso suespresso.

780

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2849/735. Pietrogrado, ... agosto 1917, ore 7 (per. ore 10,40 del 5).

28 luglio. In una riunione del comitato centrale dei Soviet e del comitato esecutivo del Consiglio dei contadini, Kerensky ha dichiarato che nella prossima assemblea di Mosca il Governo provvisorio esporrà la vera situazione e la necessità di formare un Governo provvisorio di coalizione, non essendo ancora giunto il momento per la democrazia di assumere intero il potere ed essendo indispensabile che tutte le forze vive del paese si stringano intorno al Governo. È necessario che comitato centrale e comitato esecutivo si separino

apertamente dagli elementi che con la loro azione nefasta rafforzano la controrivoluzione. Dall'altro canto, ogni tentativo di ristabilire il regime monarchico va inesorabilmente represso. Rispondendo alle parole di Kerensky, Tcheidze ha dichiarato che il Governo provvisorio trov,erà l'intero sostegno degli organi della democrazia russa, i quali non indietreggeranno dinanzi a nessun sacri-. ficio per salvare la rivoluzione russa. Tzeretelli ha poi detto che gli arresti dei massimalisti sono giustificati dalla partecipazione alla rivolta armata, anche se gli arrestati non sono rei di spionaggio, non essendo certamente stati estranei alla rivoluzione agenti germanici. L'Assemblea ha votato con grande maggioranza ordine del giorno nel quale è dichiarato doversi sottoporre a giudizio i massimalisti eccitatori ed organizzatori della rivolta del 16 [luglio] e soprattutto Zinovieff. Doversi escludere dal comitato esecutivo sino alla pubblicazione del verdetto gli accusati dei suddetti delitti, doversi procedere sollecitamente a nuove elezioni e alla nuova organizzazione dei Soviet di Pietrogrado.

(l) Cfr. n. 757.

781

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2117/285. Atene, 5 agosto 1917, ore 14 (per. ore 19).

Ieri ebbe luogo in forma solenne il g,iuramento di Re Alessandro davanti Camera e lettura discorso Corona. È un lungo documento che invierò per posta. Ringrazia le potenze protettrici di avere ricostituito l'unità nazionale. Afferma che circostanze esterne non permettono la convocazione immediata della costituente come sarebbe necessario. Dice la Grecia finalmente postasi a fianco delle potenze che difendono diritti nazionalità libertà popoli. Disgraziatamente tutta la nazione non ha ancora potuto seguire tale poHtica ma parte esercito greco ha già con atti eroici rialzato il prestigio del paese. La Grecia ottenne già molte soddisfazioni come compenso sua attitudine. I controlli furono soppressi e nell'ultima conferenza di Parigi dove la Grecia è fiera di essere stata ammessa sullo stesso piede delle altre potenze alleate, fu decisa l'evacuazione dell'Epiro e delle altre regioni occupate dagli alleati. Segue esposizione progetti legislativi per amministra:?Jione Giustizia, Finanze, Agricoltura dove non reca l'annunzio di nessuna m,isura positiva tranne la costituzione della cosidetta epurazione che consiste nell'allontanare dalle cariche dello Stato tutti quelli che non sono ciechi seguaci di Venizelos. Sull'argomento più importante ossia della mobilitazione non vi è che quella frase abbastanza anodina ed equivoca: • Il mio Go

verno vi sottometterà le misure leg,islative richieste dai bisogni della guerra convinto che avrà tutto il vostro appoggio •.

782

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1286. Roma, 5 agosto 1917, ore 23.

Nel comunicare a V. E. il telegramma del R. ministro a Jassy, qui appresso riprodotto, prego V. E. di comunicarlo pure a S. E. il barone Sonnino, avver

tendolo, per le istruzioni che credesse dare direttamente, che il telegramma di Fasciotti è stato trasmesso anche a Parigi e Pietrogrado.

T. Gab. 384. • Governo francese comunicherà a V. E. un telegramma identico dei ministr,i d'Italia, Francia ed Inghilterra ai rispettivi governi, che il ministro di Francia ha spedito a Parigi per telegrafia senza fili. Scopo del telegramma è d'esporre la situazione quale risulta dai miei tel. Gab. 328, 329, 332, 333 e chiedere ai Governi alleati di ottenere che la Russia difenda ad ogni costo la Moldavia od almeno, ove ciò fosse assolutamente impossibile, prenda in tempo utile le misure necessarie per l'evacuazione della Corte, del Governo e dell'esercito •.

783

VITTORIO EMANUELE III AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. Quartiere Generale, 5 agosto 1917, ore 20,35 (per. ore 23,26).

Grazie del Suo telegramma. Ad interrogazione del signor Barrère ho lasciato all'on. Bosel:li di rispondere che il signor Poincaré poteva scegliere tra 1'11 ed il 13 corrente per il suo arrivo qui nella visita, la quale, secondo quanto ha già comunicato questo capo della missione militare francese, durerebbe tre giorni. Ho creduto indicare questo termine sia per ... (l) la cui considerazione che Ella ben sa, sia nella persuasione che Ella pure nei giorni della visita, se non già prima possa trovarsi qui. Le sarò molto tenuto se vorrà farmi noto in tempo tutti gli occorrenti particolari della visita per le conseguenti disposizioni.

784

IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 130. Salonicco, 5 agosto 1917.

È venuto a vedermi oggi l'albanese Chahin bey Dino già consigliere al ministero dell'Interno e funzionario a Durazzo sotto il principe di Wied, quindi governatore di Durazzo e sino ad oggi direttore dell'Interno nel Governo di Essad in questa città. Egli ha dato le sue dimissioni ed è venuto oggi a farmi la seguente dichiarazione anche [a nome di] altri capi albanesi del Governo di Essad, quali Iussuf bey Dibra, Jussuf Tirana, ex-direttore finanze colonnello Ali bey, Halitliesh, ... (l) bey già Presidente deH'Assemblea Nazionale di Durazzo, Scheikhan comandante delle truppe albanesi. Egli mi disse anzitutto [di avere] nel 1914 preparato il ritorno di Essad in Albania, trattando da una parte con i capi di Dibra Gasheliuma ,e dall'altra con il ministro Pasitch, col quale strinse

in favore di Essad un accordo, di cui si riserva di rHerire a suo tempo il contenuto, un successivo accordo col Governo serbo fu concluso a Durazzo nel 1915 tra Essad ed il ... (l) serbo venuto appositamente a Tirana.

Dopo che il Governo albanese di Essad si fu trasferito a Salonicco, le relazioni con i serbi si fecero ancora più strette; nessun accordo esisteva però ancora coi greci. Quando tuttavia Italia proclamò l'indipendenza dell'Albania, il ministro degli Affari Esteri del Governo provvisorio,_ signor Politis, si recò personalmente da Essad ed offrì di annodare con lui ... (1). Fu in seguito a tale intesa che il Governo provvisorio accreditò dietro nostro suggerimento presso Essad il signor Caragià, in qualità di ministro; dopo Venizelos ad Atene, egli venne sostituito da Franghista, come a suo tempo ho telegrafato.

Fu allora che la maggior parte dei notabili albanesi del seguito di Essad, i quali erano già malcontenti della sua politica serbofila, cominciava ad insospettirsi del nuovo atteggiamento da lui assunto verso la Grecia. In questi ultimi giorni Essad cercò abilmente di sondare Chahin bey, chiedendo se non fosse il caso di fare concessioni alla Grecia se questa fosse disposta a garantire l'Albania, d'altra parte la Grecia aggiunse in ultimo luogo Essad, aveva indubbiamente dei diritti su di una parte dell'Albania. Chahin bey essendosi mostrato di opinione contraria, Essad dichiarò di aver parlato in via puramente accademica. Due giorni or sono però la direzione degli Affari Esteri, che sino ad ora era stata provvisoriamente affidata a Chahin, gli venne tolta e fu confidata al serbo Giurascoic, già sindaco di Durazzo, il quale ebbe pure la direzione delle finanze, Chahin, vedendo in tale nomina il proposito di Essad di stringere un accordo con la Grecia, ha presentato ieri le dimissioni per non cooperare, egli assicura, ad una politica contraria agli interessi albanesi ed utile soltanto a Essad che vorrebbe indi [assicurarsi] l'Albania centrale sacrificando ai serbi ed ai greci il resto del suo paese.

Ciò posto Chabin bey, anche a nome della maggioranza albanese sino ad ora ligia ad Essad chiede ... (l): l) se esso desidera che si costituisca un altro Governo provvisorio albanese in sostituzione di quello di Essad. In tal caso egli chiede se il R. Governo sarebbe disposto ad una protezione formale effettiva agli albanesi di qua contro i procedimenti dei francesi, serbi e greci, ai quali Essad non mancherebbe di rivolgersi egli chiede inoltre se il R. Governo garantirebbe stipendi e paga ai funzionari e soldati albanesi sino alla loro entrata in Albania. La somma complessiva fornita sino ad ora dal Governo serbo sarebbe di circa 50.000 franchi mensili, non compreso il mantenimento a carico del Governo francese; 2) qualora il R. Governo non ritenesse di appoggiare la formazione di un nuovo Gov,erno albanese, Chahin bey chiede se esso si impegnerebbe a garantire la libera partenza da Salonicco degli albanesi dissidenti, sovvenendo durante la guerra a,i loro bisogni nella misura della loro paga attuale.

Sarò grato a V. E. se vorrà mettermi in grado dare risposta in merito (2).

(l) Gruppo indecifrato.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1292 dell'S agosto 1917.
785

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28641783. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 13,15 (per. ore 13,35 del 6).

La gravità della situazione e la fiducia dimostratagli unanimemente dai capi parUto, hanno indotto Kercnsky a ritirare le dimissioni e a riprendere !e trattative per formazione di unione nazionale. Al ministero degli Affari Esteri rimarrà Terescenko. Uscirebbe Tzeretelli, entrerebbe il sooialista Plekanoff, ben noto amico dell'Intesa e forte partigiano della guerra. Cernov escluso, la piattaforma del nuovo Governo dovrà essere la riorganizzazione dell'esercito, nonché

energiche immediate misure per l'arresto dell'avanzata nemica. Ho telegrafato quanto precede a Londra.

786

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 322. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 21,15 (per. ore 16 del 6).

5 agosto. Neratov mi ha confidato che attende che truppe russe oppongano valida resistenza all'avanzata tedesca nell'Alta Bessarabia, ma essere presumibile che il nemico non si avventurerà molto lontano con le non molto numerose forze di cui dispone. La perdita della Bucovina è penosa ed impressionante, ma non costituisce per il comr:esso della campagna un grande pericolo. Gli ho chiesto perché in questo frangente non si accetta, la proposta dei cosacchi (il cui numero ascende a più di 250.000) di formare nuclei intorno a cui si aggrupperebbero altre truppe volenterose e sicure e rialzare così la combattività dell'esercito, tanto più che artiglieria e cavalleria dimostransi in generale meritevoli fiducia. Neratov mi rispose evasivamente, ma mi lasciò comprendere che a ragione o a torto attribuisconsi ai cosacchi tendenze poco con

formi alla rivoluzione e che ove siffatta missione fosse loro affidata, i circoli socialisti se ne allarmerebbero e si agiterebbero seriamente.

787

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2903/760. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 5 (per. ore 7 dell' 8).

Ministro degli Affari Esteri russo mi ha comunicato testé la circolare agli alleati di cui mio telegramma 312 (1).

• Au moment où de nouveaux et graves malheurs frappent la Russie nous croyons donner à nos Alliés, qui ont partagé avec nous le fardeau des épreuves passées, un exposé ferme et décisif de notre point de vue sur la poursuite de la guerre. La grandeur de la tàche de la révolution russe a déterminé l'ampleur du

bouleversement produit par elle dans la vie de l'état; la réorganisation face à l'ennemi de tout le système gouvernemental a pu s'effectuer sans de graves perturbations. Néammoins la Russie, convaincue qu'il n'existait pas d'autres moyens de salut, a poursuivi de concert avec ses Alliés l'act.ion commune sur le front. Consciente des difficultés de la tache la Russie a assumé le poids de la conduite active des opérations militaires durant la reconstitution de l'armée et du pouvoir. L'offensive de toutes les armées, rendue nécessaire par la situation stratégique, s'est heurtée à des obstacles insurmontables tant au front qu'à l'intérieur du pays. La propagande crimineUe d'éléments irresponsables utilisés par les agents de l'ennemi a provoqué une émeute a Pétrograd. Simultanément une partie des troupes au front, travaillées par la méme propagande, a oublié le devoir envers la patrie et a facilité à l'ennemi la percée de nostre front. Le peuple russe ému de ces événements a manifesté par l'organe du Gouvernement créé par la révolution sa volonté inébranlable. L'émeute a été répr:imée et ses auteurs sont traduits en justice. Toutes les mesures nécessaires ont été prises au front en vue d'établir la force combattive des armées. Le Gouvernement entend mener à bonne fin la tache de la consolidation du pouvoir capable de tenir tete à tous les dangers et de guider le pays vers la voie de la régéneration révolutionnaire. La Russie ne se laissera rebuter par aucune difficulté dans sa décision irrévocable de poursuivre la guerre jusqu'au triomphe définitif des principes proclamés par la révolution russe.

En présence de la menace de l'ennemi, le pays et l'armée continueront avec un courage renouvelé leur grand labeur de rénovation, ainsi que la préparation de la quatrième année de guerre de la campagne future. Nous croyons fermement que les citoyens russes uniront tous leurs efforts pour l'accomplissement de la tache sacrée de la défense de leur patrie bienaimée et que l'enthousiasme qui alluma dans leurs coeurs la foi dans le triomphe de la liberté dirigera contre l'ennemi qui menace la patrie toute la force invincible de la révolution. Nous savons que de l'issue de cette lutte dépend notre liberté ainsi que celle de l'humanité entière; les nouvelles épreuves que lui ont imposées le crime et la trahison ne pourront que rafiermir encore davantage la conscience que le peuple russe a de la nécessité de consacrer en un effort supreme toutes les forces et tout son avoir au salut de la patrie. Forts de cette conscience nous sommes persuadés que la retraite de nos armées ne sera que temporaire et n'empéchera pas que reconstituées ·et regénérées elles ne reprennent, l'heure venue, leur marche en avant au nom de la défense de la patrie et de la liberté et qu'elles n'achèveront victorieusement la grande oeuvre pour laQu~lle elles ont été obligées à prendre les armes.

(l) Non pubblicato.

788

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 28971766. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 8 (per. ore 10 dell' 8).

2 agosto. Comitato provvisorio della Duma ha lanciato un proclama nel quale dichiara

che le cause della trag,ica situazione presente della Russia siano l'accaparramento del potere da parte di organizzazioni politiche irresponsabili, la creazione di un duplice potere al centro e l'assenza di ogni potere in provincia. Il proclama dice che è necessario un potere fort·e, ammesso dalla intera nazione e che prima della Costituente non è possibile emanare alcun atto legislativo che tocchi il regime politico e sociale nei suoi ingranaggi essenziali perché ciò aumenterebbe vieppiù le agitazioni della popolazione. Dicesi che Rodziansko intenda convocare la Duma.

789

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2892/764. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 5 (per. ore 10,15 dell' 8).

2 agosto.

Giornali pubblicano che, dietro proposta ministro Cernov, il Governo prov

visorio ha deciso che i membri della casa Romanoff siano privati dei diritti elettorali.

790

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2893/761. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 8 (per. ore 10,20 dell'8).

l agosto.

Le dichiarazioni di Michaelis ai rappresentanti della stampa tedesca, nelle quali fra l'altro si attribuisce a Terescenko una dichiarazione sugli scopi perseguiti dalla Francia nella guerra presente, hanno provocata una categorica smentita del ministro degli Affari Esteri russo, il quale dichiara che nessuna protesta e nessuna dichiarazione speciale al Governo francese all'infuori della dichiarazione generale del Governo provvisorio sugli scopi della guerra il 5-18 maggio è stata fatta dal ministro degli Affari Esteri russo. Il comunicato aggiunge che la suaccennata dichiarazione del Governo provvisorio, accolta con simpatia dagli alleati, verrà da essi discussa in tutte le sue parti alla prossima conferenza. Novaja Gisni, commentando il comunicato del ministero Affari Esteri, dice che esso in fondo non smentisce l'esistenza del trattato in forza del quale la Russia deve combattere per la conquista francese di terre tedesche c che il modo di agire

del ministro degli Affari Esteri, che non ha protestato contro l'esistenza del trattato, è indegno della Russia democratica.

791

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2901/774. Pietrogrado, 5 agosto 1917, ore 8 (per. ore 13,20 dell'8).

3 agosto.

I comitati esecutivi dei Soviet riuniti in seduta plenaria hanno votato una

risoluzione nella quale, dichiarando che unico mezzo per porre termine sollecito alla guerra è il rafforzamento dell'idea di pace senza annessioni né contribuzioni e 'in base al diritto dei popoli di disporre delle proprie sorti, commettono agli uffici riuniti l'incarico di adottare le più energiche misure affinché la conferenza di Stoccolma venga convocata nel termine fissato e vengano eliminati tutti gli ostacoli che i Governi dei paesi belligeranti frappongono al viaggio dei delegati socialisti.

792

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 325. Pietrogrado, 6 agosto 1917, ore 21,30.

Constami da fonte sicura confidenziale 'essere risultato da segrete indagini governative che le truppe di Pietrogrado, pure essendo pronte obbedire agli ordini del Governo provvisorio, riconoscono però come suprema autorità i Soviet.

793

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1029. Roma, 6 agosto 1917, ore 22.

Suo telegramma gabinetto n. 220 (1).

Prego V.E. disporre d'intesa con Rossignano perché prigionieri irredenti che non potranno essere rimpatriati vengano possibilmente riuniti uno o più campi concentramento separandoli beninteso dai prigioni·eri guerra austro ungarici

tedeschi.

794

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2130/287. Atene, 6 agosto 1917, ore 17 (per. ore 22,35).

Telegramma di V. E. n. 266. Ho parlato a Venizelos nel senso ivi indicato ed ho anche attirato la attenzione di lui su alcune pubblicazioni nei giornali secondo cui il ministero del

20 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

l'Interno ellenico starebbe compilando un decreto reale per la divisione amministrativa dell'Epiro settentrionale e deputati dell'Epiro settentrionale quantunque non ammessi alla Camera dei Deputati avrebbero ricevuto dal Tesoro ellenico la loro indennità. Venizelos mi ha promesso che valendosi dei poteri conferitigli dalla legge marziale farà cessare quelle pubblicazioni e che quanto alla ammissione deputati Epiro settentrionale alla Camera dei Deputati egli farà oggi esplicite dichiarazioni che in questo momento non è opportuna la loro ammissione. • Ciò evidentemente, mi ha dichiarato in modo non equivoco Venizelos, a parte le nostre rivendicazioni nazionali cui non posso né voglio rinunziare e che mi riservo fare valere al congresso della pace •.

(l) Non pubblicato.

795

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 192. Londra, 6 agosto 1917.

Ho ricevuto tuo telegramma.

Ho telegrafato a Sua Maestà il Re quanto segue:

• Essendo qui giunto solamente stasera Ribot che probabilmente accompagnerà il presidente della Repubblica in Italia; non sembrando possibile lasciare prima di giovedì Londra ove la permanenza può essere giovevole per questione Asia Minore, telegrafo a presidente del consiglio di comunicare a Barrère che presidente Poincaré potrebbe giungere ad Udine lunedì tredici anche perché solamente così io spero poter essere colà 24 ore prima di lui. Farò avere a Vostra :vraestà appena possibile gli occorrenti particolari della visita. Devoti omaggi •.

Pregoti far a Barrère la comunicazione di cui sopra perché l'arrivo di Poincaré a Udine avvenga il giorno 13.

796

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 262. Stoccolma, 6 agosto 1917.

Convocazione della conferenza socialista è stata fissata al 9 settembre prossimo (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. 1032 del 7 a~::osto.

797

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. GAB. 2129/288. Atene, 6 agosto 1917, ore 6,40 (per. ore 3,40 del 7).

Ho avuto una conversazione con Trumbich presidente del comitato jugoslavo di Londra del quaLe comitato V. E. avrà letto comunicato pubblicato nei giornali circa 15 giorni fa. Trumbich mi ha detto che secondo informazioni del comitato l'Austria-Ungheria deve sciogliersi; Jugo-slavia devesi costituire in una delle quattro o cinque unità politiche che sorgeranno dalla rovina della monarchia. Queste diverse unità politiche dovranno essere assolutamente indipendenti l'una dall'altra escludendo ogni patto federativo o cantonale fra di esse il che equivarrebbe a far risorgere l'Austria-Ungheria sotto altra forma. Tutti .i popoli jugo-slavi sono perfettamente concordi nell'intento di costituire uno stato -indipendente sotto la dinastia dei Karageorgevié. La tendenza di congiungere questo Stato ad un'Austria-Ungheria sopravvissuta alla crisi attuale non esiste d'altro canto in nessuna parte della Jugo-slavia, lo stesso Georgevié che si diceva capo del partito austriaco in Serbia si trova male cogli austriaci che lo hanno imprigionato ed internato. Dei futuri rapporti dello Stato jugoslavo coll'Italia ... (l) e che i due Stati vicini dovrebbero reciprocamente fare Trumbich non mi ha detto nulla né io nell'ignoranza in cui sono delle intenzioni del Governo al riguardo ho creduto opportuno toccare lo spinoso argo

mento.

798

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2871 GAB. 745. Tokio, 6 agosto 1917, ore 16 (per. ore 5,40 del 7 ).

Notizie delle dimissioni di Kerensky, dell'assassinio del governatore militare di Pietrogrado hanno prodotto grande impressione in questi circoli governativi. Ministro della Guerra sta conferendo col primo ministro.

799

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2870/263. Stoccolma, 6 agosto 1917, ore 6,25 (per. ore 8,20 del 7).

Ho rilevato in via riservata che due o tre giorni or sono questo ministro degli Affari Esteri ha rimesso a questo ministro di Spagna ed a questo inca

ricato d'affari di Olanda e mandato al ministro di Svizzera a Berlino (accreditato anche qua) un pro-memoria relativo ad una conferenza dei neutri da tenersi a Stoccolma, la quale dovrebbe avere per scopo di tutelare gli interessi comuni alla fine della guerra o dopo, partecipando eventualmente anche alla elaborazione di nuove norme di diritto internazionale che potesse avcer luogo al momento dei negoziati di pace.

Governo danese e norvegese consultati preventivamente da quello svedese, hanno dato il loro assentimento a tale passo, che si considera come una esecuzione delle decisioni prese nel convegno di Stoccolma dello scorso maggio (mio telegramma n. 148) (1), ma che è stato determinato dalle sollecitazioni dei gruppi interparlamentari scandinavi incontratisi recentemente a Cristiania.

Per il momento questo ministro Affari Esteri dovrebbe limitarsi a conferire coi rappresentanti degli altri cinque Stati neutri qui accreditati circa eventuale convocazione della conferenza ed il suo programma (2).

(l) Gruppo indecifrato.

800

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 320/99. Pechino, 6 agosto 1917.

Facendo seguito al mio rapporto n. 296 del 14 luglio u.s. (1), ho l'onore di trasmettere, qui unita in copia, una comunicazione del Signor Conty, decano dei rappresentanti alleati, in data del 4 corrente, relativa alla dichiarazione fattagli dal Direttore degli affari politici al Wai Chiao Pu, circa la decisione di questo Governo di proclamare lo stato di guerra cogl'Imperi Centrali.

Tale determinazione del Governo della repubblica, mi è stata oggi stesso confermata verbalmente dal Ministro degli Affari Esteri, il quale mi assicurò essere stati già decisi tutti i provvedimenti necessari per lo stato di guerra, ma dover i preparativi richiedere ancora alcuni giorni prima della notificazione formale dello stato di guerra.

Secondo il Barone Hayashi trascorrerebbero circa quindici giorni per la

rottura formale e definitiva.

Si pretende che la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria seguirebbe

di poco quella alla Germania.

Gl'indugi, secondo alcuni sarebbero dovuti anche ai negoziati in corso col

Giappone.

Per ora il Governo Cinese non ha riprese le trattative per le concessioni

già chieste alle potenze alleate; esso tratta soltanto il prestito colle Potenze as

sociate in consorzio per i prestiti cinesi, prestito che sarebbe garantito dal get

tito in sopravanzo delle dogane marittime.

Il Wai Chiao Pu domanda pure il versamento di una somma di 2 milioni

di taels da prelevarsi sul fondo di riserva delle dogane marittime, accantonato

pel servizio del debito estero dei boxers.

Si suppone però che non tarderebbe ad essere sollevata anche la questione

delle concessioni doganali e delle altre di cui ho già riferito a codesto R. Mini

stero, forse dopo la dichiarazione di guerra alla Germania.

ALLEGATO.

CONTY AD ALIOTTI

Pechino, 4 agosto 1917.

M. Wang Ki Tseng, Directeur des Affaires Politiques au Wai Chiao Pu, est venu de la part de S.E. M. Wang Ta Siè me faire la déclaration suivante autant que Doyen des Représentants des Puissances en guerre avec l'Allemagne:

• Le Gouvernement Chinois a formellement décidé de proclamer l'état de guerre e n tre la Chine et l'Allemagne. Le Président de la République est complètement d'accord sur ce sujet avec le Conseil des Ministres. En ce qui concerne l'Autriche-Hongrie, le Gouvernement Chinois est disposé à prendre ultérieurement une décision analogue •.

D'autre part M. Wang Ki Tseng a ajouté à titre personnel que la notification officielle de l'état de guerre ne sera faite que dans quelques jours en raison des dispositions préalables que le Gouvernement Chinois doit prendre vis-à-vis des ressortissants Allemands et Autrichiens.

Je m'empresse de porter cette communication à la connaissance de V.E.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Madrid, Parigi, Pietrogrado, Copenaghen, Cristiania con t. 1033 del 7 agosto 1917.
801

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R.R. 347/152. Stoccolma, 6 agosto 1917.

Riferendomi al mio odierno telegramma n. 263 (1), ho l'onore di trasmettere qui unita a V.E. la copia del promemoria che il Governo svedese ha fatto pervenire ai rappresentanti della Spagna, della Svizzera e dei Paesi Bassi, qua accreditati, circa la progettata conferenza dei neutri. Sebbene tale documento, che ho potuto procurarmi in via confidenziale, porti la data del 10 luglio u.s., la comunicazione non è stata fatta che in questi ultimissimi giorni.

Come V.E. ricorderà, l'idea di una conferenza dei neutri è stata da lungo tempo vagheggiata qua in Svezia. L'ex-Presidente del Consiglio Hammarskji:ild se ne ,era già fatto paladino e, data la sua mentalità, vi era ragione di temere che egli potesse farne un'arma per creare imbarazzi all'Inghilterra in nome del diritto internazionale. Perciò, essa fu a lungo considerata con una certa riserva non solo dagli Stati neutrali non scandinavi, ma anche dalla Danimarca

e dalla Norvegia. Tuttavia nel convegno scandinavo di Cristiania del settembre 1916 era stato già deciso (come riferii nel mio telegramma di .Gabinetto

n. 77 del 27 settembre) che il Governo svedese procederebbe ad uno scambio di idee coi rappresentanti degli altri Stati neutrali per vedere se fosse possibile allargare la reciproca collaborazione per la difesa degli interessi comuni. Nel citato telegramma io precisavo la portata di tale decisione e lasciavo prevedere che essa non avrebbe una sollecita attuazione.

Infatti circa un anno è trascorso da allora.

Nel convegno che ha avuto luogo nello scorso maggio a Stoccolma (il Signor Hammarskjold aveva allora già lasciato il Governo), i tre Stati scandinavi si sono di nuovo trovati d'accordo per continuare anche con altri Stati neutrali una collaborazione per la difesa degli interessi comuni durante e dopo la guerra e specialmente per la partecipazione ad eventuali lavori per stabilire un nuovo ordinamento giuridico internazionale.

Il qui accluso promemoria riassume abbastanza esattamente (salvo per certi dettagli del convegno di Cristiania) l'evoluzione che l'idea della collaborazione e della conferenza dei neutri ha subito nel corso dell'ultimo anno. Ormai non si tratta più di discutere i diritti e nemmeno gli interessi dei neutri durante la guerra, ma soltanto di provvedere a tutelare gli interessi di essi al momento della conclusione della pace. Tale azione non ha più niente di comune con i cavilli curialeschi del Signor Hammarskjold e corrisponde invece alle idee da lungo tempo sostenute dai gruppi interparlamentari dei tre paesi scandinavi, le cui delegazioni si sono incontrate a Cristiania ai primi dello scorso luglio. Dopo tale incontro, il Barone Adelsward, presidente del gruppo svedese, si è recato da questo Ministro degli Affari Esteri a pregarlo di adoperarsi in tal senso e mi è stato riferito che i suoi colleghi danese e norvegese hanno fatto un passo uguale presso i rispettivi governi.

Al suo ritorno da Cristiania, il Barone Adelsward, il quale è un caldo fautore dell'Intesa, mi ha personalmente intrattenuto dell'argomento ed ha con molto impegno cercato di prevenire le obiezioni, che nei nostri paesi potrebbero sollevarsi contro una eventuale collaborazione dei neutri. Nel corso della conversazione, la quale ha avuto sempre carattere accademico, gli ho osservato che se, al momento di trattar la paoe o dopo la conclusione di essa, si dovesse addi

venire alla r·edazione di nuove norme di diritto internazionale, non mi sem

brava che le Potenze belligeranti avrebbero motivo di escludere dal loro lavoro

i neutri, che avevano partecipato in passato a riunioni analoghe ed a cui i nuovi

ordinamenti dovrebbero anche applicarsi. Viceversa mi sembrava improbabile

che gli Stati neutri fossero ammessi a partecipare a veri e proprii negoziati di pace, cioè al regolamento delle varie questioni politiche sollevate dalla guerra

o durante la guerra.

Il Barone Adelsward convenne completamente meco e affermò che i paesi neutri desiderano soltanto fare per ora i lavori preparatorii per un nuovo ordinamento internazionale e partecipare poi alla definitiva elaborazione di esso.

Sarà mia cura di tenere esattamente informata l'E. V., per quanto r,iguarda questo posto, del seguito che l'iniziativa svedese potrà avere. Credo che ci sia permesso di considerarla con perfetta serenità. Le difficoltà in mezzo alle quali la Svezia e tutti i neutri si dibattono all'ora attuale, non danno agio a ma

neggi di cui non si vedrebbero bene né lo scopo né il profitto. E gli uomini,

che dirigono presentemente la politica svedese, pur avendo incontestabili sim

patie per i nostri nemici, sono troppo abili per compromettersi in intrighi senza costrutto.

La sola questione importante che può presentarsi, a mio avviso, è quella della eventuale ammissione dei neutri ai negoziati di pace veri e propri. Ma tale ammissione dipende piuttosto dalla volontà dei belligeranti che da quella dei neutri. Pur avendo, a titolo affatto personale, espresso la mia opinione in proposito al Barone Adelsward, non mi soffermo su tale questione che esorbita dalle mie attribuzioni. Mi permetto soltanto di pregare V. E. di esaminare se, ove la conferenza dei neutri debba aver luogo, non conv,enga che i Governi alleati si concertino fra di loro e facciano, prima della riunione della conferenza, conoscere la loro comune decisione a tale riguardo. Mi sembra che ciò contribuirebbe a rischiarare l'atmosfera dell'eventuale conferenza.

ALLEGATO.

MÉMOIRE

Stoccolma, 10 lugUo 1917.

A la conférence tenue à Copenhague en mars 1916 par les Présidents du Conseil et les Ministres des affaires étrangères des trois pays scandinaves, la question d'une coopération avec d'autres puissances neutres, en vue de sauvegarder les intérets communs menacés par la guerre mondiale, avait fait l'objet d'un examen préliminaire. Lors de la conférence des ministres scandinaves suivante, qui a eu lieu à Christiana en septembre de la meme année, on fit du coté suédois une proposition tendant à la convocation, dans ce but, d'une conférence à laquelle prendraient part un plus ou moins grand nombre d'États neutres et où seraient traitées, d'une part la question des règles de neutralité et leur application, d'autre part, celle de la politique commerciale. Parmi les sujets à porter à l'ordre du jour de cette conférence éventuelle, se trouvaient mentionnés:

l) traitement des sous-marins ainsi que des dirigeables et aeroplanes, 2) destruction des prises neutres et reconnaissance du droit d'asi! pour ces prises, 3) questions relatives à l'établissement et à l'emploi, par les belligérants, des listes noires,

4) mesures préparatoires ayant pour objet l'organisation de la vie économique après la guerre, et communication des mesures déjà prises pendant la guerre dans un but de politique commerciale.

Au cours des pourparlers préliminaires de la conférence de Christiania, il avait été décidé que, dans le choix des sujets spéciaux à mettre en délibération, on aurait pour principe essentiel d'éviter toute apparence de parti-pris en faveur de l'un ou de l'autre des deux groupes de puissances et que la question d'une médiation resterait exclue du programme.

La conférence des ministres tenue à Stockholm au mois de mai dernier reprit la question de la convocation d'une conférence des États neutres à Stockholm, et comme le communiqué relatif à ses délibérations vous l'aura appris, on convint de continuer à travailler à sa réalisation. Tandis que la réunion de Christiania avait donné pour tache à cette conférence de revendiquer, pendant la guerre, les droits et les intérets des neutres, violés de mainte façon par les belligérants, on estima à Stockholm, en raison du fait que la guerre mondiale touchera bientòt probablement à sa fin, que la m1sswn de la conférence devait etre de sauvegarder leurs intérets communs, à la fin de la guerre, ou après, y compris, par conséquent, ceux qu'ont les neutres à prendre part au travail qu'il faut présumer de voir entreprendre sur les principes du régime de droit international de l'avenir, travaux qu'on peut s'attendre à voir figurer à l'ordre du jour des négociations de paix. En effet, les États neutres qui ont beaucoup souffert de la guerre, ont un intéret égal à celui des belligérants, à l'établissement d'une paix durable et d'un régime juridique international. Aussi semble-t-il qu'il n'y devrait pas etre procédé sans 1eur concours. Et il est évident, d'autre part, que les nations neutres auront plus de chance de faire entendre leur voix et d'obtenir qu'il soit tenu compte de leurs intérets si elles savent s'entendre à temps pour préparer et déterminer leur attitude dans les questions y relatìves.

(l) Cfr. n. 799.

802

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (1), ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. u. 1288. Roma, 7 agosto 1917, ore 12,50.

R. Governo ha preso necessarie disposizioni perché nei giornali venga censurata qualunque notizia circa visita presidente Repubblica la quale, come fu già praticato in occasioni analoghe, verrà annunziata solo alla sua partenza dall'Italia. Barrère ha promesso telegrafare perché eguali disposizioni vengano prese dal suo Governo per i giornali francesi.

Prego assicurarsene e telegrafarmi.

803

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. R. P. u. 131. Roma, 7 agosto 1917, ore 22.

Telegramma di V. E. 192 (2).

Ho parlato con Barrère il quale non vede obiezioni ed ha promesso telegrafare a Parigi spiegando le ragioni del ritardo e proponendo che Poincaré giunga lunedì 13 mattino.

Io conterei partire venerdì sera in modo trovarmi Torino al tuo passaggio.

804

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. R. 10745. Roma, 7 agosto 1917, ore 23.

Il Signor Benes, segretario generale del Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi, con sede a Parigi, in una conversazione avuta col R. ambasciatore in quella

capitale, ha insistito vivamente a nome del Consiglio Nazionale stesso, perché il R. Governo non conceda ai prigionieri di guerra austro-ungarici di nazionalità czeca, di andare a combattere in Russia. Il Comitato Nazionale di Parigi vorrebbe, invece, che fosse costituito un primo nucleo di un esercito czeco che l'Italia dovrebbe riconoscere e prendere l'iniziativa per farlo riconoscere dagli alleati.

Il R. ministro della guerra al quale ho comunicato, per averne il parere, il suggerimento del Comitato czeco di Parigi, si è espresso favorevolmente alla costituzione di reparti czeco-slovacchi nel nostro esercito ed ha informato che il Comando Supremo (Operazioni), all'uopo interpellato, ha risposto nei seguenti termini:

• Questo Comando... (Nota Comando Supremo a Guerra n. 13764) (l) annesso a Nota Guerra n. 8332 G del 14 corrente Tchèques • (2).

Perché V. E. sia informata dell'azione che svolge il Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi, in Parigi, le trasmetto, con preghiera di restituzione l'unita lettera, pervenutami, a mezzo della R. ambasciata in Parigi, dal Signor Stefanich, presidente del Consiglio Nazionale stesso.

Prego V.E. di farmi conoscere il suo parere circa la costituzione di reparti czeco-slovacchi nel R. esercito.

(l) -A questo e ad altri telegrammi è apposta la firma di Sonnino benché egli si trovasse a Londra. (2) -Cfr. n. 795.
805

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA, E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. GAB. 2880/321. Pietrogrado, 7 agosto 1917, ore 21,30 (per. ore 1,35 dell' 8).

6 agosto.

Governo non è ancora completamente formato, essendo sorte discussioni tra Tzeretelli, che non vuole entrarvi e Soviet che insiste perché riprenda suo portafoglio.

Vi sono 3 socialisti e 4 cadetti, che hanno accettato entrare senza più porre condizioni. Quanto all'·idea del Direttorio sembra non sia stato possibile attuarla. Ecco i nomi dei ministri già nominati:

Kerensky, Presidenza e Guerra. Terescenko, Affari Esteri. Avkecentiev, Interno. Nekrassov, Finanze o senza portafoglio. Cernov, Agricoltura. Piecekonov, Approv,vigionamenti. Oldemburg, Istruzione Pubblica. Skobelev, Lavoro.

Tetrakov, Industria e Commercio.

Nabokov, Giustizia.

Astrov, Assistenza Sociale.

(l) -Cfr. n. 610. (2) -Cfr. n. 641.
806

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA E AL MINISTERO DEGLI ESTERI

T. 2890/780. Pietrogrado, 7 agosto 1917, ore 21 (per. ore 7,30 dell' 8).

Sui quindici componenti il nuovo Governo provvisorio, quattro sono cadetti, tre liberali di varie tinte e otto socialisti in grande maggioranza della tinta più moderata. In seno Governo sarà formato con pochi membri non ancora stabiliti il comitato della difesa al quale apparterrà alta direzione su questione militare essenzialmente e su quella che vi è connessa, dei trasporti rifornimenti. In generale il nuovo Governo è bene accolto da tutti i partiti, salvo dagli estremi. È di buon auspicio la forte posizione assuntavi da Kerensky. Non bisogna però perdere di vista che più forte di Kerensky è pure il comitato dei Soviet, le cui tendenze sono divenute però più temperate e un po' più pratiche in seguito all'esperienza fatta.

807

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

r. 2902/170. Cristiania, 7 agosto 1917, ore 12.10 (per. ore 20,55 dell' 8).

A quanto pare in questi ultimi giorni Governo svedese avrebbe diretto a nome stati scandinavi invito ai governi neutrali europei di partecipare ad una conferenza dei neutri da tenersi a Stoccolma mediante la riunione dei rispettivi locali rappresentanti diplomatici per esaminare e trattare questione di interesse comune. In sostanza sarebbe un tentativo per provocare un'azione solidale di resistenza dei neutri al programma economico, politico, bellico degli Stati Uniti. Governo spagnuolo avrebbe anche già risposto all'invito notando che luogo più indicato per una simile conferenza sarebbe Madrid (1).

(l) Ritrasmesso a Londra. Parigi, Madrid e alle legazioni a Berna, Copenaghen e Stoccolma, con t. 1042 del 9 agosto.

808

LA LEGAZIONE DEI PAESI BASSI A ROMA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 1040. Roma, 7 agosto 1917.

En se référant à une communication verbale faite par S. E. le Ministre des Pays-Bas à S. E. le SecrétaJ.re Général du Ministère Royal des Affaires Etrangers, la Légation Royale se permet de solliciter une réponse au sujet de la question de la suppression des dispositions du protocole final de Pékin de 1901.

809

VERBALE DELLA CONFERENZA INTERALLEATA (l) PRIMA SEDUTA

Londra, 7 agosto 1917, ore 12.

Present: The Right Hon. D. Lloyd George, M.P., Prime Minister. The Right Hon. the Earl Curzon of Kedleston, K.G., G.C.S.I., Lord President of the Council. The Right Hon. the Viscount Milner, G.C.B., G.C.M.G. The Right Hon. A. Henderson, M.P. The Right Hon. Sir Edward Carson, K.C., M.P. Lieutenant-General the Right Hon. J. C. Smuts, K.C. The Right Hon. A. Bonar Law, M.P., Chancellor of the Exchequer. The Right Hon. A. J. Balfour, O.M., M.P., Secretary of State for Foreign Affairs. The Right Hon. the Earl of Derby, K.G., G.C.V.O., C.B., Secretary of State for War. Generai Sir W. R. Robertson, G.C.B., K.C.V.O., D.S.O., Chi:ef of 'the Imperia! Generai Staff. Major-General F. B. Maurice, C.B., Director of Military Operations.

M. Ribot, President of the Council.

M. Painlevé, Minister of War.

M. Thierry, Finance Minister.

M. Thomas, Minister of Munitions.

M. de Margerie, Director of Politica! and Commerciai Affairs.

M. de Fleuriau, C.V.O., French Chargé d'Affaires. Generai Foch, G.C.B., Chief of the Generai Staff, French Army. Generai Weygand, C.B., Deputy Chief of the Generai Staff, French Army. Major-General Vicomte de la Panouse, C.V.O., G.B., French Military Attaché,

London. Lieutenant-Colonel Fagalde, M.C., Liaison Officer, London. Major Helbronner, D.S.O., M.C., Mili.tary Secretary to the Minister of War, Paris. Dr. Ribot, Chief Private Secretary to the President of the Council.

Baron SoNNINO, Minister for Foreign Affairs, Italy. Marquis Imperiali, Italian Ambassador, England. Signor de Martino, Generai Secretary at the Ministry of Foreign Affairs, Italy. Count Aldrovandi, Chef de Cabinet of the Ministry of Foreign Affairs, Italy. Major-General Count Alberico Albricci, Generai Staff, ltalian Army.

M. Nabokoff, Russian Minister in London. Sir George Clerk, K.C.M.G., C.B. Lieutenant-Colonel Sir M. P. A. Hankey, K.C.B., Secretary, War Cabinet.

Colonel E. D. Swinton, C.B., D.S.O., Assistant Secretary, War Cabinet. Professar Mantoux, Interpreter.

PROPOSED MESSAGE TO RUSSIA.

MR. LLOYD GEORGE, opened the Conference by stating that there were two questions that called for decision. The first was the question of withdrawing a division from Salonica. The other was a suggestion made by the British Military Attaché at Petrograd (1), and apparently supported by His Majesty's Ambassador there, that the Allies should make a protest to the Russian Government in regard to the present situation, combined with an assurance that they were ready to help Russia to become an effective Ally. It seemed to Mr. Lloyd George that France, who carne into the war because of her pledged word to support Russia, might well make a separate protest in addition to the common one which was now proposed.

M. RIBOT asked what would be the use of a joint protest, and Mr. Bonar Law replied that the British Ambassador considered it would be V'ery useful, while Mr. Lloyd Georg·e added that the French Ambassador in Petrograd seemed to share this view.

M. RIBOT agreed, if "representations" were substituted for "protests".

M. THOMAS expressed great confidence in Sir George Buchanan, with whom, while in Petrograd, he had nearly always found himself in complete agreement, although Sir George Buchanan at times seemed to him too pessimistic. He was therefore surprised at this suggestion because he himself had no confidence in the suggested protest. While in Russia he had pressed in private conversations almost daily for the re-establishment of discipline and that course of action had been continued, but that was a very different thing from a solemn protest from all the Allies. That protest would be addressed to the man, M. Kerensky, who from the start had tried to restore discipline, at first by persuasion and then by more forcible measures, and It would reach him at the moment when he most required support and would seem to be directed against him. Such action would be dangerous for M. Kerensky's position, and therefore dangerous to the Allied cause. As to a further and separate protest from France, he could already see the Russian r·eply: "We know that we are bound to our Ally, and we are keeping our promise as well as we can. We have inherited Czarism, but we repudiate its principles, although we have to shoulder its burdens." It was most

dangerous to revive the controversy as to whether the present democratic State of Russia is really bound to take on the inheritance of Czarism. He was entirely opposed to the sugg,estion.

BARON SONNINO shared the view of M. Thomas. There was a risk of marking the position of the Russian Government even more difficult. The protest might appear like interference in Russian affairs. lt was quite true that it was only concerned with the Army, but the distinction would not be made by the Russian Government, who would reply to the Allies: "Why do not you help us by disclaiming your former engagements entered into wi,th the Imperial Government?".

M. NABOKOFF assumed that the object of the proposal was to help Russia. He could only say that, judging from his own feelings at the mention of the word "protest," he could imagine what the effect would be on Russian minds. But he strongly advocated a message from the Allies to M. Kerensky at the moment of taking over supreme power in Russia. He instanced the difficult position in which M. Kerensky had found himself by the necessity of dismissing Generai Brussiloff, the one outstanding figure amongst the Russian Generals, in order to secure sterner measures of discipline; and he said that a message from the Allies on M. Kerensky's first measures when assuming power would be most welcome. Anything in the nature of a reproach would strengthen those who said that Russia was really fighting only for the cause of others.

MR. LLOYD GEORGE agreed that "protest" was the wrong word, but pressed for a message from all the Allies, to which M. Nabokoff agreed. The Prime Minister continued that he understood there had been some difficulty in getting the Russian Government to accept the conditions stipulated by Generai Korniloff before taking over the chief command.

M. NABOKOFF said that in considering the terms of the message to be sent to Russia it was necessary to ex,ercise a sense of historic perspective. As far as he could judge, the British Press thought that the Sov1et was the Russian Government. lt was so yesterday, but not today. He now discerned the voice of the nation speaking in Russia. He was strongly in favour of a message from the Conference expressing the hope that the Russian Government would take action in the sense suggested earlier. For the first four months the ròle of the Russian Army was held to be to save the Revolution, but now it was to save Russia's honour.

M. RIBOT noted that all were agreed as to sending the message, but was that message to be public or private? He was personally against a public message, which might be imprudent.

MR. LLOYD GEORGE thought that the Russian Government might find a public message of assistance, but said that it should be left to them.

M. NABOKOFF said that in any case it would be impossible to keep such a message secret.

M. RIBOT enquired whether the Allies would publish the message or leave it to the Russian Government to publish, and Mr. Lloyd George proposed the latter course. M. Ribot said that the drafting would differ considerably according to which course was adopted, and Baron Sonnino suggested that it sbould be worded so tbat it migbt be publisbed.

Tbe discussion concluded by M. Tbomas undertaking to draft tbe terms of tbe message.

SALONICA.

Tbe Conference tben discussed tbe question of Salonica.

MR. LLOYD GEORGE said tbat His Majesty's Government bad notbing to add to the proposals made in Paris, and everytbing tbat bad bappened since bad only tended to confirm tbeir view. Tbeir information was tbat the Turks were burrying on preparations for a big offensive in Mesopotamia, tbat tbe Russian troops wbo were to bave supported our flank were now unable to do so and could not bold their own position, wbile tbe Turks were working round tbat flank, were pusbing on roads and tbe Bagdad Railway, in order to attack us wbere we were most exposed. Tbe Britisb forces were absolutely alone in Mesopotamia and His Majesty's Government could not take tbe responsibility of disregarding tbe advice and warnings of tbe Cbief of tbe Imperia! Generai Staff. Mr. Lloyd George greatly regretted tbat it was impossible to modify tbe view already expressed in Paris.

M. RIBOT replied tbat, employing the same terms, notbing bad occurred to modify tbe Frencb view. It was dangerous and impolitic to weaken tbe forces at Salonica. It would inevitably be considered to be merely ,tbe beginning of complete evacuation, undertaken just as the Greek forces were being organised. lf a division were really so sorely needed in the East, it would be preferable to take it from the British front in France. Moreover in tbe previous Conference he bad pointed out tbat strictly speaking tbe next division to be taken from Salonica ought to be a Frencb one. Wbat be would be prepared to do would be to send a French division from Salonica to Egypt temporarily until it could be replaced by a British division from France. He did not think that it was possible to ask him to go furtber to meet British views and if, in spite of French obj,ections, His Majesty's Government still insisted on taking a Britisb division from Salonica, M. Ribot would bave to tell tbe Frencb Parliament tbat tbis action was taken against the wisb of tbe Frencb Government. Would tbe advantage of baving one division from Salonica compensate for tbis, especially in view of bis provisional offer of a Frencb division from Salonica?

MR. LLOYD GEORGE observed tbat the question bad already been so tborougbly argued tbat there seemed no prospect of one side convincing tbe otber.

lVIR. BALFOUR said tbat France was not tbe onJy country wbere there migbt be an awkward debate in Parliament.

MR. LLOYD GEORGE agreed, but added that 1t would be most undesirable if the Parliaments of the countries were to quarrel; if we should have the French Parliament blaming us for taking away one division, and the British Parliament complaining because our whole force had not been taken. At the moment the French Government wel'e so far fortunate that their Chamber was not sitting. However, what we had to do was to weigh the disadvantages pointed out by

M. Ribot against the effect of a disaster in Mesopotamia. Such an event would affect the whole British situation in the East, and the position in Salonica and everywhere. He suggested an adjournment for considera,tion of this point by the War Cabinet.

M. RIBOT said that he would not of course seek for an opportunity of explaining to the French Parliament, but in the Commissions in the Chamber, and in the Senate there were people who were watching events at Salonica very closely, and he was certain to be pressed by them. They had already been upset by the withdrawal of British troops and a second withdrawal would look like a progressive evacuation. The French Government would have to say that the step was taken without their consent. He could not understand why if the point really was to have support for Mesopotamia the suggestion to take a division from France was not accepted. He could not take the responsibility of agreeing to the British view and he begged His Majesty's Government not at this moment of all moments to take one division from Salonica when it would have the most discouraging effect upon Gr,eece.

MR. LLOYD GEORGE pointed out that even after the withdrawal of one division there would stili remain 150,000 British troops and immense stores of material, and Lord Milner observed that M. Ribot seemed to think 'that the French were the only people interested in Salonica.

M. RIBOT maintained that the Paris Conference had shown that His Majesty's Government were alone in their point of view; all the Allies represented there had expressed themselves against any withdrawal from Salonica. But apart from this there was the moral effect to be considered. The proposed withdrawal could not fail to give the impression of divisions being progressively taken away. It was essential that the Allies should act together. Once an Ally started acting on its own account, against the generai wish, others could be expected to follow suit. It was quite true that if His Majesty's Government insisted on taking away their division, the French Government could not prevent them, but he emphasized the foregoing consideration. For instance what was to prevent Italy from taking away her troops (Baron Sonnino interposed that Italy had no such intention). M. Ribot took grateful note of this, but continued that the precedent would be most dangerous. He did not understand the British position and he could not explain it to other people. He had suggested an equivalent method of action which had not been accepted. (It was pointed out by some of the British members of the Conference that M. Ribot's equivalent really meant taking a division from France, where its services were urgently wanted, and leaving a division in Salonica, where its services were not at the moment of any great utility).

MR. BALFOUR said that His Majesty's Government were looking at the military considerations, M. Ribo·t at the moral considerations. He addressed his observations particularly to Generai Foch. Was it not most dangerous to abandon a sound military policy for an illusory moral consideration? M. Ribot was afraid that ali the Allies would consider that Great Britain intended gradualiy to withdraw ali her troops. Our answer was that was not our intention. If our assertion was doubted, we could only ask for one instance in the last three years to be named where our policy had not been entirely open and straightforward. Mr. Balfour felt sure that if the case were put in its proper light to Serbia and Greece, there would be none of the difficulties that M. Ribot feared. We were in any case leaving in Salonica 169,000 men, a number greatly in excess of every Allied force there except the French, and not much •inferior to theirs. W e had, too, a moral side to this question: we could not allow that our word should be doubted. But from a military point of view the suggestion made that instead of withdrawing a British division from Salonica either a French division should be moved from there or a British division should be moved from the French front, in the one case left the Salonica front as much

weakened as under our proposal, and therefore the objection to moving a British division from Salonica was not realiy a military contention. On the other hand, to take a British division from France was to take troops away from actual participation in a most important offensive against the Germans, where our fighting capacity was being most effective, in order to place it on a front where no offensive action can be undertaken until the spring; that is to say, it meant taking a division from doing v.ital work in the Allied cause in order to shut it up on the Salonica front, where nothing could be undertaken until the Russian and Roumanian forces are really fit to advance, and the Greek army reconstituted and ready to act. The only answer to this argument was the fear of a German aHack on Salonica. But in this case how could anybody be prepared to move a French division from Salonica? And, .incidentally, the Allied force at Salonica was actually twice as strong as the enemy in front of i t. There were two alternative lines of reasoning: one, the moral one, which really meant that our Allies put little confidence in our intention to maintain the Salonica force; the other, the military one, which was unequivocally in favour of moving a division from Salonica, where to all intents and purposes it was immobilised for a long period, to a sphere where it could be actively employed.

BARON SONNINO observed that the discussion was .in the main a repetition of what had been said in Paris. He also reminded the Conference that Italy had already offered to send a brigade to Palestine, which the British Government had refused, and that the French had offered to co-operate there with one division. He did not propose to renew that discussion, but he did wish to say that considerations of moral effect might have military importance; for ·instance, it would not do to discourage the Greek effort.

M. RIBOT said tha·t he did not propose to subordinate military ·to moral considerations. The two were allied, and Generai Foch would show that the French view was based on military considerations. For instance, the question of moving a British division could not be so urgent, since in Paris the British representatives had offered the Conference the choice of coming to London to discuss the question of to defer the withdrawal of the British division for a month. (There ensued a short discussion to show that this did not affect the underlying insistence of His Majesty's Government that the division must be withdrawn). Mr. Balfour had said that the Allies had a big force in Salonica, ad could easily spare one division from there. M. Ribot did not say that there was any immediate danger in the withdrawal, but was Mr. Balfour authorised to say on behalf of His Majesty's Government that no more British troops would be moved? Was it absolutely decided to maintain the present front as Salonica? He remembered the suggestion to reduce the Salonica force to twelve divisions. That would mean the complete upsetting of Greece and Serbia, and would oblige the Italians to go back to Italy. Had that idea been definitely abandoned?

MR. LLOYD GEORGE said that the position was really to guard against a disaster in Mesopotamia, and the suggestion was put forward of taking one British division away from Salonica and keeping two French divisions in reserve there. Could the French do that, keeping ·the divisions available to assist in the Eastern theatre of war in case of need? He could not renounce the decision of His Majesty's Government to take one division at once from Salonica to Palestine.

M. RIBOT said that he had certain reservations to make on this suggestion from a military point of view.

[The Conference then adjourned for separate consideration of the problem, by War Cabinet on the one hand, and the French representatives on the other.]

SECONDA SEDUTA (l)

Londra, 7 agosto 1917, ore 16.

SALONICA

MR. LLOYD GEORGE asked the Conference to approve the decisions arrived at the morning sitting. The following text of a message from the Allies to the Russian Government, drafted by M. Thomas, was read and approved :-

Les représentants des Gouvernements alliés, réunis à Londres le 7 aoùt, saluent de toute leur sympathie l'ardent effort de réorganisation que poursuivent dans la Russi-e libre le Gouvernement provisoire et son chef.

Ils constatent avec satisfaction qu'en cette heure tragique, toutes les forces russes se serrent autour du Gouvernement pour renforcer son pouvoir, et que la

volÒnté populaire, exprimée sous des formes de jour en jour plus siìres et par une représentation plus complète, proclame très haut la nécessité de la défense nationaie.

Ils adressent leurs vreux les plus chaleureux à M. Kerensky et à ses collaborateurs et expriment une ferme confiance dans leur autorité croissante et dans le rétablissement d'une stricte discipline, indispensable sans doute à toute armée, mais plus encore aux armées des peuples libres. C'est par la discipline que l'armée russe assurera tout à la fois la liberté populaire, l'honneur de la nation et la réalisation des buts de guerre communs à tous les alliés.

The following draft decisions in regard to Salonica were then submitted to the Conference :

In view of the special responsibilities of the British Government ,in Mesopotamia and Palestine, the immediate withdrawal of one British Division from Salonica to Palestine is agreed to.

Two French Divisions shall be withdrawn from the Salonica Front and retained in the Salonica theatre of operations as a generai reserve for employment in any theatre in accordance with military developments.

M. RIBOT pressed for an undertaking that no more British troops should be withdrawn. The British representatives had definitely said at the morning sitting that they would not take any more troops from Salonica.

GENERAL ROBERTSON observed that it was difficult to undertake not to withdraw any more troops without the consent of the Allies; the shipping position alone might make this a necessity.

M. RIBOT said there was only one way to settle it. Let His Majesty's Government say that they would not take more than one division· without the consent of the Allies. It was impossible to agree beforehand to allow one or two divisions to be put out of action.

MR. BALFOUR suggested that it should be stated that for the future no divisions should be withdrawn unti! the two French divisions to be held in reserve had been used.

GENERAL ROBERTSON saw no difference between that and M. Ribot's proposai. There was no intention whatever of taking a further division away but it was impossible to say so definitely.

BARON SONNINO observed that if as he understood the proposal now was to take three divisions (one British and .two French from the Salonica front) then the question of Italy carne in. Further, if France was to be the sole judge of when her two divisions were to be taken away, then Mesopotamia and Palestine became a merely accessory question. The divisions might be taken for some other purpose.

LORD CURZON thought that ali members of the Conference had been

agreed in the morning that: (a.) A British division should be withdrawn at once. (b.) That two French divisions should be put in reserve at Salonica.

But that there had been no agreement about giving a definite guarantee to withdraw no more divisions without consent. MR. LLOYD GEORGE said there had been no definite agreement, but the point had been very strongly pressed by the French. MR. BONAR LAW observed that in any case this would be an obligation on all the Allies, to which M. Ribot assented.

MR. LLOYD GEORGE then asked Baron Sonnino whether, if this was to be a mutuai obligation binding on all the Allies, he would undertake not to withdraw Italian troops from Salonica, whatever the emergency, without the consent of the Allies?

BARON SONNINO replied that Italy could not give such an undertaking. The Austr,ians at any moment might come down upon Valona in force and Italy would have no alternative.

MR. LLOYD GEORGE said that none of the Allies would make such an engagement. He suggested that His Majesty's Government should updertake not to withdraw any troops in the future from the Salonica front except in the case of urgent military necessity, and, Mr. Bonar Law added, "after a conference ".

M. RIBOT once more observed that everyone at the Conference was unanimous except the British.

MR. BONAR LAW replied that the situation was not 'the same for all the Allies. The British had not enough troops for Palestine, whereas at Salonica they had a considerable number of troops who were in reality doing nothing effective.

MR. LLOYD GEORGE observed that the suggestion of mutuai engagement not to withdraw was not acceptable to Italy nor to the British Military Authorities.

BARON SONNINO proposed, as a possible solution, an undertaking on the part of the British Government not to do so without for example a month's warning.

GENERAL ROBERTSON said that he could accept this formula.

M. RIBOT expressed the conviction that Generai: Robertson centainly did

intend to take more troops from Salonica. GENERAL ROBERTSON denied the truth of this impression.

M. THOMAS observed that there was in existence a paper which had been submitted to a former Conference proposing a graduai reduction of the Salonica forces to twelve divisions. In return for agreement as to withdrawing one British division now, could not the French and British Governments say formally that that view had been definitely changed?

M. RIBOT said that he was not in favour of the suggestion as to withdrawal only after a month's notice. It might merely mean successive withdrawals at intervals of a month.

GENERAL FOCH pointed out that the Greek Army would not be ready until the end of the winter. He agreed that from a military point of view one divi

sion more or less at Salonica would not make much difference, but he observed that the more one reduced one's forces the more one invited attack. Provided it was agreed to wa1t till the Greek Army was ready, a proportionate withdrawal could then quite well be carried out. But in the present condition of disorganisation in Greece there was great temptation for Germany to attack, and every weakening of the Allied forces increased it. It was too great a responsibility for the British Generai Stati to carry out military action which might provoke a crisis in Greece and lead to Germany being able to do to Greece before the end of 1917 what she had done to Serbia in 1915 and to Roumania in 1916. He did not deny the seriousness and importance of the question of Palestine. He was quite ready to discuss that, but on its merits; we should not cure a crisis in Palestine by creating another crisis in the Balkans.

MR. LLOYD GEORGE suggested as an alternative wording of the decisions of the Conference: "The British Government recognise the necessity of maintaining the strength of the forces at Salonica and have no intention of taking any further British troops except in the case of unexpected necessity, and after conference with the Allies". He thought that His Majesty's Government had gone very far to meet the views of the French Government. There was no intention to withdraw, but events might occur which would oblige His Majesty's Government to take troops from wherever they could get hold of them.

MR. BONAR LAW said that the real underlying fear of the French was that we were going to withdraw altogether. We were not going to do so.

M. THOMAS replied that the French Government had every confidence in British intentions, but for two years the French Government had been trying to draw the British Government away from their Generai Staff in order to get troops to Salonica. Now the position was reversed: the French Government had to fight to keep the troops bit by bit at Salonica in opposition to the British Generai Staff.

M. RIBOT proposed as a wording: "Undertake not withdraw, unless unexpected events occur, when the question will be submitted for discussion by the Allies ". He also expressed the reservation of the French Government, in the event of His Majesty's Government withdrawing their division from Salonica, to withdraw a French division, firstly, because they claimed their right to do so after the Paris Conference of the 4th and 5th May, and consequently because they had a politica! and moral right, in the interests of France, to strengthen their military representation in Palestine.

BARON SONNINO observed that in this case he must also, on behalf of Italy, claim the right to send Italian troops to Palestine.

THE ITALIAN FRONT.

BARON SONNINO then raised the question of the Italian front. He said that at the present moment the British Army was making a big effort on the British front in France, but the Italian Generai Staff were convinced that one of the weakest enemy fronts was that on the Carso, and that it was one where a strong attack would pay best. An Italian offensive would shortly begin, but Italy was not strong enou,gh in guns and munitions to press the offensive to a decision, even if it started well. He dwelt on the advantages of really crushing Austria, and suggested that if the Allies could help, especially in the provision of heavy guns (400 had been suggested as being required), something really effective might be done. It was true that to carry out such a decisive operation might entail waiting for the spring, but the provision of guns meant also the provision of troops, and preparations should anyhow be considered and started now. This did not imply that any addition that could be made to the strength of the present Italian offensive would not be most welcome and helpful.

MR. LLOYD GEORGE asked what was the latest season for an effective offensive on the Carso.

GENERAL COUNT ALBRICCI said that the latest season was the end of August, and after that an offensive must wait until the end of the spring, say, the 15th May. To be successful an offensive required a stock of millions of rounds of gun ammunition to be built up. At present Italy was only turning out or acqU'iring half a million rounds a month. Climatic conditions on the Carso in the bad weather which might soon arrive made operations impossible, especially as since an attack, to be successful, must be delivered on the whole Italian front from the source of the Isonzo to the sea. The question of munitions very largely depended on that of coal supply, which was again complicated by the problem of tonnage. For the output of munitions alone some 660,000 tons of coal a month were wanted, which when the other army requirements were added increased to 815,000 tons a month, while for the first half of the present year Italy had only received about half on that scale. As regards tonnage, Italy was even worse off. She had available only some 2,374,000 tons of shipping, while France had treble that amount, less dangerous sea voyages, and some coal of her own.

MR. LLOYD GEORGE asked whether, supposing Ltaly received 400 heavy guns with ample ammunition in October, it would be possible for an Italian offensive to take place.

GENERAL ALBRICCI replied that a big operation would be impossible, though preparatory undertakings might be usefully set on foot.

M. THOMAS thoroughly appreciated the great difficulties of Italy, but he confessed he was surprised by the figures of output of munitions which represented an output of 16,000 rounds a day, whereas the figures received by

M. Thomas from Italy showed an output of nearly 60,000 a day (General Albvicci explained that he had only had in mind the output of heavy guns).

M. Thomas continued that the first point in considering Baron Sonnino's suggestion as to a great offensive on the Carso was that the Allies should be quite clear what they wished to do militarily in Italy. At the moment there were various enterprises already under way, but by the end of September the different Allied offenslves would be practically over. While he himself thought that the present British offensive and its continuation by the French Army might have impressive results, he did not suppose that those results would be sufficient to deal a really effective blow to the German moral. Was it not possible to go on fighting up to January? He thought that it was imperative to do so, for the day on which the Allied peoples, already tired of the war, saw as it were a break in the fighting on all fronts, war-weariness and demoralisation would set in. On examination it might prove that this was the right policy and that the Allies would consequently have no time to make elaborate preparations for a Spring offensive. Another question for examination was whether the forthcoming Italian offensive in August was really indispensable or whether it could be put off in order to make a greater effort later.

BARON SONNINO stated, that he was not competent to decide on the military advantages or otherwise of postponing of an offensive, but could Italy be sure of a big contribution from the Allies, especially in heavy guns and munitions, say in September, before the results of the pr.esent British offensive wel'e known? If Italy were to put off her offensive to a worse season, she must be sure of having a bigger and mor·e effiective contribution from her Al:lies, otherwise it would be folly.

M. PAINLEVÉ observed that Generai Cadorna would also ask how far the Russians could help, say in October, by holding enemy troops on their front. Generai Cadorna must know not only how many guns he was going to get, but how many Austrians he was going to have apposite to him.

GENERAL ALBRICCI, alluding to M. Thomas' observations as to deferring the offensive, said that it was impossible for the Italian forces to wait for reasons of climate and terrain. The ground on which the Italians were operating contained big rivers running paraHel to the Italian front, and the climate of the Carso was not favourable to fighting after the weather had broken. There was also the moral question. Although the offensive could not be completely decisive, it was to be a major operation, to be carried out by the bulk of the Italian forces, some fifty divisions, and by all their guns. The whole army was wrought up and ready for the attack. To defer it would have a depressing influence. He thought that he could say on behalf of the Italian Generai Staff that the attack could not be put off beyond a certain limit, say two or three weeks or the end of August. He added that any loan of heavy guns would, of course, make the attack stili more important.

MR. LLOYD GEORGE suggested that the weather on the Carso was generally good in September, but GENERAL ALBRICCI replied that preparations were too far advanced to delay till then and that the chances of rainy weather were too great.

MR. LLOYD GEORGE said that in that case even a promise of 400 guns and ammunition would, he imagined, not be good enough to induce Generai Ca· dorna to put off an offensive until the end of September.

GENERAL ALBRICCI replied that Generai Cadorna could be asked this question, but in any case he might observe that it was practically impossible to send that number of heavy guns ìn the time available while anything that

could be sent in time for the present offensive, however modest, would be very welcome.

After a further short discussion as to weather conditions on the Carso in the autumn, MR. LLOYD GEORGE observed that he had always thought, himself, that the best policy was for the Ames to try really to crush Austria. He had made the suggestion in Rome, and it was then considered too early. He made it now, and it was apparently considered too late. He contrasted the method of the Centrai Powers in pooling their resources, which enabled them to drive back and break up great armies and to hold a vast extent of enemy territory, with the Allies' efforts which, gallant though they were, only chipped a few bits off a granite block. He considered it a great misfortune that the Allies could not deliver one big smashing blow.

BARON SONNINO said that it might at 1east be put to Generai Cadorna that if the Allies could give by such and such a date in September so and so many heavy guns, would it then be worth the General's while to put off his offensive? But to take the risk of the bad weather of Autumn without a real certainty of compensating mHitary supplies was useless. He suggested that in any case it might be possible to begin sending ammunition now and the guns later, when they would be free. The ammunition might anyhow be useful for the foreign guns already on the Italian front.

MR. LLOYD GEORGE suggested that the British and French military advisers should consider the possibilities advanced in the foregoing discussions, and should advise the Conference if this proposal could be accepted.

There followed a short discussion as to the form in which the decisions respecting Salonica should be announced to the Balkan AlUes. It was agreed that representatives should not be summoned to the Conference, but that the decisions should be intimated to them individually.

TERZA SEDUTA (l)

Londra, 8 agosto 1917, ore 12.

The following draft decisions were submitted to the Conference:

RUSSIA.

l. The annexed telegram from the Conference to the Russian Government is approved.

SALONICA.

2. In view of the special responsibillties of the British Government in Mesopotamia and Palestine the immediate withdrawal of one British division from Salonica to Palestine is agreed to.

3. -The British Government recognise the necessity of maintaining the strength of the Allied forces at Salonica and undertake not to withdraw any further British troops, unless unexpected events occur, in which case the question will be submitted for discussion by the Allies. 4. -M. Ribot, in accepting conclusions 2 and 3, reserved the liberty of the French Government to withdraw a division from Salonica :-Firstly: In accordance with the claim made by the French Government du

ring the Conference at Paris on the 4th and 5th May, 1917, and

Secondly: Because French interests in Palestine put upon France a military and mora! obligation to make French military representation in that country effective.

5. -Baron Sonnino said that he must also claim the right, on behalf of the Italian Government, to send troops to Palestine if the French Government should send them. 6. -The British Government accepted the reservations made by M. Ribot and Baron Sonnino, subject to any withdrawal from Salonica being first submitted for discussion by the Allies.

M. RIBOT objected to the statement in Clause 6 that withdrawal from SaIonica of a French division should be submitted for discussion by the Allies.

MR. LLOYD GEORGE said that there were two questions i_nvolved. One a military question, the employment of a mixed force in Palestine, which certainly would require discussion of some sort. The other, the point that if the French sent troops to Palestine, Italy would do so also, which again was a subjeot that certainly called for discussion.

BARON SONNINO said that he could only repeat the reservation that he had made on the previous day. Clause 6 contained an addition to that reservation in that it submitted the question of withdrawal to discussion before hand. He was personally against any discussion, since a withdrawa1 might be a matter of emergency, for instance a strong Austrian attack on Valona.

MR. LLOYD GEORGE proposed the words "withdrawal from Salonica to Palestine ", and BARON SONNINO said he would accept such a wording. MR. LLOYD GEORGE continued that in practice it would be impossible to send any troops to Palestine without discussion with His Majesty's Government and the Allies, but there need not be a conference about it.

M. RIBOT said that any action must certainly be concevted, but that from the moment when the British Government insisted on taking a division from Salonica for Palestine, French politica! and moral interests in Palestine and Syria obliged France to claim the right to protect those interests. French interests in those regions were as great, and even greater than British.

MR. BALFOUR observed that French rights in Palestine and Syria, which everyone recognised, seemed to be already completely protected by the French force, under a French commander, which was already operating in that theatre. One or two or ,even ten French div1sions would add nothing to this protection.

He suggested that the question should be dealt with on naval and military considerations alone; on the number of troops that were required, and the transport that was available to carry them. He entir·ely sympathised with M. Ribo·t and Baron Sonnino, but both nations were already represented in Palestine by, it was true, a nominai force, but the only object of that force was to preserve French and Italian claims by showing the French and Italian fiags. To mix diplomatic questions with purely military considerations did not help on the war.

BARON SONNINO wished to make it quite clear that he accepted Mr. Lloyd George's text if it was merely a question of withdrawal from Salonica to Palestine. But the actual text submitted to the Conference went further than that, and he could not accept it as it stood.

M. RIBOT said there were two distinct questions which must not be confused. One was the right of France to withdraw a division from Salonica, just as Great Britain proposed to do, apart from and previous to any other withdrawal. The other was the right to use that division where they had wished, for instance in Syria. Those two rights must be reserved and should not figure at all in the protocol, where only clause 4 should appear. Clause 6, as it stood, annulled clause 4. He demanded an equal right with Great Britain without any limitation, and he considered the use to be made of one division as altogether outside discussion.

LORD CURZON asked that France and Italy should subscr.ibe to the same conditions as His Majesty's Government were bound by in regard to any future withdrawals from Salonica.

M. RIBOT said that what had been agreed to yesterday was now being needlessly complicated. The employment to be made of the troops withdrawn was not in question. His reservation was that France claimed the faculty of withdrawing one divisio n for employment elsewhere if possible · and if necessary. He anticipated no difficulty in discussing the use of these troops when the time carne.

MR. LLOYD GEORGE said that it was clearly impossible to move troops to Palestine without consultation with the military authorities. He then suggested the following amended text, which was accepted by the Conference :

RUSSIA.

l. The annexed telegram from the Conference to the Russian Government is approved.

SALONICA.

2. -In view of the special responsibilities of the British Government in Mesopotamia and Palestine the immediate withdrawal of one British division from Salonica to Palestine is agreed to. 3. -The British Government recognise the necessity of maintaining the strength of the Allled forces at Salonica and undertake not to withdraw any further

British troops unless unexpected events occur, in which case the question will be submitted for discussion by the Allies.

4. M. Ribot, in accepting Conclusions 2 and 3 reserved the liberty of the French Government to withdraw a division from Salonica :-Firstly: In accordance with the claim made by the French Government

during the Conference a t Paris o n May 4th and 5th, 1917, and

Secondly: Because French interests in Palestine and Syria may put upon France a military and moral obligation to make French military representation in that country effective.

5. -Baron Sonnino said that he must also claim the right, on behalf of the Italian Government, to send troops to Palestine if the French Government should send them. 6. -The British Government accepted the reservations made by M. Ribot and Baron Sonnino, provided that, if the French division to be withdrawn from Salonica is to be destined for Palestine, the British Government shall first be notified and consulted as to the necessary military arrangements on the Palestine front.

MUNITIONS FOR ITALY.

Discussion was resumed on this question which had been raised at the Second Session.

MR. LLOYD GEORGE invited the observations of the Conference on the annexed paper which had been drawn up by Generai Foch and Generai Sir

W. Robertson. (See Appendix).

BARON SONNINO said that he understood from this paper that no assistance could be given unti! the Spr,ing, and that it was impossible to send any more artillery for the present ltalian offensive. He therefore proposed that the Conference should state its wish that consideration should forthwith be given to the question of an Italian offensive in the Spring, for we must avoid what had happened before, being either too early or too late. It was essential to make preparation in advance, and it seemed to him that it would in any case be useful to study the problem of a Spring offensive.

GENERAL ALBRICCI had nothing to add to Baron Sonnino's observations, except that he found that the paper contemplated serious study being made of the preparations which should be made by the Allies for dealing a heavy blow on the ltalian front. He entirely agreed with the observations which the Prime Minister had made the previous day, and held that measures of preparations should be taken now.

M. THOMAS asked if the question of Italian operations in 1918 should not be examined by the Allied military staffs in relation to the generai scope of Allied operations. It would be different if an ltalian offensive now were to be regarded as the supplement to and a completion of the Allied campaigns for this year; but, as it was, any operations on the Italian front for next year should be made part of a generai plan of Allied action, and the Generai Staffs should set to work upon it at once.

M. PAINLEVÉ said that 1t was quite clear that events would not allow us to make definite plans now for the 1918 campaign. Those plans must depend upon the resu1t of the present offensive, and on the situation in Russia, etc. The real study for next year's plan of operations must wait for two months or so, but it did seem possible to declare now that, apart from some unforeseen disaster, an attack on Trieste should be regarded as a fundamental part of the plan for 1918. Subsequently the plan might be so far elaborated that nothing remained except to press the button when the moment for action arrived.

BARON SONNINO did not urge that the details should be settled now, but he did ask that the Allies should at the present moment show their readiness to support ltaly, so that the ltalians on their side, thus encouraged, should get to work on their plans. He would li":{e the matter to be settled in pr·inciple (1).

MR. LLOYD GEORGE asked M. Painlevé whether, if the Allies declared in favour of a great offensive on the Carso front, he contemplated an attack by the Italians or an attack by the Italian:; in co-operation with French and British heavy artillery and possibly troops?

M. PAINLEVÉ replied that he certainly meant an attack with French and British artillery and perhaps with F'rench and British forces.

M. RIBOT observed that there were as yet no data to go upon. The Russian situation was full of uncertainty and the Allies might find themselves attacked.

GENERAL SIR W. ROBERTSOl'i said that M. Painlevé had put the case correctly as to the possibility of considering plans in nine months time. There was no question of being too late. The British troops were engaged in operations which would take weeks to carry out (Baron Sonnino explained that he had not meant to imply any censure: he only used the phrase " too late " in a

stano per sfondare contro Germania.

Rompere dettagliatamente: Austria, Bulgaria, Turchia.

Horatii et Curiatii: beat them separately and successively.

Per fare un grande sforzo: Turchia e Bulgaria, c'è obiezione di tonnellaggio; Austria,

convergiamo sforzi. Tutto questo se Russia va giù. Suppongo Russia si ricostituisca. Azione Austria avrà giovato direttamente. There are some reasons for giving some preference to a collective effort on the Austrian front.

Alone, we can only do our duty in keeping away from the other fronts a million or more Austrians, but we cannot give such a blow as to stagger Austria and bring her down to consider. We must face a double front. with the danger that if one of them is broken we'd have to retreat on the other. We have 650 kilometres of front all to ourselves with an insufficient heavy artillery.

To do more, supposing the common interest were to give a strong blow to Austria, we require contributions from our allies especially of heavy artillery not being able (from the want of enough coal and steel) to create alone enough artillery and ammunitions.

The vote [or] invitation from the Conference for a generai move on the Italian side for next spring, if the results of the present offensives point in favour of it. Other theatres are made every day more difficult by the depressive reduction of tonnage•.

generai sense). Generai Robertson hoped that the operations now in progress would clear the situation greatly and that their result would be very important. He wished to correct the impression that apparently existed that the current operations were not important. The British were fìghting to our last man and to our last gun; the French, when their turn carne, would do the same; and that was also Generai Cadorna's intention. He hoped that these operations would make a big difference in the military position, not so much in territory won as in their effect on the ·enemy moral. Next year's campaign depended on what happened this year in the West and what happened in Russia. It was folly to say now what would be done nine months later. Generai Foch, Generai Cadorna, and he himself had undertaken to study the whole military position as soon as the present operations were over, and more could not be done.

MR. BALFOUR thought that one point should be dealt with at once. We could not make our military plans now, but the Italian advance depended mainly on the provision of heavy artillery. Ought we not therefore now to increase our production and stock of heavy guns and ammunition and not merely see how we could redistribute what existed. We ought to have heavy artillery for all fronts. At present we had not sufficient guns for a generai advance on all lines, and he enquired whether this could not be remedied.

MR. LLOYD GEORGE said that he would speak quite frankly and openly at this Conference. His view had always been that for the three years of the war Allied diplomacy and Allied military plans had been kept apart and independent. Soldiers met together and discussed what was the best place whereon to fìght a battle. The soldier was inclined to think that the statesman interfered with his plans and vice versa. W e had never fìtted our military action to our diplomacy. For instance, in his opinion, the Allies should in the early part of this year, after the Russian revolution, have considered whether they could beat all their enemies. Should examination have convinced them that they could not, they should then have considered upon what enemy to concentrate their forces and what enemy they should try to detach. The great offensive early in the year had not been a complete success, though the later minor offensives had been successful, and he had been glad to hear the observations of the Chief of the Imperia! Generai Staff, and hoped that there would not be another disappointment. Mr. Lloyd George appealed to the Allies to consider their poLitica! action and to attach their military action to it. The whole ground should be treated as one. This axiom had often been uttered and heard, but it had never been acted on. Had we really worked as one Government and one Generai Staff it was his belief that we should already have won the war. He felt that that would be the criticism on the Allied policy. Before committing ourselves to an offensive on the Carso or any other action the responsible Ministers should decide the Allies' policy, whether they should try to detach any of the enemy Powers, and so on, and then when the policy was decided the soldiers must conform their strategy to it.

M. RIBOT recognised that there was much truth in what Mr. Lloyd George had said. All the Allied Ministers were responsible and they could not get rid of

that responsibility. Efforts for unity of action had not been wanting, and perhaps it was not too late to mend. Politica! action could not be separated from military action. He himself had always thought that from the beginning the great fault had been to treat the Western front as the only main thea,tre of the war, and that enough attention had never been given to the so-called secondary theatres. Salonica was a case in point. The forces sent there were insufficient and carne too late, whereas had the French or mixed forces arrived in Salonica in February 1915, before Bulgaria had joined the Centrai Powers, it would bave made an enormous difference; but when this course had been proposed, Generai Joffre had threatened to resign if one division were taken from France, and that carried the day. Similarly the operations in the Dardanelles had been badly conceived, and badly thought out, and he considered that that observation applied also to present action in Asia. Had the operations in Asia been thoroughly consider,ed in time Turkey would bave been knocked out and the colapse of Bulgaria would inevitably bave followed. The Italian front was not a secondary front; it was really a prolongation of the French front, but he confessed that it had been a little neglected by France and possibly not enough examined in common, for the system of trench warfare that existed on the Western front did not provide rewards commensurate with the efforts made, and the Allies ought to bave given greater thought to using their troops elsewhere where the defences were not so highly developed. He himself had steadily fought in the French War Cabinet for the principle that it was impossible to say in advance which was the main and which was the secondary theàtre of the war. For his part he was ready to consider in a less numerous Conference, but with the military advisers, the generai military and politica! aims of the Allies.

BARON SONNINO said that there were certain reasons for a colleotive effort on the Austrian front. ltaly by herself could do little more than contain Austrian troops and thus keep them away from other fronts; she could not by herself give Austria the coup de gréìce. ltaly was fighting on a double front, 650 kilometres long, and were her forces pressed, even though relatively slightly, on the one front she had to withdraw from the other. That was one reason why she had to use such large numbers of troops; ber army was in fact nailed to the map. Moreover, Italy had not guns enough of her own, and lack of coal and steel made things stili worse. But the Allies might profit by the comparative weakness of Austria. Moreover, it should be borne in mind that as time went on the question of tonnage for the other secondary theatres of the war would get more and more difficult, while the position in that respect was easier on the Italian front. He considered that some vote or indication from the Conference to consider collective action on the Italian front would be worth recording. It was true that it was impossible to foresee military and politica! strategy nine months ahead, but it was possible to work in the direction that seemed most profitable; and he would add that any active effort on the Italian front was probably the best help that could be given to Russia and would also be of assistance to any forward movement in the Balkans.

APPENDICE CONFERENZA MILITARE

Londra, 7 agosto 1917.

Present: General Foch. Generai sir W. Robertson.

l. The Military Conference considered the question asked by his Excellency Baron Sonnino a t the previous politica! Conference, namely: What number of batteries can be sent from the Western Front to the Italian Front for employment in September next?

The Military Conference considered and reaffirmed their agreement with the conclusions of the Military Conference, at which Generals Foch, Cadorna, and Robertson were present, held at Paris on the 24th July, 1917, regarding this question, namely:

(1.) The actions at present developing on all fronts are the realisation of plans drawn up at previous meetings. There is no reason to make any modifications; in any case, it would be, for the moment, impossible.

(2.) In the present condition of Austria, the knocking-out of this Power is to be aimed at:

(a.) By continuing the attack on the German forces according to the pro.gramme prescribed between France and Great Britain, which ensures, apart from important objectives which are directly connected with it, the tying-down of the German armies to the Franco-British front.

(b.) By attacking Austria simultaneously on two fronts, the Italian and the Russian, with every available means. With this object, Great Britain and France have sent to Italy all the heavy artillery and munitions they have been able to spare. At the same time, it is recognised on the one side that Italy will not possess even then all the means necessary to ensure the decisive defeat of Austria, and on the other side, that it is impossible for Great Britain and France to do more for the moment.

Generai Cadorna estimates that an action against Austria, in arder to be decisive, should stretch from Tolmino to the sea (80 kilom.), and would require IO infantry divisions and 400 heavy guns in addition to his present forces; he cannot, however, on the eve of a great offensive, say in what measure he will be in a position to undertake a second, or determine what forces will be necessary to make it.

Under these circumstances, and in view of the primary importance of this objective of knocking-out Austria, it was decided to examine, when the operations now in progress are finished, the situation which will result therefrom, as well as the opportunity and possibility of placing at the disposal of Italy the forces necessary to enable her to attain this objective.

2. GENERAL FOCH, desired to repeat that, in his opinion, it was now too late to attempt to change the military plans for 1917.

SIR W. ROBERTSON expressed his agreement with this view, and stated that

it was impossible to say when the Anglo-French offensive just begun would tenni

nate, but Sir Douglas Haig has reported that it may take several weeks before he

attains his first main objective, and the delay caused by bad weather strengthens

this probability. Both GENERALS FOCH and ROBERTSON agreed that the fact that the AngloFrench offensive had begun successfully reinforced the reasons which induced them

to decide at Paris that it was necessary to continue these operations as planned.

For the reasons given above, both Generals are agreed that it is not possible to send any further batteries of artillery from the Western Front to the Italian Front to be ready for action in September of this year. These batteries would necessarìly have to be withdrawn from the troops in action (1).

W. R. ROBERTSON.

J. FOCH.

(l) La Conferenza fu tenuta a Downing Street.

(l) A. W. F. Knox, addetto militare britannico a Pietrogrado dal 1912 al 1918.

(l) Alla riunione pomeridiana era presente anche Lord Bertie of Thame, ambasciatore inglese a Parigi.

(l) Alla seduta dell'8 agosto non presero parte Sir Edward Carson e il maggiore generale F. B. Maurice.

(l) Cfr. la seguente nota di SoNNINo, Diario, Vol. III, pp. 176-177: Nel foglietto, sul quale evidentemente Sonnino aveva annotato prima della seduta quantoavrebbe detto, si legge: « Non c'è da sfondare tutto e continuare politica attuale. Venti divisioni più non ba

810

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1620. Roma, 8 agosto 1917, ore 16.

Telegrafo quanto segue alla R. legazione a Berna:

• Questa ambasciata britannica ha consegnato al R. Ministero un memorandum per segnalare, in base a dati statistici rifer,entisi al commercio di esportazione dalla Svizzera verso gli Imperi OentraU, l'opportunità di un passo collettivo da pa11te degli alleati presso il Governo federale, o per esortarlo a cessare senz'altro quelle esportazioni oppure non ottenendo ciò, per dichiarargli che in vista delle continue esportazioni a favore del nemico, il contingente delle merci che la Svizzera potrà importare sarà ridotto della quantità che essa attualmente esporta verso gli Imperi Centrali.

Il memorandum in parola precisa tanto per l'esportazione dalla Svizzera quanto per la riduzione del contingente, che si tratta di vini e di spiriti, ma risulta dalle statistiche annesse che molte altre sono le merci delle quali l'esportazione verso gli Imperi Centrali è aumentata in misura considerevole durante la guerra. E risulta pure da un'altra comunicazione verbale della medesima ambasciata, che al passo collettivo si vorrebbe dare una portata più g,enerale, non limitando la questione al solo vino ed· agli spiriti o ad altra merce, ma sollevando una questione di principio ba!'ìata da un lato sulla necessità di impedire il rifornimento del nemico reso possibile attraverso la Svizzera in seguito all'importazione da parte di questa di merci provenienti dai paesi alleati, e dall'altro sulla considerazione che se la Svizzera è in grado di esportare materie di prima necessità, ciò significa che i suoi bisogni interni non sono tali da indurre i Governi alleati a privarsi, a suo vantaggio, di quelle stesse o di analoghe materie.

Così dal memorandum come dalla comunicazione verbale si rileva che il Governo britannico non fa assegnamento sulla remissività del Governo svizzero nell'acconciarsi a far cessare ogni esportazione verso gli Imperi Centrali, e che calcola piuttosto sull'adesione degli alleati al suo proponimento di limitare i contingenti. Esso dichiara altresì che a suo modo di vedere, la riduzione deve corrispondere alla misura delle esportazioni, si tratti o non si tratti di commercio compensatore.

Si aggiunge inoltre esprimendo la speranza che il R. Governo darà analoghe istruzioni ai propri rappresentanti -che la Commissione di Parigi e i

Governi Alleati dovrebbero esaminare volta per volta ogni caso di deroga che si presenterà in segu~to, ma si ritiene che il Governo svizzero, conoscendo il principio che ispirerebbe i delegati, sarebbe più guardingo nel permettere le esportazioni verso la Germania di tutti quegli articoli che non fosse assolutamente costretto a mandarvi come compenso di prodotti germanici.

È dunque da supporre che il passo collettivo dovrebbe avere per oggetto tutte le merci che secondo le statistiche prendono la via degli Imperi Centrali in proporzioni eccessive in confronto alle medie degli anni precedenti la guerra e che non dovrebbe limitarsi ai vini e agli spiriti. Pei vini è infatti da tener presente che fino a poco tempo fa l'importazione in !svizzera era libera e che se si è verificata ultimamente una ,esportazione abbondante di esso verso i paesi nemici, si tratta con ogni probabilità di vino importato prima che il suo ingresso nella Svizzera fosse sottoposto a razionamento. Quanto agli spiriti è da osservare che la Svizzera non ha potuto importarne una quantità maggiore di quella fissata dal relativo contingente nel quale era compreso anche lo spirito contenuto nel vino che oltrepassasse un certo grado di alcoolicità.

Infine, quanto alla questione generale di minacciare una riduzione dei contingenti per quel tanto che la Svizzera importasse negli Imperi Centrali, vi sono due punti da tener presenti:

l) la circostanza che i contingenti attuali sono stati fissati d'accordo tra alleati e Svizzera dopo lunghe discussioni durante le quali, in varii casi, si è accennato anche a precise limitazioni delle similari esportazioni svizzere in Germania ed Austria-Ungheria: le riduzioni non potrebbero dunque attuarsi che nei contingenti futuri; a meno gli Svizzeri abbiano trasgrediti gli impegni presi;

2) il fatto che in principio la Svizzera non ammette e non concede limitazioni sulla libertà di esportazione dei prodotti proprii dei quali intende disporre liberamente per ottenere compensi.

Prego la S. V. Illustrissima di voler, unitamente al Comm. Carletti, esaminare la proposta britannica e le osservazioni qui sopra esposte; intrattenersi in proposito coi suoi colleghi di Francia e d'Inghilterra e farmi conoscere il suo pensiero oirca la convenienza di eseguire il passo suggerHo, il momento di compierlo ,e la forma da darvi •. Comunico a V. E. quanto precede per sua opportuna conoscenza.

(l) Gli appunti di Sonnino sulla conferenza interalleata sono pubblicati in SoNNINO, Diario, vol. III, pp. 169-178.

811

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI E DEI SERVIZI RELATIVI ALLE TRUPPE COLONIALI DEL MINISTERO DELLE COLONIE, AGNESA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3873. Roma, 8 agosto 1917.

Ho telegrafato al Governo della Tripolitania quanto V. E. mi comunicava

con espresso n. 10538 del 2 corrente (l) e ne ricevo ora la seguente risposta in data 5 corrente n. 1139:

• Contrabbando attraverso frontiera tunisina esercitato essenzialmente da tribù Tuazin a sud di Hel Rassa non è mai cessato. Recentemente anzi risulta che in seguito a disposizioni dell'annexe Ben Gardane limitanti la vendita dei vari generi su quel mercato i Tuazin si riforniscono a Gabes Meden e Zarziz.

Invio da Tunisi nel sud di grande partita di cereale è probabilmente in

relazione con viaggio Nuri pascià in Tripolitania occidentale allo scopo reso

di pubblica ragione di ottenere con le trattative o con la forza apertura di rego

lare comunicazione con il sud tunisino. A conferma aggiungasi che nella Mesel

lata è corsa voce secondo cui Nuri avrebbe preso già accordi con certo capo

Zaus di Tunisi che avrebbe promesso invio grande quantità viveri e merci.

Trattasi probabilmente del noto commerciante tunisino Zausc (francesizzato

Zouche) che organizzò ed esercitò contrabbando su larga scala durante guerra

italo-turca.

Ho disposto per intensificazione vigilanza lungo il confine e riferirò ve

rificarsi fatti nuovi. Governatore Ameglia •.

Prego V. E. in relazione a quanto sopra di voler fare le opportune comunicazioni al R. console generale in Tunisi, per quell'azione che crederà di esplicare presso il residente generale insistendo su tutti quei provvedimenti atti a combattere l'incessante rifornimento dei ribelli dalila frontiera tunisina.

Non mancherò di far conoscere le ulteriori notizie che pervenissero.

(l) Non pubblicato.

812

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2914/776. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 7,20 (per. ore 14).

4 agosto.

Commentando il discorso di Ribot, N ovaia Gisni dichiara che chiunque travasi al Governo di Francia, la democrazia russa esige la revisione deci trattati conclusi dal Governo dello Czar col semiavvocato Poincaré, rinunzia agli scopi di conquista della guerra, è pronta alla discussione delle condizioni pace.

813

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2917/781. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 7,20 (per. ore 14).

4 agosto.

A proposito delle dichiarazioni di Michaelis su presunti trattati segreti tra Francia e Governo dello Czar, i giornali pubblicano che da fonte autorevole viene comunicato che vecchi trattati appartengono ormai al passato e presentemente la piattaforma politica estera della Francia è l'ordine del giorno votato dalla Camera e dal Senato francese nelle sedute di cui parla Michaelis. Giusta il suddetto ordine del giorno, l'unico punto controverso è la questione dell'Al

21 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

sazia-Lorena. Nessuno degli scopi di conquista dei quali ha parlato Michaelis ha trovato accenno in ,tale ordine del giorno, che è il solo del quale le diplomazie degli altri paesi dovranno tener conto, essendo esso espressione ufficiale ed autentica della politica francese. Ma il cancelliere germanico ha taciuto di questo ordine del giorno.

814

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2919/788. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 8 (per. ore 15).

5 agosto.

Kerensky ha indirizzato alla nazione un messaggio del senso seguente: Veduta l'impossibilità di mettere d'accordo le correnti politiche per creare un forte Governo, ho dovuto dimettermi. La riunione dei rappresentanti dei partiti ha deliberato di commettermi la ricostituzione del Governo. In quest'ora di pericolo, non ritenendo possibile sottrarmi all'invito interpretato come un ordine del paese di creare al più presto e malgrado tutti gli ostacoli un forte potere rivoluzionario, l'adempirò ispirato dal principio che per salvare patria e repubblica è indispensabile si dimentichino i dissensi di parte, che tutti i cittadini lavorino con applicazione persuasi della cruda necessità di continuare la guerra, di alimentare la forza combattiva dell'esercito e di ristabilire la potenza economica del paese. Membro del Governo fin dall'inizio, rimarrò fedele ai principì da esso enunciati. Nello stesso tempo, quale capo del potere, reputo necessario recare modificazioni all'ordinamento ed alla ripartizione dei lavori del Governo, senza tener conto del fatto che questi cambiamenti che forniranno al Governo la possibilità di adempiere tutto il suo compito, aumenteranno la mia responsabilità nella suprema direzione.

815

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2920/789. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 9 (per. ore 16).

5 agosto.

La vigilia della sua nomina a generalissimo, Korniloff ha lanciato agli eserciti del fronte sud-occidentale un ordine del giorno nel quale annunzia di aver impartito l'ordine di fucilare senza giudizio tutti coloro che saccheggeranno, violeranno, assassineranno e coloro che rifiuteranno di eseguire ordini di guerra. Il generale ha chiuso il suo ordine del giorno dichiarando che non indietreggerà a nulla per salvare la patria dalla rovina di cui minacciava vergognosa condotta dei traditori e dei vili.

816

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1305. Roma, 9 agosto 191 7, ore 20.

Il R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

« Governo britannico ha deciso di rifiutare il passaporto per la conferenza di Stoccolma ».

817

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2927/124. Copenaghen, 9 agosto 1917, ore 13,30 (per. ore 20).

Telegramma di V.E. n. 1033 (1).

Ultimo convegno dei ministri scandinavi a Stoccolma nel maggio scorso si pronunziò favorevolmente ad una conferenza dei neutri per la tutela degli interessi comuni e per la elaborazione nuovi principi diritto internazionale, rimanendo ministro Affari Esteri svedese delegato dai suoi colleghi danese e norvegese a far passi necessari allo scopo. Nulla o quasi nulla avendo egli fatto finora, conferenza scandinava interparlamentare giugno scorso di Cristiania chiese ai tre Governi ragione di tale inazione. Governi danese e norvegese risposero che spetta a quello svedese di agire; e allora ministro esteri svedese diresse una memoria a ministro di Spagna e all'incaricato d'affari di Olanda pre· gandoli di sondare modo di vedere dei loro Governi circa conferenza di cui si tratta e di farsi autorizzare a conversare con lui sull'argomento. Governo danese non fu interrogato preventivamente circa consegna di tale memoria, non essendo ciò necessal1io dopo accordo intervenuto e ne ebbe conoscenza solo dopo. Ecco tutto secondo le informazioni mie. V.E. troverà nei miei rapporti nn. 370, 396, 403, 406, 414, 436 (2) dell'aprile, maggio e giugno scorsi nonché relativi telegrammi ogni informazione e specificazione del passo ora fatto dal ministro degli Esteri svedese (3).

818

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 329. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 20,07.

In un circolo di socialisti moderati cui assisteva un ministro socialista del nuovo governo davasi oggi come molto improbabile la riunione della conferenza

socialista di Stoccolma. Non si conosce ancora il r,isultato della missiOne all'estero dei delegati del Soviet. Quest'ultimo dimostrasi poco soddisfatto.

(l) -È la ritrasmissione del n. 799. (2) -Non pubblicati. (3) -Ritrasmesso con t. 1053 alle ambasciate a Londra, Parigi e Pietrogrado e alle legazioni a Berna, Cristiania e Stoccolma.
819

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1052. Roma, 9 agosto 1917, ore 24.

(Per tutti) Questa legazione di Grecia mi ha fatto la seguente comunicazione:

• Il 28 luglio in seguito ad istigazione del governatore militare italiano a Filiatesi i musulmani della regione e quelli dell'Epiro del nord come pure alcuni cristiani sotto l'impero della violenza in numero di circa 2000 fecero una dimostrazione. Il governatore indirizzò loro un discorso nel quale si espresse contro l'amministrazione greca e a favore dell'amministrazione italiana. Due oratori musulmani ed un cristiano si abbandonarono ad ingiurie contro il Governo reale e le potenze protettrici.

Dopo la dimostrazione il sindaco di Filiatesi accompagnato da alcuni musulmani e da gendarmi italiani si recò a Plissivitza per far firmare una mozione reclamante il mantenimento degli italiani. La maggior parte degli abitanti del villaggio all'approssimarsi della commissione si allontanò dalle loro case. I rimasti si rifiutarono di firmare. In altri villaggi le firme furono ottenute sotto l'impero della paura. Dopo questi incidenti le autorità italiane si rifiutarono di accordare del mais ai villaggi che non vollero firmare la mozione.

Informazioni analoghe pervengono dai distretti della Ciamuria.

I presidenti dei comuni di Avdela, Samarina, Ketzovo, in seguito a pressioni degli italiani firmarono in loro favore delle suppliche all'tinsaputa degli abitanti.

(Solo per Atene) Ho comunicato quanto precede al Comando Supremo.

820

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2931/192. Cairo, 9 agosto 1917, ore 19,20 (per. ore 4 del 10).

Faccio seguito al mio telegramma n. 189 (1).

Alto commissario mi ha rimesso sunto tre lettere di Idris che trasmetterò prossimo mezzo. Alto commissario mi ha fatto notare che la prima lettera del 22 maggio è molto più pessimista delle successive del 22 giugno e del l o luglio. Ha incaricato Idris Luxor far comprendere a Saied Idris el Senussi che que

stioni riferentisi aiuti finanzia11i e militari debbono essere trattate col Governo

Cirenaica principalmente interessato. Come sua opinione personale sembrerebbe

gli consigliabile Governo colonia cercasse in Cirenaica persona di fiducia da

conservare il contatto con Saied Idris per evitare che questi ricorra sempre

intermediario inglese.

Prego comunicare ministero deHe Colonie.

(l) Non pubblicato.

821

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 29281786. Pietrogrado, 9 agosto 1917, ore 6 (per. ore 8 del 10).

5 agosto.

Generalissimo Kornilov ha indirizzato a Kerensky un telegramma del senso seguente: • Mi inchino dinanzi all'ordine del Governo provvisorio che mi ha nominato generalissimo come soldato che deve dare esempio di disdplina militare, ma come generalissimo e dttadino della libera Russia dichiaro intendere restare a questo posto :liintanto che mi sentirò utile alla Patria. Perciò dichiaro accettare il Comando Supremo soltanto alle seguenti condizioni: l) Responsa· bilità dinanzi alla mia coscienza e a tutto il popolo. 2) Libertà assoluta nelle mie operazioni e nei mi.ei ordini comprese le nomine agli alti comandi. 3) Le misure prese si estenderanno a tutte le località dove trovansi accampati gli eserciti di riserva. Con queste condizioni e con stretta unione con tutti gli ufficiali e la massa cosciente dei soldati, saprò condurre esercito e popolo alla vittoria e ad una pace giusta e onorata •.

Il Governo provvisorio non ha ancora risposto al telegramma di Kornilov.

822

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1308 bis. Torino, 10 agosto 1917, ore 11.

(Meno Londra) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Londra quanto segue:

(P·er tutti) Ruspoli. ha avuto oggi colloquio con Margerie circa scambio di note relative Asia Minore. Margerie ha detto che sarebbe forse meglio incorporare il testo del memorandum nella nota di trasmissione, come facente parte di essa, e non come allegato.

Ho detto a Ruspoli che concordavo, e che avrei telegrafato a V.E. di procedere ugualmente a Londra. Prego V. E. agire in questo senso.

Margerie ha mostrato a Ruspoli intenzione di includere nella nota suddetta la dichiarazione che la cartina allegata è quella • consegnata da Lloyd George •. Ho detto a Ruspoli che tale aggiunta non deve figurare menomamente, sia perché essa fu esclusa a Londra, sia perché essa non sarebbe riguardosa né per l'Inghilterra né per l'Italia.

Prego V.E. far agire codesto Governo a Parigi in questo senso.

Margerie ha detto infine a Ruspoli che riconosceva la opportunità che comunicazione dell'atto a Pietrogrado fosse fatta d'intesa fra i tre ambasciatori di Francia, d'Italia e d'Inghilterra separatamente ma contemporaneamente, e ciò per poter scegliere il momento più opportuno.

Concordo che così venga fatto a Pietrogrado ed in questo senso telegrafo a Carlotti. (Solo Pietrogrado) Prego V.E. agire in conformità di quanto precede.

823

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. POSTA 9737. Roma, 10 agosto 1917, ore 16.

Le proposte inglesi relative al commercio delle armi in Etiopia, contenute nel rapporto di V.E. n. 709 addì 2 luglio (1), hanno provocato da parte del Governo francese delle osservazioni, comunicatemi da questa ambasciata di Francia con una nota in data 15 luglio, che mi pregio inviare a V.E. qui acclusa.

Sulle proposte inglesi su accennate e sulle osservazioni francesi il ministero delle Colonie ha esposto il suo parere col dispaccio n. 3932 che parimenti trasmetto a V.E. in copia.

Prego V.E. esaminare la questione anche in relazione al mio dispaccio a

V.E. n. 412 dell'll luglio (2), e conferire con codesto ministro degli Affari Esteri, esponendogli le serie ragioni addotte dal ministero delle Colonie, onde concertare la linea di condotta da adottarsi dall'Inghilterra e dall'Italia di fronte al punto di vista francese.

Gradirò una comunicazione cortesemente sollecita intorno all'esito dei passi che V.E. avrà fatto in merito a quanto sopra.

ALLEGATO l.

L'AMBASCIATA DI FRANCIA A ROMA AL MINISTERO DEGLI ESTERI

Nota Verbale (Copia) Roma, 15 lugli.o 1917.

Au cours de récentes conversations l'Ambassadeur de France a fait connaitre au Ministre Royal des Affaires Etrangères l'importance que le Gouvernement Français attacherait à ce que les Gouvernements alliés missent comme condition à la

prise en considération de toute nouvelle demande d'armes du Gouvernement abyssin que celui-ci s'engageat à renoncer à passer de nouvelles commandes à des particuliers et à ne plus s'adresser à ce sujet qu'à des Gouvernements. Le Ministre Royal des Affaires Etrangères avait fait connaitre à l' Ambassadeur de France qu'il était pour sa part disposé a entrer dans cette voie.

Le Gouvernement Britanniqi.te saisi également de cette proposition par le Gouvernement Français lui a fait connaitre son point de vue par une note qui a du etre également adressée au Gouvernement Royal, et où il énonce les restrictions que le Foreign Office désirerait voir apporter au commerce des armes avec l'Abyssinie et dans ce pays.

Le Gouvernement Français observe à cet égard que ces restrictions sont plus étendues que celles qu'il avait lui meme suggérées: elles comporteraient, si elles étaient acceptées par le Gouvernement abyssin, l'interdiction absolue du commerèe des armes à l'intérieur de l'Ethiopie et l'obligation pour le Gouvernement abyssin de livrer en échange des fusils dont il aurait obtenu l'importation un nombre égal de vieux fusils qui devraient etre détruits.

De plus, alors que le Gouvernement français avait proposé de mettre comme condition à la prise en considération de toute nouvelle demande d'armes du Gouvernement abyssin que ce Gouvernement renonçait au droit de passer de pareilles commandes à des particuliers et s'obligeat à ne s'adresser à ce sujet qu'à des Gouvernements, le Foreign Office se déclara disposé à demander au Gouvernement abyssin de s'engager à ne demander désormais des armes qu'aux trois Gouvernements français, anglais et italien et non plus à des particuliers.

Comme le Président du Conseil l'a fait remarquer à M. Balfour la proposition anglaise peut s'entendre de deux manières soit qu'elle vise à réserver aux trois Gouvernement français, anglais et italien, le manopole du commerce français, britannique et italien d'armes avec l'Abyssinie, so i t qu'elle prétende interdire au Gouvernement Ethiopien de s'adresser en matière d'achat d'armes à d'autres fournisseurs, quels qu'ils soient, qu'aux Gouvernements signataires de l'accord tripartite.

Dans le premier cas, elle reste en deçà de la proposition du Gouvernement français et ne vise en aucune façon à réglementer le commerce des armes avec l'Abyssinie des Etats ou des nationaux des Etats non signataires de l'accord tripartite.

Dans le second cas, elle va au delà de la proposition du Gouvernement de la République et tend à instituer en faveur des trois Gouvernements, français anglais et italien, le manopole de tout le commerce des armes avec l'Abyssinie.

Toutefois, quelle que soit la véritable interprétation du premier paragraphe

de la Note du Foreign Office, le Gouvernement français a fait connaitre au Gouvernement Britannique qu'il était disposé à prescrire au Ministre de France à Addis Abeba de se mettre d'accord avec ses collègues anglais et italien pour adresser au Ras Tafari une proposition qui réponde aux désidérata du Gouvernement Britan

nique.

Le Gouvernement français a toutefois fait remarquer au Secrétaire d'Etat britannique que si la suggestion du Foreign Office visait à donner aux trois Gouvernement français, anglais et italien, le manopole du commerce des armes avec l'Abyssinie, il serait permis de se demander si le Gouvernement Abyssin se résoudrait à l'accepter et s'il ne pourrait la présenter aux Gouvernements alliés de l'entente ou neutres comme une tentative des cabinets de Londres, de Rome et de Paris de limiter les relations que les autres puissances peuvent normalement entretenir avec l'Abyssinie.

Le Gouvernement Français a également [sic] au Foreign Office que la proposition d'imposer au Gouvernement Ethiopien l'engagement de livrer, en échange des fusils, dont il aurait obtenu l'importation un nombre égal de vieux fusils qui devraient étre détruits ne semble réalisable que si le Monopole du Commerce des armes avec l'Abyssinie do i t ètre réservé aux trois Gcuvernements français, britannique et italien.

En effet, si le cabinet de Londres n'entend pas exclure de ce Commerce les Gouvernements et les nationaux des autres Puissances alliées ou neutres cette proposition obligerait les Gouvernements français, anglais et italien à introduirP ces Gouvernements dans leurs négociations avec l'Abyssinie, car il parait évident que les vieilles armes que le Gouvernement abyssin livrerait en échange des fusils neufs ne pourraient l'etre qu'aux vendeurs ou aux Etats dont ceux-ci seraient ressortissants.

Le Gouvernement français enfin, est pret à demander à Taffari, camme le suggère M. Balfour d'interdire le commrece des armes à l'intérieur de l'Abyssinie.

En communiquant ces indications au Ministère Royal des Affaires Etrangères, l'Abmassade de France lui serait très reconnaissante de lui faire connaitre son sentiment sur la proposition du Gouvernement Britannique.

ALLEGATO II.

COLOSIMO A SONNINO

N. 3932. Roma, 6 agosto 1917.

Tra Italia, Francia e Inghilterra si era d'accordo di rifiutare collettivamente al Governo Etiopico i sedicimila fucili richiesti, e, in caso di altre domande analoghe, di rispondere che esse dovevano essere indirizzate contemporaneamente ai Ministri delle tre Potenze in Addis Abeba, i quali avrebbero concertato la risposta.

Il Governo Britannico ha però il 27 giugno u.s. presentato una proposta che precisa due norme da seguire dai Governi alleati così concepite: l) Proibizione assoluta a qualunque ditta o persona privata che in Etiopia vendesse armi, con gravi penalità ai contravventori.

Questa norma è sancita dalle disposizioni degli articoli VIII, IX e X della Convenzione di Bruxelles del 2 luglio 1890, i quali vietano l'importazione, la vendita e il trasporto di armi da fuoco e munizioni nella speciale zona africana di proibizione, confermata dall'accordo del 13 dicembre 1906 per la repressione del contrabbando delle armi e delle munizioni nel Mar Rosso, nel Galdo di Aden e nell'Oceano Indiano. Sembra quindi che essa indebolisca più che non rafforzi le disposizioni vigenti.

2) Consegna da parte del Governo Etiopico, ad ogni sua richiesta di armi, di un numero di fucili vecchi da distruggere eguale a quello dei fucili nuovi richiesti.

Questa norma in confronto all'art. X dell'Atto di Bruxelles, il quale ammette l'importazione di armi per territori di Potenze che non abbiano sbocco a mare, purché destinate ad uso delle autorità e della forza militare necessaria alla protezione di missioni, commerci, ecc. tende a stabilire una garanzia per rimuovere gli inconvenienti e i pericoli finora lamentati, ma in pratica non vi rimedierebbe e forse anche peggiorerebbe la situazione.

L'Etiopia, infatti, avendo interesse a costituirsi un fortissimo stock di ottime armi, avrebbe modo di procedere, da ogni parte dei propri domini, ad una larghissima incetta di fucili vecchi ed antiquati per attenerne il cambio e, secondo ne ammaestra l'esperienza del passato, non potendosi contare sulle garanzie del governo etiopico, dopo saturato tutto l'ambiente di armi nuove, queste verrebbero naturalmente commerciate anche fra le popolazioni costiere, aggravando il pericolo che ora si cerca di scongiurare.

La proposta, quindi, non sembra praticamente efficace.

Il Governo Francese con la nota verbale 15 luglio u.s. rimessa all'E. V. dall'Ambasciatore Barrère, esaminando la proposta inglese, sulla quale domanda il parere del R. Governo, premette che « nel corso delle recenti conversazioni l'Ambasciatore di Francia ha fatto conoscere al R. Ministro degli Affari Esteri l'importanza che il Governo Francese annetterebbe a che i Governi alleati mettessero come condizione alla presa in considerazione d'ogni nuova richiesta d'armi del Governo etiopico che questi s'impegnasse a rinunziare a dare nuove ordinazioni a

privati e a non indirizzarsi a tal riguardo che a Governi •. Ed aggiunge che • il R. Ministro degli Affari Esteri aveva fatto conoscere all'Ambasciatore di Francia che da sua parte era disposto a mettersi su questa via •.

La nota francese mette a confronto la sua proposta, di far cioè impegnare il Governo etiopico a non indirizzarsi per richieste di armi altro che a Governi (in genere) con la proposta inglese che tende a fare impegnare il Governo etiopico a non rivolgersi allo stesso riguardo altro che a Francia, Italia e Inghilterra, e si preoccupa dell'esclusione dal commercio delle armi in Abissinia che dall'attuazione di quest'ultima proposta verrebbe fatta agli Stati o ai nazionali di Stati non firmatari dell'accordo a tre e si preoccupa anche che il Governo Etiopico possa rappresentare il fatto ai Governi alleati dell'Intesa o neutri, come un tentativo dei Gabinetti di Roma, Londra e Parigi a limitare le relazioni che le altre Potenze possono normalmente mantenere con l'Etiopia.

Il punto di vista manifestato dal Governo francese ed al quale, egli dice, avrebbe già aderito l'E. V. mi riesce del tutto nuovo.

V. E. m'informava (telegramma-posta 14 giugno u.s. n. 8086) (l) che la questione dell'importazione delle armi in Etiopia era stata presentemente risolta con l'approvazione della proposta francese contenuta nella nota di Cambon (telegramma-posta di V. E. 30 maggio u.n. 7337) (l) nel senso cioè che se « il Governo etiopico presenterà altre domande dello stesso genere al Ministro di Francia, questi dovrà rispondere che le domande stesse debbono essere indirizzate contemporaneamente ai Ministri d'Italia, Francia ed Inghilterra, i quali potranno così concertare fra di loro la risposta da darsi al Governo Etiopico •. Su queste basi l'E. V. mi annunziava che non avrebbe avuto difficoltà a promuovere uno scambio di note coi Governi inglese e francese, e chiedeva il mio parere che diedi favorevole

(espresso a V. E. n. 3043 del 20 giugno u.) (1). Come risposta ai passi fatti dall'E. V.

sono appunto pervenute le note verbali inglese e francese in esame.

Ora il Governo francese sposta e allarga la questione evidentemente per sot

trarla al controllo delle tre Potenze firmatarie dell'accordo di Londra, e per ren

dere possibile in qualunque modo il commercio delle armi con l'Etiopia. Secondo

l'art. X dell'Atto Generale di Bruxelles la chiave dell'importazione delle armi

dirette ad uno Stato firmatario o aderente all'Atto stesso e non avente sbocco al

mare, è nelle mani dello Stato nel cui territorio si trova appunto il detto sbocco,

tanto che, secondo lo stesso art. X, la Potenza territoriale costiera si riserva il

diritto di fermare il transito delle armi per l'interno se possa compromettere la

propria sicurezza. Praticamente la Francia, l'Italia e l'Inghilterra hanno, secondo

l'Atto di Bruxelles, il controllo del commercio delle armi in Etiopia, essendo tutti

gli sbocchi a mare dell'Abissinia in mano di queste tre Potenze. Nel fatto, pur

troppo, è la sola Francia con Gibuti che fornisce le armi all'Etiopia.

Con l'accordo a tre del 13 dicembre 1906 per le armi, Francia, Inghilterra e

Italia, facendo un gran passo avanti anche in confronto dell'Atto Generale di

Bruxelles, hanno solennemente preso reciproco impegno, per il controllo sul com

mercio delle armi in Etiopia. L'accordo di Londra, infine, della stessa data per

la tutela dei reciproci interessi e per la garanzia dell'integrità dell'Etiopia, ha

messo il suggello alla concorde azione delle Tre Potenze.

Ora è evidente che tutto quanto riguarda il commercio delle armi per l'Etiopia

è posto da un atto internazionale nelle mani delle tre Potenze che contornano

l'Etiopia e ne hanno in loro potere gli sbocchi.

La tesi francese, in quanto tende a riconoscere l'intervento di altri Governi

a rifornire di armi l'Etiopia, è contraria allo stato di diritto e dannosissima agli

interessi delle Potenze firmatarie dell'accordo di Londra, che esse si sono impe

gnate di proteggere reciprocamente.

Sostanzialmente il Governo francese con questo nuovo espediente mira ad eludere la proibizione del commercio delle armi a cui esso stesso si è solennemente impegnato.

Stando così le cose, io credo pericoloso seguire la Francia in questa via nella quale l'ha messa la proposta poco pratica del Governo Britannico, la quale, nella sua parte sostanziale, non ha ragione pratica di essere, poiché solenni disposizioni dell'Atto Generale di Bruxelles e dell'accordo a tre per le armi sanciscono ciò che essa proposta cont1ene (art. VIII, IX e X dell'Atto Generale di Bruxelles e art. 3 dell'accordo a tre per le armi), e, quanto allo scambio dei fucili di nuovo modello con quelli in disuso, si è dimostrato più innanzi quanto esso sarebbe dannoso.

Ciò premesso io credo necessario che la questione dell'introduzione di armi e munizioni in Etiopia sia nuovamente e profondamente esaminata da Inghilterra e Italia, per una radicale soluzione, in vista soprattutto del dopo guerra, poiché voglio sperare che fino a quando duri il presente conflitto, l'Inghilterra sia strettamente unita all'Italia per impedire alla Francia che armi passino per Gibuti dirette in Etiopia, se e quando la Francia stessa mostri, come avviene ora per i 16 mila fucili, di tentennare.

Bisogna ricorrere in qualunque modo ai ripari, poiché nel disarmo dell'Etiopia sta la soluzione del problema di quella regione in piena anarchia e la salvaguardia della sicurezza delle colonie Italiane e Britanniche.

In attesa quindi di una soluzione radicale non posso che confermare quanto telegrafai all'E. V. a Parigi il 28 corrente, e cioè essere pericoloso mettersi di fronte all'Etiopia, in previsione dell'avvenire, anche sulla via proposta dall'Inghilterra, che ammette il commercio delle armi in Etiopia, e parmi essere sempre più opportuno promuovere uno scambio di note fra le tre Potenze alleate per dare alla già intervenuta intesa carattere più formale di reciproco impegno, senza limiti di tempo, pel divieto d'introduzione d'armi in Abissinia, da opporsi come provvedimento di massima delle tre Potenze in qualunque caso, compreso quello della richiesta già avanzata dal Governo Etiopico, di 16 mila fucili.

Per la sicurezza dell'Eritrea e della Somalia Italiana, e per l'avvenire nostro in Etiopia, è -come già dissi -questione vitale impedire l'armamento dell'Etiopia, la quale in questo momento manca di un Governo forte e sicuro, incapace di dare qualunque garanzia.

(l) -Cfr. n. 525. (2) -Non pubblicato.

(l) Non pubblicato.

824

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. S.N. Roma, 10 agosto 1917, ore 18,50.

Collega Raineri richiama la mia attenzione sul fatto che i giornali italiani recano da Londra un comunicato uniforme delle conversazioni svoltesi la scorsa settimana con il Governo inglese affermante che l'attuale raccolto diminuisce l'urgenza di importazione di grano, il che renderebbe per ora disponibili navi per carbone. Non ho ora elementi per giudicare se detto comunicato rispecchi effettivamente le conclusioni raggiunte costà. È però mio giudizio che desidero però subito comunicare a V.E. per norma di linguaggio nei riguardi di codesto Governo che, data la deficienza del nostro ultimo raccolto di grano, deficienza di circa un milione di tonnellate, la questione degli approvvigionamenti granari e degli approvvigionamenti in genere potrà esclusivamente risolversi mediante aumento considerevole, immediato ,e continuativo di tonnellaggio, sottraendo tonnellaggio al grano per darlo al carbone, il problema generale si sposta ma non si risolve ed è bene che il Governo inglese sappia esplicitamente che, mai come ora la resistenza del nostro paese alla guerra dipende dalla adeguata soluzione del problema degli approvvigionamenti ,e quindi da una ripartizione del tonnellaggio tra gli alleati in proporzione ai bisogni effettivi ed accertati di ciascuno.

825

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1310. Roma, 10 agosto 1917, ore 21.

Ministro di Spagna a Sofia ha diretto in data 5 agosto un radiotelegramma che è stato intercettato e decifrato come segue:

• Sono partiti or ora per Vienna il Principe Ereditario ed il Presidente del Consiglio dei Ministri col treno su cui viaggia il Ministro della Guerra Turco. Il viaggio sta in relazione, a quanto pare, con le proposte di pace avanzate dalla Rumania. Ieri l'addetto militare tedesco mi annunziò la probabile partenza del Governo Rumeno da Jassy ed il sicuro abbandono della Moldavia. In questo caso si costituirebbe a Bukarest un Governo provvisodo con gli elementi politici che rimasero colà a ricevere gli Imperi Centrali, fra cui Carpe Marghiloman•.

826

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2941/243. San Sebastiano, 10 agosto 1917, ore 15,30 (per. ore 22).

Telegrammi di V. E. 1036 e 1042 (1).

Nulla si sa qui finora delle pratiche Governo svedese. Miei colleghi di Francia e Inghilterra e Russia non ne sono informati e non hanno avuto in proposito nessuna comunicazione dal proprio Governo. In assenza del ministro di Stato, che si trova Santander, indagini non sono facili. Ritelegraferò in argomento fra qualche giorno (2).

827

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2939/126. Copenaghen, 10 agosto 1917, ore 15 (per. ore 23,15).

Telegramma di V. E. n. 1042. Dopo un colloquio con questo direttore degli affari politici posso piena

mente confermare informazioni date col mio tel. n. 124 (1). Ministro degli Affari Esteri svedese ha soltanto invitato Spagna, Olanda e Svizzera, anche a nome Danimarca e Norvegia a discutere sulla opportunità epoca, luogo e programma di una conferenza di neutri aventi lo scopo di ..... (2) interessi comuni. Fra gli argomenti della conferenza vi sarebbero: navigazione neutra in tempo di guerra, navigazione sottomarina, navigazione aerea. Ignorasi qui se qualche risposta sia già arrivata, ma non sembra probabile. Entrata in guerra degli Stati Uniti ha aumentato le difficoltà dei neutri e quindi fa sentire loro maggiormente il bisogno di aiuto a vicenda. Ma non sembra che la conferenza avrebbe per scopo principale un'azione solidale di resistenza dei neutri al programma ,economico politico bellico degli Stati Uniti (3).

(l) -Il t. 1036 non è pubblicato. Il t. 1042 è la ritrasmissione a Londra, Parigi, Madrid, Berna, Copenaghen e Stoccolma del n. 807. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Stoccolma, Berna, Cristiania e Copenaghen con t. 1060 del 12 agosto.
828

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 1311 bis. Torino, 11 agosto 1917, ore 11,30.

(Solo Atene) Telegramma di V.S. n. 290 (1).

(Solo Corfù) Telegramma di V.S. n. 105 (1).

Alla conferenza di Parigi feci osservare che l'importanza della occupazione militare di Corfù è considerevole anche per l'utilizzazione della strada di Santi Quaranta: in seguito a che fu deliberata la risoluzione che le tre potenze alleate potranno conservare durante la guerra una occupazione navale • e militare • dell'isola beninteso restando Corfù sotto la sovranità greca.

829

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A TORINO

T. 146. Roma, 11 agosto 1917, ore 15.

Rodd è venuto or ora a dirmi che posdomani lunedì sarà resa di pubblica ragione la notizia che Governo britannico ha deciso di rifiutare il passaporto per la conferenza di Stoccolma. Rodd desidererebbe sapere possibilmente prima di lunedì se Governo italiano ha intenzione di fare altrettanto. Ciò faciliterebbe molto il Governo britannico. Prego telegrafarmi che cosa debbo rispondere a Rodd. Di quanto precede ho informato S.E. Orlando.

t. -1061 del 12 agosto.
(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Madrid, Berna, Stoccolma, Cristiana e L'Aja con
830

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. 1059. Roma, 11 agosto 1917, ore 15.

(Per Addis Abeba) Mio telegramma n. 1030 (1).

(Per Parigi Londra) Riferendomi mio telegramma 1043 (1).

(Per tutti) Confermo R. Governo contrario condizioni poste da Governo etiopico e specialmente all'acquisto 30 mila fucili Gras e sei milioni cartucce.

831

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BOSELLI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, A FIUGGI

(ACS, Presidenza del Consiglio, Guerra mondiale)

.T. 220. [Roma], 11 agosto 1917, ore 18,30 .

Borsarelli ti comunicò desiderio Rodd. Sonnino ed io saremmo per assecondarlo. Ove anche tu consenta ti preghiamo fare relativo comunicato alla Stefani.

Prego telegrafarmi tua risoluzione.

Sonnino parte stasera per Udine. Io andrò mercoledì e sarà meco Bissolati che fu ospite ed è ,in personale conoscenza con Poincaré, col quale sarà solo Bourgeois (2).

832

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1313. Roma, 11 agosto 1917, ore 21,30.

Mio tel. n. 1300 (3).

In data del 10 corrente il R. ministro ad Atene telegrafa quanto segue:

• Gab. 290. Osservazione fatta da Sforza coincide con quanto esposi col mio tel. 278 (3). Non è dubbio che le basi navali franco-inglesi in Grecia tengono in mano il paese altrettanto e forse più che non l'occupazione territoriale. Ho telegrafato quanto precede a Udine •.

(l) -Non pubblicati: Il Ministero delle Colonie è assolutamente contrario a qualsiasi concessione di armi e munizioni al Governo etiopico. (2) -La minuta del telegramma è di pugno di Boselli. (3) -Non pubblicato.
833

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2960/781. Pietrogrado, 11 agosto 1917, ore 12,30 (per. ore 7,25 del 12).

8 agosto.

In un appello alla nazione Kerensky dichiara che la patria minacciata di rovina dalla disfatta militare e dal disordine interno non può essere salvata che dagli eroici concordi sforzi dei suoi figli. Soltanto un ferreo potere assecondato dalla abnegazione di tutta la nazione può farla liberare dal nemico e farla risorgere. Il Governo, penetrato del suo sacro dovere non indietreggerà dinanzi a nessun ostacolo per condurre degnamente a termine la lotta presente, dalla quale dipende l'avvenire della patria, e invoca unione di tutte le forze nazionali per la salvezza della Russia e la riabilitazione del suo onore macchiato dal tradimento e dalla viltà.

834

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2961/782. Pietrogrado, 11 agosto 1917, ore 12,30 (per. ore 7,33 del 12).

8 agosto.

Il Giornale ufficiale pubblica il progetto di legge P€r le elezioni alla Costituente. Le elezioni dovranno farsi in bane al suffragio universale con votazione a scrutinio segreto. Il diritto elettorale spetta anche alle donne. Le elezioni saranno dirette da speciali commissioni istituite nelle circoscrizioni distretti capitali (Mosca, Pietrogrado) città, municipi urbani e rurali, e zemtvo. I candidati verranno presentati per liste.

835

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A UDINE (l)

T. 1162 bis/235. Parigi, 11 agosto 1917, ore 17,45 (per. il 12).

In conformità degli ordini ricevuti e salvo ordini contrari di V. E. rimetterò lunedì a questo Governo nota circa Asia Minore. Ad ogni buon fine ne trascrivo qui appresso testo:

• ... Conformément aux ordres reçus j'ai l'honneur de notifier à V. E. le consentement du Gouvernement de S. M. aux disposHions suivantes dans le mémorandum de Londres du 8 Aoiìt 1917 reproduisant les résultats des conversations sur l'Asie Mineure tenues à Saint Jean de Maurienne •.

Segue testo completo del memorandum con seguente modificazione all'ar

ticolo 9: • Il est entendu que les prés·entes dispositions ecc. ecc. •.

En priant V. E. de me faire l'honneur d'une réponse énonçante formelle

ment l'adhésion du Gouvernement de la République aux dispositions ci

dessus... (1).

(l) Sonnino si trovava ad Udine per incontrarsi con Poincaré.

836

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2988/471. Berna, 11 agosto 1917 (per. il 14).

Telegramma di V. E. n. 1048 (2).

Già da parecchie settimane era giunta qui la voce di un prossimo possibile richiamo del Signor Beau. Si indicava il Cambon come suo successore. Vidi recentemente questo ambasciatore di Francia al suo ritorno da Parigi dove si ·era trattenuto circa due settimane. Egli mi disse che l'origine di queste voci doveva ricercarsi negli attacchi cui era stato fatto segno in seno aUa commissione del bilancio degli Affari Esteri. I suoi oppositori lo avevano dipinto come uomo poco energico e troppo ligio al Consiglio Federale. Gli era però riuscito di difendersi da tali accuse e di dimostrare così al Ribot come al Leygues che la linea d'azione conciliante seguita così da lui come dal suo collega italiano a Berna aveva solo potuto evitare che si producessero incidenti e si inasprissero dissidi estr·emamente pericolosi per le loro incalcolabili conseguenze, ottenendo invece che le relazioni fra i tre paesi fossero, malgrado la difficoltà dei tempi, sensibilmente migliorate. Il Signor Beau credeva di vedere in fondo a questa campagna la mano del Foreign Office, o almeno di quel partito ivi imperante che vorrebbe far sentire sempl'e la voce grossa... (3) massimamente verso i deboli ed i piccoli e subordinare qualsiasi altra considerazione alle necessità del blocco.

Quanto alla sua permanenza qui disse di aver l'impr·essione che la burrasca si fosse per ora dileguata ma che ad ogni modo egli rimaneva colle • malles bouclées • sapendo che ogni posto diplomatico, massime in questi tempi, poteva considerarsi come una • boite à surprise •.

837

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3033/788. Pietrogrado, 11 agosto 1917, ore 10 (per. ore 14,25 del 17).

Giornale Dielo Naroda scrive che in nessun paese come in Italia la rivoluzione russa è stata accolta favorevolmente, ma che i... (3) dirigenti italiani

cercano di nascondere il vero stato della rivoluzione, censurando severamente telegrammi e notizie provenienti dalla Russia. Il giornale, dopo avere descritto il contegno del partito socialista ufficiale italiano e dell'Avanti, rileva con compiacimento che, malgrado censura e sforzi del Governo ... (l) improntati principi rivoluzione russa viene sparso largamente in Italia, e conclude dicendo che i socialisti italiani ... (l) comprendendo l'ideale della rivoluzione russa, attendono la pace non dalla distruzione della Germania, ma dalla organizzazione del movimento rivoluzionario di tutti i proletariati contro la guerra e dal lavoro della confederazione internazionale socialista.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1314 bis/l del 12 agosto, da Udine. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato.
838

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1593/183. Atene, 11 agosto 1917.

Coi miei telegrammi di gabinetto n. 281 (2), 285 (3) e 289 (2) ho segnalato all'E. V. le cose più importanti, per noi, dette e fatte dalla Camera EUenica dopo la sua convocazione. Trasmetto qui unito, in estratto dai giornali di lingua francese, i resoconti delle sedute più importanti. In modo speciale, V. E. vi troverà il testo del discorso della Corona e quello delle dichiarazioni fatte da Venizelos relativamente all'ammissione alla camera dei deputati deil'Epiro del nord (4).

Continua e continuerà ancora per qualche tempo questa specie di commedia costituzionale iscenata da Venizelos coll'aiuto dei francesi. L'opposizione vi sta fornendo un nuovo esempio del triste abbassamento morale in cui è caduto il paese, in quanto che essa non ha né il coraggio di astenersi né quello di parlare. Del resto l'incidente dell'intervento del Gyparis a interrompere la parola al Sokolis è stato un monHo eloquente per quei deputati che si credessero lecito, sotto il regime della libertà franco-venizelista, di esprimeve chiaramente i propri concetti.

Altro atto della commedia si è la reticenza che il governo forzatamente mantiene per tutto ciò che riguarda la mobilitazione generale del paese, ed anche il puro e semplice appello delle due classi prescritte dalla Costituzione. A distogliere l'attenzione del paese ed anche, e forse specialmente, delle pubbliche opinioni in Francia ed in Inghilterra da questo punto che dovrebbe essere principalissimo, si inventano ogni giorno nuove questioni per ribadire il concetto che Venizelos ha salvato la Grecia dalle grinfie della Germania. Nel mio rapporto n. 174 ho già riferito intorno al chiasso menato a proposito della gran scoperta fatta dai venizelisti, di un prestito conchiuso dal gabinetto Scouloudis

in Germania. Negli estratti di giornali qui acclusi V. E. troverà nuovi particolari su questa questione. Quel prestito era il segreto di Pulcinella; e gli uomini di finanza venizelisti sono evidentemente in mala fede quando mostrano di meravigliarsene, perché altrimenti dovrebbero spiegarci con quali misteriosi mezzi lo stato greco ha potuto vivere per tanti mesi, mantenendo una inutile mobilitazione che non costava meno di mezzo milione al giorno. Quando vengano meno notizie sensazionali come quella del prestito, o come quell'altra (dovuta poi smentire pochi giorni dopo) della corrispondenza fra il re Costantino ed il kaiser sequestrata nella valigia del famigerato segretario di legazione Monferratos, si ha ricorso nella camera gveca ad attacchi personali, come quello fierissimo menato dal deputato Melas contro il principe Ypsilanti, scudiere di Corte. In sostanza si cerca di far gran chiasso per nascondere il vuoto spaventoso che si apre sotto i passi del governo venizelista. Nella capitale si può anche farsi qualche illusione; ma tutte le notizie che giungono dalla provincia, dal Peloponneso, dall'Acarnania, dall'Epiro, dalla Tessaglia sono concordi nell'affermare che l'opera di rappacificazione è ben lontana dall'essere compiuta, anzi si direbbe dall'essere iniziata. A misura che si allontana il ricordo delle inaudite violenze ed intimidazioni del signor Jonnart, rinasce il coraggio e la speranza nel partito realista cui oggi, come due mesi fa, resta fedele la grande maggàoranza del paese, in quanto che esso risponde al solo ed unico e costante desiderio e proposito del popolo greco che è quello di non battersi. Quale sarà la soluzione di questa singolare condizione di cose, io non vorrei arrischiarmi a prevedere. Ignoro con quale intensità la Francia e l'Inghilterra si prepar,ino ad esigere dal loro grande amico e protetto il compimento delle di lui promesse. Segni di malumore non mancano oramai; ché diplomatici ed ufficiali francesi qui residenti cominciano, a quanto mi pare di poter scorgere, a tornare al senso della realtà. Soprattutto gli inglesi appaiono impazientissimi di poter realizzare il loro grande desiderio che è quello di ritirare i propri con

tingenti dal fronte macedone per servirsene altrove, sostituendoli con forze greche. D'altra parte l'affrettata rovina di tutto un edifizio di controlli che si è voluto sacrificare all'unico scopo di dare a Venizelos la soddisfazione di poter dichiarare alla camera che quelle misure vessatorie non erano indirizzate contro la Greoia, ma contro il traditore Costantino, comincia a preoccupare il buon senso britannico che lentamente si persuade del fatto che spie contrabbandieri e canaglie imperversano in Grecia anche sotto il governo di Venizelos. Vorrebbero quindi gli inglesi riprendere con una mano ciò che hanno ceduto coll'altra, ma è un'operazione difficile che urta le suscettibilità dei venizelisti, i quali non possono comprendere come tanta sfiducia succeda immediatamente a tanto favore.

In sostanza, gli inglesi si accorgono di essere stati ingannati. Ugualmente

credo se ne accorgono i francesi ma, avendo la coscienza di essere stati com

plici dell'inganno, vanno più a rilento nel confessarlo sia a parole sia col pren

dere, o col consentire agli inglesi, quelle misure che valgano in qualche modo

a riparare al mal fatto. Da tutto ciò V. E. potrà facilmente dedurre quale caos,

quale spaventosa confusione, maggiore ancora di quella che vigeva sotto i re

gimi precedenti, domini nella Grecia del re Alessandro e di Venizelos. A noi

ciò poco importa, e quanto succede qui non può che darci l'amara soddisfa

zione di non esserci insieme agli altri ingannati. Ma vedere i nostri Alleati, in mezzo alle gravi difficoltà di ordine generale che nessuna persona di buon senso può mettere in dubbio al momento presente, arrabbattarsi per trarre ancora qualche cosa di buono da questo paese, è uno spettacolo veramente troppo triste e sconsolante. Si lasci una buona volta Venizelos e i suoi amici e nemici continuare la loro commedia che non diverte nemmeno più nessuno; e si abbandonino nella lotta presente i non valori e quegli alleati che non recano forze ma soltanto inaudito orgoglio e sterminate pretese!

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 781. (4) -Mancano gli allegati.
839

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A UDINE

T. 148. Roma, 12 agosto 1917, ore 11.

S. E. Scialoja da me informato che, secondo un telegramma di Sforza, il noto Trumbic partiva ieri da Corfù diretto in Italia mi prega comunicare a

V. E. quanto segue:

• Riterrei conveniente che tu volessi dare disposizioni necessarie perché in occasione venuta dott. Trumbic Roma siano evitate manif,estazioni o dichiarazioni inopportune di qualunque specie. Scialoja •.

840

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. Fiuggi, 12 agosto 1917, ore 14,45.

Se ragione desiderio ambasciatore d'Inghilterra consiste nel rafforzare l'atto di politica interna per mezzo di una solidarietà con gli alleati, non potrei non osservare che tale ragione assai più varrebbe per noi, data la situazione, che tu ben conosci. Ho sempre pensato che la decisione dei Governi alleati dovesse servire a creare imbarazzi per noi [sic] una pregiudiziale nel senso di aderire con loro. A parte questa premessa generale, osservo in particolare che questione fu dibattuta in un Consiglio dei ministri verso fine giugno e fin da allora prevalse opinione diversa contraria al rilascio dei passaporti. Capisco che si possa dare una pubblicità ritardata a tale dichiarazione ma non capisco come si possa fare un comunicato quando manca il fatto nuovo che esso dovrebbe presupporre dato che in questo momento nessuno mi ha chiesto passaporto Stoccolma e il rifiuto non potrebbe in nessun caso provenire da me solo trattandosi evidentemente di una questione di politica generale. Esposto così il mio pensiero e le ragioni su cui riposa, deferisco a te se e come fare il comunicato. Nell'ipotesi affermativa tu potresti telegrafarlo direttamente al tuo Gabinetto o servirti del mio come meglio crederai.

841

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. UU. 1314 bis/l. Udine, 12 agosto 1917, ore 23,30.

(Solo Londra) R. incaricato d'affari a Parigi telegrafa quanto segue:

• In conformità agli ordini ecc. ecc. (come nel telegramma n. 235) •. Ho risposto a Ruspoli quanto segue: (Solo Parigi) Telegramma di V. S. n. 235 (1). (Per tutti) Nella lettera di approvazione V. S. dovrà riprodurre testo in

tegrale contenuto nell'dntestazione del memor;andum consegnatole da m~; e cioè dopo parole • du 8 aoiìt 1917 reproduisant les résultats des conversations • far seguire le seguenti • tenues entre les Gouvernements de France de Grande Bretagne et d'Italie à St. J ean de Maurienne et dans les conférences ultérieures rélativement à l'Asie Mineure • sopprimendo quelle incomplete riferite nel suo telegramma suddetto.

Sta bene modifica all'articolo 9 e chiusa.

842

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, MARCHETTI FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 758/156. Tokio, 12 agosto 1917.

Sugli scopi politici prec.isi della missione affidata al Visconte Ishii presso il Governo degli Stati Uniti, si è mantenuto e si mantiene nelle alte sfere dirigenti giapponesi il più assoluto riserbo.

Ho tuttav,ia ragione di credere che uno dei precipui fra questi scopi sia

di ottenere dal Governo di Washington l'abrogazione del così detto (Root-Ta

kahira Agreement •, che dovrebbe essere sostituito da un nuovo accordo, o

almeno l'aggiunta di alcune clausole modificanti l'accordo surriferito.

Il • Root-Takahira Agreement •, stipulato nel 1908, riguarda la questione

del mantenimento dello • status quo • nell'Oceano Pacifico, quale al momento

della sua conclusione, e la • Equa1ity of commercia! opportunity • in Cina.

Secondo il punto di vista giapponese, la presente guerra mondiale ha già

talmente cambiato la situazione delle cose da render nullo l' • Agreement • in

parola.

Se infatti alla fine dell'attuale conflitto la Germania dovesse ritenere le

colonie che possedeva nel Pacifico, l'entrata in guerra degli Stati Uniti e del

Giappone stesso contro la Germania sarebbe stata inutile. Una volta che la

Germania avesse riguadagnato il prestigio che ha perduto in quell'oceano, le

basterebbe di stabilire in quelle piaghe riconquistate una base di sottomarini

(ll Cfr. n. 835.

per minacciare di distruzione il commercio fra gli Stati Uniti e il Giappone.

Naturalmente la politica nipponica non vede che una soluzione possibile per ovviare a tale minaccia: quella cioè che il Governo di Washington consenta al Giappone medesimo di conservare le isole già tedesche nel Pacifico, attualmente occupate dalla sua marina.

843

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1316 bis/2. Udine, 13 agosto 1917, ore 11,50.

Ricevo da Roma seguente telegramma: • Ministro dell'Interno mi prega comunicare V. E. quanto segue: "Sono riuscito avere il testo di un appello alla pace che il Papa ha diramato ieri ai capi di Stato; per gli Stati non in relazione col Papa la partecipazione è fatta dal Re d'Inghilterra per Stati Intesa, dall'Imperatore di Germania per gli Imperi Centrali.

Documento doveva ieri sera essere pervenuto. Documento scritto in francese occupa quattro pagine ottavo grande. Il Papa incomincia dal rivendicare i seguenti scopi propostisi fin da principio conflitto.

l) Perfetta imparzialità verso tutti i belligeranti. 2) Fare il maggiore bene verso tutti senza distinzione di nazionalità, di religione. 3) Nulla mai trascurare per affrettare fine conflitto.

Primo appello fatto per la pace non fu seguito ed il conflitto venne estendendosi a tutto il mondo: le miserie e i dolori cresceranno se lotta prolungandosi al più tardi. In presenza tale sfacelo noi lanciamo di nuovo un grido di pace e rinnoviamo l'invocazione coloro che hanno nelle mani destini delle nazioni. Ma non vogliamo come per il passato !imitarci a termini generali; vogliamo scendere a proposte più concrete e pratiche. Invito Governi accordarsi su seguenti punti che pare debbano essere base pace giusta e durevole lasciando ad essi cura completarli e precisarli. Questi punti sono: sostituire alla forza materiale la forza morale del diritto, accordo per simultanea e reciproca diminuzione armamenti secondo regole e garanzie da stabilirsi, nella misura necessaria per mantener,e ordine pubblico. Poscia sostituire agli eserciti arbitrato secondo norme sanzioni da fissarsi. Assicurare vie comunicazione fra i popoli regolandosi vera libertà comunicazioni dei mari. Condono intero e reciproco per il risarcimento dei danni e spese di guerra, salvo a pesare con giustizia ed equità qualche particolare ragione in casi particolari qualora ve ne siano come è il caso pel Belgio.

Restituzione dei territori attualmente occupati quindi evacuazione totale Belgio con garanzia piena indipendenza politica, militare economica; evacua

zione territori francesi; restituzione colonie tedesche. Esaminare con disposizioni conciliative le questioni territoriali come per esempio quelle fra Austria, Italia, Germania e Francia, tenendo conto nella misura del giusto e del possibile delle aspirazioni dei popoli e coordinando interessi particolari al bene generale società umana. Esaminare stesso spirito giustizia questioni territoriali politiche relative Armenia, Stati Balcanici, territori facenti parte antico nobile Regno di Polonia. Queste le basi sulle quali noi crediamo debbano fondarsi future riorganizzazioni dei popoli. Finisce appello con invocazione calorosa invitando fine massacro inutile " ».

Senza prendere iniziativa conversazioni in proposito costà, pregola telegrafarmi accoglienza codesto Governo al passo del Papa.

844

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, E AL COMANDO MILITARE DI VALONA

T. GAB. 1318 bis/4. Udine, 13 agosto 1917.

(Meno Comando Valona) Comando Valona telegrafa quanto segue: • Giornale Nea Imera ecc. ecc. (come nel telegramma 9394) (1). (Solo Comando Valona) Telegramma di V. E. circa pubblicazione Nea Imera del 3 agosto.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti). Decreto Reale suaccennato sarebbe contrario a delimitazione Albania segnata dall'atto di Firenze che è stato implicitamente di nuovo riconosciuto dalla conferenza di Parigi fino a nuove deliberaz,ioni europee. Prego fare intendere a Venizelos che non ammettiamo alcuna amministrazione greca nei territorii da noi occupati a nord del confine di Firenze e che anche un decreto greco che disconoscesse questo principio, statuendo su territori albanesi a nord di detto confine potrebbe pregiudicare nostro accordo con Grecia confermato alla conferenza di Parigi ove fu ammessa amministrazione civile greca nel solo territorio compreso nel triangolo Arinista Kalibaki Melisopetra.

845

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 190. L'Aja, 13 agosto 1917.

È giunta qui sabato scorso comunicazione Governo svedese che sarà esaminata mercoledì prossimo nella riunione abituale del Consiglio dei Ministri.

Questo ministro degli Affari Esteri mi sembrò molto scettico riguardo riuscita tale iniziativa e molto esitante associarvisi, ciò che non mi ha sorpreso avendo io più volte segnalato a V. E. la ritros·ia di questo Governo ad impegnarsi ed a par·tecipare azione collettiva. Sembra escluso trattarsi di proposta di azione solidale dei neutri al programma economico politico bellico Stati Uniti (1).

(l) Non pubblicato.

846

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2164 bis/41. Madrid, 13 agosto 1917, ore 15 (per. ore 9 del 14).

Ambasciatore degli Stati Uniti che ha visto ultimamente Re Alfonso a Santander mi ha riferito confidenzialmente che S. M. il Re gli ha detto che il Governo germanico farà fra pochi mesi nuove proposte di pace con basi concrete che sarebbero le seguenti:

Costituzione Alsazia-Lorena in regno separato con sovrano da designarsi di comune accordo fra i belligeranti o da potenze neutrali.

Regno indipendente di Polonia con un sovrano eletto stesse condizioni.

Ricostituzione Belgio contro restituzione colonie tedesche.

Ricostituz,ione Serbia con un porto sull'Adriatico.

Cessione di qualche territorio romeno a favore Germania (forse S. M. il Re voleva dire Austria-Ungheria). Non parlò dell'Italia nè dell'Austria-Ungheria. Nell'apprezzare questa manifestazione di S. M. conviene non dimenticare

che egli sogna sempre di farsi mediatore ed usa talvolta parlare alla leggera. Esse hanno però importanza perché egli parlava certo, e tale è anche impressione del mio collega, dietro informazioni e suggestioni venutegli di Germania.

847

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2991/886. Pietrogrado, 13 agosto 1917, ore 10 (per. ore 9,10 del15).

10 agosto.

È stato inaugurato a Pietrogrado il congresso massimalista e l'organizzazione internazionalista. Vi ha destato impressione la dichiarazione di uno dei congressisti asserente che Lenin e Zinoviev trovansi tuttora nei confini Russia e corrispondono col partito massimalista.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1321 del 15 agosto.

1

Campi trincerati da noi occupati: TripoU, Homs, Zuara.

Homs è stretta da vicino dai due campi nemici di Sciugran e di Ras El Hamman; Tripoli è circondato dai campi nemici di Bir et Tueta e Bir Asceba ad est, Zanzur ad ovest e Fondue Bengascir a sud; Zuara è minacciata dal campo di Hum el Halluf. Anche la costa tra Zuara e Tripoli, tra Tripoli e Homs e tra Homs e Sirte è in mano al nemico.

Tutto il resto della Tripolitania è collegato da una catena organica di presidi arabo-turchi: Gadames, Sinaun, Nalut, Yefren, Gharian, Azizia, Zauia, Tarhuna, el Gusbat, Sliten, Misurata, Beni Ulid; e dai campi di mehalle ribelli di Taorga, di Bir Huca, degli Orfella indipendenti, di Bungeim e di Sirte.

2

Nella Tripolitania orientale, zona di Misurata, secondo dirette sicure informazioni del Cl!pitano Barnato e dei prigionieri evasi e secondo le informazioni di codesto Governo, si è andata formando una vera organizzazione turca col binomio Nury-Ramadan es Sceteui, e, nonostante le denegazioni di cui mio telegramma 4464 del 14 luglio s., con periodici approdi di sottomarini intensificatisi dal maggio in poi, e con sbarchi di armi, compresi cannoni, mitragliatrici, munizioni, ufficiali turchi e tedeschi, molto denaro e stazione radiotelegrafica ormai funzionante a Misurata in comunicazione con Costantinopoli, come risulta da mio telegramma del 6 corrente n. 1916. Nury, come comandante delle truppe, El Baruni, come Governatore, l'uno e l'altro in nome del Sultano, vanno sempre più acquistando ascendente; e ponendo, in certo modo, argine alla anarchia preesistente che per noi era vantaggiosa, diffondendo largamente moneta turca cartacea, e annunciando arrivo sottomarini, che poi giungono, e entrata di numerosi ufficiali turchi e anche di ufficiali tedeschi, hanno ormai creato una situazione che è per noi moralmente e politicamente molto grave, militarmente, direi, pericolosa, e, ciò che è più grave, dannosa pel dopo guerra.

3

Nella Tripolitania centrale e occidentale, la propaganda di El Baruni con centro ad Azizia ma con base nella situazione gravissima creatasi a Misurata, ha fatto tacere qualsiasi voce a noi amica, e con proclami di cui gli ultimi portano la data del l o e del 4 luglio s. quest'ultimo molto significativo circa l'arrivo in Tripolitania del vessillo ottomano, cerca di attirare a sé anche i capi che, come Sultan ben Sciaban e Jusef Cherbisc, trovansi sotto la nostra diretta protezione.

Verso il confine occidentale, secondo le ultime notizie di fonte ufficiale italiana a Tunisi, il contrabbando si è intensificato a nostro danno e si cerca di rifornire i ribelli di tutta la Tripolitania.

Verso il confine orientale, la Senussia guidata da Ahmed Scerif cerca di far breccia nell'interno della Tripolitania per mantenere viva l'agitazione contro di noi, venendo a patti con il partito turcofilo con la divisione della reciproca sfera di azione nella zona costiera e nell'interno, auspice Nury bey.

4

Questo ben triste quadro che ha il suo centro politico militare nella zona di Misurata, e che andrà sempre più aggravandosi per la lunga assenza di una nostra affermazione in quella zona o nell'interno, desta ora in me due gravi preoccupazioni immediate, una di natura locale, l'altra di natura internazionale.

La prima riguarda la minaccia che io vedo addossarsi contro tutta la Colonia con rifornimenti di armi, di munizioni e di personale direttivo, e specialmente contro Homs sia con la costituzione del nuovo campo a Ras el Hamman, sia con gli apparati bellici che si sono riuniti e vanno riunendosi a Misurata e che non sembra debbano avere fine a se stessi, cioè alla sola difesa di Misurata contro eventuali nostri attacchi.

La seconda, adombrata nei telegrammi del R. Agente e dell'Addetto Militare al Cairo comunicati all'E.V. il 5 e il 6 corrente nn. 4912 e 4916, riguarda il fatto che a Misurata innanzi ai nostri occhi si è costituita una base di sommergibili nemici con stazione radiotelegrafica che minaccia non solo le nostre comunicazioni ma anche la navigazione degli alleati.

Prego V.E. volermi fornire i dati necessarii per rispondere alla R. Agenzia al Cairo per mezzo del Ministero Esteri.

5

Noi abbiamo in Tripolitania, nei tre campi trincerati, oltre le bande, circa ventinovemila uomini, centotrentaquattro pezzi, cinquantasei mitragliatrici, dieci aeroplani, automobili blindate, e altri mezzi bellici. Abbiamo in Cirenaica una buona situazione conseguenza dell'accordo con Idrts, oltre trentaseimila uomini, centocinquantaquattro pezzi, quarantaquattro mitragliatrici, dieci aeroplani ecc.: in complesso in Libia abbiamo oltre sessantacinquemila uomini; duecentottantotto pezzi, cento mitragliatrici, venti aeroplani e altri mezzi bellici per difendere, in Tripolitania, circa novantamila sottomessi, e, in Cirenaica, prima dell'accordo con Idris, circa sessantamila, contro un nemico che, in Tripolitania, non sembra possa mettere in armi più di otto o nove mila uomini frastagliati nelle diverse regioni e con poca e mal servita artiglieria, e in Cirenaica, un numero di armati di gran lunga inferiore senza la possibilità, nell'una e nel'altra colonia, di una notevole riunione di forze in un sol punto come dimostra tutta la storia della nostra occupazione della Tripolitania e della Cirenaica.

Io, come già altre volte dacché sono a questo posto, ho voluto esporre la situazione politico militare quale mi risulta dai dati forniti da codesto Governo. Non dò suggerimenti di ordine militare che sfuggono completamente alla mia competenza e che, in ogni caso, debbono essere lasciati alla iniziativa del Governatore senza pressioni o suggestioni del Governo Centrale.

Dal punto di vista politico, però, nella mia responsabilità, mi incombe il preciso dovere di ricordare anche qui tutti i precedenti della mia corrispondenza da quando io sono al Ministero delle Colonie, e tutti i miei sforzi per mantenere anzi accrescere la efficienza bellica della colonia e per impedire l'aggravarsi della situazione specialmente nella zona di Misurata; e di aprire e fare aprire gli occhi sulla gravissima situazione che si è creata in Tripolitania. Se sommergibili nemici continueranno indisturbati a sbarcare ufficiali, armi, munizioni, denaro e in seguito forse anche aereoplani, non soltanto Misurata sarà consolidata in forte campo nemico, ma sarà seriamente minacciata la colonia anche nei tre punti che noi occupiamo circondati strettamente da tutte le parti da ribelli locali e da nemici esterni.

Io, riferendomi a recenti nostri colloquii, chiedo alla E. V. di farmi conoscere quale sia, tenuto conto della buona situazione in Cirenaica, il programma immediato e mediato del Governo della colonia per riparare allo stato di cose minaccioso per essa e che ha ormai attirato l'attenzione degli alleati.

849

IL CAPO DEL DIPARTIMENTO ORIENTALE E DI GUERRA DEL FOREIGN OFFICE, CLERK, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. Londra, 13 agosto 1917.

With reference to our conversation this afternoon, I enclose a suggested text of the Note in which we should reply to Your Exoellency's Note embodying the Asia Minor memorandum. I have submitted this draft to Lord Robert Cecii, who concurs in its terms.

As regards the text of Your Excellency's proposed Note, which you were so good as to shew me this afternoon, I am sorry •to seem pedantic, but I cannot change my view that the Note is perfectly clear if the words • contenues dans le memorandum de Londres du 8 Aout, 1917 "• are omitted, but that if they are retained, the Note, which is to be a State document of a most formai nature, is made to refer to a paper, presumably also a State document, which in point of fact does not exist. Suppose that, as may well happen, it becomes necessary to publish this agreement, the first question will be -Where is the Memorandum of London of August 8th, 1917? And all we can produce will be one or two draft projects, with a few alterations ·in blue pencil, and without initial or signature of any kind!

I would venture to add that, in Lord Robert Cecil's opinion, the phrase in Your Excellency's Note -"le consentement du Gouvernement de Sa Majesté" -will very possibly raise an objection on the part of the French, whose contention is that it is not a question of " consent " but " adhesion ", which indeed is the word used in the actual Memorandum. However, that is a point for the French Government to take up, if they wish.

850

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2982/177. Cristiania, 14 agosto 1917, ore 1,20 (per. ore 16).

Ulteriori mie indagini confermerebbero le informazioni preliminari riferite col mio tel. n. 170 (1).

La questione della conferenza dei neutri fu durante mese luglio oggetto di esame in varie riunioni del Consiglio dei Ministri norvegese il quale pare decidesse di aderirvi in principio, ma nel fatto a condizioni che tutti gli Stati neutrali vi partecipassero.

Mentre le motivazioni contenute nel promemoria svedese ed enunciate nelle dichiarazioni personali di uomini di Stato scandinavi sembrano dovere riguardarsi come la versione ufficiale degli scopi della conferenza si ha qui fondato motivo per ritenere che l'intimo e principale obiettivo è Quello di provarsi a far argine all'attuazione del programma economico, politico bellico degli Stati Uniti d'America, questione che più urge ed interessa ai neutri europei ed in ispecie agli scandinavi. Del resto la stampa norvegese ne ha trattato apertamente senza seguissero smentite. Come mi viene riferito da fonte degna di fede Spagna avrebbe fatto intendere che essa non desidera partecipare alla progettata conferenza. Il che è verosimile data la sua posizione più indipendente e migliore di fronte alle esigenze del programma nord-americano. Olanda e Svizzera sarebbero piuttosto tiepide riguardo all'iniziativa svedese.

Per ora sembrerebbe il caso di stare a vedere se conferenza dei neutri finirà per essere semplicemente scandinava o se non avrà luogo del tutto (2).

851

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A UDINE

T. GAB. 2170bis/237. Parigi, 14 agosto 1917, ore 14,14 (per. ore 17,35),

Questo Ministero Affari Esteri mi comunica seguente telegramma che Fasciatti ha pregato suo collega francese far pervenire al R. Governo:

« Essendo stato informato che in caso evacuazione governo romeno in Russia Presidente del Consiglio dei Ministri Ministro degli Affari Esteri resterebbe col Re nel territorio romeno fino all'ultimo momento. Ministri d'Inghilterra, Francia e Italia ritengono necessario unirsi ad esso. In questa eventualità tutto il personale delle loro legazioni e loro famiglie sarebbero evacuati prima col resto del Governo e corpo diplomatico.

Questa soluzione sarebbe conforme desiderio Presidente del Consiglio dei Ministri come anche del Re e Regina la quale ha deciso restare presso Sovrano dopo partenza figli. Pvego V. E. farmi conoscere telegraficamente se approva questo modo di vedere •.

(l) -Cfr. n. 807. (2) -Ritrasmesso a Londra. Madrid, Parigi, e alle legazioni di Berna, Copenaghen, L'Aja e Stoccolma con t. 1085 del 14 agosto.
852

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2993/790. Pietrogrado, 14 agosto 1917, ore 4,30 (per. ore 10 del 15).

11 agosto.

Gavinkov nominato gerente dei Ministeri Guerra e Marina ha dichiarato alla stampa suo primo dovere essere il ristabilimento disciplina di ferro nell'esercito e perciò l'istituz,ione di commissari al fronte doversi far dipendere dal Governo anziché dal comitato esecutivo. Occorre inoltre, egli disse, sbarazzare il Comando Supremo dagli incapaci e aprire una lotta implacabile contro gli elementi disorganizzatori, appart,engano essi al massimalismo o alla banda nera.

853

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2995/791. Pietrogrado, 14 agosto 1917, ore 8,30 (per. ore 10 del 15).

11 agosto.

La Procura governativa presso il Santo Sinodo è stata stabilita. Venne creato un Ministero dei Culti. A questo proposito va ricordato che il Governo provvisorio ha soppresso tutte limitazioni di libertà riguardanti la Chiesa cattolica romana ed unita riservandosi soltanto il controllo sulla loro legalità.

854

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2992/272. Stoccolma, 14 agosto 1917, ore 12,50 (per. ore 15 del 15).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto nei termini più espliciti che la progettata conferenza dei neutri non riguarda affatto questioni relative guerra (sottomarini, blocc·o, navigazione aerea, politica economica degli Stati Uniti d'America), che essa non si occuperà nemmeno menomamente di tentativi di mediazione fra belligeranti, che non tende ad ottenere intervento dei neutri ai negoziati di pace veri e propri i quali dovranno regolare le questioni politiche e territoriali sollevate dalla guerra. Scopo esclusivo della conferenza sarebbe

di stabilire una intesa per ottenere ammissione dei neutri alla elaborazione delle nuove norme di diritto internazionale che potesse aver luogo sia durante negoziati di pace sia più tardi e forse anche di procedere ad un lavoro preparatorio per la revisione delle convenzioni internazionali in vigore prima della guerra attuale.

Mi risulta perfino che i governi danese e norvegese se non ebbero comunicazione preventiva del testo del memorandum svedese (il quale del resto non fa che riprodune i processi verbali relativi ai convegni di Cristiania e Stoccolma) furono presentiti per mezzo di questo loro rappresentante circa consegna di esso e vi consentirono. Nessuno dei tre Governi a cui memorandum svedese è stato inviato ha finora risposto. Voce corsa a Cristiania circa risposta del Governo spagnuolo è stata probabilmente originata dal fatto che questo ministro di Spagna sembra aver detto qui a titolo personale ritenere Madrid più specialmente adatta come sede di una eventuale conferenza perché tutti gli stati neutrali dell'America del sud vi sono rappresentati (1).

855

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2197/335. Pietrogrado, 14 agosto 1917, ore 21,40 (per. ore 15,30 del 17).

Mi consta che cinque giorni or sono il Governo inglese pel tramite dell'ambasciata russa a Londra domandò al Governo provvisorio quale fosse il suo atteggiamento di fronte all'iniziativa dei Soviet per la convocazione della conferenza socialista di Stoccolma. Kerensky fece rispondere che il Governo provvisorio la considerava come azione d'un partito e se ne disinteressava. Tale risposta fu comunicata da Lloyd George a Henderson il quale ciò nondimeno continuò la sua campagna per l'intervento a detta conferenza sostenendo che

il governo russo vi era favorevole e che conveniva aiutarlo. Da tale questione avrebbero avuto origine immediata le dimissioni di Henderson. Questi poi avrebbe scontentato anche i rappresentanti dei Soviet con l'..... (2) che le decisioni della conferenza non creassero l'impegno per i membri di essa di influire sull'opinione pubblica e sui Gov,erni dei rispettivi paesi per farle da essa accettare.

Il grande zelo spiegato da Henderson per la conferenza sarebbe definitivamente determinato dalle cause accennate nel mio telegramma di ieri gabinetto

'

n. 333 (3). Egli aspirerebbe ad una parte primaria nella elaborazione delle basi della futura pace in seno alla conferenza e perciò sostiene che alla democrazia più che alla diplomazia dei Governi spetta il compito di fissare le linee della pace (4).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Madrid, Parigi e alle Legazioni in Berna, Copenaghen e Cristiania, con t. 1088 del 15 agosto. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Non pubblicato. (4) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1342 del 18 agosto.
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RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

RISERVATA. Udine, 14 agosto 1917.

La lettera del Papa circa la pace consiglierebbe di riprendere con l'Inghilterra e Francia la questione delle conversazioni (se non negoziazioni) di quei governi con l'Austria-Ungheria. Sembra evidente l'accordo fra il Papa e le potenze centrali. Il Papa non ha mai perso di vista lo scopo di salvare l'AustriaUngheria, per quanto, secondo faceva affermare, propugnasse anche buone condizioni per l'Italia.

Questa concessione giustificherebbe l'invio di istruzioni ai Regi ambasciatori a Londra e Parigi. I quali dovrebbero far presente a quei governi:

l. -che la mancata partecipazione del nostro sovrano al convegno del re d'Inghilterra e del signor Poincaré nel maggio scorso (l) non liberava i governi alleati dall'obbligo assoluto di comunicarci subito le lettere dell'imperatore di Austria;

2. --che questo obbligo risulta dalla lettera e dallo spirito dei due patti di Londra (2); 3. --la riserva ·espressa dagli alleati all'imperatore Carlo dei diritti e degli interessi d'Italia non muta questo obbligo; 4. --il proposito degli alleati di « indagare » le intenzioni dell'Austria riguardo l'Italia, significa continuare le conversazioni (o negoziati preliminari); 5. --domandare, in conformità dei trattati vigenti, di conoscere il testo delle lettere austriache e di essere tenuti a corrente giorno per giorno dello svolgersi delle conversazioni. Nessuna risposta sia data senza nostra deliberazione e consenso. Riservarci la facoltà di delegare eventualmente persona di nostra fiducia, egualmente a titolo irresponsabile (se tale è il carattere dello scambio d'idee in corso).

I motivi pei quali riterrei opportuna questa direttiva sono i seguenti:

l. -rimettendoci agli alleati per la trattazione di vitali nostri interessi passiamo al grado di alleati secondari;

2. --secondo il tenore stesso della comunicazione fattaci, gli Imperi centrali (poiché è evidente che agiscono d'accordo) intendono impostare un abbinamento fra i nostri postulati adriatici e la questione d'AlsaZJia-Lorena; 3. --si stabilisce per tal modo un assoluto contrasto d'interessi fra Italia e Francia, quest'ultima avendo interesse di transigere il più possibile sulla questione adriatica per ottenere il più possibile dalla parte dell'Alsazia-Lorena. È pure da tener presente che (secondo risulta dalle sedute della Camera francese

in Comitato segreto e da varii recenti articoli di giornali tedeschi e svizz·eri) il governo francese spiegò e giustificò le sue richieste territoriali sul Reno (bacino della Sarre) per il fatto delle richieste territoriali adriatiche dell'Italia. È questo un altro motivo dell'abbinamento predetto;

4. --è essenziale per noi di prendere parte allo svolgimento del negoziato, altrettanto come di conoscerne il risultato. Difatti quando ne conosceremo il risultato sarà assai più difficile ottenere modificazioni, visto che altri interessi, non nostri, avranno trovato il loro assestamento. E chi, se non noi stessi, potrà sostenere le nostre ragioni durante le conversazioni? Non la Francia che ha interessi opposti, e malamente l'Inghilterra la cui posizione rispetto alla Francia è nota. Viceversa, in corso di negoziato, sarà assai più facile avere un appoggio da parte inglese; 5. --a questi motivi si aggiunge l'incognita americana. Gli Stati Uniti non hanno dichiarato guerra all'Austria, ed è noto che le idee colà dominanti circa l'Adviatico non sono rassicuranti per noi. Se, ad un dato momento, gli Stati Uniti avanzassero, anche ufficiosamente, « proposte eque » (comunicato del luglio scorso) e se in quel momento ci trovassero assenti da conversazioni già in corso, potremmo esserne assai danneggiati; 6. --l'opportunità della direttiva suesposta può essere avvalorata o no dalla risposta al seguente quesito: qualora a un dato momento, perdurando le ostilità, il governo francese desse, alle ben conosciute sue influenze in Italia, la parola d'ordine di agire sulla nostra opinione pubblica in senso pacifista, sarebbe in grado il governo italiano di opporsi e di mantene:ve acceso Io spirito di resistenza nel paese? Non credo, ed in tal caso sarebbe giuocoforza sottometterei a quelle conclusioni che ci saranno allora presentate; 7. --pur troppo, a meno di fatti imprevisti, a qualche sacrificio dovremmo consentire. Ma il sacrifiicio potrà essere più o meno considerevole (1).
(l) -Cfr. SoNNINo, Diario, III, cit., sub 27 e 29 maggio. (2) -Si riferisce al memorandum d'intesa del 26 aprile 1915, nel quale erano fissate le condizioni per l'intervento italiano, e all'adesione, data dall'Italia in forma pubblica il 30 novembre 1915, alla dichiarazione anglo-franco-russa del 5 settembre 1914 vietante la pace separata.
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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. 1086. Roma, 15 agosto 1917, ore 15.

(Per Parigi, Londra) R. ambasciatore Madrid telegrafa: (riprodurve 2976/247.

In seguito ....... altri mari).

Prego comunicarmi se codesto Governo accetta questa proposta.

Ho risposto a Madrid.

(Per Madrid) Suo telegramma n. 247 (2).

(Per tutti) Prego verificare se proposta concerne anche navi ospedale ita

liane. In caso negativo occorrerebbe farle comprendere. Se tanto Francia che

Inghilterra aderiranno proposta, siamo per parte nostra disposti accettarla per nostre navi ospedale. Ufficiale marina spagnolo imbarcato su nave ospedale italiana dovrà tenere atteggiamento di perfetta neutralità e dovrà essere mutato il meno possibile. Qualora egli credesse riscontrare irregola11irtà dovrà denunciarle immediatamente anche al comandante della nave.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 271-274.

(2) T. 247 del 13 agosto, non pubblicato. Si tratta di una iniziativa del Re di Spagna, accettata dal Governo germanico, di rispettare le navi-ospedale inglesi e francesi le quali imbarchino un ufficiale di marina spagnolo che faccia fede del loro carico. I francesi hanno accettato e ugualmente si ritiene che faranno gli inglesi.

858

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA. IMPERIALI

T. GAB. 1321 bis/5. Udine, 15 agosto 1917, ore 17,15.

R. incaricato d'affari a Parigi telegrafa quanto segue: Gab. 238 • Margerie a cui ho rimessa la nota relativa all'Asia Minore mi fa osservare che la formula "consentement aux dispositions" e in fine "Adhésion aux dispositions" hanno l'apparenza di un accordo definitivo che è in opposizione con :il fatto che a Londra fu scartato un articolo finale che era stato proposto e che prevedeva in caso di rifiuto o di astensione della Russia il mantenimento definitivo dell'accordo fra le tre potenze Ital>ia, Francia e Inghilterra. Ad evitare che questo punto sia rilevato nella risposta francese egli propone di modificare il testo come appresso: "Conformément à ce qui a été convenu, j'ai l'honneur de communiquer ci-après à V.E. le texte du mémorandum concernant les résultats des conversations tenues entre les Gouvernements de France, Grande Bretagne et Italie à Saint Jean de Maurienne et des conférences ultérieures relativement à l'Asie Mineure etc.

Suit le texte.

Je serais très obligé à V. E. de me faire connaitre si Elle est d'accord avec le Baron Sonnino sur les termes du dit mémorandum auquel aucune publicité ne pourrait ètre donnée que d'accord entre les intéressés".

Margerie mi ha pregato di aggiungere in ultimo il brano relativo alla pubblicità scusandosi di non averlo chiesto prima. Ho risposto che ne avrei riferito a V.E. Ho fatto poi presentire a Margerie le considerazioni espressemi da V.E. circa l'aggiunta che Ribot aveva in animo di fare relativamente alla cartina allegata al memorandum. Margerie mi ha detto che non avrebbe mancato di esporre queste considerazioni a Ribot e di ritenere in ogni modo dovermi assicurare che l'intenz1ione del Presidente del Consiglio non era dettata da alcun sentimento meno che benevolo verso Italia, ma solo da preoccupazione di ordine interno e personale e dalla responsabilità parlamento e opinione pUibblica francese, ritenendo egli opportuno che l'iniziativa che condusse all'abbandono di Smirne risultasse ispirata dall'Inghilterra. Credo di dovere riferire a V.E. che, secondo afferma Margerie, Ribot alla conferenza di Londra, pure accettando la soppressione nel memorandum della frase relativa all'origine della carta presentata da Lloyd George, si sarebbe riservato di farne menzione nella lettera di trasmissione del memorandum ».

Ho risposto a Ruspoli quanto segue: « Sono meravigliato dei continui cambiamenti proposti alla nota già concordata a Londra per approvazione del memo

randum, ma se si trattasse di definitiva redazione e di immediato effettivo scambio di note firmate consentirei alla seguente redazione conforme alla proposta di Margerie con leggere modificazioni: • conformément à ce qui a été convenu j'ai l'honneur de communiquer ci-après à V.E. le texte du memorandum "reproduisant" les ré3ultats des conversations , (segue testo da Lei riprodotto nel suo tel. 238).

Nell'ultimo brano proposto da Margerie dopo le parole "d'accord avec le Baron Sonnino sur les termes du dit memorandum", metterei solo le seguenti "qui devra rester secret" soppdmendovi tutto il resto.

Mi telegrafi a Roma dove sarò domani mattina l'intera redazione della nota definitiva concordata con codesto Governo nei termini da me ora indicati •.

859

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1322 bis. Bologna stazione, 15 agosto 1917, ore 24.

(Per tutti) Mi riferisco al mio telegramma n. 5 da Udine (1).

(Solo Parigi) R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: « (come nel telegramma n. 377 da Londra) • (2). Ho risposto ad Imperiali quanto segue: (Per tutti) Non ho difficoltà ad accettare le modificazioni suggerite da

Clerk (3). Lo scambio di note potrebbe quindi avvenire in base al testo da lui proposto al quale si potrebbe fare un'aggiunta che prescrivesse il segreto del documento.

Prego telegrafarmi il pensiero del Foreign Office. (Solo Londra) Ho telegrafato al R. incaricato d'affari a Parigi quanto segue:

(Per tutti) Nelle sue conversazioni con Margerie ella vorrà tener conto di quanto precede e telegrafarmi il benestare del Governo francese. Per evitare però disparità nei testi pregola, anche dopo intervenuto accordo italafrancese-inglese, attendere a scambiare le note a Parigi di avere il testo preciso che sarà stato scambiato a Londra e che le verrà da me comunicato.

860

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2178/378. Londra, 15 agosto 1917, ore 15,35 (per. ore 6,10 del 16).

Telegramma di V. E. 2 (4) da Udine. Qui con nota verbale Balfour mi ha trasmesso la copia originaìe del noto documento con bollo pontificio e firma del

Papa. Nota britannica aggiunge avere Sua Santità pr~gato questo Sovrano di trasmettere il documento ai capi di quegli Stati belligeranti coi quali la Santa Sede non ha relazioni diplomatiche. Trasmetto il documento per corriere.

(l) -Cfr. n. 858. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 849. (4) -Cfr. n. 843.
861

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2194/173. Janina, 15 agosto 1917, ore 13 (per. ore 16,40 del16).

Ieri questo console di Russia in presenza del console di Romania mi ha detto che se i francesi sgombereranno dai ·territori gveci v·errà la rivoluzione. Aggiunse che il popolo greco si ribella all'idea di far la guerra che non gli può essere imposta a forza.

Rilevò che nel resto della Grecia si ripeterà probabilmente ciò di cui egli stesso fu testimone a Salonicco dove invece di rispondere alla chiamata del Governo provvisorio di Venizelos coloro che avevano obblighi di leva si rifugiarono sulle montagne portando seco le armi.

In vari colloqui il collega di Russia lasciò capire che riteneva opportuno che le nostre truppe non evacuassero l'Epiro perché il nuovo regime greco si dimostra incapace di mantenere l'ordine e la sicurezza pubblica come provano le condizioni del resto dell'Epiro occupato dai venizelisti. Egli giudica come vacillante la posizione di Venizelos. Anche il maggiore realista Ziras del 24" reggimento fanteria, rientrando in questi giorni dal Peloponneso a Prevesa, ha detto al nostro agente consolare che se i francesi lasceranno Atene si avranno colà disordini e ........ (l) sanguinosi.

Mi consta che popolazioni Arta, Carvassarà, Agrinio, e Missolungi sono sempre di sentimenti realisti e che colà nessuno intende rispondere alla chiamata per mobilitazione.

Nel caso che essa sia ordinata tutti sono decisi a rifugiarsi nelle montagne.

Anche in Epiro i contadini non intendono presentarsi alle armi.

Generale Papulas trovasi con 10 uffioiaU villaggio Gavalu pl'esso Agrinion.

Sembra non abbia seco uomini di ·truppa. Maggiore cavalleria greca Varthis,

realista, è stato arrestato 1'11 corrente a Samarina entro le nostre linee e sarà

condotto a Valona. Egli fugge ........ (l) Peloponneso con Tibald e altri ufficiali

che non vollero riconoscere nuovo regime. Sperava nascondersi sulle monta

gne ma il rifugio fu scoperto e gli ufficiali si sbandarono in diverse direzioni.

Alcuni come Tibald furono arrestati.

Distaccamenti senegalesi si trovano sempre a Prevesa, ~ilippiadea, Bisani e

Splanza.

Essendosi recato avantieri per ragioni di servizio a Prevesa insieme vice

console .inglese Signor Greig ha riportato impressione che i francesi non abbiano

alcuna fretta di partire da quella città.

22 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

Un capo venizelista, avvocato ....... , (l) mi disse che i francesi si allontaneranno da Prevesa quando truppe italiane avranno evacuato Janina. Aggiunse che lo scaglione di senegalesi ritornerà poscia al fronte macedone passando per Janina e Coritza, ciò che sembra indicare intenzione nei francesi di fare loro ingresso a Janina dopo la partenza truppe italiane.

Comunicato R. legazione.

(l) Gruppo indecifrato.

862

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3017/273. Stoccolma, 15 agosto 1917, ore 17,30 (per. ore 17,30 del 16).

Branting commentando di nuovo il rifiuto dei viaggi conferenza di Stoccolma osserva che esso è una provocazione contro i desideri di pace di cui società internazionale è naturale interprete; che i socialisti francesi, 'inglesi e belgi, dopo lunghe esitazioni, si erano decisi a venirvi per esprimervi le loro vedute circa orig,ine della guerra e ........ (l) della guerra difensiva; che ora questi stessi socialisti, pur continuando a difendere i loro paesi, debbono combattere anche contro tendenze imperialiste le quali prendono sopravvento nei rispettivi Governi; che l'imperialismo tedesco può dire di mostrarsi più tollerante e più liberale.

Anche Huysmans in un'intervista si esprime analogamente, mettendo specialmente in rilievo la rottura fra i Governi dell'Intesa e le rispettive classi lavoratrici.

Alla possibilità che la conferenza abbia ugualmente l~ogo egli ha detto: ........ (l) • gli italiani sono impulsivi e si potrebbe sicuramente contare sopra di loro •.

863

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 359/112. Le Havre, 15 agosto 1917.

A causa della sua assenza da qui dopo aver assunto le funzioni, solo oggi ho potuto far visita al nuovo Ministro degli Affari Esteri, Signor de Broqueville, che continua ad esser capo del Gabinetto belga.

Durante la conversazione si è parlato della dichiarazione da lui fatta il secondo giorno della conferenza degli Alleati a Parigi, 25 luglio, per esprimere il

desiderio del Belgio di abbandonare la neutralità come fu stabilita dai trattati che garantirono l'esistenza del nuovo regno. Non ho bisogno di riferire qua i termini della dichiarazione, trovandosi V.E. presente.

Rispondendo a mie domande, il Ministro m'ha detto che l'abbandono della neutralizzazione non esclude il progetto del suo predecessore, vale a dire, l'indipendenza belga garantita dalle due Potenze più direttamente interessate, Francia e Gran Bretagna, (oggetto di miei telegrammi e rapporti, l'ultimo del 30 gennaio p.p., n. 57, 12) (1). Mi ha pure confermato, si come sapevo d'altra fonte, che non sono cominciati negoziati con le tre Potenze garanti alleate circa la questione della neutralità permanente ed ha aggiunto che desidererebbe l'Italia vi partecipasse. A tal proposito ha adoperato espressioni molto cortesi pel nostro Paese, dicendo, fra l'altro, che i Belgi e la loro causa hanno ora destato gran simpatia in Italia e che egli tiene a rendere più intimi e proficui i nostri rapporti.

Dopo ciò il Signor de Broqueville, di sua iniziativa, mi ha parlato delle relazioni economiche dei due Paesi, le quali, a suo avviso, possono rendersi facilmente più attive di quel che sono state sinora, non avendo essi produzione ed esportazione in concorrenza. A fine di meglio studiare le condizioni e i bisogni dei mercati italani pensa avvalersi dell'opera del Signor Vermeersch, deputato belga, che ben conosce l'Italia per la lunga residenza fattavi (il Vermeersch è stato recentement'e da noi decorato, telegramma di V. E. n. 7029).

Ho osservato che egli ha detto di non poter il Belgio inaugurare, dopo la guerra, il boicottaggio della Germania, elevando contro il commercio di essa una barriera insormontabile e crede che agli Alleati convenga adottare un sistema di varie tariffe, più favorevoli e meno, da applicarsi agli Alleati e agli altri Stati a seconda del1e concessioni che faranno. In precedenti rapporti dissi già che tale sembrava essere qui la tendenza generale.

--Ho risposto che, come il Ministro potrà rendersi conto nel mettersi al corrente degli affari del suo ministero, mi ero più volte intrattenuto col suo predecessore intorno ai nostri rapporti economici nel senso di preparare fin d'ora il terreno per accordi. Ho precisato che non si tratta ora di prendere impegni,

né molto meno di concludere una conv,enzione, che non sarebbero possibili nelle presenti condiz,ioni del Belgio e dell'ltalia, ma di affrontare la discussione, assai lunga in materia commerciale, in modo che, ristabilendosi la pace, si potrebbe, senza troppa perdita di tempo, venire a conclusione. Mi sono pertanto attenuto alle istruzioni di V. E. contenute nei dispacci 11 aprile e 24 luglio p.p., nn. 1461829, 29210-55, Div. 5, sez. l (2).

Per quanto concerne la parte politica V.E. giudicherà se darmi delle direttive per norma di linguaggio, tanto più che, secondo molti credono, anche fra i miei colleghi, il nuovo Ministro degli Esteri intende condurre una politica più attiva.

(l) Gruppo indecifrato.

(l) -Cfr. serie V, vol. VII, n. 183. (2) -Non pubblicati.
864

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2192/129. Stoccolma, ... (per. ore 18,10

del 16 agosto 1917).

Alcuni polacchi sono in questi ultimi giorni giunti qua dalla Polonia occupata. Fra di essi si trova anche il conte Rostworovski (vedi mio telegramma Gab. n. 94) (l) il quale è venuto apparentemente per incontrarsi con sua moglie proveniente dalla Russia, e finora si è mostrato molto riservato anche con i suoi connazionali. Sembra che nella Polonia occupata ..... (2) attualmente questi due sentimenti: l) avversione che confina con l'odio verso la Germania, la quale, perduta la speranza di ottenere l'aiuto dell'esercito polacco, avrebbe gettata la maschera e tratterebbe la Polonia colla stessa spietata durezza del Belgio; 2) convinzione che gli Imperi Centrali sono sempre militarmente e materialmente assai forti e che la sorte della Polonia al momento decisivo dipenderà in gran parte da essi. Tutti gli ·elementi democratici polacchi dopo la rivolu~ione russa si sarebbero allontanati dalla Germania seguendo Pilsudcki il quale sarebbe sospettato anche di essersi messo a capo di una organizzazione segreta avente per scopo di preparare una rivolta contro l'eserc-ito d'occupazione.

Molto migliori sarebbero i rapporti fra la popolazione polacca e le autorità austro-ungariche. In generale anche per 1la questione polacca il dissenso sarebbe completo fra Berlino e Vienna. Germania si opporrebbe recisamente non solo alla partecipazione della Polonia ad una federa~ione trialistica coll'Austria e l'Ungheria, ma anche alla candidatura per il trono di una Polonia indipendente dell'arciduca Carlo Stefano a cui contrapporrebbe il principe Leopoldo di Baviera. Del resto la stessa candidatura dell'arciduca Carlo Stefano sembrerebbe trovare scarso favore presso i polacchi fra ·i quali le tendenz.e repubblicane si accentuerebbero.

Senieki (nominato dal Governo provvisorio russo capo della commissione di liquidazione per la Polonia) dovrebbe fra breve giungere qua dalla Russia, chiamato da alcuni suoi connazionali che già ci si trovano. Sembra che egli non sia avverso ad una combinazione che unirebbe la Polonia all'Austria Ungheria e la sua venuta sarebbe significativa se dovesse coincidere con quella di ..... (2). Mentre l'arrivo a Stoccolma di quest'ultimo è stato annunziato ufficialmente dal Governo svedese e dovrebbe essere prossimo, i polacchi qua residenti (i quali ammettono che ..... (2) malgrado i suoi precedenti di funzionario austro-ungarico è soprattutto un polacco) continuano a dire che egli si mostrerebbe riluttante ad accettare la missione diplomatica in Svezia.

<l) Non pubblicato.

(2) Gruppo indecifrato.

865

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. 1092. Roma, 16 agosto 1917, ore 22.

Rapporto S. V. 17 luglio (1).

Evacuazione della Ciamuria è la conseguenza necessaria delle deliberazioni

prese nella conferenza di Parigi, nè ad essa possiamo sottrarci. R. Governo ha

avuto dal Governo greco affidamenti formali che nessuna rappresaglia sarà

esercitata contro chi si mostrò favorevole a noi. v,eglieremo perché affidamenti

vengano mantenuti.

V.S. può esprimersi verbalmente in questo senso con Ahmed Dino.

866

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 239. Parigi, 16 agosto 1917.

Ribot non condivide pensiero Foreign Office sull'enHtà del memorandum di Londra e mi fa sapere che accetta l'ultimo testo come emendato da V. E. Mi chiede anzi che il titolo del memorandum sia egualmente riprodotto dopo le parole: • Relativement à l'Asie Mineure » per ben marcare che si tratta di un documento che ha la sua "entità personale".

Trascrivo ad ogni buon fine il testo: • Conformément à ce qui a été convenu, j'ai l'honneur de communiquer ci-après à V. E. le texte du mémorandum reproduisant les résultats des conversations tenues entre les Gouvernements de France, Grande Bretagne et Italie, à Saint Jean de Maurienne et dans les conférences ultédeures relativement à l'Asie Mineure.

Sous reserve de l'assentiment du Gouvernement Russe: l) etc. jusqu'au n. 9. Je serai obligé à V. E. de me faire connaìtre si elle est d'accord avec le Baron Sonnino sur les termes du mémorandum qui devra rester secre-t " (2).

867

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 339. Pietrogrado, 16 agosto 1917.

Buchanan mi ha detto che motivi per ,i quali egli appoggia presso suo governo concessione passaporti ai delegati alla conferenza di Stoccolma sono l) che non conviene lasciare delegati russi in contatto coi soli delegati dei paesi nemici e neutrali; 2) che è utile democrazia inglese ... (3) non appaia sottrarsi alla discussione scopi della guerra e difenda in contraddittorio suoi punti

di vista; 3) che per facilitare compito Governo provvisorio e per mantenere buoni rapporti anglo-russi non si può prescindere dai contatti fra i due partiti democratici rispettivi. Base di questo modo di vedere del mio collega britannico è poi sempre l'opportunità di non lasciare isolata la Russia affinché non ne approfitti Germania e di trarre dalla cooperazione militare russa (per ... (l) e scarsa ... (l) che essa sia) tutto il partito possibile. Per parte mia debbo riconoscere che l'esercito è ben più ... (l) dei soviet che del Governo e che nonostante nuovi poteri quest'ultimo non sembra presumibile che Kerensky cui manca l'animo dittatore possa (costituire?) una forza sulla quale contare assolutamente diventi arbitro effettivo della situazione. Bilanciata stessa sua popolarità ha subito qualche scossa in questi ultimi tempi e sarebbe imprudente fare assegnamento sopra di esso in un paese OV'e la stabilità non si manifesta che nelle tendenze alla pace (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1333 del 18 agosto. (3) -Gruppo indecifrato.
868

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2186/51. Le Havre, 16 agosto 1917.

La nota di sua Santità per la pace è giunta qui ier.i l'altro sotto piego suggellato diretto.a S. M. Il Governo ne conosce per il momento un sunto soltanto telegrafato dal suo ministro presso la Santa Sede dal quale risulta che le proposte riguardo al Belgio sono più che soddisfacenti riconoscendogli il diritto ad indennità per risarcimento dei danni oltre la sua completa restaurazione e indipendenza. In base alle succinte notizie del giornale si attribuisce qua generalmente importanza al [passo] del Papa per il fatto che arriva al momento che l'agitazione socialista in favore della pace guadagna terreno di maniera che i due tentativi si completerebbero per agire sulle masse. Qualcuno crede che il passo sia ispirato dalla Germania e dall'Austria-Ungheria. Devesi ritenere che il Governo belga si concerterà cogli alleati per rispondere (3).

869

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 108. Corfù, 16 agosto 1917.

Se i desideri di intesa che hanno ricevuto sì larga espressione nei nostri giornali ora giuntimi non hanno per significato e scopo immediato che di evitare

la campagna che ci molesta in Inghilterra e in Francia, credo opportuno osservare che le dichiarazioni stesse di Corfù costituiscono essenzialmente la prova della diminuita forza ed influenza del governo serbo e che quindi, se dopo conversazioni con Pasié desiderasse un tono più modesto della propaganda jugoslava non è detto che lo otterrebbe. Io sono convinto che lo stesso Pasié non è sicuro della azione esclu,sivamente serba del suo ministro a Londra e che di un suo sincero ma lato patriottismo che si contenta di pensare alla salvezza della razza, il che non escluderebbe forse nella peggiore estremità le soluzioni austriache. Tuttavia, opportuno o meno che sia stato ora il tanto scrivere dei nostri giornali, non vi ha dubbio che la delusione di Pasié ne sarebbe accentuata se passando da Roma non avesse da V.E. quelle larghe assicurazioni di benevolenza e quei generici affidamenti che la situazione permette. Il temperamento di Pasié è contrario alle costruzioni preconcette e dall'equilibrio ... (l) qualche volta Trumbic ha fatto prevalere nella dichiarazione di Corfù; Pasié che non si decise che a malincuore a convocare a Corfù gli jugo-slavi è piuttosto per le transazioni empiriche e, se ne av,esse la scelta, per soluzioni assai meno grandiose, ma serbe (2).

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1357 del 21 agosto. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1334 del 18 agosto.
870

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. 2185/379. Londra, 16 agosto 1917, ore 21,55 (per. ore 3 del 17).

Telegramma di V. E. Gabinetto senza numero da Bologna (3). Oggi stesso per non perdere più tempo ho consegnato a Clerk il progetto della mia nota che ad ogni buon fine riproduco qui appresso:

• Conformemente agli ordini ricevuti ho l'onore di notificare all'E.V. il consenso del Governo di S.M. alle disposizioni seguenti, le quali riproducono il risultato delle conversazioni che hanno avuto luogo fra i Governi di Francia, Gran Bretagna ed Italia a San Giovanni di Moriana e nelle conferenze ulteriori relativamente all'Asia Minore. Tali disposizioni dovranno rimanere segrete. Nel pregare l'E.V. di volermi cortesemente favorire una risposta contenente la formale adesione del Governo di S.M. britannica alle disposiz,ioni sopra menzionate, colgo l'occasione ecc. ».

Questa redazione compresa l'aggiunta desiderata da V.E.• tali disposizioni dovranno rimanere segrete • essendo stata accettata, siamo rimasti d'intesa che sabato alle 12 mi recherò da Balfour per procedere allo scambio di note e cartine da entrambi firmate. Ad ogni buon fine prego V.E. telegrafarmi in tempo debito autorizzazione che dovrebbe giungermi al più tardi sabato mattina.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1349 del 18 agosto. (3) -Cfr. n. 859.
871

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2180/381. Londra, 16 agosto 1917, ore 9,53 (per. ore 5,35 del 17).

Mio telegramma n. 376 (1).

Autorevole connazionale mi riferiva ieri informazioni attinte a fonte ineccepibile confermanti sostanzialmente quelle accennatemi da Misu. Pachitch avrebbe rilevato essere stato qui coperto di fiori, ma all'infuori della proclamata completa restaurazione della Serbia, non aver ricevuto dal Governo britannico alcun affidamento circa la realizzazione delle più vaste aspirazioni serbe. D'altro canto Supilo si lamenta della freddezza e del riserbo che incontra attualmente negli ambienti del Foreign Office.

872

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2189/380. Londra, 16 agosto 1917, ore 21,55 (per. ore 7 del 17).

Telegramma di V. E. Gabinetto ... (2).

Nel ringraziare Balfour per inviatami comunicazione pontificia gli chiedevo al riguardo le sue impressioni. Rispondeva non aver avuto ancora il tempo di discorrerne con i colleghi del Gabinetto di guerra. Come prima impressione personale in tesi generale sembrargli che se alla nota pontificia si dovrà, come è presumibile, dare risposta collettiva gioverebbe essa fosse contenuta in un documento molto breve ad evitare inconvenienti verificatisi in occasione della troppo diffusa nota responsiva al presidente nella quale ciascun Governo tenne a fare inserire passaggi concernenti i propri diretti interessi. Balfour l'itiene assai probabile che a tale eventuale risposta collettiva degli alleati non vorrà associarsi Wilson, il quale per le note ragioni interne preferirà di replicare direttamente.

Segretario di Stato avendo poi chiesto le mie impressioni personali gli dissi mi pareva difficile non condividere quelle che vedevo generalmente manifestate dalla stampa e cioè che il documento traesse origine da ispirazione germanica. Osservò Balfour era da chiedersi se ispirazione non sia stata piuttosto austriaca. Replicai che austriaca o germanica era a mio avviso tutt'uno. E qui ripetei gli argomenti già più volte addotti per corroborare il fermo mio convincimento sulla fallacia delle illusioni purtroppo esistenti ed accarezzate in Inghilterra sulla possibilità di una azione diplomatica austriaca indipendente o almeno non segretamente connessa con quella germanica. Ad una mia precisa

domanda per sapere se il Governo britannico sia stato o no dalla Santa Sede presentito a riguardo della recente comunicazione, Balfour dopo aver per maggior sicurezza fatto interrogare l'ufficio competente dette risposta altrettanto precisa in senso negativo. Aggiunse la mossa del Papa averlo sorpreso, sia per discostarsi essa dalle consuetudini diplomatiche prescriventi in casi simili, il previo ufficioso sondaggio presso i vari belligeranti, sia per il fatto specifico ricordatogli dal suo capo di gabiiJietto dell'avere Cardinale Segretario di Stato molti mesi ;1ddietro esplicitamente dichiarato al rappresentante britannico che la Santa Sede non avrebbe tentato ulteriori mediazioni senza previamente acquistare sicurezza di favorevole accoglienza da parte di tutti i belligeranti. Ad eccezione della Westminster Gazette che pubblica ieri un solito articolo rispecchiante idee dottrinali d'altro canto personali del suo direttore, il linguaggio degli altri giornali compreso l'odierno Daily News Leader è complessivamente sfavorevole.

Manchester Guardian ha finora taciuto. Invierò con rapporto testo dei vari articoli.

(l) -Non pubblicato. (2) -Il numero manca. Si tratta però del t. gab. 1316 bis/2 (cfr. n. 843).
873

IL MINISTRO A RIO DE JANEIRO, MERCATELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3034/2245. Rio de Janeiro, 16 agosto 1917, ore 23,20 (per. ore 18 del 17).

Nota Vaticano accolta scettica indifferenza, giudicata nella parte positiva (Colonie, ... ) (l) favorevole Imperi Centrali, nel resto indeterminata riuscirebbe ·prolungare discussione sopra questioni ora ... (l} risolvere. Questo Sottosegretario di Stato mi ha detto aspetterà rispondere dopo potenze ... (1), però sua impressione essere pace senza vittoria alleati impossibile. Nunzio apostolico ... (1), nunziatura non ha avuto comunicazione a tale riguardo.

874

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3049/gab. 52. Berna, 16 agosto 1917, ore 20,40 (per. ore 23,50 del 17).

Mi riferisco mio telegramma 457 (2) del 4 corrente. Negoziati svizzerogermanici hanno subìto momentaneamente un'altra sosta a cagione minaccioso atteggiamento assunto dalla Gran Bretagna nella questione del credito mensile

di vent·i milioni che la Svizzera dovrebbe aprire alla Germania. Ieri dopo riunione dei grandi banchieri che avevano studiato le modalità del nuovo futuro istituto, il Signor Muralt console generale britannico comunicò ai suoi colleghi fuori seduta in V'ia confidenziale che Inghilterra avrebbe boicottato quegli istituti che avessero preso parte all'operazione. Tale comunicato che giunse inaspettato, fece annullare ogni deliberazione decidendo il ritiro della maggior parte delle banche. Oggi mio collega Gran Bretagna ha ripetuto la stessa minaccia al dipartimento politico scusandosi col Signor Ador del passo fatto fin da ieri da De Muralt prima che ne fosse informato Governo svizzero, passo fatto • semplicemente per dare un avvertimento '. Ministro di Inghilterra nel fare tale passo avrebbe parlato a nome non dell'Inghilterra soltanto, ma anche degli alleati. Ora è strano che né ambasciatore Francia né io siamo stati messi al corr.,ente di questo passo così importante dal nostro collega, passo che, ove fosse stato domandato mio avviso, avrei assolutamente sconsigliato come dannoso ed inutile, sia dal punto di vista politico, sia da quello economico. Come ebbi già onore di partecipare a V. E. Governo federale sembra disposto fare verso l'Intesa quanto farà verso la Germania sempre però in ordine al • do ut des , . Che se poi si riuscisse a non permettere il prestito mensile, occorrerà considerare che Confederazione sarà obbligata ad accettare quell'aumento di prezzo del car

bone che i delegati tedeschi crederanno fissare e così i venti milioni mensili invece di essere spesi in Svizzera non uscendo dal paese andranno a finire in Germania con assai maggior vantaggio di quel mercato. Dietro insistenze del Signor Ador ministro d'Inghilterra ha telegrafato a Londra perché possibilmente sia ritirato o modificato il veto britannico.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Cfr. n. 777.
875

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3088/843. Pietrogrado, 16 agosto 1917, ore 22 (per. ore 6,30 del 21).

I prigionieri irredenti attualmente concentrati a Kirsanov sono milleseicentosessantaquattro soldati e quarantanove ufficiali. Le domande di rimpatrio superano le duemilacinquecento.

876

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1042/590. Copenaghen, 16 agosto 1917.

La recente iniziativa presa dal Papa per ristabilire la pace è commentata oggi dall'ufficioso Politiken in un articolo di fondo, che mi onoro riassumere per sommi capi per opportuna notizia dell'E. V.

Il giornale danese, contrariamente all'opinione 'espressa dal Vaticano, crede che il momento psicologico dell'intervento papale sia stato male scelto, poiché, se i governanti dell'Intesa hanno negato anche a rischio di dissensi interni, i passaporti ai socialisti desiderosi di recarsi alla conferenza socialista pro-pace di Stoccolma, ciò dimostra che non hanno rinunziato ancora alla speranza di vittoria e saranno per conseguenza poco disposti ad accogliere la proposta papale. Del resto ciò è confermato dai primi commenti dei ~iornali francesi ed inglesi qui giunti. Il Politiken ritiene che la risposta delle potenze dell'Intesa sarà improntata a molta cortesia e deferenza, ma sarà recisamente contraria alla ini2)iativa del Santo Padre. È quindi da deplorarsi che il Papa abbia scelto un momento poco adatto per la sua proposta, poiché l'insuccesso avrà per effetto d'indebolire la sua autorità fra le nazioni, mentre invece per l'alta carica che riveste il capo della chiesa cattolica era molto indicato come mediatore per mettere fine al conflitto. La conferenza di Stoccolma è fallita ed ora anche questo nuovo tentativo sembra destinato a restare infruttuoso!

877

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1330. Roma, 17 agosto 1917, ore 12.

Tel. di V. E. Gab. 379 (1).

Autorizzo V. E. a firmare nei termini riprodotti nel telegramma suddetto. Appena che firmato prego V. E. informarne direttamente Ruspoli perché possa procedere ad identico scambio di documenti a Parigi.

878

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2206/35. Sgravenhage, 17 agosto 1917, ore 2,10 (per. ore 21,25).

In quanto mi disse ieri questo ministro degli Affari Esteri ho avuto impressione che non soltanto questo Governo era stato prevenuto da un telegramma del suo ministro presso la Santa Sede della proposta di pace del Pontefice 24 ore prima che tale proposta venisse annunziata dalla stampa, ma che questo Governo era stato precedentemente presentito ed ampiamente informato delle intenzioni del Papa.

Infatti questo ministro degli Affari Esteri, pacifista convinto, il quale non mi nascose intera approvazione, grande ammirazione per l'iniziativa del Papa e

sua viva speranza che Stati dell'Intesa non respingeranno senz'altro proposta di pace mi sembrò conoscere a fondo modalità tale proposta quali ora sono divulgate dalla stampa. Tale mia impvessione è oggi confermata dalla lettera-telegramma 14 corrente del corrispondente di Roma dell'importante giornale cattolico Tijd il quale dice • da certi segni potrebbesi concludere che Governo olandese non era ignaro delle ·intenzioni del Pontefice e che specialmente in questa occasione si esplicò l'azione piena di tatto del ministro neerlandese presso la Santa Sede. Stampa olandese interprete del desiderio di pace a qualunque costo così profondamente sentito da ogni olandese è unanime salvo Schelda e Gazzetta di Olanda, nell'approvare illimitatamente attuali proposte di pace che sono considerate accettabilissime per ambedue le parti belligeranti. È notevole, sintomatico che grande giornale di Asterdam Algemeenaindelblad il cui redattore è notoriamente lig·io agli Imperi Centrali ed in continui rapporti specialmente con questa legazione d'Austria-Ungheria, dopo di aver .inneggiato alla iniziativa papale si esprime nel modo seguente: • Se i Governi dell'Intesa rifiutano ora dopo tre anni di guerra di prendere in considerazione la proposta del Papa si potrà domandare loro di far conoscere una buona volta che cosa vogliono, che cosa reclamano •.

(l) Cfr. n. 870.

879

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3021/358. Atene, 17 agosto 1917, ore 14 (per. ore 21,30).

Secondo Laas potenze dell'Intesa avrebbero diviso Asia Minore in sfere di influenza. Giornale insinua che in tal caso Italia non avrà certamente mancato assicurarsene una importante parte dato lavoro costante che essa ha sempre fatto in questo senso. Soluzione ragionevole sarebbe invece che Asia Minore fosse attribuita Grecia affinché grande Grecia sorga sulle rovine della Turchia in compenso degli enormi sacrifici sopportati nella presente guerra (l).

880

IL CONSOLE A BARCELLONA, LEBRECHT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3070/303. Barcellona, 17 agosto 1917.

Movimento rivoluzionario, grazie violentissima repressione sembra virtualmente abortito. Sino ad ora nessun intervento anarchici, proprietà dspettate. Ogni partito cerca respingere responsabilità. Esercito mostratosi fedele; si afferma tuttavia giunta ... (2). Fanteria, non appena ristabilita calma, deoise appoggiare

domande assemblea parlamentari catalani. È voce corrente (ma tutt'altro che comprovata e di origine tedesca) movimento sia sostenuto danaro ... (1), armi francesi; ciò con qualche pregiudizio simpatia causa Intesa.

In questa città e ancora più dintorni popolati fabbriche, dove già si proclamava repubblica, si ,ebbero disordini gravissimi, barricate, trincee, vari edifici, case cannoneggiate, morti e feriti a centinaia. Capi rivoluzionari arrestati, tra cui deputato ... (l) Domingo.

Dicesi già compiute varie fucilazioni castello (2).

(l) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. 1097 del 17 agosto. (2) -Gruppo indecifrato.
881

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3050/48. Tokio, l7 agosto 1917. ore 22,05 (per. ore 8,45 del 18).

Oggi in un lungo cordiale colloquio ministro Affari Esteri mi ha detto quanto segue: • Fui sempre favorevole dichiarazione di guerra da parte Cina fin da quando, due anni or sono, ero ancora Pietrogrado, mentre Governo giapponese era di opinione contraria. Da questo posto ho sempre consigliato Governo cinese in tal senso, rilevando che noi siamo sicuri vittoria nostri alleati ma che nella ipotesi vittoria tedesca, Cina non avrebbe che alternativa divenire schiava oppure incorporata Germania.

Nostre relazioni con la Cina. Molto fu fatto ... (l) però non siamo ancora completamente tranquilli circa la sua situazione interna, tuttavia andata presidente della Repubblica a Pechino e la dichiarazione di guerra in seguito colloquio col presidente Consiglio, sono indizi buone disposizioni, non sappiamo se durature, ma intanto siamo Heti dichiarazione di guerra anche da questo punto di vista. Facciamo del nostro meglio smentire voci prive di fondamento nostre velleità bellicose contro la Cina. Nostro desiderio è che il Governo cinese si consolidi e che Cina prosperi, divenga ottimo mercato aperto a noi e ad altre nazioni •.

882

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3044/832. Pietrogrado, 17 agosto 1917, ore 13 (per. ore 9,30 del18).

15 agosto.

In un comunicato governativo ai giornali è detto, a proposito della conferenza di Stoccolma, che il Governo provvisorio ritiene che la questione della guerra e della pace appartiengli esclusivamente, in unione coi Governi alleati

sostenuti dalle democrazie; che la conferenza di Stoccolma organizzata da un partito politico ben definito, come tale non può pretendere di adottare una risoluzione cui il Governo provvisorio sia obbligato di sottostare; che il Governo provvisorio non solo non è stato mai contrar.io al rilascio dei passaporti per la conferenza Stoccolma, ma ha insistito presso i Governi alleati perché venissero eliminati gli ostacoli frapposti alla partenza dei socialisti per Stoccolma; che il Governo provvisorio, pur riconoscendo l'importanza sociale e politica della conferenza, non può riconoscere alle decisioni di essa carattere obbligatorio che devono rivestire esclusiv.amente le decisioni dei Governi alleati. Commentando surriferite dichiarazioni Dielo Naroda dichiara che la democrazia rivoluzionaria russa non può ammettere nessun cambiamento nella politica estera e non tarderà a ricordare al ministero degli Affari Esteri che la dichiarazione 8-21 luglio non soltanto non acconsente al Governo di allontanarsi dai $oviet, ma continua l'obbligo per quest'ultimo di procedere d'accordo cogli organi della democrazia rivoluzionaria nelle questioni concernenti la pace.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Il telegramma fu spedito tramite l'ambasciata a Madrid, non essendo possibile telegrafare da Barcellona a causa dello stato di guerra.
883

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3047/836. Pietrogrado, 17 agosto 191 7, ore 13 (per. ore 9,45 del 18).

15 agosto.

Il consiglio dei deputati operai e soldati di Riga ha adottato all'unanimità una risoluzione reclamante la creazione di un paese autonomo lettone, composto delle parti lettoni della Livonia, Curlandia e Letgallia con di·eta eletta in base a suffragio universale uguale, diretto e segreto, e dotata di poteri amministrativi, economico-politici. La risoluzione dichiara che le frontiere del paese debbono essere stabilite di comune accordo tra la popolazione lettone e quella delle regioni russe limitrofe.

884

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2226/341. Pietrogrado, 17 agosto 1917, ore 21,15 (per. ore 11 del 19).

A proposito della nota papale minstro degli Affari Esteri che non possiede finora che un magro sunto inviatogli da Roma mi ha detto che inspirazione degli Imperi centraH e specialmente dell'Austria nella redazione di questo atto gli sembrava evidente. A prima vista egli crede che governo provvisorio non potrà !asciarlo senza risposta e senza rilevare che non vi si parla della restituzione alla Russia dei territori occupati.

Ministro Affari Esteri si mostra in generale sfavorevolmente impressionato del tentativo di intervento del Papa (1).

885

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1973/398. Bulkeley, 17 agosto 1917.

Mi riferisco al mio rapporto del 19 giugno n. 1471/289 (2).

Alcuni giorni or sono il mio informatore mi assicurava esser giunto recentemente all'Alto Commissario un telegramma dell'ex-Kedive Abbad (per H tramite della Legazione Britannica a Berna) in cui questi avrebbe sollecitata la risposta circa il suo ritorno in Egitto al termine della guerra e circa il regolamento della successione al trono. Egli avrebbe aggiunto che sarebbe disposto ad iniziare trattative col Gran Vizir Talat Pascià, per un'eventuale pace separata con la Turchia.

L'importanza di queste notizie mi ha indotto a rivolgermi ad una personalità che, per le funzioni che esercita attualmente poteva essere in grado di fornirmi maggiori schiarimenti. Questa mi ha conferma,to la notizia che Sir Reginald Wingate aveva ricevuto recentemente un telegramma dell'ex-Kedive Abbas ma che Sua Altezza vi manifestava H desiderio di rinunziare al trono egiziano contro compenso d'ordine finanziario.

È mia opinione personale che questa notizia sia più conforme alla realtà: l'attitudine assunta dall'ex-Kedive verso l'Inghilterra durante l'attuale conflitto europeo, i buoni rapporti ,esistenti fra queste Autorità britanniche ed il Sultano Hussein escludono -almeno per ora -la possibilità di un ritorno al potere di Abbas Hilmi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1339. Roma, 18 agosto 1917, ore 0,30.

Questo ambasciatore di Francia mi ha detto che Ribot è d'avviso non si debba rispondere alla nota papale per la pace e che spera R. Governo sia dello stesso avviso. Ho risposto che mio modo di vedere si accostava a quello del Signor R,ibot, ma che dovevo sentire ancora il Presidente del Consiglio. Avrei consigliato in massima di non rispondere, e che nel caso le circostanze suggerissero altrimenti si dovesse in ogni modo intendersi prima cogli alleati.

(Meno Parigi) Prego V. E. comunicarmi pensiero di codesto Govern<'

(l) -Questo telegramma fu comunicato a Londra e Parigi con t. gab. 1359 del 20 agostc> (2) -Cfr. n. 406.
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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3062/204. Washington, 18 agosto 1917, ore ... (per. ore 15).

16 agosto.

Mio telegramma 189 (l) Gabinetto e seguenti. In conseguenza della nota di cui mio telegramma n. 192 (l) Gabinetto, Mac Adoo delegò il suo primo assistente a scambiare idee coi rappresentanti degli alleati per una intesa circa la sua bozza di accordo relativo alla istituzione ed al funzionamento della commissione americana di acquisti in Washington. Ne seguì una conferenza nella quale, dopo udite le ragioni e le obbiezioni di entrambe le parti, si convenne di presentare da parte nostra un contro schema di accordo che avrebbe provveduto a colmare lacune e modificare concetti.

Questo nuovo schema era stato formulato, ma la presentazione dapprima differitane venne poi sospesa in seguito alle incertezze ed all'opposizione all'intera proposta amer,icana da parte dell'Inghilterra di cui ho dato notizia all'E. V.

Essendo ieri scaduto il termine fissato da Segretario del Tesoro per l'inizio del nuovo sistema, egli ha convocato stamane frettolosamente i rappresentanti alleati per discutere dell'accordo e convenire in un testo che ha premura che sia approvato e firmato da ognuno e che deve evidP.ntemente servirgli di base per il nuovo credito a favore degH alleati che si propone chiedere in apposito disegno di legge al Congresso.

Alla riunione cui sono ·convenuti con me i rappresentanti inglese, francese e russo si è redatto dopo discussione seguente progetto di accordo che al pari dei miei colleghi dovrei firmare col Segretario del Tesoro a ciò autorizzato da Wilson per ottenere ulteriori concessioni di crediti.

l) Tre membri americani costituiranno la commissione pel tramite della quale e con la cui approvazione dovranno acquistarsi negli Stati Uniti i materiali e tutte le provviste.

2) Governo italiano comunicherà periodicamente alla commissione sotto l'osservanza delle disposizioni del paragrafo quarto i suoi fabbisogni di materiali e provviste. Tali comunicazioni faranno a mezzo di uno o più delegati che saranno da essi accreditati per i propri acquisti.

3) Sarà compito della commissione adoperarsi subordinatamente alle con

dizioni del paragrafo IV per provocare per i materiali e per le provviste richieste

le migliori condizioni di offerta e di sottoporle al delegato o ai delegati del

Governo italiano.

Rimarranno di competenza del Governo italiano la firma dei contratti, la

vigilanza del loro collaudo e l'ordinazione dei materiali.

Governo italiano è libero di non accettare le offerte provocate dalla com

missione ma per la durata del presente accordo non potrà acquistare negli

stati Uniti che per mezzo e con l'approvazion~ della commissione stessa, la quale per determinate forniture potrà deliberare che siano piazzate senza il suo intervento.

4) Rimane inteso che i Governi in guerra coi nemici degli Stati Uniti i quali concludano col Segretario del Tesoro accordi simili al presente, dovranno convenire tra loro per determinare i rispettivi fabbisogni ed ordini di priorità riguardo alle provviste ed agli acquisti di maggiore importanza. Ciò che potrà conseguirsi a mezzo di un comitato interalleati avente sede in Europa oppure, in pendenza della costituzione di detto comitato, a mezzo delegati che i Governi alleati hanno negli Stati Uniti.

La commissione nelle trattative d'acquisto e nella stipulazione delle condizioni di consegna terrà conto delle proposte dei detti Governi per soddisfarle in quanto sia possibile corrispondentemente e compatibilmente colla condizione del mercato americano in rapporto coi bisogni degli Stati Uniti.

5) Governo italiano si .impegna adoperarsi per rendere questo accordo obbligatorio alle sue colonie e dipendenze.

6) Commissione provvederà alla propria costituzione e funzionamento. Commissione non assume altra responsabilità che quella di agire in piena buona fede nell'esercizio delle sue funzioni.

Le spese per il funzionamento della commissione e relativi salari, che non eccederanno complessivamente dollari centocinquantamila per anno, saranno sostenute Governi che parteciperanno al presente accordo in misura proporzionale acquisti rispettivamente fatti.

7) Presidente degli Stati Uniti può rimuovere membri della commissione, designarne altri, sostituirli o ridurli di numero.

8) Questo accordo cesserà di avere vigore .novanta giorni dopo la sua denunzia scritta da parte di una delle parti contraenti e cadrà di fatto subito dopo la cessazione delle ostilità fra gli Stati Uniti ed i loro nemici.

9) La denuncia sarà valida se consegnata al Dipartimento di Stato per la trasmissione al Segretario del Tesoro, oppure da parte americani al delegato Governo Italiano o alla R. ambasciata in Washington.

10) Governo federale non si ritiene impegnato dalle clau~ole dell'accordo a fare prestazioni di danaro, _ad aprire crediti, né ad assumere responsabHità dell'azione comunque svolta dalla commissione di acquisti.

Come vede V. E. ho cercato di rendere in certo modo indipendente l'accordo relativo alle modalità degli acquisti negli Stati Uniti dalla costituzione del Comitato interalleati in Europa che per l'opposizione inglese e la divergenza anglofrancese costituiva l'ostacolo maggiore. È da attendersi comunque che dei comitati si tornerà a parlare avendo essi destituito in sostanza il fondamento della proposta del Segretario del Tesoro.

A tale proposito sarò grato alla E. V. volermi far conoscere per mia norma

di linguaggio il pensiero del R. Governo.

Prego V. E. volermi inoltre telegrafare d'urgenza se sono autorizzato fir

mare il presente accordo la cui stipulazione o meno è destinata a ripercuotersi

anche sulle pratiche che ho in corso per un finanziamento di circa cento milioni di dollari fabbisogno agosto.

(l) Non pubblicato.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2204/240. Parigi, 18 agosto 1917, ore 14,50 (per. ore 17,15).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1330 (1).

Testo trasmesso da Imperiali solleverà da parte di questo Presidente del Consiglio dei ministri stesse obiezioni di cui è cenno mio telegramma Gabinetto n. 238 (2) e che condussero alla redazione del nuovo testo da me trasmesso col mio telegramma gabinetto n. 239 (3), che Ribot è pronto accettare come emendato da V. E. confermemente suo telegramma gabinetto 5 da Udine (4).

Prego V. E. telegrafarmi se debbo attenermi al testo suddetto del mio telegramma 239 ovvero se debbo comunicare il testo Imperiali nel quale caso è da attendersi che Ribot nella sua risposta mantenga il suo modo di vedere.

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IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3061/181. Janina, 18 agosto 1917, ore 11 (per. ore 17,45).

Venizelisti qui giunti ultimamente da Atene confessano che nella capitale non esiste venizelismo, che popolazione vilipende venizelisti, nutre sempre sentimenti realisti ed è ostile alla Francia ciò che si verifica in tutto il resto vecchia Grecia. Riconoscono che se le truppe francesi distaccate dintorni Atene partiranno Venizelos dovrà cadere. Data tensione situazione confessano essi stessi che sarà grande ventura se non scoppierà rivolta. Esiste convinzione generale che Venizelos non osi ordinare mobilitazione perché non può fare alcun affidamento sulla fedeltà esercito. Egli può contare seriamente soltanto sopra un reggimento cretese di circa 3000 uomini. Notizie recenti confermano che nel Peloponneso è impossibile eseguire mobilitazione, idem dicasi per Acarnania. Epiroti del pari non si crede si presenteranno. Realisti rilevano strana anticostituzionale situazione Venizelos mantenuto al potere solo in virtù baionette francesi. Essi dicono che soltanto un uomo in Grecia riuscirebbe a compiel'e mobilitazione e quest'uomo è Re Costantino ma riconoscono essere impossibile suo ritorno in Grecia almeno fin dopo guerra. Il nuovo Re è qualificato da essi come una marionetta nelle mani di Venizelos.

Qui tutto procede normalmente. Se occupazione durasse si potrebbe racco

glierne utili frutti a nostro vantaggio. Incertezza del domani turba però e tiene

sospesi animi di molti che in caso diverso si orienterebbero apertamente verso di noi. Comunicato R. legazione.

(l) -Cfr. n. 877. (2) -Fu ritrasmesso a Londra con t. gab. 1321 bis/5, cfr. n. 858. (3) -Cfr. n. 866. (4) -Cfr. n. 858.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1344. Roma, 18 agosto 1917, ore 20.

Telegramma S. V. gabinetto 246 (1).

In seguito ai passi fatti mi è stato fatto sapere che Santa Sede nulla può dire circa possibilità di togliere scomunica perché non avendo il Re di Romania fatto alcun passo in proposito la questione non è stata ancora esaminata. Alla mia volta faccio domandare come questione sarebbe esaminata se i passi fossero fatti.

Re di Bulgaria che trovavasi di fronte alla chiesa romana nelle identiche condizioni del Re di Romania ottenne che scomunica fosse tolta a queste tre condizioni:

l) che egli facesse pubblica dichiarazione di aver ottenuto il perdono della Santa Sede;

2) che si accostasse ai sacramenti (confessione e comunione) pubblicamente, come avvenne nella chiesa cattolica di Sofia ove poi il Re si trattenne a pregare sulla tomba della consorte, morta desolata per la scomunica in cui era incorso il marito;

3) che chiedesse perdono al figlio, ciò che pure fece.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1349. Roma, 18 agosto 1917, ore 21.

(Meno Comando Supremo) Ho telegrafato al Comando Supremo quanto segue:

(Per tutti) Con riferimento al mio telegramma n. l 73 (2) da Londra prego comunicarmi se e quali disposizioni sono state prese per effettuare lo sgombero dell'Epiro concordato tra lta1ia e Grecia e confermato alla conferenza di Parigi. Sia il Governo greco sia gli ambasciatori di Gran BI'etagna e di Russia mi hanno chiesto notizie in proposito ed io gradirei poter dare qualche particolare circa la esecuzione dell'impegno assunto. Se non è già stato fatto, parmi

che il nostro comando in Albania poterebbe mettersi d'accordo col comando francese per stabilire le modalità di uno sgombero contemporaneo e graduale.

(l) -T. gab. 1629/246 non pubblicato: opinione del principe Vladimiro Ghika sulla possibilità di ottenere dalla S. Sede la revoca dell'interdetto che pesa sul re di Romania. (2) -Non pubblicato.
892

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3053/193. L'Aja, 18 agosto 1917, ore 14,20 (per. ore 22).

Telegrammi di V. E. 1085 (1), 1088 (2).

Questo Ministro Affari Esteri mi ha dato lettura del rapporto con cui incaricato d'affari a Stoccolma trasmette invito quel ministero degli Affari Esteri partecipare conversazioni preliminari preparatorie per studi possibilità conferenza dei neutri che desidererebbesi veder riunire a Stoccolma dopo guerra e possibilmente durante negoziati di pace per elaborare nuove norme di diritto internazionale. Da questo programma che questo ministro Affari Esteri come incaricato d'affari a Stoccolma definirono molto vago e di effetto remoto, non si trova traccia dell'obiettivo di resistenza alla politica degli Stati Uniti dal

R. ministro a Cristiania attribuito a tal progetto di conferenza dei neutri. E qualora tale fosse stato il caso, sarebbe da escludere adesione del Governo olandese che giammai consentirebbe a partecipare ad un'a~ione collettiva in opposizione Stati Uniti che ha ogni interesse a propiziarsi. Che qui non si attribuisca alle aperture del Governo svedese valore di formale invito e tanto meno di invito per una immediata conferenza neutri, ne è prova comunicato semi ufficiale pubblicato dai giornali nel quale è detto che nulla qui è noto circa notizia comunicata da Berlino che sia giunto al Governo olandese invito partecipare nel prossimo settembre a Stoccolma conferenza Stati neutri europei. Questo ministro esteri mi ha detto aver questo Governo intenzione di autorizzare suo ministro a Stoccolma a partec,ipare eventuali conversazioni preliminari senza prendere alcun altro impegno.

893

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. 1104. Roma, 18 agosto 1917, ore 24.

(Per tutti) R. ministro in Berna telegrafa: (riprodurre telegramma numero 3049/gab. 52) (3).

(Per Parigi) Nel comunicare quanto precede al R. ambasciatore a Londra ho aggiunto:

(Per tutti) Prego V. E. chiedere chiarimenti codesto Governo.

Solo da pochi giorni ambasciata britannica ha comunicato progetto Governo britannico per misure verso banche neutre che intrattenessero rapporti d'affari col nemico progetto che non faceva speciale accenno d'immediata applicazione e che è allo studio presso ministero competente. Prego V. E. pure rilevare codesto Governo giuste obbiettive osservazioni R. ministro a Berna.

(Per Parigi) Pregola riferirmi modo di vedere di codesto Governo.

(l) -T. 1085 del 14 agosto ritrasmette a Parigi, Londra, Madrid, Berna, L'Aja, Copenaghen e Stoccolma il t. 2982/177 da Cristiania, cfr. n. 850. (2) -T. 1088 del 15 agosto ritrasmette a Parigi, Londra, Madrid, Berna, L'Aja, Copenaghen e Cristiania il t. 2992/272 da Sotccolma, cfr. n. 854. (3) -Cfr. n. 874 .
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. 1101. Roma, 18 agosto 1917.

Telegramma di V.E. n. 255 (1).

R. ambasciata Londra mi telegrafa che Cecil ha recentemente dichiarato alla Camera avere Governo britannico consentito alla presenza sulle navi ospedale di un commissario neutro nominato dal Governo spagnolo.

Prego V.E. far conoscere Re Alfonso, nel modo che crederà migliore, che Germania comunica anche al R. Governo sua decisione non rispettare navi ospedale e che noi protestiamo contro tale inumana <Ìngiustificata decisione.

Ove Re Alfonso riuscisse ottenere da Germania modificazione misura minacciata da Germania per navi ospedale francesi, inglesi che fosse accettata dai Governi britannico e francese noi desidereremmo ta1e misura fosse estesa alle navi ospedale italiane.

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IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2209/36. Sgravenhage, 18 agosto 1917, ore 1,50 (per. ore 2,15 del 19).

Facendo seguito mio telegramma n. 35 (2) di ieri informo V. E. che questo giornale cattolico Tijd annunzia oggi chiaramente che delle proposte papali è stata data comunicaz-ione anche al Governo olandese a titolo d'informazione. Anche miei colleghi dai loro colloqui con questo ministro degli Affari Esteri hanno avuto come me l'impressione che questo Governo era stato precedentemente presentito ed informato circa le intenzioni del Pontefice.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 878.
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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2213/296. Atene, 18 agosto 1917, ore 15,10 (per. ore 4,40 del 19).

Governo greco ha presentato Camera dei Deputati libro bianco contenente 77 documenti relativi alla questione violazione trattato greco-serbo, tradimento ... (l) ecc. Con un violento discorso Politis ha denunziato alla indignazione i componenti del Gabinetto Sculudis che essendo Segretario di Stato di quel ministero per gli affari esteri egli sostenne l'inapplicabilità del trattato greco-serbo in caso d'un attacco austriaco ed omette di dire in quale modo Rupel avrebbe potuto essere salvato.

Si tratta in sostanza di isterismi politici che non hanno altro scopo che di cercare di giustificare i metodi violenti con cui si è effettuata la rivoluzione venizelista e di distogliere l'attenzione pubblica dall'impotenza del Governo a preparare il paese alla guerra.

Da quanto ci è dato di osservare ad Atene e da tutte le notizie che giungono dalle provincie l'autorità di questo Governo si palesa sempre più scarsa, il malumore sempre più forte, il partito realista rialza la testa e se non riescirà a ricondurre qui Re Costantino certo riuscirà tenere in scacco partito venizelista.

Sembra che i francesi, autori di questa bella situazione, comincino a preoccuparsene e meditino ora ricondurre qui Jonnart, rHar,e l'occupazione militare dell'Attica, riprendere in sostanza quella politica di protettorato della Grecia che hanno solo temporaneamente interrotto per aver l'aria di dare qualche soddisfazione a Venizelos e forse anche per procurare mettere Italia al di fuori di ogni ingerenza in Grecia sia sotto forma di occupazione militare che sotto forma di controllo.

Del resto dalle notizie che ci giungono dai nostri informatori e che sono regolarmente trasmesse. a V. E., risulta chiaro che i francesi continuano a spadroneggiare nella Tessaglia né sembrano aver intenzione di ,togliere le J.oro occupazioni nell'Epiro. D'altra parte gli inglesi come risulta dai miei telegrammi 291, 292 (2) non hanno abbandonato né intendono abbandonare per ora il loro controllo assoluto su tutto l'arcipelago greco ed anche sui porti del Peloponneso e del continente.

Ignaro di pressoché tutto ciò che si è detto e discusso recentemente a Parigi ed a Londra, debbo andare assai a rilento nell'esprimere giudizi. Mi contenterò quindi di affermare che tutto ciò che mi è dato di osservare qui mi sembra che ci imponga di conservare tuttora, come misura di prudenza, le nostre occupazioni nell'Epiro greco per non cascare nel tranello di abbandonare tutto qui, per poi vedere gli anglo-francesi stabilirvisi da padroni assoluti quando, come sarà inevitabile, gli autori del tentativo venizelista saranno obbligati dichiararne il fallimento (3).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicati. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1356 del 21 agosto.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 3661/897. Londra, 18 agosto 1917.

Ho l'onore di qui unito trasmettere a V.E. copia della mia nota a questo Governo circa l'Asia Minore, nonché l'originale della nota responsiva consegnatami dal Signor Balfour, e la cartina da lui stesso firmata (1).

ALLEGATO l.

IMPERIALI A BALFOUR

Londra, 18 agosto 1917.

Conformemente agli ordini ricevuti, ha l'onore di notificare all'E. V. il consenso del Governo di Sua Maestà alle disposizioni seguenti, le quali riproducono il risultato delle conversazioni che hanno avuto luogo fra i Governi di Francia, Gran Bretagna ed Ita.lia a San Giovanni di Mariana e nelle Conferenze ulteriori relativamente all'Asia Minore.

Tali disposizioni dovranno rimanere segrete.

Sous réserve de l'assentiment du Gouvernement Russe:

l) Le Gouvernement Italien donne son adhésion aux stipulations contenues dans les artides l et 2 des accords franco-britanniques en date des 9 et 16 mai 1916. De leur còté, les Gouvernements de France ·et de Grande-Bretagne reconnaissent à l'Italie, dans les memes conditions d'administration et d'intérets, les zones Verte et (C) indiquées dans la carte ci-jointe.

2) L'Italie s'engage à faire de Smyrne un port frane, en ce qui concerne le commerce de la France, de ses Colonies et de ses Protectorats, ainsi que le commerce de l'Empire Britannique et ses dépendances. L'Italie jouira des droits et privilèges que la France et la Grande Bretagne se sont réciproquement assurés dans les ports d'Alexandrette, de Caiffa et de Saint Jean d'Acre suivant l'artide 5 des accords susdits. Mersina sera un port frane en ce qui concerne le commerce de l'Italie, de ses Colonies et de ses Protectorats et il n'y aura ni différence de traitement, ni avantages dans les droits de port qui puissent etre refusés à la Marine ou aux marchandises italiennes. Il y aura librc transit par Mersina et par le chemin de fer à travers le vilayet d'Adana pour les marchandises italiennes destinées à la zone italienne ou en provenant. Il n'y aura aucune différence de traitement direct ou indirect au dépens des marchandises italiennes sur quelque chemin de fer que ce soit, comme au dépens des marchandises ou des navires italiens, dans quelque port que ce soit, le long de la còte de Cilicie, desservant la zone italienne.

3) La forme de l'administration internationale dans la zone jaune, dont il est question dans l'artide 3 de l'arrangement susdit du 9 et 16 mai 1916, sera décidée d'accord avec l'Italie.

4) L'Italie, pour ce qui la concerne, donne son agrément aux dispositions relatives aux ports de Caiffa et d'Acre contenues dans l'artide 4 des memes accords.

5) L'Italie adhère, en ce qui concerne la zone verte et la zone (C) aux deux paragraphes de l'article 8 des accords franco-anglais concernant le régime douanier qui sera maintenu dans les zones bleue et rouge ainsi que dans les zones (A) et (B).

6) Il est entendu que les intérets que chaque Puissance possède dans les zones revenant aux autres Puissances seront scrupuleusement respectés, mais que les Puissances que ces intérets concernent, ne s'en serviront pas comme moyen d'action politique.

7) Les dispositions contenues dans les articles 10, 11 et 12 des accords franco-anglais concernant la péninsule arabique et la Mer Rouge, seront considérées comme appliquées également à l'Italie comme si cette Puissance était nommée dans ces articles avec la France et la Grande Bretagne à titre de partie contractante.

8) Il est entendu que si à la conclusion de la paix les avantages envisagés dans les accords stipulés entre les Puissances Alliées quant à l'attribution à chacune d'elles d'une partie de l'Empire Ottoman ne pouvaient pas etre assurés entièrement à une ou à plusieurs des dites Puissances, alors dans toute altération ou arrangement des provinces de l'Empire Ottoman comme conséquence de la guerre, le maintien de l'équilibre de la Méditerranée sera tenu en équitable considération en conformité de l'article 9 de l'accord de Londres du 26 avril 1915.

9) Il est entendu que le présent mémorandum sera communiqué au Gouvernement Russe, à fin de lui permettre de faire connaitre ses vues.

Nel pregare l'E. V. di volermi cortesemente favorire una risposta contenente la formale adesione del Governo di Sua Maestà Britannica alle disposizioni sopra menzionate... (1).

ALLEGATO Il.

BALFOUR A IMPERIALI

Londra, 18 agosto 1917.

In reply to Your Excellency's Note of the 18th instant, I have the honour to inform Your Excellency that His Majesty's Government agree that the following provisions embody the results of conversations between the Governements of France, Great Britain, and Italy at St. Jean de Maurienne, and of subsequent conferences concerning Asia Minor. These provisions should remain secret (2).

secret •·

Balfour dette comunicazione ufficiale al Governo francese dello scambio di note angloitaliano con la seguente lettera diretta all'incaricato d'affari, Fleuriau: « Ho l'onore di comunicare che, in risposta alla nota che l'ambasciatore italiano a Londra mi ha indirizzato il 18 c.m..

S.E. -mi ha informato che il Governo di S.M. è d'accordo che i seguenti punti riassumano i risultati delle trattative fra i Governi francese, inglese ed italiano di San Giovanni di Mariana e della successiva conferenza sull'Asia Minore. Contemporaneamente ho comunicato al marchese imperiali che questi punti debbono restare segreti>. (Aufteitunq der asiatischen Turkei doc. 334, che riproduce nel doc. 331, pp. 277-279, il testo dell'accordo sopra riportato. Cfr: M. -ToscANO, GLi accordi di San Giovanni di Mariana, p. 342).

Solo il 20 settembre 1917 Ribot inviò all'ambasciatore di Francia a Londra, Paul Cambon la seguente comunicazione: « Con lettera del 24 agosto scorso il Signor Fleuriau mi ha fatto pervenire la lettera del 18 agosto con la quale il Segretario di Stato di S.M. Britannica lo informava di aver scambiato il 18 agosto con l'ambasciatore italiano il memorandum circa l'Asia Minore, memorandum che è stato formulato a Londra 1'8 agosto c.a. Troverete allegatacopia delle lettere che nello stesso modo ho scambiato su questo argomento col marchese Salvago Raggi il 21 e 22 dello scorso mese. Vi sarei grato se vorrete informare il Signor Balfour semplicemente di aver ricevuto la comunicazione che egli da parte sua Vi ha fatta •.

(Auftei!ung der asiatischen Turkei, doc. 335, p. 281, Cfr. M. ToscANo, ibidem, pp. 342-343.

(l) Non rinvenuta.

(l) Analoga comunicazione venne data il 21 agosto da Salvago Raggi a Ribot con N. 3261 che termina con il seguente capoverso: • Je serai très obligé à V.E. de me faire connaitre si Elle. est d'accord avec le Baron Sonnino sur les termes du memorandum qu devra rester

(2) Segue il testo francese pubblicato nell'allegato l.

898

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 365/114. Le Havre, 18 agosto 1917.

Col telegramma n. 51 del 16 corrente (l) riferii le prime impressioni raccolte circa il documento del Papa per la pace.

Quelle impressioni si sono modificate quando è apparso nei giornali il testo integralmente. Sulla fede delle informazioni dapprima date dalle agenzie telegrafiche era sembrato qua che Sua Santità, assieme all'indipendenza piena e assoluta da restituire al Belgio, proponesse il pagamento d'una indennità pei danni soUerti. Anche le notizie pervenute al Governo concordavano con ciò; infatti, come è detto nel citato telegramma, il Ministro belga presso la Santa Sede avea telegrafato la stessa cosa, precisando che il Cardinale Segretario di Stato nel consegnargli il piego suggellato contenente la nota del Pontefice, indirizzata a

S.M. il Re, gli aveva verbalmente fatto un sunto di essa e avea parlato pure dell'indennità. Ho potuto pl'endere conoscenza di tale telegramma del Ministro presso il Vaticano.

Non si capisce bene come l'equivoco sia stato possibile, a meno che il Cardinale non abbia dato siffatta interpretazione al paragrafo della nota che concerne i danni e le spese di guerra, paragrafo che non sembra possa includere il concetto d'una speciale indennità al Belgio.

Poiché il documento è arrivato in piego chiuso diretto al Re, il primo Ministro non ha potuto fare altro che inviarlo a Sua Maestà in Fiandra ,ed ha-conosciuto il testo solo dai giornali.

Oggi avrà luogo presso il Re la prima riunione del Comitato di guerra ultimamente costituito e probabilmente vi sarà discussa la nota. Il Governo si metterà in comunicazione coi Gabinetti dell'Intesa per rispondere. Forse desidererà dar,e una l'isposta distinta, come fece per quella al Presidente Wilson nel g,ennaio

scorso.

L'accoglienza fatta dall'organo principale della stampa belga in Francia, Le XX Siècle, non è favorevole. Benché esso sia assai devoto alla Santa Sede non nasconde, in termini pieni di riguardo, la cattiva impressione prodotta dal documento pontificio. I giornali minori hanno la stessa intonazione.

Nel su mentovato telegramma comunicai che sl attribuiva importanza al passo di Sua Santità pel fatto che giunge in un momento che la campagna socialista a favore della pace è divenuta più attiva, e ciò per l'effetto che i due tentativi possono avere sulla pubblica opinione in tutti i paesi. Oltre a questo un altro commento ha inteso fare e cioè che il Papa, sospettando l'efficacia della azione dei socialisti, abbia voluto evitare che essi sieno i soli promotori della pace.

(l) Non pubblicato.

899

IL MINISTRO A TEHERAN, ARRIVABENE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 239173. Tedjrisce, 18 agosto 1917.

Mi pregio segnare all'E.V. ricevimento del dispaccio n. 11403/8 del 18 marzo scorso (Div. III, Sez. l) (l) al quale andava annessa copia di un rapporto del

R. Ambasciatore in Londra relativo all'osservanza della convenzione anglorussa del 1907 nei riguardi dell'integrità e dell'indipendenza dell'impero persiano.

Dal punto di vista teorico la convenzione del 1907 permane il più sicuro vincolo per la Russia e per l'Inghilterra rispetto ai loro interessi in Persia ed è pure, indirettamente, la più sicura garanzia dell'integrità di quest'impero; ma dal punto di vista pratico non può esattamente dirsi che la predetta convenzione non abbia fatalmente subito certe modificazioni dovute alla necessità di fronteggiare nuovi avvenimenti.

La zona neutra prevista dall'art. III della predetta convenzione per quanto riservata agli interessi di entrambi i sudditi delle Potenze contraenti, rientra ogni giorno più nella zona d'influenza inglese, atteso che è nel Fars che si svolse specialmente l'azione delle Autorità militari indo-britanniche, sia per un più vantaggioso sfruttamento dei giacimenti petroliferi dell'Ammiragliato di Disful e Shuter, sia per la sorveglianza del commercio marittimo di Buscir che di quello carovaniero Buscir-Sciaraz-Kerman fino alla frontiera afgana. Di fatto quindi può considerarsi come inesistente la zona neutra ormai compresa nella zona di influenza inglese.

Anche lungo il litorale del Golfo Persico l'Inghilterra avrebbe avuto riconosciuto nell'agosto 1916 il diritto di provv.edere con forze proprie al mantenimento dell'ordine; ma dove lo spirito della Convenzione del 1907 ha subito di fatto maggiori modificazioni, nei riguardi almeno delle due potenze contraenti, è nell'attuazione delle misure d'ordine militare e finanziario concordate nello scambio di note dello stesso mese di agosto.

È risaputo come il Governo persiano abbia declinato la proposta anglorussa di controllo finanziario rinunciando per tal modo al sussidio mensile di

200.000 tomani, ma per le misure d'ordine militare queste Missioni di Russia e d'Inghilterra hanno considerato come vincolante il compromesso accettato dal passato Gabinetto di Sepahsalar'Azam.

Senonché, mentre l'Inghilterra ha già costituito in Sciraz e Kerman mercé l'opera del Generale Sykes, una gendarmeria locale che dà buoni risultati, la Russia non ha finora provveduto all'aumento di questa brigata persiana destinata al mantenimento dell'ordine nelle provincie settentrionali persiane.

Si è quindi anche in ciò determinato uno squilibrio a svantaggio della Russia, il quale, prima o poi, finirà per influire sulle direttive cui ispiravasi la convenzione russo-inglese del 1907.

Rimangono tuttora occupate da truppe russe le principali località di Ker

manscià, di Isfahan e di Hadaman, ma le insubordinazioni anche qui V"erificatesi non assicurano che il piano di azione previsto dalla convenzione ed ampliato dai successivi accordi. possa per ora venire dai russi efficacemente attuato.

(l) Non pubblicato.

900

L'ONOREVOLE SALANDRA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Tricesimo, 18 agosto 1917.

Si riparla nei giornali delle tardiv,e rivelazioni dell'ex ambasciatore Garroni circa il suo colloquio con Wangenheim avvenuto a Costantinopoli in luglio 1914. La Stampa di Torino, in un articolo evidentemente ispirato da Garroni afferma che questi avrebbe detto a me di avere consegnata la velazione del colloquio, invece che in un telegramma, in un rapporto cifrato affidato al comandante di un piroscafo italiano che partiva in quei giorni da Costantinopoli.

Ciò non è punto vero. Garroni nulla mi disse di questo invio. Ne sento parlare soltanto adesso. Deve essere una postuma escogitazione basata su chi sa quale trucco. Non è ammissibile che, se il rapporto fosse arrivato in qualunque modo alla Consulta, San Giuliano non me ne avrebbe parlato, specie quando scoppiò la bomba dell'ultimatum alla Serbia, né che non me ne parlasse de Martino che ·io vedevo continuamente trovandosi San Giuliano a Fiuggi.

Ad ogni modo io ti prego di disporre diligenti rìcerche circa questo asserito rapporto e d'informarmi del loro risultato. Potrebbe anche darsi che carte di minore importanza fossero state in quel tempo spedite col mezzo indicato dal Garroni e che fosse arrivato un plico, ma non con quel contenuto. Comunque, occorre esser·e sicuri degli elementi di fatto con la massima precisione.

Intanto -poiché nella Stampa si dice essersi Garroni rivolto a Boselli perché ristabilisca in sua tutela la verità dei fatti -ho scritto a Boselli, ponendolo in sull'avviso contro il pericolo di rilasciare al Garroni una qualsiasi dichiarazione della quale costui non mancherebbe di servirsi. Boselli nulla può dire circa fatti svoltisi molto tempo prima che egli venisse al potere.

Io non ho la menoma voglia di mescolarmi in polemiche; ma non lascerei alterare la verità; e mi dorrebbe assai dovere intervenire contraddicendo a una dichiarazione che emanasse in qualunque modo dal gov·erno (1).

901

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. RR. SPECIALE 156. Roma, 19 agosto 1917, ore 21.

Decifri Ella stessa.

Da varie parti mi viene segnalato che si commenta sfavorevolmente il fatto

che V.S. intratterrebbe frequenti rapporti con una signora che era molto legata al barone Schenk quando si trovava in Atene e di cui V.S. avrebbe colla sua influenza evitata l'espulsione. Pregola telegrafarmi se e quale fondamento abbiano queste informazioni.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 274-275.

902

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1106. Roma, 19 agosto 1917, ore 21,30.

(Meno Atene) R. ministro ad Atene telegrafa quanto segue:

• Giornali ecc. ecc. . . . . . . (telegr. 3054/363) • (1). (Solo Atene) Telegramma di V.S. n. 363. (Meno Parigi) Ho telegrafato alla R. ambasoiata a Parigi quanto segue: (Per tutti) Prego V.E. cogliere occasione di accertare intendimenti del Go

verno francese circa Koritza. Se noi siamo disposti a non sollevare, per ora, la questione della repubblica di Koritza e della occupazione francese di essa non potremmo restare indifferenti a che i francesi vi insediassero i greci. Koritza fa parte dell'Albania qual è stata delimitata a Firenze e quale è stata implicitamente di nuovo riconosciuta nello spirito delle decisioni della recente conferenza di Parigi. Anche l'invio a Koritza di Essad non potrebbe, dato il contegno assunto da questi, non apparire che come un atto diretto contro di noi.

903

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3078/841. Pietrogrado, 19 agosto 1917, ore 10,30 (per. ore 11 del 20).

16 agosto.

In una intervista dai rappresentanti della stampa, Buchanan, dopo avere passato in rassegna avvenimenti e considerazioni che determinarono l'Inghilterra ad 'impugnare le armi contro la Germania, ha dichiarato che al pari della democrazia russa l'Inghilterra non vuole né annessioni né contribuzioni, senza peraltro escludere l'obbligo da parte della Germania di rifondere largamente i danni inflitti dalle sue truppe nelle regioni occupate. Noi, egli ha detto, ci siamo dichiarati pronti a rivedere, ove fosse indispensabile, gli accordi cogli alleati. Le sorti della Mesopotamia e delle colonie germaniche saranno discusse d'accordo cogli alleati alla conferenza della pace, ma non credo che il popolo russo dsorto a libertà vorrà nuovamente vedere gli arabi della Mesopotamia sotto il giogo turco e la popolazione delle colonie tedesche sotto il giogo di un paese, la storia coloniale del quale è una serie di crudeltà ed oppressioni. Fino a che il popolo germanico non insorgerà come il popolo russo contro il suo Governo autocra

tico, il raggiungimeno di una solida pace non sarà possibile, altrimenti che colla sconfitta del Governo germanico sul campo di battaglia. La democrazia inglese, come la democrazia russa, desidera ardentemente di porre termine alla guerra; dopo tanti sacrifici, essa non consentirà ad una falsa pace. Il soldato russo può essere sicuro che non gli si domanderà una goccia di sangue per scopi imperialisti. Esso combatte a difesa di una rivoluzione le cui sorti sono unite a quelle della patria. Gli eserciti alleati lottano per dare possibilità alla Russia di fronteggiare il nemico e rafforzare il nuovo regime. Anche nelle ore più oscure della crisi, la mia fiducia nel genio del popolo russo non è venuta meno e sono persuaso che tutti i partiti e le classi russe si uniranno a difesa della patria. Circa la conferenza di Stoccolma, Buchanan ha detto che in ogni caso il Governo britannico si guiderà secondo i desideri espressi dalla maggioranza della nazione.

(l) Non pubblicato. Il deputato francese David ha ricevuto il deputato di Koritza che gli ha presentato un memorandum sulla situazione di elementi greci nella sua provincia.

904

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 373/160. Stoccolma, 19 agosto 1917.

Secondo quanto mi viene riferito da buona fonte, nella progettata conferenza socialista di Stoccolma il numero dei voti dovrebbe essere diviso come segue fra i vari paesi :

l -Gran Bretagna 20 (Labour party 10, British Socia1ist party 4, lndian Labour party, 4, Fabian Society 2); 2 -Francia 20; 3 -Russia 20 (socialisti rivoluzionari ossia partito Kerensky 7, Menscevichi 5, Bolscevichi 5, Lega ebraica 3); 4 -Stati Uniti 20, (Socialist party 15, Socialist Labour party l, Trade Unions 4); 5 -Germania 20 (probabilmente 12 alla maggioranza e 8 alla minoranza); 6 -Austria 20 (parti·to socialista tedesco 9, federalisti czeco slovacchi 5, centralisti 2, italiani 2, ucraini 2); 7 -Belgio 12; 8 -Svezia 12; 9 -Italia 10; 10-Polonia 10; 11 -Danimarca 10; 12 -Ungheria 9 (ungheresi 7, croati 2); 13 F·inlandia 8; 14-Australia 6; 15-South Africa 6; 16-Norvegia 6; 17-Serbia 4; 18 -Bulgaria 4; 19 -Svizzera 4; 20 -Grecia 4; 21 -Argentina 4; 22 -Canada 2; 23 -Romania 2; 24 -Spagna 2; 25 -Portogallo 2; 26 -Armenia 2; 27 -Turchia non fissato.

Tale ripartizione sarebbe fatta sul numero degli aderenti all'Ufficio Internazionale socialista. Secondo di essa, anche tenendo conto della Turchia il cui numero dei voti non è specificato, i paesi dell'Intesa avrebbero una certa prevalenza sui nemici ed i neutri presi insi.eme.

905

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1362. Roma, 20 agosto 1917, ore 18.

Come la • Stefani • ha già annunziato con un comunicato ufficiale R. Governo ha deciso di rifiutare passaporti per conferenza Stoccolma.

906

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BERNA, PAULUCCI, A COPENAGHEN, SACERDOTI, PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A JASSY, FASCIOTTI, A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, A LISBONA, SERRA, E A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1354. Roma, 20 agosto 1917, ore 21,30.

Ministro dei Paesi Bassi chiedeva le mie impressioni sulla Nota Papale ai belligeranti. Ho risposto che parlavo per mio solo conto individuaLe. Con tutto il rispetto per la persona e le buone intenzioni del Santo Padre, il suo intervento non poteva avvenire ,in un momento più inopportuno. Aveva tutto l'aspetto di essere stato prima concertato con l'Austria, con la connivenza della Germania. Per l'Italia non sono nella Nota nemmeno adombrate basi di possibili accordi. Solo si dice che per le questioni territoriali tra essa ·e l'Austria-Ungheria, si fa appello allo spirito di conciliazione, con raccomandazione di tenere in considerazione dove possibile le aspirazioni delle popolazioni insieme con gli interessi generali internazionali. Qualunque rinunzia a vantaggi immediati sarebbe compensata dal grande beneficio della pace. Tutto ciò rappresenta un bel niente come base di eventuali trattative. Intanto la stampa ufficiosa viennese proclama come prima risposta: non un palmo di terreno può cedersi all'Italia. Tutto questo dopo i tentativi di sabotaggio della guerra per parte dei socialisti in piena collusione con la Germania, fa un po' l'effetto di una macchinazione preordinata per disgregare e scuotere l'opinione pubblica nei paesi alleati in un momento difficile e critico. Certo non apparisce come un atto amichevole verso l'Italia, cercando di affievolire i propositi patriottici di una parte della opinione pubblica che finora si era dimostrata convinta della necessità della guerra.

Ma confido nel buon senso delle popolazioni per vedere superate tutte queste difficoltà (1).

907

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. t;AB. 1368. Roma, 20 agosto 1917, ore 21,30.

A questo ministro di Grecia che chiedeva si precisassero con un piano generale le date e i modi del progressivo sgombero dell'Epiro per parte delle

truppe italiane, in seguito agli accordi dell'ultima conferenza di Par,igi, ho risposto che tale sgombro era stato espressamente subordinato ad un contemporaneo sgombro dalle provincie greche e dalle isole delle truppe francesi ed inglesi; che io mi ero rivolto al nostro Comando Supremo perché possibilmente concordasse le modalità dello sgombro con l'alto Comando francese; ma che ,intanto parrebbemi opportuno che il Governo greco si rivolgesse al Governo francese o meglio ancora al generale Sarrail per ottenere da essi il piano o programma del progressivo sgombro francese. Ottenuto questo e precisate le date non avrei avuto difficoltà da parte nostra per ottenere sollecitamente dal nostro Comando un piano corrispondente di ritiro delle occupazioni italiane daH'Epiro greco, salvo H noto triangolo per la strada da Santi Quaranta a Coritza. Intanto insistevo perché i greco-francesi non occupassero luoghi che dovessero essere compresi entro detto triangolo (Mio telegr. 2183) (l) perché ciò a~rebbe inevitabilmente ritardato tutte le operazioni di riHro delle nostre truppe.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 181-182.

908

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1365. Roma, 20 agosto 1917, ore 23.

Confermo il mio telegramma n. 1339 (2). Sono in massima d'avviso che non convenga rispondere al messaggio del Papa, nel caso che le circrstanze consigliassero altrimenti, è necessavio un previo scambio di idee .:!d una intesa fra gli alleati.

L'eventualità di una risposta da parte degli alleati deve tuttavia essere fino da ora attentamente considerata alla stregua deUe necessità imprescindibili che attualmente si presentano nei riguardi della pubblica opinione italiana e del nostro Parlamento.

Non è a dissimularsi che il messaggio papale potrebbe produrre, in date circostanze, un infiacchimento dello spirito di guerra di cui ha dato così bella prova il partito cattolico italiano, il quale ha tenuto a contrapporsi alla propaganda pacifista dei socialisti, salvo trascurabili eccezioni. Il R. Governo provvede a sventare tale minaccia e l'attitudine della nostra stampa ci dà piena fiducia che la nazione italiana seconderà con ogni tenacia la politica di guerra e di perfetta unione cogli alleati proseguita dal Governo.

Ciò nondimeno il pericolo di dannose ripercussioni nella nostra opinione pubblica potrebbe seriamente presentarsi qualora il contenuto di una eventuale risposta degli alleati al messaggio papale fosse tale da gettare nel paese il seme della sfiducia e dello scontento.

f2) Cfr. n. 886

H passo del messaggio papale relativo alle aspirazioni italiane, come ho fatto rilevare a V.E. nel mio telegramma n. 1354 (1), manca di qualsiasi possibile base di eventuali trattative, anzi è concepito in modo da lasciare campo alla supposizione di pessime soluzioni a danno dell'Italia.

Qualora la eventuale risposta degli alleati lasciasse un dubbio qualsiasi che gli alleati condividano il punto di vista del Papa, e non provvedesse a rettificare chiaramente, e ad assicurare l'opinione pubblica italiana della incrollabile unione degli alleati sulla base degli accordi <tra noi intervenuti, debbo sin da ora attirare l'attenzione di codesto Governo sulle difficili conseguenze che ne potrebbero derivare nei riguardi dello spirito pubblico dell'Italia e del. Parlamento.

Più volte in occasione di decorsi negoziati, che pure toccavano essenziali interessi itaLiani, mi furono da Governi alleati opposte le ragioni derivanti dalle necessità delle rispettive opinioni pubbliche e dei rispettivi Parlamenti.

Confido che nella presente occasione si terrà conto da codesto Governo di ragioni analoghe nell'interesse dell'Italia, sulle quali prego V.E. attirare tutta l'attenzione di codesto ministro degli Affari Esteri.

Bene inteso non metto in dubbio che codesto Governo vorrà con me concertare e comunicarmi anche quella eventuale risposta al Papa che fosse fatta in via semplicemente ufficiosa o confidenziale (2).

(l) Non pubblicato.

909

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 347. Pietrogrado, 20 agosto 1917.

Confermo le mie precedenti informazioni. Il Governo provvisorio, pur rendendo omaggio ai sentimenti che hanno ispirato la nota papale, la considera poco opportuna di contenuto e di tempo ed osserva che la Russia vi è trascurata. Esso opina che gli alleati dovrebbero rispondervi con nota identica oppure con un testo unico cui ciascun Governo aggiungerebbe osservazioni su quanto più particolarmente lo concerne. Ma in ogni modo è innanzi tutto desiderabile intendersi con gli alleati ed ho motivo di credere che ieri sera siano state inviate istruZ!ioni a Giers di intrattenere V. E. di tale argomento.

I circoli del Soviet attribuiscono scarsa importanza alla nota papale. Essi dicono che il Papa si è soprattutto preoccupato di fare comparire il suo messaggio pacifico prima che i socialisti bandiscano il loro verbo a Stoccolma. Essi sanno che il Governo provvisorio e i Governi alleati declineranno la proposta papale e non muovono a ciò obiezioni ma si astengono tuttavia dal pronunziarsi visto che trattasi pur sempre di proposta di pace e in parte nell'ordine delle loro idee. Il loro organo !imitasi ad esprimere un vago voto che anche la voce del papa abbia ad influire sulle decisioni dai Governi, ed accenna alla possibilità che disposizioni di questi siano state previamente indagate dal Papa.

Neratoff mi ha confermato che Governo provvisorio e Soviet sono sostanzialmente d'accordo nel modo di considerare la nota papale (1).

(l) Cfr. n. 906.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 275-277.

910

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3082. Atene, 20 agosto 1917, ore 2,30 (per. ore 3,25 del 21).

Essad pascià ha dato parecchie interviste alla stampa. Alla Athine disse che l'Albania doV'eva mantenere rapporti di buona vicinanza con la Grecia. Egli è legato da molti anni di personale amicizia con la signora Venizelos. L'Albania deve grande riconoscenza, sopra>ttutto all'Inghilterra, che sebbene sia a grande distanza, esercita influenza patente su albanesi. Alla Patris dichiarò che l'esercito ellenico avrà una grande importanza prossimamente nelle operazioni balcaniche in necessaria stretta collaborazione tra greci e Albania durante la guerra e dopo di essa.

Gli albanesi si sono già distinti sul fronte mac·edone combaUendo i bulgarci tra Monastir e Prespa. Dichiarossi anche lieto della decisione della Serbia di concentrave intorno a sé tutti gli elementi jugo-slavi per formare stato forte e libero. Espresse speranza che l'Italia non voglia con politica contraria al principio nazionalità perdere l'amieizia di tutte le potenze interessate all'Albania. Circa la questione del protettorato italiano, Essad disse che la decisione al riguardo fu dovuta piuttosto all'iniziativa del comandante delle truppe italiane che al Governo reale. Le dichiarazioni dell'onorevole Sonnino sono abbastanza chiare circa la questione dell'Epiro settentrionale. Disse che senza dubbio essa non è di natura da turbare i buoni rapporti fra i due paesi, poiché sarà definitivamente risolta nei congressi e tutti dovranno accettare •la soluzione che sarà imposta. Espresse convinzione che dopo la paoe in Albania sarà ristabilito lo • statu quo ante • ossia condizioni riconosciute prima della guerra europea. Alcuni giornali riferiscono che Essad ricevette gran cordone del Salvatore (2).

911

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2232/383. Londra, 20 agosto 1917, ore 10,34 (per. ore 5 del 21).

A domanda da me rivoltagli, Balfour ha risposto non essel'e egli ancora giunto ad alcuna conclusione circa nota pontificia.

23 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

(l) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1390 del 23 agosto. (2) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. 1116 del 21 agosto.
912

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1053/598. Copenaghen, 20 agosto 1917.

Con riferimento al mio telegramma n. 129 del 16 corr. (l) ed a quello dell'E. V. n. 1095 del 18 corr. (l) mi onoro trasmettere qui unito all'E. V. il testo della smentita da me fatta pubblicare circa la notizia .immaginaria apparsa sul Bertingske Tidende di Copenaghen che il Governo Italiano avrebbe fatto sapere al Vaticano che ogni azione pro pace del Sommo Pontefice sarebbe considerata come diretta contro il R. Governo, il qua-le in tal caso non potrebbe ulteriormente garantire la sicurezza della Santa Sede.

Come l'E. V. potrà rilevare la smentita fu pubblicata non solo dall'Agenzia telegrafica danese, ma dai principali giornali di Copenaghen, fra cui il Berlingske Tidende stesso.

913

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1374. Roma, 21 agosto 1917, ore 18.

L'incaricato d'affari degli Stati Uniti d'America mi chiedeva per conto del suo Governo le mie impressioni sulla nota del Papa. Eguale domanda era stata diretta agli altri Governi alleati.

Ho risposto in modo analogo a quanto dissi ieri al ministro olandese (vedi mio telegramma n. 1354) (2).

Ho aggiunto che non vedevo ragione per affrettare una risposta alla nota, almeno per parte degli alleati europei (vedi mio telegramma n. 1339) (3). Quanto agli Stati Uniti d'America la mia impressione era che una risposta di quel Governo che anticipasse su quella eventuale degli altri e che fosse chiara e netta nel suo giudizio non approbativo della nota papale, avrebbe potuto giovare per dare l'intonazione generale.

914

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1410. Roma, 21 agosto 1917, ore 21.

Questo ambasciatore di Russia ha dato lettura del seguente telegramma diretto dal suo Governo al ministro di Russia a Jassy:

62R

• Secondo informazioni a noi pervenute, alcuni circoli romeni si lasciano andare a dei timori esagerati sull'avvenire del paese e del suo esercito. Un simile stato d'animo può creare il panico ,e in ogni modo presenta un terreno troppo propizio agli intrighi germanici. Noi crediamo necessario che la legazione di Russia mettendosi d'accordo con lo stato maggiore dell'esercito deHa fronte romena, lotti contro questa corrente e cerchi di rialzare il morale della nazione. Bisogna dare la più grande pubblicità ai comunicati delle nostre autorità militari che affermano che tutti gli sforzi saranno fatti per trattenere il nemico suHe posizioni della Moldavia. Prendendo in considerazione a che punto la popolazione è informata della possibilità di una evacuazione, la S. V. è autorizzata a far sapere che tutte le misure siano prese perché detta evacuazione, se fosse indispensabile, abbia luogo nelle condizioni d'ordine completo ,e secondo un piano ben stabilito. La S.V. può dare tutti i particolari che sono a conoscenza di lei relativamente ad un'eventuale ,evacuazione sopra Kerson e i ,tre distretti vicini. La S.V. può egualmente dare assicurazione al Governo romeno che a seguito di un'intesa con gli alleati e soprattutto con gli Stati Uniti d'America tutte le misure saranno prese per dare alla Romania le munizioni ed i mezzi finanziarii necessarii •.

Avendo Giers espresso il desiderio che il ministro d'Italia ricevesse analoghe istruzioni ho risposto che avrei telegrafato di concertarsi coi suoi colleghi allo scopo di spiegare tutti uniti un'azione intesa a sostenere gli animi.

(Per Jassy). Prego S. V. agire in conseguenza.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 906. (3) -Cfr. n. 886.
915

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AI MINISTRI A BERNA, PAULUCCI, A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, E A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1375. Roma, 21 agosto 1917, ore 22.

Questo ambasciatore di Francia mi ha detto che Ribot non contempla favorevolmente iniziativa svedese di una riunione di neutri a Stoccolma, e che ha dato istruzioni agli agenti diplomatici francesi di adoperarsi coi Governi neutri presso i quali sono accreditati per sconsigliarla, facendo rilevare che tale riunione non sembra corrispondere, per vari indizi ed atteggiamenti, ad una stretta neutralità.

Convenendo io nel gi~dizio del signor Ribot, la prego di concertarsi coi suoi colleghi aHeati, ed adoperarsi, con il massimo tatto, in tal senso, presso codesto Governo.

916

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 242. Parigi, 21 agosto 1917.

Margerie parlando meco della nota pontificia ha affermato che essa ha fatto poco buona impressione nei circoli clericali francesi dove è generalmente commentata in modo recisamente sfavorevole ed in tal senso si sarebbe espresso anche cardinale Arnette. Margerie ha aggiunto aver appreso che in Vaticano si assicurerebbe che prima di inviare la nota erano state presentite le cancellerie delle varie nazioni ottenendosi la certezza che la nota sarebbe bene accolta. Tale affermazione sarebbe assolutamente infondata per quanto riguarda la Francia che non sarebbe stata presentita né direttamente né indirettamente. Per ora questo Governo non avrebbe esaminato la questione della risposta, ma, secondo l'avviso personale di Margerie, questa dovrebbe limitarsi a una semplice accusa di ricevuta, sia pure con frasi di cortese deferenza. Cambon mi disse più tardi che l'impressione in Francia è generalmente sfavorevole ed aggiunse che il Pontefice raggiunge il risultato di alienarsi ancora di più le simpatie francesi. Circa la !'isposta disse che quando Inghilterra consulterà a tal riguardo Italia e Francia, converrà concordare risposta vagamente cortese ma astenendosi di seguire il Pontefice nelle singole questioni.

Cambon ha aggiunto di deplorare per suo conto che non vi sia più relazione diretta fra Francia e Vaticano, giacché sarebbe stato più facile combattere l'influenza austriaca alla quale indubbiamente ha obbedito il Pontefice nel compilare la nota. A mio accenno al riguardo, Cambon ha affermato recisamente l'infondatezza della voce corsa di negoziati recenti per riannodare relazioni tra Francia e Vaticano (1).

917

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 205. Washington, 21 agosto 1917.

Lansing, al quale ho domandato stamane se questo Governo avesse maturato qualche proposito circa il seguito da dare alla proposta di pace del Papa, mi ha risposto prontamente di no, aggiungendo che non avrebbe potuto dire ancora nulla al riguardo. Egli obbediva evidentemente alla consegna di non pronunziarsi in alcun modo, raccogliendo se mai le impl'essioni altrui. Ho insistito perciò chiedendogli se fra le varie ipotesi questo Governo non considerasse anche quella di non rispondere affatto. Dopo breve riflessione egli ha osservato: " Non potrebbe ciò parere scortese? ". Ho replicato che a volte non rispondere era la risposta più cortese. Ho commentato così: la proposta pon

tificia è già un atto meno amichevole verso gli alleati. Il Vaticano non poteva ignorare che in questo momento soprattutto e nei termini in cui è redatta essa doveva riuscire loro sgradita. L'ha lanciata ugualmente, a loro completa insaputa, pur di favorir,e gli Imperi Centrali e speculando non fosse altro sull'imbarazzo comunque derivante da una iniziativa siffatta che emana dal capo dei cattolici disseminati ovunque. Sottrarsi col silenzio a questo provocato imbarazzo poteva sembrare quindi una risposta più corretta, dignitosa se il silenzio è il più spesso risposta benevola anche a chi pur senza intenzione 11ivolga domanda indiscreta o inoppovtuna. Ho rammentato a sostegno del mio argomento che il Vaticano col passo odierno contravveniva al proposito solenne manifestato in passato di astenersi da qualunque iniziativa di pace senza previa assicurazione del consenso comune. Ho aggiunto che ritenevo d'altronde di sapere che l'ipotesi del non rispondere ,era contemplata con favore da qualche Governo interessato. E poiché Lansing a guisa di indagine mi osservava che l'Inghilterra aveva già fornito una prima risposta, gli ho detto trattarsi in questo caso più di forma che di sostanza, essendo stata l'Inghilterra pregata di trasmettere la nota pontificia agli alleati.

Lansing ha mostrato di interessarsi parecchio ai concetti sopraesposti, ma non si è naturalmente pronunziato né si pronunzierà che per diffondere il verbo di Wilson, il quale, come di consueto, accentra in sé ogni decisione tacendo sovente agli stessi suoi ministri. È già molto che Lansing mi abbia detto da ultimo che sarebbe stato ad ogni modo puerile affrettarsi a rispondere e che conveniva lasciare parlare anzitutto gli Imperi Centrali per prendere norma del loro atteggiamento. Ciò che conferma ulteriormente che questo governo è lungi tuttora dall'avere un piano definito (1).

(l) Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Washington con t. gab. 1379 del 22 agosto.

918

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2244/300. Atene, 21 agosto 1917, ore 16 (per. ore 1,45 del 22).

Seguito mio telegramma n. 298 (2).

Ho interrogato direttamente Venizelos circa suoi colloqui con Essad. Venizelos mi ha detto che quei colloqui mancano d'interesse politico. Essad vuole divenire principe d'Albania e vuole comprendere nell'Albania l'Epiro settentrionale, mentre Venizelos è deciso rivendicare quella regione per la Grecia. Alcuna intesa non vi è quindi fra lui ed Essad. Venizelos ha stigmatizzato con parole piuttosto energiche la politica francese in Albania. Ha detto <essersi opposto al piano di Sarrail di condurre Essad a Coriza dove del resto i francesi si sono condotti malissimo verso i greci chiudendone le scuole.

Avendo chiesto a Venizelos perché in tali condizioni egli mantiene relazioni diplomatiche con Essad, egli mi ha detto di farlo unicamente per uniformarsi ai francesi e serbi. V. E. giudicherà quale sincerità possa attribuirsi a queste dichiarazioni di Venizelos (3).

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1401/813 del 25 agosto, che richiama il t. gah. 1339 del 18 agosto, cfr. n. 886. (2) -Non pubblicato. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1378 del 22 agosto.
919

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3101/848. Pietrogrado, 21 agosto 1917, ore 18,30 (per. ore 9 del 22).

18 agosto.

Nel commentare nota papale No'vaia Gisni dice che Papa non ha osato intervenire presso capi di Stato per prevenire guerra. Grandi e piccoli prelati cattolici in Baviera Belgio Austria Francia benedicevano poi navi e cannoni. In Italia questo doppio giuoco si è rivelato più chiaramente. Colà ceti di campagna e giornali clericali accusavano presso popolo incolto socialisti atei di aver suscitato guerra mentre nelle classi elevate predicavano guerra votando crediti militari e fornendo al Governo loro ministri.

Conferenza di Stoccolma e timore di vedersi strappare dal socialismo, suo mortale nemico, palma della pace hanno evidentemente indotto il cattolicismo a fare ora un passo decisivo che rimarrà tuttavia sterile.

Rietch scrive che pace la quale lasci agli Imperi Centrali possibilità nuove guerre condurrà a nuovi armamenti e che quindi disarmo e arbitrato internazionale sono condizionati alla sconfitta della Germania. A queste considerazioni dice il giornale si è 'inspirato Wilson. Papa non si è servito della formula « pace senza annessioni né contribuzioni • ma vi si. è avvicinato. Suo pensiero circa rifusione danni è analogo a quello dei zimmerwaldisti. Ma alleati non consentiranno a ritornare allo statu quo ante bellum base della proposta di Benedetto XV. Quest'ultima non è favore·vole che agli Imperi Centrali.

920

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2247/386. Londra, 21 agosto 1917, ore 21,52 (per. ore 9,10 del 22).

D'incarico del Segretario di Stato, Harding mi ha testè rimesso copia del telegramma qui appresso r.iprodotta in •traduzione letterale che è stato spedito oggi ·a Salis e contenente alcune osservazioni di Balfour in merito alla nota pontificia:

• Ella dovrebbe dopo ciò cogliere l'occasione propizia per spiegare al CardinaLe Segretario di Stato che noi non abbiamo ancora avuto ag,io di consultare i nostri alleati circa il rapporto ufficiale del Papa e non siamo quindi in grado di dire se e quale risposta potrebbe utilmente essere data ai suoi sugger,imenti riguardo ai migliori termini ai quali una pace duratura potrebbe essere assicurata. Ella dovrebbe aggiungere che, a parer nostro, non v'è probabilità di alcun progresso verso la pace fino a quando le potenze centrali e i loro alleati non avranno ufficialmente annunziato gli scopi per i quali stanno guerreggiando, la misura della restaurazione e riparazione che essi sono disposti a concedere

ed i metodi in base ai quali il mondo potrà essere effettivamente garanUto contro ogni ripetizione degli errori di cui ora soffre. Anche a riguardo del Belgio dove essi stessi si sono confessati nel torto, non abbiamo una chiara enunciazione delle loro intenzioni sia circa la restaurazione della sua completa indipendenza, sia circa la riparazione dei danni da essi 'inflittigli.

Sua Eminenza avrà senza dubbio presente le dichiarazioni che gli alleati fecero in replica alla nota del presidente Wilson. Nessuna corrispondente dichiarazione è stata fatta dall'Austria o dalla Germania ed a noi sembra inutile tentare di condurre i belligeranti ad un accordo fino a che non sappiamo chiaramente i punti sui quali e::;si discutono. Ritengo ella abbia copia della risposta degli alleati a Wilson e del mio dispaccio del 27 gennaio sul medesimo argomento (1). In caso contrario le invierò le copie per suo opportuno riferimento •.

Hardinge diceva che questo telegramma di semplici osservazioni lasda impregiudicata la questione della risposta collettiva che gli alleati potranno o meno dare a seconda dell'opportunità. Comunicazione del telegramma sarà data pure all'ambasciatore del Giappone, agli incaricati d'affari di Francia e Russia E::d al ministro del Belgio ma ad Hardinge sembrava superfluo darla agli altri alleati minori. Anche Hardinge condivide parere di Balfour che cioè inspiratore della nota pontificia sia stata non la Germania ma l'Austria.

Tale impressione si basa sulla tesi che Germania non avrebbe potuto consentire alla menzione del ricostituendo antico regno di Polonia nel quale andrebbe incorporato il granducato di Posen.

921

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3105/845. Pietrogrado, 21 agosto 1917, ore 10,30 (per. ore 10 del 22).

18 agosto.

Commentando nota papale Novoie Vremia scrive che per porre termine alla guerra il Papa avrebbe dovuto rivolgersi all'Imperatore di Germania e al suo popo·lo di aggressori e distruttori dei loro vicini. Di fronte al tentativo della Germania di imporre all'umanità la pace germanica spregiatrice dei diritti altrui, l'Europa non può fare altro che difendersi fino all'ultima goccia di sangue, i popoli liberi preferendo la morte alla schiavitù. Il Papa desidera che le controversie tra nazioni vengano risolte in via conciliativa da tribunali internazionali. Questo è appunto l'appello che Russia, Francia, Inghilterra incessantemente rivolsero alla Germania prima della guerra, ma la diplomazia tedesca sempre lo respinse. Se la Santa Sede, che non ha perso la sua forza morale, si fosse rivolta direttamente ai colpevoli del flag:ello universale bollandoli con parole di rimprovero avr·ebbe reso un servigio all'umanità.

Quindi pur riconoscendo le buone intenzioni del Papa, non possiamo credere che esse apportino pace al mondo.

Birgevia Viedomosti scrive che le proposte concrete del Papa offrono analogia col memorandum di Scheidemann a Stoccolma. Soffermandosi sulle questioni belga e polacca e sorvolando su qQelle balcaniche, la nota papale dimostra parzialità. Tali gravi difetti le tolgono la influenza politica. La mediazione papale come prima rimane lettera morta perché difficilmente accettabile per la Francia ,e del tutto inaccettabile per Italia.

Circoli diplomatici osserveranno che questo nuovo passo della diplomazia austro-tedesca non può avere successo.

(l) Non pubblicato.

922

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 2333/53. Berna, 21 agosto 1917 (per. il 23).

Ringrazio V.E. della comunicazione datami con od~erno telegramma gab.

n. 1354/33 (l) delle sue impressioni sulla nota papale. Me ne sono valso oggi stesso in un colloQuio con il consigliere Motta alla cui domanda come il nostro Governo avesse acco~to quel documento, ho potuto rispondere che nel momento attuale, data l'intransigenza avversaria, certe parole di. pace fanno solo il giuoco dei nostri nemici; ché se ci mettessimo oggi a tavolino a discutere, ciò vorrebbe dire per l'Intesa la piena paralisi delle operazioni e la subita rinunzia a quegli scopi per i quali combattiamo.

Ho saputo che ieri l'agente ufficioso della Santa Sede presentò all'Ador una copia della nota. recante la firma del Pontefice. Questo passo è la conseguenza del desiderio manifestato dal capo del Dipartimento Politico a monsignor Marchetti, la settimana scorsa quando egli si recò a Palazzo Federale, a dare ufficiosamente conoscenza del documento all'Ador stesso ed al Motta. L'Ador si limi,terà a segnar ricevuta della nota al Marchetti senza entrare in merito. Ebbi con monsignor Marchetti, domenica scorsa, _nel viaggio da Berna a Friburgo un animato colloquio sulla nota stessa. Avendomi egli chiesto che impressione avessi ricevuto da quel passo gli dissi che riconoscevo nel gesto papale due moventi, uno nobilissimo, umanitario, del padre di tutti fedeli e l'altro politico opportunista di chi non vuole che la pace divenga un monopolio dei socialisti e che Stoccolma parli prima di Roma. Monsignore ammise l'uno e l'altro movente, dando però al primo naturalmente assai maggior valore che al secondo, ma pur facendo capire che al socialismo già troppo forte ed invadente occorre porre un argine anche su questo terreno. Alle mie obbiezioni che la nota procedeva troppo sulle linee generali e che essa non indicava come potere essere messe certe modalità nel campo pratico, il prelato ribatté che nella seconda nota, che il Vaticano dirigerà a suo tempo alle potenze, in risposta alle loro osservazioni, alle loro riserve ed ai loro • desiderata • si metteranno più facilmente i punti sugli i. AV'endo io mostrato di dar poca importanza all'appello pontificio, pari a quella della voce • clamantis in deserto •, monsignor Marchetti replicò calorosamente che non si trattava di frasi gettate al vento, perché prima

di parlare il Papa aveva interpellato oltre i cardinali, e i capi del partito cattolico in Italia, anche le più alte personalità all'estero. Avendolo io interrotto per dirgli che avevo saputo infatti che monsignor Pacelli era andato da Monaco di Baviera a Berlino per parlare della cosa col cancelliere ed anzi si era detto collo stesso • Imperatore • (l'informazione era una pura mia ipotesi) monsignore mi fece comprendere che ciò era esatto! Egli poi protestava contro il linguaggio di certa stampa itaMana e francese che voleva far credere essere quella del Papa una • pax germanica • mentre era piuttosto favorevole all'Intesa ed anzitutto all'Italia.

Sapeva che la Germania avrebbe adottato, dopo la guerra, così il disarmo come l'arbitrato e ciò in seguito a preghiere della Santa Sede. Chiuse naturalmente con un inno a questa nota papale che anche ai suoi occhi di devoto serv.itore del Pontefice era una pagina immortale che sarebbe rimasta nella storia, come parlando con lui l'aveva definita il ministro di una potenza neutrale (Svezia).

(l) Cfr. n. 906.

923

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. (1). Parigi, 21 agosto 1917.

La premura con la quale ho parlato l'altro giorno a V. E. circa alla mia decisione di lasciare la R. ambasciata, mi fa temere di non ·essermi chiaramente spiegato.

Non vorrei che V. E. credesse che il discorso fattoLe il 27 luglio qui a Parigi fosse semplicemente l'espressione di un vago deside11io. Trattasi, come credo averLe detto, di una decisione ponderata e presa in seguito alla c~rtezza che ciò è nell'interesse del R. servizio.

Siccome non mi è mai accaduto di non fare quanto credo di dover fare,

non vi ha dubbio che eseguirò ciò che Le ho detto.

Non Le ho scritto d'ufficio ed ho preferito parlarne al suo passaggio da

Parigi, affinché Ella avesse modo di pensare alla scelta del mio successore senza

la noia di pressioni, raccomandazioni ecc. e potesse liberamente cercare la per

sona che credesse la più indicata ed avesse tempo di farla venire qui per la

mia partenza.

Le dissi perciò, nel luglio scorso, che ero disposto a ritardare di tre, quattro

o cinque settimane; tempo che mi pareva sufficiente.

Se Ella non ha pronto il mio successore per la visita di Sua Maestà al fronte francese, naturalmente ritarderò fino a dopo il viaggio reale. Ma, nell'interesse stesso del servizio, mi permetto rinnovarLe la preghiera di pensare sollecitamente a provvedere per la mia sostituzione.

Le sarei grato poi di farmi sapere se devo scriverne di ufficio o se preferisce me ne scriva il R. ministero (2).

(l) -Annotazione autografa di Sonnino: • Telegrafato 25 agosto '17. Ricevuto Sua lettera personale 21 corrente. Provvederò ma dopo la visita del sovrano costì •· (2) -Ed. in SoNNINo, Carteggio, II, cit., pp. 277-278.
924

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

·f. GAB. 1380. Roma, 22 agosto 1917, ore 21.

Per notizia di V. E. le comunico seguente telegramma che dirigo a S. E. Mattioli:

In relazione a quanto V. E. mi ha telegrafato circa il viaggio di Sua l\IIaestà in Francia ho comunicato a Barrère che rimane inteso che S. M. il Re sarà al fronte francese il 12, 13 e 14 settembre. Ho poi soggiunto che desiderando incontrarsi oltre che col Re Nicola anche con la Regina Milena senza procurarle disagio S. M. il Re si proporrebbe fare una breve punta in automobile a Neuilly partendo dal luogo più vicino. Ho accennato altresì alla eventualità che Sua Maestà, essendo in Francia, visiti il Re dei belgi e le truppe inglesi. Ciò prenderebbe probabilmente altri due giorni ed i pal'ticolari potrebbero essere fissati dal Governo francese anche durante la visita di Sua Maestà in Francia. Ho pregato il Signor Barrère di comunicare quanto precede al Governo francese e farmi conoscere la risposta che ne avrà. Non mancherò di tenere Sua Maestà al corrente di questa.

925

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1385. Roma, 22 agosto 1917, ore 22.

Giers mi comunicava un dispaccio di Terescenko inteso a spiegare H contegno del Governo provvisorio nei riguardi della conferenza socialista di Stoccolma. La conferenza essendo promossa da quella parte dei social.isti che si dimostrava favorevole al Governo, non era possibile che questo la proibisse o contrastasse in alcun modo; ma essa nonpertanto deve sempre considerarsi come l'espressione di un solo partito, onde le sue decisioni non potrebbero in alcun modo vincolare la libertà d'azione del Governo (1).

926

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1123. Roma, 22 agosto 1917, ore 23.

(Per Atene) Mio telegramma n. 1100 (2). (Per Parigi e Londra) Mio telegramma 1102 (2). Ho telegrafato al R. ministro in Atene quanto segue:

(Per tutti) Circa proposta inglese controllo porti ministero Marina condivide parere codesto addetto navale che propone mantenere controllo italiano Prevesa, Patrasso. Aggiunge che ove ne esista possibilità converrebbe in

sistere anche per av,ere delegato italiano control:lo porto Siria che per essere centro cui affluiscono tutte le linee telegrafiche più importanti Mediterraneo orientale può diventare eccellente punto pronte informazioni.

Pregola adoperarsi in tal senso e telegrafarmi in proposito.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 183. (2) -Non pubblicato.
927

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2308/54. Berna, 22 agosto 1917.

Faccio seguito al mio telegramma-posta n. 494 (1).

Ho potuto valermi oggi stesso del telegramma gabinetto n. 1375-34 (2) in una conversazione che ebbi col signor Ador. Avendomi egli detto che fra tutti i governi cui era stata rivolta la proposta svedese, quello spagnuo<!o si era mostrato il più esitante ad ade11ire all'idea della riunione di una conferenza dei neutri a Stoccolma, io avanzai l'idea, a titolo di impressione personale basata però su serii indizi, che ciò si dovesse in parte ascrivere al fatto che i Governi dell'Intesa, ed in prima linea la Francia e l'Inghilterra, non avrebbero potuto vedere di buon occhio la realizzazione del progetto. Aggiunsi che, per quanto ciò possa essere estraneo alle intenzioni degli Stati iniziatori ed aderenti, la conferenza avrebbe potuto troppo facilmente prestarsi a fare il giuoco dei nostri nemici.

Dalla conversazione con Ador, che si è certamente intrattenuto sull'argomento col ministro elvetico a Berlino, il quale fu in questi ultimi giorni a Berna, rilevai che caldo patrocinatore della conferenza sarebbe soprattutto il Re di Svezia, che vi tiene quasi come ad una sua personale iniziativa.

Al signor Haab, ripartito oggi per Berlino, il signor Ador avrebbe dato

istruzioni nel senso di astenersi dal prendere qualsiasi anche vago impegno,

pur non declinando apertamente invito del governo svedese.

Come mi faceva oggi giustamente osservare il consigliere federale signor

Motta, conviene alla Svizzera, tenuta soprattutto presente l'attitudine degli Stati

Uniti nella questione dei rifornimenti, evitare anche tutte le apparenze che po

trebbero far immedesimare la sua situazione ed il suo contegno con quelli degli

Stati neutri di Europa, e principalmente degli stati scandinavi che furono noto

riamente fornitori della Germania.

928

IL SENATORE MAYOR AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3122/753. Londra, 22 agosto 1917, ore 8,25 (per. ore 1,30 del 23).

Faccio seguito al mio telegramma n. 745 (2). La proposta di concedere vapori al comitato di soccorso per il Beigio fu

presentata ieri come urgente dinanzi al comitato interalleato per la distribuzione del tonnellaggio con una lettera del Foreign Office. Un quinto della popolazione da sostentare essendo francese la delegazione francese ha offerto di sopperire ad un quinto del bisogno col suo tonnellaggio. I rimanenti quattro quinti dovrebbero essere forniti dal comitato sul tonnellaggio comune. Il nostro delegato pur confermando la nostra viva simpatia per le sofferenze da alleviarsi ha rappresentato esservi attualmente nei porti americani non meno di 42 battelli olandesi carichi di grano oltre 14 vuoti. Addossare agli alleati il compito di sovvenire ai bisogni dei belg,i equivarrebbe ad indebolire l'argomento imperativo che può essere fatto valere presso neutri perché vengano loro in aiuto e porter,ebbe per conseguenza che i neutri se ne disinteresserebbero a scapito dei servizi necessari agli alleati per il proseguimento della guerra. Il comitato ha sentito ,tutta la forza dell'argomento, l'ha fatto suo ed ha àiretto a lord Robert Cecil una lettera in risposta alla sua per significargli che i battelli olandesi suddetti essendo in grado di porgere immediato aiuto ai belgi mentre quello che la commissione porterebbe loro dovrebbe necessariamente tardare, si debba fare tutti i passi necessari per indurre il Governo olandese a consentire che detti suoi battelli o molti di essi siano adoperati allo scopo umanitario suesposto. In previsione che come è probabile il Foreign Office faccia passi conseguentemente all'Aja e a Washington ho pensato riferire quanto sopra a V. E. acciocché possa se crede al momento opportuno impartire istruzioni ai nostri rappresentanti.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Non pubblicato.
929

IL SENATORE MAYOR AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CONFIDENZIALE 3120/752. Londra, 22 agosto 1917, ore 7,24 (per ore 2 del 23).

Per gli acquisti da farsi in America si sarebbe venuti a questa conclusione: l) Vi sarebbe per proporli un consiglio interalleato sedente in Londra e composto di elementi già in funzione nella Commission Internationale Ravitaillement pratici del materiale e graditi dal Governo britannico. 2) In America una commissione americana riceverebbe le domande, indicherebbe il forn1tore a cui ricorrere, fisserebbe H prezzo. 3) Il collocamento delle ordinazioni e l'ulteriore sviluppo delle pratiche rimarrebbe affidato alle singole delegazioni alleate negli Stati Uniti. Clémentel sembra essere capacitato che la sede di Londra si imponga fatalmente sia per le organizzazioni che già qui esistono e funzionano sia perché la questione degli acquisti è intimamente collegata con quella del tonnellaggio che il Regno Unito controlla e continuerà a controllare. Del consiglio interalleati che avrà da occuparsi di munizioni, di sussistenza e di taluni generi commerciali quali cotone e tabacco i delegati italiani sarebbero Mayor, Mola, Attolico; i delegati russi il generale Hermonius e due suoi collaboratori già designati; delegato francese Guarnier e due capi riparto della delegazione francese. Il Governo inglese non vorrebbe personaggi nuovi. Esso non domanda la presidenza, che però per ragioni di luogo gli spetterebbe e che sarebbe assunta da un perso

naggio e praticamente per sua delegazione dal dir,ettore della Commission Internationale de Ravitaillement. Prego telegrafarmi se R. Governo non ha opposizione all'attuazione del piano su esposto.

930

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2251/244. Parigi, 22 agosto 1917, ore 23,40 (per. ore 3,35 del 23).

Ho accennato con Ribot alla nota papale nel senso dalla E. V. indicato col suo telegramma gabinetto n. 1365 (1). Ribot mi ha detto che concordava con

V. E. nel preferire di non rispondere; aggiunse essere stato spiacevolmente sorpreso dal telegramma dell'ambasciatore francese a Londra che lo informa della risposta verbale che il Governo inglese ha fatto dare a mezzo suo ambasciatore presso la Santa Sede. Siccome però ormai era cosa fatta ed il testo trasmessogli non conteneva nulla di spiacevole per la Francia autorizzò di dire che aderiva a quella risposta, ma assicurò avere fatto rinnovare 'la preghiera a Londra di intendersi con gli alleati prima di dare una risposta scritta della quale del resto Ribot non vede la necessità soprattutto ora dopo la sommaria risposta verbale.

Ribot mi ha detto di aver avuto la visita dell'ambasciatore degli Stati Uniti che informò dell'intenzione di WHson di dare una risposta scritta separata da quella degli alleati. Ribot avrebbe detto all'ambasciatore dégli Stati Uniti che se l'Intesa avesse concretato un testo di risposta egli avrebbe curato di aver autorizzazione dagli aUeati di farla vedere a Wilson pr,ima di consegnarla e pregava Wilson di fare vedere al Governo francese il testo della risposta americana per avere modo di far,e le eventuali osservazioni. Questo desiderio di Ribot deve essere stato telegrafato oggi a Washington (2).

931

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. 307. Roma, 22 agosto 1917.

Per notizia si comunica la seguente segnalazione dell'Ufficio Centrale d'Investigazione :

• Viene riferito che mentre l'ex-Consigliere Federale del dipartimento degli Esteri Svizzero Signor Hoffmann dimissionario in seguito all'affare Grimm lasciava che la Polizia' tollerasse tutte le mene spionistiche austro-tedesche e riservasse i suoi rigori e le sue attività indagatrici solo per la vigHanza dei creduti emissari della Francia e dell'Italia, l'attuale Consigliere Ador noto pei

suoi sentimenti intesofili abbia fatto dare riservate disposizioni alla polizia svizzera perché a riguardo della sorveglianza dei suddi,ti esteri sospetti e delle persone indiziate come esercenti l'abusivo servizio di informazioni in favore di una potenza estera, fosse posto termine al sistema dei due pesi e delle due misure e si procedesse quindi ad una repressione dello spionaggio e controspionaggio austriaco e tedesco colla stessa energia usata prima contro i rit,enuti emissari dell'altro gruppo di belligeranti.

Da tali disposizioni sarebbero derivati i provvedimenti adottati daHa polizia del Canton Ticino e di altri Cantoni; gli arresti di Lugano e Locarno contro personalità già da tempo in evidenza per le loro attività a favore degli Imperi Centrali ecc.

Na,turalmente però nei Cantoni tedeschi, ove la polizia militare mostrò sempre una preferenza così sensibile per la causa dell'Intesa la necessità di essere rigorosi contro le mene austro tedesche ha acuito lo zelo delle ricerche contro gli informatori degli stati dell'Intesa.

A Berna la Direzione della Polizia ha istituito un Ufficio • controspionaggio • e si serve di persone di varie professioni per scoprire gli agenti segreti delle diverse potenze e gli arresti si susseguono. Le persone al servizio della Polizia svizzera hanno l'incarico di mettersi in relazione colle persone che i Capi indicano loro e sui quali si hanno dei sospetti. Esse si rivolgono e si offrono ora per dare delle informazioni, ora per mettersi al serv,izio in qualità di corrispondenti ecc. Si dice che molti siano cascati nella trappola e si siano fatti arrestare, ma quello che forse si ignora è che spesso gli informatori delle Legazioni vengono invitati dai tedeschi, mediante buone ricompense, a dire il nome delle persone segrete delle potenze alleate colle quali lavorano ed alla loro volta li segnalano alla polizia locale; e allora basta il minimo pretesto per essere messi in prigione.

L'informatore che riferisce tali notizie conclude quindi che le cautele, le precauzioni, la prudenza non saranno mai troppe specialmente nel Cantone di Berna dove i tedeschi possono contare anche sull'amicizia della maggior parte della popolazione.

(l) -Cfr. n. 908. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1388 del 23 agosto.
932

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3127/870. Pietrogrado, 23 agosto 1917, ore 7,50 (per. ore 12,10).

21 agosto. Commentando la nota papale, il Dien scrive che il silenzio di Benedetto XV nei riguardi della Russia spiegasi oltre che colla tradizionale ostilità del Vaticano verso la Russia, col fatto che trovasi strettamente legato colle potenze centrali. Queste sono disposte ad accordarsi coll'occidente per aver mano libera in oriente. Berlino ritiene oggi più facilmente esplicare il programma di Bethmann Holweg che quello di Tirpitz e spera che gli alleati prevedendo la Russia

la tradiscano a un prezzo da convenirsi. Tale il piano di Benedetto XV, ma la risposta degli alleati lo renderà a vuoto.

... (l) scrive che la nota papale ha provocato una dolorosa disillusione. Ad essa manca il gesto che stigmatizza i colpevoli e appare claudicante ... (l) più che verdetto di giudice. Il silenzio del Vaticano sulla mossa Serbia Romania dimostra che la pace che esso propone è puramente occidentale e che l'oriente è sacrificato. D'altra parte la nota papale non dissimula le sue simpatie per l'Austria-Ungheria, cui sono eccezionalmente favorevoli le clausole di pace abbozzate da Benedetto XV.

933

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2266/387. Londra, 23 agosto 1917, ore 15,50 (per. ore 19,55).

Conferenza interalleati socialisti si riunirà qui 28 corrente sotto la presidenza di Henderson e non sarà accessibile al pubblico e alla stampa. A quanto rilevo dai giornali si proporrà di formare quattro sottocommissioni per riferire sui seguenti problemi:

l) dichiarazioni generali sulla guerra;

2) proposta lega delle nazioni;

3) domande di restaurazione e problemi economici;

4) mutamenti territoriali.

In vista dell'importantissima influenza che le decisioni della conferenza sono destinate ad avere sull'atteggiamento del par-tito operaio inglese, ritengo doveroso attirare tutta l'attenzione del R. Governo sull'importanza della scelta della nostra delegazione cui naturalmente spetterà di provvedere a che le nostre rivendicaz,ioni nazionali vengano incluse definttiv·amente fra gli scopi della, guerra adottati dal partito laburista inglese. Giornali annunziano delegazione francese sarebbe presieduta da Thomas.

934

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1128. Roma, 23 agosto 1917, ore 22.

Telegramma di V. E. n. 548 (2).

Autorizzo V. E. assumere protezione interessi romeni.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato.
935

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. 1131. Roma, 23 agosto 1917, ore 23.

Telegramma di V. S. n. 347 (1).

Nella presente fase difensiva romena e in vista avvenimenti politici regioni Albania abitate nuclei valacchi nonché difficoltà mezzi di traspor-to dalla Russia che non sembra nemmeno consentire v-enuta Italia irredenti prigionieri in Russia questo Ministero ritiene non sia per ora il caso ufficiali cutzo-valacchi lascino Romania per Albania.

936

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 382. Jassy, 23 agosto 1917.

Bratiano divide pienamente il ptllnto di vista dell'E. V. espresso nel telegramma gab. 1354 (2) circa la proposta di pace della Santa Sede. Egli non dubita che le grandi potenze alleate si metteranno d'accordo per dare una identica risposta negativa e che anche le piccole potenze dell'Intesa saranno consultate a tale riguardo. Egli attende quindi che gli se ne tenga parola.

Parlando in generale della questione della pace mi ha detto poi di avere incaricato le legazioni di Romania nei vari Sta1:i alleati di richiamare l'attenzione dei governi presso cui sono accreditati sulle dichiarazioni fatte da Radoslavoff alla Neue Freie Presse e pubblicate nel numero dell'8 corrente di questo giornale, secondo le quali la Bulgaria si tiene ferma agli impegni verso essa presi dagli Imperi Centrali per la propria sistemazione territoriale e sulle dichiarazioni dello stesso cancelliere g-ermanico alla seduta del 21 corrente del Reichstag, radiotelegrafate qui iersera da Nauen, di piena solidarietà dell'Impero tedesco_ coi suoi alleati. Bratiano tiene a porre in evidenza la contraddizione esistente tra tali dichiarazioni e le dichiarazioni in favore della pace senza annessioni né indennità fatte precedentemente da Michaelis dinanzi alla stessa assemblea (3).

937

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2298/209. Washington, 23 agosto 1917 (per. ore 11 del 26).

Ringrazio l'E. V. dei telegrammi di gabinetto 60 (1), 61 (l) e 63 (l) dei quali mi avvarrò colle cautele dettate dalle peculiari condizioni di questo Go

verno in confronto con quelle degli alleati d'Europa: condizioni che suggeriscono un linguaggio alquanto mitigato.

La mia impressione è che Wilson risponderà alla nota pontificia e vi risponderà separatamente dagli altri.

Il non rispondere può essergli precluso per valide ragioni interne dalla imponente forza di questo partito cattolico che è in mano di irlandesi fanatici ed intransigenti già virtualmente alleati alla Germania ed anche dal fatto che fu egli stesso l'autore di una non desiderata iniziativa di pace cui venne da parte altrui fornita la risposta più deferente. Né sembra probabile oltre tutto che Wilson preso indubbiamente di mira dal Papa il quale ha sposato alcuni principii da ·lui previamente esposti voglia perdere l'occasione di pl'imeggiare in una replica consona alla mutata situazione del paese. Che egli intenda poi rispondere separatamente sembra connesso appunto alla speciale situazione che fa degli Stati Uniti almeno per ora un alleato suri generis.

Ho in pari tempo l'impressione che Wilson eviterà di dire cosa spiacevole imbarazzante o noeiva agli alleati. Conviene non dimenticare che egli è in sostanza impegnato con noi tutti nella guerra ·e che non potrebbe quindi fare come che sia il giuoco dei nostri e suoi avversari. Un pericolo potrebbe sussistere nell'eccessivo dottrinismo di cui Wilson si compiace e che potrebbe trascinarlo a dilungarsi in qualche teoria equivoca, di quelle che ha dovuto solitamente ritrattare od emendare. Mi consta per esempio che la • pace senza vittol'lia • gli pesa oggi come un rimorso ed un P'entimento. Essendo d'altra parte. indubitato che la nota pontificia gli è riuscita sgradita e che niente lo induce presentemente ad affrettare per suo conto la pace il meglio da desiderare parrebbe che egli si limitasse ad una risposta negativa breve e possibilmente sollecita. Vedrò di nuovo Lansing domani e telegraferò (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 906. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1436 del 28 agosto.
938

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 2309/55. Berna, 23 agosto 1917 (per. il 27 ).

È venuto ieri a vedermi un autorevole professore e pubblicista americano che, dal principio della guerra, risiede a Ginevra ,e che è noto per la sua sicura fede intesofila. Egli è pure un caldo e sincero amico del nostro paese.

Stimo utile riferire sommariamente a V. E. quanto egli mi ha comunicato, circa alcune confidenze fattegli in questi ultimi giorni dal Foerster, il noto professore di pedagogia e sociqlogia che lasciò sino dai primi mesi della guerra la Germania stabilendosi a Zurigo.

Tra i tedeschi dissldenti e antiprussiani, che si rifugiarono in !svizzera per essere più liberi di ,esprimere le loro opinioni e di influire su quelle dei loro

compatrioti, al di là della frontiera, il Foerster è certamente quello che per il

suo nobile carattere e per la sua alta intelligenza esercita una più diffusa

influenza e trova un maggior seguito in alcuni circoli intellettuali tedeschi,

austriaci e soprattutto bavaresi. Egli ha pubblicato in questo frattempo vari

volumi che fecero sensazione tra .i quali l'importante Deutsche Jugend und der

Krieg.

Ora, il Foerster, pare in seguito a personale desiderio dell'imperatore Carlo,

si recò or è alcun tempo a Vienna per tenervi un corso di conferenze e fu,

in quella circostanza, ospite dello stesso Imperatore col quale avrebbe avuto

lunghi e ripetuti colloquii.

H Foerster rimase, a quanto pare, ammirato per il nobile e sincero slancio

con cui il giovane monarca si è accinto a lavorare, con intendimenti illuminati

e moderni, per .il bene dei suoi popoli e per la salvezza della pericolante mo

narchia.

L'imperatore avrebbe cercato di convincerlo che egli era effettivamente

disposto a fare le massime concessioni nel senso autonomista e federalista, in

frangendo gli ostacoli che i tedeschi dell'Austria ed i magiari tentano dispe

ratamente di opporre al programma imperia1e.

L'imperatore si sarebbe pur espresso in termini chiarissimi sul suo desi

derio di liberarsi dalla opprimente tutela prussiana esprimendo vagamente la

speranza che sarebbe in ciò aiutato dalla Baviera, e, forse, dagli stessi nemici.

Il Foerster avrebbe però avuto l'impr.essione che, verso l'Italia, l'Impera

tore Carlo sarebbe animato da sentimenti aspramente ostili e che tutto il gran

disegno federalista da lui vagheggiato non potrebbe che realizzarsi a nostro

svantaggio. Alle confidenze fatte dal Foerster era presente un altro professore

americano, che le ha conservate per iscritto, nonché il prof. Joung (?), pro

fessore di scienze matematiche all'università di Liverpool, che si è affrettato

ad informarne, a quanto egli ebbe a dichiarare, uomini politici ·inglesi, in istretta

attinenza col Foreign Office.

Non posso naturalmente rendermi mallevadore della esattezza di questi ri

ferimenti. Cercherò di incontrarmi possibilmente col Foerster, che deve tornare

fra breve a Vienna, in casa di un comune amico svizzero, e di averne da lui

una diretta conferma, a meno che V. E. non abbia nulla in contrario.

L'impressione del mio referenda11io era che all'infuori dei negoziati e degli

accordi più o meno esplicHi tra i Governi dell'Intesa, continuano a correre

scambii di idee più o meno autorizzati che influiscono su circoli autorevoli dei

paesi alleati in sfavore del nostro paese.

Egli pensa che per prevenire i dannosi effetti di questa subdola propaganda che tende ad isolarci nelle trattativ.e di pace, nulla sarebbe più utile che far apparire in modo più evidente l'equità e la moderazione delle nostre riven. dicazioni nazionali, di dichiarare sin da ora, di nostra iniziativa ed in modo esplicito, che per Trieste verrebbe elaborato uno statuto di città libera e di porto franco, e di render noto infine il pieno nostro accordo con la Serbia nella

questione adriatica.

(1) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1425 del 27 agosto.

939

IL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Roma, 23 agosto 1917.

In seguito a quanto l'E. V. ebbe a dirmi, richiesi all'ufficio Informazioni presso il comando supremo (sezione R) quanto vi fosse di vero nella notizia pervenuta a V. E. della pubblicazione di un opuscolo, edito da una tipografia di Città di Castello, nel quale sarebbe narrato di pratiche tra la Francia e l'Austria per una pace separata. E quell'ufficio mi ha assicurato che non ha mai dato alle stampe tale opuscolo.

Sussiste, invece, il fatto che, per i tipi dell'Officina del ministero della Guerra, fu stampato -in UIIl numero limitatissimo di copie -un opuscoletto dal titolo Propaganda palese ed approcci clandestini per la pace nella primavera del 1917 nel quale è stato riassunto tutto quanto era noto in proposito dei vari Stati belligeranti e, quindi, anche dell'Austria e della Francia. Di tale opuscoletto ho il pregio di comunicare l'unita copia a V. E. (1).

940

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 19.4.3.7. Roma, 24 agosto 1917.

Risposta al telegramma 7 corrente n. 10745 (2). Ho preso visione della lettera, che restituisco, del presidente del Consiglio Nazionale dei paesi czechi circa la formazione di reparti czeco-slovacchi nel

R. Esercito e del parere all'uopo espresso dal Comando Supremo.

Le proposte fatte da detto Comando mi sembrano degne di considerazione e perciò da parte mia non avrei nulla in contrario a che si proceda nelle forme e per l'impiego reputati opportuni dal Comando Supremo, alla formazione dei reparti sopra accennati, sempreché anche l'E. V. ed il ministro della Guerra vi siano favorevoli.

ALLEGATO.

STEFANIK A SONNINO

L. Parigi, 11 giugno 1917.

Je viens exprimer à V. E. ma respectueuse reconnaissance pour son haute bienveillance et mes regrets infinis d'avoir été par un cas de force majeure empeché d'en profiter. J'aurais désiré très vivement de passer quelques instants à Rome pour exposer à V. E. l'état actuel de l'action tchèque, ainsi qu'attirer votre attention sur le problème concernant les prisonniers de cette nation que le sort brutal a jeté contre l'Italie malgré leurs sentiments et intéret politique.

Depuis le temps qui s'était écoulé que vous m'avez accordé l'audience, ni les sentiments envers l'Autriche, ni mes convictions en ce qui concerne des moyens à employer pour l'avenir ne sont nullement changés. Au contraire chaque jour apporte des preuves nouvelles que le seul salut de la nation tchécoslovaque est dans le démembrement de l'Autriche, création d'un état tchèque indépendant sous la protection des Alliés et ayant des rapports intimes notamment avec l'Italie, avec laquelle le futur état tchèque a des intérets communs autant dans le domaine économique que pour les raisons stratégiques: contrecarrer les manoeuvres allemandes et magyares et empécher le triomphe de toute politique de troubles et passions qui ne pourrait etre profitable qu'à nos ennemis. C'est pour ces raisons que le Conseil National des Pays Tchèques, dont je fais partie avec MM. Benes et Masaryk, a combattu énergiquement les pièges dans lesquels quelques personnes mal inspirées quoique de bonne foi sont tombées.

Nous savons que l'arrangement définitif des problèmes de l'Europe Centrale dépend des degrés de victoire des Alliés; par contre nous sommes fermement persuadés que les Alliés conscients de leur immense responsabilité qui leur incombe pour l'avenir, feront des efforts à ce que cette victoire soit intégrale. Nous, les Tchèques, refusons énergiquement tous les arrangements et tous les compromis avec la monarchie des Habsbourg qui porterait préjudice à notre idéal national: l'indépendance politique et le libre développement culture!.

V. E. connait les souffrances et l'effort et les résultats pratiques diis à la conviction de ce peuple. J'ai l'immense joie d'annoncer à V. E. qu'il nous sera possible désormais de participer méme par notre armée à l'accomplissement de cet idéal.

Je me rends actuellement aux Etats Unis pour harmoniser les bonnes volontés des centaines de milles des Tchèques et Slovaques, les organiser et amener des volontaires en Europe pour sceller avec le sang l'amitié que nous unit avec les Alliés.

Dans ce moment de dures épreuves, il nous semblait que les nombreuses manifestations de sympathie de la nation tchécoslovaque pour l'Italie ont trouvé l'écho. Pour ma part je désire vivement -et ce sont les sentiments du Conseil National des Pays Tchèques-que ces sympathies réciproques prennent des formes de plus en plus concrètes et pratiques. Ainsi, ci-joint, V. E. trouve une proclamation que votre haut commandement peut jeter sur le front ainsi que nous l'avons fait, il y a un an, avec un certain succès. Nous ne négligeons aucune occasion pour agir de méme façon en Bohéme. Puis M. Benes, secrétaire général du Conseil National des Pays Tchèques et mon ami intime, va vous résumer quelques observations pratiques concernant les prisonniers et je serais infiniment reconnaissant à V. E. de vouloir preter attention bienveillante au mémoire qu'il aura l'honneur de vous présenter.

J'espère, ma mission une fois accomplie, avoir à mon tour l'honneur de vous présenter verbalement l'hommage de mes sentiments d'admiration et de confiance que j'éprouve pour l'Italie.

En attendant les actes de chaque instant de mon existence prouvent la sincérité de ces sentiments.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 278-279.

(2) Cfr. n. 804.

941

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 389. Londra, 24 agosto 1917.

In replica ad analoga mia domanda Cecil osservando sarebbe stato preferibile che tutte queste complicazioni sorte a proposito conferenza di Stoccolma fossero state evitate, mi manifestava ieri fondata impressione, che all'infuori di qualche vivace recriminazione al riaprirsi del Parlamento, e qualche dimostrazione qui e là piuttosto imbarazzante per i membri socialisti del Gabinetto, non vi sarebbero ormai motivi di paventare seria agitazione classi operaie, contro decisione di rifiutare passaporti, nella quale naturalmente Governo intende persistere. Cecil riaffermava che partito operaio essere in schiacciante maggioranza contrario alle note vedute dell'esigua frazione dei pacifisti ad ogni costo. Avendogli io chiesto, a proposito di recenti rinnovate premure di alcuni giornali radicali, per pronta convocazione della nota conferenza dei ministri responsabili se di quel progetto erasi dal Governo russo più ritornato a discorrere, Cecil rispose negativamente. Sembrerebbe anzi, a quanto ebbe a riferire tempo fa Buchanan che Terescenko desideroso di ribadire bene nell'animo dei russi necessaria prosecuzione della guerra, non riterrebbe all'ora presente, consigliabile di intavolare discussioni contemplanti le eventuali condizioni di pace.

942

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2275/388. Londra, 24 agosto 1917, ore 21,55 (per. ore 3,30 del 25).

In assenza di Balfour partito per tre settimane, vidi ieri Cecil. Gli detti comunicazione del telegramma di V. E. gabinetto n. 1365 (l) attirando sulle considerazioni del medesimo la sua più seria attenzione. Cecil disse che per quanto la cosa gli sembrasse ovviamente superflua, poteva dare le più ampie assicurazioni che questo Governo non penserebbe nemmeno a dare risposta al Papa senza previa intesa con noi. Credeva però opportuno avvertire che il presidente Wilson, cui per note ragioni interne preme di agire isolàtamente, potrebbe rispondere per proprio conto anche senza consultazione con alleati e che pertanto sarebbe prudente tener gli occhi aperti a Washington. ChiestogLi se al riguardo gli erano note le intenzioni di Wilson rispose che, per quanto risultava qui, il presidente per il momento non sembrerebbe proclive a rispondere. Nell'influente stampa americana si va tuttavia manifestando una forte corrente in favore di una risposta enunciante gli scopi degli alleati e ricapitolante le origini della guerra per ribadirne le responsabilità ricadenti interamente sulla Germania. Se tali pressioni dell'opinione pubblica s'intensificassero maggiormente non è da escludere che esse potrebbero indurre il pr,esidente a modificare le attuali suddette intenzioni. In questo momento di assenza generale non mi è possibile di raccogliere e segnalare impressioni all'infuori di quelle già segnalate dalla stampa. Incontrai però avantieri persona in contatto con eminenti personalità di questo mondo cattolico e da essa seppi della impressione di sorpresa, sconforto ed anche irritazione cagionata dalla nota pontificia in quei circoli.

Altra persona benissimo informata confermava ieri che del passo pontificio nessun previo sentore aveva avuto questo Governo.

;l) Cfr. n. 908.

943

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2284/37. L'Aja, 24 agosto 1917, ore 19,46 (per. ore 5,02 del 25).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1375 (1).

Ho colto l'occasione ieri di intrattenermi col ministro degli Affari Esteri circa !',iniziativa svedese per la riunione dei neutri a Stoccolma e gli ho fatto osservare con le dovute cautele che tale riunione non sembrava corrispondere per certo all'indirizzo e atteggiamento di una stretta neutralità. Questo ministro di Francia gli aveva parlato la vigilia nello stesso senso. Tanto questo ministro di Francia quanto io abbiamo avuto l'impressione questo ministro affar,i esteri non avere ancora l'esatta conoscenza del programma della progettata riunione quale risulta dalle comunicazioni fatte conoscere dal R. ministro a Stoccolma e dal suo collega francese. Questo ministro degli affari esteri mi ha detto avere la persuasione che l'iniziativa del Governo svedese dovesse attribuirsi piuttosto a pressione di circoli interparlamentari scandinavi molto attivi ed insistenti, anziché a intenzioni recondite ostili agli Stati Intesa del Governo svedese. Ma convenne meco sulla poca opportunità di tale iniziativa e sembrò apprezzare moltissimo il fattogli accenno, come idea personale, che trattandosi di una specie di conferenza deHa pac·e la sua sede naturale sarebbe Aja anz,iché Stoccolma. Questo ministro degli affari esteri mi ha detto non essere affatto entusiasta né deciso di accettare l'invito svedese, voler aspettare ancora altre informazioni da Madrid e Berna ove già risultavagli che dniziativa svedese non incontra molto favore ciò che poteva far prevedere il possibile insuccesso dell'iniziativa stessa.

944

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3147/285. Stoccolma, 24 agosto 1917, ore 17,20 (per. ore 6,15 del 25).

Socialista russo Paolo Axelrod giunto qua ieri per preparare conferenza socialista, ha dichiarato a parecchi giornaHsti che egli è delegato del Soviet; che il Governo provvisorio russo non è ostile alla conferenza; che il Soviet avrebbe desiderato che le decisioni della conferenza fossero impegnative, ma che se ciò è impossibile, è disposto a procurare che abbiano soltanto carattere consultivo; che egli personalmente non ritiene desiderabile sia sollevata alla conferenza questione responsabilità guerra.

(l) Cfr. n. 915.

945

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2274/248. Parigi, 24 agosto 1917, ore 21,10 (per. ore 1,40 del 26).

Mio telegramma n. 241 (1).

Il 21 corr·ente ho rimesso la nota secondo H testo concordato da Ruspoli. Ieri ricevetti la risposta di Ribot che si limitava ad accusave ricevuta e dichiarava concordare con V. E. ma senza riprodurre il testo del memorandum; oggi sono andato da Ribot che finì per promettermi di scrivere altra nota riproducendo interamente il testo del memorandum che dovrei ricevere domani (2).

946

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2306/210. Washington, 24 agosto 1917 (per. ore 17,35 del 26).

Lansing mi ha detto oggi non essere in grado di manifestarmi tuttora il proposito di questo Governo circa la nota pontificia. Sperava poterlo fare fra due

o tre giorni. Ha commentato che Wilson subordinando le proprie decisioni ad un attento esame della materia e agli elementi che raccoglie preferisce non anticipare impressioni o divisate attitudini che potrebbe in definitiva dover modificare.

Mentre Lansing parlava gli è stato portato il comunicato emanato oggi dalla Segreteria di Stato pontificia alla United Presse. Egli lo ha letto in mia presenza e soffermandosi specialmente sul paragrafo concernente la denunzia lo ha qualificato addirittura pazzesco. Ne ho preso motivo per tornare a mettergli nella sua vera luce tutta la proposta papale e per accentuarne l'inopportunità, la parzialità e l'insidia. Gli ho chiesto se gli Stati Uniti fossero stati presentiti al riguardo come il Vaticano insinua presentemente di averlo fatto con i vari belligeranti. Me lo ha escluso formalmente aggiungendo che credeva sapere che la sola Inghilterra fosse stata non interpellata ma preinformata della presentazione della nota. Mi ha mostrato .interesse di sapere se e quale parte abbia avuto in tutto ciò la Spagna: e manifestandomi che egli era alquanto imbarazzato a indagare direttamente in proposito mi ha pvegato di chiedere a V. E. le eventuali informazioni in suo possesso. Gli ho promesso che l'avrei fatto. Subito di poi Lansing mi ha detto spontaneamente che gli pareva difficile che gli Stati Uniti potessero esimersi da qualsiasi risposta al Papa. Gli ho replicato che potevo comprenderlo ma che se egli avesse posto mente allo sdegno ed al

sollevamento dell'opinione pubblica non esclusa la parte cattolica nei paesi alleati di Europa avrebbe convenuto che il suggerimento di non rispondere poggiava su buone ed utili ragioni. Ne ho preso motivo per prospettargli i pericoli di urtarsi con una risposta non avv·eduta nella reazione legittima del sentimento nazionale e dei rispettivi Parlamenti. Mi ha interrotto dicendo: • Lo comprendo e mi rendo conto che l'Italia si trova sotto questo aspetto .in una situazione speciale e delicata • (evidentemente codesto incaricato d'affari americano gli aveva già riferito il colloquio con V. E.). Gli ho chiesto in seguito se Wilson si proponeva di rispondere separatamente dagli alleati. Mi ha risposto di sì commentando che riteneva questa la via più efficace. Ha soggiunto che ad ogni modo non vi era fretta. Sebbene in queste ultime parole si potesse scorgere anche il desiderio di calmare le altrui apprensioni circa le funeste conseguenze di una risposta americana affrettata e non conceiJtata ho manifestato a Lansing nel congedarmi la fiducia che la risposta di Wilson non conterrebbe nulla che potesse disturbare l·e note aspirazioni dei singoli alleati. Egli mi ha replicato sommariamente: • Infatti non •lo credo •.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1404/816 del 25 agosto.
947

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3152/866. Pietrogrado, 25 agosto 1917, ore 8 (per. ore 10).

22 agosto.

Intervistato dal corrispondente del Daily News Kerensky ha dichiarato che nota Governo provvisorio circa conferenza Stoccolma è stata male interpretata. Governo provvisorio quale Governo di coalizione non può essere legato dalle decisioni della conferenza di Stoccolma, che è una riunione di partito. Conferenza dei Governi sarà quella di Londra. Noi non siamo né pro né contro conferenza Stoccolma. Quanto a me ho più volte detto e dimostrato che ostacoli sollevati dai Governi alleati vanno a tutto profitto della Germania, dimostrando ciò di non essere contrario alla conferenza.

948

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. uu. 1139 bis. Roma, 25 agosto 1917, ore 10,20.

Telegramma di V. E. gabinetto n. 207 (1), giunto soltanto iersera. Autorizzo V. E. a firmare.

(l) T. gab. 3138/207 del 22 agosto da Washington, non pubblicato: Macchi di Cellere chiede l'autorizzazione per la firma dell'accordo di cui al n. 887.

949

IL MINISTRO PRESO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2286/32. Le Havre, 25 agosto 1917, ore 1,15 (per. ore 15).

S. M. il Re accuserà per ora semplicemente ricevuta della nota papale. Per dare un'ulteriore risposta si aspetterà la decisione delle altre potenze.

950

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB. R. 2288/392. Londra, 25 agosto 1917, ore 11,08 (per. ore 16,20).

Lunedì scorso ebbi la visita di questo ministro dei Paesi Bassi. Chi•estami la mia impressione sulla nota pontificia ed avuta da me risposta generica basata sui commenti complessivamente sfavorevoli dei giornali inglesi, il ministro accennò al recente viaggio del nunzio da Bruxelles all'Aja .traendone la personale induzione di possibili consultazioni tra il Vaticano e il suo Governo.

Egli mi comunicò poscia la sua impressione che la guerra non andrebbe più a lungo. Ad una mia domanda per sapere su quali fatti basava tale impressione che a me non sembrava giustificata dalla realtà della situazione presente, rispose rivelandomi in massimo segreto avergli poche sere prima il generale Smuts, suo grande amico, detto che contava ritornarsene a casa nel novembre prossimo, epoca alla quale riteneva che sarebbe certamente finita la guerra con una pace di transazione che gli alleati avrebbero finito per accettare in vista del1e assai scarse probabilità di schiacciare militarmente il nemico ed anche per il fatto dell'essere essi tutti • economicamente esausti •. Aggiungeva il ministro di non sembrargli impossibile che la Germania pure opponendosi in modo assoluto a qualsiasi cessione territoriale in Lorena abbia, in ultima analisi se assolutamente necessario, a fare qualche concessione in Alsazia.

Questa gratuita confidenza da parte di un collega col quale sono bensì in cordialissime relazioni personali ma che non suole venirmi a parlare di politica mi sorprese. E mi sorprese pu:ve linguaggio che se esatto sarebbe invero stato poco prudente attribuito al generale Smuts ricordando che in tutte le altre enfatiche sue dichiarazioni in pubblico egli ha invece sempre manifestato concetto assai diverso insistendo sulla recisa opposizione del Governo sud-africano ad ogni restituzione delle colonie germaniche. Delle confidenze del collega credetti opportuno con debita prudenza indagare fondamento. Senza naturalmente fare alcun nome ne parlai con Hardinge nella perf.etta rettitudine del quale tengo piena fiducia. Sua Signoria cadde dalle nuvole, nel modo più categorico affermò il proposito del Gabinetto di guerra ad una seduta alla quale av·eva assistito proprio nella mattina essere in stridente contrasto con informazioni segnalategli

cui disse non conveniva attribuire il benché menomo valore. Escludendo inoltre ogni possibilità che membri del gabinetto guerra avessero potuto realmente parlare d'argomenti tanto delicati ad un ministro neutrale con probabile rischio di generare sul nemico inesatte o pericolose impressioni concluse Hardinge doversi presumere che lo zelante diplomatico avesse a modo suo interpretato qualche vaga osservazione personale ·e ne avesse tratto conclusione conforme forse ai desideri propri e del proprio Governo ma non certo alle intenzioni del Gabinetto.

Ho creduto rife11ire quanto precede a V. E. per il caso che delle impressioni del col1ega olandese Ella abbia ad avere sentore per altra via. Per sentimento di delicatezza verso Svinderen le sarei però grato di non menzionare paternità né suo nome né quello di Smuts qualora pr·esente telegramma venisse ripetuto ad altre regie missioni.

951

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3154/139. Copenaghen, 25 agosto 1917, ore 10,05 (per. ore 18,20).

Ministro di Spagna mi ha detto crede suo Governo rifiuterà di partecipare conferenza potenze neutre proposta dalla Svezia. Risposta Governo spagnuolo però tarderà perché ministero Affari Esteri svedese ha pregato ministero Affari Esteri spagnuolo di prendere visione prima di rispondere di un memoriale spedi:togli a mezzo di un segretario di legazione spagnuolo partito in questi giorni da Stoccolma per Madrid.

952

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1403. Roma, 25 agosto 1917, ore 22.

Telegramma V. E. 387 (1).

Sono partiti ieri diretti costà per intervenire alla conferenza socialista i socialisti ufficiali italiani Serrati direttore dell'Avanti, on. Modigliani, d'Aragona e Costantino Lazzari. Sono partiti altresì l'on. Berenini ·e Mario Silvestri della direzione del partito socialista riformista italiano, che pure prenderanno parte alla conferenza in senso interventista. Sarebbe bene che V. E. cercasse di entrare in contatto con questi ultimi procurando che la loro opera in seno alla conferenza si svolgesse in conformità alle nostre aspirazioni adriatiche e mediterranee.

(l) Cfr. n. 933.

953

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. R. 1143. Roma, 25 agosto 1917, ore 22.

Mio 'telegramma n. 1139 bis (1).

R. Governo non intendendo procedere nomina alto commissario, ne delegherebbe poteri a V. E. mettendo sua disposizione Bolognesi che potrebbe essere capo nostri uffici di acquisti e spedizione. Prego manifestarmi suo avviso.

954

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1145. Roma, 25 agosto 1917, ore 22.

Suo telegramma 355 (2).

Finora solo accordo concluso dall'Italia è quello con la Francia pubblicato Gazzetta Ufficiale 15 aprile 1916 concernente consegna renitenti e disertori. I due Stati si impegnano consegnarsi reciprocamente tutti i renitenti e disertori salvo quelli investiti cittadinanza dello Stato in cui si trovano. Segue dispaccio con copia accordo.

955

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2302/47. Madrid, 25 agosto 1917.

Questo ministro dei Paesi Bassi avendo probabilmente ricevuto istruzioni analoghe a quelle del suo collega di costì si è recato ultimamente a Santander a presentire le intenzioni del ministro di Stato circa la nota pontificia. Il marchese di Lema non gli nascose che l'iniziativa del Vaticano costituiva per lui una sorpresa poco gradita e si doleva che la S. Sede non aveva dato al Governo spagnolo previa notizia.

La S. Sede, egli osservava, essendo un governo veramente spirituale, poteva prescindeve da molte considerazioni che invece si impongono ad un governo temporale. Egli aggiung·eva però che il suo paese, eminentemente cattolico non

poteva disinteressarsi dell'iniziativa pontificia. L'impressione del mio collega, che riferisco a titolo confidenziale, è che H governo spagnolo non trova opportuna l'iniziativa pontificia. Confermo per mio conto l'opinionè del mio precitato telegramma che cioè il governo spagnolo, sempre ossequiente al Sommo Pontefice, farà probabilmente ogni sforzo per appoggiare la nota pontificia ma senza porvi molto calore (1).

(l) -Cfr. n. 948. (2) -T. 355 del 22 agosto da Washington, non pubblicato. Tratta della proposta del Dipartimento di Stato americano di intavolare appositi negoziati con gli alleati per il mutuo arruolamento di cittadini degli uni residenti nei territori degli altri e della richiesta di copia degli accordi eventualmente conclusi dal Governo italiano con altri Governi alleati, nonché degli accordi per l'arresto dei rispettivi disertori.
956

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 353. Pietrogrado, 25 agosto 1917.

Il ministro degli Affari Esteri da me a lungo intrattenuto sui suggerimenti di V. E. circa la nota papale, mi ha detto di apprezzarne tutto il valore, tanto più che anche la Russia, oltre al considerare inaccettabile la proposta del Papa, avrebbe di che lagnarsi per proprio conto del loro tenore. Egli propende per rispondere a quella circolare con una nota collettiva, oppure se ciò non fosse possibile con note parallele che verrebbero concertate tra gli alleati. In entrambi i casi, secondo il ministro, la risposta conterrebbe il punto di vista di ciascun alleato, dove si dimostverebbe una volta di più la loro compatta solidari,età. A questo proposito egli sta per sottoporre agli alleati :il punto di vista del Governo provvisorio, il quale in sostanza denunzia le preferenze in favore degli Imperi Centrali e la tendenza a mettersi da parte delle quistioni ... (2) russe e orientali ... (2) che si riscontrano nella nota papale. Frattanto, egli ha detto, non prenderò alcuna decisione prima di aver conferito coi nostri alleati e condividiamo pienamente opinione del Governo italiano che in ogni caso non vi sia luogo di affrettarsi a rispondere. Terescenko mi ha assicurato poi di non aver dato alcuna risposta in modo ufficioso né confidenziale al Vaticano e che il nuovo ministro presso la S. Sede non arriverà a Roma prima della metà di settembre (3).

957

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 206. Washington, ... agosto 1917.

Dichiarando non avere ricevuto tuttora istruzioni ho convenuto d'accordo con mio collega inglese che avremmo intanto raccomandato separatamente vigorosamente a Lansing ,in nome nostri rispettivi Governi il concorso americano

nella rrorganizzazione delle comunicazioni ferroviarie russe. Lo abbiamo fatto a voce. Lansing ha preso atto simpaticamente della comunicazione. Le impressioni di Root (mio dispaccio 199 gab.) (l) predispongono del resto questo Governo in favore delle sovvenzioni alla Russia. Parteciperò all'ambasciatore di Russia il passo odierno (2).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietroburgo con t. gab. 1424/825 del 27 agosto. (2) -Gruppi indecifrati. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1437 del 29 agosto.
958

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2307/131. Stoccolma, 25 agosto 1917, ore 20,15 (per. ore 12,35 del 26).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 1375 (3).

Nessuno dei colleghi alleati ha ricevuto istruzioni analoghe ed anche ministro di Francia ignora iniziativa del suo Governo. Essi concordano con me nel ritenere che se si vuole far fallire iniziativa svedese non si può agire utilmente che a Berna all'Aja o a Madrid. Danimarca e Norvegia si sono già impegnate a partecipare all'eventuale conferenza qualora gli altri tre Stati neutrali d'Europa vi aderiscano e non muterebbero loro decisione in seguito a nostre sollecitazioni. Ancora minori sono le probabilità di successo per una nostra ·eventuale azione qua. Del resto nessuna suggestione amichevole sarebbe possibile e non si potrebbe se non fare una dichiarazione per notificare che consideriamo la conferenza come incompatibile con una stretta neutralità. Ma tale dichiarazione farebbe assai sfavorevole impr.essione non soltanto nei circoli ufficiali e germanofili ma anche sui partiti democratici piuttosto a noi favorevoli, i quali hanno insistito perché il Governo svedese prenda l'iniziativa della conferenza neutrale e sono già contrariati per ostacoli che le pot•enze dell'Intesa hanno frapposto alla conferenza socialista.

Prego V. E. farmi conoscere se e quali passi desidera che io faccia presso questo Governo.

959

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3173/GAB. 132. Stoccolma, 25 agosto 1917, ore 21,15 (per. ore 12,35 del 26).

Mi risulta che il 23 corrente un certo De Feux, che sembra cittadino francese è giunto qua da Pietrogrado ed è stato ricevuto alla stazione dal banchiere tedesco Warburg noto per il suo colloquio con Protopopoff.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1395/811 del 25 agosto. (3) -Cfr. n. 915.
960

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2297/302. Atene, 25 agosto 1917, ore 16 (per, ore 23,20 del 26).

Discutendo ieri aHa Camera dei Deputati l'indirizzo della risposta alla Corona il deputato dell'opposizione Bussies dichiarò che non riconosceva il cambiamento avvenuto nel trono. Venizelos lo ammonì circa la grande responsabilità in cui incorreva con questa dichiarazione. A questo punto il tenente Giparis rinnovò il tentativo già fatto alcuni giorni fa (mio telegramma n. 281) (l) di fare lo spiritoso dalla tribuna degli oratori. Seguì la protesta di Venizelos contro la violazione della libertà Camera abilmente inscenata. Il Giparis per H suo precedente attentato non ebbe che tre giorni di arresto. Verso la fine della seduta il relatore del progetto di risposta per la maggioranza dichiarò che l'attua·le regime monarchico liberale non era che una tappa e che il paese si avVlia rapidamente a farsi una repubblica.

Venizelos disse che occorre persistere ancora per qualche tempo nella prova del regime attuale ma che doveva constatare che l'attitudine dell'ex Re aveva dato un colpo terribile alle istituzioni monarchiche in Grecia.

Deputato Popos, accusato di esser stato pagato dalla Germania, fece chiara professione di fede r·epubblicana confermata dal deputato Sideris che concluse il suo discorso così: rispondiamo al Re: Il vostro avvenimento al trono è sotto ogni riguardo mal veduto, conformatevi ai sentimenti repubblicani del paese, lasciate la corona e lavorate per la repubblica.

961

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2334/384. Jassy, 25 agosto 1917, ore 13,20 (per. ore 18,50 del 29).

Mio telegramma gabinetto n. 354 (2).

Bratiano si è meco lamentato di non aver ancora ricevuto alcuna risposta dai Governi inglese e francese circa la questione finanziaria. Egli dice che il Governo romeno è stato costretto a spese non indifferenti a Cherson per l'eventuale evacuazione ·e quindi avrebbe bisogno di poter disporre senza ritardo di rubli a condizioni ragionevoli.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Non pubblicato.
962

PROMEMORIA (l)

... (2).

Le Gouvernement Chinois a ,exprimé au Gouvernement Italien l'espoir d'obtenir la suppression des dispositions du protocole final de Pékin de 1901 concernant l'interdiction de la présence de troupes chinoises dans le quartier des Légations à Pékin et le long du chemin de fer entr·e Pékin et la mer. Le Gouvernement de Sa Majesté serait disposé à donner satisfaction à ce désir si toutes ies grandes Puissances Alliées de l'ltalie sont également prétes à faire de méme.

963

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1701/193. Atene, 25 agosto 1917.

Non essendo uscita una ·edizione francese del libro bianco ne trasmetto qui unito a V. E. un esemplare in greco nonché la traduzione francese dei documenti più importanti, data dal Messager d'Athènes.

Credo che oramai si possa affermare senza tema di errore che questa pub

blicazione è stata, come si suol dire, un colpo di sciabola nell'acqua. Essa non ci apprende nulla di nuovo. H telegramma del Re Costantino al Kaiser contiene bensì espressioni di amicizia personale e politica troppo naturali in una comunicazione personale e privata e non destinata per nulla alla pubblicità; ma in sostanza non fa che esporve con molta chiarezza il principio che sempre fu sostenuto dalle persone imparziali, e modestamente anche da me, che cioè qualunque fossero le tendenze ·e le simpatie del re Costantino egli si considerava, come effettivamente era, nella impossibilità assoluta di venire ad una rottura coll'Intesa ed a una vera e propria alleanza e collaborazione militare con le potenze centrali, a meno di volere irremissibilmente perdere le isole ed il Pe· loponneso.

Dai documenti relativi a Rupel risulta chiaro che la Germania informò la Grecia della sua intenzione di occupare insieme ai Bulgari quella importantissima posizione. Ma che perciò? Forse che prevenuti i grec.i potevano e volevano difendeve quella posizione, dato il loro programma di neutralità assoluta? Si può bensì criticare questo programma, ma nessuno può contestare che una volta adottatolo, il gabirietto Sculudis abbia logicamente agito. Del resto ricordo, e deve risultare dalla mia corrispondenza del tempo, che molte volte Sculudis ci prevenne che se i germano-bulgari entravano nella Macedonia la Grecia non avr·ebbe difeso il proprio territorio come non lo aveva difeso contro le v;iolazioni della propria neutralità operate dall'Intesa. Del resto emerge chiaro dai documenti del libro bianco che il generale Sarrail fu pvevenuto della presa

del forte di Rupel. Se egli non provvide a difenderlo e ad occuparlo egli stesso, ciò fu colpa dell'ingenita e permanente debolezza dell'armata d'oriente é non già di un supposto tradimento del governo Sculudis. A me poi risulta da fonte p11ivata che il re Costantino ed il suo governo di allora avevano riuscito per ben due volte ad allontanare l'invasione bulgara dal territorio greco e che la terza volta i loro sforzi riuscirono inutili davanti alla risoluzione irrevocabHe delle autorità militari germano-bulgare, le quali non vollero più a lungo ammettere che per considerazioni politiche si potessero indefinitivamente posporre le operazioni militari giudicate indispensabili.

Quanto poi al trattato greco-serbo che viene ora pubblicato per la prima volta, se nel trattato stesso si può forse fra le frasi generiche che lo compongono, ravvisare per la Grecia l'obbligo di attaccare anche l'Austria per difendere la Serbia, dalle convenzioni militari risulta invece chiaro che il solo caso per il quale si cercò di trasformare le clausole generiche del trattato in una applicazione concreta e precisa sul terreno pratico, fu quello dell'attacco bulgaro. La pubblicazione di questi documenti, tenuti fino ad ora gelosamente segreti, non pone quindi un termine alle infinite discussioni già fatte sull'argomento, e le lascia tutte aperte a quelle diverse soluzioni che possono suggerire gli interessi e le tendenze politiche degli uni o degli altri.

In sostanza questa pubblicazione rappresenta un errore politico di Venizelos che mi suggerisce il ricordo di uno analogo commesso nel 1896 dal gabinetto Rudinì allorquando, per procurare la completa demolizione del Crispi, si pubblicarono i famosi libri verdi sulla nostra campagna d'Africa. Se la disfatta di Adua pesò per tanti anni come onta incancellabile sulla nostra patria, e non rimase nei limiti suoi naturali di un piccolo episodio di guerra coloniale mal riuscita, ciò fu dovuto soprattutto al rumore illimitato che dagli italiani stessi, per odio di parte, fu condotto intorno a quel fatto. Così credo che in breve tempo avrebbe potuto sparire il ricordo dei dissensi intestini della Grecia, della viltà colla quale essa ha sopportato le indebit'e ingerenze straniere fino al punto di lasciarsi strappare il proprio sovrano, se il rinato venizelismo non volesse con mezzi simili alla pubblicazione del libro bianco, rincarare la dose, rinnovare ed aggravare le accuse e proclamare al mondo che più della metà dei greei si sono lasciati corrompere dalla Germania ed hanno vergognosamente tradito i veri interessi dell'ellenismo.

Ma parlare questo linguaggio di ragione ai venizelisti è vana impresa. Gente piccola e di meschino intelletto, tutta inebriata del faoile successo dovuto alla prepotenza francese che ha condotto ad occupare ministeri importanti uomini di nessun valore e fin qui di nessuna aspettazione politica, essi non conoscono limite e portano tutti gli sforzi a sfondare delle porte aperte, ad uccidere degli uomini morti. Le persecuzioni, gli incarceramenti arbitrari, la calunnia e le delazioni regnano sovrani in Atene dal ritorno di Venizelos in poi. Questo bell'edificio sarà probabilmente coronato con la traduzione davanti all'alta corte degli uomini politici che furono gli esponenti della politica di neutralità, e la loro condanna sulla base di documenti di cui quel poco che ho detto qui sopra mi sembra provare a sufficienza la inane futilità (1).

(l) -Il promemoria fu redatto in vista di comunicazioni da farsi a voce al ministro d'Olanda a Roma in relazione al promemoria rimesso al ministero degli Affari Esteri il 26 luglio ed alla nota n. 1040 del 7 agosto. Cfr. nn. 727 e 808. (2) -Si inserisce sotto il 25 agosto, data in cui fu effettuata la comunicazione.

(l) Non rinvenuti gli annessi.

964

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. CONFIDENZIALE 459/83. Corfù, 25 agosto 1917.

Già col telegramma Gabinetto n. 108 del 16 corrente (l) accennai a V. E. come il Signor Pasic non accettò che a malincuore le formule della dichiarazione di Corfù.

Quello che costituì la disillusione più amara dei serbi nelle loro dunioni corfiote cogli • jugoslavi • fu la invincibile opposizione di costoro ad accettare il nome Serbia per tutto il progettato stato slavo del sud. Invano Pasic e gli altri fecero valere la debolezza che veniva dall'affermare l'unita esistenza organica di un paese cui non si sa neppul'e trovare un nome comune; invano i più giovani e bollenti fra i MinistDi serbi affermarono irosi che questa soddisfazione morale la Serbia se l'era guadagnata col suo sangue, e proclamarono che a quel sangue 'e non agli intrighi dei Comitati di Londra e Parigi si dovrebbe la creazione della nuova grande patria.

Trumbic e i suoi compagni furono irremovibili; e i serbi dovettero domandarsi se non si illudevano quando colla loro insuperabile fiducia in se stessi si stimavan certi di cambiar presto il nuovo Stato, malgrado qualunque statutaria autonomia, in una • velika Serbia • da Belgrado solo diretta. Dubbi infatti -nuovi, e acerbi, per la tenacia e l'ottimismo serbi -hanno non poco valso ad accentuare antipatie e rancori verso i croato-sloveni, tanto più che, dopo le parole, son venuti i fatti col rifiuto degli ufficiali croati della Divisione jugoslava creata a Odessa di continuare a servire sotto gli ordini di un generale e ufficiali superiori serbi, che la divisione volevan considerare e trattare come serba.

Ho ragione per ritenere che lo stesso Re Pietro, rappresentante sicuro dei tradizionali fieri sentimenti della gente della Ciumadia, si è espresso colla più aperta diffidenza verso quei " patrioti • dell'occidente austriaco che non un sacrificio san consentire al sogno dell'unità. Sua Maestà non ricevette il Trumbic e i suoi compagni e si limitò ad inviar loro un telegramma in cui la riserva era evident,e.

Molto più del Re e dei vecchi uomini politici serbi mostra aver simpatia per gli • jugoslavi • il Principe Reggente. Oltre il naturale miraggio della più grande corona e, fors'anche di nuovi sudditi che non hanno, come gli attuali, una centenaria tradizione di Sovrani morti di morte violenta, credo che abbia influito su S.A.R. il costante riferirgli diretto che dal Comitato e dalla Legazione serba di Londra constami si è sempre fatto verso di lui, mentre che invece, per molti argomenti, il Governo di Corfù non veniva che parzialmente informato.

Questa simpatia di S.A.R. per la gente che si agita a Londra è forse la principale ragione che obbliga Pasié a mantenere come Ministro colà quel Jovanovic, personalmente onesto ma indubbiamente più • jugoslavo • che • serbo •, e di cui Pasié certamente non si fida. (Dell'argomento ho toccato nel telegramma

24 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

Gabinetto n. 108 per accennare che, ove si credesse o si potesse giungere ad avere assicurazioni dal Governo serbo di una più corretta propaganda jugoslava, ,la prima prova del valore di queste assicurazioni dovrebbe trovarsi nel cambio del Ministro a Londra).

Che tutta l'azione di Londra non sia sempre piaciuta a Corfù è per me indubbio. Lo stesso Pasié, del resto, nelle manifestazioni serbe cui la sua visita ha dato luogo in Londra, ha ben sentito -e l'han qui sentito i suoi colleghi non solo che i Ministri britannici non son mai andati più in là della promessa della restaurazione della Serbia (Pasié non poteva illudersi fino a sperar di più), ma che la somma delle simpatie generali colà sbocciate eran molto più intinte di colore croato che serbo.

Qui, in questi giorni, io non avrei potuto senza una eccessiva affettazione di riserva, sfuggire all'insistenza con cui vari dei Ministri serbi venivano a parlarmi delle nostre relazioni. A titolo del tutto personale, rispondevo in tono di franca amicizia che con una classe dirigente pronta ad aspirare da Salonicco a Gradisca potevano sempre temersi malintesi e dissensi; ma che se l'unione degli slavi del sud fosse perseguita col rispetto dovuto a un grande Paese che vuole esser soltanto sicuro dei suoi confini, nessuna politica sarebbe più popolare in Italia di quella della simpatia più cordiale per J. nuovi vicini; e soprattutto per il nucleo serbo il cui provato spirito d'indipendenza contro l'Austria potrebbe costituire un legame sì saldo con noi.

(l) Cfr. n. 869.

965

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 437/122. Lisbona, 25 agosto 1917.

La questione dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa in Portogallo si è acuita in modo singolare in questi ultimi giorni.

Il Patriarca di Lisbona avendo assunto, per ordini avuti dal Vaticano, un atteggiamento decisamente intransigente, H Governo della Repubblica è ricorso a misure di estremo rigore.

Ecco i fatti: Secondo la legge di separazione della Chiesa dallo Stato, promulgata dal Governo della Repubblica nell'Aprile 1911, legge che ricorda in molti punti quella francese di Emilio Combes, i fedeli di ogni religione non possono esercitare il loro culto se non per mezzo di Confraternite ( • Irmandades • ), le quali devono allo stesso tempo occuparsi di un ramo qualsiasi di beneficenza, avendo a loro carico o un ospedale od un asilo od un ospizio ecc., di modo che risulti che all'esercizio del culto venga riservato lo stretto necessario, il quale in niun caso deve superare un terzo delle rendite delle rispettive • Irmandades •.

Finora per evitare che sorgesse una libera Chiesa in Portogallo, la Santa Sede, pur mostrandosi intransigente su tutti gli altri punti, aveva permesso ai fedeli di rivolgersi alle • Irmandades , per l'esercizio dei riti.

Se non che si è verificato che queste corporazioni, le quali secondo la legge non possono essere dirette ed amministrate che da cittadini non appartenenti al clero, sia per la partecipazione in esse di persone che meglio hanno tutelato gli altri fini delle • Irmandades •, più che quelli religiosi, sia perché in Vaticano si sono accorti che il clero portoghese governato e pagato da queste corporazioni laiche mostrasse una spiccata tendenza ad emanciparsi, ha creduto e crede di trovarsi in presenza di uno scisma vero e proprio.

p,er questi motivi il Patriarca di Lisbona, Antonio Mendes Belo, Arcivescovo di Mitilene, ha emesso una pastorale, pubblicata nell'ebdomadario A Vida Catolica, e riprodotta dal giornale quotidiano O Dia, colla quale si fa conoscere a tutti i parroci e fedeli del Portogallo che • la Santa Sede stabilisce che le " Irmandades ", quantunque siano fabbricerie, non possono in forma alcuna assumere il carattere di una associazione cultuale, né mettersi in condizione di poter essere in tal modo considerate. Di qui risulta necessariamente che nessuna " Irmandade ", quale che sia il suo titolo e il suo fine, possa richiedere od acoettave l'incarico del culto in conformità della legge di separazione, e tanto meno inserire nei suoi statuti e compromessi la dichiarazione di accettare quella legge come statutaria e fondamentale •.

Per conseguenza la pastorale dichiara in peccato ,tutti i membri delle • Irmandades • che per mezzo di esse vogliono promuovere il culto, e che diano il loro voto per la trasformazione di dette • Irmandades • in associazioni cultuali ecc. ecc.

Ora essendosi i membri di alcune • Irmandades • rivolti al Governo della Repubblica per domandare quale atteggiamento dovevano tenere di fronte alle sanzioni che per mezzo del Patriarca comminava la Santa Sede, il Governo Portoghese ha creduto essere giunto il momento di prendere qualche misura energica, e per conseguenza, con decreto in data del 23 corrente, firmato dal Presidente della Repubblica e dal Ministro della Giustizia, ha espulso per lo spazio di un anno dalla sede di Lisbona e delle Diocesi attinenti, il Cardinale Patriarca, Sua Eminenza Antonio Mendes Belo, concedendogli cinque giorni di tempo per ottemperare all'ordine ricevuto.

Contemporaneamente il Vescovo di Porto, S. E. Don Antonio Barroso, è stato espulso dalla sua sede e da quella di Braga per lo spazio di due anni. Questa misura è stata motivata dal fatto che la censura ha avuto conoscenza di una lettera di questo alto ecclesiastico, colla quale egli dava consiglio ad alcune suore affinché queste potessero vivere in comunità, contrariamente alle leggi della Repubblica.

Il risultato di questa nuova scissura fra l'elemento politico e l'elemento religioso può essere molto grave, poiché da una parte e dall'altra domina il principio della intransigenza; per la legge di separazione il Governo della Repubblica può dichiarare estinte tutte le « Irmandades • che subiscono gli ordini della Santa Sede e può incamerarne i beni, e dall'altra parte il Vaticano, come già fà, può dichiarare scismatici tutti coloro che praticano il culto nel solo modo concesso, cioè per mezzo delle • Irmandades • che hanno assunta la forma cultuale.

Per tal modo il rito cattolico potrà essere esercitato solo in cappelle private in modo quasi clandestino.

966

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1147. Roma, 26 agosto 1917, ore 16.

Governo Somalia informa movimento politico religioso provocato Mohamed Jusuf destinato fallire. Arrivo degiac Baianè con armati disgregato seguaci Mohamed che rivolgonsi nostre autorità frontiera spiegando loro azione diretta contro Etiopia non contro Italia cui rinnovano proteste devozione.

Riva destra Giuba inglesi stanno per iniziare operazioni rioccupazione Seronli. Questa notizia confermata direttamente da Governo inglese a R. ambasciatore Londra.

967

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2285/250. Parigi, 26 agosto 1917, ore 15,15 (per. ore 18,30).

Sono informato ora che ieri sera è partito per Roma il signor Benes del comitato czeco. Essendogli stato annunziato prossimo l'arrivo in Francia di un nuovo scaglione di truppe czeche, egli viene a chiedere la consegna ufficiale dei czechi prigionieri dei quali ha urgente bisogno per inquadrarli nelle truppe attese.

968

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 11465. Roma, 26 agosto 1917, ore 19.

Mio tel. 1110 (1). Confermando preghiera adoperarsi attivamente soluzione quistione traffico Eritrea costa Araba R. ministero della Marina è disposto ordinare ad una delle tre R. navi operanti Mar Rosso cooperare forze inglesi blocco costa araba con speciale sorveglianza su sambuchi italiani permettere navigazione soltanto quella autorizzata d'accordo con autorità inglesi (2).

Cecil propone formula. Prendo impegno di esaminarla. Cipro: se Francia riduce c consent » a « previous notice », Cecil ci darebbe estensione a Italia. Io ne dubito. Insisto su eguaglianza trattamento. Rimandato a domani. Riserva russa: lungo dibattito. Cecil propone formula. Considererò. Teme pubblicazione ».

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. la seguente annotazione in data 2 agosto in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 169: " Lord Cecil Articolo 5: Inghilterra ritiene aver posizione speciale in Arabia. Non ammetto né contesto, ma esigo eguaglianza rispetto a tutto quanto stipulato con Francia negli accordi 9!16 maggio.
969

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1412. Roma, 26 agosto 1917, ore 20,30.

(Solo Londra) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Washington quanto segue:

(Tutti) Come è noto si terrà prossimamente a Londra una conferenza navale proposta dagli Stati Uniti « per assicurare una ulteriore cooperazione tra le flotte alleate e quella americana e discutere migliori modalità di operazioni per assicurare la vittoria». Per quanto riguarda Italia nostro campo d'azione navale è l'Adriatico ove, a parte qualche sommergibile tedesco, non ci troviamo di fronte che forze austr,iache. Fatto che gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Austria-Ungheria stabilisce una specie di disinteresse americano per tutto quanto riguarda la guerra nei nostri mari, mentre l'America è sommamente attenta cooperando per la guerra in Atlantico e nel mare del Nord ove il nemico è esclusivamente germanico. Difficilmente l'America si indurrà quindi ad aiutarci col suo naviglio sottile in Adriatico. Lo Stato Maggiore della Marina ha dato istruzioni al suo rappresentante alla conferenza di Londra di oUenere almeno che gli americani ci forniscano con i loro potenti mezzi un ampio concorso nelle operazioni aeree per la distruzione dei punti di rifornimento di riparazione e di costruzione dei sommergibili austriaci e nell'offendere le basi costiel'e del nemico. Osservo che tali punti e tali basi costiere servono naturalmente oltre che ai sommergibili austriaci anche a quelli tedeschi. La nostra Marina chiede inoltre che il Governo americano non frapponga ostacoli ritardatari, anzi faciliti invio in Italia dei motoscafi in costruzione e di quelli che verranno ordinati successivamente nonché dei materiali per la R. Marina. Capo di Stato Maggiore della Marina propone poi che permanendo ibrida situazione rispetto all'Austria si chieda che la percentuale del naviglio sottile che Stati Uniti avrebbero eventualmente assegnato all'Italia, se essi fossero stati in guerra dichiarata contro l'Austria-Ungheria, sia data tutta all'Inghilterra, e questa fornisca in Adriatico un corrispondente numero di cacciatorpediniere con bandiera inglese.

Prego V. E. espdmersi con codesto Governo nel senso surriferito, per preparare una via favorevole all'Italia nella conferenza navale di Londra, tenendo presente l'interesse che noi avremmo che gli Stati Uniti uscissero dalla situazione ibrida suaccennata, dichiarando la loro qualità di belligeranti contro l'Austria-Ungher,ia.

Non sarà inopportuno notare che le pressioni che ci vengono fatte dall'America circa il regolamento dalla posizione dei nostri renitenti agli Stati Uniti non hanno base di diretta utilità per noi finché lo sforzo bellico degli Stati Uniti non si dirige anche verso il nemico contro cui combattiamo nel nostro più prossimo fronte.

(Solo Londra) Quando precede per norma di condotta e di linguaggio di v. E.

970

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1414. Roma, 26 agosto 1917, ore 21.

(Meno Comando) Ho telegrafato al Comando Supremo quanto segue: (Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato la proposta del suo Governo che i rappresentanti d'Italia, Francia, Inghilterra ad Atene si concertino col Governo greco relativamente allo sgombero ed alla sostituzione di autorità civili greche alle autorità militari alleate. Io non avrei obiezioni, ma desidero conoscere prima di rispondere, il pensiero di V. E. in proposito. Nei concerti che si terrebbero a questo scopo in Atene dovranno tenersi presenti e determinarsi espressamente le località indicate dal comando di Valana come destinate a garantire il noto triangolo stradale Arinista -Kalibaki -

Melisopetra e stabilirsi cosi il ritiro delle truppe franco-greche dall'alto Sarandoporos.

971

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1418. Roma, 26 agosto 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 247 (l) che ho fatto comunicare a S. M. il Re si è incrociato con telegramma di Mattioli in cui è detto quanto segue:

• Com'Ella sa i nostri valorosi soldati stanno svolgendo vittoriose operazioni delle quali oggi non si può precisare il termine. In questa situazione si prospetta, sebbene poco probabile, !'·eventualità che lo sviluppo dell'azione militare continui tanto da consigliare a S. M. il Re di non allontanarsi dal fronte. Vedrà quindi V. E. se non sia opportuno di far cadere in tempo presso Governo francese una parola di riserva pel caso in cui la Maestà Sua avesse a rimanere fra i combattenti anche in giorni già indicati per la visita reale in Francia ».

Essendosi Barrère allontanato da Roma prego V. E. agire in conformità di quanto precede costà e telegrafarmi.

972

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. GAB. 1419. Roma, 26 agosto 1917, ore 21.

(Solo Parigi): Ho telegrafato a Carignani quanto segue:

(Per tutti) Lettera di V. S. ad Aldrovandi. Sua Maestà il Re mi fa conoscere quanto segue:

• L'iniziativa del discorso concernente l'eventualità della visita della Maestà Sua al Re dei Belgi fu presa dal signor Poincaré durante i giorni di Villa Italia. Il presidente ne tenne parola a Sua Maestà esprimendo la supposizione che il Re avrebbe volentieri veduto il Re Alberto: parole, alle qu,ali il Nostro Augusto Sovrano rispose annuendo. In questo stato di cose la Maestà Sua lascia volentieri a V. E. di avvedere sulla restituzione della eventuale visita, sia per il caso che siffatta visita si abbia a verificare ancora durante la guerra al fronte nostro, sia per il caso della restituzione dopo la guerra: ipotesi questa seconda, nella quale non potrebbe essere prevista la città di visita all'infuori di Roma».

Prego V. S. agire in conformità di quanto precede e telegrafarmi.

Mi sembra chiaro che data la consaputa situazione dei partiti cattolici belgi dovrebbe riuscire più facile al Re dei Belgi 11estituire la visita a Sua Maestà il Re al nostro fronte durante la guerra. Per norma di V. S., S. M. il Re intenderebbe recarsi in Francia verso il 12 del prossimo settembre, salvo l'eventualità poco probabile che lo sviluppo della nostra azione militare perduri tanto da consigliare a Sua Maestà di non allontanarsi dal fronte.

(l) Non rinvenuto.

973

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1415. Roma, 26 agosto 1917, ore 23,15.

Avverto ad ogni buon fine per norma di linguaggio di V. E. che né Berenini né Silvestri sono al corrente del nostro trattato del 26 aprile 1915.

V. E. non determinerà quindi con loro le nostre aspirazioni ivi indicate pure sostenendo genericamente le nostre necessità nazionali e strategiche nell'Adriatico e di equilibrio del Mediterraneo.

974

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. u. 172. Parigi, 27 agosto 1917, ore 10.

Stanotte sono partiti deputato Berenini ed avv. Silvestri per la conferenza

socialista. Viaggiano via Boulogne. Giungono costì stasera. Pregano inviare stazione capitano Giannini che li conosce.

975

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1420. Roma, 27 agosto 1917, ore 13,30.

Telegramma di V. E. n. 248 (1). Non avendo ancora ricevuto alcun avviso che le sia pervenuto testo emen

dato della lettera di Ribot che V. E. avrebbe dovuto ricevere il 25 corrente, la prego di adoperarsi in ogni modo perché non si protragga più oltre questa condotta del Governo francese che mi astengo dal qualificare.

(l) Cfr. n. 945.

976

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. S. 1423. Roma, 27 agosto 1917, ore 20.

Questo ambasciatore di Spagna mi ha riferito incidentalmente la voce che sarebbe stata fatta la pace tra gli Imperi Centrali e la Romania con 1e clausole seguenti: l) in caso di neutralità della Romania essa cederebbe la Dobrugia alla Bulgaria e fornirebbe cereali e petrolio agli Imperi Centrali; 2) in caso di partecipazione della Romania alla guerra a fianco degli Imperi Centrali essa riceverebbe la Bessarabia in compenso della cessione della Dobrugia alla Bulgaria.

Ho risposto a Villa Urrutia che poteva trattarsi di negoziati tra gli Imperi Centrali da una parte ed i Romeni Carp e Marghiloman ecc. dall'altra, per una pace da farsi con un nuovo Governo da costituirsi in Romania ma non di accordi col Re attuale di Romania ·e col suo Governo.

977

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1429. Roma, 27 agosto 1917, ore 20.

TeLegramma di V. E. n. 210 (1).

Villa Urrutia mi ha assicurato che il governo spagnuolo non ebbe nessuna conoscenza preventiva della nota papale. All'ambasciatore spagnuolo presso la Santa Sede fu detto Quando già si parlava della prossima sua pubblicazione che il nunzio a Madrid ne avrebbe data comunicazione a quel governo, ma di fatto ciò non avvenne che dopo che il testo era già pubblico. Tutto ciò dolse assai al governo spagnuolo, tanto più che esso aveva avuto in passato assicurazioni dal Papa che esso non avrebbe fatto alcuna nuova manifestazione senza darne preventivo avviso a Sua Maestà Cattolica (2).

978

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1430. Roma, 27 agosto 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. n. 209 (3). Non ritengo che per se stessa una risposta anticipata e separata del pre

sidente Wilson alla nota del Papa possa riuscire nociva per gli alleati. Credo anzi che potrebbe essere utile in genere (vedi mio telegramma n. 1374) (1).

Unico pericolo per noi è che non essendo in guerra con Austria-Ungheria tralasci completamente rivendicazioni italiane occupandosi soltanto della Germania. Questo pericolo raccomando V. E. di possibilmente prevenire.

(l) -Cfr. n. 946. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 184. (3) -Cfr. n. 937.
979

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1151. Roma, 27 agosto 1917, ore 21,30.

Suo telegramma n. 381 (2).

Occorre distinguere fra oriundi di paesi epiroti situati a nord confine Firenze 'ed oriundi di paesi epiroti al sud di detto confine compveso triangolo che continueremo occupare secondo recenti intese di Parigi. Questi ultimi sono tenuti a rispondere alla chiamata: i primi no e ad essi la S. V. potrà anche in questa occasione dare protezione di fatto senza pretendere di poterla esercitare di diritto.

980

IL 1\IIINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1155. Roma, 27 agosto 1917, ore 21,30.

Telegramma V. S. 192 (3).

Anche a nome ministero Colonie prego V. S. comunicare alto commissario che prendiamo atto di quanto egli ha incaricato Idris di Luxor far intendere a Idris Senussi e informarlo che Governo Cirenaica a richiesta Idris Senussi ha già accordato a questi aiuti danaro e viveri e altri aiuti adeguati è disposto accordargli. Intanto si sta trattando metteve vicino Idris Senussi persona fiducia.

981

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2318/253. Parigi, 27 agosto 1917, ore 23,58 (per. ore 10,10 del 28).

Faccio seguito al mio telegramma n. 248 (4). In risposta alla mia comunicazione del 21 ricevo ora nota che trascrivo:

• Par une lettre en date du 21 de ce mois V. E. a bien voulu me communiquer avec une carte adjointe le texte du mémorandum, ci-après, reproduisant les résultats des conversations tenues entve les Gouvernements de France, de Grande Bretagne et d'Italie à Saint .Jean de Maurienne et dans les conférences ultérieures relativement à l'Asie Mineure •.

Segue il memorandum e poi riprende: • Pour répondre au désir exprimé par V. E. je m'empresse de lui faire connaitre q_ue je suis d'accord avec le Baron Sonnino sur l es termes du dit mémorandum qui devra rester secret ".

Non v'è alcuna carta. Mancanza della carta non mi pare di grande importanza visto che la carta è unita alla mia nota ed a quella scambiata a Londra. Per tale considerazione ed anche per tenere almeno un documento firmato non faccio per ora osservazione in attesa di istruzioni di V. E. (1).

(l) -Cfr. n. 913. (2) -Non rinvenuto. (3) -Cfr. n. 820. (4) -Cfr. n. 945.
982

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3137/290. Stoccolma, 27 agosto 1917, ore 16,50 (per. ore 19,35 del 28).

A firma di Huysmans, comitato organizzatore conferenza socialista Stoccolma, ha rivolto un appello ai socialisti dell'Intesa, attualmente riuniti Londra, per ammonirLi che la sorte della conferenza dipende ormai in gran parte da loro. Rifiuto passaporti non è diretto soltanto contro idea della conferenza, ma anche contro organizzazione proletariato perché classi conservatrici comprendono che il mondo si avvicina al momento critico. Classi lavoratrici devono ora mostrarsi se si rassegnano ad essere ancora soltanto ... (2) della politica altrui o se vogliono contribuire ad una pace giusta e durevole la quale impedisca n ripetersi delle sventure presenti. Proletariato non può esseve privato del diritto naturale di pensare e parlare e discutere le sue vedute.

983

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2328/38. Sgravenhage, 27 agosto 1917, ore 19,52 (per. ore 5,15 de 29).

Telegramma di V. E. n. 1354 (3).

Essendo risultato che il ministro dei Paesi Bassi a Roma non aveva ancora riferito il colloquio avuto con V. E. circa la nota papale e tenuto conto dei noti sentimenti germanofili del barone Rengers che potrebbero portarlo ad interpretare poco esattamente e riferire non abbastanza fedelmente il pensiero di V. E., ho creduto opportuno far conoscere a questo ministro degli Mfari

Ho risposto a Salvago quanto segue : • Trattenga i documenti firmati, ma porti a Ribot un esemplare della cartina che è stata citata nello stesso memoriale all'articolo primo affinché egli la restituisca a V.E. firmata con l'indicazione c du.... n ....•.

Se non ha a Parigi altri esemplari della cartina disponibili telegrafi ad Imperiali perchégliene procuri subito una copia o due.

Esteri, pacifista convinto, telegramma di V. E. Questo ministro degli Affari Esteri mi parve molto impressionato, il suo ottimismo mi sembrò scosso e convenne meco che per quanto riguarda specialmente l'Italia la nota papale non conteneva alcuna base di possibile accordo. La stampa olandese, che al principio aveva manifestato massimo ottimismo inneggiando alla prossima e tanto desiderata pace, incomincia a riconoscere la pace ora non essere possibile, a meno che Imperi Centrali per la forza delle armi e loro pessima condizione interna ora siano costretti chiederla facendo conoscere chiaramente a quali condizioni sarebbero disposti a trattare. Ministro di Spagna a Bruxelles qui venuto per questione relativa ai rifornimenti del Belgio assicura risultargli che Germania e Austria-Ungheria hanno bisogno ,e desiderio sincero di pace e sarebbero disposte a fare serie concessioni anche su questione rivendicazioni Italia, Francia pur di evitare altro inverno guerra ma egli aggiunse Germania e Austria-Ungheria vorrebbero prima essere assicurate che anche i loro avversari sarebbero disposti mostrarsi meno intransigenti nelle loro pvetese. Sebbene marchese Villalobar abbia fatto lo stesso discorso a me ed altri colleghi Intesa escludiamo che egli abbia parlato a nome d'altri e crediamo le sue parole essere l'impressione dei suoi sentimenti simpatia personale verso l'Intesa unitamente alla sua costante preoccupazione di mostrarsi neutrale e al desiderio di pace a qualunque costo.

(l) Questo telegramma fu ritrasmesso a Londra con t. gab. 1434 del 28 agosto con la seguente aggiunta:

(2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n. 906.
984

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2327/393. Londra, 27 agosto 1917 (per. il 29).

Collega americano dicevami ieri essere ancora ignaro del contegno del presidente circa la nota pontificia. Secondo l'impressione sua « personale • non sarebbe impossibile che il presidente dia per conto suo una risposta calcata ad un di presso sul telegramma di Balfour a Salis (mio telegramma n. 386) (1). Collega era addirittura entusiasta dei nostri successi militari, dei quali con enfasi rilevava il valore e l'importanza nell'interesse generale degli alleati.

985

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3205/888. Pietrogrado, 27 agosto 1917 (per. il 30).

Nelle sfere governative si calcola che dei due mila cinquecento componenti il convegno di Mosca, una metà appartenga ai partiti borghesi e l'altra metà

ai socialisti, ma si nota che mentre i primi si sono raggruppati intorno ai

cadetti con Miliukoff alla testa, i secondi sono finora divisi fra loro. Ad accrescere la disunione di questi ultimi si aggiunge la campagna violenta che una sessantina di massimalisti si dispone a fare in seno all'assemblea contro il temporaneo avvicinamento di tutti i partiti e classi ossia contro lo scopo stesso pel quale fu convocata l'assemblea che dovrebbe essere di assicurare il generale appoggio del paese alla politica interna e militare del Governo provvisorio. Il Governo crede però che la tendenza della grande maggioranza dell'assemblea gli sia favorevole, sia nel campo borghese che in quello socialista. Il Governo crede che conferenza possa chiudersi domani o posdomani senza voto con un discorso che Kerensky pronunzierebbe, non più quale capo del Governo, ma quale presidente della conferenza stessa. Si attende per oggi il discorso di Korniloff. Sul conto generalissimo si fanno correre ,a Pi,etrogrado voci secondo ogni probabilità tendenziose che lo rappresentano come aspirante alla dittatura militare e come competitore di Kerensky.

(l) Cfr. n. 920.

986

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 969/223. San Sebastiano, 27 agosto 1917.

Faccio seguito al mio rapporto n. 219 del 20 corrente (1). L'ordine si può dire ora nuovamente ristabilito in tutta la Spagna; rimane soltanto ancora minaccioso l'atteggiamento dei minatori dalle Asturie dove il carattere più .energico delle popolazioni, la maggiore organizzazione e a quel che sembra una cassa di sciopero meglio provveduta consentono ai lavoratori una più lunga resistenza. Quello sciopero potrebbe avere ancora gravi conseguenze non solo dirette ma anche indirette perché, se dura, renderà più acuto il gravissimo problema del carbone e può condurre all'arresto di molte altre industrie spagnuole. A parte quella nube abbastanza densa il cielo sembra rasserenato in tutto il resto della Spagna, e tutti anche gli oppositori lodan il governo della fermezza, della prontezza e della abilità della sua politica. La posizione del Signor Dato che pareva così precaria un mese fa, ora si è indubbiamente consolidata e tutto fa presagire che egli potrà procedere tranquillamente alle elezioni generali che gli daranno la maggioranza che ora gli manca per governare a camere aperte. È oggi da augurare alla Spagna che i vincitori celebrino il loro trionfo con opportuna modestia. Pur troppo si vedono indizi differenti. Lo Spagnuolo si appassiona a tutte le lotte e anche nelle civili porta un ardore che male si conviene a conflitti che il vineitore deve deplorare quanto il vinto. Inoltre lo spirito delle masse non è affatto evoluto verso le idee moderne e considera un po' le lotte fra capitale e lavoro come i cortigiani di Versailles consideravano i primi moti dell'89, cioè semplici attentati delittuosi di malintenzionati. Lo

stesso Gov;erno in alcuni suoi atti si dimostra soverchiamente governo di classe e ciò facendo riscuote l'approvazione quasi generale dei circoli politici, ad ecce

zione ben s'intende dei partiti d'estrema sinistra. Così si accettarono le offerte di molti giovani dell'aristocrazia e dell'alta borghesia che si presentarono per coadiuvare la polizia per il mantenimento dell'ordine, ed ora si accettano ed incoraggiano offerte in denaro per ricompensare gli agenti della forza pubblica che ristabilirono l'ordine stesso. Nulla o quasi invece si vede fare dalle classi più abbienti per soccorrere le famiglie degli scioperanti morti o fedti arrestati durante i tumulti, molte delle quali devono versave nella più squallida miseria. Benché il Governo nasconda per quanto può il numero dei morti sembra davvero che la repressione sia stata assai sanguinosa, in alcuni punti assai più che le circostanZJe non richiedessero. Tutto ciò domanderebbe ora da parte del Governo una politica attiva di pacificazione intesa a un sollecito miglioramento delle condizioni delle classi operaie del quale si parla è vero molto, ma che rimane tuttora e minaccia di r.imaner.e a lungo un semplice ideale. Lo prova il fatto che mentre le ripercussioni della guerra hanno procurato anche in Spagna a certe categorie d'industriali degli enormi benefici (citerò l'esempio, sopra tutti gli altri, degli armatori) e mentre anche i proprietari di fondi hanno tratto grandi vantaggi dal rincaro delle derrate, l'imposta sui profitti di guerra di cui parlò per un momento la cessata amministrazione liberale, non figura più nei programmi del Governo.

Sembra invece che questo se fu rigido e forse eccedette nella repressione non voglia esagerare la severità verso i rivoltosi ora defedti all'autorità militare. Si è molto parlato di esecuzioni sommarie ma non sono confermate, e i tribunali militari non sembrano lavorare con molta rapidità né vigore. La clemenza dopo domata la rivolta sarà savissima politica; il signor Maura porta ancora la pena dei giudizi sommari di Barcellona nel 1909, e nulla potrebbe esser più micidiale al presente regime che una ripetizione qualsiasi del caso Ferrer. Per fortuna il Signor Dato è ben lontano dalla rigidità quasi fanatica del Maura e tutto lascia sperare che non vi sarà più sangue versato.

Con tutto ciò i recenti fatti lasceranno uno strascico lungo di rancori e di odi: l'opera di assimilazione del partito repubblicano che pareva aver fatto tanti progressi fino a pochi mesi or sono, è interrotta e non potrà riprendersi per molto tempo. Basterà notare che fra gli arvestati si trova il fratello del signor Melquiadez Alvarez capo del partito riformista che si era costituito pochi anni or sono fra i repubblicani convertiti alla monarchia. Questa non 'esce certamente rinforzata dagli ultimi moti che furono facilmente repressi soltanto in grazia della ferma attitudine dell'esercito. Non vi erano dubbi su questo perché ora le famose • juntas de defensa » si trovano con il Governo in una specie di luna di miele; fu appunto l'errore gravissimo dei promotori dell'agitazione di non tener conto di questa circostanza. Ma se un giorno come è quasi inevitabile sorgeranno attriti fra le • juntas • ·ed H governo e gli agitatori vepubblicani e socialisti approfitteranno di quel momento per rinnovave il tentativo ora abortito, questo potrà avere facilmente tutt'altra sorte. Inoltre quanto è avvenuto di recente non gioverà al Re per riacquistare la popolarità perduta, poiché Re Alfonso non si mosse da Santander né spiegò azione alcuna che si sappia per moderare la repressione né per farsi conciliatove tra le classi in lotta. E come l'E. V. sa la popolarità personale del Re è stata fino a poco tempo fa in Spagna il principale sostegno del regime monarchico.

Continuano d'altro lato e purtroppo si propagano le voci che i moti siano stati provocati dagli Alleati, soprattutto dai francesi. Poco vale ad arrestarle la considerazione che ogni agitazione e ogni sciopero in Spagna danneggiano immediatamente e grandemente gli interessi alleati e per la stessa ragione giovano agli imperi centrali. Quelle voci nuocciono assai alla causa degli alleati perché mentre confermano i germanofili nel loro zelo per gli imperi centrali che appaiono più che mai ai loro occhi i veri difensori dell'ordine, alienano dall'intesa molte simpatie di spiriti oscillanti, che propendevano finora verso di essa. Aggiungo che gli italiani sono interamente esclusi dal sospetto che si rivolge soprattutto verso i francesi, inglesi e portoghesi. Ma non pochi dei primi furono arrestati per il fatto d',esser francesi; un operaio spagnuolo fu arrestato semplicemente perché voleva cambiare denaro francese in pesetas. Le autorità militari tutte germanofile sposano volentieri questi sospetti avvalorati anche dal linguaggio di non pochi giornali francesi che insistettero soverchiamente, nei primi giorni soprattutto, a parlare con simpatia dei rivoltosi e a rilevare che fra essi si trovavano i migliori amici dell'intesa. Ciò rischia di farci perdere in questo paese altre amicizie assai più serie ed influenti di quelle dei repubblicani e dei riformisti riconvertiti alla repubblica. È un fatto disgraziato che il Signor Simarro che si considera come uno dei capi del movimento si è recato in questi ultimi tempi con frequenza a Parigi dove si trova tuttora. Egli certamente non ha trovato ausili presso il Governo ma non è escluso che ne abbia trovato presso associazioni radicaLi desiderose di combattere ovunque possono le monarchia, soprattutto in Spagna dove la monarchia ha il torto di appoggiarsi soverchiamente sopra il clero l'esercito e le classi conservatrici. Se così è quelle associazioni possono gloriarsi d'avere per ora almeno lavorato in Spagna a esclusivo profitto degli imperi centrali.

Il Governo del Signor Dato che fin qui, come l'E. V. sa, ha dato numerosi pegni di simpatia alla causa degli alleati, non ritiene certamente n governo francese responsabile di quanto è avvenuto. Ma esso pure cede forse alla tentazione di attribuire soprattutto a cause esterne ciò che in fin dei conti non fu che un sintomo delle gravi malattie interne che travagliano la Spagna, e mi pare di notare in esso un certo malumore verso il Governo della Repubblica il quale se certo non ha in alcun modo aiutato direttamente i rivoltosi pure avrebbe potuto sorvegliare più attentamente in Francia le mene degli agitatori spagnoli e francesi e far tenere alla stampa un linguaggio più circospetto in occasione dei recenti disordini nella vicina penisola.

(l) Non pubblicato.

987

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2044/419. Bulkeley, 27 agosto 1917.

Nel rapporto che ho avuto l'onore di dirigere a V. E. in data 24 corrente

n. 2038/416 (l) mi sono riservato di riferire separatamente sui propositi mani

festatimi dal Consigliere Giudiziario britannico relativamente alla questione della lingua giudiziaria da ammettersi nella nuova organizzazione dei Tribunali in Egitto. Come è noto (vedi mio rapporto del 28 marzo n. 818/162) (l) tale organizzazione è oggetto di studio da parte di una Commissione presieduta da Sir W. Brunyate la quale si riunisce settimanalmente anche durante le vacanze.

Il Consigliere Giudiziario incominciò col dirmi che uno dei più gravi inconvenienti del sistema attualmente in vigore è rappresentato dalla pluralità delle lingue nei Tribunali Misti o, per meglio dire, dall'uso dell'italiano, ché l'arabo e l'inglese, benché ammesse dall'art. 76 del Regolamento, non sono state mai impiegate nella discussione o nella redazione delle sentenze.

Per un certo tempo quando l'italiano era la lingua generalmente nota in Egitto l'uso di essa era logico, naturale ed utile alla amministrazione della giustizia. In seguito, per motivi che sarebbe ozioso di ricordare, H francese avendo preso il sopravvento, la nostra lingua è andata sempre più perdendo terreno. Ne è avvenuto che la massima parte dei giudici e degli avvocati non la comprende o soltanto imperfettamente e che le stesse parti preferiscono n francese nell'interesse della loro causa. La discussione in italiano è andata quindi a poco a poco cessando ed attualmente viene redatta in italiano soltanto la parte di diritto delle sentenze stese da alcuni nostri giudici, i quali hanno voluto mantenere impregiudicata la questione di principio. Ma -a dire di Sir William Brunyate -anche qui si manifestano non pochi inconvenienti. Le sentenze stese in italiano debbono essere tradotte in francese, specialmente quelle inviate in sede d'appello, e non sempre gli impiegati riescono a rendere perfettamente il pensiero del giudice. Più gravi poi risulterebbero le difficoltà ove gli avvocati ed i giudici italiani, forti del loro diritto, volessero riprendere la discussione delle sentenze in italiano e se i loro colleghi, inglesi ed arabi ne seguissero l'esempio.

Una sola lingua si impone quindi, per ragioni di opportunità e di praticità e questa sarà l'inglese, che -fin qui poco conosciuta -sta facendo rapidi progressi fra la nuova generazione. Siccome però occorrerà un certo tempo prima che l'inglese possa essere di dominio comune, si dovrà adottare una lingua di • transizione • e la scelta cadrà sul francese, non già per speciale simpatia verso questa lingua, ma perché è la più conosciuta in Egitto.

Secondo il pensiero dunque di Sir W. Brunyate, l'italiano non dovrebbe più essere ammesso come lingua giudiziaria nell'ordinamento che sostituirà l'attuale sistema cosi detto della Riforma.

Non ho mancato da parte mia dal far notare al Consigliere Giudiziario come il R. Governo non potrebbe certo accettare il suo punto di vista e sacrificare i diritti riconosciuti fin qui alla lingua italiana a vantaggio del francese. Che del resto ciò produrrebbe pessima impressione nella Collettività italiana e proteste da parte degli organi cui incombe la tutela e l'incremento del nostro idioma.

Sir William Brunyate mi rispose, che se da un punto di vista d.deale poteva comprendere l'importanza che annettiamo alla conservazione della nostra lingua non riusciva però a capacitarsi in qual modo avremmo potuto tenerla in

vita in Egitto quando tutto congiurava per farla sparire. Che, a suo modo di vedere, meglio sarebbe per noi di rinunziare volontariamente a tale facoltà piuttosto che insistere senza risultato pratico.

Aggiunse però che egli mi esprimeva soltanto le sue idee ma che la questione sarebbe stata decisa a Londra.

Ho ritenuto opportuno di riferire quanto precede perché ho la ferma convinzione che da parte del Governo anglo-egiziano si farà tutto il possibile per risolvere la questione della lingua giudiziaria nel senso delle idee di Sir William Brunyate che è in questo momento l'arbitro della situazione.

Ove V. E. creda dovere fin d'ora far qualche passo a Londra per prevenire la gran jattura che minaccia la lingua italiana nei futuri Tribuna!,ì Egiziani Le sarò grato se non vorrà accennare alla mia conversazione con il Consigliere Giudiziario perché questi mi ha esplicitamente dichiarato di parlare in via privata ed amichevole pregandomi di non sollevaTe la questione in via ufficiale.

(l) Non pubblicato.

(l) Cfr. serie V, vol. VII, n. 605.

988

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. u. [Roma,] 27 agosto 1917.

Sono sempre convalescente, poiché la situazione e le responsabilità mi vietano di cmare e mi fanno anzi :trascurare i postumi della indisposizione sofferta.

Ricevo or ora la seguente informazione da fonte autoTevolissima. Trascrivo:

Otto giorni fa si sarebbe conclusa a Vienna la pace della Rumenia cogli Imperi centrali.

Condizioni: l) cessione della Dobrugia e della Bessarabia, con riserve per il passaggio, se la Rumenia entra in guerra cogli Imperi centrali; 2) cessione della sola Dobrugia se la Rumenia prefer,isce restare neutrale. Anche in questo caso però assume l'obbligo di fornire cereali e petrolio agli Imperi centrali.

Trascrivo cosi come ricevo. Evidentemente, per la Dobrugia non si deve

dire • cessione •, ma • restituzione •. Ad ogni modo salvo la questione di parole,

la notizia viene da fonte di prim'ordine (1).

989

IL CONSOLE A MOSCA, MAJONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3189. Mosca, 28 agosto 1917, ore 23,25 (per. ore 7,30 del 29).

La conferenza di Mosca aspettata col maggior interesse è incominciata oggi. La classe operaia ritenendola un mezzo per soverchiare i lavoratori, ha dichiarato lo sciopero generale politico, finora pacifico. Il servizio di ordine è rinforzato da cosacchi buoni.

Ho assistito alla conferenza col colonnello Grigo e l'addetto navale. Erano presenti rappresentanze diplomatiche militari alleate ed oltre 2000 rappresentanti delle varie classi della Russia.

Kerensky ha riaffermato gli energici propositi del Governo in politica interna, minacciando rigori estremi contro chicchessia e invocando l'unione dei partiti. Il Governo provvisorio intende mantenere ad ogni costo l'unità della Russia, pur concedendo l'autonomia alle nazionalità. Ha accentuato la supremazia civile sull'autorità militare, forse mirando a Korniloff, la cui posizione si consolida qui con l'appoggio di altri generali, cadetti, industriali.

Ha aggiunto che come la Russia ha respinto una pace separata, così i Governi alleati hanno respinto degnamente la recente proposta del Sommo Pontefice, come non era dubbio. Ciò ha provocato calorosa dimostrazione rappresentanti dei Governi alleati.

Opinioni controverse sul risultato della conferenza; opinione prevalente negativa .Il discorso del presidente del Consiglio viene giudicato vago, troppo nervoso, 'eccessivamente minaccioso. Non è stato applaudito con molto calore.

Personalità dei cadetti, con le quali ho parlato, sono di opinione sfavorevole. Ho telegrafato quanto precede R. ambasciata.

(l) Cfr. la notizia parzialmente diversa riferita dall'ambasciatore di Spagna (n. 976). Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 279-280.

990

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3214/367. Washington, 28 agosto 1917 (per. il 30).

Wilson ha emesso ier,i un decreto inteso a disciplinare le esportazioni dagli Stati Uniti. Decreto è diviso in due parti. La prima riguarda Germania e suoi alleati ed i paesi neutri d'Europa. La seconda i paesi alleati ed ,i neutri fuori d'Europa; nella prima è una lista di articoli che abbraccia tutti o quasi i generi di commercio. Nella seconda è una lista più ristretta che vi riassumo sotto per sommi capi. (Questa seconda lista completa quella annessa al precedente decreto di cui mio telegramma 220). Nessun ar,ticolo, dice il decreto, compreso nelle due suddette potrà essere esportato a partire dal 30 corrente verso nessuno dei paesi a cui le due liste si riferiscono senza permesso del competente ufficio federale e condizionatamente a quella limitazione che appaiono espedienti [sic]. Assieme al decreto è stata resa pubblica una dichiarazione dello stesso Wilson nella quale si spiega che scopo del decreto è non proibire il commercio di esportazione; che il proposito del Governo Stati Uniti è anzi tutto quello di provvedere adeguatamente ai bisogni interni degli Stati Uniti e degli altri paesi in guerra con la Germania; che soddisfatti questi bisogni Governo Stati Uniti è pronto a soddisfare richieste dei neutri sempre che si intenda in modo che non debba derivarne vantaggio al nemico, né legalmente né indirettamente. Decreto odierno dimostra volontà oramai determinata presidente di impedire rifornimenti della Germania e dei suoi alleati e di non permettere perciò neppure che le esportazioni americane vadano a sostituire nei paesi neutri spec,ialmente se limitrofi della Germania le merci che da questi ultimi paesi vengano spedite nei paesi nemici.

Tra le merci della seconda lista figurano i prodotti alimentari vegetali ed animali completi in genere, le fibre tessili, legnami. Spedisco testo del decreto.

991

RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 28 agosto 1917.

Fino a poco tempo fa noi abbiamo liberato prigionieri czeco-slovacchi soltanto su loro domanda -pel tramite Ambasciata di Russia -di arruolamento nell'Esercito Russo.

Nello scorso luglio R. Ambasciatore in Parigi ci ha comunicato una lettera del • Conseil National des Pays Tchèques • in cui si raccomandano le domande che ci sarebbero presentate verbalmente in suo nome dal Signor Benes.

Queste domande sono formulate come segue:

l) desiderio del Comitato che il Governo Italiano non conceda ai prigionieri czechi di andare a combattere in Russia; 2) costituzione di un primo nucleo di esercito czeco che l'Italia riconoscerebbe e farebbe riconoscere dagli Alleati.

Il Ministero della Guerra si è espresso in senso favorevole alla costituzione di reparti czeco-slovacchi.

Il Comando Supremo ha esso pure dato parere favorevole alla costituzione di tali reparti colla limitazione che non sarebbero ammessi a combattere, ma adibiti a compiti speciali ad esempio a lavori.

Il Presidente del Consiglio ha fatto sapere di non avere nulla in contrario all'attuazione di quanto è consentito dal Comando Supremo e dal Ministero della Guerra.

È ora annunziato da Parigi l'imminente arrivo a Roma del Signor Benès il quale viene a chiedere la consegna ufficiale di czechi prigionieri per inquadrarli nelle truppe czeche che vengono organizzate in Francia per combattere.

L'Ufficio, riconoscendo l'opportunità di attrarre verso il nostro paese la simpatia delle popolazioni czeco-slovacche dell'Austria Ungheria, sottopone a

V. E. le seguenti proposte:

a) stabilire, d'accordo colle Autorità Militari, che le misure di benevolenza da prendersi verso i prigionieri czeco-slovacchi in poter nostro, saranno adottate su domande individuali, spontanee, inviate a noi o direttamente o per mezzo del Consiglio Nazionale czeco che il signor Benes dovrebbe esser invitato ad organizzare nel Regno;

b) stabilire, d'accordo colle Autorità militari, l'immediata costituzione dei reparti czeco-slovacchi in Italia, colle limitazioni indicate dal Comando Supremo, ed ammettere che un determinato gruppo di componenti di detti reparti potrà ottenere di arruolarsi nell'esercito nazionale czeco organizzato in Francia dal Conseil National des Pays Tchèques, purché ne faccia domanda individualmente e spontaneamente.

Si prega V. E. di far conoscere se Ella approva.

Si prega pure V. E. di voler far conoscere se Ella approva che, mutatis mutandis, si adottino queste norme anche al riguardo dei prigionieri di nazionalità polacca da noi catturati all'esercito Austro-Ungarico (1).

992

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1158. Roma, 29 agosto 1917, ore 15,45.

R. ministro a Stoccolma telegrafa quanto segue: Telegramma 3181/289 • Ai primi del... carattere insidioso • (2). (Per Parigi e Londra) Gradirò conoscere modo di vedere in proposito di

codesto Governo. Per parte mia ho incaricato R. ambasciatore a Pietrogrado (Per Pietrogrado) Prego V. E. ... (Per tutti) Di attirare attenzione codesto Governo su possibile insidia in

sita nella proposta Governo germanico.

993

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. R. 1163. Roma, 29 agosto 1917, ore 22.

R. ministero Marina comunica avere sommo interesse a soluzione indicata

mio telegramma n. 1101 (3) circa navi ospedale. Prego perciò V. E. adoperarsi nel senso indicatole, riferirmi.

994

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3198/292. Stoccolma, 29 agosto 1917 (per. il 29).

Questo ministro degli Affari Esteri a cui ho chiesto che cosa avesse voluto intendere coll'accenno da lui fatto nel discorso del 22 corrente (mio telegramma n. 283) (4) all'eventuale partecipazione della Svezia al ristabilimento della

pace, mi ha risposto che si tratta « di una frase • che il Governo svedese non pensa a prendere nessuna iniziativa, che soltanto non rifiuterebbe il suo concorso ove, all'infuori di ogni sua azione, si offrisse spontaneamente occasione di poterlo utilmente prestare. Questo ministro degli Affari Esteri ha soggiunto che quella frase non era connessa colla proposta svedese per la conferenza dei neutri alla quale finora non è stata data nessuna risposta.

(l) -Ai paragrafi sub a) e b) fino a • Comando Supremo • Sonnino ha apposto, di suo pugno, l'annotazione • approvo •. Alla seconda parte del programma b) l'annotazione è • non approvo». Le note di cui sopra sono confermate dalla seguente annotazione marginaleall'ultimo capoverso della relazione: • Lo stesso come sopra e con la stessa distinzione •. (2) -Il t. 3181/289 da Stoccolma non si pubblica. In esso si fa riferimento alla propostatedesca di effettuare lo scambio dei prigionieri invalidi austriaci e russi per via di terra, anziché per via di mare (3) -Cfr. n. 894. (4) -T. 3137/283 del 23 agosto da Stoccolma, non pubblicato.
995

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 394. Londra, 29 agosto 1917.

On. Berenini venne cortesemente a vedermi avantier,i. Colloquio... (l) e patriottico deputato mi lasciò gradita impressione. Egli mi assicurò non avrebbe mancato di difendere nostre rivendicazioni nazionali, pronto anche a ritirarsi se esse fossero state contestate.

Berenini mi promise pure di ritornare, prima di partire, per ragguagliarmi sui risultati conferenza, la quale però, da quanto si può rilevare dai giornali odierni, non sembra sia giunta a qualsiasi pratica conclusione per mancanza di accordi.

Che io sappia i rappresentanti del partito socialista ufficiale non sono giunti.

996

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 3507/1157. Parigi, 29 agosto 1917.

Con riferimento ai miei telegrammi gabinetto n. 248 (2), 253 (3) e 254 (4} del 24, del 27 e del 28 corrente, ho l'onore di inviare qui acclusa copia della nota rimessami in data del 22 corrente dal Signor Ribot circa le trattative che ebbero luogo a Saint Jean de Maurienne e dopo per l'Asia Minore.

Qualora V. E. desideri che sia inviato a cotesto R. Ministero l'originale La prego avvertirmene e non mancherò di spedirlo col prossimo corriere.

ALLEGATO.

RIBOT A SALVAGO RAGGI

Parigi, 22 agosto 1917.

Par une lettre en date du 21 de ce mois, V.E. a bien voulu me communiquer, avec une carte jointe, le texte du memorandum ci-après reproduisant les résultats

des conversations tenues entre les Gouvernements de France, de Grande-Bretagne et d'Italie à Saint Jean de Maurienne et dans les conférences ultérieures rélativement à l'Asie Mineure (1).

Pour répondre au désir exprimé par V.E. je m'empresse de Lui faire connaitre que je suis d'accord avec S.E. le Baron Sonnino sur les termes du dit memorandum qui devra rester secret (2).

N.B. È annessa alla presente nota la carta dell'Asia Minore identica a quella inviata dalla Regia Ambasciata al Ministero francese degli Affari Esteri.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr.· n. 945. (3) -Cfr. n. 981. (4) -Non pubblicato.
997

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. [Roma], 29 agosto 1917.

Ricevo, dalla stessa fonte, e trascrivo:

Notizie di ieri (27), recano che i partiti politici della Germania sono tutti d'accordo di ammettere i criterH della nota pontificia come basi della pace. Viceversa, però, in alto si fa un'assoluta e inflessibile riserva quanto al distacco della Polonia prussiana. Si è disposti a concedere larghe autonomie, speciali favori, ma disunione mai. E si porta ad esempio i rapporti .tra la Gran Bretagna e l'Irlanda (3).

998

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1165. Roma, 30 agosto 1917, ore 16.

Il R. ministro a Pechino m'informa il suo coUega britannico aver fatto a quel Governo la proposta concreta di acquisto di navi nemiche colà sequestrate. Le trattative parrebbero condotte per conto di codesto comitato inter-alleato e prometterebbero favorevole esito. Prego riferirmi tenendo presente i nostri interessi di ristabilire comunicazioni dirette od almeno con trasbordo tra Italia e Cina, ora sospese in seguito alla soppressione della Glen Line.

999

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2340/256. Parigi, 30 agosto 1917, ore 14,50 (per. ore 18,20).

Mio telegramma gabinetto n. 244 (4).

Ribot mi ha detto che malgrado affidamento dato a questo Governo, il presidente Wilson ha mandato la risposta al Pontefice senza comunicarla al Governo francese. Confidenzialmente mi ha aggiunto che crede che Wilson abbia agito da sé senza consultare Lansing che ne sarebbe rimasto contrariato.

R. -rr. 3661/897 del 18 agosto. Cfr. n. 897.
(l) -Segue il testo francese identico a quello comunicato dal marchese Imperiali con (2) -Cfr. Aufteilung der asiatischen Tiirkei, doc. 331. (3) -Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., p. 281.

(4) Cfr. n. 930.

1000

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2343/31. Parigi, 30 agosto 1917, ore 14,30 (per. ore 18,30).

Governo montenegrino avendo comunicato al Governo degl,i Stati Uniti per mezzo del suo ambasciator~ a Parigi la sua intenzione di istituire una legazione a Washington e chiesto il gradimento per il signor Plerones ne ha ricevuto risposta che il Governo degli Stati Uniti avrebbe preso in esame la questione. Il Re Nicola e il presidente del Consiglio dei Ministri temono che siano già in opera a Washington influenze contrarie e perciò sarebbero grati a V. E. se volesse dare istruzioni al nostro ambasciatore a Washington di appoggiare presso quel Governo la domanda montenegrina.

100l.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1444. Roma, 30 agosto 1917, ore 21.

Giers mi riferiva le impressioni telegrafategli da Terescenko riguardo alla nota papale.

Riguardo alle idee sulle garanzie da far seguire a una pace, cioè del disarmo generale e della lega per l'arbitrato obbligatorio, esse sono accettabili ma a condizione che vengano accettate anche dai nemici.

Tutto ciò si fonda sul presupposto di raggiungere una soluzione equa al presente conflitto e una situazione politica e territoriale che sia bene accetta alle popolazioni nella misura del possibile, ma da questo punto di vista le condizioni come messe innanzi dal Papa presentano serie obiezioni.

Terescenko fa osservare che il taglio di tutte le proposte papali è interamente diretto contro la Russia. Ciò dà luogo a supporre che l'atto gli sia stato ispirato dai nemici, e fondato sul proposito di scuotere l'unione degli alleati. Solo ~a falsa idea della debolezza della Russia può spiegare ciò.

Pel fronte orientale non si parla affatto di evacuazione dei territori occupati. Ciò esclude ogni possibilità di sistemazioni eque.

(A questo punto io ho osservato che la proposizione del Papa riguardo alla evacuazione di territori occupati era fatta in via generale, e poteva quindi abbracciare anche le occupazioni a carico della Russia).

Riguardo all'invocato rispetto delle aspirazioni delle popolazioni, non vi è modo di trarne alcun criterio positivo, non essendo po·ssibile di sincerarsi della volontà popolare durante l'occupazione nemica.

L'entrare in trattative di pace renderebbe possibile alla Germania di mascherare sotto la parvenza di rispetto alla volontà popolare le annessioni territoriali le più assolute. Ciò investe tanto le provincie balcaniche come i territorii

della Polonia.

Durante l'occupazione tedesca ogni creazione di una Polonia indipendente,

intera e vitale non è possibile. La creazione di un tale Stato è una delle garanzie

più sicure della pace durevole nell'Europa futura. Per l'Armenia, dopo le cru

deltà inaudite commessevi dai turchi, non si capisce come si possa risolvere

la questione fuorché con la liberazione completa di quelle regioni dal giogo

ottomano. Astenendosi dai dettagli di pace che riguardino le potenze occiden

tali, e su cui sta ad esse di pronunciarsi, Terescenko tiene a rilevare che la

soluzione come proposta dal Vaticano per la questione dell'indennità per i danni

della guerra è tutta intesa a profitto della Germania e a spese degli alleati. La

soppressione delle mutue indennità elimina ogni questione della responsabilità

per la guerra, e mette in situazione vantaggiosa la Germania, il cui territorio

non è stato toccato dalla guerra, di fronte agli alleati che hanno più sofferto

dell'invasione straniera.

È mai possibile che il rifiuto di ogni indennità debba ricoprire anche tutte

le azioni barbare che sono state commesse? e la levata delle contribuzioni siste

matiche a carico delle popolazioni delle località occupate? e il sequestro di tutti

capitali delle banche?

(Il telegramma di Terescenko restava qui interrotto) (1).

1002

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, E AL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO (2)

T. 11822. Roma, 30 agosto 1917, ore 23.

(Per Presidente del Consiglio) Con riferimento al telegramma di V. E.

n. 19.4.3.7 del 24 corrente (3) mi pregio comunicare il seguente telegramma

che in data di oggi spedisco al ministero della Guerra:

(Per Ministero Guerra) Suo telegramma n. 8332 G. del 14 luglio u.s. (4).

(Per tutti) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa di essere stato informato che la sera del 25 corrente è partito per Roma il Signor Benès del comitato czeco. Essendogli stato annunziato prossimo l'arrivo in Francia di un nuovo scaglione di truppe czeche, il Signor Benès verrebbe a chiedere al Governo italiano la consegna ufficiale dei czechi prigionieri dei quali ha urgente bisogno per inquadrarli nelle truppe attese. Allo scopo di attrarre verso il nostro paese "le simpatie delle popolazioni czeco-slovacche dell'Austria-Ungheria, proporrei di stabilire, in base al parere già espresso da V. E. e dal Comando Supremo, e

alla approvazione di massima avuta da S. E. il Presidente del Consiglio:

l) che le misure di benevolenza da prendersi verso i prigionieri czecoslovacchi in poter nostro siano adottate su domande individuali, spontanee ri

volte al R. Governo o direttamente o per mezzo di un Comitato Nazionale czeco-slovacco, che il Signor Benès dovrebbe essere invitato ad organizzare nel Regno;

2) che siano immediatamente costituiti reparti czeco-slovacchi in Italia con le limitazioni indicate dal Comando Supremo, escludendo cioè che possano essere impiegati in combattimenti e che possano essere arruolati nell'esercito naz,ionale czeco organizzato in Francia.

Se V. E., sentito il parere del Comando Supremo, concorda in queste mie proposte, la prego di voler senz'altro provvedere alla loro attuazione tanto nei riguardi della liberazione dei prigionieri czechi e della formazione dei reparti czechi nel R. esercito, quanto nei riguardi delle comunicazioni da farsi al Signor Benès, nel caso che egli si presentasse a codesto Ministero.

Gradirò un cortese cenno di assicurazione in proposito.

(l) -Ed. in SoNNINo, Diario, vol. III sub 30 agosto, pp. 184-185; cfr. anche n. 1012 del 31 agosto. (2) -Fu trasmesso per conoscenza anche al Comando Supremo. (3) -Cfr. n. 940. (4) -Cfr. n. 641.
1003

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1167. Roma, 30 agosto 1917, ore 23.

Rapporto di V. E. n. 355 (1).

Ministero Colonie pure apprezzando lealtà sincerità Wingate osserva modus procedendi da lui escogitato (darci comunicazione corrispondenza con Idris Es Senussi) pericoloso, primo perché alimenta sogno Idris crearsi potere politico trattando da potenza a potenza, secondo perché conoscendo noi corrispondenza quando già scambiata potremmo trovarci innanzi fatti compiuti cui verificarsi avremmo impedito se conosciutili in precedenza.

Ministero Colonie insiste quindi idea che corrispondenza tra autorità angloegiziane e Idris passi tramite Governo Cirenaica.

Essendo però questione in corso trattazione tra ministero Colonie e ambasciatore britannico, V. S. si astenga fare ulteriori comunicazioni aLto commissario in attesa definizione questione.

Frattanto continueremo sistema ricevere copia corrispondenza tra autorità

anglo-egiziane e Idris.

1004

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 355. Pietrogrado, 30 agosto 1917.

Terescenko mi ha confermato che il passo del discorso di Kerensky relativo alla pace separata va inteso nel senso che gli alleati hanno mostrato la loro perfetta e costante unione sia quando la Russia respinse la proposta di pace

separata (sempre inspirata dagli Imperi Centrali) fatta per mezzo di Grimm, sia quando gli alleati di occidente respinsero quelli compiuti dal Papa. Kerensky ha considerato la proposta del Papa come diretta a pace separata perché nella nota pontificia è oggetto di una menzione della Russia.

Testimonio auricolare mi ha assicurato che Kerensky ha qualificato di • vergognose ,, le proposte pontificie. L'epiteto, nel resoconto, fu poi soppresso (l).

(l) Non pubblicato.

1005

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 392. Jassy, 30 agosto 1917.

Bratiano di ritorno dalla fronte ha convocato stasera i ministri d'Italia, Francia e Russia ai qua1i ha esposto quanto segue: la situazione è gravissima e prelude allo schiacciamento della Romania se non si provvede d'urgenza: l) al ristabilimento dell'energia bellica delle truppe russe e specialmente della fanteria che, per mancanza di ufficiali di carriera e per altre ovvie rag,ioni, si ritira in disordine non appena attaccata; 2) al vettovagliamento delle truppe romene e russe, le quali ultime qui vivono sul paese.

Bratiano ha chiesto inoltre: l) che Francia Inghilterra ed America provvedano d'urgenza alla situazione finanziaDia, governo romeno avendo esaurito tutti i cl'editi e le risorse di cui disponeva; 2) che venga autorizzato il passaggio in Francia dei romeni agiati che sono costr,etti lasciare il paese e che non possono restare in Russia sia per caro prezzo della vita sia per le difficoltà della lingua in relazione anche all'educazione dei loro figli.

Quanto precede sarà oggetto di un telegramma identico dei quattro ministri (2).

1006

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 54. Le Havre, 30 agosto 1917.

Parlando della nota pontificia il ministro degli Affari Esteri mi ha confermato che è realmente intenzione del Papa che la Germania indennizzi il Belgio dei danni sofferti. Questo risulta non solo dal linguaggio del cardinale segretario di Stato col rappresentante belga presso il Vaticano (mio tel. n. 51) (3), ma anche da altra fonte recentissima che il ministro degli Affari Esteri non mi ha rivelato. Egli ha aggiunto che la Germania è perfettamente informata e sarebbe disposta a pagare. Ciò secondo il ministro dà novella prova della necessità in cui travasi il Governo imperlale di affrettare la pace. Il Governo belga

ha concluso il ministro non accetterà mai proposta di pace avendo legato la sua sorte a quella dell'Intesa e fino a quando le aspirazioni segnatamente dell'Italia e della Francia non saranno state soddisfatte (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Washington con t. gab. 1464 del 2 settembre. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e al Comando Supremo, con t. gab. 1470 del 4 settembre. (3) -Cfr. n. 868.
1007

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3241/GAB. 395. Londra, 30 agosto 1917, ore 11,16 (per. ore 20 del 31).

Impressioni qui provocate da conferenza Pietrogrado non sono confortanti. Odo già esprimere apprezzamenti di alquanta disillusione circa Kerensky, nell'animo del quale, osservava ieri persona autorevole, sembrerebbe dottrinarismo rivoluzionario inclini a prendere sopravvento su dovere patriottico di salvare la nazione seriamente, ·a qualunque costo ristabilendo disciplina esercito. Ad assolvere tale compiti mi si diceva potrebbe al momento presente essere meglio indicato Kornilov se non gli tirano addosso. Ho raccolto pure apprezzamenti severissimi sulla condotta davvero indegna della Russia imperiale e rivoluzionaria a riguardo della Romania.

1008

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3224/GAB. 257. Parigi, 30 agosto 1917 (per. il 31).

Cambon mi ha detto che il Governo britannico ha chiesto al Governo francese di dave istruzioni all'ambasciatore· di Francia a Pietrogrado di unirsi alla ambasciata d'Inghilterra per far considerare al Governo russo le gravi conseguenze che potrebbero avere gli accordi che il Governo russo starebbe trattando coi Governi austriaco e germanico per la restituzione dei prigionieri del primo anno di guerra. Probabilmente il Governo russo invocherà la circostanza di analoghi accordi di Inghilterra e Francia con Germania, ma il Governo francese fa considerare il piccolo numero di prigionieri tedeschi che sarebbero resi dalla Francia e dall'Inghilterra, mentre la Russia restituirebbe circa un milione di uomini.

Cambon mi chiese di riferire quanto precede a V. E., esprimendo la speranza che l'ambasciatore d'Italia a Pietrogrado agisca nello stesso senso dei suoi colleghi d'Inghilterra e Francia. Osservai che V. E., con suo telegramma 926 del 12 luglio (2), mi aveva incaricato di parlare nello stesso senso e fare considerare il pericolo che con l'accordo franco-germanico si creava un precedente che la Russia invocherebbe. Cambon ne convenne, ma mi disse che fino ad

ora la Francia nulla ha stipulato con la Germania e che soltanto considerazioni umanitarie la indurrebbero a concludere, d'altra parte però questo Governo è ancora poco ben disposto.

(l) -Ritrasmesso a Londra, PariE(i e Pietrogrado con t. gab. 1446. (2) -Non pubblicato.
1009

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2087l 428. Bulkeley, 30 agosto 1917.

Col mio rapporto del 9 corrente n. 1931/386 (l) avevo rifedto a V. E. la smentita data indirettamente dall'Agenzia di Francia alla notizia telegrafica pervenuta da Parigi al giornale Al Mokattam secondo la quale il Signor Ribot, nelle sue dichiarazioni alla Camera, avrebbe respinto ogni idea di conquista da parte della Francia in Soria ed altrove.

Il giornale Al Mokattam tornando nuovamente su questo stesso argomento, ha pubblicato, nel suo numero del 21 corrente, sotto il titolo • Francia e Soria • un articolo che merita di essere segnalato, dato specialmente il carattere del giornale che è considerato l'organo ufficioso dell'Alto Commissariato brHannico.

Dopo aver riprodotto integralmente il testo della affermazione del DoHor Michaelis e della risposta del Signor Ribot, il giornale Al Mokattam ammette che in questa risposta non si è fatto il nome della Soria. Ciò non pertanto, siccome da una parte il Dott. Michaelis ha affermato che la Francia mirava alla conquista della Soria ed il Signor Ribot, d'altra parte ha negato ogni idea di conquista, dichiarando che la Francia vuole soltanto la restituzione dell'Alsazia e Lorena, Al Mokattam chiede ai suoi lettori imparziali cosa si deduce dalla dichiarazione del Signor Ribot e se non sia evidente che egli abbia inteso escludere ogni progetto di conquista della Soria.

Volere quindi tentare di dare alle parole ed al pensiero del Presidente del Consiglio francese, così conclude l'articolo del Al Mokattam, un significato diverso, si verrebbe a togliere ogni valore alla smentita categorica che egli volle dare al Cancelliere Tedesco; anzi si verrebbe alla conclusione che egli ha ammesso tacitamente l'imputazione di progetti di conquista in Soria e altrove.

Il Journal du Caire non ha risposto a questo articolo, per quanto Al Mokattam l'abbia invitato a pubblicare anch'esso il testo delle affermaz.ioni del Dott. Michaelis e quello delle dichiarazioni del Signor Ribot onde mettere in grado i suoi lettori francesi di esprimere il loro giudizio.

Continuando però nella sua propaganda francese fra i soriani d'Egitto, il Journal du Caire ha pubblicato recentemente sotto il titolo • Les Syriens du Brésil • l'articolo che ho l'onore di trasmettere qui accluso (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Non rinvenuto.
1010

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1172. Roma, 31 agosto 1917, ore 16.

Essad pascià è partito il 30 agosto sera da Corfù per Gallipoli donde proseguirà subito per la Francia. Secondo egli dichiara unico scopo suo viaggio costà è sottoporsi operazione cataratta. Viaggiano con lui due albanesi e quattro francesi, dei quali uno è console di Francia Krajewski, che dice accompagnare Essad a titolo amico e per fargli da interprete.

Quanto precede per opportuna notizia dell'E. V. e con preghiera riferire a questo ministero circa soggiorno Essad in Francia.

1011

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1448. Roma, 31 agosto 1917, ore 20.

(Solo Comando Supremo) Telegramma di V. E. n. 18000 (1). (Meno Comando Supremo) Mio telegramma n. 1414 (2). Comando Supremo telegrafa a_uanto segue: « Nulla in contrario... ecc. (come nel telegramma

n. 14680/18000) », (Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue: (Per tutti) Desidero che non vi sia e che non apparisca alcuna tergiver

sazione da parte nostra per il mantenimento degli obblighi assunti circa lo sgombero dell'Epiro. Nuvolari telegrafa che i senegalesi hanno sgombrato Ponte Rizani. Occorre procedere noi pure a sgomberi ed averli tutti eseguiti, contemporaneamente ai francesi, possibilmente prima di una data fissa che potrebbe essere il 10 settembre. Voglia intendersi con Venizelos interessandolo, se occorre, a sollecitare Sarrail e Governo francese. Telegrafi direttamente al generale Ferrera e mi tenga costantemente al corrente di giorno in giorno dei passi che ella farà a questo scopo per completa esecuzione di queste disposizioni.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Non pubblicato.
1012

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1447. Roma, 31 agosto 1917, ore 21.

Seguito mio telegramma gabinetto n. 1444 del 31 agosto (1). Giers mi ha rimesso il sunto della chiusa del telegramma di Terescenko che è del seguente tenore:

« Il consenso degli alleati d'intraprendere delle conversazioni sulle basi della proposta del Papa avrebbe, a nostro avviso, per risultato d'accordare largamente alla Germania la possibilità di realizzare le annessioni e le contribuzioni che essa desidererebbe e di mettere sotto il suo giogo le altre nazionalità. La Germania sarebbe sortita dal conflitto rinforzata a tal punto che avrebbe potuto più facilmente stabilire la propria egemonia politica ed economica sopra tutta l'Europa in modo più stabile che non fosse prima della guerra malgrado tutte le garanzie formali che si fossero stipulate. La Russia che continua a fare sacrifici .incalcolabili, animata dallo slancio rivoluzionario verso una libertà duratura tanto per se stessa che per gli altri popoli, non potrebbe accettare delle proposte ostensibilmente contrarie ai principii per i quali essa lotta. Il popolo russo è fermamente deciso a condurre la guerra liberatrice fino alla vittoria assolutamente .indispensabile a tutte le democrazie, vittoria sopra l'autocrazia e l'imperialismo ».

Ho risposto a Giers che persistevo nel ritenere che convenisse prendere tempo prima di decidere nulla sulla risposta da darsi dagli alleati alla nota papale. Che per ora bastava la risposta di Wilson, sulla quale si poteva spaziare la discussione pubblica. Se poi decidessimo di rispondere, la mia impressione era che valesse meglio fare risposte separate degli alleati, pur comunicandosele preventivamente per ottener una comune intonazione generale. Con questo metodo riusciva più facile far risultare le singole deficienz·e della proposta del Papa; mentre una risposta collettiva avrebbe dovuto abbracciare troppe questioni diverse, il che non sarebbe opportuno e potrebbe riuscire pericoloso.

Ho profittato dell'occasione per far rilevare come il Governo russo avesse eguale interesse all'Italia a mettere in maggiore vista anche l'Austria-Ungheria, quando si parlava del campo nemico; e che ciò faceva finora troppo poco nelle sue manifestazioni ufficiali, dove si batteva quasi esclusivamente sulla Germania.

(l) Cfr. n. 1001.

1013

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1451/845. Roma, 31 agosto 1917, ore 21.

Rodd mi comunicava che Balfour si chiedeva se la risposta di Wilson al Papa non esonerasse in certo modo gli alleati dal rispondere ulteriormente.

Ho risposto che ritenevo non si potesse ogg,i prendere una decisione definitiva in proposito; che per ora conveniva agire come se non si intendesse fare altra risposta; riservandosi però ove le circostanze consigliassero di agire altrimenti di comunicarsi tra alleati qualunque mutamento di avviso, ed eventualmente di consultarsi insieme sul tono della risposta. Ripetei quanto avevo detto a Giers riguardo alla nota di Terestchenko (mio telegramma gab. n. 1447) (1). Intanto ritenevo che fosse cosa utilissima che la risposta di Wilson fosse avvenuta, e che su quella si sfogasse la polemica del pubblico (2).

1014

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3236/269. San Sebastiano, 31 agosto 1917, ore 14 (per. ore 22).

Telegramma di V. E. n. 1163 riservato (3). Appena ricevuto telegramma di V. E. n. 1101 (4), mi sono rivolto segretario particolare Re di Spagna per esprimergli desiderio R. Governo.

Signor Torres mi assicurò che ne avrebbe informato Re Alfonso e ieri è venuto dirmi che in principio S. M. il Re accetta volentieri occuparsi della cosa e mi chiede pormi in proposito in corrispondenza con ministro di Stato.

Lo farò oggi stesso per ora a solo titolo ufficioso.

Da quanto mi ha detto Torres rilevo che Re Alfonso vedrebbe con piacere che la nostra domanda gli fosse presentata anche come desiderio personale nostro Augusto Sovrano, come pare abbia fatto Re d'Inghilterra.

Ciò potendo giovare, V. E. giudicherà se sia il caso prendere a tale proposito ordini S. M. il Re; a quanto mi risulta intesa fu presa solo con la Germania.

Prego telegrafarmi se V. E. desidera che per quanto ci riguarda venga promossa anche con l'Austria-Ungheria.

(l) Cfr. n. 1012.

(2) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 188.

(3) -Cfr. n. 993. (4) -Cfr. n. 894.
1015

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1449. Roma, 31 agosto 1917, ore 24.

Ho diretto il 29 corrente il seguente telegramma al R. ambasciatore a Parigi: • Come è noto a V. E. la visita di S. M. il Re .in Francia si svolgerebbe fra il 12 ed il 15. Il presidente del Consiglio intenderebbe accompagnare nella visita Sua Maestà e non potrebbe quindi partecipare alla conferenza dei presidenti dei Consigli indetta per quei giorni a Parigi, né potremmo egli ed io assentarci contemporaneamente dal Regno. Prego V. E. telegrafarmi se data di quest'ultima sia stata definitivamente stabilita e quale sia suo programma. Se come suppongo non vi sono da trattare questioni urgenti noi desidereremmo che conferenza venisse rimandata •.

Barrère mi ha detto oggi che Governo francese non ha difficoltà al rinvio se Governo inglese consente. Prego V. E. appoggiare nostra richiesta presso codesto Governo.

1016

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2348/55. Le Havre, 31 agosto 1917, ore 19,25 (per. ore 1,35 dell' 1 settembre).

Balfour ha fatto comunicare che non pensa dover rispondere ulteriormente alla nota pontificia in considerazione soprattutto alla risposta data da Wilson ed ha chiesto se il Governo belga aderisce a tale idea. Il ministro degli Affari Esteri ·essendo assente, il mio collega inglese non potrà ricevere pronta risposta che si prevede favorevole secondo il linguaggio che il segretario generale fa supporre. Il Belgio e la Gran Bretagna nella circostanza si trovano nelle stesse condizioni entrambi avendo accusato ricevuta alla nota del Papa.

1017

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. uu. s. 2353/392. Londra, 31 agosto 1917, ore 22,40 (per. ore 13,35 dell' 1 settembre).

Oggi nell'uscire dal Foreign Office ho incontrato Lloyd George sul punto di ripartire per la campagna. Egli mi ha, colla solita esuberante cordialità, felicitato per i successi • brillantissimi • riportati dalle gloriose nostre truppe. Mi ha detto poi avergli Rodd telegrafato avantieri rappresentando instantemente l'opportunità di inviare subito alla nostra fronte adeguata quantità di artiglieria per permettere al generale Cadorna di intensificare i successi già ottenuti. A Rodd Lloyd George ha replicato essere egli disposto ad entrare in tale ordine di idee se il generale Cadorna ritiene possibile di raggiungere qualche risultato di primaria importanza, • a really big result ». In caso contrario gli parrebbe inutile spostare al presente momento le artiglierie dalla fronte occidentale. Lloyd George ha aggiunto che attendeva con grande impazienza la risposta di Rodd.

Avendo io annunziato la mia prossima partenza e chiesto se desiderava vedermi prima, mi ha pregato andarlo a trovare lunedì o martedì. Informo di ciò V. E. per il caso che ella abbia qualche speciale comunicazione da far giungere al primo ministro.

1018

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3264/904. Pietrogrado, 31 agosto 1917 (per. il 2 settembre).

Assemblea nazionale di Mosca chiusasi l'altra notte, pur senza mutare sostanzialmente situazione, ha però servito a dimostrare che la grande maggioranza del ministero è penetrata dalla necessità di un Governo di coalizione e

abbastanza forte per mant,enere l'ordine e ricostituire l'esercito. Circa i mezzi

per raggiungere tali scopi si sono però accentuate insanabili divergenze che

separano i partiti borghesi dai socialisti. A mio avviso il punto più importante

è che in questa occasione varie frazioni borghesi aggruppatesi intorno ai cadetti

siansi per la prima volta presentate in unione compatta e abbiano posto in

evidenza la loro forza numerica e morale. Come già lo menzionai, esse costi

tuirono la metà dei convenuti, fornirono una serie di ottimi oratori personalità

conosciute, ebbero il pieno appoggio dei rappresentanti di tutti i cosacchi ed

ebbero consenzienti le maggiori autorità militari come Alexeiev, Karedin e

innanzi tutto Kornilov, l'uomo del giorno. Apparve insomma come un organismo

vitale ed esercitante fin d'ora considerevole peso ancora impari ad affrontare

situazione.

Quanto alla stabilità delle conclusioni della conferenza di Pietrogrado

debbo anzi fare riserve stante le notizie che espongo a V. E. in separato tele

gramma.

<
APPENDICI

25 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VIII

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO

(Situazione al 1o settembre 1917)

ARGENTINA

Buenos Aires -CoBIANCHI Vittore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CERRUTI Vittorio, primo segretario; VINCI Adolfo, addetto commerciale.

BELGIO

Bruxelles -CARIGNANI, dei duchi di Novoli, Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE RisErs, dei baroni di Crecchio, Mario, primo segretario (la legazione risiede temporaneamente a Le Havre).

BOLIVIA

La Paz -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE

Rio de Janeiro -MERCATELLI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; RoGADEo Giovanni, segretario; CHIAROMONTE Tommaso, addetto commerciale.

CILE

Santiago -Dr MoNTAGLIARI marchese Paolo, inviato s!raordinario e ministro plenipotenziario.

CINA

Pechino -ALIOTTI, dei baroni, Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VARÈ Daniele, segretario; BENSA Maurizio, interprete; ALLIEVI, tenente co[onnello, addetto milital'e (residente a Tokio).

COLOMBIA

Bogotà -DURAND DE LA PENNE, marchese Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

COSTARICA

S. José de Costa-Rica -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

CUBA

Avana -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro pl,enipotenziario.

DANIMARCA

Copenaghen -SACERDOTI Vittorio, conte di Carrobio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; WEIL SCHOTT Leone, consigliere.

EGITTO

Cairo -NEGROTTo CAMBIASO, dei marchesi, Lazzaro, agente diplomatico e console generale; TosTI, dei duchi di Valminuta, conte Mauro, segretario; BuRGARELLA Salvatore, interprete.

ETIOPIA

A.ddis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO conte Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CoRA Giuliano, segretario.

FRANCIA

Parigi -SALVAGO RAGGI marchese Giuseppe, ambasciatore; RusPOLI Mario, principe di Poggio Suasa, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MEDICI, dei marchesi del Vascello, Giuseppe, consigtliere; GuARIGLIA Raffaele, segretario; BoscARELLI Raffaele, segretario; DE STEFANI Pietro, segretario; ZACCONE Vittorio, tenente colonnello, addetto militare; RoTA Ettore, capitano di fregata, addetto navale; SABINI conte Candido, delegato com

merciale.

GIAPPONE

Tokio -CusANI CONFALONIERI marchese Luigi Gerolamo, ambasciatore; MINIscHALCHI ERIZzo conte Francesco, consiglieve; GAsco Alfonso, interprete; ALLIEVI, tenente colonnello, addetto militare.

GRAN BRETAGNA

Londra -IMPERIALI DI FRANCAVILLA marchese Guglielmo, ambasciatore; BORGHESE, dei principi, Livio, consigliere; DURINI DI MONZA conte Ercole, primo segretario; PREZIOSI Gabriele, segretario; BALSAMO Giovanni, segretario; LANZA BRANCIFORTI Giuseppe, principe di Scordia, segretario; TROMBETTI Achille, segretario; BERTELÈ Tommaso, segretario; REY DI VILLAREY conte Carlo, capitano di corvetta, addetto navale.

GRECIA

Atene -DE BosoARI conte Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; NANI MocENIGo conte Ludovico, segretario; DIANA, dei marchesi, Pasquale, segretario; DE MARTINO Giuseppe, addetto commerciale.

GUATEMALA

Guatemala -NoTAR! Giosuè, inviato straordinario ,e ministro plenipotenziario.

HAITI

Haiti -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente ad Avana).

HONDURAS

Tegucigalpa -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

MAROCCO

Tangeri -LAGO Mario, agente diplomatico e console generale.

MESSICO

Messico -MARTIN FRANKLIN Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CANTONI MARCA Antonio, segretario.

MONTENEGRO Cettigne -RoMANO AVEZZANA barone Camillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Parigi).

NICARAGUA

Managua -NoTAR! Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

NORVEGIA

Cristiania -MONTAGNA Giulio Cesare, invia<to straordinario e ministro plenipotenziario; Rosso Augusto, segretario.

PAESI BASSI

L'Aja -SALLIER DE LA TouR Giuseppe, duca di Calvello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GuARNERI Andrea, segretario; DI GIURA Giovanni, segretario.

PANAMA

Panama -RAGUZZI Carlo, incaricato d'affari.

PARAGUAY

Assunzione -Rossr Adolfo, ministro r·esidente.

PERSIA Teheran -ARRIVABENE VALENTI GONZAGA conte Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Dr MONTEFORTE conte Giuliano, interprete.

PERU'

Lima -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PORTOGALLO

Lisbona -SERRA Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GAZZERA Giuseppe, segretario; SANNAZZARO Giuseppe, addetto militare (residente a Madrid).

ROMANIA

Bucarest -FAsciOTTI barone Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; AuRrTr Giacinto, segretario; CAFIERO Ugo, segretario; FERIGO L., tenente colonnello, addetto militare; SrBrLIA Donato, delegato commerciale (la legazione risiede temporaneamente a Jassy).

RUSSIA

Pietrogrado -CARLOTTI Andrea, marchese di Riparbella, ambasciatore; CATALANI Giuseppe, consigliere; TALIANI Francesco, segretario; GuAZZONE Pietro Alfredo, segretario; REPOLE E., maggiore, addetto militare.

SALVADOR

S. Salvador -NOTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

S. DOMINGO

S. Domingo -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (vesidente ad Avana).

SERBIA

Belgrado -SFORZA, dei conti, Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SERRA Michele, addetto militare; DE SARNO SAN GIORGIO Dionisio, segretario interprete (la legazione risiede temporaneamente a Corfù).

SIAM

Bangkok -MANACORDA Aroldo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Bovo Goffredo, interprete.

SPAGNA

Madrid -BoNIN LONGARE conte Lelio, ambasciator·e; VIGANOTTI GIUSTI Gianfranco, consigliere; MACARIO Nicola, segretario; SAPUPPO Giuseppe, segretario; MONTAGNINI, dei conti, Carlo, segretario; SANNAZZARO Giuseppe, addetto milital"e.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -MACCHI, dei conti di Cellere, Vincenzo, ambasciatore; BRAMBILLA Giuseppe, consigliere; ARONE, dei baroni di Valentino, Pietro, segretario; GEISSER CELESIA DI VEGLIASCO, Andrea, segretario; CECCATO Giovan Battista, addetto militare.

SVEZIA

Stoccolma -TOMMASINI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MARIANI Alessandro, segretario.

SVIZZERA

Berna -PAULUCCI DE' CALBOLI conte Raniero, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DURAzzo marchese Carlo, consigliere; CoMPANS DI BRrCHANTEAU marchese Alessandro, consigliere; DE PARENTE Paolo Girolamo, segretario; BARONE Russo Giacomo, addetto; LABRIOLA Alberto, addetto commercia!le; MoRIONDI, addetto commerciale; CALIMANI Felice, addetto speciale per l'emigrazione (residente a Lucerna).

URUGUAY

Montevideo -MAESTRI MOLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

VENEZUELA

Caracas -ScELSI Lionello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione al l o agosto 191 7)

MINISTRO

SONNINO barone Sidney, deputato al Parlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

BORSARELLI DI RIFREDDO marchese Luigi, deputato al Parlamento.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affari confidenziali -C01-rispondenza riservata e particolare del Ministro -Ricerche e studi in relazione al lavoro del Ministro -Rapporti cona stampa e le agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col corpo diplomatico -Udienze -Tribuna diplomatica.

Capo Gabinetto: ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi, conte di Viano, consigliere di legazione di la classe.

Segretari: BIANCHERI CHIAPPORI Augusto, segretario di legazione di la classe; BARBARO conte Francesco, segretario di legazione di l• classe; DE LIETo Casimiro, segretario di legazione di 3a classe.

GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del SottosegretaTio di Stato -Ricerche e studi in rapporto aZ ZavoTo del SottosegretaTio di Stato -Relazioni del Sottosegretario di Stato col Pariamento e col corpo diplomatico -Udienze.

Capo Gabinetto: DANEO Giulio, segretario di legazione di l a classe. Segre,tari: TORNIELLI DI CRESTVOLANT, dei conti, Carlo Cesare, vice console di la classe; RoCHIRA Ubaldo, vice console di 2a classe.

SEGRETARIO GENERALE

DE MARTINO Giacomo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

UFFICI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL SEGRETARIO GENERALE

DIVISIONE I

RAGIONERIA ED ECONOMATO

Capo divisione: CALVARI Lodovico, direttore capo di ragioneria.

SEZIONE I

Bilanci e contabilità -Bilancio di previsione -Conto consuntivo -Revisione di contabilità attiva dei regi agenti all'estero -Liquidazione delle spese degli uffici all'este1·o -Competenze mensili dei funzionm·i e del personale di servizio.

Capo sezione: BONAMrco eesare, ispettore di ragioneria. Primi ragionieri: CASONI Enrico; DE SANTIS Paolo. Ragionieri: Bossi Mario; CERACCHI Giuseppe; BoNTEMPS Aldo.

SEZIONE II

Scritture -Conto corrente col Tesoro dello Stato -Conti correnti coi regi agenti all'estero.

Capo sezione: FANO Alberto. Primi ragionieri: LIVINALI Alessandro; CASONI Giovanni; AGOSTEO Cesare. Ragionieri: NOBILI VITELLESCHI, dei marchesi, Pietro; BOLLATI Attilio.

SEZIONE III

Tariffe consolari -Palazzi demaniali all'estero, arredamenti -Inventario dei mobili di proprietà dell'erario all'estero -Proposte per l'acquisto di mobili ad uso d'm·chivio degli uffici all'estero -Sussidi.

Capo sezione: D'AVANZo Carlo. Primo ragioniere: BONAVINO Arturo. Ragioniere: Bossi Carlo.

SEZIONE IV

ECONOMATO E CASSA

Inventario dei mobili del ministero -Contratti -Spese d'ufficio -Manutenzione dei locali -Magazzino -Personale degli uscieri -Corredi dei regi uffici all'estero -Custodia delle successioni.

Capo sezione: VINARDI Giuseppe. Primo ragioniere: RINVERSI Romolo. Ragioniere: TORRES Oreste.

CIFRA

Corrispondenza telegrafica e ordinaria in cifra -Compilazione, custo

dia e distribuzione dei cifrari.

Capo ufficio: GARBAsso Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

Segretari: NANI MocENIGO conte Giovanni Battista, consigliere di legazione di la classe; ALLIATA DI MONTEREALE E DI VILLAFRANCA principe Giovanni, consigliere di legazione di 3a classe.

STAMPA E TRADUZIONI

Spoglio e riassunto quotidiano dei giornali e periodici esteri e nazionali -Traduzioni. Capo ufficio: ORSINI BARONI Luca, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe. Segretario: VANNUTELLI REY conte Luigi, primo segretario di legazione.

APERTURA, DISTRIBUZIONE E REGISTRAZIONE DELLA CORRISPONDENZA E SPEDIZIONE

Registrazione e sunto della corrispondenza in arrivo e in partenza Rubriche per ragioni di luogo, di materia, di persone -Schedari -Spedizione della corrispondenza -Corrieri di gabinetto.

Capo ufficio: SANDICCHI Pasquale, console di la classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI

Direttore generale: CoNTARINI Salvatore, inviato straordinario e ministro pleniptenziario di 2a classe.

DIVISIONE II

PERSONALE E CERIMONIALE

Capo divisione: LANDI VITTORJ Vittorio, console generale di la classe.

SEZIONE I

Personale d'ogni categoria dipendente del Ministero degli Affari Esteri (eccetto il personale delle scuole all'estero e quello di servizio) -Uffici diplomatici e consolari all'estero, loro istituzione e soppressione -Servizio di ispezione degli stessi uffici -Personale e uffici diplomatici e consolari esteri in Italia -Consiglio del Ministero -Concorsi -Ammissioni -Annuari del Ministero -Elenchi del personale del Ministero Atti pubblici -Libretti e richieste ferroviarie per il personale.

Capo sezione: FORLANI Baldo, primo segretario di legazione. Segretari: TRITONJ Romolo, console di la classe; CAVRIANI, dei marchesi, Giuseppe, console di 2a classe.

SEZIONE II

Regole del cerimoniale -Lettere reali -Credenziali -Lettere di richiamo -Pieni poteri -Privilegi ed immunità degli agenti diplomatici e consolari -Franchigie in materia doganale ai regi agenti all'estero e agli agenti stranieri in Italia -Massimario -Visite e passaggi di sovrani e principi -Decorazioni nazionali ed estere.

Capo sezione (f.f.): GAUTTIERI Antonio, console di 2• classe.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione ed incremento delle collezioni manoscritte del ministero e dei regi uffici all'estero -Conservazione degli originali degli atti internazionali conclusi dal Regno d'Italia e dagli Stati soppressi -Conservazione delle carte del Ministero versate dagli archivi delle divisioni -Ricerche e studi preparatori pel Ministero e per gli uffici del dicastero -Memorie su materie storiche e questioni internazionali -Protocollo, inventari e schedari.

Direttore: MELI LuPI nr SoRAGNA marchese Guido, console g.enerale di 2• classe.

BIBLIOTECA

Proposte per acquisto di libri e associazioni a giornali e riviste -Conservazione e incremento delle pubblicazioni -Scambio di pubblicazioni con altri ministeri od istituti del Regno o di Stati Esteri -Collezioni e custodia di carte geografiche per uso del ministero -Cataloghi, schedari -Raccolta sistematica di pubblicazioni del ministero -Raccolta sistematica della legislazione straniera per ciò che può riguardare le relazioni internazionali e l'amministrazione degli affari esteri -Forniture di pubblicazioni a corredo dei regi uffici diplomatici e consolari.

Bibliotecario: PASQUALUCCI Loreto.

TIPOGRAFIA

Direttore: ALFERAZZI Giacomo Antonio.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI

Direttore generale: MANZONI, dei conti, Gaetano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

DIVISIONE III

Capo divisione: N.N.

SEZIONE I

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Europa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Rettifiche e accertamenti di frontiera -Sconfinamenti militari -Spoglio di giornali esteri per la

...

stessa circoscrizione.

Capo sezione: CoRINALDI Leopoldo, consigliere di legazione di 2• classe.

Segretari: SABETTA Guido, console generale di 3• classe; ToRTORA BRAYDA Camillo, conte di Policastro, segretario di legazione di 3• classe; MAGNANI RICOTTI Sidney, addetto.

SEZIONE Il

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti il Levante e l'Africa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione di trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Capitolazioni Riforme giudiziarie in Egitto -Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CHIARAMONTE BORDONARO Antonio, consigliere di legazione di l• classe.

Segretari: PIGNATTI MoRANO conte Bonifacio, consigliere di legazione di 3• classe; STRANIERI Augusto, console generale di 3• classe; SALERNO MELE Giovanni, console di 2a classe; GABliRIELLI Luigi, vice console di 1a classe.

SEZIONE III

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Estremo Oriente e l'America -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati poLitici relativi alla stessa circoscrizione -Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: DEPRETIS Agostino, consigliel'e di legazione di 2• classe.

SEZIONE IV

PRATICHE RELATIVE ALLA POLITICA COLONIALE

Capo sezione: N.N.

DIVISIONE IV

Capo divisione: RINELLA Sabino, consigliere di legaz.ione di l• classe.

SEZIONE I

Reclami di sudditi italiani verso Governi esteri e di sudditi esteri verso

il Governo italiano.

Capo sezione: CIANCARELLI Bonifacio Francesco, console di 2• classe. Segretario: N.N.

SEZIONE II

Reclami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze commerciali.

Capo sezione: N.N. Segretario: N.N.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI

Direttore generale: SERRA Cado Filippo, console generale di la classe.

DIVISIONE V

Capo divisione: PELUCCHI Carlo, console generale di la classe.

SEZIONE I

Carteggio relativo alla stipulazione e alla interpretazione dei trattati e degli atti commerciali internazionali -Studi e indagini di politica commerciale Pubblicazioni d'indole economica -Bollettino del ministero.

Capo sezione: PASCALE Giovanni, console di 2a classe. Segretario: N.N.

SEZIONE II

Reclami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze comme1·ciali.

Capo sezione: BrANCHI Vittorio, console di 2a classe. Segretario: MARSANICH Alberto, console di aa classe.

DIVISIONE VI

Capo divisione: GARROU Mario, console generale di 3" classe.

SEZIONE I

Esposizioni -Congressi internazionali di natura non politica né commerciale.

Capo sezione: ALBERTAZZI Enrico, console giudice.

SEZIONE II

Servizi postali e marittimi -Fe1-rovie di interesse internazionale -Sanità pubblica.

Capo sezione: BERNARDI Temistocle Filippo, console di la classe. Segretario: DE FACENDIS Domenico, console di aa classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI PRIVATI

Direttore gene.rale: SERRA Carlo, console generale di la classe.

DIVISIONE VII

Capo divisione: TESTA Luigi, console generale di la classe.

SEZIONE I

Questioni giuridiche di nazionalità, di estradizione, di protezione consolare, di stato civile e di ogni altro ordine non politico né commerciale.

Capo sezione: DELLA CROCE DI DOJOLA conte Galeazzo, console di 2a classe.

Addetto all'ufficio: PULLINO Umberto, console di 2a classe. Segretari: GAVOTTI, dei marchesi, Lodovico, console di 3a classe; SEGHE Guido, vic,e console di 2a classe; AssERETO Tommaso, vice console di 2a classe.

SEZIONE II

Stipulazione ed interpretazione di trattati relativi alle materie anzidette.

Capo sezione: SARTORI Francesco, console generale di 3a classe.

DIVISIONE VIII

Capo divisione: GAZZANIGA Ettore, console generale di 2a classe.

SEZIONE I

Rogatorie -Pensionati all'estero -Atti giudiziari -Atti di stato civile Ricerche all'estero nell'interesse dei sudditi italiani.

Capo sezione (f.f.): BERTANZI Paolo, console di 3a classe. Segvetario: COLI BIZZARINI Guido, vice console di l a classe.

SEZIONE II

Successione dei sudditi italiani morti all'estero.

Capo sezione: D'ALIA Antonio, console di 2a classe. Segretari: KELLNER Gino Lodovico, segretario di legazione di 3a classe; CHABERT Alberto, interprete di la classe; COHEN Mattia, interpl"ete di 2a classe.

UFFICIO DEL CONTENZIOSO E DELLA LEGISLAZIONE

Contenzioso diplomatico -Segretariato del Consiglio del Contenzioso diplomatico -Convocazione, verbali delle adunanze -Nomina e conferma dei membri del consiglio stesso -Archivio -Massimario del contenzioso -Studi preparatori delle conferenze di diritto internazionale privato e dei congressi internazionali di indole giuridico-amministrativa -Raccolta ufficiale dei trattati -Pubblicazione degli atti relativi.

Capo ufficio: RICCI BusATTI Arturo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe. Segretario: TosTI Gustavo, console generale di 3a classe.

LEGALIZZAZIONE E PASSAPORTI

LegaLizzazione di atti -Corrispondenzlf e contabilità relativa -Passaporti diplomatici -Passaporti distinti.

Capo ufficio: VALENTINI Claudio, console generale di la classe.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO

Direttore generale: ScALABRINI Angelo.

DIVISIONE IX

Capo divisione: BoccoNI Luigi, console generale di 2a classe.

SEZIONE I

Istituti scolastici governativi all'estero, loro ordinamento e direzione didattica e disciplinare -Istituzione e soppressione delle scuole -Locali scolastici -Materiale didattico e scientifico -Personale insegnante -Deputazioni scolastiche -Concorsi -Posti gratuiti e semi-gratuiti dall'estero per l'interno -Istituti sussidiati all'estero -Sussidi ordinari e straordinari a scuole coloniali, private e confessionali -Tutela e sorveglianza delle medesime -Palestre ginnastiche -Educatori -Biblioteche -Ambulatori medico-chirurgici annessi alle scuole ed altri Istituti di assistenza scolastica Segreteria del Consiglio centrale delle scuole alL'estero e rapporti col Consiglio stesso -Annuario delle scuole italiane all'estero -Statistiche Relazioni al Ministro e al Parlamento -Protocollo ed archivio della Direzione generale.

Capo sezione: GATTONI Giulio, primo segretario di legazione.

SEZIONE II

Amministrazione, contabilità, bilanci delle scuole -Decreti e mandati relativi -Inventari dei beni mobili ed immobiLi ad uso delle scuole.

Capo sezione di ragioneria: FIORETTI Vittorio.

Primi ragionieri: SUGLIANI Augusto; FRANZETTI Attilio.

Ragioniere: LEONINI PIGNOTTI Augusto.

UFFICIO DI ISPETTORATO

Ispezioni -Vigilanza didattica sulle scuole governative e sussidiate -Affari relativi.

Ispettori centrali (comandati): STOPPOLONI Aurelio, regio provveditore agli studi la classe; NAMIAS Amerigo, ispettore di 2a classe nel ministero dell'istruzione; MASCIA Luigi, dil'ettore nelle regie scuole medie all'estero.

COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE

Commissario generale: GALLINA conte Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di la classe.

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

(Situazione al 1° settembre 1917)

Argentina -AYARRAGARAY Lucas, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ZAVALJA Carlos, consigliere; ToRNQUIST Gustavo, capitano di cavalleria, addetto militare.

Belgio -VAN DEN STEEN DE JEHAY W., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE LICHTERVELDE conte Baudouin, consigliere; PAPEIANS DE MORCHOVEN Charles, primo segretario.

Bolivia -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Brasile -MoNIZ DE ARAGAO José Joaquin, consigliere, incaricato d'affari; MoNIZ GoRDILHO Carlos Alberto, secondo segretario; GALV.Ao BuENO FILHO Americo, secondo segretario.

Cile-VILLEGAS Enrique, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DUBLE' URRUTIA Diego, primo segretario; BRAvo ORTIZ Enrique, maggiore, addetto militare.

Cina -WANG KouANG-KY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; WANG TsENG-SYE, secondo segretario; TCHENG T. addetto.

Colombia -HURTADO José Marcelino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ARANGO Carlos, segretario.

Cuba -MARTIN RIVERO Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Danimarca -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE OLDENBURG N. A., incadcato d'affari.

Francia -BARRÈRE Camille, ambasciatore; RoGER Jean, secondo segretario; LABOURET Jacques, terzo segretario; BAROIS Armand, addetto; DE GONDRECOURT, generale di brigata, a titolo temporaneo, addetto militare; OLIVARI, tenente colonnello, addetto militare aggiunto; PIGEON DE SAINT PAIR, contrammiraglio, addetto navale; DE LA CHAPELLE, tenente di vascello, addetto navale aggiunto.

Giappone -IJUIN Hidokichi, ambasciatore; !MAI Shinooh, primo segretario: HoTTA Massaki, terzo segretario; KosHIDA Saichiro, terzo segretario; KATO Sotomatsu, addetto; YAMAMOTo Shinjiro, capitano di vascello, addetto navale; SHIMADA Shigetaro, addetto navale.

Gran Bretagna -RENNELL Rooo sir James, ambasciatore; ERSKINE William, consiglieve; MOUNSEY George A., primo segretario; WELLESLEY Lord Gerald, terzo segretario; KEELING Edward A., terzo segretario; TYRWHITT Gerald Hugh, addetto onorario; ScoTT Geoffrey, addetto onorario; LAMB Charles, colonnello, addetto militare; LARKING Dennis, capitano, addetto navale.

Grecia -CoROMYLAS Lambros, inviato straordinario ,e ministro plenipotenziario; SIMOPULOS Charalambas, primo segretario; BIKELAS Dimitri, addetto; SKouSEs Georges A., addetto.

Guatemala -LARDIZABAL José Maria, incaricato d'affari.

Haiti -DUVAL Amilcar, incaricato d'affari.

Messico -NERVO Rodolfo, primo segretario, incaricato d'affari.

Monaco -DE MALEVILLE conte Henri, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SAUVAGE Raoul, cancelliere.

Norvegia -0TTESEN Peter, console, incaricato d'affari ad interim; VANGENSTEN Ove C.L., addetto.

Paesi Bassi -VAN WELDEREN RENGERS barone WiUem, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VAN AscH VAN VYRCH H., addetto.

Persia -MoGHTADER-OB MoLK Mirza Saffi Khan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Portogallo -LEAO Eusebio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GoMEZ DE OLIVEIRA Leopoldo Ruy, primo segretario.

Romania -GHIKA pdncipe Demetriu J., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; PENNEsco Demetriu C., consigliere; SToi'cEsco Georgiu, primo segretario; LAHOVARY Nicolae, terzo segretario; GRAMATICEsco Alexandru, addetto.

Russia -DE GIERs Mikail, ambasciatore; PERSIANY Ivan, consigliere; DE STRANDTMAN Basile, primo segretario; NEKLuoow Pijotr, secondo segretario; JANISZOVSKI Bronislav, addetto; DouBIAGSKY Nicolaj, addetto; SouBOTINE Aleksej, addetto; KRATIROW Aleksej, addetto; RAFALSKY Wladimir, addetto; ENCKELL Oscar, colonnello di stato maggiore, addetto militare, WoLKONSKY principe ALeksandr, colonnello di stato maggiore, secondo addetto militare; RHEINGARD Marian, colonnello di artiglieria, aggiunto all'addetto militare; RooziANKO Pavel, colonnello di cavalleria, aggiunto all'addetto militare; CHELKOFF Andrej, aggiunto all'addetto militare; MALINSKY Anatole, aggiunto all'addetto militare; CHOSTOKWSKY Pavel, aggiunto all'addetto militare; SoUBOTKINE Mikail, addetto commerciale.

Salvador -GUERRERO J. Gustavo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

San Domingo -N.N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Serbia -RISTié Mihailo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SIMié Yevrème, primo segretario; MIHAJLOVIé S., segretario; MINTCHié Velisar, segretario; MARKOVIé Bronislav, secondo segretario; YOVANOVIé Milan, addetto; PECHITé Douchan, colonnello, addetto militare.

Siam -PHYA BIBADH KosHA., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LUANG BASHIDDA NUKARA, primo segretario; SURAN MAITRIRAHS LUANG, terzo segretario.

Spagna-RAMIREZ DE VILLA URRUTIA marchese Wenceslao, ambasciatore; ALMEIDA Y HERREROS Bernardo, consigliere; DE YNCLÀN Y DE LA RASILLA Manuel, secondo segretario; AMODEDOY GALARMENDI Mariano, addetto; DE MALDONADO Y LINAN Alvaro, addetto; RoJAS Y MoRENo Carlos, marchese di Beniel, conte di Torellano, addetto; CANO Y TRUEBA Juan Manuel, addetto; DE LA GANDARA Y PLAZAOLA José, marchese de la Gandara, addetto; RAMIREZ DE VILLA URRUTIA Y CAMACHO Fernando, addetto; SAGARRA Y CENDRA Ram6n, comandante di stato maggiore, addetto militare.

Stati Uniti -PAGE Thomas Nelson, ambasciatol'e; JAY Peter Augustus, consigliere; RICHARDSON Norval, segretario; VAN RENSSELAER William Stephen, terzo segretario; LANE Arthur Bliss, addetto: BRUCE J ames, addetto; RIGGS Benjamin, addetto; TRAIN Charles Russell, comandante, addetto navale.

Svezia -DE BILDT barone Karel Nils Daniel, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE BILDT Harold, consigliere; DE REUTERSKIOLD G., segretario.

Svizzera -DE PLANTA Alfredo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LARDY Charles L.E., consigliere; DE SoNNENBERG Theoring, addetto; MoRETTI William, addetto.

Uruguay -CuESTAS Juan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE CASTRO Alf!'edo, primo segretario; PODESTÀ Andrés, addetto onorario.